31 July, 2024
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Il Vermentino di Gallura, le ricette della tradizione e la giostra equestre in notturna. Sono gli ingredienti della terza edizione di “Calici DiVini”, la rassegna di promozione culturale ed enogastronomica, organizzata dal comune di Luogosanto, dai Fidali 73 e dalla Pro Loco, che si terrà nel bellissimo centro medioevale dal 4 al 6 agosto prossimi. L’unico vino con la certificazione Docg, il Vermentino di Gallura, sarà rappresentato dalle migliori cantine del territorio che negli anni hanno avuto riscontro della crescita della manifestazione. Nel tempo “Calici DiVini” è diventato uno degli appuntamenti imperdibili per gli esperti, gli addetti ai lavori e i sempre più numerosi “wine&food lovers”, per usare un linguaggio social, che girano l’Italia, alla ricerca della qualità, dei prodotti, delle esperienze e di autentiche emozioni.

«Nata nel 2015 dalla passione e dall’operosità del comitato Fidali ’71 – racconta Agostino Pirredda, sindaco di Luogosanto – “Calici DiVini” è diventato un evento di rilievo, inserito nell’ambito di manifestazioni di più ampio respiro che hanno riscontrato un grande successo di pubblico. L’edizione di quest’anno  sarà strutturata come serata enogastronomica all’insegna del Vermentino di Gallura DOCG e vedrà la partecipazione delle migliori cantine e aziende vitivinicole del territorio».

Alla manifestazione presenzierà l’assessore regionale all’Agricoltura, Pierluigi Caria. «E’ una manifestazione molto importante che accende i riflettori su un comparto, quello vitivinicolo, in costante crescita in Gallura – dice Pierluigi Caria -. La Regione ha destinato molte risorse per il settore che rappresenta un’eccellenza assoluta: le vittorie ottenute nei concorsi mondiali testimoniano che il mondo vitivinicolo continua a migliorare. Finalmente – conclude l’assessore regionale – i produttori hanno capito che uniti si vince». 

Venerdì 4 agosto, in piazza dell’Incoronazione, a partire dalle 19.00, saranno allestiti nove stand, uno per ciascuna delle cantine che hanno sposato l’iniziativa: Siddùra, Mancini, Tani, Jankara, Capichera, Sassu, Tondini, Surrau e Balares.  Ad accompagnare la degustazione dei vini ci saranno i prodotti tipici del territorio e quelli a chilometro zero messi a disposizione dai produttori del mercato Campagna Amica di Coldiretti. Per l’edizione 2017 il Comune ha deciso di unire alla rassegna enogastronomica altre due serate di divertimento e tradizione: sabato 5 agosto, nel rione di San Quirico, si svolgerà la festa del quartiere con una cena tipica lungo le vie di Luogosanto, canti e balli sotto le stelle. Chiusura in bellezza domenica 6 agosto, nel rione San Paolo, con inizio alle 21.00, quando prenderà il via l’attesa giostra equestre “Lu Palu di La Stella”, manifestazione unica in Sardegna, organizzata dall’associazione culturale “Lu Juali”. «Un  lungo fine settimana di eventi che hanno come obiettivo – conclude il sindaco Pirredda – la promozione e l’esaltazione delle eccellenze enogastronomiche galluresi. Ci tengo a ringraziare i produttori per aver accolto il nostro invito e per aver messo a disposizione della manifestazione i loro prodotti e il loro sapere per promuovere il territorio».

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Dal 30 agosto al 3 settembre l’appuntamento è con la poesia del mondo a Seneghe, per la tredicesima edizione del Cabudanne de sos poetas. Tema portante di questa edizione: le Rivoluzioni. Tra i tanti ospiti in arrivo: Nada, Vivian Lamarque, Tugrul Tanyol, Nadia Agustoni, Fabio Franzin, Roberto Magnani e Simone Marzocchi, Raimondo Usai Ponti, Francesca Matteoni, Azzurra D’Agostino, John Vignola, Paolo Angeli, il Quartetto Antonelliano dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, Alessio Lega, Bob Corn, Alessandro Fiori, e tantissimi altri.

Ritorna il Cabudanne de sos poetas, non solo il festival di poesia più importante dell’isola, ma una grande festa: viva, gioiosa, fatta di parole e silenzi, immagini, suoni, colori, sapori. Una festa della poesia, degli scrittori, degli artisti, ma anche una festa dei giovani e della popolazione di Seneghe. Si riaccende il respiro dei versi dei poeti, dal 30 agosto al 3 settembre nel piccolo ed affascinante borgo storico del Montiferru, con le sue casette di basalto, la Partza de sos Ballos, il vecchio frantoio Prentza de Murone, i bar Su Recreu e Manunza, Piazzetta Su Lare, la Piazza Santa Maria e Putzu Arru. Angoli incantevoli del paese dove ogni anno si ripete il miracolo dello stupore e della scoperta.

Tredicesima edizione, come già anticipato per le anteprime estive, sarà dedicata al tema centrale della Rivoluzioni e all’anniversario che cade quest’anno di grandi momenti di svolta nella storia europea: dalla Riforma luterana del 1517, alla Rivoluzione russa del 1917, passando attraverso la rivoluzione culturale e i movimenti per i diritti civili degli anni ’60 e ’70, fino alla rivoluzione sarda nella produzione letteraria. «Le date ricorrenti provano a connettere e a dare un senso alla vicenda complessa e tormentata della storia europea. Cabudanne de sos poetas ha affrontato negli anni precedenti temi importanti evocati dagli anniversari: da Dante e alla sua opera, agli echi poetici e culturali della Grande Guerra. Oggi il tema sono le Rivoluzioni politiche, sociali, spirituali. Può sembrare strano che la Storia riceva tanta attenzione in luoghi che sembrano esclusi dalle grandi vicende del passato. Ma ogni luogo del mondo sente la ripercussione, l’onda d’urto, più o meno forte, di ciò che accade in luoghi apparentemente lontanissimi. Questa edizione include tutti questi fili nella trama delle Rivoluzioni e cerca di leggere, ispirandosi alle opere del grande politico, filosofo, giornalista e critico letterario Antonio Gramsci, di cui quest’anno ricorre l’ottantesimo anno dalla sua morte, la storia del Novecento a partire dalla rivoluzione russa», spiega Mario Cubeddu, presidente di Perda Sonadora e quest’anno anche direttore artistico del festival.

Un programma molto nutrito che vedrà in arrivo a Seneghe una sessantina di ospiti tra poeti, scrittori, musicisti, cantautori, registi, attori, studiosi, ricercatori, filologi, esperti della lingua e della cultura sarda.

 

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S’intitola “I segreti di Garibaldi a Caprera” la pubblicazione nata dalla collaborazione tra il Parco Nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena, l’Istituto Internazionale di studi “Giuseppe Garibaldi” curata dal ricercatore Ludovico Pisani per conto della Taphros editore che ha visto il coinvolgimento anche del comune di Milano, del Polo Raccolte Storiche e Case Museo e del Museo del Risorgimento di Milano. Una nuova pubblicazione che svela e riporta alla luce aspetti inediti della quotidianità dell’Eroe e del suo intenso rapporto con l’Isola di Caprera e in particolare con la natura, la terra ed i suoi prodotti. Attraverso un’analisi dettagliata dei Diari dell’Eroe il ricercatore si è misurato in particolare nella definizione del rapporto tra l’eroe e l’Isola di Caprera la sua fatica quotidiana per cercare di recuperare alla produttività agricola quel fondo granitico così difficile da gestire.

«I Diari di Garibaldi, o meglio, i “Quaderni Agricoli – Pastorizi”spiega Giuseppe Garibaldi, pronipote dell’Eroe e residente dell’Istituto internazionale di studi Giuseppe Garibaldi sono -conosciuti solo da pochi addetti ai lavori, non sono mai stati studiati tanto nel dettaglio né riprodotti, almeno nelle parti più intriganti, come invece è stato fatto con questo studio promosso dall’Ente Parco di La Maddalena ed affidato al nostro Istituto, grazie alla preziosa disponibilità del Museo del Risorgimento di Milano, dove, tra le carte del Fondo Emilio Curatolo, i Diari sono conservati. Questi piccoli quaderni redatti con un calligrafia minuta rendono l’estrema meticolosità che sempre caratterizzò Garibaldi e ci forniscono ulteriori sorprendenti notizie.»

«La scelta di andare in stampa con i diari agricoli dell’eroe risponde all’esigenza di approfondire con contenuti inediti una parte non abbastanza conosciuta ma evidentemente fondamentale relativa alla presenza di Giuseppe Garibaldi sull’Isola di Caprera – spiega il commissario straordinario dell’Ente Parco Leonardo Deri -. Emerge, sfogliando le pagine trascritte dei diari, un’attenzione specifica e una curiosità mai banale rispetto al rapporto con la natura e i suoi prodotti; sforzo di approfondimento non puramente intellettuale ma fisico e concreto ancora oggi misurabile e visibile all’interno di quell’area sui cui l’Ente Parco si è proposto di operare in collaborazione con tutti i soggetti istituzionali coinvolti nella valorizzazione degli “Orti di Garibaldi. In queste pagine, attraverso una lettura agevole e ben curata, è possibile approfondire aspetti fondamentali e inediti di questo intenso rapporto di Giuseppe Garibaldi con la natura e con l’Isola di Caprera. Augurandoci di aver fatto cosa gradita a tutti i lettori e in particolare agli appassionati della vicenda umana di Giuseppe Garibaldi rilanciamo il nostro impegno per moltiplicare le occasioni di sviluppo e di crescita per la nostra comunità.»

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La senatrice Enza Blundo e la prof.ssa Vincenza Palmieri hanno tenuto oggi una conferenza stampa presso la Sede Nazionale dell’I.N.PE.F., a Roma, sul tema “DSA e abuso diagnostico a Scuola – Gli interventi istituzionali verso il cambiamento annunciato”. Si è discusso dell’interpellanza urgente su questi temi presentata il 27 luglio scorso dalla senatrice Blundo e da altri 31 colleghi del Senato al ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Fedeli e al ministro della Salute Lorenzin.

L’interpellanza è il risultato di una serie di tavoli tecnici che la prof.ssa Palmieri ha tenuto assieme alla vicepresidente della Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza Blundo, al fine di illustrare gli aspetti scientifici e statistici di questa “tragica pandemia” che ha colpito i nostri ragazzi.

Già nel 2014,  il presidente Palmieri aveva lanciato il manifesto “TROPPI PER ESSERE VERO” denunciando l’abuso diagnostico con queste parole profetiche: «Non sono i bambini ad essersi ‘ammalati’, quanto la normativa di riferimento. Dal 2010, infatti, con la promulgazione della legge n. 170, l’Istruzione è stata chiamata a delegare al Servizio Sanitario per tutto ciò che riguarda tale materia, aprendo la strada alla medicalizzazione della scuola e chiudendo la porta, di fatto, a tutti quei bambini che per qualche motivo – personale, ambientale, relazionale, educativo – manifestino un qualche tipo di difficoltà durante il processo di apprendimento».

La prof.ssa Palmieri aveva anche indicato la soluzione già insita nell’articolo 3 della legge 170/2010 che introduceva le «attività di recupero didattico mirato». Già allora aveva compreso che si stavano cristallizzando delle prassi dannose in cui alcuni docenti trasmettevano spesso frettolosamente tali comunicazioni alle famiglie rimuovendo ciò che andrebbe fatto in precedenza: un’«adeguata attività di recupero didattico mirato». L’interpellanza parlamentare interroga infatti il Governo sulle attività di recupero didattico mirato previste dalla legge poiché, di fatto, tale omissione ha contribuito a lasciare ampio spazio alla medicalizzazione delle scuole.

«Nel 2010 è stata scritta una delle pagine più tristi della Storia della Scuola italiana» ha introdotto in conferenza stampa la prof.ssa Palmieri, che fin da subito ha esposto in tutti i modi gli effetti devastanti del cambiamento prodotto dalla legge 170, in seguito al quale «le difficoltà dei ragazzi o le normali richieste di aiuto, si sono spesso tradotte, invece che in una risposta di tipo didattico, nella ricerca e nella identificazione di un ‘disturbo’. Grave paradosso aggravatosi poi attraverso la Legge che ha ‘riconosciuto’ tali ‘disturbi’e li ha ‘presi in carico’ con una serie di disposizioni e linee guida più tese a garantire la sopravvivenza della Legge stessa che la sopravvivenza dei nostri ragazzi».

«Non esiste una Legge in Italia – ha aggiunto Vincenza Palmieri – che riconosca, ad esempio, il tunnel carpale o l’ipertensione o una legge che stabilisca ‘sistemi compensativi’ per gli ipotiroidei… La legge 170 invece definisce la diagnosi, i metodi, persino  la ‘terapia’ (i sistemi compensativi e dispensativi), fatto straordinariamente unico che fa sollevare dubbi di costituzionalità sulla legge e che ha prodotto in questi anni un aumento vertiginoso delle diagnosi  e  l’attivazione di una filiera neuropsichiatrica che non collima con la missione primaria della scuola

«Ma se è a scuola che il bambino che non sa, deve imparare, perché la Scuola inoltra con estrema facilità i bambini al sistema sanitario per una ‘certificazione DSA’? È proprio la Scuola il posto dove il bambino che non sa deve stare! I numeri sono significativi: 190.000 bambini diagnosticati DSA, una pandemia senza precedenti, incrementi, in alcune zone, del 50% rispetto all’anno precedente. Ed insegnanti della scuola per l’Infanzia spesso preposte ad individuare gli indicatori predittivi dei disturbi, come uno spionaggio industriale, stabilito per Legge o Linee guida.»

«La collaborazione con l’I.N.PE.F. e l’impegno in questa Riforma nascono dal 2014 e si sono arricchiti attraverso un connubio tra scienza e politica – ha detto la senatrice Blundo, ringraziando la stampa e i presenti dell’attenzione -. I numeri e le evidenze che mi sono stati presentati dal Presidente Palmieri sono così preoccupanti e coinvolgono così tante realtà che non ho potuto, come senatrice della Repubblica e come donna della Scuola, non abbracciare tale istanza e dare una risposta alle migliaia di cittadini che lo chiedonoL’interpellanza presentata – ha aggiunto la senatrice – va in questa direzione e ci auguriamo possa presto portare a risultati concreti scongiurando l’invio al Sistema sanitario di casi non necessari, che potrebbero essere trattati diversamente in ambito didattico, educativo e pedagogico prima che medicale».

La prof.ssa Palmieri ha salutato i presenti sottolineando come l’interpellanza parlamentare, oltre ad essere un atto forte, rappresenta il cambiamento ed uno strumento di difesa per tutti coloro che non vogliono essere ostaggio inerme di una commistione tra sistema scolastico, sistema sanitario, interessi altri, derive neuropsichiatriche ed interventi autoritativi. «Quello che vogliamo da questo momento in poi è dimenticare quella brutta pagina di storia e riscriverne insieme una bella, una dove i bambini possano andare felici a scuola e, se sbagliano, possano essere aiutati da chi è lì proprio per aiutare ad imparare e sa farlo. Rafforziamo la didattica: di buoni insegnanti è ricca l’Italia».

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L’attività della RWM Italia S.p.A., società che negli stabilimenti di Domusnovas e Ghedi (provincia di Brescia), produce le parti elettroniche, inerti ed esplosive (tradizionali e insensibili) richieste per i moderni, e futuri, sistemi d’arma, è contestata da alcuni anni da diversi movimenti pacifisti e da alcuni mesi, dal “COMITATO RICONVERSIONE RWM per la pace, il lavoro sostenibile, la riconversione dell’industria bellica, il disarmo, la partecipazione civica a processi di cambiamento, la valorizzazione del patrimonio ambientale e sociale del Sulcis Iglesiente”, del quale fanno parte numerosi soggetti, di sensibilità culturali diverse. Su proposta del comitato, il Consiglio comunale di Iglesias due settimane fa ha approvato un ordine del giorno unitario, che «impegna l’Amministrazione comunale a sollecitare lo Stato italiano a mettere in atto tutti i meccanismi utili alla verifica del rispetto dei Trattati internazionali, i principi costituzionali e la normativa nazionale sulla commercializzazione degli ordigni fabbricati nel territorio italiano; richiedere allo Stato e alla Regione Sardegna un impegno concreto affinché vengano poste in essere tutte le azioni atte a creare le necessarie precondizioni funzionali alla possibile riconversione nell’assoluta garanzia ed auspicabile ulteriore implementazione degli odierni livelli di occupazione».

Oggi, nel dibattito, si inseriscono i 270 lavoratori e lavoratrici dello stabilimento RWM Italia di Domusnovas e i 104 lavoratori e lavoratrici dello Stabilimento RWM Italia di Ghedi, con una lettera aperta che pubblichiamo integralmente.

«Da mesi la nostra Azienda è al centro di continue discussioni e marce, oggetto di Consigli e Risoluzioni di Amministrazioni Comunali, oltre che vero e proprio bersaglio di accanimenti mediatici e iniziative dal vago contenuto politico, al punto che tutto ciò sembra andare ben al di là dell’apparente fine di un normale dibattito relativo all’applicazione delle norme in materia di esportazione di materiali d’armamento; tema, quest’ultimo, che vede coinvolta l’intera industria italiana del settore Difesa.

Ora, se da un lato è legittima la pretesa che la nostra azienda rispetti rigorosamente le leggi applicabili all’attività che vi si svolge ed è, quindi, doverosa l’osservanza delle stesse – del resto, quali soggetti direttamente impegnati in quell’attività, siamo noi i primi a richiederlo a tutela nostra e di terzi -, dall’altro è inaccettabile, in quanto profondamente falsa, l’immagine di noi, Lavoratrici e Lavoratori di RWM Italia, così come resa dalle insistenti “attenzioni” di questi mesi: vittime di un presunto ricatto occupazionale, costretti a un lavoro che facciamo nostro malgrado, per colpa di un territorio che non offre nulla di alternativo, desiderosi di una possibile riconversione.

Noi non tolleriamo che un autocostituitosi Comitato, una Giunta o un Consiglio Comunale, personaggi politici o chi altro ci strumentalizzino a soli fini di loro propaganda personale o elettorale o per sedicenti motivazioni pacifistiche. Noi non consentiremo più di essere usati e danneggiati da soggetti che, con spaventosa incoscienza e incoerenza, mettono a rischio una realtà produttiva che consideriamo anche nostra.

In particolare, non intendiamo assistere in silenzio alla proposta, avanzata da più parti in questi giorni, relativa a una riconversione del nostro stabilimento, assolutamente fantomatica, per questo del tutto inconsistente e, dunque, nient’altro che ingannevole tentativo di far credere che qualcuno abbia sinceramente a cuore noi e le nostre famiglie. Fuori da ipocrisie, la situazione reale è un’altra: è quella di tanti fra noi che provengono dalle varie realtà industriali del Sulcis Iglesiente, del Cagliaritano e del Medio Campidano, in crisi o già chiuse, e che per anni hanno inutilmente sperato in un vero significato della parola “riconversione”, purtroppo, solo abusata. Oggi, senza la possibilità di lavorare in questa Azienda, molti di questi colleghi si troverebbero disoccupati.

Vogliamo, inoltre, precisare che, in ogni caso, tutti noi lavoriamo in questa Azienda per libera scelta, fatta con coscienza, senza ricatti o costrizioni.

Lavoriamo in questa azienda perché siamo convinti di contribuire, con la nostra professionalità e dedizione, a produrre sistemi di alta tecnologia e sicurezza, al servizio – in tutti i sensi lecito – della Difesa nazionale e internazionale, un comparto che occupa in Italia migliaia di lavoratori. E’ per noi motivo di orgoglio professionale far parte di questo settore che, a prescindere dalle ideologie e valori etici personali di ognuno di noi, rappresenta una eccellenza industriale del nostro Paese.

Troviamo, pertanto, del tutto superficiale e preoccupante proprio per la sua superficialità, la propaganda che finisce per colpevolizzare il nostro lavoro, in quanto il suo prodotto potrebbe essere utilizzato in scenari bellici: è elementare constatare che non sono i nostri prodotti a causare o alimentare i conflitti e che questi di certo non si risolvono impedendo alla nostra azienda di produrre ed esportare. Ogni posizione contraria è chiaramente mossa da sterile ideologia.

In conclusione, abbiamo la consapevolezza di lavorare nel rigoroso rispetto delle tante e giuste leggi e norme di controllo che regolamentano il settore della Difesa in Italia e per tale ragione troviamo quantomeno sconvenienti e faziose le istanze di “riconversione”, avanzate finanche da organi comunali che dovrebbero occuparsi di amministrare equamente e con equilibrio il territorio e suoi abitanti, anziché fare proclami privi di obiettività.

Nessuno di noi è interessato ad alcuna “riconversione”. Non vogliamo essere trascinati in vertenze che, anche in questo territorio, evocano solo scenari negativi, ma vogliamo solo continuare a lavorare onestamente e serenamente, come fatto sinora, nel rispetto di tutte le leggi dello Stato italiano.»

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La Sardegna potrà avere tre Camere di Commercio, compresa quella di Nuoro. Il Governo ha comunicato in Conferenza Stato-Regioni l’accoglimento della proposta della Regione Sarda relativamente alla nuova organizzazione del sistema delle Camere di commercio. Lo ha comunicato questo pomeriggio l’assessore degli Affari generali, Filippo Spanu, presente alla riunione.

«Nel dettaglio – ha sottolineato Filippo Spanu – è stata accolta la richiesta formulata a suo tempo dal presidente Francesco Pigliaru, affinché nel nuovo sistema camerale possano trovare posto la nuova Camera di commercio di Cagliari-Oristano, la Camera di commercio di Nuoro – in quanto area montana e isolana in deficit di infrastrutture di collegamento – e la Camera di commercio di Sassari, area frontaliera diretta con la Francia e avente condizioni geo-economiche per le quali possa essere valutata la deroga appositamente prevista dalla normativa vigente. Entrambe queste ultime Camere godono anche di un equilibrio economico e finanziario tra i migliori del sistema camerale italiano.»
L’assessore Spanu sottolinea anche che «attraverso questa conformazione, sarà possibile avere una sede regionale di Unioncamere che, nell’idea dell’Amministrazione regionale, dovrà garantire un forte coordinamento tra le azioni intraprese dal sistema camerale e le politiche imprenditoriali sull’impresa portate avanti dalla Regione».

«E’ un’ottima notizia quella data dalla Giunta regionale sulla riorganizzazione del sistema delle camere di commercio che prevede tre sedi in Sardegna. Abbiamo lavorato in molti a questo risultato ed il Governo ha riconosciuto le buone ragioni proposte – ha commentato il senatore del Pd Silvio Lai -. Tre camere di commercio consentono uno sviluppo equilibrato delle aree del Nord del centro e del Sud. In particolare il mantenimento dell’autonomia di Nuoro permette alle aree interne di conservare un proprio profilo di sviluppo locale. Abbiamo lavorato in senato perché venisse consentito il mantenimento delle camere nelle aree montane come Nuoro e con il lavoro della Giunta regionale si è ottenuto questo risultato senza nuocere al resto dell’isola. Anche quella del nord Sardegna pur non raggiungendo le 75mila aziende – conclude Silvio Lai – resta autonoma permettendo l’esistenza di un sistema camerale regionale adeguato alle caratteristiche ed alle esigenze della nostra isola.»

«Apprendiamo con piacere che la conferenza Stato Regioni ha voluto riconoscere alla Sardegna tre Camere di Commercio: Cagliari-Oristano, Nuoro e Sassari, consentendo così alla Camera di Commercio di Nuoro di mantenere la propria autonomia, come deliberato dal Consiglio Camerale fin dall’avvio della procedura di riassetto del sistema delle Camere di Commercio italiane – si legge in una nota della Camera di Commercio di Nuoro -. Oltre alle specificità della nostra circoscrizione territoriale, è stata riconosciuta l’efficienza dell’Ente camerale, parametro alla base del quale si fonda l’intera procedura di riassetto del sistema.»

«Apprezziamo la coerenza della Regione Autonoma della Sardegna nel mantenere fede alla propria decisione assunta già più di un anno fa ed in particolare esprimiamo un ringraziamento all’assessore Filippo Spanu che ha sostenuto le istanze della Sardegna con perseveranza e metodo, dando seguito alla integrazione normativa a suo tempo realizzata grazie all’emendamento del senatore Giuseppe Luigi Cucca – si legge ancora nella nota -. Ora attendiamo con fiducia che il Governo, nell’emanazione del Decreto, confermi il deliberato della Conferenza Stato Regioni.»

«Il mantenimento di tre Camere di Commercio in Sardegna – conclude la nota della Camera di Commercio di Nuoro -, consentirà il mantenimento della struttura di Unioncamere Sardegna, importante soggetto di coordinamento regionale fra le Camere di Commercio e partner della Regione Autonoma della Sardegna in importanti progetti nel campo della digitalizzazione, del turismo e dell’alternanza scuola-lavoro.»

 

 

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Il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, e l’assessore della Sanità, Luigi Arru, hanno espresso grande soddisfazione per l’approvazione avvenuta in commissione Salute del progetto della nuova rete ospedaliera.

«L’approvazione della riforma della rete ospedaliera in Commissione Salute del Consiglio regionale è un ulteriore e importante passo nel processo di cambiamento che Giunta e maggioranza stanno portando avanti. Ora auspichiamo per metà settembre l’approvazione da parte del Consiglio regionale» commenta il presidente della Regione, Francesco Pigliaru.

«Dalla commissione Salute – aggiunge l’assessore della Sanità – esce un testo fedele all’impostazione data dalla Giunta e, al contempo, con qualche modifica migliorativa. Dando seguito alle richieste dei territori, salvaguardiamo ulteriormente gli ospedali dei piccoli centri e riconosciamo le specificità delle Isole e delle zone di montagna. L’approvazione da parte del Consiglio regionale consegnerà ai Sardi una riorganizzazione della Rete che ci manca da trent’anni.»

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Tappa a Baratili San Pietro per il diciannovesimo festival Dromos, in corso fino a ferragosto tra Oristano ed altri undici centri della sua provincia. Ed è un’immersione nei suoni e ritmi tra Africa, America latina e Cuba quella che domani, venerdì 4 agosto, attende il pubblico nel parco comunale: al centro dei riflettori, a partire dalle 21.30, il bassista e cantante camerunese (ma da oltre vent’anni di casa a New York) Richard Bona col suo progetto Mandekan Cubano, un ensemble di sette elementi con cui intreccia le radici musicali comuni che legano tra loro tradizioni differenti. Insieme a lui sul palcoscenico Rey Alejandre al trombone, Dennis Hernandez alla tromba, Osmany Paredes al pianoforte, Ludwig Afonso alla batteria, Luis e Roberto Quintero alle percussioni.

Sabato 5 agosto il festival arriva invece a San Vero Milis per una serata con Omar Sosa in duo con il percussionista venezuelano Gustavo Ovalles nel giardino del Museo Archeologico (inizio alle 21.30). Artista dalla grande cultura musicale e tecnica, il pianista cubano è capace di fondere mirabilmente una vasta gamma di elementi di jazz, world music ed elettronica con le sue radici afrocubane, riuscendo a creare sonorità fresche e originali, dal forte sapore latino, lasciando sempre grande spazio all’improvvisazione. Ingresso a 10 euro più diritti di prevendita.

L’agenda di Dromos registra intanto una variazione per la giornata di domenica 6: per motivi familiari, il filosofo statunitense John Searle non potrà infatti partecipare all’incontro in programma a Oristano, alle 19.00, all’Auditorium San Domenico. L’appuntamento è dunque rinviato a data da destinarsi.

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Pigliaru Piras Chimica Verde

Si è svolto questa mattina, nella sede sassarese della Regione Sardegna, l’incontro tra il presidente Francesco Pigliaru, insieme all’assessore dell’Industria Maria Grazia Piras, e i sindaci dei comuni di Sassari, Nicola Sanna, di Alghero, Mario Bruno e di Porto Torres Sean Wheeler, l’amministratore straordinario della provincia di Sassari Guido Sechi ed i rappresentanti delle organizzazioni sindacali. Al centro della riunione, la condivisione sullo stato dell’arte del progetto sulla Chimica verde, a seguito del pressing esercitato da parte della Regione su Eni dopo lo stallo sull’accordo del 2011, e del risultato ottenuto con il rinnovato impegno da parte della multinazionale.
«I risultati sono arrivati, la fiducia negli investimenti di chimica verde è molto più alta di prima – ha detto il presidente Pigliaru -. Adesso è importante fare l’ultimo passaggio tutti assieme, fino a che non avremo un Accordo di Programma Quadro credibile, preciso nei tempi, nelle risorse e nei posti di lavoro che verranno creati. Oggi – ha aggiunto il presidente della Regione – abbiamo condiviso il fatto che siamo sulla strada giusta. Abbiamo recuperato la prospettiva per favorire lo sviluppo di un progetto che, come abbiamo sempre detto, è fondamentale non solo per la Sardegna ma per tutta per l’Italia: il settore è molto promettente, è un’opportunità per tutti. Il futuro – ha concluso Francesco Pigliaru – è industriale ed innovativo. In questo momento è importante più che mai il coinvolgimento del territorio con i suoi rappresentanti per questa grande scommessa, dopo il forte lavoro fatto con il governo nazionale.»

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Il capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, Pietro Pittalis, si schiera contro la chiusura del distretto sanitario di Siniscola, destinato ad uno smantellamento proposto dall’azienda unica per la Sanità in Sardegna che potrebbe produrre riflessi negativi sul territorio.

«Il polo sanitario di Siniscola – spiega Pietro Pittalis – costituisce un punto di riferimento per l’intera Baronia. Si tratta di un polo strategico finalizzato a realizzare un elevato livello di integrazione tra i diversi servizi che erogano sul territorio prestazioni socio sanitarie, in modo da fornire risposte adeguate, coordinate e continuative ai bisogni socio sanitari della popolazione del territorio. Non si comprende su quali basi l’Azienda per la tutela della salute intenda sopprimere il distretto sanitario della Baronia. Non abbasseremo certo la guardia per impedire che venga cancellata l’offerta di specialità sanitarie sul territorio – conclude Pietro Pittalis -, costringendo i cittadini a ulteriori sacrifici per raggiungere i presidi ospedalieri di Nuoro e Lanusei.»