8 August, 2024
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Maria Antonietta Mongiu, Presidente Regionale FAI Sardegna, ex assessore regionale della Pubblica Istruzione e dei Beni culturali della Giunta Soru.

I massimi responsabili regionali del FAI (Fondo Ambiente Italiano) prendono posizione con un documento assai critico sul progetto di rilancio produttivo dello stabilimento Eurallumina di Portovesme. Maria Antonietta Mongiu Presidente Regionale FAI Sardegna, Fausto Pani Referente Regionale Ambiente FAI Sardegna, Franco Masala Referente Regionale Paesaggio FAI Sardegna e Sergio Vacca Referente Regionale Politiche del suolo e dell’energia FAI Sardegna, ricostruiscono la situazione del polo industriale di Portovesme, nel quale si inserisce il progetto Eurallumina.

«La Sardegna, percepita diffusamente come luogo di eccellenze ambientali e culturali, prima meta turistica nelle intenzioni degli italiani, nella realtà ha un territorio, per inquinamento e densità edilizia sulle coste, a “macchia di leopardo” – scrivono i quattro responsabili regionali del FAI -. Ospita aree di assoluta criticità per gli intensivi processi di inquinamento e per il vorticoso consumo di territorio, spesso coincidenti o prossimi ad aree di rara bellezza paesaggistica e di alto valore naturale. Uno degli esempi più significativi di questa attività industriale è quello dei “depositi di fanghi rossi” a Portoscuso e Portovesme, definiti un “disastro ambientale” nelle carte del processo in corso a Cagliari agli ex dirigenti di Eurallumina. Malgrado ciò, piuttosto che creare alternativi percorsi di lavoro per migliaia di disoccupati e cassintegrati della petrolchimica, della Carbosulcis, dell’Eurallumina, dell’Alcoa e di tutte le industrie nate già obsolete e poco remunerative, ancor più oggi nell’era dei mercati globalizzati, si ripropone con la proposta “Eurallumina” lo stesso vecchio e superato modello di sviluppo industriale. Un modello che non ha risolto il fenomeno della disoccupazione in Sardegna. Anzi lo ha accentuato, generando quel sottosviluppo così nocivo a uomini e paesaggi, che non ha creato duraturi posti di lavoro ma in più si è rivelato un autentico scempio culturale e ambientale.»

Dopo aver sintetizzato il progetto di riqualificazione produttiva proposto da Eurallumina, il Fondo Ambiente Italiano si sofferma sugli impatti ambientali e paesaggistici, facendo riferimento ad alcune ragioni tratte dalla relazione del soprintendente ai Beni paesaggistici architetto Fausto Martino, che ha espresso parere negativo alla riattivazione dell’impianto Eurallumina.

«Contrasto con il PPR (Piano Paesaggistico Regionale) vigente: nel PPR l’area viene definita “di recupero ambientale” e prescrive il divieto di interventi rivolti ad aggravare le condizioni di degrado ovvero che possano pregiudicarne il recupero. Inoltre la Scheda d’Ambito di paesaggio contenuta nel PPR (scheda n. 6 Carbonia e Isole Sulcitane – lo strumento di indirizzo delle “azioni di conservazione, ricostruzione o trasformazione del territorio”) orienta univocamente verso la riqualificazione dell’area industriale:

– Punto 10. Riequilibrare progressivamente il rapporto tra la presenza industriale del polo di Portovesme, l’insediamento urbano, la fruizione turistica, le attività agricole e la pesca marina e lagunare dell’Ambito, riducendo i problemi di interferenza delle attività industriali con il sistema ambientale.

– Punto 11. Riqualificare le aree del degrado industriale, selezionando ambiti prioritari di intervento, su cui attivare un progressivo processo di disinquinamento e di rigenerazione ambientale, che necessita di un coordinamento unitario per i comuni interessati in relazione ai problemi di alto rischio ambientale, per i programmi di disinquinamento e di monitoraggio ambientale.

Quanto qui richiamato fa scrivere al soprintendente che l’intervento in esame non sia conforme alla disciplina paesaggistica dettata dal PPR per l’area.»

«La non conformità – si legge ancora nel documento del Fondo Ambiente Italiano – è sottolineata dal fatto che nell’area, anziché iniziare quanto prescritto dallo strumento regionale, si progettano interventi di segno completamente opposto:

1. il bacino dei fanghi rossi verrebbe ampliato orizzontalmente e verticalmente: orizzontalmente con l’individuazione di un nuovo settore (“Settore D”) di circa 20 ettari di superficie. Si passerebbe da una superficie di 159 ettari a una di 178. Verticalmente, il progetto prevede l’incremento dell’altezza di circa il 74%, della quota attuale fino a raggiungere la quota finale di 46 m. Vi è oltretutto il problema che eventuali interventi di “mitigazione vegetazionale” (ossia, di utilizzo di piante e arbusti per ridurre l’impatto dell’opera) sarebbero attuabili solo una volta pieno il deposito, e che non sono quindi previste soluzioni a breve e medio termine per ridurre l’impatto di tale ampliamento;

2. per alimentare lo stabilimento si vorrebbe costruire una nuova centrale a carbone, cioè un impianto che utilizza un combustibile fossile tra i più inquinanti al mondo, oltre che un nastro trasportatore. Il carbone inoltre verrebbe importato dall’estero;

3. l’ampliamento della vasca per i fanghi rossi viene progettato a ridosso di un sito di importanza comunitaria esplicitamente tutelato dal PPR. La creazione quindi di un’enorme collina artificiale di rifiuti tossici a ridosso della linea di costa, affiancata da una nuova centrale a carbone e dalle infrastrutture atte a trattamento, trasporto, trasbordo, delle materie prime (ivi compreso il carbone) andrebbe così ad annullare il valore paesaggistico dell’area e, di conseguenza, quello delle vocazioni economiche e culturali locali, le quali traggono la loro legittimazione proprio dalle emergenze ambientali e culturali di cui si è diffusamente trattato.»

«Il MIBACT – concludono i responsabili regionali del Fondo Ambiente Italiano – ribadisce quanto il Consiglio di Stato, a partire dagli anni Novanta, ha sancito: non è lecito aggravare le compromissioni ambientali in aree ad alto valore paesaggistico e culturale in virtù del fatto che, precedentemente a vincoli e riconoscimento del loro valore, altri lo hanno fatto. In parole povere, non vale il principio per cui si può compromettere ad libitum un luogo perché già prima qualcun altro aveva iniziato a farlo.»

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Sabato sera, a Carbonia, in via Dalmazia (fronte scuole medie) si terrà l’incontro/dibattito “Spregiudicate”, sui temi legati alla violenza di genere, organizzato dall’associazione “Luna e Sole”, con il patrocinio del CSV Sardegna Solidale e di Alta Formazione e Sviluppo.

E’ prevista la presenza di diversi relatori: Bruno Fiori, vicepresidente dell’associazione “Luna e Sole” onlus; Francesca Murgia, racconti; Valeria Loddo, Violenza assistita; Massimo Dotta, Cultura – dati e statistiche; Andrea Moi, interventi sull’abusante, Stefania Cuccu, Ritrovare gli equilibri; Marinella Canu, Dinamiche del fenomeno.

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Il Governo avvia ufficialmente a Palazzo Chigi il percorso per definire un nuovo accordo sulla finanza pubblica. A portare le ragioni della Sardegna a Roma è stato il vicepresidente della Regione Raffaele Paci che ha incontrato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri Maria Elena Boschi, il ministro agli Affari regionali Enrico Costa, il capo di Gabinetto del ministero dell’Economia e delle Finanze Roberto Garofoli e i dirigenti della Ragioneria generale dello Stato.

Le posizioni del Governo e della Regione sono in questo momento molto distanti, con la Sardegna che rivendica il diritto a tenere nelle sue casse gran parte dei 684 milioni di accantonamenti oggi previsti e il Governo che ha più volte ribadito che la situazione economica nazionale è complicata e non concede molti margini di manovra. «Di sicuro partiamo da posizioni molto distanti e il confronto di oggi (durato due ore, serrato e a tratti duro) lo conferma – dice il vicepresidente della Regione Raffaele Paci -. Ho apprezzato il fatto che, nonostante fosse solo il primo incontro, al tavolo ci fossero tutti i rappresentanti istituzionali coinvolti in modo da essere immediatamente operativi. Abbiamo rappresentato con forza le nostre ragioni e illustrato il dossier predisposto con il presidente Francesco Pigliaru che dimostra quanto la Sardegna ha bisogno di tutte le proprie entrate. Abbiamo detto al sottosegretario Boschi e al ministro Costa che non cederemo di un passo e che porteremo le nostre rivendicazioni fino in fondo. Il Governo, da parte sua, ha preso l’impegno di analizzare in tempi brevi la situazione con il Mef per dare le prime risposte alla Sardegna. Non sarà facile ottenere i risultati che vogliamo: il Governo ci ha ripetuto che la situazione economica italiana è complicata e che le richieste della Sardegna possono generare un effetto a cascata sulle altre Regioni a Statuto speciale. Noi, numeri alla mano, abbiamo ribadito che la nostra situazione è più difficile rispetto ad altre e quindi chiediamo un’attenzione maggiore, che tenga conto del nostro particolare ciclo economico. Il confronto, insomma, è stato avviato: nelle prossime settimane ci rivedremo e ci aspettiamo le prime, concrete risposte».

Pur nella certezza, certificata dalla Corte Costituzionale, che anche le Regioni a Statuto speciale debbano pagare gli accantonamenti, Raffaele Paci durante l’incontro ha sottolineato che si tratta di contributi straordinari che non possono essere incardinati come contributo fisso, cosa che di fatto sta accadendo. «Abbiamo contribuito, e in misura pesante, con 3,3 miliardi di euro in questi anni. Ora basta: continuare a pretendere il pagamento di centinaia di milioni all’anno non può essere accettato. A meno che lo Stato non abbia unilateralmente deciso di modificare il nostro Statuto stabilendo che nelle nostre casse debbano arrivare 5 decimi e non più i 7 decimi dell’Irpef previsti. Perché di questo stiamo parlando: continuare a trattenere tutti quegli accantonamenti significa versare alla Sardegna 2 decimi in meno dell’Irpef che ci spetta e dunque non rispettare lo Statuto. È chiaro che non lo permetteremo e chiediamo al Governo risposte adeguate che sono sicuro arriveranno».

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Dal 12 al 15 maggio 2017, nel Lazzaretto di Cagliari, sarà esposta al pubblico la II edizione di “Approdi Mediterranei”, progetto fotografico di Marina Patteri dedicato a Cagliari e alla sua natura attraverso scatti che descrivono l’ideale arrivo notturno in un’imprecisata città mediterranea.

In “Approdi Mediterranei” Cagliari appare in lontananza attraverso le sue luci e i suoi bagliori che fendono l’oscurità e si riflettono sulla superficie del mare presente in numerosi scatti.

«La seconda edizione di “Approdi Mediterranei” – spiega Michele Demontis, rappresentante dell’associazione culturale “La Casa di Prometeo”sarà arricchita di nuovi scatti che mostreranno ai visitatori l’area vasta di Cagliari da punti di vista insoliti o dimenticati. In tal senso una particolare attenzione sarà dedicata alle lagune e agli stagni che incorniciano la città metropolitana regalandole panorami unici e irripetibili.»

“Approdi Mediterranei” è parte del programma di avvenimenti dell’edizione 2017 di Monumenti Aperti.

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«Il presidente Francesco Pigliaru e l’assessore della Programmazione Raffaele Paci continuano ad inviare dossier ai ministri dell’economia per contestare l’impennata degli accantonamenti, da noi denunciata da tempo e a più riprese. Ma il governo fa regolarmente carta straccia di questi dossier. Ed è la Sardegna che paradossalmente finanzia il fondo nazionale della sanità che a sua volta ripiana le passività delle Asl delle regioni a statuto ordinario.»

Lo scrive in una nota Pietrino Fois, coordinatore regionale dei Riformatori sardi.

«I dati degli accantonamenti sono questi: nel 2014 abbiamo dato allo Stato 578 milioni, nel 2015 681, nel 2016 684. Per il 2017 – conclude Pietrino Fois – lo Stato da noi ne vuole 781: una beffa!!!»

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Dal 21 aprile al 30 luglio, i quartieri storici della città di Cagliari diventano palcoscenico di “Vita nella città – Cagliari aperta al mondo”, un progetto multidisciplinare e multiculturale prodotto da ASMED, Associazione Sarda Musica e Danza, e ideato e diretto dal regista Karim Galici. 8 laboratori aperti al pubblico, ai migranti e agli studenti, 2 giorni di spettacolo, più di 30 professionisti tra musicisti, danzatori, attori, organizzatori e docenti, 14 tra scuole e associazioni coinvolte nel territorio sono i numeri del grande evento urbano.

Il progetto è vincitore del bando MigrArti, emanato dal MiBACT (ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo) e dall’UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazione Razziale) e si è classificato tra le prime 36 proposte del settore spettacolo su oltre 400 domande pervenute.

L’iniziativa verrà presentata domani mattina, alle 11.30, nel corso di una conferenza stampa che si terrà al Teatro Civico di Castello, in via Mario De Candia, a Cagliari.

Interverranno: il direttore artistico di ASMED Massimiliano Leoni, il regista Karim Galici, l’Assessore alla Cultura e Verde Pubblico del comune di Cagliari Paolo Frau, la presidente di ProMeSa Silvia Piras, la presidente de Il Sicomoro Stefania Russo, il presidente di Medio Jamaicano Associazione Culturale Momar Gaye, la coordinatrice del gruppo volontari di Save The Children Cagliari Elisa Comparetti, il presidente del Conservatorio G.P. da Palestrina Gianluca Floris, la vicepreside dell’Istituto Pertini di Cagliari Piera Deidda. 

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Dal 22 aprile al 25 giugno 2017 ritornano i consueti appuntamenti che, nel corso dei dieci week end di questi mesi accompagneranno la stagione primaverile nell’Isola.

«Rispetto alle precedenti edizioni vanno registrate alcune importanti novità – ha dichiarato il presidente della CCIAA di Nuoro, Agostino Cicalò -. Cambia innanzitutto il nome della manifestazione, da quest’anno “Primavera nel Cuore della Sardegna”, in modo da rappresentare una realtà territoriale più ampia e completa all’interno del circuito. Un’altra importante novità è rappresentata dalla crescita del numero dei paesi che entrano a far parte del circuito stesso: sono ben 23 i Comuni che hanno aderito alla manifestazione promossa dalla Camera di Commercio di Nuoro e dalla sua azienda speciale ASPEN, a testimonianza del notevole sviluppo di un evento che ha oramai catalizzato su di sé le attenzioni di un panorama sempre maggiore. Nel calendario della Primavera si aggiungono quest’anno i centri di Orosei, Torpè, Gairo e Galtellì.»

«La Regione – ha detto l’assessore del Turismo, Artigianato e Commercio Barbara Argiolas – crede in questi progetti di comunità, che nascono dal basso, dai Comuni e dalle imprese col supporto della Camera di commercio, e trasmettono ai visitatori quello che è il valore più autentico dei nostri territori: cibo, cultura, accoglienza. I progetti integrati di destinazione sono la ricetta fondamentale per essere di supporto il turismo balneare e permettere a chi viene a visitare la Sardegna di vivere la nostra esperienza di comunità. Il passo successivo è mettere a sistema queste iniziative all’interno di una strategia regionale che dia continuità e prospettiva, avvii una collaborazione con la costa e con gli aeroporti in modo che progetti come Primavera nel Cuore della Sardegna e gli altri nati sul territorio possano diventare un motivo per venire in Sardegna anche fuori dai mesi estivi.»

«La Primavera nel Cuore della Sardegna sarà anche quest’anno un percorso nel quale i paesi partecipanti saranno pronti ad accogliere curiosi e visitatori con le loro bellezze naturali e paesaggistiche – ha proseguito Cicalò – con le loro antiche tradizioni, la loro cultura identitaria e con il ricco patrimonio enogastronomico che caratterizza il nostro territorio.»

Ancora una volta il viaggio nel Cuore della Sardegna, tra gli elementi di una natura che in Primavera si mostra in tutto il suo fascino, sarà un’esperienza indelebile, capace di attrarre turisti ai quali verranno svelati i segreti e i costumi di questa terra unica. L’evento sarà inoltre reso ancor più suggestivo dal concomitante Giro d’Italia che, nel week end del 6-7 maggio, attraverserà l’incontaminato territorio ogliastrino proprio nei giorni in cui la manifestazione andrà in scena nel centro di Urzulei.

L’attività di comunicazione promossa dall’Aspen e dalla Camera di Commercio si articola in strumenti tradizionali e strumenti innovativi, con una forte e costante presenza sul web, affiancando al sito ufficiale della manifestazione (www.cuoredellasardegna.it) i canali social (Facebook, Twitter, Instagram e Google Plus “Primavera nel Cuore della Sardegna”) attraverso i quali coinvolgere in maniera diretta i visitatori e tutti coloro che abbiano interesse a scoprire questa importante manifestazione.

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Il presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau, celebra domani (venerdì 21 aprile) a Bono il 72° anniversario della festa della liberazione. La manifestazione, introdotta dai saluti del sindaco, Michela Sau, si svolge nei locali del cinema Rex a partire dalle 9.30 ed ha tra i protagonisti il presidente dell’associazione nazionale partigiani di Treviso, Umberto Lorenzoni, già commissario di battaglione nella divisione partigiana “Nino Nannetti”.

A conclusione degli interventi “R-esistenza, dall’unità d’Italia al 25 aprile i canti di una Italia liberata”, un progetto di Mario Incudine (voce e chitarre) con Antonio Vasta (fisarmonica, organetto e zampogna) e Emanuele Rinella (percussioni).

Partecipano gli studenti del Liceo Scientifico “Segni”, dell’Istituto Tecnico “Fermi” e le terze classi dell’Istituto Comprensivo statale di Bono.

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“Frontex, fase embrionale di un esercito comunitario?”. Sarà il tema del convegno in programma domani, a partire dalle 18.00, nella sala della Stazione marittima incastonata nel porto di Cagliari. Durante l’incontro, promosso dai consiglieri regionali Edoardo Tocco e Oscar Cherchi (FI), si svilupperà un dibattito su problematiche e soluzioni legate all’arrivo dei profughi in Sardegna, tentando di elaborare un progetto a breve e lungo termine per la Sardegna, con particolare attenzione per Cagliari e hinterland, ormai uniche porte d’ingresso d’Europa, sottoposte senza sosta alle forti pressioni dei flussi migratori. Non solo. Sarà portata avanti la proposta di apertura di un centro Frontex (Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera) nel porto di Cagliari.

All’assise parteciperanno il sindaco di Cagliari Massimo Zedda, il vice presidente del Senato Maurizio Gasparri, Emilio Floris (componente della commissione Nato in senato), l’europarlamentare Salvatore Cicu, il prefetto vicario Carolina Bellantoni, i rappresentanti della Questura e della Guardia di Finanza, Umberto Oppus (direttore generale dell’Anci), Paolo Cabianca (Uil Polizia), il segretario regionale del Siulp Salvatore Deidda e Andrea Lai (segretario Uil).

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Il capogruppo dell’Udc in Consiglio regionale, Gianluigi Rubiu, lancia l’allarme sul servizio di emergenza nella provincia di Iglesias Carbonia che «continua a destare forti preoccupazioni per il taglio delle risorse per le attività del 118, che l’assessorato della Sanità sta operando attraverso la decurtazione dei fondi per il volontariato».

«I volontari, pur con risorse ormai ridotte al lumicino, riescono a sopperire e sostituire la voragine determinata dalla sanità pubblica, che si rivela sempre più carente e lacunosa – aggiunge Gianluigi Rubiu -. Riteniamo assurdo che si metta in discussione il ruolo svolto sinora dalle associazioni di volontariato, con il mancato rinnovo delle intese per la programmazione dei servizi di soccorso. L’accordo quadro regionale che regolava i rapporti tra l’ azienda sanitaria locale e le associazioni di volontariato sparse sul territorio, una ventina di sodalizi con un esercito di volontari – scrive Gianluigi Rubiu in un’interpellanza urgente -, è scaduto da tempo e la convenzione risulta prorogata sino a giugno. Sinora c’è stato un silenzio assordante alle richieste di sostegno degli stati generali del 118. Si tenga presente che l’universo del volontariato svolge è diventato un punto di riferimento sul territorio. C’è ora l’incognita legata al decollo della stagione estiva, con le autoambulanze che si troverebbero a stazionare nelle spiagge del territorio. Senza una strategia, con risorse sufficienti a porre rimedio all’inadeguatezza dei mezzi, sarebbe impossibile mettere in cantiere i servizi del 118. Auspichiamo un intervento dell’assessore Luigi Arru – conclude Gianluigi Rubiu – per mettere fine alle incertezze e garantire le risorse adeguate per l’attività di emergenza nel distretto sulcitano.»