19 July, 2024
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«La forma espressiva della pittura sarà una delle tante attrazioni del Natale carboniense. All’interno del cartellone di eventi programmati dall’Amministrazione comunale si colloca una rassegna che farà di Carbonia il principale polo della pittura in Sardegna. Una mostra imperdibile non soltanto per gli addetti ai lavori ma anche per i neofiti, i quali potranno conoscere da vicino gli artisti, carpendo anche alcuni segreti del mestiere.»

Con le parole dell’assessore della Cultura dell’Amministrazione Comunale di Carbonia abrina Sabiu, informa che venerdì 15 dicembre, alle ore 19.00, presso lo spazio espositivo dell’Italy Snack & Wine Bar di viale Arsia, comincerà la rassegna intitolata sOttosOpra: l’Arte in libertà “controllata”.

L’iniziativa è stata promossa dal gruppo culturale dei “Liberi Pensatori”, con il patrocinio del comune di Carbonia. Dal 15 dicembre 2017 fino al 23 marzo 2018 verrà esposta una summa dei lavori di 20 artisti di comprovato valore. Talenti provenienti da diverse città della Sardegna e, perfino, dall’estero. La rassegna ha come protagonisti i seguenti artisti: Pietro Paolo Bessero (Quartu Sant’Elena); Jurgen Block (Germania); Nino Cannella (Guspini); Antonello Calabrò (Sant’Antioco); Ielmo Cara (Carbonia); Silvano Caria (Samassi); Lorenzo Casula (Carbonia); Derita (Cortoghiana – Carbonia); Martinho Dias (Portogallo); Salvatore Filia (Carbonia); Marta Fontana (Carloforte); Carlo Giancola (Carbonia); Gianni Lardieri (Carbonia); Stefano Masili (Carbonia); Daniela Matta (Carbonia); Paola Matta (Carbonia); Alfredo Mussetti (Carbonia); Shikanù (Carbonia); Albena Vatcheva (Bulgaria); Marco Vigo (Calasetta).

Gli artisti protagonisti del primo appuntamento saranno Paola Matta, Antonello Calabrò, Lorenzo Casula e Salvatore Filia, le cui opere resteranno esposte dal 15 al 29 dicembre.

Dal 5 gennaio al 29 gennaio 2018 sarà la volta delle opere di Pietro Paolo Bessero, Daniela Matta, Nino Cannella e Marco Vigo; dal 26 gennaio al 9 febbraio sarà possibile ammirare le opere di Derita, Carlo Giancola, Alfredo Mussetti e Albena Vatcheva; il quarto gruppo di artisti (Shikanù, Stefano Masili, Martinho Dias e Ielmo Cara) esporrà dal 16 febbraio al 2 marzo; i lavori del quinto e ultimo gruppo di pittori (Silvano Caria, Gianni Lardieri, Marta Fontana e Jurgen Block) saranno visitabili dal 9 al 23 marzo 2018.

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«Progetu Repùblica ritiene umiliante per le istituzioni, ma soprattutto per il Popolo sardo, il cosiddetto “accordo” sulle servitù militari, tra il presidente Pigliaru e la ministra Pinotti, votato ieri da maggioranza e opposizione del Parlamento sardo quasi all’unanimità.»

Lo scrive. in una nota, Gianluca Collu, segretario nazionale di ProgReS.

«Lascia interdetti apprendere che tra i punti sostanziali dell’accordo ci sono lo stop delle esercitazioni belliche dal 1 giugno al 30 settembre assieme alla concessione di alcune spiaggette “dove ora i sindaci non dovranno più chiedere il permesso al comandante della base”, è sconfortante vedere il rappresentate istituzionale di tutti i sardi evocare astratti riequilibri che addirittura spaccia come traguardo storico qualcosa che in realtà era stata già concessa in accordi precedenti con la Difesa italiana – aggiunge Gianluca Collu -. Sulle questioni dirimenti, invece, quelle che ci permetterebbero di costruire un futuro migliore, nessun cenno alla chiusura di almeno un poligono, nessun cenno alle necessarie bonifiche e alla riconversione economica per garantire l’occupazione e il lavoro.»

«Per l’ennesima volta emerge in maniera chiara e inequivocabile l’incapacità cronica dei partiti italiani e della loro classe dirigente unionista di difendere gli interessi nazionali sardi. Ancora una volta emerge la necessità di creare una convergenza nazionale tra i partiti indipendentisti capace di porre un freno alla deriva politica a cui siamo costretti ad assistere, che tracci un solco netto tra noi e il bipolarismo italiano – conclude il segretario nazionale di ProgReS -, che sia in grado di esprimere un degno e autorevole programma di governo con al centro gli interessi del nostro Popolo e della nostra amata Nazione.»

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Una delegazione di Apiaresos, l’associazione di categoria che rappresenta la maggioranza dei 1.700 apicoltori sardi, ha incontrato i capigruppo del Consiglio regionale per sollecitare la soluzione di alcuni problemi di particolare importanza per lo sviluppo e la crescita del settore.

Gli apicoltori hanno illustrato un pacchetto di proposte comprendente l’attuazione della legge regionale 19/2015, il riconoscimento di provvidenze per i danni causati dalla siccità, lo sblocco di alcune misure del Psr, la ridefinizione della cosiddette “produzioni standard” e la modifica del Ppr, che attualmente impone ai nuovi operatori di esercitare la loro attività in una superficie minima di 5 ettari.

Questi interventi, hanno sostenuto, consentirebbero il rilancio del settore che, partendo dalla tradizionale coltura del miele, sta cercando di costruire una vera e propria filiera con altre produzioni come la pappa reale ed il polline.

Dopo un dibattito nel corso del quale hanno preso la parola il presidente della commissione Attività produttive Luigi Lotto ed i consiglieri regionali Piero Comandini (Pd), Daniele Cocco (Art. 1 – Mdp), Domenico Gallus (Psd’Az-La Base), Luigi Crisponi (Riformatori sardi) ed Antonello Peru (Forza Italia) il presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau ha assicurato l’impegno di tutti i gruppi per recepire le istanze espresse dalla categoria.

«Esistono le condizioni – ha detto fra l’altro Gianfranco Ganau – per intervenire in tempi molto brevi sia sulla legge 19/2015 che all’interno della finanziaria, nel quadro degli stanziamenti già previsti per il comparto agricolo; su quest’ultimo aspetto una prima verifica potrà essere fatta venerdì nell’incontro già programmato con l’assessore dell’Agricoltura Pierluigi Caria. Per quanto riguarda invece la modifica del Ppr – ha concluso Gianfranco Ganau – dovrà essere necessariamente inserita all’interno della nuova legge urbanistica.»

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Il Consiglio regionale stamane ha approvato il passaggio agli articoli della Manovra finanziaria 2018/2020.

Il primo intervento della mattinata è stato quello del consigliere Edoardo Tocco (Forza Italia) che ha parlato di «una finanziaria senza grandi vedute e senza un disegno ben preciso del futuro della Sardegna, disegno che invece dovrebbe essere tracciato dalla classe dirigente con una prospettiva ampia nell’arco di 5-10 anni, altrimenti non si riesce ad uscire dalle solite forme di assistenzialismo come il Reis che fra l’altro sta dando enormi grattacapi a tutti gli uffici comunali della Regione». Tutti i giorni, ha ricordato Tocco, «assistiamo a mobilitazioni contro le istituzioni nonostante i sardi non siano un popolo con la vocazione dello scontro ma cercano invece il dialogo ricevendo purtroppo in cambio solo pacche sulle spalle». La Sardegna, ha sostenuto il consigliere, «ha soprattutto bisogno di trovare il coraggio di imporsi contro le scelte del Governo centrale, meglio se in un clima unitario fra maggioranza ed opposizione, per far sentire alta la voce della comunità, come hanno fatto altre Regioni». Perché non basta più, ha protestato Tocco, «spostare numeri e poche risorse da una colonna all’altra del bilancio, chi sta sul territorio si chiede da dove venga la ripresa annunciata dall’Istat, perché in giro si vede solo malessere e disappunto; ultimo episodio la protesta dei medici proprio perché si sono resi conto che in questa finanziaria non c’è un programma forte nemmeno per la sanità ma solo buchi da tappare». «La Sardegna però ci guarda», ha concluso, «e non possiamo deluderla».

Sempre per Forza Italia, il vice capogruppo Marco Tedde ha definito la finanziaria «del tutto inadeguata anche se non disperiamo di riuscire a modificarla in qualche parte con gli emendamenti mirati che abbiamo proposto nel quadro di un clima nuovo fra maggioranza ed opposizione». Nel metodo, ha aggiunto Marco Tedde, «abbiamo visto la maggioranza impegnata in una corsa contro il tempo non per rispondere meglio ai problemi di famiglie ed imprese ma solo per ragioni elettorali, per appuntarsi sul petto una medaglietta e distribuire le solite mancette elettorali». La fretta ha prodotto però una cattiva legge, secondo Marco Tedde, «una legge incompleta dalla quale manca la programmazione di 40 milioni di euro segnalata puntualmente dal Cal con motivazioni che noi condividiamo perché vogliamo che siano destinati ad esigenze reali della Sardegna». I problemi reali della nostra Regione erano e restano immensi, ha continuato il vice capogruppo di Forza Italia, «ma non sono stati nemmeno sfiorati nel recente incontro fra il leader del Pd Matteo Renzi ed il fedele presidente Francesco Pigliaru, che fa il paio con quello tenuto il 9 novembre scorso nell’incontro con il premier Paolo Gentiloni, che non ha prodotto niente fatta eccezione per un po’ di propaganda, perchè la Sardegna è stata umiliata col fallimento delle trattative fra Governo e Regione su tutti i fronti, dagli accantonamenti all’insularità». La legge di stabilità risente in negativo di questo clima, ha concluso, «e dell’arrendevolezza di chi, a fronte di oltre 1 miliardo di maggiori costi per l’insularità, si fa bastare 15 milioni».

Il consigliere Fabrizio Anedda (Misto-Sinistra Sarda) ha espresso in apertura il suo apprezzamento sull’operato del presidente Francesco Pigliaru in materia di servitù militari, «con novità importanti per la Sardegna soprattutto per le ottime prospettive della ricerca scientifica anche se serve maggiore attenzione alla tutela della salute dei cittadini. Il presidente Francesco Pigliaru ha avuto coraggio, ha proseguito, «nelle servitù come nella riforma sanitaria che ha tutti i numeri per combattere gli sprechi e mettere al centro il cittadino-paziente e quindi, anche sulla finanziaria sarebbe stato necessario lo stesso coraggio ma purtroppo siamo di fronte ad una legge scontata e priva di orizzonti». Le politiche attive del lavoro non si percepiscono, ha sottolineato, «ma si percepiscono solo sfiducia e malessere mentre assistiamo alla continua chiusura di aziende con l’unica prospettive di accedere agli ammortizzatori sociali». Sotto questo profilo, ha poi lamentato Fabrizio Anedda, «le audizioni in commissione Bilancio non sono state di grande aiuto: il mondo imprenditoriale ha chiesto meno burocrazia e più credito, ma non ha parlato né di banda larga né della sofferenza del tessuto delle pmi o delle difficoltà del porto canale di Cagliari che perde mercato, neè del comparto del sughero né della crisi industriale di Ottana, mentre i sindacati hanno chiesto risorse per lavoro attivo ma non hanno esposto un progetto, sollecitando la spesa di 100 senza criterio come i 45 per i pastori che, alla fine, premiano gli industriali». In sintesi, ha concluso il consigliere, «si continua a privilegiare solo l’assistenzialismo, fatto di cantieri e bonus senza progetti industriali; l’assistenza in molti casi è necessaria ma è cosa diversa dallo sviluppo, per questo bisogna avere il coraggio dire no a queste politiche e puntare sulla crescita della Sardegna».

Il consigliere di Forza Italia Stefano Tunis è partito dall’analisi sulle differenze nella valutazione del quadro economico ed occupazionale, dichiarando che «servono invece convergenze sui dati fondamentali dell’economia per contenere una certa bulimia della comunicazione che spesso trae in inganno, ed occorre soprattutto calarsi invece a fondo dentro la realtà sarda per la quale tutti devono fare lo sforzo di ascoltarsi e individuare terreni possibili di condivisione». Entrando nel merito dell’esame del documento, Tunis lo ha definito «abbastanza orizzontale nel senso che non appare in grado di individuare le stesse strategie della Giunta, per cui va fatto da tutto il Consiglio uno sforzo di concretezza in materia di entrate, di razionalizzazione della spese, di selezione delle priorità». Noi proponiamo, ha spiegato, «misure che riteniamo siamo sostenibili da tutti anche perché c’è un pericolo oggettivo, la diffusione dell’economia digitale. che nelle prossime due annualità impatterà sul sistema sardo con un esodo di massa dal mondo del lavoro di migliaia di persone poco specializzate; in altre parole la nostra economia fragile è ancora più a rischio nella capacità di trattenere risorse umane qualificate e non c’è il tempo di aspettare ma la necessità di fare presto qualcosa». Illustrando alcuni emendamenti del suo gruppo per arginare fenomeno Stefano Tunis ha parlato di incentivi alle aziende che investono nel digitale, bonus assunzioni del 50% per chi impiega risorse umane specializzate e specializzabili, sostegno alla contrattazione di secondo livello. Su questi punti, ha concluso, «siamo disposti a lavorare con la massima serietà e con apertura al dialogo, a condizione che si metta al centro delle strategie della Regione l’economia digitale».

Per il Pd il consigliere Lorenzo Cozzolino ha ricordato che, in qualche modo, «anche questa finanziaria è figlia di un lungo periodo di crisi che ovviamente la penalizza, per cui in questi momenti difficili, a prescindere dai ruoli, ognuno deve dare il massimo per consentire il varo di una manovra adatta ad affrontare i problemi attuali, dallo sviluppo al sostegno dei più deboli». Si intravedono, a giudizio di Lorenzo Cozzolino, «i primi segnali di ripresa economica e proprio per questo dobbiamo raddoppiare i nostri sforzi in questa difficile risalita perché la Sardegna guarda alle istituzioni in attesa di un impulso decisivo». Soffermandosi sui problemi della sanità appena riformata, l’esponente del Pd non ha nascosto le perplessità che ha suscitato chiarendo però che «l’intervento era necessario per cambiare un sistema che accusava il peso degli anni, in un contesto reso ancora più complicato dall’invecchiamento della popolazione, dalla diffusione di alcune patologie, dalla morfologia dell’Isola e dall’aumento del disagio economico». La tutela della salute, in altri termini, «secondo Lorenzo Cozzolino «non può subire involuzioni da una politica troppo rigorosa di risparmio ed i tagli non devono incidere sulla qualità dei servizi e l’aggiornamento degli operatori,  senza dimenticare che le politiche sociali soffrono di una forte insufficienza di mezzi finanziari che va corretta per evitare ricadute negative sulle persone non autosufficienti, correzione tanto più auspicabile se si tiene conto della finanziaria nazionale che, al contrario, ha incrementato i fondi che hanno questa destinazione». Da sempre, ha concluso il consigliere, «la finanziaria è terreno di scontro ma credo che dobbiamo adoperarci per il dialogo: noi abbiamo rispettato i tempi evitando esercizio provvisorio ma occorre che la Giunta dimostri capacità di ascolto in vista dell’interesse comune di servire il popolo sardo».

La vice capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda, dopo aver ribadito che «la minoranza ha sempre tenuto un atteggiamento costruttivo come è stato dimostrato anche nel percorso che ha accompagnato la finanziaria», ha osservato che «anche alcuni interventi della maggioranza hanno espresso alcune riserve che coi condividiamo». Il documento, ha affermato la Zedda, «evidenzia per noi alcune gravi lacune che risalgono al 2014, soprattutto per quanto riguarda la programmazione integrata ed il sostegno al sistema economico perché i dati parlano chiaro: a fronte della spesa di risorse ingenti sono stati sottoscritti solo 5 accordi sottoscritti e solo 2 convenzioni, l’innovazione in cui si parla di tanti passi avanti ma senza conoscere il reale apporto economico e tecnologico di partner dal nome altisonante, la burocrazia ancora troppo pesante perché ogni anno, compreso questo, si vive il dramma dei sardi che non riescono a vedere i contributi della spesa sociale cui hanno diritto». Se lo scopo è quello di approvare per tempo la finanziaria, ha detto ancora Alessandra Zedda, «bisogna concentrarsi sullo snellimento di queste procedure, perché il Reis va avanti troppo a rilento, la sanità è bloccata da una riforma che non porterà risparmi ma produrrà più spesa e più inefficienza». I nostri emendamenti, ha concluso, «tendono ad aumentare le risorse per il lavoro, le politiche sociali e le attività produttive; se è vero che c’è ripresa economica questo è il momento di renderla più solida».

Per i Riformatori sardi il consigliere Luigi Crisponi ha lamentato che «nei giorni scorsi si è assistito a fantastici annunci sui alcuni dati positivi dell’economia, esposti con largo spazio sui media, che sono privi di riscontri nella realtà e c’è poco da cantare vittoria come dimostra il report 2017 della Banca d’Italia: attività economica presenta una crescita modesta di appena il 0.4%, c’è calo verticale delle esportazioni di 11 punti in meno rispetto al 2007». Sono cifre strutturali molto preoccupanti, ha ammonito Luigi Crisponi, «perché il segno meno è diffuso dappertutto a parte il turismo che però viene preso a schiaffi e depredato, come il commercio, l’artigianato ed il tessuto delle piccole e medie imprese; parlando con gli imprenditori, inoltre, ci si rende conto che gli imprenditori sono lasciati soli mentre nel sistema del credito, nel silenzio più totale, stanno chiudendo decine di sportelli territoriali soprattutto nei centri più piccoli». Soprattutto le piccole comunità, ha detto il consigliere, «sono le più minacciate dallo spopolamento e sono quelle ancora più in sofferenza eppure non hanno l’attenzione della Regione, per cui occorre chiedersi di fronte a questa finanziaria vuota quali siano le prospettive per la Sardegna che soffre e chiede infrastrutture, innovazione, formazione, decisioni incisive sul futuro: veniamo da quattro anni neri e non vediamo speranza, come non la vedono nemmeno le famiglie numerose che credono in un progetto di vita fortemente legato alla nostra identità più profonda».

Dopo l’on. Luigi Crisponi ha preso la parola l’on. Giuseppe Fasolino (FI), che ha detto: “Oggi ci accingiamo a discutere l’ennesima manovra finanziaria, adeguata al periodo che stiamo vivendo. Altro che dati positivi: è vero che l’economia sarda sta migliorando ma siamo sempre l’ultima ruota del carro. E non è questa Finanziaria, così poco coraggiosa, a rappresentare un’opportunità né sotto il profilo del lavoro né sotto quello dei trasporti. Ci si riempie sempre la bocca sull’allungamento della stagione turistica ma poi non si fa nulla per questo. E non parliamo del sistema ferroviario, dove non ci sono le infrastrutture come testimonia lo studio dell’Istituto Tagliacarne. E non parliamo nemmeno della continuità territoriale, che è sotto gli occhi di tutti. Il punto di fondo è che non avete un progetto di sviluppo della Sardegna in testa e questa manovra lo certifica in pieno. Ma vogliamo prendere per buone le vostre parole e cercheremo di migliorare con gli emendamenti questa manovra”.

Per la maggioranza ha preso la parola l’on. Piero Comandini (Pd), che ha citato Andreotti: “Meglio vivere poco poco tutti i giorni che morire subito. Ecco, è sempre più difficile far quadrare i conti e dobbiamo fare delle scelte per poter vivere tutti i giorni. Abbiamo fatto le nostre scelte, così come abbiamo fatto con la riforma delle riforme, ovvero quella della Sanità, che negli anni futuri ci porterà benefici. Io ne sono convinto. Noi non abbiamo aumentato le tasse in tutti questi anni, né per le imprese e né per le famiglie: c’è poco da banalizzare, andiamo orgogliosi di questo. E siamo anche quelli che approveranno questa Finanziaria entro l’anno corrente. Mai nessuno lo aveva fatto prima e noi lo faremo, aumentando così la capacità di spesa del denaro della Regione. Lo facciamo per agevolare la ripresa economica, che c’è ed è rivelata da un aumento del Pil e dei posti di lavoro. E aggiungo che sotto il profilo degli investimenti, specie sotto il profilo della sicurezza ambientale e delle scuole, non ricordo da molto un’azione simile. Non siamo del tutto soddisfatti ma è ingiusto dire che questa manovra non sia attenta verso la Sardegna”.

E’ intervenuto poi l’on. Emilio Usula (Rossomori), che ha detto: “Certo, è un buon risultato evitare l’esercizio provvisorio ma siamo di fronte a un bilancio predisposto in solitaria dalla Giunta e portato avanti da una maggioranza supina e silente. Tutto per arrivare al risultato di questa approvazione, fatta di accordi trasversali già preparati per non avere intoppi nel percorso. Fate da soli e votate da soli questa manovra: Rossomori non ci sarà e già quando faceva parte della maggioranza noi venivamo snobbati. Il fondoschiena dei sardi riceve in questi giorni calci dolorosi da un governo che dà 15 milioni di euro, dal 2019, a fronte di quello che lo Stato fa nel territorio della nostra Isola. Altro che inversione di rotta sul fronte dell’economia: siamo ultimi tra le Regioni che crescono di meno, anche sotto il profilo dell’occupazione, tanto che i sindacati a gran voce chiedono un piano straordinario per il lavoro”.

Dai banchi di Forza Italia ha preso la parola l’on. Mariano Contu, che ha detto: “Siamo al rito che si ripete, ognuno che dà il suo contributo. Noi daremo il nostro di opposizione, a fronte di una crisi che si è abbattuta in questi anni e che non abbiamo potuto affrontare con i nostri strumenti. I timidi segnali di ripresa resi noti dal governo nazionale e dalla Giunta, parlo di uno 0,6 per cento, sono in gran parte derivanti dalla trasformazione del petrolio alla Saras. C’è dunque poco da essere ottimisti, non siamo purtroppo davanti a un nuovo percorso per la nostra isola, nonostante l’enfasi dell’assessore al Lavoro e di quello al Bilancio. Nel corso degli ultimi due anni sono emigrate più di 24 mila persone: lo dico ai professori di economia che sono qui perché vorrei conoscere cosa ne pensano di tutti questi indici negativi e come pensano di affrontare questo problema e quello rappresentato dallo spopolamento dei piccoli comuni sardi”.

L’on. Michele Cossa ha preso la parola per i Riformatori sardi e ha subito denunciato “note trionfalistiche sulla presunta crescita della Sardegna. Che cresce sì ma nettamente meno di quanto cresca il Paese. Eppure ce ne sarebbero tutte le condizioni per avere un passo ben diverso: la verità è che non riusciamo a cogliere tutte le opportunità. Lo vediamo anche dai flussi turistici del nord Africa, che potrebbero arrivare in parte qui in questo periodo ma se non ci sono aerei è del tutto impensabile che i turisti riescano ad arrivare da noi. I ritardi poi degli assessorati nell’erogazione delle risorse e nella valutazione delle pratiche producono il risultato che le imprese in attesa, non ottenendo risposta, nel frattempo falliscono. Altro che snellimento delle procedure”. Sulle politiche del lavoro l’oratore ha detto: “Abbiamo mai fatto una verifica su cosa hanno prodotto i mille miliardi del piano straordinario del lavoro del compianto onorevole Luigi Cogodi? No. In compenso state promuovendo le stesse politiche, che hanno generato qualche opera pubblica nei paesi, spesso piscine dove non nuota, destinate a una popolazione che non c’è più. Ma soprattutto riproponete modelli di politiche che hanno generato molto precariato.  Noi dobbiamo fare qualcosa che generi opportunità: solo questo inviterà le persone a rimanere nei loro Comuni delle zone interne”.

Per Fratelli d’Italia è intervenuto l’on. Paolo Truzzu, che ha detto: “A leggere questo documento finanziario si ha un’idea della Sardegna differente, di tasse non aumentate e di economia in ripresa. Invece un sardo su tre è a rischio di esclusione sociale nonostante siamo la Regione che spende di più sul sociale. Eppure non c’è nessuna politica verso i papà separati, che vivono a volte un vero dramma. Stiamo spendendo bene questi denari del sociale? E’ il caso che ci interroghiamo su questo e su tanto altro: come mai un bando da 70 milioni di euro per il primo inserimento in agricoltura è fermo a marzo 2017? Quei giovani hanno aperto una partita iva eppure sono in attesa di risposte e non lavorano”. Per l’esponente di FDI “anche l’ambiente e il paesaggio della Sardegna sono un problema del quale dobbiamo occuparci concretamente”.

Secondo il capogruppo del Psd’Az Angelo Carta la legge di stabilità riafferma la linea della Giunta illustrata nelle dichiarazioni programmatica del 2014. «L’esecutivo sembra avulso dalla realtà sarda – ha detto Angelo Carta – la Giunta dovrebbe chiedersi perché il Pil non cresce, perché i poveri sono in aumento, perché i paesi si spopolano, perché proseguono le proteste sotto il Consiglio, perché i giovani emigrano e perché i trasporti non funzionano».

Angelo Carta ha poi rilevato che rispetto al 2014 è calato anche il numero delle imprese operanti in Sardegna: «Allora si contavano 66 attività ogni mille abitanti, oggi sono scese a 62 – ha sottolineato il capogruppo sardista – si sono perse 6339 imprese in questa legislatura e 18.883 posti di lavoro».

Angelo Carta ha quindi puntato l’indice contro sull’esecutivo per la mancata istituzione delle zone franche nei territori colpiti dall’alluvione del 2013: «La Giunta non ha attuato le previsioni delle leggi nazionali – ha affermato l’esponente della minoranza – in compenso avete firmato lo scellerato patto del 21 luglio 2014 che si è dimostrato una sonora fregatura per la nostra Isola». Negativo anche il giudizio sulla vertenza entrate: «Mancano 4,5 miliardi di euro nelle casse regionali, l’accordo con lo Stato si è rivelato un boomerang. Questa finanziaria dimostra che amministrare è difficile, ci avete provato ma non ci siete riusciti».

Daniele Cocco, capogruppo di Art. 1 – Mdp, dopo aver criticato l’atteggiamento del governo nei confronti dell’Isola nella definizione della vertenza entrate, si è concentrato sulla manovra finanziaria: «Stiamo cercando di dare risposte sui temi del lavoro, delle politiche sociali e dell’istruzione – ha detto Daniele Cocco – ci sono 130 milioni di euro per il piano del lavoro, 45 per le politiche sociali, 20 milioni aggiuntivi per l’agricoltura, 17 milioni per le università e l’istruzione. Ci sono però altri problemi in campo che abbiamo il dovere di non tralasciare. Su fronte della Sanità non vediamo accendersi una luce in fondo al tunnel. I problemi continuano ad essere irrisolti, la riforma non ha dato ancora i suoi frutti». Daniele Cocco ha quindi ricordato le liste di attesa ancora troppo lunghe, la difficoltà a curarsi adeguatamente, il caso della donna di La Maddalena costretta ieri notte a prendere il traghetto per andare a partorire. «Su questo noi dovremmo porre grandissima attenzione. La sanità è ancora un problema irrisolto».

Sul tema del lavoro e del contrasto delle povertà, Daniele Cocco ha invitato Giunta e maggioranza a concentrarsi sull’accelerazione della spesa: «Non basta dire che abbiamo la disponibilità di 130 milioni, occorre rendere le risorse immediatamente esigibili. Il tasso di disoccupazione è ancora troppo alto rispetto al resto d’Italia, c’è un miglioramento del Pil ma gli occupati non aumentano. La disoccupazione giovanile al 54% non è più sopportabile».

Un giudizio nettamente negativo sulla finanziaria della Giunta è arrivato dal capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu: «L’Isola è oppressa dal dramma della povertà e della disoccupazione, una situazione allarmante sotto gli occhi di tutti. Per il 2017 serviranno 66 milioni di euro per contrastare la povertà, un fenomeno che riguarda 21mila nuclei familiari. Il fenomeno è preoccupante, la recessione ha colpito soprattutto bambini e ragazzi, l’indice di vecchiaia è in aumento. La politica della Giunta in materia di lavoro è fallimentare».

Gianluigi Rubiu si è poi concentrato sull’azione dell’esecutivo sul fronte finanziario. «Quali sono i risultati raggiunti sulla vertenza entrate? – ha chiesto il capogruppo dell’Udc – la politica di leale collaborazione con il Governo si è rivelata dannosa».
L’esponente della minoranza ha quindi invocato un cambio di rotta: «Servono più risorse per l’istruzione, l’assetto del territorio e l’agricoltura – ha affermato Gianluigi Rubiu – 
8 milioni di euro per il patrimonio boschivo sono insufficienti, così come quelli sulla famiglia».

Gianluigi Rubiu ha poi segnalato l’assenza di risorse per contrastare la siccità e dare un aiuto concreto al settore agropastorale: «Non mi riferisco agli indennizzi destinati alle imprese, parlo di programmazione per evitare che le aziende rimangano senz’acqua – ha detto Gianluigi Rubiu – invece di dar loro il pesciolino occorre fornirle di una canna da pesca. La Giunta pensi a interventi di ricerca idrica per rendere le aziende autosufficienti».

Il capogruppo dell’Udc ha concluso il suo intervento con un riferimento alle politiche per il lavoro: « L’esecutivo ha messo in campo misure inadeguate come la flex security, uno strumento che non ha creato opportunità per gli inoccupati e i disoccupati».

Pierfranco Zanchetta, capogruppo dei Cristiano popolari socialisti, si è detto d’accordo con il capogruppo di Art. 1 – Mdp Daniele Cocco che aveva segnalato i disservizi della sanità a La Maddalena «Abbiamo fatto una riforma ma occorre riflettere quando crolla il livello dei servizi – ha detto Pierfranco Zanchetta – altrimenti è inutile destinare risorse se viene meno la sicurezza. La Maddalena sconta lo svantaggio di una doppia insularità»

Entrando nel merito della manovra, Pierfranco Zanchetta ha invitato tutti i componenti dell’Aula ad accogliere l’appello del presidente della Commissione Bilancio Franco Sabatini: «Ha detto che il 2018 dovrà essere l’anno della chiamata di tutta la Sardegna alla battaglia sugli accantonamenti. Mi auguro che il suo invito possa essere accolto dall’Aula. C’è un ritardo colpevole dello Stato nei nostri confronti, speriamo di poter concludere le battaglia».

Nell’ultima parte del suo intervento Pierfranco Zanchetta si è soffermato sul sistema dei trasporti: «Le difficoltà non riguardano solo i collegamenti con la penisola – ha detto il capogruppo di Cps – occorre potenziare anche i collegamenti con la Corsica, questa finanziaria non prevede niente per la tratta Santa Teresa-Bonifacio. Spero che l’impegno per un disegno di legge ad hoc possa essere mantenuto»

Gianfranco Congiu, capogruppo del Pds, ha invitato l’Aula a non leggere la manovra in modo scontato o convenzionale. «Nei lavori preparatori e nelle audizioni in Commissione è emersa un’esigenza: la velocità della spesa – ha sottolineato Gianfranco Congiu – far arrivare in fretta le risorse è un tema decisivo e importante. Condivido la lettura di Art. 1 – Mdp: l’agricoltura, il lavoro e l’istruzione possono essere i pilastri di questa manovra  al pari dell’individuazione di procedure snelle per la spendita delle risorse. Per questo abbiamo proposto l’attivazione di un fondo rotativo che immetta danari nel mondo del lavoro. Ci stiamo confrontando con l’esecutivo, c’è la disponibilità della Giunta a discutere. Auspico che la manovra possa essere esitata nei termini previsti».

Il capogruppo del Pd, Pietro Cocco, ha ricordato in apertura del suo intervento i numeri della manovra 2018: «E’ una finanziaria da 7,7 miliardi, gran parte delle risorse è destinata alla Sanità. Un settore che stiamo cercando di riformare. Altri fondi importanti saranno messi a disposizione per la lotta alla povertà e per le politiche sociali, per la scuola e l’università».

Pietro Cocco ha quindi invitato maggioranza e opposizione a un diverso metodo di discussione: «La finanziaria va raccontata senza enfasi così come vanno raccolti con cautela i dati positivi sull’andamento del mercato del lavoro – ha detto Pietro Cocco – ci sono però dei dati di fatto come la pressione fiscale inalterata. Irpef e irap rimangono invariati. E’ un dato che va evidenziato».

Il capogruppo del Pd è poi sceso nel dettaglio della manovra: «Mettiamo a disposizione 130 milioni per il lavoro, le parti sociali ne chiedevano 100 – ha rimarcato Pietro Cocco – ci sono poi 20 milioni per le università che si aggiungono ai 70 milioni già previsti per l’edilizia scolastica e ai 20 per i programmi didattici. L’agricoltura avrà altri 20 milioni che integrano i 25 nazionali. Soldi che si aggiungono ai 45 milioni dei mesi scorsi per il settore ovicaprino».

Cocco ha poi rivendicato l’azione della maggioranza per il contrasto della povertà: «Lo stanziamento per il Reis è di 45 milioni di euro. Sono risorse che andranno ai comuni per destinarli a persone in difficoltà. La legge sul Reis l’abbiamo fatta noi, non esisteva prima. Una vera amministrazione si giudica dal grado di interesse che dimostra per le fasce più deboli della società».

L’esponente della maggioranza ha quindi annunciato la presentazione di alcuni emendamenti (5 milioni per il trenino verde, 4 per il piano neve, 6,5 per i cantieri verdi comunali) e difeso le politiche della Giunta per gli enti locali: «Confermiamo lo stanziamento di 600 milioni euro per il fondo unico – ha concluso Cocco – misuriamoci sui numeri e lasciamo perdere le questioni di parte».

Di diverso avviso il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis: «Raccolgo l’invito di Pietro Cocco e cerco di concentrarmi sui numeri – ha detto – non si possono pertanto sminuire i dati Svimez sull’andamento del mercato del  lavoro perché altrimenti si rischia di alimentare l’antipolitica. I numeri che snocciolate non sono veri, i sardi si ritrovano il nulla in tasca».

Sulla dotazione finanziaria destinata alle politiche attive per il lavoro, il giudizio di Pittalis è stato netto: «Leggo che 127 milioni vengono destinati al lavoro ma è tutto rimandato a protocolli d’intesa. Non c’è un’azione concreta, state creando illusioni e aspettative. La Sardegna è tra le regioni più povere dell’Europa, questa è la realtà – ha sottolineato Pietro Pittalis – è l’effetto di una crisi che viene da lontano, la Sardegna è ancora oggi in recessione. Lo Svimez dice che il Pil crescerà nel 2017 dello 0,6% : è un’inezia rispetto all’aumento del Mezzogiorno che segna un +1,3%. In Campania è del 2,4%, in Calabria dello 0,9%. C’è qualcosa che non ha funzionato nelle politiche economiche che avete messo in campo in questi 4 anni».

Il capogruppo  di Forza Italia ha quindi ricordato i numeri sulla disoccupazione: «In Sardegna il tasso complessivo raggiunge il 17,3%, quella giovanile il 56,3% – ha aggiunto Pietro Pittalis – eppure l’assessore al Lavoro smentisce questi dati richiamando gli impieghi stagionali nel settore turistico. Si enfatizza un dato che nella realtà non esiste. L’unica notizia vera è che è calata la cassa integrazione: questo perché sono stati espulsi dal mercato del lavoro centinaia di lavoratori che non hanno più diritto agli ammortizzatori sociali».

Rivolto all’assessore Raffaele Paci, Pietro Pittalis ha poi concluso: «Deve essere lei a dare risposte sulle cose che non hanno funzionato. Le riforme che avete posto in essere sono funzionali all’apparato burocratico e poco utili all’interesse dei sardi. E’ quello che è successo con la riforma sanitaria che non ha portato a una contrazione dei costi e non ha migliorato i servizi».

Stessa considerazione sugli enti locali: «Vi vantate di aver previsto lo stesso stanziamento dello scorso anno senza però tener conto dei mutati bisogni. I comuni si fanno carico del sociale e delle disabilità. State lasciando i sindaci da soli a contrastare la povertà, un fenomeno in costante aumento».

L’assessore della Programmazione, Raffaele Paci, ha ricordato il quadro di riferimento in cui si inserisce la manovra e che, a suo giudizio, delinea una tendenza in miglioramento per l’occupazione. «Non è tutto risolto – ha dichiarato Raffaele Paci – però c’è la consapevolezza del lavoro che facciamo e che beneficiamo di una migliore condizione del Paese e dell’Europa».

L’assessore, anche con riferimento alle dichiarazioni rese in proposito dal capogruppo di Fi, Pietro Pittalis, ha evidenziato il dato del Pil sardo nel 2016 (+0.6%) non tanto per dirsi soddisfatto dell’incremento percentuale del prodotto interno lordo della Sardegna quanto per sottolineare che “si tratta del primo segno più dopo sette anni consecutivi di recessione”. «Posso dire che i segni meno sono responsabilità di chi governava allora? – ha affermato Paci – No, non posso affermarlo ma posso salutare con favore un segno di ripresa dopo che nel 2013 abbiamo registrato un meno 3.3% di Pil, nel 2015, meno 0.6% e poi un più 0.6%».

«Le stime per il 2017 – ha proseguito il vice presidente della Giunta – indicano un più 1,3% di Pil e se così sarà vuol dire che registriamo un crescita per il secondo anno di fila, un evento che in Sardegna manca da quindici anni».

L’assessore ha quindi ribadito l’opportunità di proseguire con le politiche che dal 2014 sono state messe in campo («sono quelle di stampo keynesiano con investimenti infrastrutturali») ma ha riconosciuto che la “velocità” delle misure non è quella attesa («dal muto pensavamo di “tirare” 150 milioni ma ci fermiamo a 70») ed ha indicato nel “sistema” burocratico e amministrativo le ragioni di tale lentezze («per fare un appalto servono anni e poi bisogna aspettare i ricorsi»). 

Paci ha quindi sommariamente illustrato le iniziative contenute nella manovra ma ha ribadito la scelta per «una finanziaria aperta» ed ha confermato che tra «i vari emendamenti mettiamo in campo circa 250 milioni di euro», cento dei quali destinati a un «piano per il lavoro».

Sono quindi intervenuti per dichiarazioni di voto i consiglieri di Forza Italia, Marco Tedde, Giuseppe Fasolino e Alessandra Zedda che hanno ribadito le critiche alla Manovra e contrarietà alla proposta della Giunta. Posizione analoga a quella dichiarata dai consiglieri dei Riformatori, Luigi Crisponi e Michele Cossa, mentre il capogruppo del Psd’Az, Angelo Carta, è intervenuto per annunciare il voto di astensione al passaggio agli articoli. A favore si è espresso invece il presidente della commissione Bilancio, Franco Sabatini (Pd) e un’altra volto contro il capogruppo di Fi, Pietro Pittalis.

L’Aula con 28 favorevoli e 12 contrari ha approvato, dunque, il passaggio all’esame degli articoli e degli emendamenti della Manovra 2018-2020 ed il presidente del Consiglio ha dichiarato conclusi i lavori, annunciando la convocazione dell’assemblea per domani (giovedì 14 dicembre) alle 10.00 in prosecuzione dell’ordine del giorno.

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In una risoluzione votata stamane, il Parlamento europeo ha accolto con favore la relazione congiunta sui progressi della Brexit, presentata dai negoziatori dell’UE e del Regno Unito l’8 dicembre.
La risoluzione è stata approvata con 556 voti favorevoli, 62 contrari e 68 astensioni.
Nel testo, I deputati raccomandano ai capi di Stato e di governo dell’UE-27 di decidere, il prossimo 15 dicembre, il passaggio alla seconda fase dei negoziati.

Tuttavia, i negoziati potranno progredire solo se il governo britannico rispetterà gli impegni assunti e li tradurrà nel progetto di accordo di ritiro. I deputati sottolineano anche che osservazioni come quelle David Davis, che ha definito l’esito della prima fase dei negoziati una semplice ‘dichiarazione d’intenti’, «rischiano di minare la fiducia costruita nel corso dei negoziati».

Nella risoluzione si sottolinea che sono cinque le questioni in sospeso da risolvere, affinché il Parlamento possa approvare l’accordo finale:

• l’estensione della protezione dei diritti dei cittadini UE anche in paesi partner futuri,

• i cittadini dell’UE e del Regno Unito che richiedono lo “status di residente permanente” devono avere a disposizione una procedura amministrativa snella e basata su dichiarazioni,

• le decisioni della Corte di giustizia UE sui diritti dei cittadini devono essere vincolanti e deve essere definito il ruolo del mediatore europeo per dare seguito alle denunce dei cittadini,

• il diritto alla libera circolazione dei cittadini britannici attualmente residenti negli Stati membri dell’UE-27 deve essere garantito, e

• il Regno Unito deve rispettare gli impegni assunti nei confronti dell’Irlanda del Nord.

 Per il periodo di transizione, che deve essere limitato nel tempo, i deputati vogliono che l’intero acquis comunitario (compresi i diritti dei cittadini) sia applicabile al Regno Unito. Nella seconda fase, si discuterà lo sviluppo delle relazioni future, che dovrebbero basarsi su principi solidi e inequivocabili e potrebbero assumere la forma di un accordo di associazione UE-Regno Unito.

 

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Il premio Sakharov 2017 per la libertà di pensiero è stato assegnato dalla plenaria del Parlamento europeo, a Strasburgo, all’opposizione democratica del Venezuela, in particolare all’Assemblea nazionale presieduta da Julio Borges e a tutti i prigionieri politici che figurano nell’elenco del Foro Penal Venezolano, rappresentati da Leopoldo López, Antonio Ledezma, Daniel Ceballos, Yon Goicoechea, Lorent Saleh, Alfredo Ramos e Andrea González.

Il presidente Tajani ha ricordato che «fin dai primi vincitori, questo premio rappresenta un omaggio alle persone o alle organizzazioni che hanno dedicato la loro vita o il loro operato alla difesa dei diritti umani e delle libertà fondamentali. E’ divenuto il massimo riconoscimento dell’Unione europea per i difensori dei diritti umani. Con questa cerimonia, ogni anno, inviamo al mondo un messaggio forte».

Nel presentare i vincitori, il Presidente ha dichiarato che, al di là dell’opposizione democratica, il premio «va a tutti i cittadini venezuelani nel mondo». L’Assemblea nazionale del Venezuela, la sola ad essere legittima e democraticamente eletta, rappresenta il cuore della democrazia e il simbolo del pluralismo. Indicando che l’altro pilastro della democrazia è la libertà di espressione, il presidente Tajani ha fatto riferimento ai prigionieri politici, i quali sono circa 300, secondo i dati del Foro Penal Venezolano.

Il Parlamento denuncia la situazione nel Paese latinoamericano, rivolge un appello affinché si proceda a una transizione pacifica verso la democrazia e rende omaggio al popolo venezuelano, in particolare a coloro che hanno perso la vita durante le manifestazioni di protesta pacifiche contro il governo e ai cittadini che sono stati ingiustamente incarcerati, per aver espresso le loro opinioni.

«Lo scorso fine settimana, il Presidente Maduro ha deciso, in maniera arbitraria e antidemocratica, di vietare ai principali partiti d’opposizione di partecipare alle elezioni presidenziali. Non si può continuare in questo modo», ha commentato il presidente Tajani. 

Negli ultimi anni, il Parlamento europeo ha espresso a più riprese – in quattro risoluzioni – la sua posizione sul Venezuela, sottolineando la necessità di istituire un corridoio umanitario e di liberare i prigionieri politici. Allo stesso tempo, il Parlamento è stata la prima istituzione a chiedere all’Unione di adottare delle sanzioni contro il governo del presidente Maduro.

Il presidente Tajani ha, altresì, reso omaggio ai due finalisti presenti, Aura Lolita Chávez Ixaquic, leader indigena guatemalteca, e Bethlehem Issak, figlia di Dawit Isaak, giornalista eritreo imprigionato per aver esercitato il proprio diritto alla libertà di espressione.

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La Giunta comunale di Cagliari, a seguito di un ulteriore sblocco del turnover da parte del Governo, ha aggiornato il Piano triennale delle assunzioni 2017/2019.

Sono state previste, per il 2017, 15 nuove assunzioni (un istruttore direttivo di ragioneria, un assistente sociale, 5 istruttori amministrativo-contabili, 2 istruttori tecnici profilo geometra-perito edile, 2 commessi custodi e 4 istruttori agenti di polizia municipale) che si vanno ad aggiungere alle 34 figure già programmate per l’anno in corso. Nel 2018 le assunzioni saranno 42 e 53 quelle programmate per il 2019. Queste ultime nei prossimi mesi saranno individuate nel dettaglio con il coinvolgimento delle commissioni consiliari competenti e delle organizzazioni sindacali.

In totale le assunzioni, tutte a tempo indeterminato, saranno 144, con un investimento complessivo di 4.434.000 euro.

«In un periodo di crisi e di forti tagli delle risorse trasferite agli enti locali, questo piano si è reso possibile solo grazie a una gestione virtuosa delle risorse, al quotidiano lavoro di eliminazione degli sprechi e delle spese superflue e al pieno raggiungimento da parte del nostro Comune degli obiettivi di finanza pubblica, premessa imprescindibile per avviare nuove assunzioni – sottolineano il sindaco Massimo Zedda e l’assessore del Personale Danilo Fadda -. Si tratta di numeri importanti che ci permettono di dare un ulteriore impulso alla capacità del nostro Comune di soddisfare i bisogni e le aspettative dei cittadini e che rappresentano una risposta alla grande richiesta di lavoro, soprattutto da parte delle giovani generazioni.»

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«Siamo di fronte ad un dumping sociale inaccettabile e a condizioni di lavoro e di stress emotivo che, con il tempo, possono mettere a rischio la sicurezza dei passeggeri e dei lavoratori” sono le parole di chi tutela i lavoratori Ryanair ma che condividiamo considerate le condizioni di lavoro denunciate in questi mesi. Per questo abbiamo chiesto al ministro del welfare un intervento urgente per verificare quanto denunciato in questi giorni dai sindacati dei lavoratori della compagnia irlandese Ryanair. Nel nostro Paese è stato programmato per il 15 dicembre uno sciopero dei piloti a cui hanno manifestato l’intenzione di aderire anche gli assistenti di volo.»

Così si legge in un’interrogazione presentata da alcuni senatori del Partito democratico, primo firmatario Silvio Lai.

«La compagnia irlandese – scrivono i parlamentari – è reduce dalla difficile stagione della cancellazione dei voli dovuta proprio alla necessità di far smaltire ferie arretrate al personale. Una situazione questa che ha portato anche all’intervento dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato sul mancato rispetto dei diritti dei passeggeri. Alla luce anche delle denunce di questi giorni formulate dai sindacati in Germania ed in Irlanda si fa sempre più necessaria l’esigenza di fare chiarezza e sulle condizioni di lavoro e le modalità di retribuzione dei piloti. La gestione complessiva delle risorse umane appare condizionata sino all’estremo per produrre una riduzione dei costi del personale. Per quanto riguarda quello italiano c’è anche un problema in più, quello legato alla richiesta, fino ad ora disattesa, di poter essere assunto secondo le normative del nostro Paese e poter anche costituire una rappresentanza sindacale adeguata alle norme italiane. A tutto questo si aggiunge l’atteggiamento della compagnia che in previsione della giornata di protesta in Italia avrebbe minacciato provvedimenti nei confronti dei lavoratori aderenti allo sciopero: blocco degli aumenti di paga previsti dagli accordi, delle promozioni e dei trasferimenti richiesti.»

«Nell’interrogazione – concludono i senatori del Partito democratico – abbiamo chiesto che vengano verificate le condizioni di lavoro e di quelle operative della compagnia se queste siano coerenti con quanto previsto dalle normative italiane ed europee. Infine abbiamo sollecitato un intervento, congiuntamente al ministero dei trasporti e delle infrastrutture, per favorire una soluzione ed evitare così lo sciopero proclamato per la giornata del 15 dicembre·»

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Hanno preso il via nel mese di dicembre le attività di ricerca e realizzazione di workshop del progetto internazionale “GETVAL – GET ADDICTED TO SPORT VALUES” finalizzato alla promozione del valore della sana pratica dello sport quale strumento di crescita e costruzione di valori positivi nelle giovani generazioni. Realizzato dall’associazione TDM 2000 International nell’ambito del programma europeo Erasmus Plus, il progetto vede la partecipazione di 10 soggetti pubblici e privati provenienti da Italia, Comune di Bari, Federazione Italiana di Atletica Leggera; Turchia, Governatorato di Instabul e Istituto scolastico Ihsan Zakiroglu Ortaokulu; Romania, Associazione Eurodemos, Dipartimento dello Sport e delle Politiche Giovanili del Comune di Iasi; Malta, TDM 2000 Malta; Malta Youth Football Association; Grecia, Provveditorato agli studi della Regione di Creta. 

Le attività di ricerca a livello locale saranno svolte contemporaneamente in tutti i Paesi partner, avranno la finalità di indagare, analizzare e capire il punto di vista dei giovani e delle persone che gravitano intorno al mondo dell’educazione sportiva (genitori, insegnanti, allenatori) sui valori dello sport. L’indagine sarà svolta attraverso la diffusione di questionari, differenziati per le diverse categorie target del progetto. I workshop si svolgeranno in collaborazione con associazioni sportive locali e scuole della provincia di Cagliari. La finalità delle attività formative, svolte tutte utilizzando la metodologia dell’educazione non formale, è quella di Incrementare la consapevolezza sugli effetti negativi del doping sulla salute degli atleti, evidenziando l’importanza di uno stile di vita sano che dovrebbe essere alla base dello sport. Inoltre, le attività intendono incoraggiare i giovani a comportamenti positivi strettamente connessi ai valori di uguaglianza e fair play, lottando contemporaneamente contro fenomeni diffusi come discriminazione, violenza e partite truccate. 

Beneficiari delle azioni a livello locale saranno circa 1.500 persone tra bambini, ragazzi, allenatori, insegnanti e genitori. La fine delle attività a livello locale è prevista per la fine di febbraio 2018. Una particolare attenzione in questa fase del progetto è riservata alle scuole e alle società sportive locali nell’ottica di un progetto che mira a collegare strettamente l’ambito dell’educazione a quello della pratica sportiva. La collaborazione da parte di queste ultime nella realizzazione delle attività sarà un elemento chiave per la buona riuscita del progetto.

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«E’ necessario con urgenza un monitoraggio costante dei minori stranieri non accompagnati presenti in Sardegna per poi procedere con la mappatura delle comunità isolane.»

Ha espresso preoccupazione la Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza Grazia Maria De Matteis, questa mattina,  durante un incontro con i rappresentanti dell’Unicef. Dai dati resi noti dal ministero del Lavoro risulta, infatti, che al 30 settembre 2017 i minori stranieri non accompagnati registrati nell’isola siano 830, di cui 317 a Cagliari, 207 a Sassari, 72 a Oristano, 27 a Nuoro, 83 in Ogliastra, 78 a Carbonia Iglesias, 32 a Olbia Tempio e 14 nel Medio Campidano. Attualmente però ne risultano accolti nelle strutture  circa 400, del resto non si ha notizia.

«Sono allarmata – ha detto la Garante – è necessario approfondire e fare chiarezza per sapere la effettiva entità del fenomeno nella nostra terra.»

L’incontro con l’Unicef è stato il primo passo verso una collaborazione che diventerà costante con l’ufficio del Garante come avviene nelle altre Regioni d’Italia. I rappresentanti dell’Unicef Renata Corona, Ivan Mei e Samantha Pinna hanno illustrato le attività che svolgono sia a livello nazionale che internazionale e hanno espresso la grande soddisfazione di avere finalmente anche in Sardegna l’Autorità che tutela l’infanzia e l’adolescenza.

«L’Unicef sarà a fianco della Garante con un’attività di supporto – ha assicurato la delegazione – anche in Sardegna c’è tanto da fare.»

Gli obiettivi per il 2018 sono molteplici. Forti delle esperienze fatte in altre regioni d’Italia, soprattutto in quelle  dell’emergenza come Sicilia e Calabria, il Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia, si propone di attuare nell’isola  una serie di progetti pilota a favore dei minori stranieri non accompagnati. Sono già allo studio, anche da parte della Garante, una serie di iniziative che possano permettere  anche ai minori di segnalare direttamente i problemi, i pericoli e le difficoltà della loro vita, come già avviene nelle altre Regioni d’Italia.

«Oggi – ha concluso la Garante De Matteis – apriamo un percorso unitario con l’Unicef che, con le altre Istituzioni che si occupano dei minori, ci consentirà di fare “rete” per aiutare tutti i nostri minori stranieri e non.»