4 August, 2024
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Sono Sinisha Kashawelski (Macedonia) e Tina Sgrò (Italia) i due vincitori, rispettivamente per la sezione Pittura e Grafica, dell’edizione 2017 del Premio Marchionni, il concorso internazionale d’arte contemporanea organizzato dal Museo Magmma di Villacidro.

La premiazione si è svolta sabato negli spazi del Magmma, in una serata che tra il folto pubblico ha visto anche alcuni dei numerosi  artisti in concorso.

Il macedone Sinisha Kashawelski ha vinto con l’opera intitolata “Je crois en progrès”, mentre Tina Sgrò si è imposta nella sezione Grafica con l’opera “Interno piccolo”: ai due è stato assegnato un premio di 2.500 euro. Le 30 opere arrivate in finale (15 per ciascuna sezione) potranno essere ammirate al Magmma, dove resteranno in esposizione sino al 31 agosto.

A giudicare i lavori è stata una giuria di qualità: Umberto Palestini, direttore dell’Accademia di Belle Arti Urbino, tra le istituzioni artistiche più importanti d’Italia,  Alessandra Redaelli, giornalista e curatrice di Arte Milano, Adriano Corsi, direttore dell’Archivio Lazzaro di Milano, Francesco Martani, direttore artistico del Museo Cá La Ghironda, Giorgio Sorrentino della Galleria Artesanterasmo di Milano, e Vitaliano Angelini, presidente Incisori Urbinati.

Il Premio Marchionni è stato istituito per ricordare la figura di Dino Marchionni, sopraffino incisore che nel 1954 lasciò la sua Urbino per insegnare a Villacidro, dove rimase fino alla fine della sua vita.

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«Abbiamo abbandonato la seduta della commissione Salute per segnalare l’atteggiamento arrogante e sfrontato della maggioranza, che non ha permesso all’opposizione di proporre degli emendamenti per rendere migliore il progetto delle linee guida sugli atti aziendali del sistema sanitario.»

Il vice capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda, supportata dal vice presidente del parlamentino Edoardo Tocco e dai componenti dell’organismo di via Roma, Giorgio Oppi (leader dell’Udc), Angelo Carta (capogruppo del Psd’Az) e l’esponente dei Riformatori Michele Cossa, va all’attacco del centrosinistra mettendo in evidenza anche le fratture all’interno della maggioranza. I fuochi di rivolta, di fatto, non sono ancora spenti: «Basti pensare che il Partito dei Sardi ed il consigliere del Pd Cozzolino si sono astenuti sulla delibera attesa dal sistema sanitario. Nessuna sorpresa sul voto contrario di Emilio Usula (Rossomori) – aggiungono Alessandra Zedda ed Edoardo Tocco -. Si dovrebbe prendere atto del fatto che già dalla precedente seduta la maggioranza è arrivata senza i numeri in commissione, poi è stato accettato il rinvio dei lavori per approfondire l’esame del documento».

«Siamo per una riforma della rete ospedaliera che non penalizzi i territori periferici e tenga conto delle istanze dei piccoli ospedali. Senza un disegno di legge che possa garantire queste certezze – concludono il vice presidente Edoardo Tocco, Giorgio Oppi ed i componenti della minoranza – non avrebbe senso approvare una delibera calata dall’alto e decisa da una ristretta cerchia di baroni della sanità. Si tratta di una scelta importante che andrebbe impostata in modo decisamente diverso, visto che sono in gioco il diritto alla salute e la sicurezza dei cittadini.»

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«Il centrosinistra, come spesso gli accade, fa le cose al contrario: gli atti aziendali sarebbero dovuti essere la risultante non la premessa della programmazione sanitaria». Lo dichiarano Franco Meloni, del Centro studi dei Riformatori ed il consigliere regionale Michele Cossa. «Prima si sarebbe dovuta stabilire cosa si può offrire sul territorio – aggiungono Franco Meloni e Michele Cossa -, poi fissare il sistema di emergenza-urgenza (con anche le funzioni delle varie tipologie dì trasporto sanitario) e quindi, in base a queste due reti, definire la rete ospedaliera, l’aspetto più costoso e che maggiormente dipende dalle altre due».

«Solo dopo ha senso fare le linee guida da cui discenderanno gli atti aziendali: il numero e la qualità delle strutture territoriali e di quelle ospedaliere è legato alla programmazione dell’offerta dei servizi definiti nella stesura delle reti. L’alternativa è quella di non fare la programmazione e affidare lo sviluppo del sistema all’equilibrio tra domanda e offerta dei servizi che si crea spontaneamente nell’evolversi e nell’incrociarsi delle diverse esigenze sotto il profilo sociale e tecnologico e anche del mercato, sia pure un mercato controllato come quello della sanità. Non si può fare programmazione solo per dire di averla fatta o – concludono Franco Meloni e Michele Cossa -, peggio ancora, per giustificare a posteriori scelte già fatte sul piano politico e che con una corretta programmazione dei bisogni hanno poco da fare.»

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Provare a vivere all’estero, farsi nuovi amici e ricordi che durano una vita. Il programma Erasmus non è solo studio, ma anche apprendimento. Fin da quando venne lanciato nel 1987 più di 9 milioni di persone hanno potuto studiare, lavorare e svolgere attività di volontariato all’estero con l’aiuto delle borse di studio Erasmus nel quadro di uno dei programmi europei di maggior successo.

L’anniversario del 2017 comprende varie attività tra cui conferenze, forum, conversazioni, celebrazioni, dibattiti e mostre in tutta Europa.

Per l’occasione il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, e il presidente della commissione Jean Claude Juncker, ospiteranno una cerimonia di premiazione con 33 partecipanti all’Erasmus da ciascun paese aderente al programma. Le celebrazioni includono anche una mostra sull’Erasmus +, nonché dibattiti sul futuro del programma.

Durante la cerimonia, il presidente Tajani ha detto che l’Erasmus «deve essere una possibilità per tutti i giovani europei, indipendentemente dal livello di reddito della propria famiglia o dal percorso di informazione intrapreso. Per questo dobbiamo lavorare a un bilancio europeo con risorse adeguate. Più fondi per Erasmus vuol dir anche meno disoccupazione giovanile». 

Il programma attuale di sette anni 2014-2020 dispone di un budget di 14,7 miliardi di euro, il 40% in più rispetto ai livelli di spesa precedenti. Una prova ulteriore dell’impegno profuso dall’Unione europea che investe sui giovani europei.

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I consiglieri regionali Daniela Forma e Daniele Cocco esprimono soddisfazione per l’adozione da parte della Giunta regionale, su proposta dell’assessore regionale della Sanità Luigi Arru, del protocollo operativo per l’informazione e l’assistenza ai soggetti che ritengono di aver avuto una pregressa esposizione ad amianto e per la sorveglianza sanitaria di coloro che vengono valutati come ex esposti.

«Con l’adozione di questo protocollo – dichiarano Daniela Forma e Daniele Cocco – siamo riusciti a fare un ulteriore passo in avanti rispetto agli obiettivi che ci siamo dati sulla Vertenza amianto. Una Vertenza sulla quale ci siamo impegnati fortemente e che continueremo a seguire passo a passo, affiancando la Giunta regionale. La Regione Sardegna risulta quindi Regione virtuosa e antesignana nella tutela dei diritti dei lavoratori che nel corso della loro vita lavorativa sono risultati esposti all’amianto – aggiungono Daniela Forma e Daniele Cocco – ed anticipa le risultanze dell’Accordo della Conferenza unificata alle quali ci uniformeremo nel momento in cui il suddetto Accordo verrà sancito.»

«Grazie a questa adozione verrà offerto alla nostra comunità regionale un Protocollo aggiornato in grado di garantire una diagnosi certa e precoce delle patologie asbesto correlate e saremo in grado di rendere uniforme la sua applicazione su tutto il territorio regionale. In questo modo – concludono Daniele Cocco e Daniela Forma – la Regione Sardegna ha accolto e fatto proprie le rivendicazioni dei tanti lavoratori che gridavano attenzione su questi aspetti e rispetto ai quali abbiamo anche noi abbiamo dato voce e risonanza.»

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Sardegna e biodiversità, in arrivo un importante riconoscimento internazionale. La zona del Parco naturale regionale di Tepilora e i territori del Rio Posada e del Montalbo acquistano la qualifica di “Riserva di Biosfera”, assegnata all’interno del programma MaB (Man and Biosphere) dell’Unesco.

Domani, mercoledì 14, nella prestigiosa sede di Parigi, in Place de Fontenoy, l’assegnazione verrà ufficializzata alla presenza dell’assessore regionale dell’Ambiente Donatella Spano, dei sindaci interessati, del presidente del Parco di Tepilora, dei responsabili di Forestas e del direttore generale della “Protezione della natura e del mare” del ministero dell’Ambiente, Maria Carmela Giarratano.

Il Programma “Uomo e Biosfera” – Man and the Biosphere Programme (MAB) – nasce nel 1971 nel corso della 16ª Conferenza Generale Unesco per sostenere l’uso sostenibile e razionale e la conservazione delle risorse della biosfera ed incoraggiare lo sviluppo di formule equilibrate nel rapporto uomo/ambiente. Dalla Conferenza su Ambiente e Sviluppo di Rio de Janeiro del 1992, l’attenzione si è poi focalizzata sull’individuazione di aree e pratiche tradizionali intese come vettori per la salvaguardia e la valorizzazione degli ecosistemi, sui modelli di gestione promossi a livello locale e sulle politiche di sviluppo sostenibile.

In Italia, la zona del Parco naturale regionale di Tepilora e i territori del Rio Posada e del Montalbo è la quindicesima riserva individuata. Nel 2016 il riconoscimento è stato assegnato al Parco del Po e alla Collina torinese.

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La Giunta regionale, riunita a Villa Devoto sotto la direzione del presidente Francesco Pigliaru, ha nominato Cinzia Laconi direttore generale della Centrale regionale di committenza. Con questa nomina, che segue l’istituzione della nuova struttura deliberata nel maggio scorso, la Centrale di committenza diventa operativa. Si tratta di un altro importante tassello della riorganizzazione e razionalizzazione complessiva della macchina regionale.
Su proposta dell’assessore della Sanità Luigi Arru, è stato approvato il protocollo operativo per l’informazione e l’assistenza ai soggetti che ritengono di aver avuto in passato una esposizione lavorativa all’amianto e per la sorveglianza sanitaria di coloro che vengono valutati come ex esposti. I dettagli del protocollo saranno resi noti in una conferenza stampa che sarà convocata nella mattinata di giovedì prossimo, 15 giugno.
L’Esecutivo ha dato il via libera all’approvazione del bilancio di previsione per l’esercizio finanziario 2017 e pluriennale 2017-2019 dell’Agenzia agricola regionale Argea Sardegna, proposto dall’assessore dell’Agricoltura Pierluigi Caria.
Su proposta dell’assessora Maria Grazia Piras, la Giunta ha dato il via libera al Programma di integrazione della mobilità elettrica. Il Programma sarà illustrato in una conferenza stampa che si terrà nei prossimi giorni.
In tema di Internazionalizzazione, è stato poi approvato un atto di semplificazione che consente di modificare la composizione delle reti o dei raggruppamenti di imprese che hanno partecipato agli avvisi per la promozione nei mercati esteri. Agli avvisi hanno partecipato 162 imprese per un totale di 20 aggregazioni e un finanziamento di 8 milioni di euro.

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La Giunta regionale ha approvato un “Piano cantieri” da 25 milioni di euro destinati ai disoccupati per favorirne il reinserimento sociale e nel mondo del lavoro. Tre milioni per realizzare, attraverso un bando con gli aiuti de minimis o in esenzione, impianti per il trattamento di sottoprodotti di origine animale in modo da garantire il corretto smaltimento e alleviare il disagio a produttori e operatori della grande distribuzione dopo la chiusura, per violazione delle norme sanitarie e ambientali, dell’unico impianto esistente in Sardegna: situazione difficile, ulteriormente complicata dalle restrizioni sulla peste suina. Due milioni per interventi a favore della destagionalizzazione dei flussi turistici in modo da rafforzare il complesso delle azioni finalizzate all’allargamento del mercato.
La Giunta, approvando una delibera presentata dalla Presidenza, ha rimodulato in questo modo 30 milioni di economie della programmazione FSC (Fondo sviluppo coesione) 2000-2006. La riprogrammazione sarà sottoposta al Comitato d’indirizzo per l’inserimento nell’ambito della programmazione FSC 2014-2020 (il Patto per la Sardegna firmato a luglio scorso). Con una successiva delibera il piano cantieri sarà definito nei dettagli.

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La sua decisione di candidarsi a sindaco della sua città da vicepresidente del Consiglio regionale aveva stupito i più, considerato che un’eventuale elezione a sindaco, avrebbe comportato le dimissioni dall’Assemblea di via Roma e la sua surroga con il primo dei non eletti nella lista provinciale di Forza Italia, l’ex consigliere regionale ed ex sindaco di Sant’Anna Arresi Paolo Luigi Dessì. Ignazio Locci, 43 anni, avvocato, non si è fatto condizionare dalle voci contrarie, alcune anche vicine, si è candidato con la lista civica “Nautica, Edilizia e Turismo” ed ha vinto le elezioni, con 2.583 voti, il 37,96%, davanti ad Alberto Mariano Fois (lista “Genti Noa”), che ha ottenuto 2.334 voti, il 34,30%. Al terzo posto si è classificato Massimo Melis (lista “Sant’Antioco Attiva”) con 1.090 voti (16.02%), quarto ed ultimo Marco Massa (lista “Insieme per Sant’Antioco”), vicesindaco uscente, con 796 voti, l’11,70%.

Vediamo la prima intervista realizzata da Nadia Pische con il neo sindaco di Sant’Antioco Ignazio Locci.

 

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Si apre un nuovo fronte nella crisi drammatica che da anni sta facendo sprofondare il Sulcis Iglesiente in una crisi sempre più profonda. La Reno, azienda dell’imprenditore iglesiente Ninetto Deriu che opera da decenni nel territorio con circa 200 dipendenti, ha annunciato il licenziamento di 40 dipendenti. La decisione è la diretta conseguenza del forte ridimensionamento degli appalti da parte dell’Enel per la Centrale termoelettrica Grazia Deledda.

Ninetto Deriu, da noi interpellato questa sera, ha confermato la drammaticità della situazione, per la quale, purtroppo, non si vedono vie d’uscita. Le organizzazioni sindacali hanno convocato l’assemblea straordinaria urgente dei lavoratori per domani mattina, alle 7.30, nella sala riunioni del Consorzio industriale di Portovesme, ma gli spazi per giungere a soluzioni in grado di scongiurare i licenziamenti, al momento, appaiono molto limitati.

Ninetto Deriu negli anni scorsi ha avviato progetti di diversificazione delle proprie attività, indirizzate soprattutto verso il settore turistico. Nel 2002 ha rilevato la ex Ila dal fallimento per oltre tre milioni di euro e ne ha investiti altrettanti per il rilancio con la Port.Al. e la Consul, con una produzione orientata prevalentemente verso scafi imbarcazioni di lusso in alluminio, ma dopo tre anni si è arreso alla burocrazia, soprattutto per l’impossibilità di realizzare un mini impianto eolico per l’autoproduzione dell’energia elettrica necessaria per la produzione, e due anni fa ha rinunciato, mettendo in vendita all’asta impianti e macchinari.

Ninetto Deriu ha presentato anche il progetto per la realizzazione del Centro termale Coquaddus, per il quale ha previsto un investimento di 20 milioni di euro con la creazione di 200 posti di lavoro stabili. Ad oltre sette anni dalla sua presentazione, la Giunta regionale non ha assunto nessuna decisione circa il raggiungimento di un’“Intesa”, necessaria ed indispensabile per superare i vincoli posti dal Piano Paesaggistico Regionale.