5 August, 2024
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Il segretario generale Cisl del Sulcis Iglesiente Fabio Enne e il responsabile del dipartimento Industria Massimo Cara, hanno chiesto un incontro urgente alla Sider Alloys, la società che sta trattando l’acquisizione dello stabilimento ex Alcoa di Portovesme.

«Considerato il perdurare dell’incertezza relativa alla sperata ripresa produttiva dello stabilimento ex Alcoa, anche in considerazione delle inadeguate rassicurazioni da parte delle Istituzioni interessate alla vicenda – scrivono Fabio Enne e Massimo Cara -, ritenendo ormai superati  tutti i  limiti di attesa sugli esiti positivi della vertenza, crediamo opportuno inviare una richiesta di incontro con la Vostra Società per informazioni circa:

  • Piano Industriale Sider Alloys, che risulta essere ufficialmente presentato presso il Mise, ma del quale non si conosce nessun elemento.
  • Vostri intenti di carattere industriale per la ripartenza degli Impianti.

La motivazione che ci spinge ad incontrarvi è strettamente legata alla situazione di grave crisi economica ed occupazionale, oltre ad assumere l’aspetto per il raggiungimento di una celere definizione della vertenza, che a noi appare poco soddisfacente nella gestione politica rispetto alle aspettative dei lavoratori e dell’intero Territorio.

Confidando in un vostro positivo riscontro, restiamo in attesa per concordare data e luogo di incontro.»

«Se la nostra azione per il comparto industriale è stata concentrata soprattutto nei confronti dei Governi Nazionale e Regionale, con l’obiettivo di mantenere nel nostro Territorio le sue produzioni, iniziando dalla filiera di alluminio e dello zinco, questo non significa, l’avere accettato, o, dovere accettare tutte le nefandezze che nella giostra istituzionale si stanno compiendo ai danni di una intera collettività – scrivono in una nota Fabio Enne e Massimo Cara -. Non è certamente liberatorio per noi riproporre i dubbi già espressi 2 anni fa, circa l’incapacità o la celata volontà politica che ha deciso il declino dell’intera industria territoriale.

Ci siamo proposti, e ancora ne siamo convinti, soggetto propulsivo per una economia diversificata, abbiamo realizzato e presentato proposte di rilancio produttivo chiedendo alla politica attenzioni marcate sull’edilizia, turismo, commercio, pesca, artigianato, agroalimentare. La risposta è ancora il NULLA, con stupore leggiamo di chi vuole considerare l’attività del Governo Nazionale e Regionale, altamente significativa, anzi, la più importante azione di politica industriale, soltanto perché da Bruxelles, oggi, con anni di ritardo, si inizia a rivedere qualcosa dal punto di vista energetico. Quasi come se fosse una regalia, omettendo nel considerare che i ritardi vergognosi nel mettere mano sul sistema energetico sono stati la causa della chiusura dei nostri stabilimenti industriali. Siamo ancora con le fabbriche chiuse, siamo ancora senza interventi infrastrutturali, nei servizi, e restiamo fermi anche rispetto ad uno sviluppo economico adeguato alle caratteristiche del territorio. Soprattutto siamo ancora portatori di circa 40mila disoccupati.»

«Nel proseguire a non farci incantare dal ministro di turno, ricordiamo che sul sistema energetico e quindi sulle regole del mercato elettrico, è sempre il governo italiano che deve realizzare concretamente un sistema competitivo con il resto del mondo – sottolineano ancora Fabio Enne e Massimo Cara -. Fino a quando ogni buon presupposto non si concretizza in legge sia da parte del Governo che da parte dell’Autorità per l’Energia, in buona sostanza resteremo nella medesima situazione per responsabilità di chi non ha mai realizzato una efficace programmazione industriale. Nel frattempo, è speculare l’azione di Governo regionale che abbondando di inefficienza, anche nelle questioni autorizzative, di competenza regionale, riesce a minare la continuità produttiva di altre fabbriche come la Portovesme srl.»

«Siamo stanchi di registrare impegni disattesi, siamo infastiditi nel vedere sempre più lontani i presupposti di ripresa produttiva nelle vertenze come quella della ex Alcoa, e non solo, che sono sempre state caratterizzate da false illusioni e per le quali non si ha il coraggio di iniziare una discussione concreta sulla reale possibilità di ripresa produttiva. Siamo altresì stanchi di avere interlocutori che non danno la possibilità alla ripresa economica di questo territorio, neppure su tutti gli altri settori d’ intervento. Per traguardare i nostri obiettivi di rivitalizzazione economica siamo costretti ad intervenire in maniera determinata contro l’inerzia delle istituzioni. Ci attiveremo sul fronte propedeutico allo sviluppo economico sul turismo, dei servizi, infrastrutturale, dell’agroindustria ma vogliamo che emergano una volta per tutte – concludono Fabio Enne e Massimo Cara -, anche tutte le difficoltà che ostacolano la ripresa del comparto industriale, e nel caso specifico dell’alluminio abbiamo già inoltrato una richiesta d’incontro all’unico soggetto interessato all’acquisto dello stabilimento Ex Alcoa, la Sider Alloys.»

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Regione ed imprese a confronto sui temi dell’export, oggi a Sassari, grazie all’evento organizzato dall’assessorato dell’Industria e presieduto dall’assessore Maria Grazia Piras, per fare il punto sulle numerose iniziative legate al Programma Triennale di Internazionalizzazione varato due anni fa per una dotazione finanziaria di 16 milioni di euro. I bandi, destinati a imprese singole, associate e Associazioni di categoria, hanno avuto un ottimo riscontro con la partecipazione di decine di aziende e la spendita di tutte le risorse disponibili. Stesso discorso per l’Export Lab, il percorso formativo intrapreso da 44 imprese isolane, 24 della provincia di Cagliari e 20 della provincia di Sassari, che si è concluso di recente con le prime esperienze maturate all’estero dai partecipanti ai seminari e ai corsi di formazione. «Siamo soddisfatti, finalmente abbiamo a che fare con bandi chiari e obiettivi concreti», è stato questo il commento unanime degli imprenditori che hanno partecipato all’incontro odierno.
«Il bilancio dei primi due anni del Programma di Internazionalizzazione è straordinario e i risultati sono andati ben oltre le nostre aspettative. Per questo motivo abbiamo deciso di mettere a disposizione altri 6 milioni per nuovi bandi e nuove azioni a sostegno delle imprese e, soprattutto, delle reti di imprese – ha commentato l’assessore dell’Industria Maria Grazia Piras -. C’è chi ha già partecipato a eventi fieristici a Londra e San Pietroburgo, o a importanti incontri B2B a Casablanca e Tokyo, oppure ha stretto relazioni commerciali con grandi aziende iraniane e francesi», ha ricordato l’assessore riferendosi ai risultati dell’Export Lab. «Siamo orgogliosi delle imprese sarde che si aprono al mondo, che hanno deciso di uscire dal confine isolano o, addirittura, da quello più ristretto, a volte territoriale e locale. Si tratta di un variegato tessuto imprenditoriale che non si è arreso alla crisi e ha maturato la convinzione che senza un vero progetto di internazionalizzazione non possono esserci sviluppo e crescita economica. Per superare il limite regionale bisogna puntare sull’eccellenza dei prodotti e sulle reti. Il primo aspetto non si discute, la Sardegna è terra di eccellenze – ha detto l’assessore – ma sul secondo possiamo fare di più, con la consapevolezza che l’unione fa davvero la forza, soprattutto all’estero».
Nel corso dell’incontro, l’assessore Piras ha consegnato gli attestati di partecipazione ai rappresentanti delle imprese che hanno aderito all’Export Lab per la formazione di export manager e consulenti d’azienda specializzati nella fase dell’Internazionalizzazione. La prossima settimana, giovedì 1 giugno alle 10.30, si svolgerà un evento analogo a Cagliari, nella sala anfiteatro di via Roma. Sono state invitate le imprese che hanno partecipato ai bandi e alle iniziative inserite nel Programma di Internazionalizzazione. Sarà un’occasione ulteriore per raccogliere suggerimenti e proposte avanzate dalle aziende in vista della pubblicazione dei nuovi bandi.

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Il Partito democratico ha ritrovato l’unità lunedì scorso, ad Arborea, nella prima Assemblea regionale che ha proclamato il segretario regionale Giuseppe Luigi Cucca e i 160 delegati, eletti alle primarie del 30 aprile.

Nella sala Congressi dell’Horse Country, oltre agli eletti, era presente una folta delegazione di rappresentanti del partito nelle istituzioni locali e nazionali, ex dirigenti, esponenti del Consiglio e della Giunta regionale.

«Il Pd – ha detto il neo segretario – deve ritrovare lo spirito di coesione per essere più forte e competitivo nello scenario politico. E’ necessario aprire il partito, di renderlo più inclusivo, favorendo il dialogo nei territori e potenziando la presenza dei Circoli. Solo in questo modo possiamo recuperare la distanza con l’elettorato e contrastare le derive populiste.»

«Il Pd ha dimostrato di essere l’unico partito in grado di favorire una reale partecipazione alla vita democratica ma – ha aggiunto Giuseppe Luigi Cucca – deve ritrovare la sua vocazione popolare rivolgendosi innanzitutto ai giovani, a quella fascia di elettori che negli ultimi anni si sono allontanati e a chi è distante perché non ha fiducia nel PD e non crede nella politica.»

L’Assemblea all’unanimità ha eletto presidente Laura Pulga, ex sindaco di Quartucciu ed ex assessore del Bilancio e Personale della provincia di Cagliari, e vicepresidenti l’ex sindaco di Oristano Guido Tendas e l’ex consigliere regionale Dino Pusceddu.

Oggi sono stati ufficializzati i 70 componenti eletti nella nuova Direzione regionale: Claudio Atzori, Francesca Barracciu, Antonio Biancu, Gino Cadeddu, Verdiana Canu, Gianni Carbini, Orlando Carcangiu, Carlo Carta, Luciano Casula, Aldo Deiana, Caterina Deidda, Patrizia Desole, Paolo Fanni, Tonino Loi, Annamaria Manca, Luigi Mastino, Luca Mereu, Nicola Montaldo, Giovanni Moro, Michela Mura, Rosanna Mura, Chicco Porcu, Giovanni Maria Sciretti, Monica Spanedda, Mirko Vacca, Lino Zedda, Gavino Zirattu, Carlo Balloi, Alessandro Bianchi, Alma Cardi, Maddalena Corda, Salvatore Corona, Franco Corosu, Alessandro D’Avanzo, Monica Fois, Carla Fundoni, Alberta Grudina, Tatiana Isoni, Giovanni Ligios, Marina Madeddu, Pietro Morittu, Domenico Murgioni, Antonio Orgiana, Laura Picasso Pisano, Anita Pili, Roberto Pili, Cinzia Porceddu, Antonio Spano, Claudio Trogu, Stefania Atzei, Barbara Cadeddu, Giulio Calvisi, Davide Carta, Licia Cau, Nino Cogoni, Sabina Contu, Massimo Cossu, Giuseppina Demurtas, Marinella Grosso, Sandra Mancosu, Giusy Marrosu, Roberto Martani, Carla Medau, Francesco Melis, Stefano Piras, Fabrizio Rodin, Renato Soru, Giuseppe Tinnirello, Rossano Vacca, Andrea Viola.

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Due serate dense di musica per ripercorrere la figura di Domenico Zipoli, il gesuita missionario che aiutò il popolo Guaranì a sviluppare il suo eccezionale talento musicale.

Il progetto si chiama “Jesuita non cantat (?)”, e ad organizzarlo è il LabOs (“Laboratorio organi storici” del Conservatorio) con la collaborazione del dipartimento di Musica antica del Conservatorio di Cagliari, e la Comunità dei Gesuiti, che con l’iniziativa puntano a raccogliere fondi da destinare al recupero dell’organo storico della chiesa cagliaritana di San Michele.

Il primo appuntamento è in programma domani, venerdì 26 maggio, alle 21.00, proprio nella Chiesa di San Michele (via Azuni) dove si svolgerà una serata intitolata “O fillus cantai”.

Dopo l’introduzione del musicologo Roberto Milleddu, che parlerà dei padri gesuiti e dei canti devozionali e la Sardegna, la classe d’organo del Conservatorio del maestro Angelo Castaldo (composta da Gian Walter Ledda, Monika Ruth Vida, Fabrizia Lobina, Sara Pirroni e Simona Laterza), Luigi P. Delogu (canto fermo) e il coro “Stella Splendens” di Belvì, diretto da Gigi Oliva, proporranno un concerto capace di ricreare uno scenario musicale antico ed affascinante.

Il progetto si concluderà venerdì 9 giugno, sempre nella Chiesa di San Michele, con una serata dal titolo “Zipoli l’italiano”.

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Il capogruppo di Cas@ Iglesias, Valentina Pistis, ha presentato un’interpellanza all’assessore delle Politiche sociali del comune di Iglesias, Clorinda Forte, sulla gestione dei profughi e dell’accoglienza sul territorio comunale.

Valentina Pistis chiede di conoscere la modalità di gestione del welfare nel comune di Iglesias e quali sono le forme di collaborazione nella rete istituzionale locale e/o la presenza di forme di collaborazione tra i settori interni del Comune; quante e dove sono allocate le strutture che ospitano i migranti; chi gestisce le strutture; quanti sono i migranti a Iglesias; quanti sono transitati fino ad oggi e quanti hanno visto riconosciuto il diritto di asilo; dove si trovano quelli che, alla scadenza del periodo di accoglienza, sono riconosciuti irregolari e se sono stati rimpatriati; quali sono le politiche di integrazione messe in campo finora dalla Regione e dal Comune e qual è la natura di progetti locali per l’inclusione e l’integrazione dei cittadini stranieri; qual è la tipologia dei servizi erogati alla cittadinanza straniera; e, infine, qual è la spesa e da chi è sostenuta.

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Il presidente della regione Francesco Pigliaru e l’assessore degli Affari Generali, Filippo Spanu, sono intervenuti in relazione alle criticità per la Sardegna legate agli accorpamenti delle Camere di Commercio. Il governatore Pigliaru ha scritto al ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda ed al presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini. «L’ipotesi di accorpare la Camera di Commercio di Nuoro a quella di Sassari – sottolinea Francesco Pigliaru nella lettera – avrebbe effetti negativi per i territori interessati. In particolare il Nuorese, che già versa in condizioni di disagio economico, sociale e infrastrutturale, vedrebbe venir meno la presenza di un ente che costituisce un importante punto di riferimento per il tessuto produttivo e imprenditoriale e che risulta sotto tutti gli aspetti, in particolare quelli relativi ai dati di equilibrio economico patrimoniale, tra i 10 più virtuosi d’Italia».

Francesco Pigliaru osserva che «la Camera di Commercio nuorese possiede tutti i requisiti previsti dalla legge per mantenere l’autonomia, rispondendo al criterio specifico previsto espressamente dall’articolo 1 comma 3 della legge 56 del 2014, ovvero il criterio di mantenimento della sede nei territori montani delle regioni insulari privi di adeguate infrastrutture e di collegamenti pubblici, stradali e ferroviari».

«In base a quanto stabilisce la legge – conclude il presidente Pigliaru – è, dunque, necessario prevedere l’istituzione di tre Camere in Sardegna: Cagliari, Sassari (ente frontaliero) e Nuoro (ente isolano montano), con accorpamento di Oristano secondo la volontà espressa dal territorio.»

L’assessore degli Affari generali Filippo Spanu, che ha partecipato a Roma alla Conferenza Stato-Regioni, commenta così l’esito dei lavori odierni: «La mancata intesa – spiega Filippo Spanu – è arrivata al termine di un’interlocuzione tra il presidente Pigliaru e il Governo. Abbiamo difeso le legittime istanze dei nostri territori e in particolare del Nuorese. La proposta di revoca del decreto del ministro dello Sviluppo economico concernente l’istituzione della nuova “Camera di commercio di Catania, Ragusa e Siracusa della Sicilia orientale” avrebbe avuto ripercussioni negative per il sistema delle Camere di Commercio della Sardegna e non sarebbe stata in linea con le disposizioni di legge. È positivo che la Conferenza Stato-Regioni non abbia dato l’intesa».

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«La Giunta porti in Aula la nuova legge urbanistica, per far ripartire il settore delle costruzioni». Lo ha detto stamane Gianluigi Rubiu, capogruppo dell’Udc in Consiglio regionale, in occasione della mobilitazione dei lavoratori edili che sono scesi in piazza per manifestare contro i troppi lacci che soffocano il settore. «Si parta – sottolinea Gianluigi Rubiu – da una legge urbanistica che possa incrociare le richieste delle imprese e delle associazioni confederali. L’impianto della normativa deve riuscire a trainare nuovi investimenti per le infrastrutture ed il recupero urbano. Non solo. Auspichiamo che il provvedimento della giunta non possa ingessare il territorio mettendo un freno agli interventi di ammodernamento urbano, ma preveda interventi orientati alla massima apertura nel rispetto delle peculiarità ambientali. Unica soluzione per superare le difficoltà del comparto, con la chiusura di oltre 30mila imprese solo in Sardegna – conclude Gianluigi Rubiu – è un nuovo disegno sull’edilizia, mettendo da parte le visioni contrapposte delle fazioni politiche e incentrando la legge su un modello di sviluppo per la nostra Isola. Il settore delle costruzioni è in grado di risollevare l’economia della Sardegna, con nuove opportunità per realizzare il massimo dell’occupazione e sbloccare i contratti fermi da anni».

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La Donna dell’anno: una sarda sul podio del premio internazionale

 

 

 

 

 

La sarda Alessandra Farris, creatrice della start up IntendiMe, è una delle tre finaliste del Premio internazionale “La Donna dell’anno” dedicato al “dovere”: tre donne straordinarie – impegnate in progetti umanitari e di sviluppo in diversi Paesi del mondo – sul podio a Saint-Vincent.

Fino al 31 maggio il pubblico potrà votare on line per assegnare il Premio Popolarità.

– Alessandra Farris nasce da genitori sordi e crea la start up IntendiMe, un innovativo sistema rivelatore di suoni che consente ai non udenti di superare la loro “disabilità invisibile”.

– Il medico Monika Hauser dedica tutta la sua vita a curare e sostenere le donne vittime di violenza sessuale nei conflitti di tutto il mondo e si batte affinché le politiche europee contrastino questa pratica bellica e includano lo stupro in guerra nelle motivazioni che danno diritto all’asilo.

– La biologa Karina Atkinson sottrae all’agricoltura industriale intensiva un’area del Paraguay ricca di biodiversità in via di estinzione, creando la riserva naturale protetta di Laguna Blanca, meta di studiosi da tutto il mondo e fonte di reddito e sviluppo per la popolazione locale.

Il 31 maggio a Saint-Vincent sarà proclamata la vincitrice del 19° Premio Internazionale “La Donna dell’Anno”, promosso dal Consiglio regionale della Valle d’Aosta, con il patrocinio della Camera dei Deputati e del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, in collaborazione con il Comune di Saint-Vincent e il Soroptimist International Club Valle d’Aosta, e con il magazine femminile Donna Moderna in qualità di media partner.

«Il compito della Giuria non è stato facile, perché le candidature sono tutte meritevoli e raccontano storie di donne coraggiose che si sono spese per gli altri – dichiara il Presidente del Consiglio regionale della Valle d’Aosta Andrea Rosset -. Le finaliste incarnano perfettamente il tema scelto per l’edizione di quest’anno: il dovere. Hanno fatto del dovere un valore morale, da mettere a servizio del prossimo per abbattere barriere, per promuovere i diritti umani, per valorizzare uno sviluppo sostenibile

Il “dovere” di Gandhi al centro del Premio.

Il riconoscimento, istituito nel 1998 con l’intento di valorizzare il ruolo delle donne nella società, nella cultura, nel mondo del lavoro, nella politica, nella comunicazione, nelle arti e nello spettacolo, si ispira quest’anno alla frase di Gandhi «La vera fonte dei diritti è il dovere». “Dovere” inteso come valore etico e capacità di dare forma a progetti di convivenza civile, economici e sociali, a sostegno dei diritti umani fondamentali, concetti di grande attualità sulla scena nazionale e mondiale, strettamente legati ai temi dell’accoglienza, dalla solidarietà, della crescita sociale, della convivenza civile.

Tre riconoscimenti a sostegno dei progetti delle finaliste

Le tre finaliste sono state selezionate dalla giuria del Premio tra 23 nomi proposti da ONG, enti e associazioni di tutto il mondo. Mercoledì 31 maggio, al Centro Congressi del Gran Hôtel Billia di Saint-Vincent, riceveranno ciascuna uno dei tre premi previsti dagli organizzatori: il primo premio “La Donna dell’Anno” del valore di 20mila euro, il Premio Popolarità di 15mila euro, e un terzo premio da 10mila euro, somme che dovranno essere spese interamente per la realizzazione o il completamento dei progetti umanitari e di sviluppo per i quali le vincitrici sono state selezionate.

Il Premio Soroptimist Valle d’Aosta

Il Soroptimist International Club Valle d’Aosta ha attribuito il proprio riconoscimento di 2mila 500 euro a Elisabetta Rossi, cardiologa che da oltre dieci anni nel Corno d’Africa, particolarmente in Eritrea, dirige progetti di cooperazione ospedaliera, soprattutto finalizzati alla prevenzione e alla cura della cardiopatia reumatica, al trattamento della malnutrizione e, più in generale, al miglioramento delle condizioni di vita della popolazione.

Dal 3 maggio il voto on line

Mentre i nomi della prima e della terza classificata saranno indicati dalla giuria nel corso della cerimonia, il Premio Popolarità sarà scelto dal pubblico del web di tutto il mondo attraverso una consultazione on line che prenderà il via mercoledì 3 maggio sul sito del Consiglio regionale della Valle d’Aosta (per votare: www.consiglio.vda.it/app/donnadellanno). Nel caso in cui dovesse coincidere con il Premio “La Donna dell’Anno”, il Premio Popolarità sarà assegnato alla seconda finalista più votata dal pubblico.

Una targa “speciale” Donna Moderna

Durante la cerimonia di premiazione, una targa speciale sarà assegnata a una delle tre finaliste dal direttore del settimanale Donna Moderna, media partner del Premio. «Il magazine Donna Moderna ogni settimana racconta la storia di una donna speciale, che nel piccolo della sua quotidianità o nello spazio della sua professione ha fatto qualcosa di straordinario per gli altri – spiega il direttore Annalisa Monfreda. – Proprio per questo motivo, sentiamo il Premio internazionale “La Donna dell’Anno” particolarmente affine al nostro brand

Le premiate nelle edizioni precedenti

I personaggi femminili che saranno premiati quest’anno si aggiungono a una lunga lista di donne straordinarie selezionate nelle passate edizioni: la giornalista congolese Caddy Adzuba Furaha, la deputata curda Leyla Zana, il medico Chiara Castellani, la delegata dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati Alessandra Morelli, l’attivista yazida che si batte contro i crimini dell’Isis Nadia Murad (vincitrice edizione 2016).

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Una riunione straordinaria del Consiglio per discutere la mozione che impegna il presidente e la Giunta regionale ad «attivare immediatamente tutti gli strumenti legislativi, amministrativi e finanziari necessari a risolvere le cause di illegittimità che coinvolgono l’affidamento in house providing della gestione del servizio idrico integrato».

È questa la richiesta formalizzata da ventisette consiglieri regionali, appartenenti a tutti i gruppi rappresentati in seno all’assemblea sarda ad eccezione del gruppo del Partito dei sardi, con la sottoscrizione del documento (primo firmatario Antonio Gaia, Upc) che segue i pareri dell’Agcm (autorità garante per la concorrenza ed il mercato) e dell’Anac (autorità nazionale anticorruzione) sollecitati a suoi tempo da un terzo dei consiglieri regionali della Sardegna sulla illegittimità dell’affidamento in house providing del servizio idrico integrato ad Abbanoa spa.

In particolare, i consiglieri regionali contestano la sproporzione del numero delle azioni Abbanoa detenute dalla Regione sarda (circa il 68%) in rapporto a quelle detenute da Egas (ente di governo dell’ambito Sardegna) che non consentono all’ente concedente (Egas) di nominare o revocare i vertici direttivi di Abbanoa, né di esercitare nel concreto il cosiddetto controllo analogo, così come invece è prescritto per l’affidamento in house.

La segnalazione trasmessa all’autorità garante del mercato e dell’anticorruzione nel giugno 2016 ha trovato riscontro il 13 febbraio 2017 nel parere di Anac che ha comunicato l’avvio del procedimento di vigilanza nei confronti di Egas, Regione e Abbanoa, nonché in quello di Agcm (27 febbraio 2017) che ha ritenuto che la disciplina del controllo analogo in vigore, abbia mostrato di non consentire ad Egas l’effettivo esercizio del controllo sulla società di gestione Abbanoa.

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La commissione Sanità, presieduta da Raimondo Perra (Psi) ha proseguito il ciclo di audizioni sugli atti aziendali con l’intervento del direttore dell’azienda ospedaliero-universitaria di Cagliari Giorgio Sorrentino. Sono state invece rinviate alla prossima settimana le audizioni con i responsabili dell’azienda ospedaliera Brotzu di Cagliari e dell’azienda ospedaliero-universitaria di Sassari, entrambi assenti per inderogabili impegni professionali.

Per quanto riguarda l’azienda mista di Cagliari, Sorrentino ha dichiarato che «l’atto aziendale ci serve come il pane, è lo strumento fondamentale per organizzare in modo razionale ed efficiente una azienda che si è sviluppata in maniera disordinata». «L’atto – ha aggiunto – deve però contenere anche margini di flessibilità perché, ad esempio, il problema della riduzione delle strutture complesse (se ne ipotizzano 21 rispetto alle 40 figure apicali attuali) non può essere risolto in modo matematico ma nel quadro di una logica legata sia alla caratteristiche delle varie strutture che alla specificità dell’azienda mista, chiamata a svolgere anche attività di didattica e ricerca in ambito universitario».

Dal punto di vista della dotazione di risorse l’azienda cagliaritana è, secondo Sorrentino, «sottofinanziata per due ordini di motivi: da un lato sostiene spese straordinarie molto consistenti per l’acquisto di farmaci innovativi (15 milioni extra solo per quelli contro l’epatite di tipo c ) e, dall’altro, svolge funzioni prive di remunerazione come nel settore psichiatrico». «Altro dato strutturale su cui occorre intervenire – ha detto ancora Sorrentino – è quello del personale che, con una età media di 55 anni ed una quota del 40% che per vari motivi non può essere impiegata nelle turnazioni, costituisce oggettivamente un fattore di sofferenza».

Una parte significativa della relazione del direttore dell’azienda mista di Cagliari è stata dedicata alla logistica. Entro la fine di giugno, ha annunciato Sorrentino, “contiamo di far partire il trasferimento di molte strutture dal San Giovanni di Dio al policlinico di Monserrato, una operazione complessa che durerà parecchie settimane ma, una volta completata, permetterà di migliorare efficienza e qualità del servizio”. La realizzazione del nuovo blocco R, sempre del complesso di Monserrato, è invece bloccata da una complessa controversia giudiziaria che, di fatto, sta bloccando un investimento di 40 milioni. Il direttore ha ricordato che una prima sentenza favorevole del Tar Sardegna è stata poi totalmente ribaltata dal Consiglio di Stato, ed ora se ne sta valutando l’impugnazione. «Impossibile prevedere i tempi – ha commentato – ma sicuramente passeranno molti mesi».

Nel successivo dibattito hanno preso la parola diversi consiglieri regionali: hanno parlato Edoardo Tocco e Mariano Contu di Forza Italia, Luigi Ruggeri e Lorenzo Cozzolino del Pd, Augusto Cherchi del Pds, Giorgio Oppi dell’Udc ed Emilio Usula del Misto-Rossomori.

Giorgio Sorrentino.