Sono stati firmati stamane, a Macomer, gli accordi per i lavoratori ex Legler, tra Regione, Comuni e sindacati.
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«Grazie all’impegno di tutti abbiamo chiuso una vicenda molto delicata», ha commentato Filippo Spanu, attuale assessore al Personale che ha seguito tutta la vertenza quando era Capo di Gabinetto della presidenza della Regione. «L’accordo di oggi mette insieme Regione, Comuni e organizzazioni sindacali – ha aggiunto Spanu -, grazie all’intesa diamo sicurezze ai 22 lavoratori ex Legler per accompagnarli nell’ultimo tratto della loro vita lavorativa. È stato un lavoro corale che considero una buona pratica da prendere ad esempio in altri casi complicati».
«Ci sono stati momenti difficili, soprattutto all’inizio – ha detto l’assessore del Lavoro Mura – perché l’accordo che era stato stipulato dalla precedente Giunta regionale non era più applicabile in seguito al cambio del quadro normativo nazionale. Siamo riusciti a onorare l’impegno politico, trovando una soluzione efficace e duratura, che permette di mettere in sicurezza i lavoratori. Ai sindaci del territorio voglio anche anticipare che stiamo rivedendo le nostre politiche, cercando di ragionare per nuove misure in grado di dare risposte più immediate a territori in sofferenza.»
Con l’intesa raggiunta stamane, le amministrazioni comunali promuoveranno progetti di valenza sociale a favore dei lavoratori espulsi dal settore tessile ex Legler. Questi progetti potranno riguardare numerosi ambiti (Educazione e istruzione, con particolare riguardo al contrasto alla dispersione scolastica; Accoglienza e inserimento sociale di soggetti svantaggiati e vulnerabili; Assistenza sanitaria e socio sanitaria; Accompagnamento e assistenza sociale; Cultura, turismo e ricreazione; Inclusione sociale e pari opportunità; Promozione della cittadinanza attiva e partecipata; Protezione civile; Protezione dell’ambiente; Tutela e valorizzazione del patrimonio artistico e culturale) e – come detto – avranno la durata di due anni con la possibilità di proroga per un terzo, per favorire il raggiungimento del trattamento pensionistico dei lavoratori oggetto dell’accordo.
La Regione, attraverso l’Aspal, interviene finanziariamente con una quota di 27mila euro annui per lavoratore, sufficiente a garantire una retribuzione minima per lavoratore di 700 euro netti per 20 ore di lavoro settimanali. I Comuni potranno integrare l’orario di impiego dei lavoratori, e la conseguente retribuzione, con risorse proprie. L’Agenzia sarda per le politiche attive del lavoro avrà il compito di soggetto attuatore: oltre a erogare i finanziamenti, riceverà e valuterà le proposte progettuali dei comuni, e acquisirà dalle amministrazioni tanto le relazioni intermedie relative allo stato di attuazione del Piano, che la relazione finale.