25 November, 2024
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<img class="alignnone size-medium wp-image-116686" src="http://www.laprovinciadelsulcisiglesiente Extra resources.com/wordpress/wp-content/uploads/2017/02/Ryanair-300×200.jpg” alt=”” width=”300″ height=”200″ srcset=”https://www.laprovinciadelsulcisiglesiente.com/wp-content/uploads/2017/02/Ryanair-300×200.jpg 300w, https://www.laprovinciadelsulcisiglesiente.com/wp-content/uploads/2017/02/Ryanair-200×132.jpg 200w, https://www.laprovinciadelsulcisiglesiente.com/wp-content/uploads/2017/02/Ryanair-83×55.jpg 83w, https://www.laprovinciadelsulcisiglesiente.com/wp-content/uploads/2017/02/Ryanair-210×140.jpg 210w, https://www.laprovinciadelsulcisiglesiente.com/wp-content/uploads/2017/02/Ryanair-310×206.jpg 310w, https://www.laprovinciadelsulcisiglesiente.com/wp-content/uploads/2017/02/Ryanair.jpg 437w” sizes=”(max-width: 300px) 100vw, 300px” />

Sarà capitato a tutti, nell’imminenza di un viaggio, fare una visitina al sito Ryanair perché “dicono” costi meno degli altri vettori aerei. La fama della compagnia aerea Ryanair per le tariffe ridotte è cosa risaputa. Questa azienda, nata solo nel 1985, proprio grazie a tariffe super-scontate è riuscita a passare dai 5mila viaggiatori del primo anno ai 100 milioni di oggi. Così di pari passo è cresciuto il numero di dipendenti e collaboratori a vario titolo; erano 25 nel 1985 e oggi sono diverse migliaia. E il successo del vettore aereo non accenna a diminuire, anzi secondo molti analisti aumenterà proporzionalmente alla debolezza delle grandi compagnie aeree che non possono competere con i costi di gestione di Ryanair. Grazie a questa forte espansione per il 2017 l’azienda pensa di assumere 2.000 nuove persone da collocare tra i molti aeroporti italiani in cui è presente come personale di terra e anche come personale di volo. I requisiti per entrare in Ryanair sono… 

L’articolo completo è consultabile nel sito http://www.diariolavoro.it/lavoro_ryanair.html .

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Commissari e produttori partecipanti al concorso Grenaches du monde 2017 in viaggio nel cuore della Sardegna, tra le terre del Cannonau. La seconda giornata della manifestazione è stata dedicata all’educational tour (in collaborazione con la Camera di Commercio di Nuoro) tra Dorgali, la valle dell’Oddoene e Nuoro. I tecnici di Laore hanno guidato una comitiva di oltre cento esperti di vino provenienti da tutto il mondo alla scoperta dei vigneti locali, della cultura e delle tradizioni isolane anche grazie a una apprezzata visita al museo etnografico sardo. Particolare di colore: i commissari stranieri hanno potuto assaggiare le tipicità locali all’interno di un tipico “pinnettu” sardo. Un’occasione voluta proprio per far conoscere oltre al Cannonau, la storia, la cultura e le tradizioni di questi territori.

Tanti gli spunti di riflessione emersi durante il tour. Grenaches du monde punta infatti a favorire gli scambi tra produttori, addetti ai lavori, comunicatori esperti del settore con l’obiettivo di agevolare le opportunità di sviluppo di uno dei vitigni più coltivati al mondo. «Oggi, nella degustazione che si è svolta al museo etnografico sardo, c’è stato un primo momento di incontro tra produttori sardi e i commissari – precisa Renzo Peretto, responsabile del comparto viticoltura di Laore Sardegna. – Un passaggio importante perché Grenaches du monde va oltre l’aspetto tecnico del concorso: ha messo le basi per un confronto reciproco tra le aziende sarde e le altre realtà internazionali». Il primo dei numerosi incontri in programma. La certezza è, comunque, che il Cannonau, o grenaches, piace. A confermarlo è Marlene Angelloz, presidente mondiale della “Grenaches association”: «Il grenaches piace perché è morbido come il velluto e perché si abbina con tante pietanze, sia con i piatti della cucina mediterranea dove nasce, sia con quelli dei  paesi orientali o del resto del mondo». Il grenache, poi, prende le sfumature diverse a seconda dei paesi dove viene coltivato.

Un patrimonio diffuso che deve stimolare strategie comuni per l’apertura verso nuovi mercati. Un aspetto questo fondamentale come spiega Chan Jun Park, giornalista sudcoreano tra i massimi esperti del paese asiatico e commissario del concorso: «In Corea del Sud l’importazione del vino è cominciata a cavallo tra gli anni ’80 e ’90 – chiarisce Chan Jun Park -. Un mercato ancora aperto che si rivolge soprattutto a Cile, Spagna e Sud della Francia, e che solo relativamente di recente ha cominciato ad apprezzare i grenaches e le loro diverse declinazioni, con buone opportunità anche per i vini sardi».

Quasi 27 mila ettari di vigneto coltivati in Sardegna di cui 7.500 sono gli ettari di Cannonau. Questo è per la maggior parte (5.500 ettari) coltivato in provincia di Nuoro e Ogliastra (qui il 90% dei vigneti è Cannonau). In queste zone si produce Cannonau Classico con le sotto denominazioni Nepente di Oliena, Capo Ferrato e Jerzu.

     

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«Apprezziamo la chiarezza della giunta regionale che ha detto “no” alla realizzazione dell’impianto termodinamico “Gonnosfanadiga”. Sullo stesso argomento e su un progetto analogo nei mesi scorsi avevamo presentato, insieme al vicepresidente della commissione ambiente al Senato Massimo Caleo e al capogruppo del Partito democratico nella stessa commissione Stefano Vaccari, un’interrogazione al gGoverno nella quale chiedevamo la verifica della correttezza delle procedure per un impianto termodinamico e l’opportunità di portare avanti un progetto che sottraeva terreni all’agricoltura.» 

Lo scrive, in una nota, il senatore del Partito democratico Silvio Lai.

«Le motivazioni alla base del parere negativo espresso dalla giunta regionale sono totalmente in linea con quelle che avevano portato alla presentazione della nostra interrogazione. In particolare l’aspetto della sottrazione di terreni all’agricoltura, uno dei settori cardine della nostra economia sul quale crediamo sia giusto continuare ad investire. La forte contrarietà del territorio non può essere inoltre non presa nella giusta considerazione. È dunque importante che in attesa delle risposte del governo su questo argomento e su questo specifico progetto riteniamo che la presa di posizione della Giunta sia un fatto positivo che siamo pronti a sostenere anche a livello nazionale – conclude Silvio Lai –, così come anticipato dall’interrogazione sopra citata.»

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«Il problema delle entrate lo si può risolvere facilmente: rimettendo al centro la battaglia sulle accise, che la Giunta Pigliaru ha deciso di abbandonare e che ci avrebbe consentito di incassare un miliardo di euro. Una battaglia che aveva visto tutte le forze politiche unite nella scorsa legislatura. Ecco al presidente della commissione Bilancio, Franco Sabatini, proponiamo di riprendere in mano quella battaglia: incassare le accise dei prodotti petroliferi realizzati in Sardegna è un nostro diritto. Del resto, il Governo nazionale per il terzo anno consecutivo ha accantonato 460 milioni di euro di soldi dei sardi, con la promessa di restituirli. Ovviamente si guarda bene dal darceli».

Lo scrive il coordinatore regionale dei Riformatori, Pietrino Fois, in una lettera appello al presidente della commissione Bilancio del Consiglio regionale.

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Con l’egida della Federazione Golf Sardegna e con una veste completamente diversa dai tradizionali campionati regionali, è appena cominciata, unica nel suo genere, una sfida tra tutti i tesserati dei golf club sardi ma questa volta su base provinciale.  

I club, utilizzati da tutti i sodalizi e campi pratica senza un percorso regolare di 18 buche, saranno Is Molas, Golf Cagliari per Cagliari, Is Arenas per Oristano e Pevero Golf Club per Olbia. I circoli della provincia di Sassari utilizzeranno il campo di Is Arenas come campo di casa. Gli iscritti di 1ª, 2ª e 3ª categoria potranno quindi cimentarsi nella stagione 2017 tutti insieme in un campionato a scontri diretti e gareggiare per la propria provincia di appartenenza in una sessione invernale di andata ed autunnale di ritorno.

Il primo scontro diretto, che si è disputato sul bellissimo percorso di Is Arenas e che ha visto la partecipazione di una novantina di giocatori, ha opposto la squadra di Sassari a quella di Cagliari Ovest. La vittoria, considerando che il regolamento attribuisce la vittoria alla squadra con la miglior somma dei 10 migliori risultati netti e due lordi, con formula stableford, è stata di marca sassarese: 398 punti stableford a 298.

«Credo sia stata davvero una buona idea organizzare questo evento. Consente di attivare un circuito virtuoso di collaborazione tra i vari club e a giocatori di tutti i livelli di poter competere in campi diversi dal proprio ed a costi contenuti. La “prima ad Is Arenas” è stata davvero una festa» ha commentato il vice presidente dell’Is Arenas Golf Club, Pierluigi Mangiarotti. Domenica scorsa si è tenuto l’incontro tra Cagliari Ovest e Oristano sul percorso di Is Molas, mentre i prossimi appuntamenti sono previsti per il 25/26 febbraio con le sfide tra le squadre di Oristano e Olbia e Cagliari Est e Sassari.

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A Carbonia fervono i preparativi per l’edizione 2017 della sfilata di carnevale. Si avvicina l’appuntamento con la tradizionale sfilata dei carri allegorici per le vie cittadine che si terrà domenica 26 febbraio, con partenza da Piazza Ciusa, come di consueto, nel primo pomeriggio.

Per informazioni, per il ritiro e la consegna dei moduli di iscrizione, gli interessati possono recarsi presso:

– l’Ufficio Cultura, Spettacolo e Turismo, Torre Civica 3° piano, in piazza Roma, dal lunedì al venerdì, dalle ore 10.00 alle 12.00 e il martedì e il giovedì anche nel pomeriggio, dalle ore 16.00 alle 18.00. Telefono: 0781.694416-417. E-mail: aderiu@comune.carbonia.ci.it; aloberto@comune.carbonia.ci.it

I moduli possono essere scaricati anche dal sito www.comune.carbonia.ci.it, nella sezione Servizi Comunali – Servizio Cultura, Spettacolo e Turismo.

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«Mi auguro veramente che il prossimo G7 trasporti si svolga nel Nord Sardegna e divenga un’occasione di riequilibrio territoriale tra la Sardegna e l’area metropolitana di Cagliari. Comprendiamo tutti che non servono scontri campanilistici, ma dopo il doppio scippo del G8 a La Maddalena e il Patto per Cagliari di 168 milioni di euro, pensiamo sia giusto che si guardi al Nord Sardegna come a un territorio dove realizzare eventi a forte attrattività.»

Lo ha detto oggi il consigliere regionale Alessandro Unali, del Partito dei sardi.

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Il Gruppo consiliare del Partito Democratico, presieduto da Pietro Cocco, so è riunito per affrontare i problemi dei tanti dipendenti di “Forestas” che, in seguito al provvedimento adottato dall’Agenzia regionalenon possono svolgere le mansioni superiori a cui sono stati destinati e che, con le loro prestazioni lavorative, hanno consentito all’Amministrazione di garantire per più di dieci anni  la continuità in tutti i Servizi.

Il Gruppo del Partito Democratico ha espresso forte preoccupazione per le conseguenze che potranno ripercuotersi sul funzionamento dell’Agenzia e sui lavoratori per le decisioni assunte e ha deciso di approfondire in tempi brevi il problema, per contribuire a trovare una soluzione che sia condivisibile dalle parti.

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Questa mattina, a Roma, nel corso dell’audizione in Commissione Ambiente e territorio del Senato, l’assessore regionale dell’Ambiente Donatella Spano ha espresso il parere negativo sul disegno di legge sulla gestione e prevenzione del rischio idrogeologico in discussione al Senato, della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, che dallo scorso marzo ha attribuito alla Regione Sardegna il coordinamento della Commissione Ambiente ed Energia.
L’assessore Spano ha spiegato che, pur apprezzando la ratio della norma, «il testo resta inadeguato e poco chiaro. Occorre definire meglio le diverse responsabilità delle pubbliche amministrazioni, mentre il DDL introduce nuovi soggetti nella governance del sistema, col rischio di complicare e non semplificare la gestione della prevenzione dal rischio idrogeologico». Peraltro, Donatella Spano ha fatto notare che il testo è stato proposto nel 2013 «e non tiene conto di quanto accaduto in questi quattro anni in termini di attuazione dello Sblocca Italia. A livello europeo, inoltre, le direttive in materia di rischio alluvioni stabiliscono una serie di attività affidate alle autorità di bacino ed alle Regioni».
Nel documento approvato lo scorso 22 dicembre dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome si legge, infatti, che l’intervento legislativo proposto «introduce molti elementi di sovrapposizione e contraddizione rispetto all’attuale quadro di competenze delineato dal sistema normativo e regolamentare attuale, che lungi dal risolvere le criticità, che certamente esistono, potrebbe, al contrario, contribuire ad aggravarle». Confermando, pertanto, il parere negativo, la Conferenza condivide invece l’esigenza di un rafforzamento del sistema.
L’assessore Spano, infine, ha fatto notare come sia necessario puntare maggiormente sull’attuazione di quanto già previsto in materia di rischio idrogeologico, accelerando le procedure, potenziando le strutture territoriali e, soprattutto, dando alle Regioni certezza sulle risorse per la realizzazione degli interventi strutturali e non strutturali di mitigazione del rischio, con tempi certi di completamento. «Sarebbe davvero opportuno – ha concluso l’assessore Spano – sbloccare le assunzioni nella protezione civile e che far sì che gli investimenti in sicurezza possano essere considerati fuori dai vincoli del pareggio di bilancio».

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Verrà presentato lunedì prossimo, alle 14.30, a Carbonia, nella sala Argea di via Lucania, il progetto per la coltivazione della canapa nei terreni inquinati delle aree industriali del Sulcis Iglesiente, a due anni di distanza dall’approvazione in Finanziaria di uno specifico emendamento proposto da Sel, Partito dei Sardi, Rossomori, Centro democratico e Irs.

L’Agenzia Agris, alla quale l’assessorato all’Agricoltura ha affidato la predisposizione del progetto e lo studio di fattibilità, è pronta a partire con la sperimentazione. A dare l’annuncio, questa mattina in conferenza stampa, il consigliere regionale di Sel Luca Pizzuto, primo firmatario dell’emendamento.

«E’ un opportunità straordinaria per il territorio – ha detto Luca Pizzuto – l’iniziativa ha un duplice obiettivo: bonificare i terreni inquinati, grazie alle proprietà decontaminante della canapa, e riavviare una filiera produttiva in aree industriali molto inquinate.»

La sperimentazione, che si avvale della collaborazione dell’Università di Sassari e di Sardegna Ricerche, avrà una durata triennale e riguarderà una decina di siti di studio. Il budget annuale a disposizione di Agris è di 150mila euro. Gli agricoltori che aderiranno all’iniziativa avranno un indennizzo di 1.500 euro a ettaro. Verranno messi a dimora semi di “cannabis sativa”, una varietà di canapa con il principio attivo (Thc) depotenziato (0,6%), diversa da quelle con effetti psicoattivi, come la marijuana, che variano dal 7 al 27%. «E’ una pianta che ha 25mila diversi tipi di utilizzo (fibre naturali, materiali per la bioedilizia, prodotti alimentari, biocarburanti, lubrificanti industriali, carta, etc.) e, allo stesso tempo, rappresenta un’opportunità unica per aree ormai compromesse come quelle del Sulcis – ha spiegato il responsabile del progetto Gian Luca Carboni – la sperimentazione servirà a testare la sua capacità di assorbire dal terreno sostanze altamente inquinanti come i metalli pesanti e il grado di accumulo delle stesse da parte della pianta. In questo momento l’interesse maggiore è rappresentato dalla produzioni di seme destinato ad altre coltivazioni o alla produzione di olio».

Un tipo di coltura che sta assumendo sempre più valore a livello mondiale. In Europa sono 30mila gli ettari coltivati, il 50% dei quali in Francia. «Altre regioni d’Italia, come la Puglia, hanno deciso di seguire questa strada – ha sottolineato il direttore di Agris, Roberto Zurru – che il progetto sia valido lo dimostrano anche diverse manifestazioni di interesse arrivate da aziende che operano nel Sulcis pronte a sposare l’iniziativa».

«E’ un’idea molto interessante – ha detto il presidente della Commissione Attività del Consiglio regionale Luigi Lotto – sarebbe un successo unire alla bonifica dei siti inquinati l’avvio di attività produttive». Un’iniziativa da estendere ad altre aree della Sardegna, secondo il capogruppo di Sel Daniele Cocco. «E’ un progetto che potrebbe andare di pari passo con l’altro promosso dal nostro gruppo consiliare: la concessione a titolo gratuito ai giovani delle terre pubbliche incolte – ha ricordato Cocco – aree che potrebbero essere dedicate alla coltivazione della cannabis».

«E’ il primo passo verso un cambio di mentalità – ha aggiunto il consigliere dei Rossomori Paolo Zedda – sono convinto che si debba arrivare alla legalizzazione della cannabis ludica, sostanza molto meno dannosa dell’alcol e del tabacco. Il progetto per la coltivazione e la produzione della cannabis sativa apre uno spiraglio importante.»