24 November, 2024
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Il capogruppo dell’Udc in Consiglio regionale, Gianluigi Rubiu, rilancia l’appello sul passaggio del bruco che sta distruggendo centinaia di querce. Non solo le zone del Nuorese e dell’Oristanese, ma anche una grande fetta del Sulcis Iglesiente è stata invasa dal lepidottero. Sono rimasti fin qui inascoltati gli appelli per salvaguardare i boschi di macchia mediterranea che si allungano da Iglesias a Buggerru, per poi allargarsi a Fluminimaggiore, Nuxis, Narcao, Santadi, Domusnovas e Villamassargia.

«La Giunta Pigliaru non ha destinato risorse sufficienti per preservare le piante da questo attacco, con la perdita di un vasto patrimonio ambientale già l’anno scorso – dice Rubiu -. Le sugherete del Sulcis, del nuorese e dell’oristanese saranno distrutte anche quest’anno per la mancanza di trattamenti fitosanitari in via preventiva. L’offensiva contro la processionaria (Lymantria dispar il nome scientifico) avrebbe consentito di salvaguardare diversi ettari di oasi all’interno della Sardegna. Con la devastazione delle foreste saranno, di fatto, inevitabili i riflessi negativi dal punto di vista economico con la perdita di diversi quintali di prodotto, che alimentano l’industria del sughero in Sardegna con diversi posti di lavoro. Una calamità per le zone boschive. Un danno enorme, visto che viene distrutto il fogliame delle sugherete, impedendo lo sviluppo e la produzione delle ghiande, alimentazione fondamentale per cinghiali, maiali e non solo, indispensabili per il biosistema naturale. La Regione – conclude Gianluigi Rubiu – dovrebbe intervenire per evitare la cancellazione di numerosi esemplari di sugherete, ma l’allarme delle stesse associazioni di categoria è sinora stato disatteso con uno scempio enorme dal punto di vista ambientale.»

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«Vaccinarsi? Una necessità a tutela della salute individuale e un gesto di solidarietà e di senso civico verso l’intera comunità». Lo afferma il sen. Silvio Lai appresa la notizia del ricovero per una meningite di una donna nell’ospedale di Sassari, purtroppo in condizioni molto critiche.

«È il primo caso di meningite in Sardegna nel 2017 – afferma il senatore Silvio Lai -. Occorre evitare inutili allarmismi. Si tratta però di affrontare una evidenza che ormai da mesi è presente in Italia e ora anche nella nostra isola. Senza contare le polemiche innescate da chi ritiene, per assenza di responsabilità e contravvenendo alle indicazioni della ricerca scientifica, che vaccinarsi debba essere considerato un atto di libera scelta.»

«Alcune malattie infettive sono scomparse per effetto delle vaccinazioni ed altre sono prossime all’eliminazione. Allentare la presa significa non solo mettere a rischio la propria salute ma anche di quelle persone, a cominciare dai bambini, che non potendosi vaccinare per diverse cause, potrebbero perdere l’effetto protezione garantito da tutti gli altri.»

«Per questo motivo – conclude il senatore Silvio Lai – condivido la proposta delle Regioni che hanno chiesto al Governo una apposita normativa che stabilisca, allargando lo spettro a quelli ancora volontari, l’obbligatorietà dei vaccini, su tutto il territorio nazionale, per l’accesso dei bambini ai nidi e alla scuola materna. Al tempo stesso occorre prevedere una Anagrafe vaccinale nazionale per poter disporre di una banca dati utile per avere un quadro epidemiologico completo dello stato di vaccinazione di bambini ed adulti.»

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I motori sono già scaldati, ed è già partito il countdown verso la festa di Carnevale: due giorni di allegria e gusto lungo tutto il centro storico medioevale della città mineraria. Le sfilate dei carri, in arrivo da molti Comuni sardi – tra i quali anche Cagliari -, con oltre mille figuranti soprattutto bambini. Maschere, coriandoli e stelle filanti, ma non solo. C’è spazio anche per lo street food: nelle viuzze attorno alla centrale piazza Sella, chef (un nome su tutti, Manuele Fanutza), produttori locali e artigiani sono pronti a far degustare piatti tipici del periodo di festa: fritture, zeppole e frittelle. Rigorosamente “in saldo”: i prezzi dei piatti, infatti, sono scontati e, per l’occasione, è possibile mangiare bene a prezzi decisamente popolari. Con tanto di gran finale domenica 26, quando una giuria, sapientemente mischiata tra esperti e semplici partecipanti, deve decretare la pietanza migliore. Quarantotto ore di piena festa, insomma: soprattutto per Iglesias, che vuole cogliere l’occasione per continuare ad attirare persone da tutta l’Isola e non solo,

«L’obiettivo è doppio. Da un lato rivitalizziamo il periodo carnevalesco, dall’altro promuoviamo la città con un evento che prevede arrivi da tutta la Regione», spiega Simone Franceschi, vicesindaco di Iglesias. “C’è la piena possibilità di visitare, lungo il weekend del 25 e 26 febbraio, tutti i nostri monumenti. L’intento è, portando la manifestazione nel centro cittadino, di creare un contenuto davvero interessante ed accattivante a livello turistico”.

L’associazione Stardust Event, per il quarto anno consecutivo, organizza il Carnevale a Iglesias. «Ricetta vincente non si cambia, abbiamo già confermati decine di gruppi e carri da tantissimi Comuni isolani, per iscriversi e partecipare c’è tempo fino ai giorni a ridosso del Carnevale», afferma Milena Perra, tra i componenti del direttivo dell’associazione. «Tutti si possono divertire, dai più piccoli ai più grandi, in una festa pensata in particolar modo per le famiglie. Siamo onorati, tra l’altro, di poter collaborare con Primavera Sulcitana». A raccogliere e ricambiare l’“onore”, per Primavera Sulcitana, è Ivan Scarpa, responsabile comunicazione e marketing.

«Siamo pronti a un Carnevale all’insegna del divertimento, e tra i più belli e coinvolgenti della Sardegna. Arricchiamo il tutto con la festa del dolce, street food in piena regola in tutto il centro storico. Ci sono una grande quantità di produttori ed espositori, pronti a proporre le loro creazioni culinarie e lavori artigianali in saldo, una novità mai sperimentata prima che richiama il periodo degli sconti in una nuova categoria.»

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Non si placano le polemiche sui trattamenti economici dei manager ATS. Il governatore della Sardegna Francesco Pigliaru ha espresso «dispiacere per un’accusa che la Sardegna non merita» il presidente della Regione Francesco Pigliaru nella lettera inviata ieri al ministro della Salute Beatrice Lorenzin, in riferimento alla replica fornita dal ministro all’interrogazione parlamentare sui trattamenti economici dei manager ATS. Il presidente Pigliaru si dice «certo che questa spiacevole situazione si sia determinata per una evidente incomprensione» dovuta alla formulazione non sufficientemente precisa di una nota trasmessa dagli uffici della Regione a quelli del Governo, ed evidenzia come dall’accurato esame dei documenti emerga che «l’impegno da me assunto a modificare la norma regionale è esplicito, circoscritto e, questo, non certamente equivocabile».
Francesco Pigliaru sottolinea come fosse chiaro l’accordo sulla richiesta di modifica, avanzata dal Ministero, che riguardava la composizione del Collegio sindacale delle Aziende Ospedaliere Universitarie, modifica alla quale si è provveduto già a dicembre.

«Allo stesso modo, e credo inequivocabilmente, è stata [da noi] ribadita la legittimità costituzionale e di merito delle altre norme contestate – scrive il presidente Pigliaru -. In particolare abbiamo difeso l’articolo 17 della stessa legge, che disciplina le retribuzioni dei manager, perché convinti della sua validità, dato che non avrebbe determinato nessun incremento di costi, e per affermare la legittima prerogativa della Regione Sardegna di legiferare sulla materia, forti di pronunce della Corte Costituzionale.»
A questo proposito Francesco Pigliaru prosegue ricordando che «il trattamento economico dei direttori generali, determinato dalla Giunta nel rispetto del limite massimo stabilito per il personale pubblico e delle società partecipate previsto dalla norma nazionale non è un atto a sé, avulso da qualsiasi contesto e finalità, bensì un tassello fondamentale di una riforma molto coraggiosa, che ho fortemente voluto e che la Regione Sardegna ha intrapreso con l’obiettivo di riqualificare e contenere la spesa sanitaria. Obiettivo peraltro assolutamente coerente e condiviso con le linee politiche di questo e del precedente Governo. Semplificare un sistema complesso – spiega il presidente  della Regione Sardegna -, unificando otto preesistenti aziende, che coprono un territorio molto vasto, razionalizzare e coordinare i servizi, migliorando la loro qualità, non è ordinaria amministrazione: è una sfida importante ed è del tutto evidente che per portarla a compimento è necessario che la Regione Sardegna possa avvalersi delle migliori professionalità disponibili nel contesto nazionale, garantendo loro una retribuzione almeno pari a quella che lo stesso Ministero della Salute garantisce ai suoi Dirigenti di prima fascia.»

«Poiché il finanziamento del servizio sanitario in Sardegna è totalmente a nostro carico – aggiunge Francesco Pigliaru in chiusura della lettera –, è nostro preciso interesse non incrementare i costi derivanti dalle retribuzioni dei direttori generali e dei loro più stretti collaboratori e, infatti, con la nuova organizzazione tale costo quasi si dimezza rispetto alla situazione precedente, passando da 5 a 3,1 milioni di euro. Gli obiettivi tracciati nella nostra legge di riforma del sistema sanitario – ricorda in chiusura il Presidente – sono parte integrante di un obiettivo strategico nazionale e sono, tra noi, pienamente condivisi.»

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Saranno i campioni della Repubblica Ceca gli avversari della Dinamo Banco di Sardegna nel turno preliminare dei playoff di Basketball Champions League. Nella Fiba’s House of Basketball di Ginevra questo pomeriggio si sono svolti i sorteggi dei playoff sotto l’attenta supervisione del Ceo Patrick Comninos: per i giganti biancoblu, ultimi ad essere estratti, l’accoppiamento è con il Cez Nymburk.

Scontro di andata in agenda al PalaSerradimigni, il prossimo 7/8 febbraio, data che sarà definita nei prossimi giorni, mentre il ritorno in trasferta si disputerà il 21/22 febbraio a Nymburg. Gli avversari designati per il turno preliminare dei playoff vantano un palmares da 13 titoli nazionali e 10 coppe della Repubblica Ceca. La squadra che si aggiudicherà il passaggio del turno affronterà i francesi del Le Mans Sarthe.

Al termine della regular season si sono qualificate ventiquattro squadre, rappresentando oltre dodici diverse nazioni e campionati diversi. Il 7-8 febbraio e il 21-22 le squadre che non hanno staccato il biglietto diretto per gli ottavi si incontreranno in una doppia sfida casa-trasferta per raggiungere il Round of 16, che invece si terrà 28 febbraio-1°marzo e 7-8 marzo.

Domani, per la 17ª giornata della regular season del campionato di A1, intanto, la squadra di Federico Pasquini ospiterà al PalaSerradimigni la Grissin Bon Reggio Emilia, una delle grandi rivali nella lotta per lo scudetto, insieme a Milano, nelle ultime stagioni. Proprio alla squadra emiliana è legata la straordinaria serie della finale scudetto vinta dai biancoblu due stagioni fa a Reggio Emilia in gara 7. Le due squadre i questa momento della stagione condividono il quarto posto in classifica, con 18 punti.

La partita domenica sera avrà inizio alle 20.45.

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Domenica 29 gennaio 2017, presso la Sala Conferenze della Fondazione di Ricerca Giuseppe Siotto, Via dei Genovesi 114, a Cagliari, La Fondazione di Sardegna, il Club Modellismo Storico Cagliari e il Comitato Sardo Grande Guerra presenteranno il libro La Guerra a fuoco. Dal Carso all’Altopiano di Asiago, dalla Bainsizza a Trieste. La Grande Guerra dei Sardi nelle fotografie dell’Archivio del Generale Carlo Sanna e delle raccolte Bellieni, Cocco Ortu, Deidda, Figari, Niccolai e Tola. I National Archives di Washington e Londra.

Saranno presenti il Prof. Aldo Accardo, professore ordinario di Storia Contemporanea dell’Università degli Studi di Cagliari, presidente Comitato Sardo Grande Guerra; il dott. Carlo Salis, Consigliere della Fondazione di Sardegna; il dott. Alberto Monteverde, Storico dell’Età Contemporanea, responsabile scientifico Progetto “La Guerra a Fuoco”.

L’evento si tiene nel 99° anniversario della Battaglia dei Tre Monti, combattuta dalla Brigata “Sassari” sull’Altopiano di Asiago tra il 28 e il 31 gennaio 1918, primo successo delle armi italiane dai giorni di Caporetto, 

Il volume, curato da Alberto Monteverde, è stato realizzato con il sostegno della Fondazione di Sardegna. L’occasione è stata offerta dal ritrovamento di alcuni significativi archivi fotografici privati che documentano la Grande Guerra dei Sardi con un occhio non istituzionale. Le immagini, infatti, sono state scattate in prevalenza da improvvisati fotografi in grigioverde che armati di maneggevoli apparecchi fotografici hanno lasciato una documentazione visiva di grande valore. Alle immagini private si aggiunge la documentazione rinvenuta presso importanti archivi nazionali ed internazionali. Tra i documenti si segnala l’unico filmato conosciuto che mostri la Brigata “Sassari” negli anni della Prima Guerra Mondiale. Una sezione è dedicata alla fotografia come fonte per la storia. Il volume si chiude con un saggio dedicato alla Memoria ed ai Monumenti ai Caduti della Grande Guerra presenti in Sardegna curato dalla Storica dell’Arte Adriana Monteverde. Oltre 300 fotografie perlopiù inedite, 260 pagine. Paolo Gaspari Editore.

Nel corso della serata saranno presentati al pubblico alcuni filmati inediti del primo conflitto mondiale ritrovati presso importanti archivi cinematografici di  di Londra e Roma tra i quali l’unico conosciuto che mostri la Brigata “Sassari” negli anni della guerra. Il filmato, girato a Vicenza nel 1918 dopo la Battaglia dei Tre Monti, fu realizzato da un combat cameraman francese presente sul fronte italiano. Regia di Corrado Monteverde.

Al termine del film la Compagnia Teatrale “I Menestrelli” presenterà una selezione di brani tratti dallo spettacolo Echi dal fronte. La voce dei combattenti sardi nelle loro lettere e nelle loro testimonianze. Gli attori daranno voce ai protagonisti della guerra dei Sardi tra i quali Emilio Lussu, Camillo Bellieni, Filippo e Renato Figari, Ignazio Deidda, Francesco Tola, Alberto Cocco Ortu.

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Non ci sono più i forni crematori ma esistono ancora i soprusi. I giovani devono riconoscerli per sapere da che parte stare. Il compito delle Istituzioni è anche quello di infondere nelle nuove generazioni la cultura del rispetto e dell’identità. Questa mattina in occasione della Giornata della Memoria il presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau ha presentato nel corso di una conferenza stampa il progetto “I Viaggi della Memoria” insieme all’assessore della Pubblica istruzione, Claudia Firino. All’incontro con i giornalisti sono intervenuti il presidente e il segretario regionale dell’Arci Sardegna, Marino Canzoneri e Franco Uda, Roberto Filippini uno dei sessantadue studenti che il 2 febbraio partirà a Cracovia  insieme alla tutor Maria Chiara Devoto.

Alla conferenza stampa hanno partecipato anche i sindaci dei comuni della Sardegna che sostengono il progetto. Dal 2012 l’associazione Arci Sardegna promuove “I Viaggi della Memoria”, un progetto educativo che parte dalla memoria storica dell’Olocausto per tentare di approdare a dei percorsi di cittadinanza attiva. In sei edizioni, oltre 400 ragazze e ragazzi sardi, di età compresa tra i 18 e i 25 anni, grazie al contributo delle pubbliche amministrazioni della Sardegna, hanno partecipato al progetto che prevede un corso di formazione storica, il viaggio nella città di Cracovia con la visita al ghetto ebraico, la Fabbrica di Oskar Schindler, il campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau e infine il percorso di restituzione presso i propri comuni di appartenenza.
Nato nel 2005, il Treno della Memoria, ha visto in dodici anni la partecipazione di circa 20 mila giovani provenienti da tutta Italia, che sono tornati da questa esperienza più maturi, più critici e più interessati alle problematiche della realtà che li circonda.
Il progetto nel 2016 ha goduto del patrocinio del Senato della Repubblica, della Camera dei Deputati e dell’Agenzia Nazionale per i Giovani e del sostegno e/o patrocinio della Provincia Autonoma di Bolzano, della Provincia Autonoma di Trento, della Provincia di Trieste e di oltre cinquanta comuni italiani. In Sardegna da sei anni, grazie al partenariato dell’ARCI sarda, questa opportunità viene offerta anche ai giovani dell’isola. L’associazione sarda cura tutto il percorso educativo prima della partenza e dopo il rientro, avvalendosi di educatori esperti che sono i punti di riferimento costanti per le ragazze e i ragazzi sardi. Nell’isola “I Viaggi della Memoria” godono del patrocinio e del sostegno della Presidenza del Consiglio regionale, dell’assessorato della Pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport e il contributo della Fondazione di Sardegna. Diciannove i comuni che quest’anno hanno scelto di sostenere l’iniziativa: Arbus, Banari, Capoterra, Fonni, Gavoi, Gonnesa, Guspini, Iglesias, Lodine, Masainas, Olzai, Oniferi, Orani, Pabillonis, Sarule, Sassari, Sant’Antioco, Silius e Villamassargia.

«Un progetto rivolto direttamente ai giovani – sottolinea il presidente del Consiglio regionale della Sardegna, Gianfranco Ganau –  che sin dall’inizio di questa legislatura abbiamo scelto di sostenere. Sono convinto che si tratti di un utilissimo investimento in civiltà, grazie al percorso educativo e formativo che io stesso, qualche anno fa, ho avuto modo di seguire, quando da sindaco ho deciso di partire a Cracovia insieme ai ragazzi di Sassari. È stata un’esperienza unica, intensa e coinvolgente che tutti dovrebbero avere la possibilità di vivere. I giovani che partecipano ai viaggi diventano i nuovi testimoni dell’Olocausto e preziosi custodi della memoria, importante antidoto sociale».  
Pensato per accompagnare le giovani generazioni alla scoperta e alla comprensione della complessità del mondo che le circonda, a partire dal passato e dalle sue narrazioni, il progetto propone un percorso strutturato in grado di alimentare una relazione continua tra storia, memoria e cittadinanza.

«Oggi il nostro pensiero deve andare a tutti coloro che hanno pagato con la vita la propria identità, la propria appartenenza a una comunità – sottolinea l’assessore della Pubblica istruzione, Claudia Firino -. Dobbiamo ricordare con rispetto i morti e il coraggio dei sopravissuti, ma abbiamo anche la responsabilità di promuovere in ogni modo la conoscenza di un dramma che ha colpito migliaia di persone, perché non si ripeta mai più. Per questo – aggiunge l’assessore Firino – abbiamo il dovere di contrastare ogni forma di violenza e odio e diffondere la cultura del rispetto, della diversità, perché a ogni popolo siano garantiti quei diritti che possano favorire una convivenza pacifica tra le persone.»

In questi sei anni sono stati coinvolti oltre 40 comuni della Sardegna e hanno collaborato più di 30 scuole e istituti scolastici. L’edizione del 2017 vedrà partire, dal 2 al 8 febbraio, 56 giovani (36 ragazze e 20 ragazzi), studenti delle scuole medie superiori e dell’Università sarde.
I giovani partecipanti sono stati formati da uno staff di 10 tutor di età compresa tra i 25 e i 32 anni che hanno preso parte al progetto nelle scorse edizioni. Hanno partecipato a tre giornate di formazione a Trento, a cura dell’associazione Deina, e a due seminari formativi in Sardegna, a cura dell’ARCI. Cinque di loro accompagneranno i giovani nel viaggio.

«Si tratta di un progetto che dalla Memoria mira a formare una generazione di giovani cittadini – chiarisce il segretario regionale dell’Arci Sardegna, Franco Uda – che abbiano interiorizzato la lezione della Storia e sappiano spenderla consapevolmente nelle pratiche della democrazia partecipata. Non possiamo prescindere dalla più grande tragedia del ‘900 se vogliamo far nascere una cittadinanza europea che guardi al futuro con le solide radici della memoria condivisa del Vecchio Continente».

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Focus sul tema complesso e attuale della terza età in “Classe di ferro” – originale e “profetica” commedia di Aldo Nicolaj in tournée nell’Isola per la stagione 2016-17 de La Grande Prosa firmata CerDAC – nell’ambito del Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo in Sardegna – nella mise en scène di Laros per la regia di Giovanni Anfuso. Sotto i riflettori tre interpreti straordinari – Paolo Bonacelli, noto attore di teatro e cinema, raffinato interprete pinteriano, con una lunga carriera costellata di successi, dal debutto con Vittorio Gassman ai recenti “Il malato immaginario” e “La brocca rotta” di Kleist e Giuseppe Pambieri, volto noto del piccolo schermo, dal fortunato “Sorelle Materassi” a “Incantesimo” e “Affari di famiglia”, ma soprattutto attore teatrale, dagli inizi al Piccolo Teatro di Milano alle tournées con la compagnia Pambieri-Tanzi fino al recentissimo “Re Lear”, e Valeria Ciangottini – versatile interprete fra teatro, cinema e tv, dal felice esordio ne  “La dolce vita” di Federico Fellini, alle fiction come “Giornalisti”, “E poi c’è Filippo” e “Un passo dal cielo”. Le scenografie sobrie ed essenziali sono di Alessandro Chiti, i costumi di Adele Bargilli, le musiche di Massimiliano Pace e il disegno luci di Giovanni Caccia.

La pièce ironica e dolceamara che getta uno sguardo sulla condizione degli anziani, dopo il debutto di domani, sabato 28 gennaio, alle 20.45 al Teatro Centrale di Carbonia, sarà in cartellone domenica 29 gennaio alle 21 al Teatro Grazia Deledda di Paulilatino, lunedì 30 gennaio alle 21 nel Padiglione Tamuli delle ex Caserme Mura di Macomer e infine martedì 31 gennaio alle 21 al Teatro Comunale di Sassari.

Un intrigante e spietato affresco di varia umanità affiora dalla celebre commedia di Aldo Nicolai, (ri)scoperta in Italia dopo il fortunato debutto ad Budapest nel 1974, e rappresentata più volte con successo (memorabile la versione del 1987 con Gianni Santuccio e Ciccio Ingrassia), per una riflessione sul destino delle donne e degli uomini ormai avanti con l’età, tra l’evoluzione della famiglia e l’idea della vecchiaia in seno alla civiltà dei consumi. Esclusi ormai dal mercato del lavoro, beneficiari – nei casi migliori – di una pensione il cui valore tende progressivamente a ridursi, con molto, a volte troppo tempo libero a disposizione, gli anziani si ritrovano a fare i conti con la solitudine e con una forma sottile di emarginazione, ma anche e soprattutto con la propria immagine di sé, con il timore di trasformarsi in un peso per figli e nipoti, o peggio ancora l’incubo di finire i propri giorni in una casa di riposo.

“Classe di ferro” racconta la vita di tre personaggi – Libero Bocca, Luigi Lapaglia e l’allegra e dolce Ambra – diversissimi per temperamento, educazione e condizione sociale, ma accomunati dalla data di nascita, che s’incontrano casualmente in un parco cittadino e frequentandosi iniziano a conoscersi, a confidarsi reciprocamente inquietudini e incertezze sul futuro. Tra i due uomini nasce se non proprio un’amicizia una sorta di intesa, tanto che di fronte alla prospettiva del ricovero in un ospizio scelgono l’ipotesi surreale di una fuga dalla realtà e dalle angosce del presente, verso la dimensione poetica dell’infanzia – o almeno una ritrovata giovinezza – lontano dalla crudeltà del mondo.

La cifra umoristica privilegiata dall’autore mette in risalto i tratti più significativi e grotteschi della personalità dei protagonisti, ma soprattutto rivela tutte le incongruenze e mancanze della società contemporanea, con il disgregarsi della famiglia che rende più fragile la sfera degli affetti, il venir meno delle occasioni d’incontro nel ritmo frenetico delle giornate e  per la lontananza geografica, cosicché i genitori di figli ormai adulti, e quindi i nonni diventano figure simboliche ma remote. Il dialogo tra le generazioni si spezza, nonni e nipoti si conoscono a malapena e soprattutto il ruolo antico e fondamentale dei vecchi, portatori di saggezza ed esperienza finisce con il venir meno, mentre l’uscita dalla fase lavorativa per sopraggiunti limiti di età finisce con il sancirne la presunta “inutilità” relegandoli ad una funzione sempre più marginale.

In effetti – rispetto alla realtà fotografata da Aldo Nicolaj nella sua “Classe di ferro” sono intervenuti ulteriori mutamenti: nell’Italia di oggi spesso i giovani che non trovano o perdono il lavoro sono di nuovo costretti a rifugiarsi nell’alveo della famiglia d’origine, gli stipendi inadeguati hanno finito con il trasformare le piccole pensioni in una risorsa fondamentale e basilare per l’economia. Una nuova tragedia – che offrirebbe interessanti spunti alla penna arguta e alla fantasia del commediografo – tra i più noti e apprezzati del Novecento, autore di folgoranti monologhi e atti unici, oltre che di brillanti commedie, sembra aleggiare nell’aria.

Il ruolo storico degli anziani – detentori di un sapere antico, forgiato con gli anni, e tramandato nei secoli – sembra ormai superato – eppure nella frenesia della vita moderna, laddove si riesca a preservarlo, il contatto e il confronto tra le diverse generazioni costituisce una risorsa preziosa: testimoni di un’altra epoca e di quella attuale, i vecchi possono svelare ai più giovani il senso profondo dell’esistenza, offrendo il supporto del loro vissuto, dei valori e dei principi, facendosi memoria viva del passato e della storia. L’evoluzione della tecnica e in particolare delle forme di comunicazione – di cui molti anziani si sono impadroniti agevolmente – ha reso possibile superare le barriere geografiche, così come i progressi della medicina hanno migliorato la qualità della vita anche dopo la maturità. Il mondo è cambiato – ma la realtà descritta di Nicolaj risulta ancora sorprendentemente attuale.

“Classe di ferro” regala i tre ritratti indimenticabili di due uomini e una donna alla ricerca del proprio posto nel mondo, tre personaggi che rivendicano la propria dignità, l’importanza dei  ricordi, l’unicità delle loro storie a fronte dell’inesorabile scorrere dei giorni, e suggerisce interessanti spunti di riflessione sull’oggi e il domani, le derive della civiltà e il valore delle radici e dell’identità da cui prende forma e forza la personalità individuale – senza dimenticare i legami primari e gli affetti.

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I Comitati No Megacentrale Guspini, Terra che ci appartiene Gonnosfanadiga, Terrasana Decimoputzu, Basso Campidano-Aria Terra Acqua, Per la Salute e la qualità della Vita San Quirico – Tiria, l’Associazione Progetto Comune Villacidro e Italia Nostra Sardegna in data 26 gennaio 2017 hanno inviato al Governatore Francesco Pigliaru una lettera aperta per sensibilizzare la Presidenza e la Giunta regionale sui problemi connessi ad un’eventuale realizzazione di Centrali Solari Termodinamiche sul territorio sardo.

I progetti di tali Centrali sono al momento giacenti presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Ministero dell’Ambiente, e la Giunta della Regione Sardegna, in attesa di un Atto deliberativo che ne autorizzi l’esecuzione.

Nella lettera i comitati chiedono al Presidente e alla Giunta di assumere una posizione chiara di definitivo rigetto di tali impianti, che si manifesti attraverso l’adozione di atti formali diretti a impedirne la realizzazione, proprio in considerazione dei danni ambientali che ne conseguirebbero.

Le Centrali in questione – secondo i comitati che hanno scritto al governatore Pigliaru -, oltre a danneggiare i settori produttivi più importanti e caratterizzanti la nostra economia provocando la chiusura delle aziende agricole e zootecniche con l’esproprio dei terreni, non apporterebbero alcun beneficio alle Comunità locali e alla Sardegna in genere.

Al contrario, sarebbero causa irreversibile di uno sconsiderato consumo di suolo agricolo e di un rilevante spreco di risorse idriche, modificando l’equilibrio ecosistemico.

Unici a trarne degli utili – concludono i comitati – sarebbero invece multinazionali, faccendieri e i gruppi finanziari interessati, che lucrerebbero sui cospicui incentivi destinati alle FER.

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Dopo due anni e mezzo “dovrebbe” arrivare a conclusione il lunghissimo iter procedurale  per le autorizzazioni al rilancio dell’Eurallumina, con la conferenza dei servizi convocata dal servizio valutazioni ambientali dell’assessorato dell’Ambiente della Regione Sardegna e dall’Area Ambiente della Provincia Sud Sardegna (tenendo fede all’ impegno preso dall’assessore Donatella Spano) per il 30 e 31 gennaio 2017.

In concomitanza con i due giorni della conferenza dei servizi, la RSU Eurallumina ha organizzato una giornata di mobilitazione.

Lunedì 30 gennaio i lavoratori si raduneranno al distributore di Sirai e a Villamassargia, per partire verso Cagliari, sul piazzale del Palazzo della Regione.

Alle 9.30 partirà il corteo a piedi per il breve tratto sino a raggiungere viale Trento, dove stazioneranno per tutta la durata della conferenza dei servizi che avrà inizio alle 10.30.

Stesso programma per la giornata di martedì 31 gennaio. L’iniziativa si concluderà al termine della conferenza dei servizi e solo dopo che l’assessore regionale dell’Ambiente e/0 la direttrice dello stesso e i presidenti della conferenza, i dirigenti dell’assessorato regionale della Difesa dell’Ambiente e della provincia del Sud Sardegna, incontreranno la RSU Eurallumina per comunicare l’esito della conferenza.