27 November, 2024
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Il Comitato tecnico regionale per l’urbanistica ha dato il via libera alla variante al Puc presentata dal comune di Cagliari su richiesta del Cagliari calcio, in merito al nuovo stadio Sant’Elia e all’impianto provvisorio che ospiterà la squadra rossoblù per tre anni. Il Comitato che si è riunito questa mattina negli uffici di viale Trieste a Cagliari, non ha avuto niente da eccepire in merito alla proposta avanzata dall’Amministrazione comunale del capoluogo.
«È un nuovo, importante passo in avanti verso la realizzazione di un’opera di pubblica utilità per tutta la Sardegna», commenta l’assessore dell’Urbanistica Cristiano Erriu.
«La Regione, e in questo caso il CTRU, hanno adempiuto in tempi strettissimi a tutti i passaggi previsti dalle normative vigenti. Va pure detto – conclude Cristiano Erriu – che il continuo confronto tra gli uffici tecnici delle due Amministrazioni ha permesso di procedere in maniera collaborativa ed efficace in tutti questi mesi e il lavoro preparatorio ha consentito di ridurre al minimo i tempi del percorso.»

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E’ iniziato questa mattina all’istituto agrario Duca degli Abruzzi di Elmas, il primo appuntamento del 2017 del progetto PRONTI,“Protezione Nella Tua Isola”, ideato dalla Direzione generale della Protezione Civile per diffondere la cultura della sicurezza nelle scuole sarde di ogni ordine e grado.
«Questo è un percorso formativo e informativo in materia di sicurezza in cui si realizza, grazie agli studenti, un processo di contaminazione virtuosa anche nelle famiglie. Stiamo infatti dando ai ragazzi l’opportunità di imparare come funziona la protezione civile e quali sono i rischi per poi portare il messaggio fuori delle aule scolastiche. Più imparate e diffondete, più saremo capaci di proteggerci» ha detto l’assessore della Difesa dell’Ambiente con delega alla Protezione civile Donatella Spano alla numerosa platea di studenti, assieme al sindaco di Elmas, Tonio Ena, e al direttore della Protezione civile regionale, Graziano Nudda, e quello del Dipartimento meteoclimatico dell’Arpas, Giuseppe Bianco.
Il progetto, con l’obiettivo di realizzare l’azione sistemica di formazione in sicurezza dettata dalla delibera di Giunta dello scorso ottobre, è stato disegnato dalla Direzione regionale di Protezione civile con il contributo dell’assessorato della Difesa dell’Ambiente e il coinvolgimento dell’assessorato della Pubblica Istruzione, dell’Ufficio scolastico regionale, degli Enti locali e dei volontari di Protezione civile. Gli studenti sono accompagnati nell’apprendimento di specifici programmi formativi per conoscere il Sistema di Protezione Civile e le sue componenti, con in compiti di Arpas, di Corpo forestale, di Forestas e del volontariato. Vengono approfonditi i temi dei rischi presenti nel territorio, della salvaguardia delle persone, dei beni e dell’ambiente in genere. Inoltre viene favorito il contatto diretto con la realtà delle Organizzazioni di volontariato di protezione civile.

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La Sardegna si conferma una delle Regioni più virtuose in Italia nell’ambito della semplificazione delle procedure amministrative. Negli ultimi sei mesi, dall’agosto 2016 al gennaio 2017, su 918 conferenze di servizi 424 si sono già concluse con esito positivo e 36 con esito negativo; su un campione di 307 conferenze, il 96% si è svolto con la forma semplificata e quindi con uno scambio documentale in tempi più ristretti e senza necessità della seduta simultanea. I dati del monitoraggio, compiuto dall’Ufficio Semplificazione del Dipartimento Funzione Pubblica, sono stati pubblicati oggi su Il Sole 24 Ore in un articolo che esamina la situazione in Italia a sette mesi dall’entrata in vigore del decreto attuativo della Riforma della Pubblica Amministrazione e cita espressamente: «L’ottimo esempio della Regione Sardegna, con le istruzioni impartite il 2 agosto 2016 che hanno confermato l’investimento avviato in precedenza sul funzionamento degli sportelli unici per le attività produttive, sulla piattaforma telematica unica per la gestione delle pratiche e delle conferenze».

La Sardegna è la prima Regione in Italia a essersi dotata di una legge per la Semplificazione che applica la legislazione nazionale in materia, all’interno dell’autonomia statutaria. Nei giorni scorsi, nel corso di un seminario svoltosi a Cagliari, i vertici del Servizio Semplificazione della Funzione Pubblica hanno espresso piena soddisfazione per le innovazioni introdotte dalla legge regionale.

«Aver raggiunto un obiettivo di legislatura e ricevere il plauso della Funzione Pubblica rappresentano per noi motivo di orgoglio – commenta l’assessora dell’Industria, Maria Grazia Piras -. Sappiamo che il lavoro sulla semplificazione non è ancora concluso ma siamo decisamente sulla buona strada. La cosiddetta conferenza semplificata, la modalità del silenzio-assenso, la certezza dei tempi e l’utilizzo di piattaforme informatiche per dematerializzare le procedure, consentono alla Sardegna di essere più competitiva e garantiscono una burocrazia più amica per imprese e cittadini. Tra le novità della legge – ricorda ancora l’assessore dell’Industria – c’è l’istituzione dello Sportello Unico per le Attività Produttive e l’attività Edilizia (SUAPE) che riunisce le competenze esercitate dallo Sportello per le attività produttive (SUAP) e le competenze relative all’edilizia privata.»

Proprio questa settimana la Giunta ha approvato le direttive di attuazione in materia di SUAPE. I sardi possono accedere alla Pubblica Amministrazione per via telematica e quindi senza limiti di orario e senza necessità di recarsi fisicamente negli uffici. Gli stessi uffici sono obbligati a predisporre in formato elettronico tutti gli atti che riguardano il procedimento unico SUAPE. Un ulteriore passo previsto dalle direttive di attuazione è rappresentato dagli incontri di aggiornamento e formazione con gli operatori dei Comuni e degli altri enti interessati. Il primo ciclo di seminari comincerà la prossima settimana.

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Si è svolta oggi la seduta congiunta del Consiglio regionale e del Consiglio delle autonomie locali (Cal) sullo stato delle autonomie locali della Sardegna.

Il presidente Gianfranco Ganau, in apertura di lavori, ha auspicato che l’incontro con il Cal segni l’avvio di un rapporto più stretto con il Consiglio regionale: «Perché una continua e corretta dialettica è alla base per un’adeguata gestione delle criticità che affliggono la nostra isola». Ganau ha proseguito ricordando la ormai imminente discussione in Aula della Legge stabilità 2017 ed ha evidenziato come la finanziaria sia chiamata a confronto con le emergenze della Sardegna che, ha proseguito il presidente, se non opportunamente affrontate “si ripercuotono sugli enti locali e i sindaci che rappresentano il riferimento diretto dei cittadini. «Le mancate risposte – ha spiegato Ganau – provocano gravissime tensioni sociali ed ai sindaci va tutta la nostra solidarietà e il nostro supporto».

Il massimo esponente dell’assemblea sarda ha poi ricordato ruolo e funzioni del Cal ed ha affermato che è necessaria la revisione della istitutiva del Consiglio delle autonomie locali (legge1/2005), in particolare per ciò che attiene i cosiddetti pareri («in caso di parere contrario, per esempio, bisognerebbe prevedere l’obbligo di ritorno in commissione del provvedimento per una nuova audizione ed una delibera motivata della commissione»).

Nella fase finale del suo articolato intervento, Gianfranco Ganau, ha posto l’accento sulle riforme della legislatura (principalmente sanità, enti locali e Forestas) e, soprattutto, sull’opportunità che queste siano condivise nei territori («la riforma sanitaria viene percepita come un’azione che sottrae servizi ai territori piuttosto che come efficientamento e miglioramento nella qualità dei servizi»).

«Siamo chiamati ad un confronto sulle criticità di sempre – ha spiegato il presidente – come il tema dell’insularità o quelli legati alla specificità della nostra terra che a causa della sua dispersione demografica non consente l’applicazione automatica di parametri nazionali». «Anche su questi temi – ha concluso Ganau – abbiamo l’obbligo di confrontarci per definire una piattaforma comune di riconoscimenti dovuti che sappia superare le differenze di appartenenza e rilanci la vertenza Sardegna».

Il presidente del Cal, Andrea Soddu, ha aperto il suo intervento con un messaggio di collaborazione e cooperazione con il Consiglio regionale ed ha affermato: «Vogliamo aprire una stagione di riflessione intorno ai temi cruciali per lo sviluppo della Sardegna ed aprire un dialogo serrato sulle questioni fondamentali per la crescita e il lavoro».

Il neo presidente del Cal ha quindi illustrato il “nuovo metodo di lavoro” adottato dal Consiglio delle autonomie e la costituzione di sette commissioni di lavoro (tra queste: trasporti, scuola, protezione civile, finanza locale, riforme della Regione) per “costruire una gamma di proposte da offrire al Consiglio regionale”.

Il primo cittadino di Nuoro ha insistito sulla volontà degli amministratori locali di voler risolvere i troppi problemi che affliggono l’Isola ed ha auspicato un progetto di riforma strutturale della Regione secondo i principi di sussidiarietà, efficienza e adeguatezza. «La Regione così come è – ha dichiarato il numero uno del Cal – è malata di centralismo e dopo la legge di riordino degli Enti locali attendiamo la legge di riforma della Regione».

In conclusione del suo intervento il sindaco di Nuoro ha auspicato un “ripensamento delle risorse”: «I Comuni sono ormai in brache di tela e in alcuni casi sono persino impossibilitati a pagare gli stipendi».

Il sindaco di Padru, Antonio Satta, ha ricordato ruolo e funzioni dei Comuni («sono l’ossatura della democrazia nel nostro paese e meritano attenzione particolare», nonché le difficoltà dei sindaci («devono amministrare la disperazione»).
Il leader Upc nell’Isola ha quindi auspicato un incremento delle risorse destinate al sistema degli Enti Locali e l’apertura dei cosiddetti nuovi “spazi finanziari” («nonostante gli sforzi gli stanziamenti non sono sufficienti e arrivati a marzo dobbiamo ricevere ancora parte dei fondi del 2016»). «La Sardegna – ha concluso Satta – ha bisogno di più risorse per crescere e per sostenere il cambiamento».

La sindaca di Fonni, Daniela Falconi, ha definito il Comune “come l’osservatorio privilegiato sulla vita delle persone che permette agli amministratori di toccare con mano ogni singolo dolore e ogni singola gioia delle persone amministrate”. «Dalle nostre decisioni – ha aggiunto – dipende il futuro delle persone che amministriamo e gli attentati agli amministratori rischiano però di uccidere le forme libere di impegno pubblico nelle nostre comunità».

Falconi è entrata quindi nello specifico di temi e situazioni che decisi dalla Regione hanno ripercussioni “devastanti” nei territori e nelle comunità dell’isola. «Nel mio paese – ha dichiarato – con l’Asl unica 100 paziente psichiatrici non hanno più assistenza ed è evidente quanto si destabilizzante per l’esistenza di centinaia di miei compaesani».

Daniela Falconi ha quindi rivolto il primo appello al Consiglio: «Prima di votare un provvedimento accertatevi quali siano le ricadute sociali ed umane nei territori della Sardegna» e delle zone interne («il crollo demografico nei nostri paesi deve essere contrastato con politiche fiscali nuove e politiche che tengano contro delle peculiarità dei nostri territori»). «La Sardegna – ha dichiarato Falconi – non esiste senza Cagliari e senza Sassari ma non esisterebbe senza i suoi paesi». La sindaca ha quindi concluso il suo intervento auspicando una modifica della legge di riordino degli Enti che tenga conto degli esiti referendari sul mantenimento delle province: «Basta gestioni commissariali, si convochino le elezioni».

Il sindaco di Sarroch, Salvatore Mattana non ha nascosto il rammarico per le aspettative tradite in ordine all’istituzione del Cal («non esercita come dovrebbe il suo ruolo») ed ha definito le Autonomie locali “la spina dorsale del Paese e il primo interlocutore dei cittadini”.

Mattana ha evidenziato le difficoltà finanziarie e di bilancio delle amministrazioni locali («col pareggio di bilancio il sistema è ancora più rigido e si blocca l’avanzo di amministrazione») ed ha chiesto al Consiglio regionale che siano ripristinati gli stanziamenti (8 milioni di euro) sul fondo unico degli Enti locali. Il primo cittadino di Sarroch ha concluso con l’invito alla Regione perché sia “sanata” la mancata partecipazione del Cal alla conferenza delle Regioni.

Il sindaco di Tergu, Gianfranco Satta, ha denunciato la progressiva riduzione di risorse e competenze per il Cal ed ha elencato una serie di criticità nei rapporti con la Regione anche per ciò che attiene lo scarso “peso” attribuito alle Autonomie locali in seno ad Area e Forestas. «È necessario invertire la rotta – ha dichiarato Satta – e garantire il protagonismo del Cal nella programmazione territoriale e nel piano di sviluppo rurale».

«Non mettete i territori gli uni contro gli altri – ha insistito il primo cittadino – è dal 1990 che leggo nei i documenti per lo sviluppo dei territori il riferimento all’integrazione tra costa e interno, per questo affermo che bisogna prevedere opportune premialità per chi persegue tali obiettivi nella costituzione degli ambiti territoriali ottimali».

Il presidente del Cal Andrea Soddu, intervenendo in sostituzione del Sindaco di Padru Antonio Satta che aveva preso la parola in precedenza, ha manifestato la preoccupazione dei Sindaci per i problemi del personale di Forestas «per la situazione che si sta venendo a creare anche in prospettiva della prossima stagione antincendi». Abbiamo chiesto, ha ricordato, «un incontro con l’assessore dell’Ambiente ed i capigruppo che non è avvenuto, ma vogliamo ribadire che ci teniamo molto a dire la nostra e confrontarci con il Consiglio, ascoltando sia le preoccupazioni dei lavoratori che quelle dei territori». Colgo l’occasione, ha concluso il presidente del Cal, «per esprimere solidarietà e vicinanza al Sindaco di Sorso Giuseppe Morghen, componente del Cal, perché stanotte è stata data alle fiamme la porta di ingresso del Comune, ennesimo attentato che richiama alla nostra attenzione il problema della sicurezza e della legalità nelle nostre comunità».

Il presidente del Consiglio Ganau, a nome dell’Assemblea, ha espresso al Sindaco di Sorso la solidarietà del Consiglio regionale.

Aprendo la serie degli interventi dei consiglieri regionali, il capigruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha detto che «i temi sottoposti dai sindaci all’attenzione del Consiglio sono il segnale importante di un malessere profondo, per cui va senz’altro raccolto l’appello a fare fronte comune, anche se emerge la mancanza di una idea comune della Sardegna, che deve vedere il Cal protagonista come seconda istanza istituzionale dell’isola». Manca una visione comune, ha ribadito Dedoni, «una idea guida, sostenuta a nome di tutta la Sardegna al di là degli schieramenti nei confronti dello Stato, a cominciare dal problema delle entrate; questo deve essere il tema centrale della battaglia dell’unica grande isola del Mediterraneo, del suo sviluppo, di una crescita che riesca ad includere giovani, famiglie ed imprese». No alle guerre fra schieramenti e governi regionali di questo o quel colore, ha concluso esponente dei Riformatori, «perché il risultato reale è che i problemi che abbiamo di fronte sono sempre gli stessi, invece dico sì alla leale collaborazione fra istituzioni autonomistiche».

Per il Psd’Az il capogruppo Angelo Carta ha detto di non essere interessato «ad un rito che si ripete uguale a se stesso, dato che la Costituzione indica ruoli e competenze delle istituzionali regionali e locali e forse, quando si è fatta la riforma in Sardegna, si è tralasciato proprio l’aspetto organizzativo e del ruolo degli Enti locali». Non esiste autonomia senza autonomia finanziaria, ha sostenuto Carta, «e ciò è accaduto perché, sotto questo profilo, la Regione si è comportata esattamente come lo stato nei confronti della Regione, con Province e Comuni pieni di progetti che poi rimangono lettera morta perché non si riesce a realizzarli, se non attraverso i bandi dove qualcuno fa la parte del leone e gli altri rimangono a bocca asciutta». Questa, ha terminato, «è la violazione più evidente del principio di sussidiarietà ed insieme la chiave per far ripartire lo sviluppo della Sardegna».

Daniele Cocco, capogruppo di Sel, ha detto, rivolgendosi ai sindaci, di non volersi trovare nelle loro condizioni pur essendo un sindaco «ed ha ragione il sindaco di Fonni Daniela Falconi sulle zone interne, io stesso credevo che con la riforma avessimo cominciato a risolvere i problemi dei territori sancendo i principi della sussidiarietà e della perequazione fra aree diverse ma ancora i risultati non si vedono». Però, ha osservato, «a questi problemi non può rispondere solo la Regione, tutti dobbiamo aprire una nuova vertenza con lo Stato per avere le risorse che ci spettano, altrimenti non potremo concretamente rispondere alle domande che i rappresentanti delle autonomie hanno posto con forza». Oggi sono qui alcuni lavoratori demansionati di Forestas, ha concluso Cocco, «per una decisione del vertice dell’Agenzia; incontriamoci dopo la seduta con il Cal perché il problema è davvero urgente, abbiamo completato le audizioni ed ora dobbiamo decidere perché i cantieri sono fermi in tutta la Sardegna».

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu, dopo aver ricordato l’esito del referendum del 4 dicembre scorso, ha sostenuto che «anche la riforma degli Enti locali varata dal Consiglio regionale contiene profili di incostituzionalità ed accanto a questi temi c’è l’urgenza di ricostituire gli enti territoriali intermedi fra Regione e Comuni, perché Città metropolitana e unioni dei Comuni sono organismi senz’anima e non in grado di perseguire l’interesse generale; c’è in altre parole un disordine istituzionale che crea una gravissima incertezza ed allontana le istituzioni dai cittadini, anche per i tagli pesantissimi delle risorse che non consentono di assicurare i servizi di pubblica utilità, per cui la Sardegna ha bisogno di una vera riforma».

Il presidente del gruppo Cps Pierfranco Zanchetta ha affermato che «le istanze dei sindaci della Sardegna sono condivisibili compresa la bacchettata che richiama l’attenzione del Consiglio su una certa mancanza di sensibilità istituzionale e non solo di risorse; dobbiamo fare di più per i Comuni della Sardegna ma l’Aula del Consiglio non deve mai diventare il luogo del conflitto, piuttosto quello da cui parte una rivendicazione forte della Sardegna nei confronti dello Stato per il riconoscimento reale dello status di insularità e della nostra specificità». Neve mare e montagne sono risorse di tutta la Sardegna, ha aggiunto citando l’intervento del sindaco di Fonni, «e su questo dobbiamo tutti lavorare, la recente riforma va consolidata e potenziata ma non basta; i territori vanno ascoltati, a cominciare dalla Gallura che ha chiesto un riconoscimento istituzionale non per tornare indietro ma per andare avanti verso la costituzione della provincia del nord est».

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu ha dichiarato che «in questo periodo stanno arrivando al pettine molti nodi che toccano da vicino gli Enti locali e le loro risorse e bisogna chiedersi se ciò dipende dallo Stato o dalla Regione». La Sardegna in particolare, ha detto Congiu, «è l’unica nel cui ordinamento è presente il fondo unico per gli Enti locali e nella stessa riforma degli Enti locali è stato inserito il principio della perequazione fra territori, anche questo unico nel panorama nazionale; sono due segni di attenzione della Regione verso i Comuni, attenzione che possiamo migliorare ma con attenzione ai dati reali nell’ottica di un ragionamento complessivo fra parti dello stesso sistema perché la vera controparte non può che essere lo Stato e, da questo punto di vista, auspico che si apra davvero una stagione nuova».

Il consigliere Pietro Cocco, capogruppo del Pd, ha ricordato che «quando si decise di istituire il Cal fu per rendere partecipi i Comuni dell’attività delle istituzioni autonomistiche come secondo organo costituzionale e, quanto alla retorica, possiamo evitarla se tutti svolgiamo fino in fondo il loro ruolo, in una dialettica che può essere anche forte in qualche caso, ma orientata all’interesse generale». Per amore di verità, ha continuato Cocco, «bisogna riconoscere che la Regione trasferisce 620 milioni l’anno ai Comuni attraverso il fondo unico, fatto senza precedenti in Italia, oltre a trasferimenti su servizi sociali nell’ordine di 350/400 milioni l’anno, cifra che ci vede al quarto posto al livello nazionale». Abbiamo preso l’impegno di fare importanti riforme in questa legislatura, alcune le abbiamo fatte come quella degli Enti locali ed altre le stiamo concludendo, come quella della sanità sulla quale ci confronteremo nel merito per dare vita ad una nuova rete ospedaliera che garantisca lo stesso livello di servizi a tutti i sardi».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha sostenuto che «dal dibattito è emerso un dato inconfutabile, lo stato pessimo del rapporto fra Regione ed Enti locali, così come è inconfutabile la scarsa attenzione verso il Consiglio delle autonomie locali, forse perché ci siamo abituati ad esercitare un ruolo, dimenticando il Cal quando si è trattato di partecipare al procedimento legislativo». La Regione, ha protestato Pittalis, «accentra ruoli e funzioni e si comporta come fa lo Stato con la Regione, riproducendone gli stessi vizi, infatti nella realtà il ruolo degli Enti locali nella programmazione è inesistente e la Regione, come ha fatto nell’emergenza neve, ha fatto lo scaricabarile». Abbiamo salutato con favore l’elezione del Sindaco di Nuoro Soddu alla presidenza del Cal anche per il metodo, ha concluso il capogruppo di Forza Italia, «ma questo non deve farci dimenticare che prima questo organismo aveva una posizione supina rispetto alla Regione». Riferendosi infine alla vicenda dei lavoratori di Forestas, Pittalis ha accusato la maggioranza di «girare intorno ai problemi, come sull’immigrazione e la protezione civile, invece i problemi bisogna aggredirli altrimenti, dopo questa riunione, tutti torneremo a casa e le cose saranno rimaste tali e quali».

A nome della Giunta l’assessore degli Enti locali Cristiano Erriu ha ricordato l’importante volume di risorse che la Regione trasferisce agli Enti locali. Il fondo unico 2016, ha detto, «è stato pagato per l’80% più tutti i residui degli anni precedenti per un totale di circa 800 milioni di euro che consentiranno alle amministrazioni locali di superare gli annosi problemi di liquidità». Dopo il documento dei Sindaci dell’11 novembre scorso in cui si manifestava preoccupazione per i numerosi cantieri bloccati a causa dell’introduzione del bilancio armonizzato che indubbiamente ha rallentato la macchina amministrativa, Erriu ha fatto cenno alla «battaglia comune contro il taglio delle risorse agli enti intermedi che la Regione ha vinto grazie al lavoro di squadra fatto con le rappresentanze degli Enti in conferenza unificata». Contesto invece la lettura negativa dello stato di attuazione della riforma, ha proseguito Erriu, «una legge fondamentale che dà grande ruolo ai comuni; è vero che ci sono ritardi ma non solo della Regione, ci sono Unioni che sono più avanti, lavorano, gestiscono funzioni e risorse, ed altre che sono in ritardo, ma la conferenza Regione-Enti locali ha lavorato praticamente ogni settimana su moltissime partite aperte di enorme importanza come banda ultra larga, zone interne, sicurezza e legalità». Quanto alle province, ha affermato ancora Cristiano Erriu, «bisogna ridare voce alla democrazia di secondo livello e lo faremo subito dopo il turno delle amministrative, per far funzionare meglio i territori anche nella prospettiva di una regionalizzazione della finanza locale che rivendicheremo nei confronti dello Stato, sul piano generale per avere le risorse necessarie per fare fronte alle spese correnti e svolgere le funzioni fondamentali, e su problematiche particolari come l’Imu e le concessioni demaniali il cui gettito deve restare in Sardegna».

L’assessore della Programmazione Raffaele Paci, in apertura, ha riconosciuto che «il superamento del patto di stabilità e lì introduzione del bilancio armonizzato hanno rallentato l’azione della macchina amministrativa regionale che ora però sta recuperando mentre, nel tavolo col governo, si sta affrontando il grande tema della regionalizzazione della finanza locale, battaglia importante dell’autonomia sulla quale siamo tutti d’accordo perché in concreto i vincoli della Regione si riversano poi sui Comuni, anche in Sardegna abbiamo introdotto sono forti devoluzioni verso la periferia». Il governo regionale, ha proseguito Paci, «è impegnato anche nella battaglia su accantonamenti come seconda fase di vertenza entrate e puntiamo ad una risposta importante perché senza queste risorse non si riesce a rispondere ai territori». Per quanto riguarda la programmazione territoriale, l’assessore ha affermato che «copre quasi tutta la Sardegna e sta dando buoni risultati con progetti di qualità sullo sviluppo locale, soprattutto su aree interne e in coerenza con le vocazioni del territori, completando la ricucitura fra coste ed aree interne». Rivolgendosi infine al Cal, Raffaele Paci ha definito molto positiva l’elezione dei nuovi vertici, assicurando che la Giunta recepirà per intero le istanze di collaborazione e maggiore rappresentanza che le sono state sottoposte.

Conclusa la riunione congiunta con il Cal, il Consiglio è passato, in seduta ordinaria, all’esame della proposta di modifica della legge n.25 del ’98 (Organizzazione e funzionamento delle compagnie barracellari), arrivata in aula con procedura d’urgenza ai sensi dell’articolo 102 del Regolamento interno.

Non essendoci iscritti a parlare, il presidente Ganau ha messo in votazione il passaggio agli articoli che è stato approvato dall’Aula.

Il presidente ha quindi aperto la votazione del testo della legge, composto da un solo articolo, che è passato all’unanimità (43 voti su 43 votanti).

Il provvedimento approvato dall’Assemblea interviene sul comma 6 dell’art. 13 della legge 25/1998  stabilendo che ogni componente delle compagnie barracellari riveve una patente vidimata dal sindaco secondo modalità indicate con decreto assessoriale. Con lo stesso decreto, inoltre, si disciplinano,  nel rispetto del divieto di assimilazione a quelle militari, le caratteristiche delle uniformi e degli elementi identificativi da apporre su mezzi e strumenti operativi degli addetti al servizio barracellare.

Chiuso l’esame della proposta di legge, il presidente Gianfranco Ganau ha dichiarato chiusa la seduta e convocato la Conferenza dei capigruppo.

Il Consiglio sarà convocato a domicilio.

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L’INPS ha pubblicato il nuovo bando Home Care Premium 2017 per i dipendenti e pensionati pubblici, per i loro coniugi, per parenti e affini di primo grado non autosufficienti. Ne dà comunicazione con una nota il comune di Carbonia.

I requisiti di ammissione sono riportati nel bando pubblicato sul sito dell’INPS.

Prima di procedere alla compilazione della domanda, nei casi previsti dal bando (vedi art. 5), gli interessati devono iscriversi nella banca dati INPS. E’ necessario, inoltre, che il soggetto richiedente sia in possesso del “PIN dispositivo” (si rimanda al bando per le modalità di richiesta).

Nel momento in cui si presenta la domanda, gli interessati devono dichiarare di essere in possesso della dichiarazione sostitutiva DSU per la determinazione dell’ISEE sociosanitario riferita al nucleo familiare di appartenenza del beneficiario, ovvero al nucleo familiare di appartenenza dell’ISEE  minorenni con genitori non coniugati tra loro e non conviventi, qualora ne ricorrano le condizioni ai sensi delle vigenti disposizioni.

Si precisa che, diversamente dalle precedenti annualità, l’inoltro della domanda dovrà avvenire a cura dell’interessato, esclusivamente per via telematica. È necessario accedere dalla home page del sito istituzionale www.inps.it, seguendo il percorso: Servizi on line > Servizi per il cittadino > Servizi Gestione dipendenti pubblici (ex Inpdap) per Lavoratori e Pensionati > “Gestione dipendenti pubblici: domanda Assistenza Domiciliare (Progetto Home Care Premium)”.

La domanda potrà essere inviata dalle ore 12.00 del 1 marzo 2017 e non oltre le ore 12.00 del 30 marzo 2017.

Anche i beneficiari del Progetto Home Care Premium 2014, ancora in corso, dovranno presentare nuova domanda secondo le modalità indicate nel bando 2017.

Gli utenti dovranno prestare attenzione alla lettura del nuovo bando, in quanto è stato modificato rispetto alle annualità precedenti.

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Pane artigiano, vita e salute domenica 5 marzo a Cagliari all’Ospedale Microcitemico nella manifestazione “Mani in pasta-Creatività e nutrimento”, organizzata dall’Associazione dei panificatori di Confartigianato Sud Sardegna, dalla Direzione Sanitaria del Microcitemico, da alcune associazioni di volontariato che sostengono il progetto con le famiglie, unitamente al sostegno di numerosi sponsor di aziende del settore della panificazione ed affini.

L’iniziativa, che si svolgerà presso l’Aula Thun del nosocomio cagliaritano di via Jenner dalle 9.30, vedrà i panificatori artigiani del Sud Sardegna insieme ai bambini, genitori e operatori, con il sostegno e la partecipazione delle associazioni di volontariato ThalassAzione, ABOS e Astafos, impastare, creare e cuocere pane e biscotti con lo spirito di condividere e sostenere l’importanza e il valore del pane nella vita quotidiana.

Dopo le passate edizioni si ripete, quindi, il grande sforzo dell’associazione panificatori insieme ai medici dottoressa Maria Gabriella Nardi, dottor Antonio Cocco della Direzione sanitaria, dell’area coordinamento comunicazione, del settore tecnico per la sicurezza e l’allestimento per l’organizzazione e realizzazione del laboratorio di manualità creativa.

La giornata rappresenta un’occasione laboratoriale rivolta ai piccoli ospiti e ai loro familiari, e ha come obiettivo quello di offrire loro un momento conviviale e la possibilità di esercitare e sviluppare la creatività e la manualità propria. E’ noto, infatti, come queste attività possano favorire ulteriormente processi di guarigione. Il pane, oltre a essere alimento, rappresenta simbolicamente un elemento di unione, condivisione, di pace.

Fuori dai propri contesti aziendali, quindi, i panificatori artigiani metteranno a disposizione la propria professionalità all’interno di una realtà nella quale la fragilità umana può trasformarsi in forza e determinare momenti di benessere condivisi.

Durante la giornata verranno prodotte, oltre al pane, le “ciambelline del cuore”, che, confezionate in pacchetti, verranno offerte dai bambini in altri reparti adulti dell’Ospedale.

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E’ stata sancita con la firma di un Protocollo d’intesa, questa mattina a Villa Devoto, la collaborazione tra la Regione Sardegna e la Regione Lombardia per l’avvio del nuovo sistema di emergenza-urgenza sardo. A sottoscrivere l’accordo i presidenti Francesco Pigliaru e Roberto Maroni, affiancati dai rispettivi assessori della Sanità, Luigi Arru e Giulio Gallera, dal direttore generale dell’assessorato della Sanità della Sardegna, Giuseppe Sechi, e dal direttore generale dell’AREU lombarda, Alberto Zoli.

La collaborazione si incentra soprattutto sulle modalità di funzionamento dell’Areus; la riorganizzazione del sistema regionale dell’emergenza/urgenza sanitaria extraospedaliera (118); le attività di implementazione del servizio di elisoccorso HEMS (Helicopter Emergency Medical Service) regionale; la costituzione, attivazione e funzionamento del Numero Unico dell’Emergenza (NUE) 112; la formazione di tutte le figure professionali coinvolte, anche utilizzando strumenti e metodiche sperimentali. Il protocollo ha una durata di due anni e non comporta oneri economici a carico dei rispettivi bilanci regionali.

«Siamo molto soddisfatti dell’intesa con il Presidente Maroni», ha detto il presidente Francesco Pigliaru. «Il loro modello di AREU è eccellente, leggero, orizzontale, basato su un forte coordinamento, decisamente il più adatto alle nostre esigenze. La firma di oggi è un’ottima occasione per ribadire quanto diciamo da tempo: le buone pratiche sviluppate dalle regioni sono una grande ricchezza per l’intero Paese», ha proseguito il presidente Pigliaru. «Lo Stato dovrebbe impegnarsi a diffonderle, magari con la creazione di un catalogo, che diventi repertorio di esperienze e soluzioni già attuate con successo e al quale tutte le regioni possano attingere. A un centralismo che costringe a far capo alla burocrazia di un qualche ministero romano è di gran lunga da preferire un regionalismo virtuoso – ha concluso Francesco Pigliaru -, dove il confronto costante tra esperienze regionali diventa luogo nel quale generare sperimentazioni».

«Questa iniziativa della struttura dell’emergenza-urgenza Areu e il Numero Unico di Emergenza 112 che abbiamo sviluppato in Lombardia parte dalla sperimentazione attivata da me, nel 2010, quando ero ministro dell’Interno», ha detto il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni. «Partimmo dalla provincia di Varese e la cosa funzionò e ora è estesa in tutta la regione. Prevede la riunificazione delle centrali operative, che rispondono alla chiamata di quelli che erano i diversi numeri di emergenza e inviano sul luogo di un incidente, per esempio, solo i mezzi che davvero servono. Mettiamo questa nostra esperienza a disposizione delle altre Regioni, in questo caso della Sardegna, con spirito di leale collaborazione istituzionale. Sostengo la proposta del presidente Pigliaru di istituire, tra le Regioni, un ‘Catalogo delle buone pratiche’, che preveda lo scambio delle eccellenze che ogni Regione sviluppa in diversi settori – ha aggiunto Maroni – e propongo di portare questo modello di scambio delle buone pratiche in Conferenza della Regioni.»

Il responsabile sardo della Sanità, Luigi Arru, ha ricordato che la collaborazione con l’Areu e, in particolare, con il direttore generale Alberto Zoli, si è sviluppata negli anni. «Quello lombardo – ha detto – è il modello più adatto alle nostre caratteristiche e alle esigenze della nostra tempistica. Proprio oggi è stato pubblicato il bando per l’elisoccorso della Sardegna sulla Gazzetta Ufficiale Europea e, anche grazie alla collaborazione con la Lombardia, contiamo di avere al più presto un nuovo sistema di emergenza-urgenza sardo».

L’omologo lombardo, Giulio Gallera, ha aggiunto che l’esperienza dell’Areu non è nata in poco tempo e che ha avuto bisogno di diverse correzioni: «Il nostro modello di Emergenza Urgenza – ha detto Giulio Gallera – è un modello trasversale che vede l’Areu in un ruolo di governance della rete dei soccorsi che uniforma il servizio in tutto il territorio regionale, dandogli così maggiore efficienza e concretezza».

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L’assemblea dei soci di Unaprol, riunitasi a Roma in seduta ordinaria ha rieletto, all’unanimità per il prossimo triennio, David Granieri alla presidenza del consorzio olivicolo italiano. Nella stessa seduta l’assemblea ha rinnovato il consiglio di amministrazione della società consortile. Il nuovo consiglio è sempre rappresentativo della migliore espressione imprenditoriale olivicola italiana. Unaprol, la più grande realtà organizzativa in Italia e in Europa associa 46 organizzazioni di produttori olivicoli a livello territoriale dal Veneto alla Sicilia, passando per la Sardegna. Ha la rappresentanza di oltre il 60% del settore olivicolo italiano con l’adesione del consorzio nazionale AIPO al progetto del Consorzio Olivicolo Italiano.

Allo stato attuale impegna in progetti realizzati con il sostegno dell’Unione Europea oltre 200mila imprese olivicole italiane in azioni di monitoraggio, tracciabilità, misure per il miglioramento ambientate e della qualità rivenienti da oltre 270mila ettari in produzione di oli extra vergine di oliva di qualità. Detiene la più grande rete di monitoraggio e tracciabilità europea articolata sui un campione di 700 filiere composto da oltre 8.000mila aziende olivicole sull’intero territorio nazionale.

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«Non si perda altro tempo. La Regione provveda ad organizzare le selezioni interne del personale per scongiurare la paralisi dell’ente e applichi immediatamente l’adeguamento retributivo ai dipendenti che hanno svolto per anni le mansioni superiori». E’ quanto auspica il capogruppo dell’Udc in Consiglio regionale Gianluigi Rubiu sulla vertenza Forestas.

«Si parte – aggiunge Gianluigi Rubiu, che ha presentato un’interpellanza urgente anche in base alla discussione svolta dalla prima commissione – dalla discriminazione illogica ed insensata della contrattazione privatistica per i dipendenti. Gli operai sono infatti inquadrati ai fini previdenziali come lavoratori agricoli e, nel caso sia interrotto il rapporto di lavoro, spetta loro solo la disoccupazione agricola e non i benefici derivanti da altri contratti. Un’ambiguità che pone il ruolo dei dipendenti dell’agenzia Forestas in una condizione di svantaggio rispetto al comparto regionale. Le dispute hanno prodotto  il blocco dell’attività all’interno dell’ente, perché si sta inevitabilmente creando una conflittualità fra chi fino ad oggi ha svolto le mansioni e vede rinnegata dal datore di lavoro la propria professionalità, e chi non ha mai svolto le mansioni. Pensiamo vadano da subito attivate le procedure per una selezione interna del personale – conclude Gianluigi Rubiu – e per riconoscere ai dipendenti l’adeguamento retributivo.»

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«Il disegno di legge sui minori stranieri non accompagnati è un altro provvedimento che consente al Paese di fare un altro passo importante verso la garanzia, il rispetto e la tutela dei diritti civili. Mi auguro che ora arrivi in tempi brevi anche il via libera definitivo della Camera e a quel punto potremo dire di aver raggiunto un altro importante obiettivo in questa legislatura.» Lo afferma in una nota il senatore del PD Silvio Lai.

«Il voto di ieri in Senato è in linea con quanto richiesto dalla Commissione Europea in tema di tutela degli immigrati non ancora maggiorenni – aggiunge Silvio Lai -. Una volta approvata definitivamente la legge i minori che arriveranno in Italia privi della loro famiglia non potranno essere rimpatriati, potranno accedere al sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati e soprattutto avranno garantiti i diritti all’assistenza sanitaria e all’istruzione. Queste sono solo alcune delle novità che saranno introdotte da quella che a tutti gli effetti possiamo definire un’altra legge di civiltà. Per quanto mi riguarda non posso che esprimere tutta la mia soddisfazione perché ritengo che su temi come questo, nel quale a tutti gli aspetti delicati come quelli relativi all’immigrazione si uniscono le problematiche più specifiche dei minori, si debba compiere ogni tipo di sforzo possibile per cercare di allargare il campo delle tutele. Questo è quanto stato fatto – conclude il senatore del PD – ed ora attendiamo dalla Camera l’ultimo voto che consentirà al Paese di raggiungere un traguardo di civiltà.»