4 August, 2024
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A Carbonia, d’ora in poi, sarà possibile celebrare il proprio matrimonio presso siti diversi e alternativi rispetto alla Casa Comunale. Oltre al matrimonio civile tradizionale nelle sale istituzionali del Municipio, la Giunta comunale di Carbonia, con delibera n. 93 del 29 maggio 2017, ha individuato tre sedi particolarmente significative e rappresentative della città, in cui sarà possibile unirsi in matrimonio.

Si tratta dell’Anfiteatro di Piazza Marmilla, dell’Anfiteatro di Monte Sirai e del pozzo n. 1 della miniera, ubicato presso la Grande Miniera di Serbariu.

L’iniziativa di celebrare i matrimoni in sedi distaccate rispetto al Municipio è ancora poco diffusa nelle città della Sardegna.

«Con questa decisione – ha spiegato l’assessore Paola Argiolas in una conferenza stampa tenuta con il sindaco Paola Massidda – il comune di Carbonia mira a rispondere alle richieste pervenute da cittadini residenti e da turisti, e si conferma pienamente al passo con i tempi e con l’evoluzione dei costumi e della società. In via sperimentale, per tutto il 2017, l’utilizzo di queste sedi sarà a titolo gratuito. La gratuità – seppur temporanea del servizio – fa di Carbonia la città apripista in Sardegna in questa modalità di fruizione. Il modo migliore per celebrare quella che per tutte le coppie rappresenta una giornata memorabile.»

«L’Amministrazione comunale ha deciso di partire – in sede di lancio del servizio – con tre sedi all’aperto. Ma si tratta di un progetto non definitivo: nel corso degli anni intendiamo incrementare il numero di locations in cui si potrà celebrare il matrimonio civile. Siamo convinti – ha concluso l’assessore degli Affari Generali del comune di Carbonia – che l’opportunità di celebrare il proprio matrimonio in luoghi che rappresentano la storia e l’identità della città di Carbonia possa rappresentare anche un volano per il turismo locale.»

  

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Ultimi giorni di campagna elettorale per le Amministrative in programma domenica 11 giugno. A Sant’Antioco sono quattro i candidati alla carica di sindaco e 64 i candidati alla carica di consigliere comunale.

Tra i candidati a sindaco non c’è il sindaco uscente Mario Corongiu che ha completato i due mandati previsti come limite massimo dal Testo unico per l’ordinamento degli enti locali nei Comuni con una popolazione superiore ai 3.000 abitanti, e si è candidato alla carica di consigliere comunale nella lista “Insieme per Sant’Antioco” che candida a sindaco Marco Massa, vicesindaco uscente.

Gli altri tre candidati sono Ignazio Locci, vicepresidente del Consiglio regionale, che guida la lista “Nautica, Edilizia e Turismo”; Alberto Mariano Fois, candidato della lista “Genti Noa”; e, infine, Massimo Melis, candidato della lista “Sant’Antioco Attiva”.

Di seguito, le quattro liste con tutti i candidati, nell’ordine di pubblicazione sulla scheda elettorale.

Lista “Sant’Antioco Attiva”. Candidato a sindaco: Massimo Melis. Candidati alla carica di consigliere comunale: Luca Cabras, Maria Tiziana Cinquemani, Ilaria Frau, Massimo Giamminelli, Valerio Lecca, Marco Locci, Enrico Marangoni, Salvatore Massa, Daniela Mazzarisi, Michele Mileddu, Filippo Mura, Daniela Pinna, Barbara Piras, Maria Gabriella Piras, Antonio Pittau, Annarella Zedda.

Lista “Genti Noa”. Candidato a sindaco: Alberto Mariano Fois. Candidati alla carica di consigliere comunale: Maria Laura Cara, Sabina Cosseddu, Gabriele Cossu, Daniela Dessena, Jean Francois Dessì, Ester Fadda, Fernando Fois, Massimiliano Grosso, Carlo Lai, Marco Locci, Davide Massa, Marco Matta, Francesco Pani, Alessandra Sanna, Alessandra Ternullo, Mattia Uccheddu.

Lista “Insieme per Sant’Antioco”. Candidato a sindaco: Marco Massa. Candidati alla carica di consigliere comunale: Francesca Culurgioni, Danilo Crastus, Giovanni Cammilleri, Francesca Mulas, Lucia Pittau, Lino Longu, Paolo Franco Garau, Mario Corongiu, Fernando Volta, Marta Concas, Roberto Lai, Isabella Federico, Enzo Ligas, Bruno Lecca, Mariella Piredda, Tommaso Ennas.

Lista “Nautica, Edilizia e Turismo”. Candidato a sindaco: Ignazio Locci. Candidati alla carica di consigliere comunale: Renato Avellino, Giuseppe Bullegas, Giorgio Corsini, Rosalba Cossu, Mario Esu, Francesco Garau, Salvatorina Iesu, Giovanni Antonio Inguscio, Roberta Manunza, Giangiuseppe Marongiu, Edoardo Mascia, Pasquale Renna, Laura Rubisse, Roberta Serrenti, Eleonora Spiga, Alessandro Vacca.

Nadia Pische ha intervistato i quattro candidati alla carica di sindaco.

 

 

 

 

 

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La RSU Eurallumina rilancia la mobilitazione con un presidio presso l’assessorato regionale dell’Ambiente, in via Roma, a Cagliari, per sollecitare una rapida approvazione della delibera per la VIA.

«Il lunghissimo iter istruttorio per l’ottenimento delle autorizzazioni necessarie alla ripresa produttiva di Eurallumina, dopo due presentazioni pubbliche del progetto, due conferenze dei servizi a distanza di 13 mesi una dall’altra (29/30 dicembre 2015 – 30/31 gennaio 2017) e dopo un supplemento di conferenza conclusosi l’8 febbraio 2017 (dopo 930 giorni dall’avvio dell’iter – si legge in una nota della RSU Eurallumina -, ha visto i 23 enti partecipanti esprimersi con parere favorevole al progetto ed è stata ufficialmente decretata la chiusura positiva della conferenza dei servizi.»

«La Rusal-Eurallumina, volontariamente si è proposta di consegnare ulteriore documentazione tecnica a completamento e chiarimento del già dettagliato e voluminoso fascicolo progettuale, prima della predisposizione del verbale da parte dell’assessorato dell’Ambiente della Regione Sardegna, che prelude alla delibera regionale per l’autorizzazione denominata V.I.A. (valutazione di impatto ambientale) – si legge ancora nella nota della RESU Eurallumina -. Tale documentazione a completamento e chiarimento, è stata consegnata e protocollata in data giovedì 11 maggio 2017. L’impegno che era stato preso con i rappresentanti dei lavoratori Eurallumina, al tavolo della sede della Giunta regionale l’8 febbraio 2017, alla conclusione della conferenza dei servizi, da parte dei dirigenti del servizio S.V.A. fu quello che, all’avvenuta consegna di tale documentazione, in 30 giorni si sarebbe proceduto alla predisposizione del verbale, utile per la successiva delibera regionale. Dal momento in cui la documentazione della proponente Rusal-Eurallumina è stato depositato (11 maggio 2017), pur non avendole mai interrotte, abbiamo avviato ed intensificato più costanti interlocuzioni con le istituzioni coinvolte, al fine di monitorare il rispetto delle scadenze indicate. Nell’ultima assemblea generale del 23 maggio 2017, si è condivisa la necessità  di richiedere conferma dei tempi, per noi variabile imprescindibile per arrivare agli step successivi e definitivi (A.I.A.), con la sempre più incombente eventualità che la lungaggine (ad oggi sono 1.049 i giorni di istruttoria) possa far accantonare il progetto dagli azionisti e che vengano a cessare gli strumenti di sostegno ai lavoratori, per i quali si avvicina la conclusione e che sia pur impegnati in sempre più costanti presenze operative in stabilimento, da quegli strumenti non possono prescindere.»

«Nel sempre affermato e confermato pieno rispetto dei tecnici e dirigenti preposti alla valutazione del progetto, consapevoli delle  altrettante priorità legate alle proprie funzioni e che assumono sempre maggiori, ampie e gravose competenze – sottolinea ancora la RSU Eurallumina -, RITENIAMO CHE PER QUANTO RIGUARDA IL PROGETTO DI RIPRESA PRODUTTIVA DI EURALLUMINA E NELLO SPECIFICO L’AUTORIZZAZIONE DI V.I.A., alla scadenza ormai prossima dei TRE ANNI (mancano 19 giorni), si debba procedere in tempi più rapidi possibile alla predisposizione del VERBALE ed alla successiva definitiva DELIBERA REGIONALE. SI PROCEDA!!! CON TUTTE LE GARANZIE PRESCRITTIVE CHE SI RITIENE APPLICARE!!! MA SI PROCEDA!!!»

«Auspichiamo di non dover mettere in atto e che non siano necessarie iniziative di più forte mobilitazione che i lavoratori Eurallumina sono stati costretti, a costo di grandi sacrifici, ad attuare in questi anni per rivendicare il diritto al lavoro, per la difesa e rilancio del comparto industriale, per il territorio del Sulcis Iglesiente e per lo sviluppo economico e sociale della Sardegna. Ma se questo sarà necessario – conclude la RSU Eurallumina -, non recederemo di un passo, aumentando la nostra determinazione per il raggiungimento dell’obiettivo che ci siamo prefissati.»

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La Confesercenti provinciale sollecita il comune di Cagliari all’attuazione del Piano delle Aree per la disciplina del commercio su area pubblica.

«Non vi è più traccia del piano delle aree concordato tra la Confesercenti e il comune di Cagliari con la precedente amministrazione – dice Marco Medda, presidente dell’ANVA (Associazione degli operatori su area pubblica) aderente alla Confesercenti provinciale – che aveva l’ambizione di creare oltre 1.500 posti di lavoro, riversando gli stessi numeri nell’abusivismo così visibile nelle nostre strade. Da qualche anno ormai avevamo impostato una trattativa con il comune di Cagliari per la definizione di alcune zone dove è possibile sviluppare dei piccoli mercati su area pubblica sia per fornire un servizio di quartiere molto richiesto, sia per trovare una soluzione a un abusivismo che sta assumendo dimensioni preoccupanti e che invece potrebbero avere soluzioni molti semplici. Purtroppo, l’interlocuzione con il comune si è interrotta – conclude Marco Medda – e, nonostante la nostra associazione abbia anche fornito diverse proposte per una serie di aree della città che avrebbero bisogno di un servizio come quello del mercato, dagli uffici comunali tutto tace.»

In ogni caso l’ANVA si rende disponibile per un confronto con il comune di Cagliari per trovare soluzioni, in particolare «per risolvere il problema di una sacca di abusivismo che esiste ma per la quale si possono trovare diverse possibilità per permettere a queste persone di lavorare in regola e di sopravvivere in un momento storico così difficile».

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E’ stato sottoscritto stamane tra Aspal e Consorzio del parco del Monte Arci l’accordo procedimentale che permetterà di avviare la procedura per l’assunzione a tempo determinato di oltre 120 lavoratori ex Ati Ifras, che dallo scorso 31 dicembre sono rimasti senza occupazione a seguito della scadenza della convenzione con la Regione. Il documento – sottoscritto dal presidente del Consorzio, Renzo Ibba, durante la riunione alla quale erano convocati oltre 39 sindaci e amministratori della Sardegna – da avvio alla procedura di assegnazione delle risorse previste per la realizzazione degli interventi approvati dall’assessorato regionale degli Enti locali il cui catalogo è stato approvato con la relativa delibera di Giunta regionale. Il prossimo passo sarà l’avvio di una selezione dei lavoratori già profilati e la gestione operativa delle fasi di inizio degli interventi. I lavori previsti e approvati, riguardano la sistemazione complessiva di itinerari di valorizzazione del compendio del Parco del Monte Arci, la manutenzione dei sentieri e le attività di comunicazione – soprattutto a fini turistici – dell’imponente patrimonio archeologico e naturalistico ricompreso nell’area del Parco.

«L’iniziativa rappresenta una opportunità concreta per il territorio e per i lavoratori provenienti anche dai comuni limitrofi e garantirà oltre che la salvaguardia temporale dei posti di lavoro anche una significativa azione di impulso alle attività dell’ente» ha sottolineato il presidente Ibba. L’iniziativa del Consorzio rappresenta un apprezzabile intervento per garantire il futuro occupazionale dei lavoratori, visto che molti Comuni, a causa dei vincoli di legge, sono impossibilitati alle assunzioni. 

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La Regione punta sulla riqualificazione e valorizzazione delle testimonianze più significative dell’archeologia mineraria e industriale della Sardegna. «La gestione museale ed il recupero di alcuni siti – spiega l’assessore dell’Industria, Maria Grazia Piras – hanno finora comportato per la Regione e il Parco Geominerario Storico e Ambientale un notevole impegno finanziario. I risultati ottenuti sono positivi ma non basta. Occorrono interventi più incisivi per consentire una piena fruizione dei siti dal punto di vista turistico e museale. Penso a realtà come la Laveria La Marmora di Nebida, nel comune di Iglesias, e la Galleria Henry di Buggerru.»
Per consentire l’esecuzione di nuove opere di valorizzazione in questi due siti, la Giunta, su proposta dell’assessore Piras, ha deciso di accelerare le procedure per restituire alla Regione alcune aree e alcuni beni sui quali attualmente grava un vincolo del demanio marittimo. L’esecutivo ha approvato una delibera che dà mandato agli uffici dell’Assessorato degli Enti locali, Finanze e Urbanistica per avviare il procedimento di “sclassifica” dal regime demaniale marittimo di quelle aree, comprese nei comuni di Iglesias e di Buggerru, sulle quali al momento non è possibile intervenire con opere di riqualificazione. I beni saranno poi trasferiti al patrimonio della Regione.

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La Giunta regionale prosegue il programma di razionalizzazione del sistema dei Consorzi ZIR. Dopo la chiusura dei Consorzi ZIR di Tempio e Siniscola, ora è la volta del Consorzio ZIR Valle del Tirso. «Serviva un’accelerata – afferma l’assessore dell’Industria, Maria Grazia Piras – a questa Giunta non sono mancati il coraggio e l’azione politica per mettere fine, dopo oltre 8 anni, a una situazione quasi paradossale. Entro la fine della legislatura vogliamo ultimare la fase di chiusura della liquidazione di tutti i Consorzi ZIR, avviato nel 2008 con la legge 10».
L’ultimo provvedimento approvato dalla Giunta riguarda il programma di liquidazione finale della ZIR Valle del Tirso. L’esecutivo ha dato il via libera a una delibera che, tra l’altro, prevede l’erogazione di 400 mila euro per concludere la gestione liquidatoria del Consorzio. Al termine di tutte le procedure previste dalla legge, gli impianti idrici, fognari e di depurazione gestiti dalla ZIR, in accordo con EGAS, passeranno sotto la gestione di Abbanoa. Il commissario liquidatore dovrà anche ultimare le procedure per il passaggio del restante patrimonio consortile al comune di Ula Tirso. Tra i beni dell’Ente figurano un Centro servizi, un piattaforma per la raccolta dei rifiuti e terreni edificabili. Infine, l’unico dipendente attualmente in forza al Consorzio sarà trasferito all’Unione dei Comuni del Montiferru-Sinis.

«Dopo aver risolto i casi più urgenti di Tempio e Siniscola e, dopo aver deliberato sulla ZIR Valle del Tirso – aggiunge l’assessore Piras – contiamo di andare avanti rapidamente con le procedure liquidatorie risolvendo caso per caso le problematiche della gestione liquidatoria di tutti gli altri Consorzi.»
L’assessorato dell’Industria ha più volte evidenziato gli obiettivi da raggiungere: garantire i servizi alle imprese insediate, trasferendo ai Comuni le competenze ora esercitate dalle ZIR, e puntare al contenimento dei costi nel rispetto della tutela dei lavoratori, consentendo nel contempo agli amministratori dei Comuni, di esercitare un ruolo più attivo nella politica di sviluppo industriale locale.

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I Black Eyed Peas saranno le superstar internazionali dell’estate 2017 in Costa Smeralda: la band hip/hop californiana si esibirà sul palco dell’hotel Cala di Volpe il 12 agosto nell’esclusiva cena di gala organizzata dalla Marriott Costa Smeralda, che gestisce gli hotel Cervo, Romazzino, Cala di Volpe e Pitrizza per conto di Qatar Holding. I Black Eyed Peas sono reduci da due live di richiamo planetario: il concerto di apertura, a Cardiff, della finale di Champions League Juventus-Real Madrid e l’esibizione all’evento di beneficenza “One love Manchester”, organizzato da Ariana Grande per ricordare le vittime dell’attentato avvenuto alcune settimane fa.

La cena di gala di metà agosto al Cala di Volpe si conferma l’evento principale in Costa Smeralda: i Black Eyed Peas entrano a far parte dell’elenco di superstar di primissimo piano che si sono esibite in questi anni a bordo piscina nell’hotel Marriott; una lista che, tra gli altri, comprende grandi artisti quali Robbie Williams, Elton John, Ricky Martin, Jamiroquai, John Legend, Kylie Minogue, Natalie Imbruglia, Leona Lewis.

«Il Cala di Volpe ospiterà per la prima volta i Black Eyed Peas, un gruppo di fama mondiale che farà conoscere la Costa Smeralda e la Sardegna nel mondo, anche attraverso i nostri alberghi – spiega Franco Mulas, Area manager Marriott Costa Smeralda –. I concerti, come quello dei Black Eyed Peas, rappresentano uno straordinario veicolo di promozione anche attraverso i social, un efficace strumento di comunicazione che raggiunge un pubblico mondiale.»

I Black Eyed Peas si sono formati nel 1995. Il loro album di debutto fu Behind the Front, pubblicato nel 1998, ma il vero successo arrivò nel 2003 con Elephunk. Da quest’album sono stati pubblicati 4 singoli: Where Is the Love?Shut UpHey Mama e Let’s Get It Started. Tra le canzoni più note al pubblico internazionale e tra le migliori performance dal vivo della band americana, ci sono: Mas Que Nada, I Gotta FeelingMeet Me HalfwayDon’t Stop the Party. I dati riferiti alle vendite mondiali, superiori a 50 milioni di copie per i singoli e 35 milioni per gli album, confermano l’incredibile successo del gruppo dance.

Lo show del 12 agosto sarà l’evento di punta di un calendario composto da grandi appuntamenti musicali, sportivi, culturali e glamour, tutti ideati e organizzati da Marriott Costa Smeralda.

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A Carbonia, d’ora in poi, sarà possibile celebrare il proprio matrimonio presso siti diversi ed alternativi rispetto alla Casa Comunale.

Oltre al matrimonio civile tradizionale nelle sale istituzionali del Municipio, la Giunta Comunale di Carbonia, con delibera n. 93 del 29 maggio 2017, ha individuato tre sedi particolarmente significative e rappresentative della città, in cui sarà possibile unirsi in matrimonio. Si tratta dell’Anfiteatro di Piazza Marmilla, dell’Anfiteatro di Monte Sirai e del pozzo n. 1 della miniera, ubicato presso la Grande Miniera di Serbariu.

L’iniziativa di celebrare i matrimoni in sedi distaccate rispetto al Municipio, è ancora poco diffusa nelle città della Sardegna.

Con questa decisione, il comune di Carbonia mira a rispondere alle richieste pervenute da cittadini residenti e da turisti, ponendosi al passo con i tempi e con l’evoluzione dei costumi e della società.

In via sperimentale, per tutto il 2017, l’utilizzo di queste sedi sarà a titolo gratuito.

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Tutti gli studi statistici concordano sul fatto che nel 2065 con altissima probabilità la popolazione in Italia diminuirà sino a toccare 50 milioni. E nel Mezzogiorno e nelle isole il fenomeno sarà ancora più accentuato, con particolare riguardo alle aree più periferiche. 

Come si può contrastare, dunque, lo spopolamento della Sardegna e in particolare quello delle zone interne?

Di questo si sono occupate la commissione Autonomia e la commissione Bilancio, riunite dai due presidenti Francesco Agus e Franco Sabatini in seduta congiunta per un ciclo di incontri che si terranno nelle prossime settimane nel centro Sardegna (con i sindaci e le parti sociali) e con l’audizione del presidente Francesco Pigliaru.

L’assessore agli Enti locali, Cristiano Erriu, ha illustrato ai commissari i dati Istat sul futuro demografico del Paese secondo cui nel 2065 la perdita di popolazione sarebbe di 7 milioni rispetto agli attuali 60,7 milioni. Sempre nel 2065 il Centro Nord accoglierà il 71% di residenti mentre il Mezzogiorno e le Isole arriveranno appena al 29% contro il 34% attuale. L’età media della popolazione, nel 2065, passerà a 50 anni contro gli attuali 44,7 e questo nonostante l’apporto delle migrazioni.

Per l’assessore Cristiano Erriu «su questo tema c’è, dunque, un problema di governance che si deve affrontare, tra l’altro, con azioni volte all’assistenza alle amministrazioni locali. Bisogna intervenire sull’abitare, sulla valorizzazione dei centri storici, garantendo il diritto di cittadinanza anche digitale. Ed è importante che più di trenta Comuni sardi abbiano già la banda larga mentre in altri duecento circa i lavori siano in corso o stiano per iniziare. Tra le altre azioni, intendiamo procedere poi con il sostegno alla tutela del patrimonio pubblico, favorendo l’agricoltura e nuove forme di identità attraverso l’ospitalità. Ho fornito ai commissari una bozza del nostro lavoro, con la consapevolezza che è necessario perfezionarlo, in accordo anche con l’Anci e il Cal».

Per l’on. Roberto Deriu (PD), in passato presidente della provincia di Nuoro, «non c’è alternativa alla denatalità e allo spopolamento, specie delle zone interne, se la Sardegna non registrerà un massiccio fenomeno migratorio o aumenteranno in modo molto significativo le nascite. Per questo ritengo che sia necessario approvare una legge che aiuti le giovani coppie, realizzare il collegamento ferroviario tra Nuoro e Olbia e mettere in campo azioni concrete di sostegno agli enti locali».

Del potenziamento delle infrastrutture ferroviarie ha paralo anche l’on. Michele Cossa (Riformatori), insieme alla necessità della banda larga in tutta l’Isola.

Per l’on. Gianfranco Congiu (PDS): «Bisogna riconoscere che il tema dello spopolamento e dell’aiuto al centro Sardegna non è nell’agenda politica e bisogna invece avere il coraggio di riposizionarlo nel dibattito di maggioranza tra aree urbanizzate e aree che ancora non lo sono. Sia comunque chiaro che per noi non è possibile abbandonare il principi pio perequativo stabilito dalla legge 2 secondo cui un euro di risorse alla città metro deve corrispondere a un euro speso per le aree sarde meno urbanizzate. Il centro Sardegna e il Nuorese non le arre maggiormente sofferenti e vanno trattate con lo stesso piglio e la stessa determinazione che anni fa fu usato per il Sulcis».

Il presidente della commissione Bilancio, Franco Sabatini, ha ribadito che «il fenomeno dello spopolamento delle zone interne riguarda comunque tutta la Sardegna perché spiega i suoi effetti negativi in tutto il territorio e dunque va osservato e contrastato in modo unitario. E’ quello che stiamo probando a fare andando a incontrare prossimamente i sindaci e le parti sociali oltre che il presidente Pigliaru».

Il collega Francesco Agus è dello stesso avviso: «Abbiamo deciso questi incontri ed è  tempo che si affronti questo tema e le relative proposte di legge in modo unitario, cominciando a fornire quelle risposte concrete che sinora sono mancate. E che invece vengono sollecitate dai sardi alla classe politica. In particolare, siamo tutti d’accordo per destinare il 10 per cento delle risorse contenute nel Patto per la Sardegna ad affrontare da subito i problemi delle zone interne. Non risorse a pioggia ma valutando cosa è stato fatto sino a oggi e con quali risultati».