28 November, 2024
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Rossella Pinna, Consigliere regionale del Partito Democratico, ancora una volta interviene sul caso Sarmed di Villacidro che, a distanza di sette mesi da un accordo che sembrava avesse preso la giusta direzione e scongiurato sia i licenziamenti di circa 80 lavoratori sia la delocalizzazione della produzione, sembra non trovare pace.

La Sarmed, dalle ultime notizie e dalle preoccupazioni denunciate dai rappresentanti sindacali di Filcem Femca e Uiltec sembrerebbe decisa a spostare la sua produzione in parte fuori dall’Italia,  in Tunisia e in parte nello stabilimento di Iglesias.

«Intervengo – afferma Rossella Pinna – con preoccupazione per scongiurare un trasferimento che potrebbe tradursi in possibili licenziamenti per circa 80 lavoratori, con manodopera prevalentemente femminile. Rammento che si tratta di un’azienda solida, che gode ottima salute e delocalizzare proprio in un’area in cui tanto si soffre sotto il profilo economico è una presa di posizione perlomeno incomprensibile, che non tiene conto delle pesanti conseguenze. Ritengo, pertanto, le decisioni aziendali inaccettabili, posto che non vi sono ragioni di inefficienze o di crisi che possano giustificare tali scelte che, evidentemente, si ispirano ad altre logiche piuttosto che alle poco convincenti motivazioni di eccessiva burocrazia o di elevati costi gestionali.»

«Sono, questi, segnali che non mi piacciono e non vorrei si avverassero i peggiori timori dei lavoratori, anche perché sono in ballo 80 famiglie, il loro futuro, la loro vita. Inoltre, sono certa che l’assessore all’Industria, Maria Grazia Piras, come sempre,  interverrà con la massima disponibilità al dialogo con l’azienda per trovare le giuste soluzione e garantire il mantenimento dell’occupazione a Villacidro. Auspico da parte di tutti gli attori la ricerca comune di una ricomposizione della delicata vertenza con l’Azienda per uno sbocco positivo per i lavoratori – conclude Rossella Pinna -, invitando tutti a mettere in campo ogni iniziativa utile e necessaria.»

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L’Amministratore Unico di Abbanoa non interviene mai nel dibattito tra gli azionisti, ma Alessandro Ramazzotti in qualità di presidente della commissione nazionale “In House” di Utilitalia è pronto a dare il suo contributo da persona qualificata proprio sui temi al centro del dibattito: «A livello nazionale – spiega Alessandro Ramazzotti che all’interno della Federazione che raggruppa Gestori idrici italiani guida proprio la commissione che si occupa dei temi relativi agli affidamenti in house – ci sono diversi esempi dove le Regioni hanno un ruolo preminente se non addirittura esclusivo nel governo delle Aziende dei Servizi idrici integrati». Ne sono un esempio l’acquedotto lucano e quello pugliese.

E’ importante fare una netta distinzione tra le attività di indirizzo tipiche dell’Ente di Governo d’Ambito e il ruolo degli azionisti. «In tutta Italia il ruolo di indirizzo, controllo e nomina dei vertici aziendali è prerogativa esclusiva degli azionisti -sottolinea Alessandro Ramazzotti -. I temi della governance, come la nomina dell’Amministratore Unico, sono tipici momenti decisionali dell’Assemblea degli Azionisti».

In Sardegna il ruolo della Regione scenderà dal prossimo anno sotto il 49% a vantaggio degli Enti locali, come previsto dalla legge regionale a conclusione del processo di capitalizzazione. «Gli Enti d’Ambito – Egas in Sardegna – hanno il compito di individuare il Gestore, di stipulare una convenzione di servizio, di programmare e controllare tutte le attività affinché siano rispondenti al contratto decidendo la tariffa e la pianificazione degli investimenti. Il controllo analogo invece, sempre nelle aziende in house,  viene esercitato da appositi organismi che sono diretta emanazione degli azionisti e che hanno l’obbligo di vigilare sul buon andamento dell’azienda poiché in caso di fallimento dell’azienda rispondono patrimonialmente».

Abbanoa risponderà alle osservazioni dell’Antitrust e dell’Anac che, tra l’altro, sono del tutto differenti. L’Anac addirittura sottolinea come il controllo analogo debba essere svolto direttamente dalla Regione e non per tramite dell’Ente di Governo d’Ambito come avviene oggi.

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E’ iniziato, in Consiglio regionale, l’esame del disegno di legge n. 393 “Legge di stabilità 2017”.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con il Dl n° 401 – “Modifiche alla legge regionale 6/2016 (Bilancio 2016 e pluriennale 2016-2018) conseguenti alla sentenza della Corte Costituzionale n° 6 del 2017″.

Il consigliere dei Riformatori sardi Luigi Crisponi, prendendo la parola sull’ordine dei lavori, ha ricordato il recente attentato contro il sindaco di Oliena, sottolineando positivamente la solidarietà manifestata dalle Istituzioni. Però, ha ricordato, «c’è un problema di illegalità diffusa che interessa tutto il territorio regionale con particolare riferimento ai piccoli centri delle zone interne che sono sempre più luoghi del malessere». A questo dobbiamo dare una risposta, ha proseguito Crisponi, auspicando «un documento di indirizzo del Consiglio per assicurare adeguati finanziamenti a quelle realtà in cui è più acuta la tensione sociale; sarebbe una azione di buon senso e di alta politica, per esempio, garantire un forte sostegno a quelle attività rurali messe in difficoltà dopo i gravi danni del ciclone Cleopatra». Bisogna insomma rassicurare amministratori e popolazioni, ha concluso Luigi Crisponi, «perché oggi, proprio a causa dell’attentato, la Giunta di Oliena si è riunita in piazza».

Il presidente Ganau, rispetto al problema sollevato dal consigliere Luigi Crisponi, ha precisato che potrà essere presentato un ordine del giorno.

Tornando all’ordine del giorno della seduta, il presidente ha dato la parola al presidente della commissione Bilancio Franco Sabatini (Pd) per illustrare il contenuto del Dl n° 401. Sabatini, nel suo intervento, ha brevemente ricordato il dibattito svoltosi in commissione ed il voto contrario dell’opposizione, mentre la maggioranza ha condiviso la necessità di approvare celermente il provvedimento.

Il consigliere di Forza Italia Ignazio Locci ha stigmatizzato il comportamento del Governo mettendo l’accento sul fatto che «c’è stata una brusca battuta d’arresto nei rapporti con la Regione per un atteggiamento eccessivo della Ragioneria generale dello Stato su cifre che non modificano il cuore della Legge finanziaria, ed è un dato preoccupante constatare l’esagerato rigore sempre richiesto alla Regione». La correzione tecnica è necessaria, secondo Locci, «senza però dimenticare che il problema sollevato dallo Stato davanti alla Corte Costituzionale in effetti può essere considerato sanato per il 2016 ma potrebbe riproporsi per il 2017 e, se accadesse, saremmo di fronte ad un fatto assurdo». Quindi, ha aggiunto, «da una parte c’è il passo falso della Giunta e dall’altra la conferma che lo Stato tiene stretti i cordoni della borsa e gestisce con accanimento burocratico i rapporti con la Sardegna».

Sempre per Forza Italia il vice capogruppo Alessandra Zedda ha ricordato che il suo gruppo aveva dato l’allarme su quanto poteva accadere da oltre un anno e, come consigliere, ha manifestato «fastidio e vergogna per la declaratoria di incostituzionalità della Legge di Bilancio della Sardegna ma c’è di più, perché nella relazione allegata al provvedimento in esame emergono spazi di ambiguità che potranno essere verificati in sede di consuntivo». Si è cercato di liquidare la vicenda come un errore tecnico, ha poi lamentato la Zedda, «ma in realtà la Regione ha speso più di quanto poteva e non basta l’ammissione di colpa a giustificare un anno di caos amministrativo che ha danneggiato la Sardegna, oltretutto per tutto per mutui con risorse non si riescono nemmeno a spendere». Quando si arriverà alla Legge di Stabilità 2017, ha concluso la vice capogruppo di Forza Italia, «sarà bene ascoltare l’opposizione che ha sempre parlato nell’interesse dei Sardi e rivedere, in particolare, la partita dei residui attivi nella ragionevole certezza che molte risorse lo Stato non le trasferirà più alla Sardegna».

Il consigliere del gruppo Misto-Rossomori Emilio Usula ha sostenuto che «con questa legge il Consiglio accompagna l’assessore a Canossa e chiedere una indulgenza allo Stato per non aver fatto bene i suoi compiti». Non è solo un vizio di forma, ad avviso del consigliere, «perché è la stessa Corte che parla di una manovra elusiva della salvaguardia degli equilibri di bilancio e forse la colpa più grave è non essersi costituiti in giudizio anche perché, in ogni caso, la correzione doveva essere presentata subito senza esporsi ad una brutta figura davanti alla Corte Costituzione, oltretutto con un assessore-professore». C’è poi il problema, ha detto ancora Usula, «della gravissima situazione che si è proiettata negativamente su tutto il sistema Regione con particolare riferimento alle amministrazioni locali, un argomento da sempre al centro dell’azione politica dei Rossomori, che hanno sempre cercato di dare il lor contributo con una finalità chiara, quella di dare ai Comuni più risorse e più agibilità finanziaria nell’interesse delle imprese e dei cittadini». Di fronte alle nostre proposte, ha concluso Emilio Usula, «abbiamo registrato un atteggiamento stizzito, eppure proprio oggi la Cna fornisce cifre allarmanti sull’economia della Sardegna: rispetto al 2015, nel 2016 il valore delle opere pubbliche è calato del 53% (livello più basso degli ultimi 15 anni), soprattutto nei Comuni con un calo delle gare del 27% e del 29% come importo dei lavori (la metà dell’anno precedente) e quindi servono politiche più agili, cantieri più veloci e maggiori risorse». Quello che dice oggi la Cna, ha concluso l’esponente dei Rossomori, «lo sostenevamo noi da tre anni e per questo siamo passati all’opposizione».

Il consigliere Paolo Truzzu (Misto-Fdi) ha affermato in apertura che, paradossalmente, avrebbe voluto sottoscrivere l’intervento del collega Usula perché in realtà «solo in apparenza siamo davanti ad un fatto tecnico perché poi ci sono alcuni fatti politici; il primo è la bocciatura della Legge di Bilancio respinta per la prima volta nella storia dell’autonomia ed il secondo è rappresentato dalla bocciatura pure la correzione ed inoltre tutta questa vicenda ha avuto una narrazione piena di omissioni e forse di menzogne». La ricostruzione fornita dalla maggioranza, ha spiegato Truzzu, «dimostra, infatti, che sono stati nascosti fatti importanti al Consiglio ed ai Sardi, quando a gennaio l’assessore dichiarò che l’errore era stato corretto con l’assestamento dimenticando di dire che la sentenza della Corte Costituzionale era già nota da novembre; in seguito, quando il collega Pietro Pittalis ne chiese conto l’assessore, in replica, assicurò che il Bilancio sarebbe stato comunque parificato e in caso contrario avrebbe rassegnato le dimissioni». Mi sono stufato di essere preso in giro e di fare la comparsa o il complice, ha concluso Paolo Truzzu: «per questo non parteciperò al voto».

Il capogruppo del Psd’Az Angelo Carta, dopo aver dichiarato che «il Governo forse è amico dei governanti sardi ma non dei Sardi» ha aggiunto che «l’assessore Paci non ha superato l’esame, nonostante si sia tentato di far passare la cosa quasi in sordina, proponendo addirittura di discutere del 2017 senza mettere a sposto il 2016». Le accuse della Corte, ha ammonito Carta, «sono pesantissime perché di afferma che la Regione non solo ha commesso errori gravi ma lo ha fatto quasi deliberatamente, vanificando il principio costituzionale sancito dall’art. 81, spendendo in pratica quello che non si aveva». Cercate sempre  il primato, ha proseguito Carta rivolto alla maggioranza, «e in realtà lo avete ottenuto perché siete la prima giunta regionale d’Italia a chiudere un bilancio in passivo; la stessa relazione che accompagna questo provvedimento è reticente e non affronta i problemi veri posti dalla Corte Costituzionale, cerca di nascondere la Caporetto della Giunta dei professori che, al di là di tutto, ha determinato un rallentamento della spesa che ha avuto conseguenze devastanti sulla Sardegna».

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni, premettendo di non voler essere ripetitivo ha evidenziato che «da questa vicenda emerge con chiarezza che non si sono seguite le procedure previste dalla legge e nemmeno si è tentato di correggere gli errori in corsa, trascurando che una semplice variazione di bilancio a giugno avrebbe messo tutto a posto, ma sarebbe stato troppo per l’inefficienza di questa Giunta che perso la faccia davanti a tutta Italia, altro che fare i primi della classe». Abbiamo espresso più volte i nostri dubbi sulla vertenza entrate, ha protestato Dedoni, «ed oggi siamo in una condizione difficilissima, abbiamo meno entrate e siamo sottoposti ad oltre 600 milioni di accostamenti ingiustificabili, abbiamo ritirato i ricorsi e questo è il risultato aspettando la riconoscenza del governo amico che poi non è arrivata, abbiamo rinunciato a difendere lo Statuto e la Regione, non abbiamo fatto il nostro dovere e continuiamo ad andare a Roma con il cappello in mano mentre vengono calpestati i nostri diritti, abbiamo abbandonato la battaglia sulle accise rinunciando a 4 miliardi, è stato ritirato anche su questo punto un ricorso alla Corte Costituzionale ed abbiamo deciso autonomamente, come Riformatori, di andare davanti alla Corte di Giustizia europea». Non so cosa accadrà, ha concluso Dedoni annunciando che il suo gruppo non parteciperà al voto, «ma stiamo facendo una battaglia giusta per i diritti dei Sardi ed la Giunta che deve fare un esame di coscienza».

Dopo l’on. Attilio Dedoni ha preso la parola l’on. Francesco Agus (Gruppo Misto), che ha detto: «Non ci sono bocciature perché nei rapporti con lo Stato non ci sono professori né alunni. A volte non si capisce nemmeno bene chi abbia torto e chi ragione. In questa occasione il Governo ha impugnato la legge 32 e poi la legge 36, scegliendo una strada irrituale e violenta. Per questo abbiamo accumulato ritardi, non imputabili alla Regione. Credo che le coperture finanziarie individuate siano congrue perché altrimenti ci troveremmo a fronteggiare le incongruenze di una manovra finanziaria, che andiamo a breve a votare, senza tutte le coperture. Interverrei già su questo testo di manovra per modificare la legge 32 e la legge 36».

Per il capogruppo di Forza Italia, on. Pietro Pittalias, «il fatto che in questo dibattito sia intervenuto un collega di maggioranza, uno solo, fa capire quanto imbarazzo ci sia tra di voi. Se questo è il nuovo corso che volete inaugurare partendo da piazza Duomo, a Milano, mi cadono davvero le braccia. Onorevole Agus, lei difende l’indifendibile e non si pone il problema che l’assessore alla Programmazione sia incappato in un errore macroscopico. Un dato è chiaro, oggettivo: la legge finanziaria e di bilancio del 2016 è stata dichiarata illegittima sotto il profilo costituzionale dalla Corte costituzionale. Non era mai accaduto prima nella storia della Autonomia e in altri tempi per un fatto del genere ci sarebbero state evidenti conseguenze politiche.

Non è un’operazione di routine: state riscrivendo la finanziaria del 2016 e l’assessore Paci ha poco da minimizzare. Ci sarà una ragione se questa isola ha il Pil più basso d’Italia e la disoccupazione aumenta mentre diminuiscono i consumi? Ci sarà una ragione se tutto è immobile? Non avete credibilità agli occhi dei cittadini e delle imprese. Vi facciamo un accorato appello: prima ve ne andate e meglio è».  

Per la Giunta ha parlato l’assessore Raffaele Paci, che ha detto: «Siamo in Aula per prendere atto di un errore e per mettere rimedio, l’ho dichiarato. Non minimizzo dicendo che è accaduto un semplice errore tecnico: è accaduto, invece, che abbiamo una oggettiva difficoltà nell’applicazione dell’articolo 118 della Costituzione e sul tema dell’utilizzo del disavanzo tecnico abbiamo dato una certa interpretazione che invece si è rivelata difforme rispetto a quella che dà lo Stato. In sede di confronto con lo Stato abbiamo accettato l’interpretazione dello Stato ed eliminato già dalla legge 32 il disavanzo tecnico. Ma il problema è che c’è stato uno scollamento temporale tra la nostra modifica e l’udienza della Corte costituzionale sul ricorso. Ecco come è nata la necessità di operare il riallineamento per le parti che sono state dichiarate illegittime dalla Corte costituzionale, ovvero i 31 milioni. Ma non è tutta la finanziaria 2016 illegittima, sia chiaro. Certo che avremmo preferito che tutto questo non fosse avvenuto ma siccome è capitato ora dobbiamo porre rimedio!.

Per dichiarazione di voto è intervenuto l’on. Francesco Agus (Gruppo Misto), secondo cui «il vero problema sono i rapporti con lo Stato, che ha corretto con la penna rossa un errore di 31 milioni che la nostra Regione  ha fatto obiettivamente applicando una norma dello Stato. Senza che lo Stato abbia offerto il minimo aiuto alla Regione nell’applicazione delle nuove norme. Questo è il senso delle cose».

Per l’on. Piermario Manca (Pds) «il voto è di astensione perché c’è stata una certa superficialità, al netto delle scuse dell’assessore. Noi non siamo qui a fare la sorveglianza a un bidone vuoto, questo è il Consiglio».

Anche l’on. Paolo Truzzu (Fli) ha annunciato il voto di astensione: «Questa inezia tecnica è il frutto di un macroscopico errore politico. Voi avete spacciato il superamento del patto di stabilità come un grande successo e dovete prendere atto di questo errore politico. Assessore Paci, lei aveva dichiarato a gennaio scorso che ogni problema era stato risolto e oggi invece tornate sul problema».

Per l’on. Gianfranco Congiu (Pds) «c’è un elemento di fondo in questa vicenda, che orienta il dibattito. La Corte costituzionale dice in sentenza a pagina 5 che il disavanzo tecnico può essere risolto in senso positivo con una stretta interpretazione della norma altrimenti il disavanzo tecnico è un vero e proprio disavanzo. Dunque, è il legislatore dell’articolo 118 che ha sbagliato scrivendo la norma».

A nome dell’Udc Sardegna l’on. Gianluigi Rubiu (Udc)  ha annunciato l’astensione dal voto: «I massimi esponenti della facoltà di Economia della Sardegna hanno fallito, ridicolizzando con questo errore l’intero Consiglio regionale e dunque tutta la Sardegna. E’ un fatto di una gravità inaudita che testimonia l’incapacità».

Per il sardista Angelo Carta «lo Stato ha fatto il suo dovere in questa vicenda, ricordandoci che l’assessore Paci ha sbagliato. E’ un errore che non doveva essere commesso ed è logico che ci siano conseguenze politiche. Come deve cambiare, una volta per tutte, il rapporto con lo Stato. Comunque, noi voteremo contro».

Per il presidente della commissione Bilancio, on. Franco Sabatini, «in commissione e in Aula abbiamo parlato più volte di questo problema e respingo l’accusa che non se ne sia parlato in questa istituzione. L’errore c’è ma non ha inciso in nessuno stanziamento del bilancio 2016, sia chiaro. Non ci siamo dimenticati delle variazioni con cui si cancellavano, in passato, intere partite di bilancio».

Per Forza Italia l’on. Pietro Pittalis ha detto: «Dire che siamo davanti a un malinteso rapporto tra lo Stato e la Regione è il problema dei problemi. La Giunta ha ritirato tutti i ricorsi che pendevano davanti alla Corte Costituzionale e oggi mi fa piacere che in un sussulto di dignità si dica che lo Stato ha un atteggiamento padronale nei confronti con la Sardegna. In questi tre anni avete consentito allo Stato di comportarsi così e nonostante questo siete riusciti a far bocciare la legge di bilancio. Non parteciperemo al voto perché non vogliamo assolutamente avallare questo tipo di pasticcio».

«Siamo alle cose concrete», ha detto invece il capogruppo del Pd, on. Pietro Cocco, «questa decisione non ha avuto conseguenze sul bilancio e non è vero che noi ci genuflettiamo davanti al Governo. C’è un episodio emblematico, ricordo i sardisti qualche anno fa consegnare la bandiera della Sardegna a Berlusconi: questo è decisamente più significativo».

L’Aula ha votato il passaggio agli articoli ed è poi iniziata la discussione generale sugli articoli. Approvati gli articoli 1, 2 e gli allegati 1, 2, 3. La legge è stata approvata.

Proposta di istituzione della commissione d’inchiesta n. 4 sul sistema della protezione civile regionale

A seguire, l’onorevole Cossa ha illustrato il secondo punto all’ordine del giorno, ossia la richiesta di istituzione della commissione di inchiesta sui fatti avvenuti nel gennaio 2016, a seguito degli accadimenti di protezione civile e delle polemiche che sono derivate tra i sindaci e la Regione.

«Siamo consapevoli del lavoro dei volontari e degli operatori di protezione civile – ha detto Michele Cossa -. E siamo consapevoli anche della delicatezza della situazione ma qui non c’è nulla di imprevedibile e sono inaccettabili gli allerta meteo del tutto inutili, ai quali i cittadini ormai non credono più. Anche i danni economici, non facilmente accertabili, sono evidenti e così si chiudono scuole e uffici. Possibile che debba essere in capo ai sindaci il dovere di interpretare cos’è scritto nei comunicati della Protezione civile? Nel dubbio ogni sindaco, per scansare le responsabilità, è portato a chiudere le scuole. Mi auguro che l’Assemblea  non liquidi con sufficienza questo problema, visto che riguarda l’intera comunità e la sicurezza delle persone. Cosa impedisce di organizzare un sistema efficiente e all’altezza dell’emergenza?».

Al termine il presidente Gianfranco Ganau ha comunicato che la discussione sull’istituzione della commissione d’inchiesta è rinviata ad altra data.

Sul terzo punto all’ordine del giorno Dl. n. 281 (Giunta regionale) “Ridefinizione dei confini tra i comuni di Magomadas e Tresnuraghes”, il relatore on. Giuseppe Meloni (Pd) ha sollecitato l’approvazione del testo licenziato dalla commissione, sulla scorta di quanto già deliberato dai Consiglio comunali interessati. Sentito anche il parere della Giunta, l’Aula ha approvato la legge.

Disegno di legge n. 393 (Giunta regionale) “Legge di stabilità 2017”.

Sulla manovra finanziaria 2017, quarto punto all’ordine del giorno dei lavori dell’Aula, ha preso poi la parola l’on. Franco Sabatini, relatore per la commissione Bilancio che presiede: «La vertenza entrate non può ritenersi mai chiusa perché il quadro normativo è in continua evoluzione e dovremmo imparare da altre Regioni, più virtuose, a costruire costantemente questi rapporti con lo Stato e a tenerli sempre aperti». L’oratore ha auspicato al più presto il funzionamento dell’Agenzia sarda delle entrate e ha detto che «la Giunta regionale ha fatto bene a porre il problema dei tagli agli enti locali, il tema della Sanità e dell’insularità. Già dal 2017 avremo 20 milioni aggiuntivi sul sistema Enti locali e dal 2018 saranno 30. Grande risultato è stato raggiunto nell’accordo sulle risorse per colmare il gap infrastrutturale per metano, città metropolitana e insularità. Si tratta di somme pari a quelle che furono erogate negli anni ’70 per il Piano di rinascita».

Per il presidente Franco Sabatini i ritardi della macchina amministrativa della Regione nel livello di spesa «saranno oggetto di un esame attento da parte della commissione Bilancio. Ad una mia pubblica denuncia sull’argomento, alcune figure sindacali hanno considerato questa segnalazione come una caduta di stile. Mi chiedo: può essere considerata caduta di stile la denuncia di una problematica grave a tal punto da compromettere, seppure parzialmente, alcuni obiettivi programmatici, che la manovra stessa si pone? In una situazione di così pesante crisi economica, può essere considerata incauta la denuncia di una macchina amministrativa non all’altezza del suo compito e che rischia di far mancare le risorse per gli interventi di risposta ai fattori di crisi più inquietanti?

È evidente che il problema esiste ed è urgente affrontarlo e porvi rimedio, cercando le migliori soluzioni possibili, al fine di superare lentezza, assenza di motivazione, formalismo, culto dei precedenti, fuga dalle responsabilità, eccesso di controlli inutili, squilibrata distribuzione del personale e delle risorse finanziate».

In conclusione, il presidente Sabatini ha detto: «La manovra, che è all’attenzione dell’Aula, procede nella giusta direzione del rilancio della crescita economica, della competitività e dei consumi, attraverso la conferma di politiche fiscali vantaggiose e la programmazione ed attuazione di importanti investimenti infrastrutturali.

Rimangono, infatti, inalterate le aliquote dell’addizionali regionali IRPEF ed IRAP, le più basse in Italia dopo quelle applicate dalle province autonome di Trento e Bolzano

Si confermano le assegnazioni a favore del sistema degli enti locali attraverso il fondo unico e con uno stanziamento pari a 49 milioni derivanti dalle accise provenienti dall’ENEL.

Sono rafforzati gli interventi a favore del mondo dell’istruzione, del mondo culturale e dell’associazionismo.

Vorrei anche segnalare l’importante stanziamento per l’applicazione del reddito di inclusione sociale che ammonta, per la sola parte passiva, a 44 milioni di euro, comprensiva dei 14 milioni provenienti dall’annualità 2016, nonché 40 milioni per la parte attiva proveniente dal fondo sociale europeo.

Il REIS, unitamente al contratto di ricollocazione, in via di attivazione da parte dell’Assessorato del Lavoro, costituirà l’impalcatura per la creazione di un vero e proprio welfare sardo.

Infine vorrei fare cenno allo stanziamento di 14 milioni per l’attuazione di un programma di sostegno al comparto lattiero-caseario, finalizzato, attraverso l’acquisto del formaggio per gli indigenti, a far risalire il prezzo del latte.

Vale la pena anche ricordare che nel 2017 diventa pienamente operativo il piano di infrastrutturazione finanziato con l’attivazione del mutuo di 700 milioni di euro che, se nei primi due anni ha contenuto i trasferimenti per il 2015 a 60 milioni e per il 2016 a 51 milioni, nel 2017 saranno attivate opere per 150 milioni.

Così, come precedentemente affermato, in una programmazione unitaria, ai fondi regionali si aggiungono quelli statali ed europei ed è per questo che non si può non segnalare lo stato di avanzamento della programmazione territoriale, attraverso la quale si stanziano importanti risorse per la valorizzazione dei progetti locali di sviluppo.

A questo si aggiunge la prossima attuazione di importati infrastrutture viarie.

Per tutte queste ragioni, esprimo un parere fortemente positivo sulla manovra finanziaria ed auspico che questa assemblea la possa approvare celermente così da rendere operativi nel più breve tempo possibile gli interventi volti a superare la crisi economica e sociale».

Alessandra Zedda (FI), relatrice di minoranza, ha sottolineato i ritardi con cui la giunta Pigliaru ha presentato  i documenti finanziari.

«La legge finanziaria e il bilancio del 2017 confermano – ha detto la consigliera di Forza Italia – che questa Giunta non riesce a far approvare, per il terzo anno di seguito, la manovra nei termini di legge. Anche questa volta sono trascorsi tre mesi di esercizio provvisorio. Solo per il  profondo senso di responsabilità e per la  consapevolezza che abbiamo per la grave situazione che la nostra Sardegna e i sardi vivono quotidianamente, faremo di tutto per evitare il quarto mese di esercizio provvisorio». Molto negativo il giudizio della vice capogruppo di Forza Italia sull’azione della giunta Pigliaru: «Da 3 anni i vostri annunci non hanno trovato alcun fondamento o sostanziale concretezza. Avete promesso e mai mantenuto. Ed è lunga la lista  delle incompiute,  degli errori grossolani e delle mancate azioni per favorire lo sviluppo. Ormai – ha proseguito Alessandra Zedda – siamo agli ultimi posti in Europa nei settori delle Entrate, dei  trasporti, delle infrastrutture, dell’energia, della scuola, dei  servizi nelle zone periferiche e interne, dell’acqua, della sanità e delle servitù militari».

E la situazione è sempre più grave: in Sardegna il 46 per cento della popolazione è  a rischio povertà e la disoccupazione è al 56,4 per cento: siamo  una delle tre regioni italiane col più elevato tasso di disoccupazione giovanile nella fascia dai 15 ai 24 anni. Arretriamo su tutto: lavoro, istruzione, infrastrutture, imprese, innovazione. Inoltre, l’indice della competitività delle regioni europee condanna la Sardegna in fondo alla classifica. Nei tre anni di Giunta Pigliaru siamo scivolati di ben sei posizioni. L’Isola è 228esima su 263 regioni. Inoltre, in questa manovra finanziaria non esiste alcuna traccia dell’argomento che per noi è oggi fondamentale per azzerare il filo col passato, la battaglia per far sì che il fattore insularità possa essere a vantaggio di una nuova economia, socialità e sviluppo. Le risorse appostate in questo bilancio mal si combinano con un’azione incisiva, strategica che metta al centro della crisi piuttosto che della rinascita il tema focale della già citata insularità. Quindi , la vostra proposta di finanziaria – ha concluso – è una lista della spesa, quando va soddisfare le richieste, a tratti inopportune e fastidiose, per le soddisfazioni dei vari componenti la maggioranza, a tratti un libro dei sogni che appare l’esatta fotocopia delle finanziarie precedenti. Una menzione a parte meritano l’agricoltura e l’allevamento. In questo settore – ha detto ancora rivolta alla giunta – la vergognosa complicità del Governo conferma la vostra politica del gambero.

Dopo la relazione di minoranza il presidente Gianfranco Ganau ha chiuso i lavori. Domani mattina comincia la discussione generale. Il Consiglio è stato convocato per le ore 10.00.

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Nel corso del Question time televisivo alla Camera, il ministro della Sanità, Beatrice Lorenzin, ha risposto al parlamentare dei Riformatori sardi, Pierpaolo Vargiu, sul percorso nascite a La Maddalena.

«La Maddalena ha già pagato prezzi sin troppo pesanti – ha detto Vargiu – è fresca la beffa del G8 e il disastro successivo. Ora è importante un segnale sull’Ospedale Paolo Merlo che consenta la gestione dei parti non programmati e garantisca la scelta delle donne che vogliono comunque partorire nella loro Isola. Chiediamo una soluzione che coniughi la sicurezza delle donne con la sostenibilità economica.»

Il ministro Beatrice Lorenzin, rispondendo a Pierpaolo Vargiu, ha dichiarato che nessuna richiesta di deroga ai parametri ministeriali per il punto nascita è arrivata dalla Regione Sardegna, che starebbe comunque attivando una serie di interventi finalizzati a venire incontro alle esigenze della comunità maddalenina. Beatrice Lorenzin ha peraltro ribadito in modo netto che il rafforzamento dell’assistenza parto a La Maddalena è competenza diretta della Regione.

«Credo che la risposta del ministro sia importante – ha replicato il deputato sardo – perché consente di certificare che non è possibile nessun percorso di deroga per il punto nascita: chi sostenesse il contrario sta prendendo in giro i maddalenini. È invece doveroso che la Regione Sardegna, su cui ricadono tutte le responsabilità di garantire adeguata assistenza, potenzi le strutture sanitarie, seguendo l’esempio di altre Regioni italiane.»

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Sabato prossimo, alle 19.30, al Teatro Electra gli allievi della classe di bandoneon del maestro Fabio Furia presenteranno insieme allo stesso Fabio Furia “concerTango”, un concerto organizzato dal Rotary Club di Iglesias per raccogliere fondi da utilizzare per assegnare una parte dei premi del Festival Nazionale della Musica bandito dall’Istituto ad indirizzo musicale Pietro Allori di Iglesias. Si tratta di un Festival di cui Iglesias deve andare orgogliosa; alle selezioni dei concorrenti del Festival, giunto quest’anno  alla XVIIma edizione, dal 23 al 28 maggio 2016 hanno partecipato ben 21 scuole ed oltre 1.500 allievi, provenienti da tutto il territorio dell’isola.

Il concerto, come recita il titolo, sarà dedicato ai maggiori compositori di tango per bandoneon, dal grande Astor Piazzolla a Julian Plaza, Anselmo Aieta ed a Rosita Melo, di cui verrà suonato il tango vals più celebre al mondo, da lei composto all’età di 14 anni.

Il programma completo del concerto degli allievi della classe di bandoneon del maestro Fabio Furia del Conservatorio Statale di Musica “Pierluigi da Palestrina” di Cagliari

Ariel Ramirez: Alfonsina y el mar

Veronica Maccioni: Bandoneon e voce

Ottavio Farci: Contrabbasso

Rosita Melo: Desde el Alma

Veronica Maccioni: Bandoneon e voce

Ottavio Farci: Contrabbasso

Astor Piazzolla: Verano Porteno

Giulia Piga: Chitarra

Anselmo Aieta: Palomita Blanca

Christian Asuni: bandoneon I, Fausto Camboni: bandoneon II, Veronica Maccioni e Gianluca Lilliu: bandoneon III, Raffaele Podda: Bandoneon IV, Ottavio Farci: Contrabbasso

Julian Plaza: Danzarin

Veronica Maccioni: bandoneon I, Christian Asuni: bandoneon II, Fabio Furia: bandoneon III, Raffaele Podda: Bandoneon IV, Ottavio Farci: Contrabbasso

Astor Piazzolla: Escualo

Angelica Perra: flauto, Andrea Schirru pianoforte, Fabio Furia: bandoneon

Astor Piazzolla: Muerte del Angel

Angelica Perra: flauto, Andrea Schirru pianoforte, Fabio Furia: bandoneon

Julian Plaza: Nostalgico

Federico Melis: Pianoforte, Fabio Furia: bandoneon

Astor Piazzolla: La milonga del Angel

Ambra beretta: flauto, Maura Porru: pianoforte

Pedro Laurenz: La milonga de mis amores

Ambra beretta: flauto, Maura Porru: pianoforte.

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I leader dei gruppi politici del Parlamento hanno reagito oggi al Consiglio europeo della settimana scorsa, delineando le loro priorità in vista della Dichiarazione di Roma del 25 marzo sul futuro dell’UE. La maggioranza dei deputati ha sottolineato la necessità che gli Stati membri diano la possibilità all’UE di affrontare i bisogni immediati dei cittadini.

 Aprendo il dibattito, il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani ha detto: «Non possiamo limitarci a una cerimonia formale per ricordare quelli che sono stati i migliori 60 anni nella storia dell’Europa libera. L’anniversario della firma dei Trattati di Roma deve essere, prima di tutto, l’occasione per riavvicinare l’Europa ai cittadini. Oggi, più che mai, abbiamo bisogno dell’unità europea. L’Ue va cambiata, non indebolita». 

Sul futuro dell’Europa, il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk ha dichiarato che «se si vuole andare veloci si va da soli, mentre se si vuole andare lontano si va insieme». Ha quindi promesso di impegnarsi nei colloqui Brexit per l’unità politica tra i 27, assicurando nel contempo che Regno Unito e Unione europea rimangono “amici intimi”«Le porte saranno sempre aperte per i nostri amici britannici», ha aggiunto. Rifiuterà però «affermazioni, presentate come minacce, che nessun accordo rappresenterebbe un male per l’Unione europea: sarebbe un male per entrambi». Parlando in olandese, Tusk ha espresso solidarietà ai Paesi Bassi, un «luogo di libertà e democrazia».

Il presidente della commissione Jean-Claude Juncker ha messo in guardia contro il ridurre il dibattito sul futuro dell’Europa a uno scenario «a due velocità»: «Io non voglio una nuova ‘cortina di ferro’ in Europa». Juncker ha quindi ricordato gli attacchi turchi all’Olanda, dicendo che sono “totalmente inaccettabili” e che i responsabili di tali attacchi stanno allontanando la Turchia dall’UE. Ha anche osservato che la nuova politica commerciale degli Stati Uniti ha aumentato le aspettative dell’UE di diventare il nuovo leader mondiale del libero commercio multilaterale, ma ha sottolineato che tutti i negoziati di libero scambio devono includere le parti sociali e la società civile.

Se non riduciamo la disoccupazione e lasciamo soli i paesi UE che sono in prima linea con la crisi migratoria, se cederemo ai nazionalismi e lasceremo indietro i più deboli, «non avremo la fiducia dei cittadini verso l’Unione europea», ha detto il primo ministro italiano Paolo Gentiloni. Sul dibattito su un’Europa a due velocità, ha detto: «Dico no a due Europe, piccola e grande, est e ovest, ma sì a una dove ognuno può avere il proprio livello di ambizione e tutti possono scegliere se partecipare a forme di cooperazione rafforzata, ora o dopo, e tutti sono coinvolti nel progetto comune». 

«Oggi la parola magica è: la velocità. Ma l’Europa a più velocità è un metodo, non è strategia. Il problema dell’Europa non è la velocità, ma la direzione di marcia, l’approdo. Abbiamo bisogno di una nuova direzione», ha detto il leader del gruppo S&D Gianni Pittella (IT). Vogliamo «un’Europa con un forte pilastro sociale e una strategia di investimenti» per creare lavoro, da finanziare con una lotta più dura all’evasione fiscale, ha proposto il capogruppo.

«La nave sta affondando e noi dovremmo chiederci come mai», ha dichiarato Raffaele Fitto (ECR, IT), chiedendo un cambiamento delle politiche. A suo parere, l’UE è diventata troppo centralizzata e distante dai cittadini. L’ECR vuole una rinegoziazione dei trattati e rifiuta ogni ulteriore cessione di sovranità nazionale, ha concluso. 

«Esiste già un’Europa a due velocità» ha dichiarato Rosa D’Amato (EFDD, IT), aggiungendo che «esiste l’Europa delle banche, delle grandi multinazionali e delle lobby, e poi l’Europa dei cittadini che hanno perso il loro lavoro e non hanno diritti».

Matteo Salvini (ENF, IT) ha chiesto di porre fine ai finanziamenti UE verso la Turchia nonché alla procedura d’adesione all’Unione: «Non sarebbero mai dovuti iniziare». Ha inoltre incolpato i leader europei di «aver rovinato il sogno europeo”.

 

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Il comune di Carbonia replica all’associazione culturale Lee Van Cleef, sull’organizzazione della quinta edizione del Summer Is Mine Festival.

«Con il nuovo comunicato dell’associazione Lee Van Cleef, pubblicato su Facebook qualche ora fa – scrive in una nota Emanuela Rubiu, assessore della Cultura del comune di Carbonia -, si chiude, certo non in maniera decorosa, ogni possibile polemica sulla questione del trasferimento del festival rock Summer Is Mine ad Iglesias. Pare, infatti, a tutti evidente, che la volontà di abbandonare Villa Sulcis per approdare a Monteponi, sia tutta e solo dell’associazione organizzatrice della rassegna musicale. Quando si afferma che già nell’agosto si è cominciato a trattare con l’Amministrazione comunale di Iglesias tenendone all’oscuro gli interlocutori naturali, cioè l’Amministrazione comunale di Carbonia, con la quale si continuava tuttavia ad interloquire, significa che, al di là delle risposte che l’Amministrazione comunale di Carbonia avrebbe potuto dare all’associazione Lee Van Cleef, questa aveva già deciso. E non si può certo dire che da parte dell’Amministrazione comunale di Carbonia non vi siano state risposte positive: altrimenti sarebbe davvero strano capire per quale motivo qualche giorno fa ci sia stata presentata dagli organizzatori una richiesta formale di finanziamento e perché si sia data vita a una girandola di post e dichiarazioni alla stampa contraddittori e opachi.»

«Fino a questo comunicato che tenta di dipanare ma ingarbuglia, vuole comunicare ma occulta, cerca di svelare ma copre – aggiunge Emanuela Rubiu -. I motivi per cui l’associazione Lee Van Cleef ha deciso di abbandonare la città che ha visto nascere e crescere Summer Is Mine restano infatti misteriosi: sicuramente non si può imputare nulla all’Amministrazione comunale di Carbonia. La quale, come detto e ribadito dal Sindaco fin dalle sue dichiarazioni programmatiche sia da me in più occasioni, ha espresso più volte la volontà di fare di quel festival un evento caratterizzante dell’attività culturale e di spettacolo della città. Le necessità manifestate dall’associazione per quanto riguarda la sicurezza e l’accoglienza degli spettatori erano già state di fatto accolte dagli uffici competenti e ci si accingeva a porvi mano in breve tempo. Per quanto riguarda il finanziamento, vi era l’intenzione di soddisfare al massimo livello possibile le esigenze della manifestazione per la sua miglior riuscita. Intenzioni che l’associazione Lee Van Cleef non ha evidentemente voluto vagliare, preferendo una nuova collocazione: scelta di cui essa sola deve rispondere, a fronte di comportamenti per nulla cristallini – conclude Emanuela Rubiu -. A voler usare un eufemismo.»

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L’Associazione Culturale Lee Van Cleef conferma che la 5ª edizione del Summer Is Mine Festival si terrà il 28 e 29 luglio a Iglesias, alla miniera di Monteponi. Lo fa con un post pubblicato questo pomeriggio nella sua pagina ufficiale Facebook.
«Perché il Festival nato e cresciuto a Carbonia si sposta a Iglesias? In molti ce l’hanno domandato. La risposta è semplice: un festival non si organizza in tre mesi, ci vuole un anno di lavoro. I primi tentativi di dialogo con l’amministrazione di Carbonia risalgono infatti allo scorso agosto, ovvero a poche settimane dall’ultima edizione. Le nostre esigenze sono state esposte in maniera chiara sin dall’inizio e ribadite durante vari incontri nei mesi successivi. Le difficoltà nel definire delle certezze economiche e nel stabilire dei tempi certi per la risoluzione di queste interlocuzioni, sono state determinate sicuramente da l’evidente scarsità di risorse finanziarie, che nostro malgrado il comune di Carbonia si trova a fronteggiare da diversi anni. Una situazione che ben conoscevamo, avendo organizzato le precedenti quattro edizioni proprio in questa condizione.»
«Dall’altra parte, c’è stata l’amministrazione cittadina iglesiente che sin dal primo incontro, collocabile anch’esso nel mese di agosto 2016, ha mostrato concreto e consistente supporto logistico (diversi gli incontri e sopralluoghi sul campo proficuamente condotti in porto), tutto accompagnato da notevole entusiasmo ed apprezzamento per il progetto. Con Iglesias i termini economici e organizzativi dell’accordo sono infatti chiari e ben definiti sin dall’autunno. Inutile sottolineare ulteriormente come il tempismo rappresenti condizione vitale per poter garantire gli standard qualitativi a cui riteniamo di dover improntare i nostri eventi – aggiunge l’Associazione Culturale Lee Van Cleef organizzatrice dell’evento musicale -. L’interlocuzione col comune di Carbonia è rimasta sempre viva e la volontà di poter continuare a fare ancora musica e cultura nella Città in cui siamo cresciuti è tanta e ci coinvolge con passione. Ma arrivati a qualche mese dall’estate, abbiamo solo potuto constatare – con un briciolo di tristezza – che non ci poteva essere ulteriore margine.»
«Siamo fiduciosi del fatto che ci saranno tempi e modi per continuare proficuamente le nostre attività nella città di Carbonia e siamo altrettanto certi che l’amministrazione e la cittadinanza, ancor più per il coinvolgimento emotivo manifestato in questo frangente, saranno di concreto supporto nei nostri confronti. La nostra speranza, dopo il presente, doveroso passaggio – conclude l’Associazione Culturale Lee Van Cleef -, è che possano placarsi le acque, consentendoci di lavorare con la giusta serenità a quello che davvero oggetto del nostro interesse: organizzare concerti

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Alla Mitt di Mosca la Sardegna ha ricevuto il premio come “Best beach destination – Europe”, per le spiagge migliori d’Europa.
L’International Travel and Tourism Exhibition (Mitt) è la fiera turistica più importante dell’Europa orientale e una delle prime cinque del continente.
«Questo nuovo premio – dice l’assessore del Turismo, Artigianato e Commercio Barbara Argiolas – conferma l’eccellenza naturalistica dei paesaggi costieri sardi, sempre più apprezzata in ambito internazionale e ormai diventata ambita meta di vacanza anche in un mercato emergente come quello russo. Il nostro ambiente incontaminato, mantenuto integro grazie all’impegno della Regione e delle amministrazioni locali in questi anni, le spiagge incantevoli e il mare cristallino sono il tratto distintivo e il punto di forza del nostro prodotto turistico: alla salvaguardia ambientale e alla valorizzazione del turismo sostenibile si ispira il nuovo modello di sviluppo regionale.»
Alla 24esima edizione della Mitt, che si chiude domani, la Regione partecipa mediante l’Assessorato col suo stand Sardegna Endless Island all’Expocenter Fairgrounds, all’interno del quale sono ospitati venti operatori sardi accreditati, in rappresentanza di hotel, catene alberghiere e altre categorie di strutture ricettive, agenzie di viaggio e società di servizi, bus e tour operator, un vettore aereo (Meridiana) e un centro commerciale naturale (di Stintino). All’evento, atteso dai professionisti di settore russi e dell’Europa orientale, partecipano 1.800 aziende in rappresentanza di 190 destinazioni. Nel 2016 Mitt ha registrato la partecipazione di 28mila visitatori nell’arco di tre giorni, tre quarti dei quali tour operator. La fiera moscovita crea opportunità di attrarre un target dal crescente potere d’acquisto.
La domanda russa è di alta qualità, per il 50 per cento rivolta ad alberghi a 4 e 5 stelle. Tradizionalmente il prodotto di riferimento è il marino-balneare, a cui è associato quello sportivo di fascia alta (golf e vela). Dalla Russia nei primi dieci mesi del 2016 sono arrivati poco più di 19mila visitatori: con una permanenza media di 6 giorni e mezzo hanno generato quasi 126mila presenze nelle strutture ricettive isolane, rispetto alle 123mila dello stesso periodo del 2015, con un leggero aumento del 2 per cento. L’anno scorso il mercato russo è risultato appena fuori dalla top ten fra quelli internazionali per la Sardegna, all’undicesimo posto.
L’evento fieristico è stato preceduto nei giorni scorsi da un workshop, nel corso del quale le aziende isolane partecipanti alla Mitt hanno promosso e commercializzato le loro proposte in incontri ‘B2B con cento buyer russi. L’appuntamento moscovita è stato, inoltre, accompagnato da un’ulteriore iniziativa regionale, ‘La Sardegna a Mosca’: bellezze naturalistiche e culturali e prelibatezze enogastronomiche vanno in scena in un circuito di cinque rinomati ristoranti della capitale russa. Alla Mitt, seguirà a inizio aprile la partecipazione regionale alla Leisure di Minsk, in Bielorussia, così da completare il “presidio” dell’Est Europa.

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E’ durissimo il commento del deputato di Unidos Mauro Pili, al comunicato stampa dell’assessorato regionale dell’Industria sulla vertenza Keller.

«Comunicato stampa della Regione sulla Keller: abbiamo agito in silenzio con il Consorzio industriale per salvare la fabbrica! – scrive in un post pubblicato sul suo profilo Facebook alle 17.19 il deputato di Iglesias -. Insomma: se continuavano ad agire in silenzio, di quella fabbrica non sarebbero rimasti nemmeno i pilastri!»

«Erano talmente attenti – aggiunge Mauro Pili – che non si erano nemmeno accorti che la stavano svendendo con un’asta on line! Erano talmente sul pezzo che i curatori fallimentari, ancor prima della scadenza dell’ultimatum della vendita spezzatino fissato per il 15 marzo, avevano frazionato la fabbrica in 700 lotti. E loro, Regione e Consorzio, non avevano mosso un dito! Unica comunicazione l’8 marzo.»

«Se non avessi denunciato il tutto, forse la Keller adesso avrebbe preso un’altra strada! Quella della distruzione! – conclude Mauro Pili -. E questi ancora in piena catalessi!»