7 August, 2024
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Il vicepresidente del Consiglio regionale, Ignazio Locci, avvocato, 43 anni, ha presentato questa mattina, a Forte Su Pisu, nel cuore del centro storico di Sant’Antioco, i 16 candidati alla carica di consigliere della lista “Nautica, Edilizia e Turismo”, della quale è candidato alla carica di sindaco per le elezioni amministrative del comune di Sant’Antioco in programma il prossimo 11 giugno 2017.

Ne fanno parte, tra gli altri, due assessori uscenti della lista “Impegno” che cinque anni fa vinse le elezioni confermando alla carica di sindaco Mario Corongiu, Pasquale Renna (deleghe all’edilizia privata, al Suap e all’Urbanistica) e Roberta Serrenti (delega alla partecipazione, accesso ed ufficio relazioni con il pubblico); due consiglieri uscenti di minoranza, Eleonora Spiga e Renato Avellino ed Eleonora Spiga, subentrati rispettivamente ai consiglieri dimissionari Ignazio Locci  e Giovanni Locci il 27 marzo 2014 ed il 14 novembre 2014; tre ex consiglieri, Giorgio Corsini, Salvatorina Iesu e Mario Esu.

Di seguito, la lista dei 16 candidati alla carica di consigliere comunale:

1. Renato Avellino – consulente fiscale, 56 anni

2. Giuseppe Bullegas noto Pinello – ingegnere funzionario pubblico, 64 anni

3. Giorgio Corsini – artigiano, 60 anni

4. Rosalba Cossu – insegnante in pensione, 67 anni

5. Mario Esu – agente assicurativo, 55 anni

6. Francesco Garau noto Checco – ingegnere libero professionista, 36 anni

7.  Salvatorina Iesu – impiegata, 61 anni

8. Giovanni Antonio Inguscio noto Gianni – consulente di impresa, 47 anni

9. Roberta Manunza – consulente del lavoro, 31 anni

10. Giangiuseppe Marongiu noto Giangi – educatore professionale, 41 anni

11. Edoardo Mascia – studente lavoratore, 24 anni

12. Pasquale Renna – funzionario dello Stato, 58 anni

13. Laura Rubisse – farmacista, 49 anni

14. Roberta Serrenti – funzionaria regionale, 31 anni

15. Eleonora Spiga – insegnante – avvocato, 55 anni

16. Alessandro Vacca – pilota navi comandante corporazione piloti Sant’Antioco, 49 anni.

I componenti della lista – scrive Ignazio Locci in una nota di presentazione – hanno sottoscritto il “Patto del candidato”, un atto simbolico che tuttavia vincola i componenti di “Nautica, Edilizia e Turismo” di fronte ai cittadini di Sant’Antioco. Il candidato sindaco e i 16 aspiranti consiglieri «si impegnano a rispettare il Piano di lavoro del progetto di “Nautica, Edilizia e Turismo” redatto secondo i principi di lealtà e correttezza che animano questa alleanza civica e attraverso il quale “Nautica, Edilizia e Turismo” intende cambiare le sorti della città di Sant’Antioco; si impegnano altresì a esercitare il mandato amministrativo esclusivamente per il bene della collettività antiochense, rispondendo a un solo principio morale: garantire migliori condizioni di vita ad ogni singolo cittadino; si impegnano, infine, ad amministrare Sant’Antioco allo scopo di renderla davvero un’isola felice».

 

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La vertenza dell’Aias non si sblocca, i lavoratori proseguono il presidio davanti all’ingresso del centro di Cortoghiana e martedì Antonello Repetto, uno dei dipendenti già protagonista di clamorose forme di protesta quale quella messa in atto due mesi fa, con lo sciopero della fame, davanti al centro di viale Poetto, riprenderà lo sciopero della fame e dormirà all’interno della propria auto fino alla mezzanotte del 12 maggio, per denunciare lo stallo di una vertenza interminabile.

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Il velocista tedesco André Greipel ha vinto la seconda tappa Olbia-Tortolì (221 km) e, grazie all’abbiono di 10″ spettante al vincitore di tappa, è la nuova maglia rosa del Giro d’Italia. Sul traguardo di Tortolì ha preceduto Roberto Ferrari e Jasper Stuyven, centrando la settima vittoria nella corsa rosa (il suo palmares comprende 11 vittorie di tappa al Tour de France e quattro alla Vuelta). Nella classifica generale, il 34enne campione tedesco precede di 4″ l’austriaco Lukas Postlberger, vincitore della prima tappa, e di 8″ la coppia formata da Caleb Ewan e Roberto Ferrari. Vincenzo Nibali, protagonista di un allungo in discesa nel finale, è 13° a 14″, stesso tempo di 49 corridori compresi tra la 7ª e la 55ª posizione.
Nonostante un percorso caratterizzato da numerosi saliscendi e da una salita di una certa difficoltà qual è quella di Genna Silana, la tappa si è sviluppata a ritmi molto contenuti (alla fine la media è stata di 36.299 km/h), caratterizzata come ieri da una fuga lanciata subito dopo la partenza che non ha mai raggiunto un vantaggio rilevante e condizionata da un forte vento.

Domani, terza e ultima tappa in Sardegna, da Tortolì a Cagliari, per complessivi 148 km. Subito dopo la conclusione della tappa, la carovana del giro si trasferirà in Sicilia, dove sono previste le prossime due tappe, martedì da Cefalù all’Etna e mercoledì da Pedara a Messina.

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Archiviato domenica scorsa con la vittoria sul Pescara il capitolo relativo alla salvezza matematica, il Cagliari affronta oggi una trasferta difficilissima come quella del San Paolo di Napoli, con lo spirito giusto e la ferma intenzione di ben figurare al cospetto della lanciatissima formazione di Maurizio Sarri, anche per riscattare il pesantissimo ko casalingo per 0 a 5 subito nella gara del girone d’andata al Sant’Elia, disputata l’11 dicembre 2016.

E’ difficile dire quali sono le maggiori insidie nella formazione napoletana. Massimo Rastelli dovrà studiare adeguate contromisure per frenare gli slanci dei tre piccoli terribili dell’attacco campano, Dries Mertens, José Maria Callejòn e Lorenzo Insigne, ma i pericoli arriveranno anche dalla zona centrale del campo, dove opereranno Allan e Jorginho, desiderosi di ben figurare dopo una stagione che li ha visti spesso come alternative ai titolari, e ancora dal grandissimo talento di Marek Hamsik. E’ quasi superfluo sottolineare che per riuscire a ritornare a casa con un risultato positivo, il Cagliari dovrà disputare la “partita perfetta“.

Massimo Rastelli fa grande affidamento sui suoi gioielli d’attacco, da Marco Sau a Diego Farias e Joao Pedro (autore del goal decisivo, su rigore, domenica scorsa contro il Pescara), per finire a Marco Borriello, che ormai punta dichiaratamente al record personale di reti in serie A, raggiunto con la maglia del Genoa, a quota 18. A quattro giornate dalla fine del campionato, il centravanti di origini campane è a quota 16.

Napoli – Cagliari verrà diretta da Piero Giacomelli di Trieste, assistenti di linea Marzaloni e Alassio, quarto uomo Schenone, arbitri d’area Massa e Manganiello,

Piero Giacomelli, 39 anni, è alla settima stagione nella Can di A e B. L’esordio in serie A risale al 3 aprile 2011, in Genoa-Cagliari 0-1. Vanta 83 presenze in serie A e 39 in serie B.

 

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L’assessorato regionale degli Enti locali, finanze ed urbanistica ha pubblicato una nota contenente le modifiche introdotte, a seguito dell’entrata in vigore della legge regionale n. 9 del 4 maggio 2017, recante “Disposizioni urgenti finalizzate all’adeguamento della legislazione regionale al decreto del Presidente della Repubblica n. 31 del 13 febbraio 2017 (Regolamento recante individuazione degli interventi esclusi dall’autorizzazione paesaggistica o sottoposti a procedura autorizzatoria semplificata)”.
La legge n. 9, pubblicata sul Buras n. 22 di ieri 5 maggio, stabilisce che, da oggi, 6 maggio 2017, troveranno applicazione nel territorio regionale le nuove disposizioni contenute nel regolamento.
Nello specifico, le disposizioni riguardano:
– il procedimento per il rilascio dell’autorizzazione paesaggistica semplificata
– l’elenco degli interventi ed opere di lieve entità (allegato B)
– gli interventi e le opere non soggetti ad autorizzazione paesaggistica (allegato A)
– il modello di domanda per il rilascio dell’autorizzazione paesaggistica con procedimento semplificato (allegato C) e il modello di relazione paesaggistica semplificata (allegato D).
Con riferimento alla disciplina applicabile ai procedimenti in corso alla data di entrata in vigore della legge regionale n. 9 del 2017 si rimanda al parere espresso dal Capo dell’Ufficio legislativo del MIBACT.
L’Assessorato, inoltre, ricorda, che ai sensi dell’articolo 146, comma 7 del d.lgs. n. 42 del 2004 e smi, nonché ai sensi dell’articolo 11, comma 1 del DPR n. 31 del 2017, le domande per la realizzazione degli interventi e opere devono essere presentate all’amministrazione competente al rilascio dell’autorizzazione paesaggistica ai fini della verifica:
– della riconducibilità alle fattispecie escluse dall’autorizzazione paesaggistica, (allegato A al DPR n. 31 del 2017);
– dell’applicabilità della procedura semplificata, in caso di inclusione della fattispecie tra le ipotesi (allegato B al DPR n. 31 del 2017);
– dell’assoggettamento al regime autorizzatorio ordinario, di cui all’ articolo 146 del d.lgs. n. 42 del 2004.
L’Assessorato, infine, evidenzia che le misure di semplificazione introdotte operano con riferimento al “versante paesaggistico”, conseguentemente nel caso di presenza oltre che di vincoli paesaggistici di vincoli, storici, artistici o archeologici, imposti ai sensi della parte II del d.lgs. n. 42 del 2004. In senso analogo, troveranno applicazione le disposizioni relative alle cosiddette “archeologia preventiva”, con conseguente onere di preventiva comunicazione alle Soprintendenza competenti.

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Si è svolto ieri a Sassari un convegno sulle politiche sanitarie organizzato dal Circolo Intregu, Life e dal gruppo del Pd al Senato. Tra i numerosi qualificati ospiti, c’era Federico Gelli, responsabile nazionale Sanità del Partito democratico.

«Le riforme approvate e proposte a livello nazionale hanno lo scopo di riavvicinare medici e cittadini – ha detto nel suo intervento Federico Gelli, iniziato dalla vicenda vaccini -. Sono provvedimenti che partono proprio dall’ascolto delle istanze che arrivano da addetti ai lavori e pazienti. È il caso della legge sulla sicurezza delle cure e sula responsabilità degli esercenti le professioni sanitarie, approvata nei mesi scorsi ma anche della nuova norma sui vaccini alla quale stiamo già lavorando. Siamo finiti sul Financial Times e sul New York Times con relativi consigli di vaccinarsi per il morbillo prima di partire per l’Italia, come si fa per le malattie tropicali. In pochi anni siamo scesi sotto la soglia della protezione di gregge e i casi di morbillo dal 2015 al 2016 sono triplicati. Siamo già al lavoro su una legge nazionale al Senato che renda i vaccini obbligatori per le iscrizioni a scuola e daremo grande importanza alla fase di ascolto. E proprio l’ascolto è stata una delle basi su cui costruire la nuova legge sulla responsabilità dei medici e sulla sicurezza delle cure approvata lo scorso 28 febbraio. il primo aspetto importante – ha detto Gelli – è che non si tratta di un provvedimento del governo ma di una legge di iniziativa parlamentare dunque non calata dall’alto. È il frutto di mesi di lavoro e di incontri che ha portato a compimento la legge, dopo innumerevoli tentativi mai arrivati a conclusione in questi, grazie anche al fatto di aver ricevuto carta bianca dal governo, dalla maggioranza e dal Pd. L’impatto della medicina difensiva nei budget della sanità ha prodotto costi che erano oramai diventati insostenibili con oltre 12 miliardi di costi e 300mila cause giacenti nel contenzioso legale in sanità un fenomeno da bloccare e su cui era indispensabile intervenire, e lo abbiamo fatto con il supporto della commissione bilancio che al Senato vedeva come relatore il senatore Silvio Lai.

Ma la nuova norma affronta e disciplina anche il tema della sicurezza delle cure per i pazienti che diventa parte integrante del sistema salute. Dunque si fa carico non solo della tutela ma anche della sicurezza. Elemento centrale della legge è la prevenzione del rischio, bisogna impedire che un errore o un rischio diventi un danno a carico del paziente. Abbiamo quindi inserito la nascita delle funzioni di risk management ed elaborazione del rischio. Queste funzioni dovranno confluire in un centro regionale per il rischio clinico e la sicurezza nelle cure. Così un evento sentinella diventa un patrimonio che deve essere messo a disposizione della prevenzione.

Per quanto riguarda la responsabilità penale degli esercenti le professioni sanitarie: la riforma prevede la punibilità nel caso l’evento si sia verificato per imperizia ed esclude la punibilità quando sono state rispettate le raccomandazioni previste dalle linee guida e, in mancanza di queste, alle buone pratiche clinico-assistenziali. Siamo riusciti ad inserire nel codice penale una fattispecie dedicata esclusivamente agli esercenti le professioni sanitarie.

La parte che riguarda la responsabilità civile è quella forse più importante. Anche in questo caso le novità vanno a vantaggio sia dei pazienti, che rispetto ad oggi avranno strade ancora più privilegiate per poter ottenere il risarcimento del danno, anche con la possibilità di un’azione diretta nei confronti delle compagnie assicurative della struttura ospedaliera sia attraverso il tentativo ci conciliazione. Vantaggi anche per gli esercenti le professioni sanitarie perché in caso di azione diretta del paziente nei loro confronti l’onere della prova spetterà a questi ultimi, al contrario di quello che accade invece in caso di azione nei confronti della struttura sanitaria. È una legge sulla quale riponiamo molte speranze ed è un punto da cui partire – ha concluso Federico Gelli – per migliorare le tutele dei professionisti ma anche per dare maggiore sicurezza alle cure per i cittadini.»

Il convegno ha affrontato anche i temi delle riforme in campo regionale e, conseguentemente, era molto atteso l’intervento del direttore dell’ATS Fulvio Moirano.

«L’Azienda Unica per ora ancora non c’è. Fino alla definizione dell’atto aziendale tutto rimane come era prima – ha detto Fulvio Moirano -. Nei giorni scorsi sono state emanate dalla Giunta regionale le linee guida dell’atto aziendale, entro 20 giorni arriveranno le eventuali osservazioni della commissione sanità e poi avremo 30 giorni per definire l’atto aziendale. È necessaria però anche la riorganizzazione delle reti di offerta che anch’essa fa parte integrante del processo di riforma. Così come la nascita dell’Areus, la nuova Azienda regionale per l’emergenza urgenza. Mi è stato dato anche il compito di migliorare la qualità dei LEA che in Sardegna non sono tra i peggiori rispetto al resto dell’Italia ma neanche tra i migliori. E poi c’è la riduzione dei costi ed il miglioramento dei servizi e della sicurezza delle cure dei cittadini.»

Per il direttore dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Sassari Antonio D’Urso l’incarico attualmente ricoperto è una grande opportunità professionale. «Stiamo partendo praticamente da zero e siamo pronti anche a raccogliere la sfida della nuova Legge Gelli per quanto riguarda gli aspetti legati al rischio clinico. Questa norma è una grande occasione anche per le aziende e per fare una corretta e adeguata gestione del rischio clinico ma questo solo se non si disperde lo sforzo straordinario fatto e se la norma non viene interpretata come un libro delle procedure».

Il rettore dell’Università di Sassari Massimo Carpinelli si è soffermato sul ruolo, le competenze e le funzioni dell’Ateneo. «La nuova legge è certamente una grande occasione da sfruttare per quanto riguarda la gestione del risk managemente ma serve anche una revisione della legge 517 del 1999. L’attuale modello di governance disciplinato da quella norma infatti non appare ancora attuale e non sembra assicurare il giusto ruolo alla ricerca ed alla formazione, elementi cardine delle AOU insieme ovviamente all’assistenza sanitaria. La proposta dunque è di lavorare alla definizione di una governance più forte ed adeguata ma anche di attivare una rete nazionale delle AOU e soprattutto di fare in modo che la ricerca diventi il perno delle attività».

Cesco Scanu, presidente provinciale dell’ordine dei medici di Sassari ha voluto prima di tutto esprimere soddisfazione per la nuova legge sulla responsabilità dei medici. «Le nostre esigenze sono state ascoltate e sono state riportate nella legge. La data del 28 febbraio rimarrà nella storia della medicina italiana perché era una legge attesa da almeno 20 anni. Questo provvedimento risponde alle sacrosante esigenze di tutela della salute dei cittadini e consegna dignità alle professioni sanitarie. Sicuramente a noi sanitari potrà permettere di svolgere con maggiore serenità la nostra professione. Bisognerà però anche intervenire su alcuni aspetti, ad esempio per quanto riguarda le polizze assicurative per i neo laureati che spesso non possono permettersele.»

Tra gli interventi anche quello del presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau. «La legge Gelli è una norma che rasserena l’ambiente e consente di risparmiare e di porre fine alla medicina difensiva e offre garanzie per il miglioramento della qualità dei servizi. Per quanto riguarda la riforma sanitaria in Sardegna auspico che l’atto aziendale, strumento riorganizzativo della azienda unica, si possa fare contando su una nuova rete ospedaliera. Occorre per questo che giunta e maggioranza si incontrino per concordarne una rapida approvazione in aula, altrimenti la azienda unica rischia di basarsi su una rete ospedaliera superata. Sono consapevole che sulla proposta della giunta siano state riscontrate ostilità da parte dei territori, ostilità che vanno superate con l’ascolto da parte delle parti politiche e garantendo l’avvio di nuovi servizi prima di cancellarne altri».

I lavori del convegno sono stati coordinati da Carla Fundoni, capogruppo del PD in consiglio comunale. “Quella di oggi è stata un’utile occasione per presentare le ottime riforme nazionali del PD in tema di sanità. Il giudizio sulla legge Gelli è sicuramente molto positivo così come il lavoro dei rappresentati sardi del partito in Parlamento.»

Tra questi anche il senatore del PD Silvio Lai, relatore in commissione Bilancio del provvedimento presente al dibattito.

«Questa legge – ha detto – può far risparmiare 30 miliardi di euro in Italia e 100 milioni di euro solo in Sardegna che fino ad oggi venivano spesi per esami ed indagini inutili prescritti solo per la medicina difensiva. Dati che confermano la bontà e l’utilità della nuova normativa.»

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Trasferta a Madrid per Tiziana Troja e Michela Sale Musio. Reduci dal successo al Teatro delle Saline di Cagliari del loro ultimo spettacolo “Spanker Machine”, le artiste della compagnia LucidoSottile saranno protagoniste domani, domenica 7 maggio, di un incontro/aperitivo organizzato dal Circolo dei sardi Ichnusa presso il Café Barberi, nel popolare quartiere di Lavapies.

Le Lucide sono a Madrid per il montaggio, che realizzeranno insieme al cagliaritano (da anni trapiantato nella capitale spagnola) Nicola Beccu, di un corto diretto da Tiziana Troja. Nel corso dell’appuntamento al Caffè Barbieri, le due artiste incontreranno i sardi che vivono a Madrid, racconteranno il loro percorso artistico e regaleranno alcuni sketch dei loro personaggi più conosciuti, primi fra tutti le “coatte” cagliaritane Tanya & Mara.

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Lunedì 8 maggio, in occasione dell’edizione 2017 dell’EUROPE DAY (istituito in ricordo della Dichiarazione Schuman, che nel 1950 pose le basi per l’Unione europea), ma anche in occasione del trentesimo anniversario del programma di scambio Erasmus e in coincidenza con i 60 anni dalla nascita della Comunità economica europea, gli studenti dell’Ateneo di Cagliari e quelli presenti in città per un periodo di studio Erasmus daranno vita alla Festa dell’Europa con una parade. L’allegro corteo – raduno ore 15.00, partenza ore 15,30 – andrà da piazza Yenne fino al Conservatorio “Giovanni Pierluigi da Palestrina” (in piazza Porrino 1), che per tutto il pomeriggio ospiterà un evento ad ingresso libero con interventi culturali, testimonianze di esperienze Erasmus all’estero ed intermezzi musicali.

Lo scorso anno l’evento è stato organizzato dal Settore Erasmus dell’Ateneo di Cagliari, in collaborazione con il Conservatorio, nell’area pedonale del Corso Emanuele, con seminari e lezioni universitarie all’aperto e coinvolgendo i giocatori del Cagliari Calcio nel simbolico quanto suggestivo lancio augurale di palloncini. L’edizione 2017 della manifestazione vede per la prima volta organizzatori sia l’Università sia il Conservatorio, in collaborazione con l’associazione studentesca European Student Network (ESN) e con l’Europe Direct Regione Sardegna.

Per gli studenti saranno in palio i premi del concorso a quiz “Cosa fa l’Europa per me?”: per vincere basterà partecipare all’evento e rispondere correttamente al questionario predisposto dal Centro d’informazione Europe Direct della Regione Sardegna. Il questionario sarà distribuito all’arrivo al Conservatorio e potrà essere compilato sul posto. Alle ore 20.00 circa, il termine della serata, con la premiazione e un buffet finale.

Dopo i saluti istituzionali (la direttrice del Conservatorio, Elisabetta Porrà, la Rettrice Maria del Zompo e Francesco Ventroni per Europe Direct) le presentazioni prevedono approfondimenti sui Trattati di Roma (Christian Rossi, professore di Storia dell’integrazione europea dell’Università di Cagliari), sul Programma Erasmus (prof.ssa Clara Grano, Agenzia Indire) e i racconti in prima persona sulle esperienze Erasmus e sul contributo dei mesi di studio all’estero per la propria preparazione e maturazione.

Durante la serata saranno proposti anche diversi intramezzi musicali (saranno presenti tutte le scuole, dalla classica al jazz sino alla musica elettronica) che vedranno esibirsi sul palco dell’Auditorium del Conservatorio musicisti sardi e stranieri coinvolti in esperienze Erasmus. Tra gli stranieri ci sarà anche il violoncellista Pjeter Guralumi, docente all’Università delle arti di Tirana, arrivato in città grazie allo specifico programma Erasmus+ rivolto agli IPA countries (Instrument for pre-Accession Assitance), pensato per i paesi che hanno appena attivato le procedure di ingresso nell’Unione europea. Il Conservatorio di Cagliari è infatti uno dei quattro in Italia ad aver avuto accesso, nel 2015, a finanziamenti dedicati a questo tipo di iniziative.

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In Sardegna opera una associazione di volontariato ogni dieci abitanti e il dato è in crescita rispetto al 2008 fa quando il rapporto era di uno a otto. Le associazioni censite sono oggi 1.701 (quattrocento in più rispetto a nove anni fa) e i volontari impegnati ben 32mila. Ma il numero delle persone coinvolte a vario titolo è molto più ampio: considerando anche i volontari saltuari e le persone retribuite dalle associazioni, il numero dei sardi impegnati nel volontariato sale addirittura a 183mila.

Sono questi i dati che emergono dalla ricerca “Il Volontariato in Sardegna – Organizzazioni di volontariato nella rilevazione campionaria 2016: identità e processi”, promossa dal Centro di servizio per il volontariato Sardegna Solidale e condotta dal ricercatore Renato Frisanco. La ricerca, presentata mercoledì 3 maggio a Sassari, segue quella analoga elaborata otto anni fa ed è stata condotta nel 2016 su un campione di 264 organizzazioni di volontariato che hanno risposto a 49 domande. Il risultato è uno studio di 158 pagine, arricchito da 90 tabelle, che fotografa il percorso condotto in questi anni dal volontariato isolano e traccia anche una tendenza per il prossimo futuro.

«Bisogna dare atto a Sardegna Solidale di essere uno dei pochi centri in Italia a svolgere ricerche sui bisogni del volontariato» ha affermato Renato Frisanco, mentre per il presidente di Sardegna Solidale Giampiero Farru «il quadro che emerge è quello di un volontariato vitale che cresce e che guarda con fiducia alle sfide del futuro». «Certamente non mancano le criticità – ha aggiunto – soprattutto in riferimento al rapporto con le pubbliche amministrazioni. A fronte di un impegno così radicato nei nostri territori, non possiamo infatti non denunciare la centralizzazione delle decisioni riguardanti il volontariato ipotizzata dalle bozze di decreti attuativi della nuova legge sul Terzo Settore, così come l’assordante silenzio dell’amministrazione regionale nei confronti del nostro movimento, con l‘Osservatorio regionale del Volontariato ormai messo da parte». 

«Questa ricerca ci permette di vincere le accuse di autoreferenzialità che vengono talvolta rivolte al mondo del volontariato – ha proseguito don Angelo Pittau, presidente del Comitato promotore di Sardegna Solidale – perché la sua lettura non è così autoconsolatoria. Bisogna avere il coraggio di prendere in mano questa ricerca perché, se saputa leggere e analizzare, ci permetterà di operare un cambiamento.»

Scopo principale della ricerca è quello di aggiornare la conoscenza del fenomeno circa caratteristiche di funzionamento, attività, processi, risorse e bisogni delle organizzazioni di volontariato in Sardegna. La ricerca è articolata in tre parti. La prima, introduttiva, comprende l’ipotesi guida della ricerca e lo scenario della solidarietà organizzata nel nostro Paese negli anni tra le due rilevazioni.

La seconda parte è relativa alla presentazione analitica dei risultati della ricerca realizzata nel 2016 sul territorio regionale ed entra nel merito dei risultati della ricerca, trattando i temi che riguardano il funzionamento delle 264 organizzazioni di volontariato del campione esaminato, ovvero i bisogni e le risorse delle compagini sarde nonché i processi che ne qualificano organizzazione, operatività e relazionalità.

La terza parte illustra la struttura, l’organizzazione e l’attività del Centro di servizio per il volontariato “Sardegna Solidale” a diciassette anni dalla sua attivazione, attraverso i dati del rendiconto delle attività certificati attraverso appositi strumenti di rilevazione (questionario Csv.net) e di accountability (bilancio sociale 2015).

Quali caratteristiche? Secondo la ricerca, le associazioni prese in esame hanno in media 19 volontari, a cui però si devono aggiungere coloro che saltuariamente contribuiscono all’operatività dei gruppi. Le organizzazioni di volontariato sarde sono generalmente piccole: il 45 per cento non ha più di dieci volontari (e questo dato è rimasto invariato rispetto alla precedente ricerca). 

Quanti volontari? Proiettando i dati raccolti sul campione della ricerca sull’intero numero di associazioni, oggi in Sardegna i volontari sono circa 32 mila, un numero che però sale addirittura a 183 mila se si considerano sia le persone impegnate saltuariamente che quelle retribuite a vario titolo dalle associazioni. 

Le associazioni nel territorio Secondo i dati raccolti da Sardegna Solidale, nell’isola sono presenti 1701 organizzazioni di volontariato, in sostanza una ogni dieci abitanti (erano una ogni otto nella precedente rilevazione). Tuttavia gli squilibri territoriali sono evidenti. Il 45 per cento delle organizzazioni di volontariato sarde opera infatti nel territorio della provincia di Cagliari, nella quale sono presenti 13,6 associazioni ogni diecimila abitanti. A seguire la provincia di Sassari (14,3 per cento delle associazioni e 7,3 associazioni per diecimila abitanti), Nuoro (9,3 per cento e 10,1 associazioni), Carbonia Iglesias (8,2 per cento e undici associazioni), Oristano (7,9 per cento e 8,3 associazioni), Olbia Tempio (6,8 per cento e 7,2 associazioni), Medio Campidano (sei per cento e 10,2 associazioni) e Ogliastra (2,5 per cento e 7,3 associazioni ogni diecimila abitanti).

Secondo la ricerca, ad essersi consolidate maggiormente in questi ultimi otto anni sono state soprattutto le organizzazioni di volontariato impegnate nel welfare. Le nuove associazioni sono sorte invece soprattutto nell’ambito della partecipazione civica (cultura, ambiente beni culturali, solidarietà internazionale). Questa tendenza, secondo Frisanco, è frutto di un nuovo volontariato più attento ai temi della cittadinanza e meno imperniato sul concetto di militanza.

Rispetto alla precedente rilevazione oggi il volontario sardo ha un livello di istruzione più elevato e opera con minore costanza e continuità rispetto al passato. La sua azione è orientata soprattutto verso l’operatività e meno verso un contributo di riflessione critica o di proposta.

Per i presidenti delle associazioni che hanno risposto al questionario, la prima caratteristica che deve avere un volontario è quella di saper fare squadra, seguita dalla consapevolezza della sua azione gratuita e dalla disponibilità ad avere relazioni sociali. Passano invece in secondo piano le competenze professionali e addirittura quasi scompare la necessità di condividere un credo religioso.

Il bisogno più rilevante registrato è quello espresso dalle associazioni di volersi mantenere fedeli ai valori del volontariato, un dato che nel 2008 era solo in quarta posizione. Cala invece la percentuale di associazioni che dichiara la propria attività in crescita (dal 32 al 25 per cento), mentre dalla ricerca emerge anche la necessità dei gruppi di coinvolgere un maggior numero di volontari, in quanto le organizzazioni tendono ad invecchiare.

Dalla ricerca emerge chiaramente il difficile dialogo tra le organizzazioni e le pubbliche amministrazioni, incapaci (a dire delle associazioni) di esaltare il ruolo del volontariato e di inserirlo nella propria azione come un soggetto attivo. Molte associazioni denunciano inoltre di non poter disporre di una sede. Tuttavia, sono in crescita i progetti portati avanti insieme alle amministrazioni comunali.

E’ diminuita la quota di associazioni impegnate nella progettazione, mentre sono al contempo aumentate le associazioni che invece propongono progetti, finanziati in misura maggiore dagli enti privati che non da quelli pubblici. La ricerca registra infatti un minor intervento a partire dal 2008 delle amministrazioni sostegno del volontariato.

Le organizzazioni più vitali sono quelle impegnate nella progettualità, che hanno una capacità di comunicare le loro attività medio-alta, puntano di più sulla formazione, partecipano maggiormente alle consulte e collaborano con altre associazioni.

Alla domanda “come vi immaginate fra cinque anni?”, ben il 42 per cento delle associazioni ha affermato di prevedere una crescita (nel 2007 gli ottimisti erano il 29 per cento), mentre il 25 per cento ha risposto prevedendo una continuità con il presente (la percentuale nella precedente rilevazione era del 38).

Di Sardegna Solidale le associazioni apprezzano soprattutto la spinta verso la promozione dei valori della solidarietà. Secondo la ricerca, Sardegna Solidale si distingue per due aspetti: il modello di gestione (basato sulla gratuità) e la sua struttura reticolare diffusa nel territorio che permette di coinvolgere le organizzazioni nelle attività e di decentrare il più possibile gli interventi.

La ricerca ha registrato tre elementi di strategia da parte di Sardegna Solidale: la forte propensione alla comunicazione della cultura della solidarietà, (con una particolare attenzione ai giovani), il significativo investimento nella formazione (grazie al piano Formidale) e l’investimento sulla tecnologia comunicativa che mette in interconnessione le associazioni, grazie alla rete dei quaranta Sa. Sol. Point diffusi nel territorio e al sistema del Sa. Sol. Desk. È questo un modello molto arricchente, che consente alle associazioni di condividere le loro esperienze più significative.

 

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Festa grande questa sera, a Carbonia, per il 100° compleanno di Maria Lisci, residente a San Giovanni Suergiu ma ospite di parenti nella città mineraria. Maria Lisci ha salutato il grande traguardo raggiunto circondata dall’affetto dei tre figli Giancarlo, Antonio e Lidia Loche, dei sei nipoti e dei cinque pronipoti.

Maria Lisci è rimasta vedova un paio di anni fa, quando il marito s’è fermato all’età di ben 103 anni…

Per festeggiare Maria Lisci è arrivata a Carbonia, da San Giovanni Suergiu, anche il sindaco Elvira Usai che nella sua ancora breve esperienza da primo cittadino è già alla seconda festa per un centenario. Il 23 novembre scorso il traguardo del secolo di vita era stato raggiunto da Eraldo Secchi. A nome dell’Amministrazione comunale, Elvira Usai ha donato a Maria Lisci una targa.

A festeggiare Maria Lisci è arrivato anche il parroco della chiesa di Gesù Divino Operaio, don Giampaolo Cincotti.

Per la festa sono state preparate due torte, sulle quali Maria Lisci ha spento la candelina del secolo di vita, e tanti dolci sardi.