29 November, 2024
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Domani sera, alle ore 18.30, presso la sala Branca del comune di Iglesias (Piazza Municipio), alla presenza del sindaco Emilio Gariazzo, dell’on. Salvatore Cherchi, coordinatore del Piano Sulcis e di imprenditori già premiati nel corso delle altre edizioni, il presidente del Rotary Club di Iglesias l’ing. Marco Slavik, consegnerà il 21° premio “Iglesias che produce”.

L’azienda premiata quest’anno è la “Azienda vinicola Aru” di Mario Aru, sita ad Iglesias Sp 86 Loc. Su Merti. 

L’azienda, attiva nel territorio iglesiente da circa è ormai una realtà consolidata ed in espansione in tutto il territorio iglesiente dove già dal prossimo anno verranno utilizzati alcuni terreni di Siliqua e Villamassargia per la coltivazione di nuovi vigneti con l’accordo di conferimento con alcuni produttori locali, inoltre per quanto possibile si utilizzano sempre prodotti locali, infatti, i tappi in sughero sono prodotti da una ditta di Iglesias utilizzando la materia prima del Marganai.

Ripartiamo dalla terra! E’ con questo messaggio che quest’anno il premio Iglesias che produce si è deciso di assegnarlo all’Azienda vinicola Aru.

In un territorio dove da molto tempo si è sacrificata l’agricoltura a favore di una monocoltura mineraria prima, e di un miraggio industriale in un passato più recente, la riscoperta di antichi mestieri come la lavorazione della terra e l’elaborazione dei suoi frutti, possono davvero significare una nuova strada per lo sviluppo dell’area dell’Iglesiente, ricordando inoltre che nei tempi passati a Iglesias vi era una ottima cantina che produceva vini di livello.

La cantina Aru ha saputo riportare in auge una vecchia tradizione, quella della vinificazione, scomparsa ormai da tempo, ma che nei tempi passati ha significato molto per la città. E lo ha fatto puntando ad un buon prodotto con un ottimo rapporto qualità prezzo, legato al territorio a partire dai nomi assegnati ai vari vini, utilizzando solo produzione locale, e scegliendo di rinunciare ad una facile esportazione all’estero per privilegiare una distribuzione capillare a livello locale. Questa forte identificazione dell’azienda con il suo territorio l’ha portata anche ad essere meta di turismo enologico, e per questo recenti progetti la porteranno ad avere nuovi locali per l’accoglienza dei visitatori e di sale per la degustazione dei vini.

L’azienda è piccola, con soli 2 dipendenti fissi ed alcuni stagionali, ma sta crescendo di anno in anno, creando inoltre un indotto di tutto interesse. Infatti con l’aumento della produzione, si stanno stimolando altri proprietari terrieri alla coltivazione della vite e quindi dell’utilizzo produttivo di terreni che sino ad ora avevano un uso strettamente personale.

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Il Consiglio regionale ha approvato la legge di stabilità 2017 e il bilancio di previsione triennale 2017-2019.

La seduta di stamane si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo e formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno, con la discussione dell’art. 5/ter (Disposizioni in materia di agricoltura, artigianato, commercio e turismo) del Dl n.393 (Legge di stabilità 2017) e degli emendamenti collegati.

Prima di affrontare l’ordine del giorno il capogruppo del Psd’Az Angelo Carta, intervenendo sull’ordine dei lavori, ha ripreso il tema dell’inammissibilità di un suo emendamento, perché non collegato alla norma finanziaria, ricordando che un altro emendamento identico è stato ammesso. La mia proposta, ha concluso, «riguardava una legge sulle aree industriali e non quella di bilancio».

Il presidente Ganau ha osservato che, in realtà, l’emendamento del consigliere Angelo Carta era collegato ad un altro emendamento legato e comunque fa riferimento alla materia del personale, tema non ammissibile secondo le regole attuali.

Il consigliere dei Riformatori Luigi Crisponi, sempre sull’ordine dei lavori, ha comunicato che, a fronte di una richiesta di accesso agli atti, gli è stato richiesto il pagamento delle spese dall’Agenzia Forestas. Ma, ha lamentato, «l’accesso agli atti dei consiglieri regionali è disciplinato dall’art.105 del regolamento e non è previsto alcun pagamento, chiedo perciò l’intervento della presidenza».

Il presidente Ganau ha definito una “interpretazione arbitraria” quella di Forestas ed ha assicurato il suo intervento.

Ancora sull’ordine dei lavori, il capogruppo di Sdp Daniele Cocco ha ricordato che «anche stamattina una delegazione di Forestas protesta per la situazione dei lavoratori dell’Agenzia». Occorre, ha affermato, «che a breve si siano risposte da parte degli assessorati del Lavoro e del Personale perché si diano ai lavoratori certezze sul loro futuro».

Il presidente Ganau ha assicurato la massima attenzione della presidenza sul problema.

Successivamente, il Consiglio ha respinto alcuni emendamenti soppressivi presentati dall’opposizione.

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, dopo aver sottolineato l’insufficienza delle risorse su settori strategici per la Regione di cui il suo gruppo auspicava l’incremento ha annunciato il ritiro degli emendamenti soppressivi. Altrettanto hanno fatto il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu ed il consigliere del Misto-Fdi Paolo Truzzu.

Subito dopo l’Assemblea ha approvato una serie di emendamenti. Il n.626 (Sabatini e più) che aumenta ad 800.000 euro lo stanziamento a favore di Argea per il settore vinicolo, il n. 580 (Giunta) che aumenta a 400.000 euro il contributo a sostengo delle Camere di Commercio per le funzioni trasferite dalle Province, il n. 656 (Piscedda e più) che armonizza le norme sulla riduzione dell’indennità di carica per i dirigenti ai contratti collettivi, il n. 653 (Cocco Pietro e più) che aumenta a 390.000 lo stanziamento per il Consorzio turistico della Marmilla “Sa Corona Arrubia”.

Sul testo dell’art.5/ter è stata chiesta la votazione per parti dalla consigliera di Campo Progressista Annamaria Busia.

Dopo l’approvazione dei primi 5 commi, si è sviluppato un dibattito sul comma 6 che prevede un contributo di 100.000 euro a favore del Centro di ricerca Eurispes.

Secondo il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde il contributo è un regalo ai privati.

Per la consigliera Annamaria Busia (Campo Progressista) si tratta invece di scelte dignitosissime di politica ma ognuno può decidere sulle priorità.

Il comma 6 è stato poi approvato.

Anche sul comma 7, che prevede un contributo al Consorzio turistico della Marmilla, sono intervenuti diversi consiglieri.

Luigi Crisponi, per i Riformatori, ha protestato per un sostegno che va ad un Consorzio turistico rispetto ai 31 che operano in Sardegna.

Contraria anche la consigliera Annamaria Busia (Campo progressista) che ha giudicato l’intervento inopportuno rispetto alle emergenze della Regione.

Il consigliere Paolo Zedda (Misto) ha ricordato che le priorità sono sempre soggettive, auspicando una legge organica sulla storia e cultura sarda.

Per il capogruppo sardista Angelo Carta, contrario, la proposta non c’entra nulla con l’identità della Sardegna.

Il consigliere Alessandro Collu (Pd) ha detto di non gradire certe forme di finanziamento condividendo l’esigenza di una legge organica ed osservando, però, che la battaglia di Sanluri ha segnato arrivo degli Aragonesi in Sardegna.

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu ha affermato che alcuni interventi hanno anche una valenza pedagogica e non si tratta di “marchette”.

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha giudicato positivamente l’intervento auspicando il ribaltamento della vulgata della Sardegna come popolo di vinti, contestato tuttavia sul piano storico il significato della battaglia di Sanluri.

Il consigliere del Pds Roberto Desini ha difeso la proposta ricordando un aneddoto del Comune di Sorso sulla valutazione di certi fatti, a seconda che provengano dalla maggioranza o dall’opposizione.

Messo ai voti, il comma 7 è stato approvato.

Anche il comma 8, che prevede un intervento di 330.000 euro per i collegamenti con le isole minori, è stato oggetto di un articolato confronto fra i consiglieri.

La misura è stata condivisa dal capogruppo sardista Angelo Carta, mentre l’esponente dei Riformatori Michele Cossa ha evidenziato la scarsità delle risorse.

Per il consigliere di Forza Italia Edoardo Tocco occorre lavorare a fondo sulla mobilità minore ma con sconti significativi per residenti o proprietari.

Il consigliere di Sdp Luca Pizzuto, a favore, ha sottolineato che si tratta di una prima risposta ad un problema antico.

Favorevole anche Luigi Crisponi dei Riformatori, che ha proposto di estendere l’intervento a 12 mesi, partendo dall’approvazione della Legge di stabilità.

La finalità della misura è stata condivida poi dal sardista Christian Solinas, secondo il quale il testo è però “un pasticcio” perché la Regione ha fatto contratti e può imporre oneri di servizio pubblico, mentre trasferire questa competenza ai Comuni determina una eccessiva frammentazione.

Il capogruppo di Cps Piefranco Zanchetta ha condiviso in parte le tesi di Solinas, mettendo in evidenza che sulla mobilità nelle isole minori ha ragione si sta ancora navigando a vista  e tuttavia il provvedimento ma dà risposte ai cosiddetti “nativi”.

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni, favorevole ad un impegno più forte della Regione sulle isole minori, ha criticato a fondo la politica fin qui seguita in materia di trasporti, battaglia strategica della Sardegna.

Successivamente è stato approvato il comma 8 e di conseguenza il testo dell’articolo.

Per quanto riguarda gli emendamenti aggiuntivi sono stati approvati il n. 654 (Moriconi e più) che assegna un contributo di 150.000 all’Agenzia Agris, il n. 591 (Forma e più) che prevede la spesa di 150.000 euro per iniziative di valorizzazione del pane fresco tipico della Sardegna. (Af)

Bocciati, in rapida successione gli emendamenti aggiuntivi presentati dal gruppo dei Riformatori per alcuni interventi nei settori del commercio e dell’artigianato e del turismo: centri commerciali naturali, negozi storici, ristoranti tipici e la manifestazione “Autunno in Barbagia”. Su quest’ultimo punto il consigliere Luigi Crisponi ha chiesto un pronunciamento dell’assessore al Turismo Barbara Argiolas. «La Regione ha sempre finanziato la manifestazione Autunno in Barbagia, che ogni hanno mette in mostra le eccellenze delle zone interne richiamando migliaia di turisti. Questo impegno verrà meno o la Regione continuerà a sostenere l’iniziativa?».

L’assessore Argiolas ha confermato l’impegno: «La Regione proseguirà nelle azioni di promozione e valorizzazione della manifestazione Autunno in Barbagia per il valore che rappresenta per tutta l’Isola».

Si è poi sviluppata una lunga discussione sull’emendamento n.119 presentato dal consigliere dell’Uds Giovanni Satta che propone lo stanziamento di un contributo di 20mila euro a favore della Parrocchia di Santa Maria Abate di Posada per la celebrazione dei riti della Settimana Santa.

Sulla proposta, che ha ottenuto il parere positivo della Commissione e della Giunta, è intervenuto per primo il consigliere del Pd Antonio Solinas che ha manifestato stupore per il parere positivo della Giunta. «In Sardegna – ha detto – ci sono tanti paesi e territori che celebrano i riti  della Settimana Santa. Non capisco il perché di scelte singole di questo tipo». Critici anche il consigliere di Sdp, Paolo Zedda, che ha auspicato un provvedimento di carattere generale per la promozione del patrimonio immateriale della Sardegna (poesia, musica, canto a tenore etc.) e la consigliera di Campo Progressista Anna Maria Busia che ha invocato interventi di sistema. 

A sostegno dell’emendamento sono invece intervenuti il capogruppo del Psd’Az Angelo Carta («Qual è lo scandalo? Una marchetta dell’opposizione si può fare passare. Il comune di Posada se l’è meritata sul campo»), il consigliere del Pd Roberto Deriu  ( «L’emendamento no è una marchetta. Il Comune lo ha meritato per aver  costruito una rete territoriale importante. La Giunta ha fatto bene a dare parere favorevole. E’ un premio da parte del Consiglio a comuni intelligenti e attivi»), il consigliere dei Riformatori Luigi Crisponi («Il vero scandalo è non avere una legge che valorizzi e promuova l’immenso patrimonio storico e culturale della Sardegna»), e il consigliere di Forza Italia Giuseppe Fasolino («Voterò a favore ma sarebbe opportuno sapere quali sono i criteri per consentire ai comuni di ottenere i finanziamenti»).

Il presidente della Commissione Bilancio Franco Sabatini ha definito inutili le questioni sollevate: «C’è grande attenzione per il patrimonio immateriale della Sardegna. Ogni anno finanziamo con 2 milioni di euro le Pro Loco. Altri finanziamenti sono finalizzati alla promozione della cultura sarda. Non si può dire il contrario».

Il presentatore dell’emendamento Giovanni Satta (Uds) ha voluto chiarire che la proposta non aveva una finalità localistica: «Posada non è nel mio collegio elettorale. Ho presentato l’emendamento perché si tratta di una manifestazione meritoria».

Per il consigliere Giorgio Oppi (Udc) «non sono marchette ma mance. In una finanziaria costellata di provvedimenti di questo tipo non c’è motivo di perdere tempo su un piccolo finanziamento a un’iniziativa meritoria».

Pietro Pittalis (Forza Italia) ha invece difeso l’operato del suo gruppo: «La Finanziaria è un mercanteggiamento, noi non abbiamo presentato richieste – ha detto Pittalis – sfido l’assessore a dire il contrario. Chi ha proposto le marchette se le tenga. Le nostre proposte sono tutte di carattere generale e mirano allo sviluppo della Sardegna».

Posto in votazione l’emendamento n.116 è stato approvato.

Respinto l’emendamento 19 insieme al 110, 111, 114.

E’ stato approvato invece l’emendamento 151 (Rubiu e più) per finanziare con 50mila euro la rievocazione della Sartiglia di Iglesias.

L’on. Busia (CP) ha sostenuto gli emendamenti 487 e 488, che prevedono azioni di contrasto del fenomeno di spopolamento dei piccoli comuni, anche attraverso gemellaggi. Il 487 è stato respinto mentre il 644, sostitutivo del 488, è stato approvato e prevede un fondo sperimentale di 100 mila euro a titolo di cofinanziamento per i Comuni che intendono avviare  progetti di gemellaggio nell’ambito dell’Ue.

Approvato l’emendamento 652 sostitutivo del 535 dell’on. Francesco Agus (CP): 500mila euro per sostegno e animazione imprenditoriale in tutta al Sardegna in collaborazione con Gec 2017 e Meta group.

Respinto l’emendamento 112 e poi il 113, 115.

Approvati gli emendamenti 432 e 642 per avviare le procedure per acquisire il dominio di rete Sardegna .srd. La spesa prevista è di euro 20 mila.

La dismissione della partecipazione regionale dentro Insar è oggetto dell’emendamento 493 a firma Busia e Agus (CP). L’assessore Paci ha risposto che “il tema è all’attenzione della Giunta, come del resto tutte le partecipate. Ma è chiaro che non possiamo decidere solo noi perché il 50 per cento è dello Stato”. L’emendamento è stato respinto”.

Sull’articolo 6 sono stati ritirati gli emendamenti dell’opposizione e l’articolo 6 è stato approvato e a seguire anche gli articoli 7 e 8 senza nuovi emendamenti. L’on. Busia ha ritirato l’emendamento 494 (finanziamento straordinario per i debiti fuori bilancio del Comune di Nuoro) ma l’opposizione con l’on. Crisponi (Riformatori) e poi Pittalis (FI) l’ha fatto proprio insieme agli emendamenti 620 e 621.

L’on. Pittalis ha detto: “Su un argomento di questa portata contavamo sulla partecipazione trasversale di tutte le forze. Prendiamo atto del vostro ritiro e confidiamo nella sensibilità dei colleghi”. L’on. Crisponi ha aggiunto: “Ci sono tensioni nel territorio anche per i recenti fatti di Oliena”. L’on. Carta (PSd’Az) ha detto: “Qui si tratta di sostenere il capoluogo delle zone interne, perché c’è Nuoro e c’è anche la sua provincia, disperatamente isolata con ponti crollati e strade bloccate che non consentono di collegare l’Ogliastra”.

“Su questo tema è chiaro che sono tanti i Comuni in difficoltà, non solo Nuoro. E per evitare conflitti chiediamo che si intervenga per tutti, come ha richiesto lo stesso sindaco di Nuoro, che non gradisce nessuna forma di favoritismo”, ha detto l’on. Busia (CP).

L’on. Giovanni Satta (Uds) ha chiesto all’assessore Paci “un intervento chiaro sul punto”.

E’ stato respinto l’emendamento 621-

L’on. Pittalis ha riferito di “una richiesta di incontro appena giunta dal Comune di Nuoro per parlare dell’università nuorese” e ha detto: “Questo atteggiamento anche del comune di Nuoro è schizofrenico, non siamo i lacchè di nessuno”. Della stessa opinione l’on. Crisponi.

L’emendamento 494 è stato respinto.

Sulla Tabella A è stato approvato l’emendamento 590 e poi il testo della Tabella; a seguire la Tabella B e la Tabella C con il solo emendamento 30.

L’Aula è passata all’esame della Legge di bilancio e dei relativi emendamenti, che sono stati respinti con il parere contrario della Commissione e della Giunta. Respinto, in particolare, l’emendamento 23 sul quale Forza Italia aveva chiesto il voto elettronico palese.

L’articolo 1 è stato approvato e così l’articolo 2 (sul quale sono stati ritirati gli emendamenti), l’articolo 3, l’articolo 4.

Approvati l’emendamenti 78, 57, 60, 72,  76, 75 (proposti dalla Giunta) sulle Entrate e gli emendamenti 73, 74, 65, 85 e 55, 4 e 59 sulla Spesa. Sempre sulla spesa l’on. Busia ha caldeggiato il sì all’emendamento 7 che recepisce una norma nazionale relativa ai compensi ai 12 avvocati della Regione. “In passato sono stati maturati compensi anche doppi rispetti allo stipendio”. L’assessore Raffaele Paci ha detto: “Faremo verifiche, non ho competenze dirette sulla materia”. L’emendamento è stato respinto insieme al 7, 47, 13, 50, 51, 52, 54, 49.

L’on. Roberto Desini (Pds) ha annunciato il ritiro dell’emendamento 79.

Non approvato l’emendamento 194; ritirato l’8; non approvati il 48 e il 192; ritirati l’80n e il 10; approvato il n. 83 (Giunta regionale) decade il 77; non approvati il 196, il 188, il 197,il 198. Approvato l’emendamento tecnico n. 56 (Giunta regionale) e il tecnico n. 61 (Giunta regionale); non approvato il 206, ritirato l’11.

Sull’emendamento n. 1 (Usula, Misto) che proponeva di incrementare con 1.5 milioni di euro il capitolo di bilancio relativo ai centri antiviolenza si è sviluppato un vivace confronto in Aula. Il presentatore ha rimarcato la scarsità dei fondi a disposizione ed ha definito “non un grande risultato” quello ottenuto con il pacchetto di emendamenti approvati nella seduta di ieri e salutato con favore dalle consigliere di entrambi gli schieramenti. «Propongo un  finanziamento aggiuntivo di 1.5 milioni di euro che riporterebbe così gli stanziamenti al livello del 2007 – ha concluso Usula – ponendo fine alla riduzione delle risorse che abbiamo registrato nell’attuale legislatura».

Il capogruppo di Fi, Pietro Pittalis, è intervenuto a sostegno della proposta del consigliere dei Rossomori («è un modo serio di affrontare il problema perché se è vero che è stato positivo ampliare i centri antiviolenza è altrettanto evidente che servono risorse adeguate»).

La consigliera del Pd, Rossella Pinna, ha invece confermato soddisfazione per i risultati ottenuti in sede di finanziaria («abbiamo triplicato le risorse a disposizione») ed ha affermato che “nel corso dell’anno sarà valutato se saranno necessarie incrementi negli stanziamenti”. Soddisfatta dei risultati ottenuti anche la consigliera di Fi, Alessandra Zedda, che ha parlato di “primo passo significativo” ed ha definito “meritoria” la proposta del consigliere Usula. Posto in votazione l’emendamento 1 non è stato approvato con 23 sì e 29 no.

Ritirato l’emendamento 9; non approvati il 199, il 201, il 202, il 203, il 204; ritirato l’81; non approvato il 205, approvato invece l’emendamento n. 5 (Pietro Cocco e più) che incrementa di un milione di euro il capitolo relativo al fondo per la concessione di contributi in conto interessi sulle operazioni di credito a favore delle imprese artigiane.  Non approvati gli emendamenti 189, 190, 191 e 200.

Approvati tre emendamenti di natura tecnica della Giunta (58, 63 e 64) è stato approvato anche l’emendamento n. 66 (Giunta regionale) che sostituisce l’elenco dei residui perenti a valere su risorse vincolate e non vincolate, dell’allegato 6 alla nota integrativa.

Approvati di seguito: l’allegato 1 (Prospetto delle entrate di bilancio per titoli e tipologie); l’allegato 2 (Riepilogo generale delle entrate per titoli); l’allegato 3 (Prospetto delle spese di bilancio per missioni, programmi e titoli); l’allegato 4 (Riepilogo generale delle spese per titoli); l’allegato 5 (Riepilogo generale delle spese per missioni); l’allegato 6 (Quadro generale riassuntivo delle entrate e delle spese per titoli); l’allegato 7 (Prospetto dimostrativo degli equilibri di bilancio), l’allegato 8 (Prospetto di verifica del rispetto dei vincoli di finanza pubblica); l’allegato 9 (Tabella dimostrativa del risultato di amministrazione presunto); l’allegato 10 (Prospetto della composizione, per missioni e programmi, del fondo pluriennale vincolato); l’allegato 11 (Composizione dell’accantonamento al fondo crediti di dubbia esigibilità); l’allegato 12 (Prospetto dimostrativo del rispetto dei vincoli di indebitamento delle regioni e delle province autonome); l’allegato 13 (Elenco dei capitoli che riguardano le spese obbligatorie); l’allegato 14 (Elenco delle tipologie di spesa finanziabili con il fondo di riserva per le spese impreviste); l’allegato 15 (Nota integrativa al bilancio di previsione 2017-2019).

Dopo un chiarimento richiesto dal capogruppo Fi, Pittalis, il presidente del Consiglio ha comunicato che i lavori sarebbero ripresi alle 15 con le dichiarazioni di voto finali.

Il capogruppo del Psd’Az, Angelo Carta, intervenendo per fatto personale ha preannunciato azioni legali contro un consigliere per “avermi definito bugiardo”.

Il consigliere, Eugenio Lai (SdP), ha ribadito al richiesta perché si dedichi una sessione dei lavori del Consiglio al “caso Aias”. Il capogruppo di Forza Italia, Pittalis, ha rilanciato: «Concordo con Lai, così potremo far cessare le speculazioni in corso sul “caso Aias”». L’esponente della minoranza ha quindi insistito sul caso Forestas e sulla messa in calendario della legge per le zone interne.

Il consigliere dell’Udc, Giorgio Oppi, sia è associato alle dichiarazioni rese da Pietro Pittalis ed  ha proposto una sessione di lavori dedicata interpellanze e mozioni.

Il presidente del Consiglio dopo aver ipotizzato una riunione della capigruppo per il prossimo martedì ha dichiarato conclusi i lavori e convocato il Consiglio alle 15.00.

I lavori sono ripresi nel pomeriggio, sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno, con le dichiarazioni di voto finali sul Dl n. 393 (Legge di stabilità 2017).

Aprendo il ciclo degli interventi, il consigliere Luigi Lotto (Pd), favorevole, si è soffermato sullo «stanziamento considerevole per il comparto agro-pastorale, però c’è sconcerto fra maggioranza e opposizione per l’atteggiamento di una forza politica di intestarsi meriti che sono di tutto il Consiglio sulla decisione relativa al pecorino romano». A nessuno, ha aggiunto, «è consentito, peraltro con numeri non determinanti, di ergersi ad unico depositario di un interesse diffuso a soetegno di un settore, per il quale sono certo che l’assessorato troverà le strade più adeguate per l’utilizzo migliore e più rapido delle risorse disponibili».

Il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde ha parlato di una «legge finanziaria inadeguata e distratta frutto del lavoro dei professori incapaci di sintonizzarsi con i problemi reali della Sardegna ma, oltre alla miope visione accademica, ne è emersa un’altra, emblematica di quadro attento ai particolarismi più che alle scelte di sistema». In questi anni, ha sintetizzato, «si è fatta molta auto-promozione mentre la Sardegna affondava, le famiglie venivano trascurate e le imprese abbandonate al loro destino».

Il consigliere di Forza Italia Oscar Cherchi ha definito la finanziaria 2017 «la peggiore degli ultimi vent’anni e spero che stavolta Governo non la impugni consentendo di liberare finalmente risorse comunque indispensabili per la Sardegna». Questa legge, ha detto ancora, «non permette di guardare al futuro, non ha una colonna vertebrale ed una linea, non indica una strada giusta per la Sardegna, dal turismo al lavoro, all’agricoltura, perché in tre anni siamo tornati indietro di dieci ed è stato abbandonato quanto era stato fatto in passato solo per dare risposte personalizzate e territoriali, senza niente di nuovo».

Il capogruppo di Sdp Daniele Cocco ha esordito dichiarando che « i giudizi di Cherchi sono molto ingenerosi, noi invece siano soddisfatti della legge perchè, pur nella ristrettezza di risorse, siamo riusciti a dare alcune risposte alle tante emergenze della Sardegna: politiche sociali, povertà, settore lattiero-caseario, cercando di agire con razionalità». Nel giudizio complessivo sulla legge, ha proseguito Cocco, «non cantiamo vittoria perché siamo consapevoli della situazione della nostra terra, potremo fare di più se risolveremo con lo Stato la questione degli accantonamenti per il debito pubblico, che non hanno certo creato i sardi: questo chiederemo al presidente, alla Giunta ed alla maggioranza».

Il consigliere del Misto-Fdi Paolo Truzzu ha criticato a fondo la finanziaria che, a suo giudizio, «è simile ad un bilancio di condominio, piena di spese obbligate, senza respiro e con un programma piatto dato che, a parte gli interventi per il settore lattiero-caseario, non sono mai entrati alcuni grandi temi come spopolamento, zone interne, invecchiamento della popolazione e lavoro che pure interessano moltissimo la società sarda». L’opposizione, ha ricordato Truzzu, «invece proprio su questo ha concentrato le sue proposte ma la maggioranza non le ha voluto prendere in considerazione e quello della ristrettezza di risorse è un alibi, perché in realtà sono stati divisi 10 milioni di mancette perché le elezioni sono alle porte, facendo registrare una distanza siderale fra la maggioranza e i sardi».

Il consigliere Stefano Tunis, di Forza Italia ha osservato che, dall’inizio della legislatura, «è trascorso un tempo abbastanza lungo per poter dare giudizi significativi; vi siete presentate come persone di alte competenze scientifiche che dovevate trasferite alla politica per dare una risposta più efficiente ai cittadini e noi abbiamo visto questo gioco mettendovi alla prova ma la politica rivoluzionaria non c’è stata». A cominciare dalle entrate, ha continuato, «dove Pigliaru si era paragonato al Marchionne dei progetti visionari ma alla fine ha prodotto solo la rinuncia ai ricorsi e la scelta del dialogo costruttivo col Governo: i risultati sono fallimentari ed il bilancio del giro di boa suggerisce una drastica inversione di rotta».

La vice capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda, «senza dietrologie», ha affermato che anche «la stessa impostazione ed il metodo della Legge di stabilità hanno lasciato a desiderare, perché doveva essere l’anno della svolta ma è arrivata in grave ritardo e solo per responsabilità dell’opposizione si è arriva oggi all’approvazione». Quanto ai contenuti, secondo la Zedda «sono largamente insufficienti su entrate ed azioni per un ruolo incisivo della Sardegna sui temi dell’ insularità (fiscalità, attività produttive, spesa di fondi comunitari, continuità territoriale)».

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu ha sottolineato che «in questo momento, ci piace ricordare lo sforzo del Consiglio, anche dal punto di vista etico, per una manovra che porterà vantaggi e benefici, a partire da norma inserita nel comma 6 dell’articolo 1 che, per la prima volta, consente ad aziende e famiglie pressate da azioni esecutive del fisco di fare transazioni sul capitale e non solo sugli interessi».

Il consigliere dei Riformatori sardi Luigi Crisponi ha affermato che «se si dovesse scrivere il diario di bordo di questi tre giorni sarebbe davvero insoddisfacente, come emerge anche nelle fila della maggioranza per tanti emendamenti bocciati ed invece meritevoli di molta attenzione, dietro i quali ci sono storie di luoghi e paesi che stanno soffrendo moltissimo: Nuoro trattata a schiaffi, zone interne, tradimento del popolo delle imprese e delle attività produttive, perfino un grandissimo artista come Giuseppe Biasi è stato abbattuto dalla maggioranza».

Il capogruppo del PSd’Az Angelo Carta ha messo l’accento sul fatto che «con la legge di stabilità il Consiglio ha soltanto sfiorato i problemi importanti dei sardi, senza affrontarne neanche uno in maniera decisa, senza soluzioni e priorità; inoltre è mancato il tentativo di utilizzare la leva fiscale per iniziare a dimostrare che una Regione diversa, quella della zona franca, può decidere in autonomia le sue politiche di sviluppo, per cui purtroppo le cose in Sardegna resteranno come prima».

Il consigliere di Campo Progressista Francesco Agus ha espresso una valutazione molto positiva sull’emendamento per «il riconoscimento dell’insularità in ambito comunitario». Positiva anche la fine dell’esercizio provvisorio, ha continuato Agus, «ma non è il caso di assumere toni trionfalistici, perché la Legge di stabilità risente in effetti di vecchi problemi a causa dei quali il Consiglio ha ripartito pani e pesci senza riuscire a moltiplicarli, in tutti i sensi». Quanto al bilancio, ha aggiunto il consigliere, «è composto fondamentalmente da tre macro-voci, sanità peraltro sottostimata, macchina regionale troppo lenta, fondo unico per gli Enti locali: di qui una finanziaria compilativa in cui le uniche risorse, come patti con il Governo e fondi europei, richiedono i primi più trasparenza ed i secondi una spesa molto più veloce».

Il consigliere di Forza Italia Ignazio Locci si è detto convinto, in un primo tempo, che questa legge potesse essere una svolta che del resto «era stata annunciata come quella che regolava i conti con lo Stato ma, in realtà, rispetto ai grandi temi dello sviluppo economico e delle politiche per il lavoro, sul bilancio complessivo di circa 9 miliardi emerge che le risorse sono quasi interamente assorbite da sanità, accantonamenti, personale e mutui». Siamo insomma,a continuato Locci, «all’ennesimo festival della conferma della spesa storica, le riforme annunciate non hanno prodotto novità e non si vede nemmeno un barlume di speranza, tanto è vero che l’emendamento più importante, quello di Agus su un piano del lavoro di vecchia memoria, non è stato nemmeno discusso dal Consiglio».

Sempre per Forza Italia il consigliere Edoardo Tocco ha affermato che «questa finanziaria non ha accontentato nessuno ed anzi suona l’ennesimo campanello di allarme su una situazione davvero drammatica, i benefici (pochi) sono solo per alcuni e non incidono su problemi della Sardegna, da sanità a continuità territoriale, dall’industria ai trasporti, in definitiva il miracolo non c’è stato e non ci poteva essere perché è mancata quella strategia forte che si sardi si aspettavano».

Il consigliere Giovanni Satta (Misto) ha detto che, dalla legge di stabilità, si sarebbe aspettato qualcosa di più e di meglio, mentre invece ci si trova di fronte ad una «finanziaria inconsistente che forse non poteva essere diversa senza rivedere profondamente i rapporti con lo Stato anche con il riconoscimento dell’insularità»- Lo stesso intervento per il lattiero-caseario, «ammirevole ma tardivo comunque non salverà questa annata agraria, anche perché l’agricoltura sarda ha bisogno di una riforma profonda, così come i trasporti e tutto il tessuto economico regionale, insomma c’è bisogno di una Sardegna diversa che con questa finanziaria non c’è».

Il consigliere Antonio Solinas (Pd), favorevole, ha sostenuto che con la manovra «si è fatto tutto il possibile compatibilmente con la situazione della Sardegna, abbiamo lavorato in questi mesi ascoltando tutti i portatori di interesse, in un quadro di disponibilità ridotte ma, nonostante questo, va segnalato il contributo al Consorzio di bonifica Oristanese (il più grande dell’Isola) che è stato salvato superando le improvvisazioni». Va ricordato anche, ad avviso di Solinas, «che tutto il Consiglio è intervenuto con risorse importanti a sostegno del lattiero caseario, anche se è vero che alcuni argomenti solo stati solo sfiorati come zone interne e spopolamento; questo è il problema dei problemi e dobbiamo a cominciare a lavorarci da domani mattina, almeno per dare risposte in grado di bloccarlo, così come dobbiamo intervenire per accelerare la spesa dei fondi Psr e comunque è un ottimo risultato che la Giunta abbia assegnato ad Argea la funzione di ente pagatore».

Il consigliere dell’Udc Giorgio Oppi si è detto non soddisfatto della finanziaria ma, ha precisato, «avrei gradito di più parlare di problemi veri come il lavoro, perché il centro-destra metteva fondi ma ora non ho visto nulla per lavoro e industria». Eppure, ha ricordato, «quando scomparve il settore carbonifero si realizzò il polo di Portovesme con alluminio e piombo-zinco, speravamo insomma in qualcosa di innovativo, anche per la presenza di molti professori, e di ripetere magari l’esperienza del Veneto dove dalle ceneri dell’industria pesante nacque un diffuso tessuto di piccole imprese, qui al contrario non si è fatto niente e non si è chiusa nemmeno una vertenza».

Il consigliere Emilio Usula (Misto-Rossomori) ha ribadito la valutazione negativa del suo gruppo perché «la finanziaria è povera e asfittica, senza una visione del futuro, miope e tesa a soddisfare esigenze di natura immediata simili al mercimonio, di bassissimo profilo e respiro che non va nemmeno vedere qualche Sardegna si vuole e con quali obiettivi si intende aggredire disoccupazione, dispersione scolastica, mobilità, ambiente, spopolamento di aree interne, ruralità e giovani».

Il consigliere di Forza Italia Giuseppe Fasolino non si è dichiarato stupito da una finanziaria inefficace ed ha messo in evidenza che «mentre prima la maggioranza dava la responsabilità al passato ora ha esaurito gli alibi». «Manca – ha lamentato – un progetto di Sardegna ed il governo regionale non sa dove andare, sugli argomenti più importanti come trasporti turismo ed agro alimentare non si vedono obiettivi e tantomeno i risultati che, dopo tre anni, si dovevano vedere». L’Esecutivo, ha proseguito, «si è appiattito sull’ordinaria amministrazione ed è il peggior difetto per chi riveste una importante funzione pubblica; per quanto ci riguarda avremmo voluto parlare dei grandi problemi della Sardegna anziché dei soliti interventi spot ma i sardi meritano certamente molto di più».

Il consigliere Giuseppino Pinna (Udc) ha ribadito il voto contrario del suo gruppo ad una a finanziaria «di scarso spessore, senza autorevolezza nei confronti del Governo centrale che continua a pagare la Sardegna con assegni a vuoto».

La consigliera Anna Maria Busia (Campo Progressista) ha dichiarato che «questa non è la mia legge ideale come credo di aver dimostrato con gli emendamenti ed anche se riconosco che la politica è equilibrio fra ciò che deve essere e ciò che è, molte cose non mi piacciono, altre le avrei impostate diversamente a cominciare dal taglio coraggioso della spesa». Avrei scelto, ha continuato, «anche un altro metodo perché c’è stato poco dialogo nella coalizione e ad un certo punto sarebbe stato facile uscire dalla maggioranza ma le scelte facili non mi sono mai piaciute e per questo voterò sì».

Il consigliere Alessandro Collu (Pd) ha detto fra l’altro che, «dopo la lunga carrellata degli interventi dell’opposizione è giusto farsi coraggio». La finanziaria, ha sottolineato, «non è la soluzione di tutti i problemi e non poteva essere questo, è piuttosto un luogo come la famiglia dove si cerca di fare il massimo per non lasciare nessuno indietro e bisogna riconoscere che abbiamo trovato situazioni difficilissime, come la sanità ed Abbanoa, che sono state rimesse in piedi, per cui voterò sì».

Il presidente della Commissione Bilancio Franco Sabatini ha difeso con decisione l’impianto della Manovra Finanziaria. Rivolto al consigliere di FdI, Paolo Truzzu, si è detto convinto che il tempo del centrosinistra non sia affatto finito: «Questo lo decideranno gli elettori – ha detto Sabatini – non accetto l’accusa di aver lavorato per distribuire mancette. Credo che abbiamo fatto invece un ottimo lavoro anche grazie all’atteggiamento costruttivo dell’opposizione. In questi mesi abbiamo ascoltato con grande attenzione le parti sociali e discusso a fondo su come utilizzare le risorse. La Finanziaria conferma il Fondo Unico per gli enti locali, i 30 milioni per il Reis, il Fondo per i beni culturali, gli 8 milioni per le biblioteche. Ci sono poi le risorse per i cantieri verdi, gli operai in utilizzo, un milione per la Caritas, 5 milioni per il trenino verde. Senza dimenticare le azioni a tutela della lingua sarda, i fondi per garantire la mobilità verso isole minori, i 14 milioni per il settore lattiero-caseario. Certo non abbiamo risolto tutti i problemi ma questo non è possibile».

Voto contrario alla Manovra ha annunciato il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu: «Questa finanziaria è l’ennesima occasione perduta. Le nostre aspettative erano diverse – ha detto Rubiu – la bocciatura dei nostri emendamenti non ha consentito di invertire la rotta. Il documento è un insieme di proclami e annunci, un film già visto. La Giunta Pigliaru continua a gestire le risorse come se si trattasse del portafoglio di famiglia. La Manovra è una distribuzione di mancette, un documento privo di strategia strutturale che si trasformerà in un boomerang per la maggioranza».

Anche secondo il capogruppo dei Riformatori sardi Attilio Dedoni la Manovra merita un voto contrario. «E’ vero che non è sulla finanziaria che si giocano le sorti della Sardegna ma se si guarda alle leggi di settore si capisce che il provvedimento non ha un’anima e un indirizzo – ha sottolineato Dedoni – tutti i comparti sono in sofferenza. Non si riesce a governare il sistema dei cantieri verdi, giochiamo male la partite delle entrate, la sanità continua a produrre disastri. Per questo occorre riorganizzare le leggi di settore. Questa potrebbe essere la vostra ultima finanziaria, vedete voi se riuscite a fare qualcosa di positivo nell’interesse del popolo sardo».

Di diverso avviso il capogruppo dei Cristiano Popolari Socialisti, Pierfranco Zanchetta, che ha annunciato il suo voto favorevole spiegandone i motivi: «Certo la finanziaria non risolve tutto ma indica alcuni percorsi per arrivare a soluzioni positive». Zanchetta si è poi rivolto al collega Truzzu contestando alcune espressioni utilizzate nel suo precedente intervento. «Ha detto alla maggioranza di levare le tende, questo però non è un campeggio. Sarebbe meglio evitare certi termini se non si vuole contribuite ad alimentare il populismo. In questo modo si dà un cattivo esempio a chi ci segue e una rappresentazione non corretta delle istituzioni».

Anche per il capogruppo del Pd Pietro Cocco, è ingiusto dire che la Finanziaria non ha un’anima. «I dati Istat dicono che l’occupazione è in aumento, a gennaio si è registrata una crescita del 14%  grazie ai nuovi contratti a tempo indeterminato – ha ricordato Cocco – è sufficiente? Io dico di no, ma stiamo cercando di riformare la Regione. Questa è una Finanziaria da 7 miliardi e 600milioni di euro tutti spendibili. Sono stati confermati i fondi per il sociale (350 milioni) e per gli enti locali, non sono aumentati i tributi. Le misure adottate vanno nella la giusta direzione».

Giudizio negativo, invece dal capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis: «Una finanziaria si misura dagli effetti che produce sul sistema economico e sociale dell’Isola – ha detto Pietro Pittalis – stiamo entrando nel quarto anno del governo della Giunta Pigliaru, vorrei sentire quali effetti hanno prodotto le finanziarie già a regime. Quale influenza sul Pil, sulla disoccupazione, sul sistema produttivo, sulla lotta alle povertà? La risposta è davanti a tutti: il Pil è sceso dell’1%, il più basso d’Italia, la disoccupazione aumenta, i poveri crescono, i precari attendono ancora risposte. Non c’è un settore che possa dirsi soddisfatto delle politiche attuate. Fuori dal Palazzo c’è gente che soffre. E’ giusto cercare di superare le conflittualità ma non è possibile un dialogo su queste premesse. Voi colleghi della maggioranza state alimentando il partito del qualunquismo».

Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione la Legge di stabilità 2017 che è passata con 28 voti a favore e 21 contrari. Disco verde anche per il Bilancio di previsione 2017-2019 (votanti 50, 29 sì e 21 no).

L’Aula è poi passata all’esame del Bilancio interno del Consiglio. Il presidente Ganau ha invitato i questori a leggere la relazione. Fabrizio Anedda, a nome dei colleghi del Collegio dei Questori, ha dato per letto il documento.

Subito dopo è intervenuto il questore della minoranza Giorgio Oppi che ha annunciato il suo voto contrario. «E’ arrivata l’ora di spiegare il perché del mio atteggiamento critico nei confronti della gestione complessiva del Consiglio – ha detto Giorgio Oppi – l’Assemblea sarda ha perso la sua centralità politica diventando il passacarte della Giunta il cui potere è cresciuto a dismisura. Questa Finanziaria ne è la dimostrazione evidente».

Oppi si è poi soffermato su alcune criticità del Palazzo: «Gli impianti non sono a norma e le condizioni esterne non sono degne della sede del Parlamento sardo – ha detto l’esponente dell’Udc – le gare d’appalto sono vecchie di 30 anni. Grazie all’impegno dei questori si sono definite le nuove per i servizi di vigilanza e pulizia. Per le altre forniture, invece, si va di proroga in proroga».

Oppi ha poi contestato la decisione di chiudere il presidio sanitario interno al Palazzo nonostante la disponibilità di un fondo di 100mila euro in bilancio.

Duro anche il giudizio sulla gestione del personale: dalle carenze della pianta organica alla sperequazione negli emolumenti dei vecchi e nuovi assunti: «Ci sono dirigenti con stipendi più alti rispetto al presidente del Consiglio e della Regione mentre i dipendenti assunti dopo il 2005 hanno salari bassi.».

Critiche, infine, per la programmazione dei lavori: «Ho chiesto di poter lavorare dal lunedì al venerdì. Questo consentirebbe di esaminare gli atti. Ci sono oltre 300 mozioni e interpellanze ancora da discutere. C’è poi da definire la questione relativa alla composizione dell’Ufficio di Presidenza dove siedono due rappresentanti dello stesso gruppo politico, cosa finora mai successa».

In conclusione del suo intervento, Oppi ha auspicato un cambio di rotta. «Il Consiglio ha perso prestigio e autorevolezza è tempo di cambiare ritmo».

Al questore Oppi ha replicato il presidente Gianfranco Ganau: «La centralità del Consiglio dipende dalle persone che lo compongono – ha detto Ganau – l’arretramento della politica è responsabilità di tutti».

Sulla messa a norma del Palazzo, Ganau ha ricordato che da due anni  si sollecita un intervento: «Quest’anno finalmente ci sono 6 milioni di euro vincolati – ha detto il presidente – sulle gare è vero che siamo in ritardo ma qualcosa si è mosso. La gara per la vigilanza è stata bandita, presto si farà anche quella per il servizio di pulizia».

Ganau ha annunciato anche un intervento per la copertura dei posti della pianta organica: «Esiste una carenza di personale che limita l’attività del Consiglio. Stiamo cercando di porvi rimedio. E’ stato bandito il concorso per i dirigenti referendari, presto si faranno anche quelli per le altre figure professionali». Sulla differenza tra gli emolumenti dei vecchi e nuovi assunti, il presidente ha ricordato che i nuovi contratti rispondono agli standard attuali mentre sui vecchi non si può intervenire perché si tratta di diritti acquisiti.

Sul presidio di Pronto Soccorso, Gianfranco Ganau ha manifestato perplessità: «Ritengo un’anomalia che una struttura pubblica abbia un Pronto soccorso pagato dai cittadini».

Un accenno, infine, alla programmazione dei lavori: «Su questo la competenza è della Conferenza dei capigruppo. Il numero delle mozioni discusse è in linea con quanto accadeva nelle passate legislature». L’on. Attilio Dedoni (Riformatori) ha sollecitato “uno sforzo in più dei questori affinché si porti tutto a norma. Ed è opportuno che i consiglieri non debbano più andare a pietire qualcosa dalla presidenza o dall’ufficio dei questori. E’ fuori dubbio che il palazzo a abbia bisogno di una rivisitazione, per una questione di decoro”.

L’on. Fabrizio Anedda (Misto)  ha segnalato il bisogno di “un dialogo tra i questori e i capigruppo. Possiamo farlo da subito. Per quanto riguarda i lavori urgenti del palazzo ho chiesto 2 milioni di euro per i lavoro urgenti alla commissione Bilancio. Ce n’è stato concesso uno con la promessa di un altro milione in assestamento. Ma mi pare che il problema sia far fare i lavori”.

Il Consiglio ha approvato le Entrate e le Spese del bilancio del Consiglio regionale. L’on. Pittalis ha chiesto “lumi sulla missione 99, ossia che differenza c’è tra le spese istituzionali , i servizi per conto terzi e le partite di giro” e si è rivolto all’on. Anedda.

Al termine, il bilancio è stato approvato. Il presidente Ganau ha dichiarato conclusi i lavori. L’Aula sarà riconvocata a domicilio.

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Era inevitabile! Le dimissioni del terzo assessore della prima Giunta comunale di Carbonia del Movimento 5 Stelle guidata da Paola Massidda, hanno scatenato le reazioni delle opposizioni. E’ Giuseppe Casti (Pd), il sindaco uscente sonoramente sconfitto da Paola Massidda nel ballottaggio il 19 giugno dello scorso anno, a sferrare il primo attacco con un post pubblicato nel suo profilo facebook.

«Non c’e due senza tre! – scrive Giuseppe Casti -. Continua il disastro targato Paola Massidda e 5 Stelle: si dimette il terzo assessore. Le dimissioni di Emanuela Rubiu confermano, per l’ennesima volta, la cronica incapacità del sindaco Paola Massidda, di guidare questa città sempre più allo sbando. Mentre offendono il nostro passato, distruggono il futuro lasciando Carbonia senza guida. Servizi sociali al disastro… scuola senza nessuna programmazione… sport e cultura alla deriva ed un bilancio senza prospettive per la città… tra poco si chiuderanno altri servizi. Chi, davvero, dovrebbe rassegnare le dimissioni – conclude Giuseppe Casti – è il maggior artefice di questo fallimento: Paola Massidda.»

 

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Emamuela Rubiu 2

E sono tre!!! Dopo le dimissioni dell’assessore dei Servizi sociali Arianna Vinci, presentate il 9 settembre 2016, 66 giorni dopo il suo insediamento (sostituita da Loredana La Barbera) e quelle dell’assessore dei Lavori pubblici, Urbanistica, Rapporti con Area, Trasporti e Viabilità, Polizia Locale e Arredo urbano Riccardo Cireddu, ufficializzate mercoledì 1 febbraio 2017 e non sostituito (con redistribuzione delle deleghe tra il vicesindaco Gian Luca Lai e il sindaco Paolo Massidda), oggi si è dimessa l’assessore della Cultura, Spettacolo e Turismo Emanuela Rubiu. Quattro mesi fa si era dimesso anche il presidente della commissione Lavori pubblici Mauro Uccheddu (sostituito il 10 novembre 2016 da Angelo Rosas).

Emanuela Rubiu, 43 anni, nata a Carbonia, laureata in Lingue, tecnico in gestione di turismo ambientale, guida turistica, varie esperienze di lavoro come precaria anche all’estero, ha protocollato le sue dimissioni questa mattina.

Al momento non si conoscono ancora le motivazioni ufficiali che hanno portato Emanuela Rubiu a prendere questa decisione, ma trattandosi del terzo caso in meno di sette mesi, è evidente che al di là dei problemi personali di questo o quell’assessore, esiste un problema politico che va affrontato seriamente, perché la Giunta non può continuare a perdere pezzi e quindi a cambiare la sua composizione, in una fase peraltro particolarmente delicata in cui si trova ad operare, con tanti problemi e poche risorse a disposizione per affrontarli e quindi cercare di risolverli.

La prima Giunta Massidda presentata il 5 luglio 2016 ha perso tre assessori su sette.

 

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Ventisei docenti dell’Università di Cagliari sono nella classifica del sito www.topitalianscientists.org. Tenendo presente che la lista è in continuo aggiornamento, si tratta indubbiamente di un bel risultato per l’ateneo del capoluogo sotto diversi punti di vista: visibilità, credibilità e ricadute nella comunità accademica internazionale. Ma anche un bel biglietto da visita su qualità della didattica e della ricerca, utile per la promozione e la reputazione di corsi di laurea e scuole di specializzazione.

Walter Fratta (dipartimento Scienze biomediche), Alberto Angioni (Scienze vita e ambiente), Ezio Carboni (Scienze biomediche) e Giorgio Giacinto (Ingegneria elettrica ed elettronica) fanno parte del pool di pregio che comprende, per Scienze biomediche, Amedeo Columbano, Irene Messana, Sebastiano Banni, Stefano Mariotti, Giovanni Mantovani, Micaela Morelli e Maria Antonietta Melis. Per la Chimica c’è Vito Lippolis, per Scienze cliniche ci sono Alessandro Zuddas, Gian Benedetto Melis e Mauro Giovanni Carta. Fabio Roli e Giacomo Cao sono in classifica per Scienze del computer e Ingegneria. Astrofisica è rappresentata da Giulia Manca e Nicolò D’Amico. Per la Fisica Vincenzo Fiorentini e Sandro Massidda. Per Neuroscienze e psicologia il ranking annovera Antonio Argiolas, Fabio Fadda, Antonio Preti, Marco Pistis e Maria Rosaria Melis. Inoltre, per Scienze biomediche, compaiono i professori in quiescenza Gian Luigi Gessa, Gaetano Di Chiara e Giovanni Biggio e i deceduti Antonio Cao e Renzo Galanello.

Il sito mostra la classifica dei Top italian scientists (Tis) della Via-Academy. In sostanza, si tratta di un censimento degli scienziati e scholars di maggior impatto, misurato con il valore di H-index, che rappresenta un numero che racchiude la produttività e l’impatto della produzione culturale o scientifica di un docente basato sulle citazioni ricevute.

«Ma – spiega una nota pubblicata sul sito – ha dei limiti poiché, in particolare, la frequenza di citazioni varia nei diversi campi del sapere, e risulta massima nella fisica delle particelle e certe aree biomediche come l’immunologia. La lista non va quindi interpretata come comparazione assoluta del valore dei vari scienziati e studiosi, soprattutto fra le materie diverse riportate come ’area’ nella tabella

Al 28 febbraio scorso, la classifica del sito specializzato – che come da indicazioni, ospita i ricercatori che hanno inoltrato e caricato i propri lavori su Google scholar – comprendeva oltre quattromilacento scienziati italiani.

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Mirko Idili.

Si svolgerà sabato primo aprile all’hotel Doubletree by Hilton di Olbia il decimo congresso territoriale Cisl Gallura “Insieme: un patto per la Gallura”. Il congresso porterà all’elezione del segretario generale della Cisl Gallura, con Mirko Idili candidato unico per la segreteria. Il tema centrale del congresso sarà la definizione dei confini del nuovo Patto per la Gallura, con i vertici del sindacato che proporranno di riscrivere le regole dello stare insieme per la crescita e lo sviluppo del territorio. A differenza della vecchia idea della “Vertenza Gallura”, si introdurrà un concetto di evoluzione.

«La vertenza in sé rappresenta qualcosa di divisivo, invece ora dobbiamo ragionare in termini inclusivi – spiega Mirko Idili, candidato alla segreteria -. Se vogliamo dare risposte per l’occupazione e di contrasto alla povertà è necessario fornire aiuto concreto alle imprese. Non possiamo più perdere tempo.»

«Il Patto per la Gallura – ribadisce Idili – deve saper governare le opportunità di crescita e negoziare con la Regione all’interno del Patto per la Sardegna da una posizione solida, per ottenere condizioni per noi più vantaggiose». Importante in questo senso la presenza di Settimo Nizzi e Andrea Biancareddu, sindaci di Olbia e Tempio, principali interlocutori insieme agli altri sindaci del territorio all’interno del Patto per la Gallura.

I lavori del decimo congresso della Cisl Gallura si apriranno alle 10 con l’intervento dello stesso Mirko Idili, segretario uscente, che presenterà la sua relazione congressuale. Seguiranno gli interventi di: Ignazio Ganga, segretario generale Cisl Sardegna, e Gigi Petteni, segretario confederale nazionale. Durante la mattina ci saranno gli interventi istituzionali, con la presenza del deputato Giampiero Scanu. Saranno presenti anche l’assessore regionale all’Agricoltura, Pierluigi Caria, e i quattro consiglieri regionali della Gallura: Giuseppe Meloni, Giuseppe Fasolino, Pierfranco Zanchetta e Giovanni Antonio Satta. Tra gli ospiti anche i due vescovi delle diocesi di Ozieri e Tempio Ampurias e il commissario straordinario della provincia di Sassari, Guido Sechi. Il mandato del segretario generale durerà quattro anni.

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«Il sottosegretario degli Affari regionali e delle Autonomie ha confermato in commissione Bicamerale, per il Friuli Venezia Giulia e la Sardegna, l’apertura di un tavolo di confronto sulla finanza locale per il periodo 2018-2020.»

Lo scrive, in una nota, Silvio Lai, senatore del Partito democratico.

«Nel Governo stiamo discutendo di come aumentare le risorse per le province per garantire i servizi fondamentali, anche individuando diverse entrate fiscali, ma siamo certi di dover riprendere, dopo tre anni di bilanci annuali, una programmazione triennale dei bilanci degli enti locali intermedi» così ha affermato in sintesi il sottosegretario degli Affari regionali e delle Autonomie Gianclaudio Bressa in audizione nella bicamerale per il federalismo, «e la sede può essere il decreto enti locali che la prossima settimana il Governo dovrebbe varare o anche il DEF di aprile.»

«Considero la scelta del Governo annunciata in commissione – ha detto Silvio Lai, componente della Bicamerale e della commissione Bilancio al Senato – una coerente correzione di rotta che tiene conto del risultato del 4 dicembre che ha confermato la costituzione vigente e il mantenimento delle province, che consente alle province di uscire dalla condizione emergenziale di questi anni di attesa per la riforma costituzionale e di avviare una programmazione pluriennale sui 130.000 km di strade e sui 6.000 istituti scolastici superiori. Alla mia domanda sulle ricadute per le Speciali delle norme annunciate, il sottosegretario ha detto che per Sardegna e Friuli sono stati avviati i tavoli per il 2018-2020 per discutere del contributo alla finanza pubblica delle due speciali. In quella sede, ha confermato, si potrà affrontare anche il tema delle competenze residue in capo allo Stato sulla finanza locale delle due regioni.»

«Per la Sardegna si tratta di una opportunità da cogliere – ha concluso Silvio Lai – non solo per ottenere una revisione dell’entità degli accantonamenti destinati al risanamento della finanza pubblica ma soprattutto, seguendo la strada del Trentino, per proporre minori accantonamenti in cambio di competenze, a partire dalla finanza locale, dai finanziamenti dei comuni e delle province, che ormai portano minimi vantaggi, con residui finanziari, ma comportano vincoli ormai superati. Se si raccogliesse questa sfida bisogna fare un confronto aperto, condividendo idee e responsabilità, in misura maggiore rispetto al recente passato. Occorre un serio lavoro congiunto tra il Consiglio regionale, la Giunta, bilancio ed enti locali, e le rappresentanze istituzionali di comuni e province per scrivere una nuova norma di attuazione che ampli le attuali competenze primarie con altre che possono essere acquisiste. Si tratterebbe di un modo serio e avanzato di interpretare questa fase di ristrettezze economiche facendo riforme più avanzate ed efficienti.»

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Ieri sera il Consiglio comunale di Sant’Antioco, riunito in seduta straordinaria, ha preso atto della grave situazione in cui versano i lavoratori dell’AIAS e della Fondazione AIAS che da 9 mesi ormai non ricevono il regolare pagamento degli stipendi.  

Il Consiglio fortemente preoccupato per il clima teso che si è venuto a creare e che mina, inevitabilmente, la qualità dell’assistenza riservata ai più deboli ricoverati presso le strutture dell’Associazione, ha espresso tutta la solidarietà ai lavoratori che da tre giorni stanno attuando lo sciopero della fame e ai loro colleghi. Allo stesso tempo, ha esteso piena solidarietà ai malati e ai loro familiari, poiché l’insostenibile perdurare della crisi in atto, potrebbe pregiudicare il diritto all’assistenza e alla cura e minare la serenità di tutti i lavoratori, mettendone a dura prova la loro dignità. Il Consiglio comunale di Sant’Antioco ha espresso anche un ringraziamento ai lavoratori dell’AIAS che, nonostante la grave e persistente condizione di precarietà, continuano comunque a garantire con il prezioso lavoro che svolgono, l’assistenza agli ospiti dei centri presenti nel nostro territorio. Il Consiglio comunale di Sant’Antioco infine, nel condannare il comportamento della dirigenza AIAS, soprattutto per quanto concerne i rapporti con i lavoratori, caratterizzati non solo dalla privazione delle spettanze ma anche da provvedimenti disciplinari iniqui ed ingiusti, invita fermamente la dirigenza dell’Istituto a procedere al ritiro degli stessi, affinché si possano appianare i rapporti e si giunga, dunque, alla soluzione della vertenza.

Tito Siddi

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S’Assòtziu Culturàle “Sa Nuraxìa”, con il patrocinio del comune di Carbonia organizza per il 7 aprile, presso la Sala Astarte (Grande Miniera di Serbariu), Carbonia, un incontro con prof. Gaetano Ranieri, professore ordinario di Geofisica Applicata, il primo al mondo ad aver utilizzato uno scanner che permette di sezionare in profondità il terreno. Questa tecnica è stata utilizzata nel sito di Mont’e Prama, presso Cabras, dove sono state riscontrate ben 56.000 “anomalie”, cioè elementi non naturali e quindi creati dall’uomo. Si ipotizzano templi, costruzioni, muri, santuari e altre statue. Giganti che aspettano solo di essere portati fuori dallo strato di terra. Un’enorme città del periodo dei Nuraghi, un periodo in cui la Sardegna era protagonista del Mediterraneo.

Il professor Ranieri illustrerà il lavoro svolto con il suo team e racconterà il sottosuolo di Mont’e Prama e i sui tesori nascosti: «Dall’indagine a distanza allo scavo archeologico in tempo quasi reale: il caso di Mont’e Prama».

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Niente da fare per la Dinamo Banco di Sardegna nella partita di ritorno dei quarti di finali della Champions League, contro il Monaco. La squadra transalpina ha confermato tutto il suo valore e la Dinamo esce dalla competizione continentale, fallendo una storica qualificazione alle Final Four, a testa altissima, tra gli applausi quasi senza fine dei suoi 5.000 sostenitori che, come previsto, hanno trasformato il PalaSerradimigni in un teatro colmo di calore ed entusiasmo.

Coach Pasquini inizialmente ha mandato in campo Bell, Lacey, Sacchetti, Lydeka e Lighty; coach Mitrovic ha risposto con Wright, Gladyr, Aboudou, Fofana e Caner-Medley. È stato Caner Medley a rompere il ghiaccio, la Dinamo ha aperto la sua serata con una tripla di David Bell (alla fine il miglior realizzatore con 20 punti) e una schiacciata di Tau Lydeka. Gli ospiti hanno provato a scappare via ma il break di 7 punti, firmato Lighty, Sacchetti e Lydeka ha scritto il vantaggio biancoverde. Controparziale di 9 lunghezze di Monaco: Lawal ha accorciato le distanze e le due squadre hanno chiuso il primo quarto con Monaco avanti di 3 punti: 15-a 18.

In avvio di secondo quarto un’altra tripla di David Bell ha firmato il sorpasso sassarese. Contro-break di Monaco condotto dal cecchino Gladyr dai 6,75 e squadre negli spogliatoi sul punteggio di 34 a 37.

Al rientro dall’intervallo lungo, Bost e Wright hanno condotto avanti Monaco, Rok Stipcevic ha suonato la carica ai suoi, seguito da David Bell e Trevor Lacey, a segno dalla lunga distanza, ma il break in chiusura di terzo quarto firmato Wright e Davies ha portato Monaco avanti di 9 punti (54 a 63) che, sommati al +11 del match di sette giorni prima, hanno praticamente chiuso il discorso qualificazione, con un -20 da recuperare per la Dinamo in soli 10 minuti, impresa quasi impossibile.

La Dinamo, comunque, ci ha provato, con grande orgoglio, Dusko Savanovic si è caricato la squadra sulle spalle insieme a David Bell e la Dinamo si è riportata a un solo possesso di distanza e poi, a poco più di 2’ dalla fine, sul 71 a 75, grazie a una bomba di Trevor Lacey. Monaco ha spento anche gli ultimi tentativi della Dinamo, ha chiuso il match sul 79 a 76 a suo favore ed ha centrato la qualificazione alle Final Four, sogno invece svanito sul più bello per la Dinamo e tutto il basket sardo.

«Complimenti a Monaco – ha commentato a fine gara il coach della Dinamo Banco di Sardegna Federico Pasquini -, ha fatto una partita solida, fisica, con grande durezza a livello di esecuzione. Noi abbiamo provato un po’ di tutto ma non è bastato. Loro sono stati bravi ad attaccarci su tutte le nostre caratteristiche e a complicare ogni nostra esecuzione. In questi ottanta minuti di sfida sono stati più forti e meritano di andare alle Final Four, complimenti a loro. Per noi resta una grandissima esperienza, un’esperienza che ci ha fatto perdere molte risorse fisiche e mentali ma che ci ha fatto crescere molto, come gruppo e come chimica di squadra. Essere comunque arrivati fin qui ci riempie di orgoglio anche se riusciamo a godercela poco perché chiaramente volevamo le Final Four.»

«E’ stata una partita da ottanta minuti e sicuramente abbiamo pagato un po’ di errori fatti nei primi quaranta – ha commentato il playmaker biancoblu David Bell -. Stasera abbiamo cercato di portarla a casa ma non è bastato. Sicuramente faremo tesoro di quest’esperienza, che ci servirà a lavorare al massimo per le sfide di campionato.»

«Voglio ringraziare per questa atmosfera perché sia io sia la squadra siamo stati davvero entusiasti di fare parte di questo – ha detto il coach dell’AS Monaco Zvezdan Mitrovic -. Ci aspettavamo questo  clima  caldo in casa di Sassari e per questo avevo detto ai miei ragazzi di non contare sulla differenza canestri ma di fare conto di partire dallo zero a zero. Abbiamo giocato molto bene, con un’ ottima percentuale di tiri da tre, ma allo stesso tempo abbiamo  fatto anche una grande difesa. Non posso che fare i complimenti ai miei ragazzi, perché hanno giocato davvero bene.»
Dinamo Sassari 76 – As Monaco 79

Parziali: 15-18; 19-19; 20-26; 22-16.

Progressivi: 15-18; 34-37; 54-63; 76-79.

Dinamo Sassari: Bell 20, Lacey 18, Devecchi 2, D’Ercole, Sacchetti 2, Lydeka 10, Savanovic 10, Stipcevic 6, Lawal 4, Lighty 4, Ebeling, Monaldi. Coach. Federico Pasquini.

Monaco: Davies 14, Bost 11, Wright 24, Sy, Gladyr 20, Poinas, Aboudou, Rigot, Fofana 4, Caner-Medley 4. Coach. Zvezdan Mitrovic.