22 November, 2024
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Alcuni giorni fa abbiamo messo in luce le nostre paure in merito alla norma che, approvata dal centrosinistra il 21 dicembre scorso, avrebbe dovuto garantire costanza sia ai cantieri gestiti da Ati-Ifras, sia ai lavoratori impiegati negli stessi, sottolineando che non ci sarebbe stata alcuna continuità e che le maestranze sarebbero finite nel girone infernale delle politiche attive del lavoro. Oggi sappiamo che quelle paure erano purtroppo fondate: l’avviso pubblicato dall’Aspal per la consegna dell’appalto delle “politiche attive del lavoro, finalizzate all’accrescimento delle competenze dei lavoratori in previsione di un loro reinserimento lavorativo”, è strutturato per assicurare semplici percorsi formativi più che una vera e propria attività di lavoro. Ergo: i 525 ex lavoratori dell’Ati-Ifras possono considerarsi ufficialmente disoccupati, senza alcuna prospettiva concreta. Perché? Perché il centrosinistra non è riuscito a garantire uno straccio di proposta che potesse salvare 525 famiglie dal dramma della disoccupazione.

Pigliaru e soci avevano un anno di tempo per trovare una soluzione valida. Invece, hanno atteso fino all’ultimo, si sono rimangiati la proposta di proroga della convenzione con l’Ati e sono andati avanti a colpi di rassicurazioni e promesse da marinaio. Alla fine, però, la montagna ha partorito un topolino: una norma fallimentare che lascia nel limbo i lavoratori. Nel frattempo si sono anche fermate tutte le attività nei cantieri fino al 31 dicembre scorso gestite da Ati-Ifras. Un vero e proprio fallimento. L’ennesimo nel sistema lavoro rimediato da questa maggioranza. Auspico, ancora una volta, una soluzione che possa realmente assicurare continuità sia ai cantieri, che ai lavoratori. Di promesse e norme capestro non sappiamo che farcene.

Ignazio Locci

Consigliere regionale Forza Italia Sardegna

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Red Bull è senza dubbio uno dei maggiori successi imprenditoriali degli ultimi anni. Nata in Austria alla metà degli anni ’80, oggi il marchio è un’icona grazie alle persuasive campagne pubblicitarie e alle sponsorizzazioni di tanti eventi sportivi. Ad oggi l’azienda è presente in oltre 160 paesi ed ha venduto 60 miliardi di lattine della sua bevanda “energizzante”.

Quello che forse è meno evidente è che per raggiungere questi risultati ha avuto bisogno negli anni di migliaia di dipendenti e collaboratori in tutto il mondo.

Nello specifico vi segnaliamo le figure ricercate in Italia in questo momento. Sono tante…

L’articolo completo è consultabile nel sito http://www.diariolavoro.it/lavoro_redbull.html .

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Non è in pericolo di vita la pensionata di 77 anni, aggredita a fine mattinata da uno dei suoi tre cani mentre puliva il giardino della sua abitazione, in via Vittorio Veneto, a Iglesias. La donna ha riportato gravi ferite agli arti inferiori e superiori ed è stata ricoverata con codice giallo nell’ospedale Cto, dove è stata sottoposta ad un intervento chirurgico per la ricostruzione di alcune vene recise dal cane.

Al momento in cui è stata aggredita, l’anziana pensionata, che vive sola, aveva in mano una scopa per la pulizia del giardino e, probabilmente, il cane, dell’età di tre anni, si è sentito minacciato e l’ha aggredita, mordendola alle braccia e alle gambe, provocandole ferite profonde. Alla richiesta di aiuto della donna, sono arrivati i carabinieri ed un’ambulanza del 118 che l’ha trasportata al Cto.

Non è stato ancora deciso se affidare l’animale a un canile o a un veterinario, oppure di sopprimerlo. La soppressione non è obbligatoria, essendo la donna la proprietaria del cane.

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Il presidente della Fabbrica artigiana di fotografia Franco Pomata.

Franco Pomata, uno dei fondatori della Fabbrica artigiana di fotografia.

La Fabbrica artigiana di fotografia ha organizzato un nuovo corso di fotografia, tecnica, composizione dell’immagine, linguaggio.
Destinato a chi vuole iniziare a fotografare e a chi già fotografa e vuole migliorare tecnica e composizione dell’immagine.

La prima lezione si terrà giovedì 12 gennaio,, alle 19.30, nella sede di via Lucania 5, a Carbonia.

Il calendario completo.

Lezione n. 1 – giovedì 12 gennaio 2017 ore19.30 – 21.00;

Lezione n. 2 – sabato 14 gennaio 2017 ore 15.00 – 17.00;

Lezione n. 3 – giovedì 19 gennaio 2017 ore19.30 – 21.00;

Lezione n. 4 – sabato 21 gennaio 2017 ore 15.00 – 17.00;

Lezione n. 5 – giovedì 26 gennaio 2017 ore19.30 – 21.00;

Lezione n. 6 – sabato 28 gennaio 2017 ore 15.00 – 17.00;

Lezione n. 7 – giovedì 2 febbraio 2017 ore19.30 – 21.00;

Lezione n. 8 – sabato 4 febbraio 2017 ore 15.00 – 17.00; 

Chiusura del corso – sabato 4 febbraio 2017 ore 17.00 – 18.30.

Le lezioni n. 1, 3, 5, 7 e la chiusura del corso si terranno presso la sede dell’Associazione in via Lucania n. 5 a Carbonia, le altre lezioni si terranno in esterni, in luoghi da stabilire.

Il programma.

Scrivere con la luce. Conoscere e usare il mezzo fotografico. La fotocamera digitale reflex/compatta. Il sensore; salvataggio di un’immagine: formati immagine; sensibilità e rumore. La luce: naturale, artificiale intensità e colore, bilanciamento del bianco. Diaframma; otturatore; esposimetro. Misurare la luce. Esposimetro interno, esposimetro esterno. Lettura luce riflessa, lettura luce incidente. Esposizione in priorità tempi, in priorità diaframmi, esposizione manuale. Le ottiche fotografiche, angolo di campo, obiettivi a focale fissa,  a focale variabile, mettere a fuoco un’immagine; La scelta della sensibilità, del diaframma e del tempo di otturazione: le immagini e il movimento; le immagini e la profondità di campo. Comporre un’immagine: scelte compositive; l’immagine singola; il progetto fotografico;  la composizione vista attraverso la storia della fotografia. Analisi e discussione delle immagini realizzate dai partecipanti durante il corso. L’attività in esterni servirà sia per mettere in pratica quanto visto in sede, sia per iniziare a sviluppare un racconto fotografico. I racconti  fotografici sviluppati dai partecipanti saranno visionati e discussi in un incontro ulteriore la cui data verrà definita a fine corso e verranno pubblicati con il consenso degli autori sul sito dell’associazione: http://www.fabbricaartigianadifotografia.org .

I costi.

150 euro per i non tesserati FAF 2017 (125 euro per gli studenti)

100 euro per i tesserati FAF 2017 (75 euro per gli studenti)

Il corso sarà attivato solo se verrà raggiunto il numero minimo di cinque iscritti.

Nell’iscrizione al corso, è compresa la tessera annuale dell’Associazione che da diritto a sconti su corsi e workshop futuri e consente di partecipare a tutte le attività quali corsi, incontri,  workshop, progetti e mostre collettivi (con stampe e allestimento a carico dell’Associazione) previsti nel programma del 2017.

Sono previsti costi di iscrizione ridotti per gli studenti.  

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L’Unione dei comuni del Sulcis ha chiesto un incontro al presidente della Regione per affrontare l’emergenza dei lavoratori LSU.

«Siamo a significarle il gravissimo problema relativo ai lavoratori socialmente utili operanti nei vari comuni del territorio (circa 35 L.S.U. su 50 in tutta la Sardegna) i quali non si sono visti rinnovare la possibilità di utilizzo nei lavori di pubblica utilità a partire dal 1 gennaio 2017 – ha scritto il presidente dell’Unione Gianfranco Trullu -. Tale fatto è di estrema gravità laddove lo si unisca a tutte le altre espulsioni di lavoratori dal mondo del lavoro nel nostro territorio. Considerato, altresì, che gli stessi sono occupati nei vari comuni da oltre venti anni ed oggi, pertanto, non avrebbero altra possibilità, per limiti di età, di essere occupati altrove.»

«Occorre da parte della Regione da Lei guidata un’assunzione di responsabilità e collaborazione con gli enti locali interessati affinché si trovi una soluzione immediata a questa triste vicenda. Le chiediamo un immediato incontro, anche con le associazioni sindacali di categoria – ha concluso Gianfranco Trullu -, per dare urgente e immediata risposta a questi lavoratori.»

Gianfranco Trullu.

Gianfranco Trullu.

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Il consigliere regionale di Forza Italia Edoardo Tocco lancia l’allarme per il rischio di non concludere la stagione agonistica cui andrebbero incontro decine di squadre sarde che partecipano ai campionati nazionali, per il mancato versamento da parte della Regione dei contributi promessi all’inizio della stagione per il mondo dello sport isolano, con il dimezzamento dei finanziamenti alle compagini.

La situazione coinvolge le società di calcio a cinque, volley, basket, rugby, tennistavolo, hockey su prato e delle altre discipline sportive rappresentate nei campionati nazionali. Il consigliere regionale Edoardo Tocco (FI) promette battaglia, sin dalla prossima riunione della commissione del parlamentino di via Roma.

«A stagione in corso è arrivata la comunicazione di un taglio consistente delle risorse previste per le compagini sportive isolane impegnate a livello nazionale – attacca il Edoardo Tocco -. Un problema non indifferente che mette il bastone tra le ruote alla gestione di una società sportiva, perché la programmazione è stata attuata in base ai finanziamenti promessi».

«Con minori entrate le squadre saranno costrette a tagliare gli stipendi agli atleti, rinunciare alle trasferte e quindi mettere in forse lo svolgimento dei campionati – conclude Edoardo Tocco -. Una beffa per i sodalizi. Per questo sarebbe auspicabile un intervento forte del Coni per sollecitare la Regione al rispetto degli impegni presi con le società.»

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«La Finanziaria è al palo, la Sardegna è bloccata, la disoccupazione corre: è arrivato il momento di dire basta. Il Consiglio discuta rapidamente la manovra per dare almeno qualche risposta ai sardi. L’esperienza di questa Giunta fallimentare per la Sardegna deve concludersi al più presto». Lo dice il coordinatore regionale dei Riformatori sardi, Pietrino Fois.

«Auguriamo al presidente di riprendersi presto – conclude Pietrino Fois – ma crediamo che il Consiglio regionale debba immediatamente mettere mano ai documenti di bilancio: la Sardegna non può attendere ulteriormente risposte che il centrosinistra in questi due anni e mezzo di governo non è stato in grado di dare per incapacità a governare e per scelte suicide.»

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In Sardegna si infiamma il dibattito sulle province. Il 6 maggio 2012 il referendum regionale cancellò le province di Carbonia Iglesias, Olbia Tempio, Ogliastra e Medio Campidano. In quella occasione si recarono alle urne 525.661 sardi, il 35,51% degli aventi diritto, con il 65,98% di sì. Nel Sulcis Iglesiente si recarono alle urne 37.807 dei 119.898 elettori aventi diritto, il 31,53%.

Dopo il referendum costituzionale del 4 dicembre che in Sardegna ha visto andare alle urne 859.158 elettori di 1.375.735 aventi diritto, con 616.791 NO (72,22%) e 237.280 sì (27,78%), un risultato che a stragrande maggioranza ha deciso che la Costituzione non va cambiata e, conseguentemente, che le province non devono essere cancellate, il consigliere regionale di Sinistra Ecologia e Libertà, Luca Pizzuto, ex assessore delle Politiche sociali della Giunta Cherchi nella provincia di Carbonia Iglesias, come riportato da “La Provincia del Sulcis Iglesiente” nel n° 299 del 15 dicembre scorso – si è fatto promotore di una proposta di legge per la modifica del sistema delle autonomie locali con l’istituzione in Sardegna di province “democraticamente elette”. L’obiettivo, in pratica, è quello di ricostituire le quattro province cancellate con il referendum del 6 maggio 2012. «Vogliamo restituire ai territori il potere che è stato loro sottratto con un referendum truffa – ha spiegato Luca Pizzuto -, territori che oggi sono abbandonati a se stessi in una condizione drammatica. L’esperienza vissuta in questi quattro anni e mezzo dai Comuni che avrebbero dovuto ricevere competenze e risorse liberate dalle quattro province soppresse, ha dimostrato che per loro nulla è cambiato e non hanno visto né nuove risorse né nuovi posti di lavoro. Ci rendiamo conto che non sarà una battaglia facile, perché in questi anni è stata portata avanti una campagna denigratoria nei confronti delle province. Auspichiamo – ha aggiunto Luca Pizzuto – che le popolazioni dei territori che credo abbiamo capito l’errore commesso con la cancellazione delle province, si mobilitino in questa battaglia che riteniamo fondamentale per il rilancio socio-economico dei territori, in particolare quelli maggiormente in difficoltà quali sono Sulcis Iglesiente, Medio Campidano e Ogliastra.»

Luca Pizzuto ha concluso con un invito ai sostenitori del referendum che ha portato alla cancellazione delle province. «Siamo pronti a sederci intorno ad un tavolo, numeri alla mano, per quantificare quali siano stati i reali risparmi ai conti pubblici determinati dalla cancellazione delle province. Siamo convinti siano stati talmente esigui da non giustificare in alcun modo il danno provocato ai territori che si sono visti sottrarre risorse importanti per le loro comunità ed hanno registrato un gravissimo ritorno al passato, con un isolamento dai centri decisionali che emerge in tutti i settori, dall’industria al commercio, dalla cultura alla scuola.»

A difendere l’esito del referendum regionale è oggi Michele Cossa, consigliere regionale dei Riformatori sardi.

«La storia delle province, in Sardegna come in Italia, è una storia di sprechi e di clientelismo, di una istituzione inutile e dannosa per i contribuenti – attacca Michele Cossa -. Da tre anni giace in Parlamento la proposta di legge costituzionale di riforma dell’art. 43 dello Statuto sardo, proposta dai Riformatori e approvata all’unanimità dal consiglio regionale. Una norma semplice, che metterebbe la parola fine a una discussione oziosa e offensiva dell’intelligenza del Popolo sardo, che sull’adozione delle province ha fatto da battistrada a livello nazionale. Il fatto che essa sia stata fermata in Parlamento è uno scandalo, la cui responsabilità ricade su quelli tra i nostri parlamentari che hanno deliberatamente osteggiato la riforma voluta dal 97% dei sardi. Non si perda un solo giorno e si chieda al parlamento di fare il proprio dovere.»

«I sardi hanno deciso a stragrande maggioranza di abolire le province: non permetteremo passi indietro. La riforma degli enti locali avrebbe dovuto fare una scelta precisa, quella di svuotarle completamente delle funzioni. Adesso c’è addirittura chi parla di crearne di nuove e di elezione diretta degli organi, una follia – aggiunge Michele Cossa -. La riforma degli Enti locali in Sardegna non è mai decollata perché è frutto di troppi compromessi. Ha anche permesso al commissario della ex provincia del Sulcis Iglesiente, che avrebbe dovuto gestire la sola ordinaria amministrazione, di aumentare in modo spropositato l’addizionale sulla RC per le auto, u caso unico a livello nazionale. È questo – conclude Michele Cossa – il regalo che la politica regionale vuol fare ai sardi?»

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L’assessorato regionale della Pubblica Istruzione, con la collaborazione di Sardegna Ricerche e del CRS4, ha avviato il Progetto Tutti a Iscol@ – Linea B2 – Scuole aperte. Il progetto mira a combattere la dispersione scolastica e a migliorare le competenze di base degli studenti.
Sardegna Ricerche con l’avviso per l’ammissione al Catalogo dei Laboratori tecnologici per le Autonomie scolastiche avvia un intervento destinato alla progettazione e realizzazione di laboratori didattici tecnologici basati su modelli di apprendimento digitale e su una metodologia della didattica laboratoriale.
L’avviso è rivolto agli operatori economici in grado di progettare e realizzare attività coerenti rispetto all’avviso. La valutazione dei progetti laboratoriali sarà affidata a una commissione tecnica di valutazione. Al termine delle valutazioni la Commissione tecnica individuerà i progetti ammessi al Catalogo dei Laboratori extracurriculari didattici tecnologici, per ogni grado di scuola.

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Durissimo attacco del vicepresidente del Consiglio regionale Ignazio Locci (FI) alla maggioranza di centrosinistra e alla Giunta regionale sulle linee guida del Piano di dimensionamento scolastico, che definisce un progetto autodistruttivo.

«Non condivido nemmeno una virgola delle linee guida del Piano di dimensionamento scolastico adottate dalla Giunta regionale e per questo ho votato convintamente No – esordisce Ignazio Locci -. No perché è un progetto autodistruttivo che dal prossimo anno scolastico cancellerà ulteriori presidi scolastici per volontà dell’assessore dell’Istruzione Claudia Firino, che, anziché modellare le linee sulla base delle peculiarità della nostra isola, applica uno schema nazionale (calcoli freddi e ragionieristici della cosiddetta “Buona scuola”) a un territorio, la Sardegna, totalmente differente dalla penisola e dunque non idoneo ai modelli calati dall’alto che non tengono conto delle diversità.»

«Con il dimensionamento scolastico la Sardegna subisce un ulteriore schiaffo alle sue prerogative – aggiunge Ignazio Locci -. Avevamo sottolineato a suo tempo i pericoli insiti nelle linee guida nazionali e ora siamo certi, purtroppo, che dal prossimo anno assisteremo alla chiusura di altre scuole (oltre quelle già depennate). Chiediamo vivamente che vengano riviste le linee guida per evitare che vengano serrati i battenti alle scuole che, loro malgrado, non rispettano i parametri nazionali.»

«Oltre agli annunci sul progetto iscol@, per combattere la dispersione scolastica non c’è nulla. Anzi: questo centrosinistra sta dando un colpo decisivo allo spopolamento dell’isola. I piccoli Comuni rischiano di scomparire – conclude il vicepresidente del Consiglio regionale – e, francamente, non si capisce come i consiglieri regionali del centrosinistra possano condividere i piani infausti dell’assessore Firino.»