Ignazio Locci (FI): «L’avviso pubblicato dall’Aspal per i lavoratori Ati-Ifras prevede percorsi formativi, non attività lavorativa».
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Alcuni giorni fa abbiamo messo in luce le nostre paure in merito alla norma che, approvata dal centrosinistra il 21 dicembre scorso, avrebbe dovuto garantire costanza sia ai cantieri gestiti da Ati-Ifras, sia ai lavoratori impiegati negli stessi, sottolineando che non ci sarebbe stata alcuna continuità e che le maestranze sarebbero finite nel girone infernale delle politiche attive del lavoro. Oggi sappiamo che quelle paure erano purtroppo fondate: l’avviso pubblicato dall’Aspal per la consegna dell’appalto delle “politiche attive del lavoro, finalizzate all’accrescimento delle competenze dei lavoratori in previsione di un loro reinserimento lavorativo”, è strutturato per assicurare semplici percorsi formativi più che una vera e propria attività di lavoro. Ergo: i 525 ex lavoratori dell’Ati-Ifras possono considerarsi ufficialmente disoccupati, senza alcuna prospettiva concreta. Perché? Perché il centrosinistra non è riuscito a garantire uno straccio di proposta che potesse salvare 525 famiglie dal dramma della disoccupazione.
Pigliaru e soci avevano un anno di tempo per trovare una soluzione valida. Invece, hanno atteso fino all’ultimo, si sono rimangiati la proposta di proroga della convenzione con l’Ati e sono andati avanti a colpi di rassicurazioni e promesse da marinaio. Alla fine, però, la montagna ha partorito un topolino: una norma fallimentare che lascia nel limbo i lavoratori. Nel frattempo si sono anche fermate tutte le attività nei cantieri fino al 31 dicembre scorso gestite da Ati-Ifras. Un vero e proprio fallimento. L’ennesimo nel sistema lavoro rimediato da questa maggioranza. Auspico, ancora una volta, una soluzione che possa realmente assicurare continuità sia ai cantieri, che ai lavoratori. Di promesse e norme capestro non sappiamo che farcene.
Ignazio Locci
Consigliere regionale Forza Italia Sardegna