19 August, 2024
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Sulla Manovra finanziaria 2017, questa mattina  la commissione Bilancio ha sentito i rappresentanti delle parti sociali, delle forze datoriali e del sistema cooperativo. 

Secondo il segretario della Cgil, Michele Carrus, la manovra 2017 non si discosta da quelle degli anni passati. «Anche quest’anno il documento di bilancio è pesantemente condizionato dalla spesa per la Sanità che assorbe gran parte delle risorse (3.318 milioni di euro) – ha detto Michele Carrus – spesa destinata a salire dopo la decisione del ministero di escludere la Sardegna dai rimborsi per i nuovi Lea e per l’acquisto di farmaci innovativi. Occorre intervenire subito su questo fronte, ingaggiando una battaglia con lo Stato per ottenere la riduzione degli accantonamenti destinati alla compartecipazione per l’abbattimento del debito pubblico. L’altro passo da compiere è la riforma della rete ospedaliera. Le scelte sono state fatte, tenere la riforma a bagnomaria non contribuisce al risanamento dei conti e al miglioramento dei servizi».

Michele Carrus ha invece mostrato apprezzamento per le linee guida della programmazione unitaria che consentono di razionalizzare gli interventi e di rendere meno complicata l’azione della macchina regionale. «Manca però il salto di qualità – ha aggiunto Michele Carrus – soprattutto sul versante delle politiche per il lavoro. 119 milioni di euro, in gran parte vincolati per ammortizzatori sociali, formazione e spese dell’apparato burocratico, non sono sufficienti per affrontare la grave crisi occupazionale della Sardegna». Il segretario della Cgil ha duramente criticato l’azione dell’assessorato del Lavoro: «Se tutte le politiche per l’occupazione devono essere affidate all’Agenzia per il Lavoro meglio sopprimere l’assessorato – ha sottolineato Michele Carrus – le somme spese per le consulenze sono uno scandalo che deve cessare».

Carrus si è poi soffermato sugli interventi per garantire il diritto allo studio: «Si utilizzi una parte dei 25 milioni “manovrabili” per finanziare questo capitolo di bilancio – ha suggerito il leader della Cgil – serve un segnale forte per le tante famiglie di lavoratori e operai che non riescono più a mandare i loro figli all’università. Lo si potrebbe fare aumentando il valore medio delle borse di studio allineandosi ai parametri delle regioni italiane più virtuose. Altri fondi potrebbero essere assegnati per aiutare gli studenti fuori sede e per abbattere i costi del trasporto pubblico». Per Carrus sarebbe inoltre urgente prevedere più risorse a favore delle Università che quest’anno subiranno tagli pesanti ai trasferimenti statali «Se non si interviene sono a rischio molti corsi di specializzazione e progetti di ricerca».

Dal rappresentante della Cgil, infine, un appello a favore dei patronati: «Garantiscono un presidio nei territori per le fasce più deboli della popolazione. Vanno tutelati e sostenuti».

Appello al quale si è unito il segretario della Cisl Ignazio Ganga che, nel suo intervento, ha segnalato i troppi ritardi nella erogazione delle risorse pubbliche. «Il sistema del bilancio armonizzato soffre, i centri di spesa non sono stati capaci di dare ritmo – ha detto Ignazio Ganga – la spesa è troppo lenta soprattutto per l’occupazione che necessita di riscontri immediati».

Anche dal segretario della Cisl sono arrivate critiche sulle politiche per il lavoro: «Serve un colpo di reni – ha affermato Ignazio Ganga – finora tutte gli interventi sono stati realizzati con fondi europei. Perché non investire anche una parte del mutuo regionale. Sono favorevole agli interventi per le infrastrutture, una parte però potrebbe essere utilizzata per rafforzare il capitale umano». Per Ganga sono attualmente 35 le azioni di politiche attive per il lavoro. «Vanno razionalizzate, meglio concentrarsi su 3 o 4 misure che funzionano. Per i lavoro potrebbero essere inoltre recuperati altri fondi come i 15 milioni di euro destinati all’Insar che non hanno dato i risultati sperati».

Ignazio Ganga ha poi affrontato il tema delle entrate fiscali: «La vertenza non è chiusa – ha sottolineato – lo Stato continua a trattenere risorse. La decisione di escludere la Sardegna dai fondi per gli enti locali è un furto con destrezza. Se non si rinegozia la partita si rischia grosso. Comuni e province avranno 84 milioni in meno senza i quali i servizi non possono essere garantiti».

Sulle risorse destinate alla sanità, Ignazio Ganga, a differenza di Michele Carrus, ha rivolto un monito alla Commissione: «Attenti a non considerare il sistema sanitario un peso. Ci sono dentro 22mila lavoratori che garantiscono un servizio importante».

Il segretario della Cisl ha infine invitato la Commissione a rivedere il sistema di detassazione delle imprese: «L’Irap va rimodulata distinguendo tra imprese virtuose e non. Applicare gli incentivi in modo generalizzato incide sul sistema regione. Con quei soldi si finanzia il sociale».

Per Francesca Ticca, segretaria della Cisl,  il vero nodo da risolvere rimane quello della sanità. «La metà del bilancio regionale viene destinata al sistema sanitariose non si rivede l’accordo con lo Stato tutte le missioni introdotte nella legge di stabilità rischiano di non dare risposte ai cittadini».

Anche Francesca Ticca ha invocato politiche per il lavoro più incisive: «Un campo di intervento potrebbe essere quello ambientale che quest’anno mette a disposizione circa mezzo miliardo di euro. Sembrano tantissimi soldi ma in realtà la gran parte viene assorbita per le spese correnti di Forestas e del Geoparco».

Positivo il giudizio sugli interventi per le infrastrutture («servono però tempi certi e norme più semplici»), per le politiche sociali («si sta facendo uno sforzo importante») e per l’edilizia pubblica che mette quest’anno a disposizione 46 milioni di euro. Critiche invece alle azioni per il diritto allo studio («6 milioni sono pochi, in questo modo solo i ricchi potranno andare a scuola») e per le politiche per il lavoro: «119 milioni di euro sono una goccia nel mare. Non ci sono investimenti per far ripartire le produzioni – ha concluso Francesca Ticca – molti giovani hanno smesso di cercare lavoro».

Anche le forze datoriali hanno chiesto alla regione Sardegna un cambio di rotta nella modulazione delle risorse .

Secondo il presidente di Confindustria Alberto Scanu serve una svolta culturale per permettere alla Sardegna di mettersi al passo con l’Europa e allinearsi alle altre regioni italiane che hanno colto la sfida della modernizzazione.

«Il tema fondamentale è quello delle infrastrutture – ha detto Scanu – il Governo ha varato il piano “Industria 4.0”, un investimento di 20 miliardi di euro dal quale la Sardegna rischia di rimanere fuori. Si parla di Agenda digitale ma intanto nei nostri siti manca la banda larga. La Regione deve assumere un ruolo guida.»

Sui conti della Regione, Scanu ha evidenziato il peso abnorme della spesa sanitaria. «Occorre ridurla e trovare altre risorse, magari con un accelerazione sulla spending review e la rinegoziazione dell’intesa sulle entrate con lo Stato». Positivo infine il giudizio sull’attivazione dei bandi a sportello a favore delle imprese.

Valutazioni condivise dal presidente di Confapi Mirko Murgia che ha sottolineato l’esigenza di un rilancio delle politiche di sviluppo nei territori coinvolgendo imprese ed enti locali. «Questa manovra finanziare si occupa delle emergenze mentre servirebbe un progetto più ampio – ha detto Murgia – le imprese invocano da tempo misure per la riduzione del costo del lavoro e strumenti per facilitare l’accesso al credito oltre a un miglioramento del livello qualitativo della infrastrutturazione soprattutto sul fronte dei trasporti».

Francesco Porcu, segretario della Cna, dopo aver espresso preoccupazione per il quadro economico generale dominato da instabilità e incertezza ha proposto quattro linee di intervento: 1) riportare in ordine i conti della sanità attraverso la riforma della rete ospedaliera e la razionalizzazione della spesa; 2) riaprire la vertenza con lo Stato sulle entrate fiscali; 3) riorganizzare la macchina amministrativa regionale con una robusta spending review e la riduzione degli enti e delle partecipate; 4) ridare efficacia all’azione di governo guardando a un orizzonte di medio e lungo periodo.

Per Francesco Porcu occorre un scossa nel sistema economico. «Per far questo servono risorse – ha  suggerito Porcu – la Cna propone un piano straordinario per il lavoro da finanziare con 100 milioni di euro. Le risorse potrebbero essere recuperate dal fondo Sfirs di 250 milioni di euro istituito nel 2010 per sostenere l’accesso al credito del sistema produttivo isolano. Risorse finora vincolate e immobilizzate che sarebbe opportuno liberare».

Per l’artigianato, infine, Francesco Porcu ha proposto il rifinanziamento di due leggi di settore che in passato hanno dato risultati come la n.949  e la legge 12 sull’apprendistato.

Il presidente di Confcooperative Fabio Onnis, dopo aver espresso apprezzamento per l’impianto complessivo della manovra, è entrato nel dettaglio dei provvedimenti di legge destinati al settore di sua competenza.

«Apprezziamo la decisione di finanziare con 4 milioni di euro la legge quadro della cooperazione mentre per altre voci di spesa le risorse messe a disposizione sono insufficienti. Serve incrementare i fondi per le cooperative culturali e dello spettacolo, di gestione dei beni culturali e delle biblioteche e soprattutto per quelle della pesca e dell’acquacoltura.»

Al termine delle audizioni il presidente Franco Sabatini ha assicurato massima attenzione ai suggerimenti arrivati dai rappresentanti delle forze sociali e datoriali. «Abbiamo ascoltato con interesse alcune proposte – ha detto Franco Sabatini -. siamo consapevoli che la partita sulle entrate fiscali rappresenti un passaggio fondamentale per ridare fiato alle finanze regionali. La Commissione approverà a breve una risoluzione per chiedere la convocazione degli Stati generali della Sardegna. Occorre chiamare a raccolta parlamentari, sindacati, enti locali forze datoriali per mobilitare tutta la società sarda e riaprire la vertenza con lo Stato».

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«Anche la Sardegna deve poter accedere ai fondi stanziati dalla finanziaria 2017 per il risanamento dei bilanci delle province. Si tratta di una vicenda che deve essere chiarita, evitando che sia un inutile elemento di conflitto tra la giunta regionale ed il governo.»

Lo scrivono in una lettera inviata al sottosegretario degli Affari regionali e delle autonomie, Gianclaudio Bressa, i senatori del PD Silvio Lai, Ignazio Angioni e Giuseppe Cucca.

«Mentre per alcune Regioni a statuto speciale la competenza sulla finanza locale è stata interamente trasferita dallo Stato alle regioni per altre, Sicilia e Sardegna, questo non è stato richiesto né è avvenuto ad oggi.»

«A conferma di ciò si può richiamare – precisa Silvio Lai, componente della commissione bilancio – il regolamento per le modalità di alimentazione e riparto del Fondo di solidarietà comunale (FSC) 2017 per i comuni delle regioni ordinarie e di Sardegna e Sicilia, di cui al comma 449 della legge 232/2016, appena emanato dal Mef pari a oltre 2,3 miliardi di euro. Di questi 1.884.902.234 euro sono per le regioni ordinarie e 464.832.131 sono per i comuni di Sardegna e Sicilia. Una dotazione totale ulteriormente incrementata di 3.832.190.376, per compensare i minori introiti IMU e TASI. Questo significa che i comuni sardi contribuisco al fondo alla solidarietà nazionale, e, se ne hanno diritto ne ricevono una quota parte. Lo stesso vale per le province sarde.»

«Per quanto ci riguarda – scrivono i tre senatori – siamo convinti che si tratti di un errore legato ad una diversa interpretazione degli accordi del 2015, accordi importanti che hanno chiuso una vertenza entrate della Sardegna, dopo anni di trascuratezza regionale e di indifferenza dei governi precedenti, che però da una attenta lettura non prevedono in maniera esplicita il trasferimento delle competenze sulla finanza locale dallo Stato alla Regione, con i relativi finanziamenti.
Anche per questo motivo anche la Sardegna dovrebbe accedere ai fondi stanziati con i commi 438 e 439 della legge di bilancio 2017.
Non si tratta solo di una questione di diritto ma di esigenze di bilancio degli enti locali per la copertura di servizi essenziali a cui la Regione non può fare ulteriormente fronte.»

«Ad oggi – afferma Silvio Lai – le Province esistono e soprattutto hanno in carico una serie di interventi per i quali è necessario avere a disposizione risorse economiche. Stiamo parlando della manutenzione di strade, di istituti scolastici e della tutela dell’ambiente. Si tratta di circa 70 milioni di euro che verrebbero a mancare alle province e alla città metropolitana, a fronte di servizi che devono essere garantiti quotidianamente. Nei mesi scorsi avevamo evidenziato come il contributo al risanamento della finanza pubblica richiesto alle province sarde fosse molto ingente, in relazione ai servizi e alle funzioni che ancora vengono svolte dalle province sarde. Ebbene, questo ulteriore sacrificio andrebbe a colpire ulteriormente non gli enti in questione ma i cittadini sardi che rischierebbero di non poter contare su interventi di fondamentale importanza.»

«Ci rendiamo conto che essendo già in corso le attribuzioni agli enti locali, l’inserimento di altri territori riduce gli stanziamenti, ma sul piano parlamentare siamo pronti a fare la nostra parte e a sostenere il Governo in una iniziativa correttiva che sarebbe sicuramente condivisa. La nostra opinione – concludono Lai Angioni e Cucca – è che il tema della finanza locale possa essere oggetto di discussione e trasferimento di competenze all’interno di una revisione dei rapporti, che vada oltre il dato economico stabilito nel patto del 2015, ma ad oggi restando come competenza ancora in capo allo Stato e pensiamo che non ci debbano essere differenze su questo tema con le regioni ordinarie. Se un ente locale partecipa al risanamento dello Stato è giusto che ne debba ricevere uguale trattamento. Dalle prime interlocuzioni con il Governo ne abbiamo tratto una condivisione delle ragioni, siamo certi che presto arriverà una conferma.»

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Si svolgerà a Santa Teresa Gallura, dal 9 al 16 giugno prossimo, l’annuale manifestazione nazionale “Nonni e nipoti”, organizzata dall’Anap, Associazione Anziani e Pensionati di Confartigianato. Per una settimana, i pensionati di Confartigianato di tutta Italia, insieme ai nipoti, si ritroveranno presso il “Marmorata Village” nella splendida costa del nord est Sardegna.

«Abbiamo organizzato qui in Sardegna la quinta edizione – spiega Paola Montis, la presidente regionale di ANAP-Confartigianato Pensionati – dopo il grande successo degli scorsi anni in altre regioni italiane». «Il rapporto tra i nonni e i nipoti è da sempre un rapporto unico – continua la Montis – e oggi un nonno su tre, stando alle statistiche, si occupa dei nipoti quando i genitori sono al lavoro. Dunque, i nonni rappresentano un sostegno concreto alla famiglia, soprattutto quando i genitori lavorano, oltre che un grandissimo legame affettivo».

Paola Montis.

Paola Montis.

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Il presidente Francesco Pigliaru ha firmato oggi l’ordinanza urgente per il conferimento dei sottoprodotti di origine animale (SOA), così da superare la situazione emergenziale creatasi nel territorio regionale per il ritiro e lo smaltimento di tali sottoprodotti e per evitare quindi problemi alla salute pubblica e lo stallo dell’intera filiera della macellazione e distribuzione delle carni. La condizione eccezionale si era creata a seguito del sequestro, disposto recentemente dal GIP del Tribunale di Cagliari, dello stabilimento Agrolip Sarda Srl di Macchiareddu.
L’ordinanza, in vigore per i prossimi 6 mesi, è il frutto di uno stretto lavoro di equipe fra la Presidenza della Regione e gli assessorati dell’Igiene e Sanità e della Difesa dell’Ambiente, a seguito delle sollecitazioni giunte dalle commissioni Quinta (Attività produttive) e Sesta (Salute e politiche sociali) del Consiglio regionale e dai diversi operatori del comparto. In Sardegna, i SOA saranno quindi trasformati, inceneriti o conferiti in discarica, con i dovuti trattamenti igienico sanitari (calce idrata, soda caustica al 2%).
Oggi, per quanto riguarda i sottoprodotti di categoria 1 (soprattutto materiale specifico a rischio, non contenente parti di suino, come per esempio materia celebrale o oculare di bovini superiori ai 12 mesi, milze di ovini di qualunque età, ecc.) possono essere stoccati e trasportati al di fuori della regione per lo smaltimento.
Discorso diverso riguarda i sottoprodotti di categoria 3 (per esempio: pelli, grasso, ossa, scarti della grande distribuzione, etc.), poiché le attuali modalità di gestione adottate dagli operatori del settore non consentono di escludere la presenza di sottoprodotti di origine suina, il cui trasporto e smaltimento al di fuori della Sardegna non è consentito dalle norme in materia di eradicazione di Peste suina africana.
L’ordinanza, tenendo conto dell’attuale assetto organizzativo del comparto, prevede che gli operatori produttori di scarti di macellazione o di lavorazione debbano, entro tre mesi, garantire la separazione dei sottoprodotti di categoria 1 da quelli di categoria 3 e debbano provvedere allo smaltimento dei SOA di categoria 1 al di fuori del territorio regionale. L’articolo 2 dell’ordinanza prevede inoltre che gli operatori produttori di scarti di macellazione o di lavorazione e quelli del settore della distribuzione delle carni debbano provvedere alla separazione, da attuarsi sempre nel medesimo arco temporale, nell’ambito della categoria 3, degli scarti di origine suina da quelli di diversa specie. Tali sottoprodotti potranno quindi essere destinati allo smaltimento al di fuori del territorio regionale. All’art. 5 si spiega inoltre che per non oltre sei mesi dalla data dell’ordinanza, i sottoprodotti di categoria 3, in eccedenza a quelli smaltiti negli impianti e nelle forme già riportate, possono essere smaltiti, in via del tutto eccezionale, come rifiuti nelle discariche autorizzate del territorio regionale e dotate di idoneo impianto a biogas. Questi sottoprodotti potranno essere smaltiti solo dopo idoneo trattamento così da assicurare che i materiali non presentino rischi per la salute pubblica e animale.
Per quanto riguarda la mortalità fisiologica negli allevamenti suini registrati e considerata la situazione di criticità causata dall’impossibilità di un regolare smaltimento dovuto all’assenza di impianti autorizzati e idonei allo smaltimento di carcasse, l’Operatore del settore alimentare (OSA) è autorizzato, in via straordinaria, allo smaltimento tramite interramento delle carcasse di suino, previa emanazione di una ordinanza del sindaco. Il sito deve essere individuato e le modalità di interramento devono avvenire in un luogo ove siano ridotti al minimo i rischi per la salute degli animali, per la salute pubblica e per l’ambiente, purché gli stessi siano situati ad una distanza sufficiente per consentire all’autorità competente di gestire la prevenzione dei suddetti rischi.
Nel tempo di vigenza dell’ordinanza, l’amministrazione regionale promuoverà tutte le iniziative utili e necessarie affinché si possa trovare una soluzione stabile e permanente per lo smaltimento di questi sottoprodotti così da garantire stabilità a tutto il comparto.

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L’Amministrazione comunale di San Giovanni Suergiu ha organizzato due giornate nell’aula consiliare di via Roma, il 27 e 28 gennaio, dedicate a mantenere vivo il ricordo della Shoah.

Il programma:
27 gennaio, a partire dalle ore 10.00:
– Proiezione di filmati e lettura di poesie con i ragazzi della scuola Secondaria di primo grado “G. Marconi”;
– Giampaolo Cirronis ripercorre il ricordo della Shoah e dei campi di concentramento nell’esperienza di Modesto Melis.
28 gennaio, a partire dalle ore 18.00:
– Giacomo Mameli analizza il tema dell’olocausto nell’ambito della letteratura sarda e italiana, attraverso la lettura e il commento dei testi di Anna Frank, Primo Levi, Giulio Benedetti e Francesco Masala. Interverrà Chiara F.

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«Sullo scippo delle risorse destinate alle Province delle Regioni a statuto speciale, occorre non perdere tempo investendo immediatamente della questione il Consiglio regionale.»

La richiesta arriva da Ignazio Locci (Forza Italia), vicepresidente del Consiglio regionale, che non si accontenta «delle promesse più o meno rassicuranti e del guizzo di schiena dritta dell’assessore Raffaele Paci».

«E’ necessario venga dato ai commissari delle Province pieno mandato affinché siano autorizzati ad azzerare le aliquote dei tributi provinciali – aggiunge Ignazio Locci -: un provvedimento che darebbe forza a questa vertenza, nella quale in gioco c’è molto di più del classico scippo di risorse cui ci ha abituato il Governo centrale. Sebbene si tratti di tasse provinciali, le riscossioni risultano iscritte nei bilanci degli enti intermedi soltanto virtualmente. Ergo: i soldi ottenuti mettendo le mani nelle tasche dei contribuenti vengono automaticamente girati allo Stato. E per la gestione delle Province, che esistono e hanno dei costi, non torna indietro nulla. Il paradosso è che non solo abbiamo sulla schiena la croce degli accantonamenti, ma versiamo tasse senza alcun tornaconto per le Province: mentre queste continuano ad esistere, lo Stato ritiene che le Regioni a statuto speciale debbano pagarne per intero i costi gestionali. Siamo realmente di fronte a una violazione del principio di parità. I commissari non facciano i gabellieri di Stato e vengano fornite indicazioni precise e pieni poteri per portare a zero le aliquote dei tributi. Solo così – conclude il vicepresidente del Consiglio regionale – potremo avere, forse, l’opportunità di discutere alla pari con lo Stato.»

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Il consigliere regionale di Forza Italia Edoardo Tocco sollecita la convocazione della commissione Sanità, di cui è vicepresidente, per esaminare le problematiche del comparto sanitario, con sforbiciate dei presidi e aumento dei costi relativi ai servizi essenziali. La richiesta urgente arriva dopo il sit in dell’Unione sindacale di Base, rappresentanza dei pensionati, sotto il palazzo del Consiglio regionale che hanno manifestato il loro malcontento dentro l’emiciclo del Consiglio.

«La sanità – attacca Edoardo Tocco – non può essere considerata a livello ragionieristico, ma occorre una razionalizzazione seria che vada al di là della Asl Unica. La politica dei tagli ai servizi sta producendo lo spopolamento e la desertificazione della Sardegna, con una lacerazione economica dei territori. E’ necessario un summit urgente con i rappresentanti sindacali – conclude Edoardo Tocco – finalizzata a illustrare proposte per il miglioramento dell’assistenza e esporre i disagi del settore sanitario in Sardegna.»

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La Camera dei deputati ha approvato un ordine del giorno presentato dall’on. Emanuele Cani (Pd) a proposito del provvedimento legislativo che punta a valorizzare le tratte ferroviarie in disuso in particolari aree di pregio naturalistico e archeologico con cui il Governo si impegna a valutare, d’intesa con regioni ed enti locali, amministrazioni dello stato competenti ed associazioni di volontariato, misure finalizzate a rendere pienamente accessibile questo tipo di percorsi anche alle persone portatrici di handicap.

«Si tratta di un passaggio importante – ha commentato Emanuele Cani – per dare la possibilità a chi è costretto a fare i conti con particolari condizioni fisiche o di salute ad avere una vita dignitosa e normale, anche attraverso la fruizione di servizi turistici che altrimenti sarebbero vietati.»

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«Solo attraverso una massiccia dose di innovazione tecnologica affiancata al capitale umano riusciremo a crescere, ad aprirci e a entrare nei mercati internazionali superando i limiti dell’insularità e anzi diventando centrali grazie a un settore in cui la Sardegna ha sempre vantato competenza ed eccellenze. Oggi siamo pronti ad affiancare il percorso delle imprese sarde verso l’obiettivo 4.0 per avviare quella che viene considerata la quarta rivoluzione industriale». L’ha detto l’assessore della Programmazione e del Bilancio Raffaele Paci, aprendo i lavori del convegno Impresa 4.0 organizzato a Cagliari da Confindustria digitale alla presenza del presidente nazionale Elio Catania per presentare il Digital Innovation Hub, lo sportello intelligente di supporto alle imprese voluto da Confindustria per veicolare e spiegare alle imprese il Piano nazionale Industria 4.0 del ministero dello Sviluppo economico.
«La Regione sostiene con tantissimi strumenti questo processo di innovazione, che non si applica solo ai settori ad alta tecnologia, ma anche all’edilizia, all’agricoltura, all’artigianato o al turismo. Basta pensare al nostro artigianato che su Amazon ha avuto una vetrina internazionale e un grande successo, siamo stati la prima regione italiana a sbarcare sul sito di e-commerce più importante al mondo, o alla tecnologia digitale applicata ai Giganti di Mont’e Prama – ha ricordato Raffaele Paci -. Mettiamo a disposizione finanziamenti per le imprese che accompagniamo in tutto il loro percorso sin dalla nascita dell’idea con il sostegno alle stare up, ma anche strumenti come la strategia s3, il fablab, l’agenda digitale. Ed è indispensabile un legame stretto con la scuola e l’Università per la formazione delle nuove competenze di cui c’è enorme richiesta, e anche in questo caso siamo presenti con il coding di Iscol@ e il supporto al contamination lab delle Università.» 
La collaborazione fra pubblico e privato è fondamentale per centrare rapidamente gli obiettivi, ha sottolineato il vicepresidente della Regione: «Solo la collaborazione fra pubblico e privato può dare quella spinta necessaria allo sviluppo e alla crescita. Noi ci siamo e siamo pronti ad accompagnare la nuova sfida che le imprese 4.0 lanciano con il Digital Innovation Hub: sono disponibili ingenti risorse nazionali nel progetto Industria 4.0 e risorse europee in Horizon 2020, allora uniamo le forze di imprese e Regione per intercettarle. Siamo pronti anche a studiare la possibilità che il Digital Innovation Hub occupi uno spazio nell’ex Manifattura Tabacchi, a supporto delle imprese creative culturali che fanno arte, cinema, musica, teatro, cultura in quel magnifico spazio nel cuore della città».

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Il Mobile Banking di UniCredit raggiunge oggi anche i clienti con disabilità visiva: si tratta di un significativo passo avanti in termini di accessibilità e fruibilità del servizio di banca digitale offerto dalla Banca. L’ultimo aggiornamento disponibile per gli smartphone iOS (iPhone) prevede, infatti, la compatibilità dell’app con la funzione VoiceOver, consentendo così il suo utilizzo anche a utenti non vedenti o ipovedenti. L’implementazione di questa app è stata possibile grazie alla collaborazione di dipendenti non vedenti e ipovedenti della banca, nell’ambito di un più ampio programma volto a migliorare l’accessibilità ai servizi bancari per i clienti con disabilità.

La funzionalità VoiceOver permette in sostanza di operare su un dispositivo iPhone utilizzandolo anche se si è impossibilitati a vedere il display, offrendo una descrizione vocale di tutto ciò che appare sullo schermo e di ciò che si trova a contatto con il dito. Basta attivare tale funzionalità sullo smartphone (all’interno della sezione Impostazioni > Generali > Accessibilità), e in automatico l’app Mobile Banking di UniCredit scandirà vocalmente le opzioni del menù e le informazioni disponibili, rendendole leggibili anche a chi ha problemi di vista. 

Tra gli altri progetti affini, sviluppati sempre in compartecipazione con colleghi diversamente abili, la possibilità per i clienti sordi di richiedere su appuntamento consulenza nelle agenzie UniCredit con il supporto di interpreti della lingua italiana dei segni (LIS) collegati in remoto, o l’erogazione di corsi di educazione bancaria e finanziaria specificamente pensati per utenti con disabilità visiva o uditiva. Inoltre, sono attivi 2.000 bancomat con sintesi vocale e dal 2017 chi visiterà le torri di Garibaldi a Milano potrà farlo in autonomia utilizzando il QR code su speciali mappe tattilo visive.

L’app Mobile Banking di UniCredit è oggi disponibile gratuitamente sugli store online nelle versioni iOS, Android e Windows Phone. Dal momento del suo primo lancio nel 2010 sono già stati oltre 2,5 milioni i download mentre sono 330.000 in media gli accessi giornalieri da parte dei clienti della banca. In provincia di Carbonia Iglesias, per avere un’idea di come la banca digitale si stia diffondendo nelle province sarde, nell’ultimo trimestre del 2016 sono stati 1.291 i clienti di UniCredit che hanno utilizzato la banca digitale su smartphone, attivando 41.060 accessi (con una media di 32 accessi a utilizzatore).