3 August, 2024
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Le dighe saranno più sicure e funzionali, i porti più efficienti ed adeguati alla crescente domanda turistica, grazie alla programmazione di 100 milioni di euro provenienti dal Patto per la Sardegna sottoscritto nel mese di luglio 2016, presentata oggi, a Villa Devoto, dal presidente della Regione Francesco Pigliaru, dagli assessori Raffaele Paci ed Edoardo Balzarini e dall’amministratore unico di Enas Giovanni Sistu. 50 milioni saranno destinati alle dighe, per un piano di manutenzione straordinaria senza precedenti per strategia e investimenti, e altri 50 milioni alla rete portuale, intervento atteso da decenni.
«Sono i due più corposi interventi per le dighe ed i porti degli ultimi decenni: ci eravamo impegnati a portare a compimento una serie di incompiute e lo abbiamo fatto – ha detto il presidente Francesco Pigliaru -. Viene realizzato così un altro pezzo del Patto con il Governo, con il quale diamo risposte mirate alle diverse esigenze territoriali attraverso un efficace coordinamento tra i diversi strumenti di programmazione, fonti finanziarie e soggetti istituzionali. Questa è anche l’occasione per dare il benvenuto al nuovo componente della nostra Giunta, una scelta che garantisce continuità al lavoro fatto sinora –  ha aggiunto Francesco Pigliaru, ringraziando il predecessore Paolo Maninchedda -. Tanto altro è stato avviato e spetterà a Edoardo Balzarini portarlo a concretezza.» Impegno subito confermato dal neo Assessore, già Direttore generale dello stesso assessorato, che ha dichiarato di voler seguire «obiettivi in linea con quelli della Giunta e del precedente assessore e puntare ad alcune specificità tra cui garantire il trasferimento delle enormi risorse finanziarie che derivano dal Patto per la Sardegna e consentire il loro utilizzo all’interno dell’arco di questa legislatura».
In qualità di assessore ad interim dei Lavori pubblici, è stato l’assessore Raffaele Paci a portare la delibera all’attenzione della Giunta«con gli interventi sulle dighe raggiungiamo due risultati estremamente importanti: la sicurezza a tutela dell’incolumità umana e la maggiore efficienza, soprattutto in condizioni di siccità, grazie alla maggiore capacità di invaso che permetterà di fronteggiare le crisi nelle zone più a rischio – ha sottolineato Raffaele Paci -. A proposito del finanziamento per porti più moderni, sicuri e funzionali, la Giunta, ancora una volta dimostra forte attenzione per una zona in particolare difficoltà come il Sulcis e garantisce interventi su numerosi altri porti che potranno così diventare decisivi nell’economia turistica dei Comuni che li ospitano e di conseguenza dell’intera Sardegna».
Più sicure, più funzionali, più efficienti: per le dighe della Sardegna si apre una fase tutta nuova. Gli interventi programmati sono complessivamente 46 e sono suddivisi in tre tipologie: riqualificazione funzionale delle opere di sbarramento per il superamento delle criticità strutturali nei serbatoi con limitazioni di invaso (34 interventi per un totale di 28 milioni e 45mila euro): in questo modo, realizzati i lavori di messa in sicurezza necessari, verrà notevolmente aumentata la capacità consentita e dunque superati i problemi legati alle restrizioni della quantità d’acqua; messa in sicurezza e dismissione (2 interventi da 11 milioni e mezzo) delle dighe che, pur essendo in capo alla Regione, non sono direttamente di proprietà di Enas; messa in sicurezza delle dighe del sistema idrico multisettoriale regionale (SIMR), ovvero di quelle dighe gestite da Enas che forniscono acqua contemporaneamente per uso potabile, irriguo e industriale: 10 milioni e 455mila euro suddivisi in 10 interventi. Tutti gli interventi saranno attuati attraverso il ricorso ad apposite convenzioni da stipulare con i soggetti attuatori, principalmente Enas.
Un investimento importante destinato a completamento, riqualificazione, ampliamento ed efficientamento dei porti principali della Sardegna dopo una ricognizione completa sull’intero territorio. Dei 50 complessivi, 22 milioni finanziano interventi che fanno parte del “Piano Sulcis”: si tratta in particolare di opere di sottoflutto, banchinamenti ed escavo fondali del porto di Sant’Antioco per 12 milioni; realizzazione di nuovi attracchi per i traghetti e dragaggio dei fondali del porto di Carloforte per 4 milioni e opere di sottoflutto, banchinamento ed escavo fondali del porto di Calasetta per 6 milioni. Del restante importo, 2 milioni sono destinati al completamento di interventi già previsti dal mutuo infrastrutture; 10 milioni e 150mila euro a interventi per i quali sono già disponibili i progetti (Marina di Perd’e Sali, Porto di Stintino, Porto Corallo, Cannigione, La Caletta, S. Maria Navarrese, Marina di Alghero); 5 milioni per il ripristino dei danni alle opere di difesa portuali (Castelsardo, Isola rossa, Porto Corallo) dopo le violente mareggiate causate dagli eccezionali venti di burrasca che hanno colpito il nord dell’isola in particolare il 6 e 7 marzo scorsi; 10 milioni e 850mila euro al porto di Buggerru per risolvere, fra gli altri, i problemi di insabbiamento.

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Abbanoa invita a diffidare dai falsi operatori: «I tecnici del gestore sono riconoscibili e muniti di tesserini e divise».

«Continuano a giungere segnalazioni di falsi operatori, privi di cartellini di riconoscimento e divise, che chiedono di poter entrare nelle abitazioni per eseguire non meglio specificati controlli all’interno (l’ultimo caso riguarda un pensionato di Quartu) – si legge in una nota di Abbanoa -. Sebbene i tecnici di Abbanoa siano riconoscibili, è purtroppo possibile imbattersi in truffatori di professione che con la scusa di verificare che i lavori nelle strade non abbiano danneggiato i tubi interni  o di leggere il contatore o, ancora,  di verificare se in casa ci siano perdite, trovano il modo di intrufolarsi nelle case, specie quando hanno a che fare con anziani o persone indifese.»

Per non incorrere in situazioni di pericolo Abbanoa consiglia ai clienti che dovessero notare comportamenti anomali di sedicenti tecnici, di chiamare le autorità competenti e di segnalare ad Abbanoa i casi di presunte truffe. Il numero verde 800 062 692 è utile anche per avere un riscontro immediato. Anche attraverso una telefonata è infatti possibile scoprire se l’identità di chi si presenta alla porta corrisponde con quella di un operatore Abbanoa o di un incaricato Abbanoa.

«Gli operatori di Abbanoa che eseguono interventi domiciliari sulle utenze sono riconoscibili, esibiscono il tesserino e non chiedono mai di eseguire pagamenti sul momento. Il Gestore unico precisa infatti che in nessun caso il cliente deve consegnare denaro al personale. Tutti i pagamenti verso l’azienda – conclude la nota di Abbanoa – vengono fatti, per chi non ha attivato la domiciliazione bancaria, con bollettino premarcato postale, bonifico bancario, oppure tramite il sito internet (Sportello online) e l’applicazione per i cellulari (Hype Wallet).»

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Atmosfera da festa, ieri sera a Carloforte, per la serata inaugurale della quindicesima edizione del Girotonno, presentata da Eliana Chiavetta, showgirl siciliana. Quattro giorni all’insegna del gusto, con piatti sfiziosi a base di tonno rosso del Mediterraneo da assaporare con vini scelti ad arte. Una gara internazionale dove ai fornelli arrivano grandi chef da sei Paesi: Francia, Giappone, Inghilterra, Italia, Mauritius e Perù. Per giudicare i piatti prelibati, due giurie: una tecnica di giornalisti ed esperti presieduta da Maurizio Mannoni, giornalista del TG 3 Rai, ed una popolare composta da visitatori che, una volta assaggiato il piatto, potranno votare con palette numerate. Vincitore della prima serata, lo chef Vinod Sookar delle isole Mauritius, che si è confrontato con lo chef della Francia Maurizio Cosso.

Ad inaugurare la rassegna è stato il neo sindaco Salvatore Puggioni. «E’ un’emozione grandissima. Faccio un ringraziamento all’amministrazione precedente ed al sindaco Marco Simeone per aver curato negli anni la manifestazione. Un ringraziamento speciale va allo chef Luigi Pomata, padre di questo evento, con cui ci auguriamo di poter proseguire. Ma  ha aggiunto Salvatore Puggioni un grazie è d’obbligo anche a tutti i carlofortini che si sono impegnati per rendere più accogliente il paese. Questo evento è un loro patrimonio. Abbiamo in conto di costituire una Commissione permanente per il Girotonno, per mantenere quanto di buono fatto e migliorarlo».  

Oggi sono previste le sfide Inghilterra – Italia e Giappone – Perù, e tra le vie del centro arrivano i Girobuskers International, gli artisti di strada.

C’è grande attesa, infine, per il concerto di Nek che questa sera apre il Girotonno Live Show con il suo “Unici in tour”, al Palapaise, che domani sera vedrà salire sul palco Fiorella Mannoia.

Nadia Pische

                   

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Nell’ambito dell’attività di contrasto della pesca abusiva degli stock ittici più pregiati, oggi, presso il porto commerciale di Sant’Antioco, gli uomini della locale Guardia Costiera di Sant’Antioco hanno sequestrato due esemplari di tonno rosso per un totale di 233,60 kg. L’operazione, che si svolge tutti i giorni nelle acque del Sulcis, è stata portata a termine in seguito ad un controllo di due motopescherecci presenti all’ormeggio nel porto antiochense. Durante l’ispezione all’interno del locale frigo di uno dei due motopescherecci, sono stati rinvenuti, accanto ad esemplari di pesce spada, i due grossi pelagici semi occultati. La normativa vigente in materia di pesca del tonno rosso, non permette la cattura dello stesso, se non a favore di un numero ristretto di imbarcazioni da pesca in possesso di permesso speciale (cosiddette quote tonno). Il “Thunnus thynnus”, questo il nome scientifico del più conosciuto tonno rosso, a seguito degli accertamenti di rito del personale sanitario dell’azienda Asl – area veterinaria, che ne ha attestato l’idoneità al consumo umano, è stato devoluto a diversi istituiti benefici, tra i quali Sodalitas di Iglesias ed il Centro di Accoglienza don Vito Sguotti di Carbonia.

Il personale dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Sant’Antioco proseguirà l’attività di controllo mirata a contrastare la pesca abusiva del tonno rosso e di altre specie che rientrano nei piani pluriennali disposti dalla Comunità Europea.

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E’ una fotografia in chiaroscuro, quella scattata al lapideo sardo da Confartigianato Imprese Sardegna, settore che nei decenni ha contribuito a sostenere l’economia regionale e a far conoscere le produzioni isolane di qualità nel Mondo come avvenuto quando vie, piazze e palazzi di Manhattan, Dubai e Shangai venivano lastricate di marmo di Orosei, granito di Buddusò o basalto della provincia di Oristano.

I dati, rilevati dall’Osservatorio di Confartigianato Sardegna per le MPI (fonte UnionCamere 2016-2017), descrivono un comparto regionale di 528 imprese, di cui 350 artigiane (66,3% del totale); queste ultime, con i numeri in leggera crescita rispetto alla fine del 2016 (+3 nel primo trimestre 2017), danno lavoro a 282 dipendenti per un totale di 692 addetti. L’analisi, in ogni caso, ha anche registrato sia i 310mila metri cubi di “pietre ornamentali” estratti dalle cave sarde, sia il “crollo” del comparto dal 2009 quando nell’Isola venivano censite 414 realtà artigiane, arrivate a 367 nel 2013 e 347 nel 2016: dall’inizio della crisi sono scomparse 63 micro e piccole aziende ovvero il 16,1% del comparto è stato cancellato.

Preoccupante la situazione dell’export nonostante l’ingente quantità di materiale estratto. I bassi numeri sono derivati dal fatto che le pietre, nella stragrande maggioranza dei casi, vengono vendute a società della Penisola come “materia prima” che, in un secondo tempo, viene trasformata in semilavorati o in prodotti finiti. Nel 2016 numeri delle esportazioni di pietre tagliate, modellate e finite made in Sardegna ammonta a 2,1 milioni di euro: il 41,1% destinato a mercati UE28 e il 58,9% a mercati extra UE28. Rispetto al 2015, la domanda di pietre proveniente da mercati esteri è scesa del 30,4%, flessione determinata dal calo delle vendite sui mercati extra UE28 (-43,1%).

Un settore che regge nel saldo aperture/chiusure, grazie soprattutto alle grandi commesse ottenute negli anni precedenti, ma con un futuro che si presenta come un grosso punto interrogativo, anche a causa del clima di instabilità che si respira a livello internazionale del quale il comparto non può che risentire, poiché fortemente caratterizzato da una pesante dipendenza dai mercati esteri.

«Solo una piccola parte del fatturato, che interessa gran parte delle micro imprese del settore, proviene dal mercato interno – spiega Antonio Matzutzi, neo presidente di Confartigianato Imprese Sardegna e titolare di un’impresa del settore lapideo – la maggior parte del lavoro arriva dall’estero e c’è preoccupazione per i segnali d’incertezza e di flessione che vengono da alcune realtà importantiIn questo momento – spiega Matzutzi – non siamo ancora definitivamente ripartiti dopo la crisi del 2009 e ritrovarsi nel mezzo a una nuova bufera sarebbe un problema non da poco.»

 

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L’associazione Caccia – Pesca – Ambiente ha chiesto all’assessorato regionale dell’Ambiente e al Comitato regionale faunistico una variazione del calendario venatorio approvato nella riunione di CRF del 20 scorso.

La modifica richiesta riguarda le giornate di caccia concesse per i giorni 24 settembre e 1° ottobre, per poter cacciare per l’intera giornata, anche per dare la possibilità ai lavoratori turnisti di esercitare la caccia.

«Riteniamo la richiesta legittima ed equa – sottolinea il presidente regionale dell’associazione Caccia – Pesca – Ambiente, Marco Efisio Pisanu -, anche in considerazione che non esiste nessuna norma regionale o nazionale che contempli le mezze giornate di caccia. Il calendario approvato non è stato discusso come previsto dal Regolamento del CRF, disattendendo quanto previsto dal comma 2 dell’Articolo 6 del Regolamento, che stabilisce la discussione delle proposte pervenute ai Componenti del CRF almeno tre giorni prima della seduta.

Per questo motivo si sarebbero dovute/potute analizzare e poi votare solo le proposte presentate dalle AA.VV. C.P.A. e UCS, le uniche valide – conclude Marco Efisio Pisanu -, poiché le proposte inviate dalle Province non sono da considerarsi valide in quanto elaborate senza sentire i Comitati Provinciali Faunistici, così come previsto dal comma 2 dell’articolo 50 della L. R. 23/98.»

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Hangar, il laboratorio di idee e di ricerca espressiva di Industrie Stirner in collaborazione con MayMask, ospita sabato 24 giugno nello spazio di via Giardini 149 a Cagliari, Cataldo Dino Meo, poeta milanese attivo da più di trent’anni. Influenzato dal poeta maledetto Isidore Ducasse conte di Lautrémont e dai suoi canti di Maldoror e dal filosofo rumeno Emil Cioran, usa un linguaggio poetico non convenzionale e ostico. Una sorta di angelo della morte che canta la decadenza della nostra civiltà. Insieme a Roberto Belli alla voce, Brigata Stirner (musiche) e Carmine Mangone, agitatore poetico di Salerno, con le elaborazioni video, riprese e regia di Antonio Meo, videomaker tra i primi agli inizi degli anni ’90 a introdurre nella letteratura l’innovativo linguaggio dei “Video-clip”, porterà la performance dal vivo “I Canti di Maldoror” per il quinto appuntamento dello spazio di sperimentazione performativa curato da Brigata Stirner. Inizio alle ore 20.30, ingresso 7 euro. Info organizzazione: associazione.maymask@gmail.com – hangar@magnetica.org

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I consiglieri regionali Luca Pizzuto e Pierfranco Zanchetta hanno inviato nella giornata di ieri una richiesta di accesso agli atti all’assessorato regionale dei Trasporti e all’assessorato regionale del Lavoro per conoscere lo stato dell’arte circa la situazione dei lavoratori ex Saremar e dei lavoratori  servizi accessori al trasporto marittimo infraregionale.

«È necessario – affermano Luca Pizzuto e Pierfranco Zanchetta – che si faccia chiarezza sui numeri e sulla condizione futura di questi lavoratori. Gli impegni presi in occasione della deliberazione della giunta regionale il 25 novembre 2015 vanno rispettati e dobbiamo vigilare perché nessuno rimanga indietro. Chiediamo inoltre che venga celermente sbloccato il bando per l’affidamento del servizio di vigilanza, monitoraggio, e controllo sulle attività di servizio pubblico di cabotaggio marittimo con le isole minori di cui alla LR 38/2016 perché non è accettabile un ulteriore ritardo. Continueremo a vigilare – concludono i due consiglieri – affinché tutti gli obiettivi vengano raggiunti, non trascurando l’ipotesi di riportare l’argomento in Consiglio». 

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Espinac, bròcul, xicòria: la frutta e la verdura al mercato di Alghero parlano Catalano. «Associare la lingua ai prodotti della terra è un’idea semplice quanto efficace. Il cibo e la parola sono il minimo comune denominatore di un popolo. La giornata di ieri è rivelatrice dell’attenzione che si sta dando alle lingue presenti in Sardegna in tutti i territori: gli universitari per la prima volta hanno sostenuto un esame in lingua sarda, e ancora – sempre ieri – sono stati pubblicati i bandi della Regione per investimenti in tutta l’isola a tutela delle minoranze linguistiche: 1milione 90mila euro per gli sportelli linguistici, e circa 200mila euro per il catalano di Alghero».
A dirlo è l’assessore della Cultura Giuseppe Dessena presente oggi al mercato di Alghero per l’iniziativa “Fruita i Verdura al Mercat”. L’obiettivo è sensibilizzare e coinvolgere i cittadini, i commercianti e i consumatori algheresi e non, a farsi promotori della valorizzazione della lingua catalana di Alghero e supportare il rilancio dei prodotti del territorio, con questo progetto di politica linguistica.
Voluto fortemente dalla Regione – Assessorato della Pubblica Istruzione (Servizio Lingua e Cultura Sarda) – dal comune di Alghero in collaborazione con la Fondazione Meta e la Generalitat de Catalunya, il progetto ha l’obiettivo di coinvolgere tutte le attività commerciali come mercati, supermercati e negozi e creare una rete di scambi attraverso un unico filo conduttore: la lingua catalana di Alghero. In questo modo si identifica il prodotto locale, si aumenta la qualità del servizio e si fidelizza il cliente. «Questo è solo il primo passo, il punto di partenza – ha proseguito l’assessore Dessena – di un grande progetto di promozione linguistica. Vale davvero la pena citare il parla come mangi: in questo caso il cibo che ogni giorno portiamo sulla nostra tavola, i prodotti della terra, serviranno a veicolare la diffusione dell’algherese in maniera genuina, passando dal settore dell’agroalimentare sino ad arrivare a una vera e propria educazione e informazione corretta sulla lingua».
Lo sportello linguistico regionale ha creato un logo identificativo e specifico per il progetto: MenjAlguerés. La realizzazione del progetto prevede la produzione di targhette con sostegno per i punti vendita, con il disegno e l’indicazione nominale in algherese della frutta e della verdura, che saranno collocate nei banchi e nelle cassette dei prodotti. I manifesti, con l’indicazione e il disegno della frutta e della verdura in lingua catalana di Alghero, suddivisa per stagioni: inverno, primavera, estate, autunno. E i manifesti di promozione che saranno affissi in città con il logo di MenjAlguerés e i partner che hanno aderito al progetto, ovvero i mercati e i supermercati dove si troverà anche il materiale promozionale.
Al progetto hanno aderito Confartigianato, ConfCommercio, Cia (Confederazione Italiana Agricoltori), il Mercato civico di via Sassari, Mercato Civico de la Pedrera, Mercato Coldiretti – Campagna Amica, Conad, Eurospin, Nonna Isa, Sigma.

 

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Il comune di Iglesias ha pubblicato il bando per la concessione in gestione del Chiosco del Parco delle Rimembranze, ubicato in Via Cappuccini.

La concessione ha per oggetto la gestione del chiosco, destinato esclusivamente all’attività di somministrazione di alimenti e bevande, e dell’area circostante per una superficie totale di circa 400 mq.

Il canone annuale di concessione a base di gara è di 5.000,00 euro. Il contratto avrà una durata di 8 anni.

I plichi contenenti la documentazione necessaria per l’ammissione alla gara e l’offerta, a pena di esclusione dalla gara, devono pervenire all’Ufficio Protocollo del comune di Iglesias entro le ore 11,00 del 13 luglio 2017.