18 August, 2024
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Venerdì 27 gennaio la Sala polifunzionale del comune di Carbonia ospiterà una serie di iniziative per “Il Giorno della Memoria”.

Il 27 gennaio 1945, i soldati sovietici liberavano il campo di concentramento di Auschwitz. Il 27 gennaio è il Giorno della Memoria, una giornata simbolo scelta per ricordare l’orrore dei lager.

In tutto il mondo si ricordano le vittime dell’Olocausto, vittime innocenti della persecuzione nazista e fascista. Ebrei, rom e sinti, slavi, intellettuali, oppositori politici, omosessuali, testimoni di Geova, persone diversamente abili, persone ritenute “asociali” come, per esempio, mendicanti, vagabondi e venditori ambulanti. Milioni le persone deportate nei campi di concentramento che non fecero mai ritorno a casa. Trattate come schiave, portate alla morte, con aberrante precisione scientifica, per la fatica, la fame e le torture, uccise nelle camere a gas o con altri metodi atroci come le iniezioni di benzina nel cuore.

Per non dimenticare questo orrore e perché non si ripeta, anche Carbonia partecipa alla Giornata della Memoria, con numerose manifestazioni. Tra queste, venerdì 27 gennaio, a partire dalle ore 17,30, diverse iniziative ospitate nella Sala polifunzionale, in Piazza Roma. Dopo il saluto del sindaco, Paola Massidda, seguiranno gli interventi di Don Amilcare Gambella, parroco di San Ponziano e di Giampaolo Cirronis, giornalista ed editore, che parlerà di Modesto Melis, il nostro concittadino recentemente scomparso, sopravvissuto alla deportazione nel lager di Mauthausen. Subito dopo un Fash mob della Clessidra Teatro di Anna Pina Buttiglieri.

Seguirà il reading su Modesto Melis con Anime Resilienti (Susanna Mannelli, Chiara Giuliani e Sabrina Barlini, con musiche di Angelina Figus e Coro Centro Studi Musicali di Carbonia) e La Parola ai poeti, con Claudio Moica, Giovanna L.F. Fiabane, Marcello Murru e Francesco Artuso, musiche dal vivo a cura di Angelo Montis.

Partecipano: il Teatro del Sottosuolo, Botti du Schoggiu, Associazione Suergiu per la cultura, Le città invisibili, Centro Studi Musicali di Carbonia e Clessidra Teatro di Anna Pina Buttiglieri, in collaborazione con il comune di Carbonia. Anime Resilienti e la Parola ai poeti è organizzato dal Teatro del Sottosuolo.

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E’ un bel Cagliari quello visto ieri sera nel posticipo dell’Olimpico contro la Roma. La sconfitta di misura, maturata con un goal molto discusso di Edin Dzeko, lascia tanto amaro in bocca ma Massimiliano Rastelli ha parecchie ragioni per ritenersi soddisfatto di quanto ha visto fare sul campo alla sua squadra, sulla falsariga di quanto è accaduto nella precedente trasferta di San Siro contro il Milan.

Il Cagliari arrendevole visto in molte occasioni quest’anno, con pesantissime sconfitte che ancora bruciano per le loro proporzioni, sembra uno sbiadito ricordo. Massimiliano Rastelli ha registrato la difesa e la squadra ha ritrovato piena coscienza dei propri mezzi. La classifica è assolutamente tranquilla, la salvezza è praticamente già acquisita, e la squadra rossoblu si trova nella condizione di esprimere il meglio di sé. Ieri sera se ne è avuta la conferma.

Nella prima parte della gara il Cagliari ha badato quasi esclusivamente a difendersi e Rastelli è riuscito ad imbrigliare le fonti di gioco della vicecapolista, al punto che Rafael ha dovuto una lavoro di ordinaria amministrazione. Nel secondo tempo Marco Borriello e compagni sono scesi in campo più spregiudicati ed hanno più volte creato problemi della Roma, prima del goal tanto contestato di Edin Dzeko, abile a liberarsi della marcatura di Murru con un movimento ai limiti del regolamento. Massimiliano Rastelli, a fine gara, ha commentato: «Bravo Dzeko ma credo che se l’arbitro avesse fischiato il suo fallo ed annullato il goal, non sarebbe stato uno scandalo. E, inoltre – ha aggiunto Rastelli – mi chiedo cosa sarebbe stato deciso a parti invertite».

Una volta sbloccato il risultato, per la Roma la strada si è fatta più agevole ma il Cagliari è rimasto in partita fino alla fine, con Rafael bravo a negare il secondo goal.

Il Cagliari è tornato a casa giustamente amareggiato per l’occasione mancata ma, al tempo stesso, felice di aver tenuto testa ad una delle grandi del campionato, ed ora può guardare con fiducia alla prossima partita casalinga, in programma domenica prossima, contro il Bologna. Massimiliano Rastelli dovrà fare a meno di Joao Pedro (espulso ieri nel finale di gara) e Nicolò Barella (ammonito e già diffidato) che verranno appiedati dal giudice sportivo, ma spera di recuperare Simone Padoin e Davide Di Gennaro.

 

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Stefano Demontis 42 anni e residente a Sassari, è dal 2009 un affermato professionista del poker sportivo. Conosciuto nel circuito nazionale ed internazionale con il nickname “Delf1n074”, il sassarese è un giocatore molto estroverso, un carattere guascone che fa dell’aggressività la caratteristica principale del suo stile di gioco. Uno stile di gioco che gli ha permesso di raggiungere importanti risultati: anno di grazia il 2010 con un secondo e terzo posto a due main event del circuito IPT.

Ecco la sua storia.

La carriera di Stefano Demontis inizia nel 2007, anno in cui perde il lavoro. Appassionato di poker, frequenta con i suoi amici i circoli autorizzati fino a decidere di sedersi e partecipare, sotto consiglio della sua ragazza, ad un torneo. Arriva una vittoria ed è la molla che fa partire tutto. Da qui Stefano inizia a studiare il Texas Hold’em, la psicologia e le tecniche di gioco, le sue basi statistiche e matematiche.

Un percorso che prosegue trasformando una passione in un vero e proprio lavoro in cui la mentalità deve essere quella imprenditoriale, va mantenuta la lucidità ed in cui, aspetto ì fondamentale, non bisogna mai farsi trascinare dal gioco, secondo Demontis.

Un lavoro che, come tutti gli altri, ha pregi e difetti con i primi che superano i secondi: se da un lato l’impegno è serale e dura spesso molte ore consecutive (la sua giornata tipo prevede la sveglia a fine mattina, un pomeriggio da dedicare allo svago e poi i tornei dalle 20 fino alle 4-5 del mattino) dall’altro il poker sportivo permette di girare il mondo per partecipare ai tornei. Ed è proprio questo l’aspetto più intrigante, secondo il sardo che ha dichiarato in un’intervista che il suo sogno è quello di poter partecipare ai più importanti tornei dello European Poker Tour (EPT) e delle World Series of Poker (WSOP) e di essere, a più di 40 anni ancora un giocatore professionista di poker Hold’em.

La carriera professionistica di Demontis, come accennato in precedenza, inizia nel 2009 ma ha l’anno successivo come punto di svolta. Arrivano, infatti, nel giro di due mesi i più grandi successi in carriera con il terzo e il secondo posto nei Main Event di due tappe dell’Italian Poker Tour – il più importante circuito di poker dal vivo della penisola – rispettivamente a San Marino e Sanremo. Un 2010 incredibile, che prevedeva sette tappe dell’IPT che si è chiuso con altri due risultati di prestigio: la seconda piazza all’evento principale del Poker Grand Prix di Venezia e la sesta all’appuntamento IPT di Nova Gorica. Terminato il 2011 senza grandi risultati e con un calo del livello di gioco, il player decide di prendersi una pausa.

Tre anni davvero intensi, quelli tra il 2008 ed il 2011, in cui Demontis si accorge di aver bisogno di staccare dall’attività e di avere sempre più difficoltà a concentrarsi al tavolo. Iniziano a diminuire gli stimoli e la voglia di giocare e, complice un fatto personale, arriva la pausa dal tavolo verde. Un periodo di stacco provvidenziale per ricaricare le batterie e presentarsi di nuovo alla competizione cercando di non ripetere gli errori del passato, ripartendo da tornei minori senza troppa pressione. Si è fatto rivedere all’EPT Campione del 2012 e nei tornei di poker online, mettendosi in mostra ad esempio in un Sunday Evening nell’ottobre del 2015.

Appassionato di ogni tipo di sport dal calcio ai giochi di strategia, Demontis ha un carattere esuberante che porta anche nelle competizioni in cui è sempre uno dei giocatori più aggressivi. Se nei tornei online si auto-definisce come un giocatore “tight aggressive” è nei live che emerge il lato più spregiudicato del suo approccio, molto spesso ai limiti del cosiddettospewer.
Un’aggressività che molto spesso intimorisce l’avversario ma che a volte porta a giocate eccessive, come ammesso dallo stesso sassarese.

Negli ultimi tempi Demontis sembra essersi preso un ulteriore periodo di pausa, probabilmente da dedicare ad altre attività e forse allo studio della disciplina e all’elaborazione di nuove strategie di gioco.
L’augurio per il 2017 è quello di poter ammirare ancora il suo carattere allegro e spensierato davanti ai più importanti tavoli in Italia e all’estero.

 

 

 

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Il 27 gennaio 2017 sono in programma in tutta la Sardegna iniziative per “Il Giorno della Memoria”. Sarà il primo “Giorno della Memoria” senza Modesto Melis, uno degli ultimi testimoni degli orrori della 2ª Guerra Mondiale, morto il 9 gennaio 2017, all’età di 96 anni e 9 mesi. La storia di Modesto Melis (nella prima delle due fotografie allegate si trova nella galleria di Gusen, dove durante la prigionia nel campo di concentramento di Mauthausen, ha lavorato alla costruzione di aerei ed è tornato il 13 settembre 2014) costituisce un’eredità straordinaria per le presenti e le future generazioni.

Ripubblichiamo l’articolo scritto da Giuseppe Mura, autore del libro sulla storia di Modesto Melis, “L’animo degli offesi”, al termine delle visite a Mauthausen e Gusen, i luoghi della lunga prigionia.

Come era accaduto in quella sera del 7 agosto del 1944, il 13 settembre 2014 Modesto ha visto comparire lentamente in cima al pianoro erboso, alla sommità della collina, il profilo grigio ed inquietante della costruzione che, allora, gli parve come un castello riemerso dalle tenebre del passato.

Ora come allora alte mura grigie immerse in un pulviscolo di pioggia finissima ed avvolgente, illuminate da potenti riflettori, con la corrusca aquila di bronzo, inquadrata da sciabole di luce che trasformavano la costruzione in una impressionante immagine di minacciosa potenza, quasi sospesa nel nulla di una notte oscura.

Oggi quell’aquila minacciosa che stringeva tra gli artigli il superbo simbolo della croce uncinata, non esiste più. Travolta dalla furia di rivalsa dei deportati liberati, è crollata per sempre, al suo posto due tristi spuntoni di ferro arrugginito, rimangono a testimoniare quella presenza ma, un’aria di sinistra malvagità, continua ad emanare da quella mura, dai profili dei camini e delle torrette, da cui spuntavano, un tempo, le canne delle mitragliatrici.

Come allora, Modesto ha superato quel portone per scendere nelle tenebre delle docce dove, nudo ed umiliato fu completamente depilato e venne lavata via, oltre al sudore del viaggio nei vagoni bestiame, anche la sua dignità d’uomo.

Per contro, la mattina del 13 settembre Modesto è stato accolto dal rispetto e dal sorriso delle guide del Memoriale di Mauthausen che lo hanno come avvolto in un abbraccio di simpatia, stringendoglisi intorno per sentire dalla viva voce il suo racconto, come a voler trovare la conferma vivente di quanto, essi stessi, raccontano ai visitatori che accompagnano ogni giorno con la narrazione dell’orrore. Modesto, insieme all’autore della sua biografia “L’animo degli offesi”, Giuseppe Mura e all’editore, Giampaolo Cirronis, è stato sottoposto, se pur bonariamente, dal ricercatore che, da circa 40 anni studia il sistema concentrazionario di Gusen, ad un vero fuoco di fila di domande, per cercare eventuali, possibili notizie ancora non note, su metodi e tecniche usate per portare avanti il loro piano di costruzione di armamenti nell’imponente galleria.

Le risposte di Modesto sono state sempre accurate e puntuali, per quanto possibile dopo 69 anni, ma sempre accompagnate da un sorriso tranquillo e dalla consueta arguzia. La visita è proseguita domenica 14 settembre, al Memoriale di Gusen, il campo dove Modesto languì per quasi un anno, fino al fatidico 5 maggio del 1945. Poteva essere una mattina come tante altre vissute da Modesto nei suoi novantaquattro anni di vita, invece si preparava per lui un avvenimento speciale, unico, quello in cui avrebbe rivisto i luoghi dove aveva trascorso la gran parte della sua prigionia: il lager di Gusen.

Fino al 1940, il nome Gusen era stato solamente quello di un modesto affluente del Danubio, sconosciuto a chiunque non abitasse in quel circondario ma, quando gli alti ufficiali delle SS, si accorsero che era prevedibile un rapido incremento del numero di deportati, si diede inizio alla costruzione di decine di grandi baracche in legno, insieme a qualche edificio in pietra e all’utilizzazione di poche costruzioni preesistenti. Fu poi eretto un muro perimetrale, alla cui sommità vennero stese tre linee di filo spinato, sostenute da isolatori di porcellana; infine, furono elevate, ad ogni angolo e al centro di ciascun lato del perimetro, le torrette di guardia. Era sorto il nuovo lager, appendice di quello principale di Mauthausen, divenuto ormai il centro direzionale di un vasto sistema concentrazionario, composto di ben 49 campi satelliti, tra i quali, quello di Gusen sarebbe stato il maggiore, arrivando a contenere fino a 26.000 deportati. Vi avrebbero trovato la morte oltre 3.500 italiani. Modesto Melis, matricola 82441, vi sopportò ogni genere di sofferenza.

La prima sorpresa arriva per Modesto subito all´arrivo: nessuna traccia è più presente di quanto aveva conosciuto;i chilometri di filo spinato percorso da corrente e la lunga teoria di baracche di legno sono stati sostituiti da linde ed eleganti villette dai tetti spioventi per resistere al carico della neve, circondate da allegri giardini cinti da siepi verdi, intersecati da vialetti lastricati. Di tutto quanto Modesto aveva conosciuto e vissuto, rimane uno dei doppi forni crematori, racchiuso da un muro di cemento armato, costruito a seguito di una raccolta volontaria di denaro da parte di ex deportati italiani. Furono sempre le stesse associazioni a comprare il terreno per erigere il monumento, per poi cederlo al comune di Langenstein, di cui la novella frazione divenne parte. Modesto appare ora un poco perplesso, ma i ricordi riaffiorano non appena, affiancati da un’affabile guida, entriamo nel memoriale e, appesi alle pareti, osserviamo i pannelli luminosi che rappresentano le foto originali del campo e le diverse piantine.

Modesto aguzza gli occhi, si avvicina e dà il via ad un inarrestabile flusso di parole. Racconta e racconta…, le sue esperienze, la composizione del campo, le diverse vicissitudini affrontate, i kapos, le frustate, i compagni morti, i più, i sopravvissuti, pochissimi…

Una mattinata dedicata interamente alla memoria. Poi, sempre accompagnati dalla giovane ed interessatissima guida, ripercorriamo i sentieri del cammino passato. Ecco il percorso della ferrovia che trasportò i deportati, un giorno dopo l’altro, ecco il ponte ed il cavalcavia che attraversò Modesto nella sua fuga verso la libertà.

Terminiamo infine la visita esausti per le emozioni contrastanti che saturano le nostre menti: orrore, stupore, sconcerto…pena..

Modesto è forse l’unico ad apparire sereno, quasi…

Giuseppe Mura

Autore del libro “L’animo degli offesi”

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Il gruppo Pirelli non ha bisogno di presentazioni. Fondato a fine ‘800 da Giovanni Battista Pirelli, e diventata nel tempo leader nel settore pneumatici con oltre 20 stabilimenti in 14 paesi nel mondo. Anche se ultimamente la quota di maggioranza è passata ad un gruppo cinese la mente e il polo produttivo dove si sviluppa la tecnologia all’avanguardia degli pneumatici di nuova generazione sono restati in Italia, ricordiamo che Pirelli fornisce gli pneumatici per la Formula 1 ed altri campionati. Proprio per questo l’azienda ha sempre bisogno di personale motivato e questo si può verificare dalle figure professionali ricercate al momento che sono… 

L’articolo completo è consultabile nel sito http://www.diariolavoro.it/lavoro_pirelli2017.html .

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La vertenza Eurallumina e le risposte ai lavoratori che, da due anni e mezzo, attendono con ansia nuovi sviluppi, potrebbe arrivare a fine mese con la seconda conferenza di Servizi per il progetto di ripresa produttiva dello stabilimento. In questa sede, che speriamo rappresenti la fase definitiva e decisoria, si incontreranno 23 soggetti che, a diverso titolo, dovranno dare un parere tecnico sul futuro di Eurallumina.

Auspichiamo che dalla conferenza arrivino buone notizie, per i lavoratori e per il territorio: da troppo tempo ci trasciniamo nella speranza di una ripresa e questa potrebbe l’occasione per investire i circa 200 milioni di euro del progetto e occupare 357 lavoratori diretti più 270 lavoratori triennali (di cui la metà da stabilizzare).

Ai lavoratori e alle loro famiglie va ancora tutto il nostro sostegno e la nostra solidarietà.

Non li lasceremo soli neanche questa volta: vigileremo e lotteremo per la dignità, il lavoro e la speranza di una ripresa in tutto il nostro territorio.

Luca Pizzuto

Consigliere regionale di Sinistra Ecologia e Libertà

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Mercoledì 25 gennaio, alle 11.30, la sala consiliare del comune di Oristano – piazza Eleonora d’Arborea n. 44 – ospita l’insediamento del nuovo Consiglio delle autonomie locali della Sardegna. In concomitanza con l’evento si tiene la conferenza stampa di presentazione del progetto europeo Clisel-Sicurezza Climatica con gli enti locali. Ai lavori prendono parte Ilenia Ruggiu (docente di diritto costituzionale, dipartimento Giurisprudenza, Università di Cagliari) e Andrea Soddu, presidente neo-eletto del Consiglio delle Autonomie locali.

Il progetto Horizon 2020 è coordinato dall’Università di Cagliari con la partnership del Consiglio delle autonomie locali. L’Unione Europea ha scelto i 377 Comuni sardi per elaborare un modello pilota per gestire le future sfide poste dalle migrazioni causate dal cambiamento climatico. «L’Unione Europea ci tiene in forte considerazione: con questo progetto la Sardegna si avvia a diventare un caso pilota su tematiche cruciali per il territorio e i cittadini. Il cambiamento climatico causa continui arrivi di migranti sulle nostre coste che necessitano di azioni coordinate e di un adeguato sistema di governance guidato dagli enti locali» precisa la professoressa Ruggiu.

Sempre nell’ambito del progetto varato dall’Unione Europea, il 7 febbraio partirà il primo dei cinque workshop Clisel (alle 9.30, aula Arcari, dipartimento Giurisprudenza, viale Fra Ignazio, Cagliari). La relazione è affidata a Giovanni Bettini, ricercatore dell’Università di Lancaster. Ai lavori prendono parte i componenti del Consiglio delle autonomie locali, specialisti dell’ateneo di Berna ed esperti locali. Gli altri worsk shop sono in calendario il 7 marzo, il 21 aprile e 19 maggio, sempre nell’aula Arcari del dipartimento di Giurisprudenza.

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La Dinamo Banco di Sardegna sbanca il Pala2A di Masnago e con la quarta vittoria consecutiva aggancia Reggio Emilia al 4° posto. Trascinata da un superlativo Rok Stipcevic, dopo 20’ in perfetto equilibrio (42 pari all’intervallo lungo), i ragazzi di Federico Pasquini hanno trovato nella terza frazione l’energia e l’aggressività per mettere la testa avanti al 30’ e trovare il break nell’ultima frazione che vale la vittoria.
Mvp indiscusso dell’incontro un Rok Stipcevic in grande spolvero, autore di 21 punti, con 8/8 dalla lunetta, 6 rimbalzi, 3 assist e 29 di valutazione in 27 minuti (è stato il giocatore più impiegato da Federico Pasquini che anche oggi ha alternato sul parquet con grande equilibrio ben dieci giocatori). Doppia cifra anche per David Bell (13 punti, 8 dei quali nel primo quarto, con due triple), determinante nel primo tempo, bene Brian Sacchetti (10 punti, 5 rimbalzi e 3/3 nelle triple). Ottimo apporto dalla panchina di Josh Carter, autore di 9 punti con 3/4 da tre e Lorenzo D’Ercole, a segno con due bombe fondamentali nella quarta frazione. Tau Lydeka con 5 rimbalzi ha raggiunto quota 800.

La Dinamo domani farà rientro in Sardegna, dove si metterà al lavoro in vista della sfida decisiva nella Basketball Champions League, contro il Partizan Belgrado, in programma mercoledì, alle 18.00, al PalaSerradimigni di Sassari.

«E’ stata una partita durissima come immaginavo contro una squadra che è profondamente cambiata – ha commentato a fine partita Federico Pasquini -. Vincere qui d’ora in poi sarà molto duro a prescindere dalla classifica di oggi. Siamo stati bravi perché abbiamo recuperato energie fisiche dal viaggio in Germania e dai viaggi dai viaggi di questi dieci giorni, siamo stati bravi a concentrarci sulle forze e sulle qualità di Varese. Nel secondo tempo abbiamo eseguito bene quella che era la nostra idea di partita quindi cambiare le difese, passando da uomo a zona e raddoppi improvvisi, non lasciando agli avversari punti di riferimento classici. Abbiamo fatto un buon lavoro a rimbalzo contro una squadra che in questo periodo stanno lavorando bene. Complimenti ai ragazzi – ha concluso il coach sassarese -, hanno lavorato bene, stasera ce la godiamo poi abbiamo 48 ore per preparare questa sfida con il Partizan da dentro fuori.»

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Si è conclusa con successo la programmazione dei fondi della L.R. 37/98 recuperati lo scorso dicembre grazie al lavoro di ricostruzione fatto dal Settore Tecnico-manutentivo del comune di Iglesias.

I progetti approvati riguardano la riqualificazione urbana, il patrimonio immobiliare e il verde pubblico, oltre a interventi sugli impianti sportivi, sui luoghi della cultura e nel settore del turismo.

«Esprimo grande soddisfazione – commenta il sindaco, Emilio Gariazzo – per il lavoro di squadra, coordinato dall’assessorato dei Lavori pubblici, che ci ha permesso di salvare tutte le risorse finanziare disponibili. Abbiamo impegnato oltre 2.380.000 euro in progetti importantissimi per la nostra città. Troveranno soluzione problemi irrisolti da anni.»

Ecco la sintesi degli interventi principali divisi per ambiti:

Riqualificazione Urbana

– Lavori di efficientamento dell’impianto di illuminazione di tutto il centro storico (365.000 euro). Si risolverà, finalmente, il problema dei frequenti blackout dovuti a problemi strutturali degli impianti.

– Lavori di riqualificazione di via Giordano (250.000 euro).

Riqualificazione patrimonio immobiliare

– Lavori di riqualificazione del Mercato Civico (70.000 euro). Previsto il rifacimento delle pavimentazioni esterne, delle scale, delle facciate e l’installazione di un sistema di video sorveglianza.

– Riqualificazione dell’impianto elettrico dell’Ostello della Gioventù (oltre 92.000 euro).

– Interventi sul Teatro Electra (50.000 euro). Prevista la rimozione del generatore di Via Cavour e nuovo certificato di prevenzione incendi, oltre ad altri lavori di manutenzione.

– Intervento di consolidamento della chiesa di San Salvatore (20.000 euro).

Ambiente – Riqualificazione verde pubblico

– Completamento dei lavori del Parco delle 4 Stagioni (95.000 euro);

– Riqualificazione del Parco delle Rimembranze (100.000 euro). Si tratta di un importante progetto di riqualificazione del verde che prevede anche la realizzazione di nuove aree attrezzate (una per lo sport outdoor e un’area giochi accessibile). L’idea è quella di rivitalizzare un’area della città, farla diventare punto di incontro rimettendo a breve in funzione anche il chiosco presente.

– Interventi sul Parco Villa Boldetti e Campo Monteponi per abbattimento costi dei consumi idrici con la realizzazione di due pozzi (40.000 euro).

Impianti sportivi

– Riqualificazione del campo CASMEZ, con la realizzazione dell’impianto di illuminazione (100.000 euro).

– Spogliatoi nuovi per il campo sportivo di Bindua (50.000 euro).

Luoghi della Cultura

– Interventi per la realizzazione di un Sistema Museale Cittadino (250.000 euro): Museo Mineralogico, Museo Archeologico, Museo Etnografico, Archivio Storico con esposizione del Breve di Villa di Chiesa.

– Realizzazione di una sala di proiezione cinematografica al Centro Culturale (70.000 euro).

Turismo

– Progetto integrato di gestione della destinazione turistica e realizzazione di un centro turistico multimediale (310.000 euro).

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E’ bastato un goal realizzato da Daniele Contu al Carbonia, per vincere il testa-coda con il Barisardo e chiudere il girone d’andata a quota 34 punti che gli valgono temporaneamente il primo posto in classifica, con un punto di vantaggio sul Samassi, oggi vittorioso per 2 a 0 a Siliqua, in attesa del recupero della partita Samassi-Seulo 2010. La vittoria odierna è un chiaro segnale di maturità per la squadra di Andrea Marongiu che continua a crescere, giornata dopo giornata, e che si sta sempre più convincendo delle proprie potenzialità.

Nonostante la vittoria esterna del Guspini Terralba sul campo dell’Arbus, 3 a 1, il girone d’andata conclusosi oggi ha detto che la lotta per il primo posto potrebbe essere ristretta alla coppia Carbonia-Samassi, le due squadre che hanno fatto sicuramente meglio e sono state assolutamente le più continue. Alle loro spalle, in caso di un loro calo, potrebbe ancora reinserirsi il Guspini Terralba, distanziato di 6 punti dal Carbonia e di 5 dal Samassi che ha però una partita da recuperare, mentre sono ormai lontanissime dalla vetta tutte le altre: il Seulo 2010, oggi vittorioso sulla Monteponi per 2 a 0 e salito al quarto posto, a 9 punti dal Carbonia; la San Marco (2 a 2 sul campo del Sant’Elena) e l’Arbus (sconfitto dal Guspini Terralba), appaiate al 5° posto a 10 punti dal Carbonia.

Inattesa sconfitta interna per il Carloforte con la Frassinetti Elmas, squadra che veniva da una lunga serie negativa che l’aveva fatta precipitare sorprendentemente nella zona calda della classifica e che con i tre punti ha scavalcato la squadra di Tony Poma. La sconfitta di Seulo acuisce la precarietà della classifica della Monteponi, terz’ultima con 13 punti, un punto avanti alla Villacidrese.

Sugli altri campi, la Tharros ha superato di misura il Quartu 2000, 1 a 0, e il Selargius ha espugnato il campo della Villacidrese con il punteggio di 2 a 0.