21 July, 2024
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La Giunta regionale ha stanziato un fondo di rotazione da un milione e mezzo di euro destinato a finanziare i progetti dei giovani laureati sardi ammessi a partecipare al Programma Master and Back – Alta formazione. Il fondo, che non sarà più a totale fondo perduto, denominato Fondo Alta Formazione, è a valere sul POR FSE 2014-2020 e i destinatari saranno selezionati attraverso Avviso pubblico. «Puntiamo a estendere la partecipazione dei giovani laureati, in particolare coloro i quali aderiranno al Master and Back per la frequenza di percorsi di alta formazione, per i quali ci sono già a disposizione risorse pari a 7 milioni di euro – ha detto l’assessore del Lavoro Virginia Mura -. Stiamo ampliando le opportunità per i giovani con l’obiettivo di rafforzare i percorsi post-lauream e far sì che i laureati sardi siano sempre più specializzati e acquisiscano competenze spendibili nel mercato del lavoro. Il Fondo rappresenta una novità importante perché in tal modo non solo potremo finanziare un maggior numero di borse di studio ma soprattutto garantiremo l’accesso al Programma anche alle generazioni future. La restituzione graduale dei prestiti, che terrà conto dell’ISEE, garantirà infatti l’erogazione di ulteriori borse. Da un lato, l’accesso al prestito consentirà ai giovani destinatari di superare le difficoltà che caratterizzano i soggetti non “bancabili”, dall’altro, questa nuova modalità di erogazione dei finanziamenti incentiverà i destinatari a essere più “responsabili” nella scelta del percorso formativo».

Alla delibera farà seguito la stipula di un Accordo di finanziamento con la SFIRS nel quale saranno precisati meglio gli aspetti più strettamente tecnici e procedimentali dell’intervento. Lo strumento resterà operativo nel corso della programmazione 2014-2020 e potrà essere ulteriormente alimentato da risorse provenienti dal POR FSE e attraverso l’uso di eventuali altre risorse.

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Prenderà il via venerdì 24 novembre, a Barumini e Villanovaforru, la quarta edizione dell’Expo del turismo culturale in Sardegna. «L’Expo del turismo culturale di Barumini è un’occasione di grande importanza per fare il punto sull’offerta turistico culturale e, nello specifico, archeologica dell’Isola. Si tratta di un asset strategico nelle politiche per le nuove stagionalità perseguite dalla Giunta regionale», ha detto l’assessore del Turismo, Artigianato e Commercio Barbara Argiolas nella conferenza stampa di presentazione di quello che è l’evento di riferimento dell’offerta turistico-culturale sarda e proporrà convegni, approfondimenti, laboratori, degustazioni incentrate sulla valorizzazione di beni culturali e archeologici e delle eccellenze enogastronomiche e artigianali.

«L’appuntamento – ha aggiunto Barbara Argiolas – si svolge in uno dei luoghi simbolo dell’archeologia in Sardegna, che registra ogni anno una crescita nel numero di visitatori: si prevede che, a fine anno, l’area di su Nuraxi e Casa Zapata di Barumini arriveranno complessivamente a quasi centomila presenze. Inoltre, nell’occasione del ventennale dell’area archeologica Su Nuraxi come patrimonio dell’Umanità dell’Unesco, l’Expo celebra idealmente questo riconoscimento cercando nuove modalità di promozione, valorizzazione e fruizione dei beni culturali e archeologici dell’isola.»
L’assessore del Turismo parteciperà, nella giornata di sabato, al convegno dedicato alla valorizzazione del patrimonio culturale attraverso l’Ict, dal titolo ‘Le tecnologie della realtà virtuale e del gaming applicate ai beni culturali: opportunità e volano di sviluppo territoriale’. «L’integrazione di valorizzazione e innovazione – ha spiegato l’assessore Argiolas – è in linea con quanto intrapreso dal governo regionale, che nel suo impegno per saldare l’asse tra coste ed entroterra, interverrà anche sulla mobilità interna, per rendere i siti archeologici più ‘vicini’ agli hub portuali e aeroportuali. Attorno ai nostri attrattori storici e archeologici, che sono una peculiarità solo sarda, lavoriamo per creare un’offerta che abbracci l’intera esperienza di vacanza: che sia short break o soggiorno più lungo, vogliamo che il visitatore rimanga nel territorio e possa unire alla scoperta e alla fruizione di ambiente, paesaggio e beni culturali, pure quella delle eccellenze artigiane ed enogastronomiche e di tutte le espressioni di ospitalità e accoglienza che territori e comunità della Sardegna possono proporre».

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Sociale

Con quasi quattro milioni di euro la Regione darà avvio agli interventi della legge sul “Dopo di noi”, che prevede un supporto a favore delle persone con disabilità grave e prive di sostegno familiare.
La Giunta ha accolto la proposta dell’assessore della Sanità, Luigi Arru, e approvato il programma attuativo valutato positivamente dal ministero del Lavoro.
Quasi un anno fa il ministero del Welfare ha definito i requisiti per l’accesso alle misure di assistenza, cura e protezione e ripartito le risorse del Fondo per l’assistenza alle persone con disabilità grave prive di sostegno familiare: la Sardegna ha avuto due milioni 610 mila euro per il 2016 e, successivamente, un milione 110mila euro per quest’anno.
«Dal 2007 – ricorda l’assessore Arru – la Regione porta avanti politiche innovative per sviluppare la domiciliarità dei servizi alla persona fragile, attraverso il sostegno di una rete organizzata di servizi sociali e sanitari. Nel dare applicazione alla legge sul Dopo di noi, quindi, la Sardegna parte da un contesto già avviato: gli interventi previsti dal decreto attuativo della legge dovranno armonizzarsi con quelli esistenti, non potranno che essere aggiuntivi e non sostitutivi.»
L’obiettivo principale è quello di promuovere, su tutto il territorio regionale, la realizzazione di progetti e servizi necessari allo sviluppo di modalità di vita indipendente e di soluzioni abitative autonome, attraverso un sistema diffuso e articolato di servizi e interventi per l’accompagnamento e l’uscita dal nucleo familiare di origine.
I destinatari degli interventi saranno individuati, prioritariamente, tra le persone con disabilità grave e mancanti di entrambi i genitori, del tutto prive di risorse economiche e patrimoniali; tra le persone con disabilità grave i cui genitori – per ragioni connesse soprattutto all’età o alla propria situazione di disabilità – non riescono più a garantire loro, nel futuro prossimo, il sostegno necessario a una vita dignitosa; tra le persone inserite in strutture residenziali dalle caratteristiche molto lontane da quelle che riproducono le condizioni abitative e relazionali della casa familiare.
L’accesso ai servizi e agli interventi dovrà avvenire previa valutazione multidimensionale che sarà effettuata dalle Unità di Valutazione Territoriali (UVT) presenti in ogni distretto socio-sanitario: questa valutazione costituirà il requisito fondamentale per garantire, al momento dell’avvio del progetto personalizzato, il rispetto del principio di equità nell’accesso ai servizi e una risposta appropriata ai bisogni manifestati, garantendo l’integrazione delle prestazioni sociali e sanitarie e assicurando un percorso assistenziale nella rete dei servizi che tenga conto soprattutto delle esigenze dell’interessato e delle condizioni familiari.
Con la valutazione l’UVT è in grado di definire il progetto personalizzato, insieme con l’operatore sociale del Comune e con il beneficiario dell’intervento. Laddove la persona con disabilità grave non sia nella condizione di esprimere pienamente la sua volontà, dovrà essere sostenuta dai suoi genitori o da chi ne tutela gli interessi. Il progetto personalizzato individuerà, sulla base della natura del bisogno prevalente emergente nel progetto, una figura di riferimento (case manager) che ne curi la realizzazione e il monitoraggio, attraverso il coordinamento e l’attività di impulso verso i vari soggetti responsabili della sua realizzazione.
Il progetto personalizzato, inoltre, dovrà contenere il budget che costituirà la modalità attraverso cui si impegnano le risorse e si definiscono gli obiettivi. Esso dovrà favorire, nell’ambito dell’integrazione socio sanitaria, la dinamizzazione di un mix di risorse, tra cui quelle di cui già dispongono gli individui beneficiari, e il coinvolgimento dei diversi servizi sanitari e sociali, dei soggetti privati profit e no profit, delle associazioni.
PLUS. I 25 ambiti PLUS saranno soggetti programmatori e gestori per l’ambito di riferimento degli interventi, in quanto organismi deputati alla gestione unitaria del sistema locale dei servizi socio-assistenziali e socio-sanitari: le risorse saranno loro ripartite sulla base della popolazione residente in età compresa tra 18-64 anni. L’Ambito PLUS dovrà assicurare la regia e il governo degli interventi, secondo criteri improntati alla trasparenza e alla massima pubblicità, per favorire il più ampio coinvolgimento dei potenziali soggetti attuatori, rispondenti ai reali bisogni espressi dal contesto locale di riferimento, e garantire la piena integrazione tra le risorse.
Per assicurare un’appropriata attuazione dell’intervento, sarà istituita una cabina di regia regionale, con la partecipazione dei diversi attori chiamati alla realizzazione del programma operativo: questo organismo dovrà valutare l’aderenza ai requisiti, allo spirito e ai principi della legge, di tutti gli interventi e i servizi posti del Programma nelle diverse fasi di realizzazione. Gli elementi principali su cui dovrà lavorare la cabina di regia sono lo studio epidemiologico e le analisi dei bisogni emergenti nel territorio con una prospettiva di medio e lungo periodo; la ridefinizione dei servizi e degli interventi in una logica di percorso assistenziale incentrato sui bisogni della persona e della comunità, secondo criteri di qualità e sicurezza; il monitoraggio, la raccolta e sistematizzazione dei dati al fine di avviare un’attività strutturata di monitoraggio e di valutazione; la condivisione dei risultati ai diversi livelli; l’introduzione ragionata e condivisa di eventuali correttivi; l’appropriatezza delle soluzioni offerte rispetto alla diversa tipologia di servizi.

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La Giunta regionale ha approvato la direttiva sulle Categorie funzionali urbanisticamente rilevanti e la destinazione d’uso degli immobili. La delibera presentata dall’assessore dell’Urbanistica Cristiano Erriu, consente la piena applicabilità del relativo articolo della legge regionale n. 11/2017 (Disposizioni urgenti in materia urbanistica ed edilizia), individuando anche i dati dimensionali relativi ai servizi strettamente connessi alla residenza.
«La finalità principale di questo provvedimento – spiega l’assessore Erriu – è quella di agevolare le modifiche di destinazione d’uso delle unità immobiliari presenti all’interno del tessuto edilizio consolidato, favorendo l’utilizzo di un patrimonio spesso ostacolato da procedure burocratiche complesse, anche nei casi in cui il cambio di destinazione non costituisce una particolare criticità. Salvo esplicite esclusioni previste nella regolamentazione tecnica di attuazione comunale, diventa ora possibile mutare la destinazione d’uso di ogni singola unità immobiliare all’interno della stessa categoria funzionale urbanisticamente rilevante, con una semplice comunicazione al SUAPE, lo Sportello unico per le attività produttive e l’edilizia. Nei casi, invece, di modifica di destinazione d’uso urbanisticamente rilevante ad un’altra, dovendosi verificare la compatibilità della modifica con la destinazione di zona urbanistica e con le dotazioni di standard urbanistici, sarà necessaria una SCIA, la Segnalazione certificata di inizio attività.» 
«La delibera – spiega Erriu – va nella direzione di un più razionale impiego del patrimonio immobiliare esistente, sia per la riduzione di nuovo consumo di suolo che di rivitalizzazione dei centri urbani, assecondandone le dinamiche evolutive. In particolare, all’interno della categoria funzionale residenziale sono stati inseriti anche i cosiddetti servizi strettamente connessi alla residenza, che non vanno confusi con i servizi e gli spazi pubblici, i quali non vengono messi in discussione da questo provvedimento, e la cui dotazione deve essere garantita, nel rispetto delle vigenti disposizioni, in sede di pianificazione. In sostanza, la categoria funzionale residenziale comprende sia la destinazione d’uso tipicamente abitativa, sia le funzioni private complementari alla stessa. Hanno tale destinazione gli edifici e le aree presenti nelle zone urbanistiche omogenee A, B e C e all’interno dei centri rurali, destinati a studi professionali, attività commerciali, artigianali, turistico-ricettive, di ristorazione, socio-sanitarie e uffici in genere, attività, in pratica, di iniziativa privata e di cui si è dimostrata impossibile una rigida pianificazione.»
Il provvedimento fissa inoltre i limiti dimensionali all’interno dei quali tali attività possono essere considerate complementari al tessuto residenziale al quale appartengono. La delibera approvata oggi sarà resa esecutiva con decreto del presidente della Regione e conseguente pubblicazione nel Buras. Il documento tecnico allegato sarà invece pubblicato nel sito istituzionale dell’Amministrazione regionale (www.regione.sardegna.it) e nel portale tematico SardegnaTerritorio.

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Biglietto integrato ed agevolazioni tariffarie per la continuità territoriale marittima e per la mobilità familiare. Questi i temi di tre delibere approvate oggi dalla Giunta su proposta dell’assessore dei Trasporti, Carlo Careddu. Dopo l’applicazione nelle aree di Cagliari e di Sassari e nelle province di Nuoro e di Oristano, la tariffazione integrata si estende adesso anche alle città di Alghero, Macomer, Carbonia e Iglesias, dove l’Arst esercita il trasporto urbano. A partire dal 1 gennaio 2018 gli utenti potranno acquistare un unico biglietto o abbonamento che integra i servizi di mobilità automobilistici urbani, extraurbani e ferroviari. Pertanto, chi per esempio dovrà recarsi ad Alghero da Sassari con il treno Arst e poi proseguire con un mezzo di trasporto in città, potrà avvalersi di un unico titolo di viaggio con un risparmio pari anche al 35 per cento nel caso di abbonamenti mensili impersonali. Concretamente, se una corsa semplice in linea extraurbana, per esempio nella fascia chilometrica fra 0 e 10 chilometri, costa 1,30 euro e se a questa si somma il costo di un’altra corsa semplice però urbana da un euro, si giunge attualmente alla somma di 2,30 euro. Con l’integrazione tariffaria, invece, per coprire lo stesso tragitto extraurbano e urbano, si acquisterà un biglietto unico che costerà complessivamente 1,70 euro risparmiando il 26 per cento sul totale di 2,30. I nuovi titoli integrati si aggiungono e non si sostituiscono a quelli previsti dal sistema tariffario ora in vigore inoltre non è previsto alcun contributo da parte delle Regione ai vettori a copertura dell’eventuale minor introito derivante dall’introduzione del biglietto integrato.
I provvedimenti varati oggi dall’Esecutivo prevedono l’applicazione di agevolazioni tariffarie a favore delle categorie svantaggiate anche per usufruire dei servizi marittimi in continuità territoriale con le isole di San Pietro e La Maddalena. Chi ha una percentuale di invalidità tra il 50 per cento e il 79 per cento e un reddito Isee inferiore a 18mila euro e i reduci di guerra, avranno diritto a un ticket pari al 10 per cento del costo totale. Chi ha invece una invalidità tra l’80 e il 100 per cento e un reddito Isee inferiore a 25.500 euro, pagherà un biglietto al 5 per cento del totale. Le agevolazioni sommate non dovranno superare il tetto massimo di 270 euro, cumulativo per tutti i servizi di trasporto pubblico locale. Stesse regole possono applicate anche agli accompagnatori degli utenti in categoria svantaggiata. Resta poi confermato il diritto all’agevolazione per gli accompagnatori dei viaggiatori disabili (ciechi, invalidi e minori) che superino il limite reddituale previsto. La Giunta infine, nell’ottica di incentivare la mobilità familiare, ha stanziato 600mila euro per rimborsare gli studenti di età inferiore ai 18 anni che hanno acquistato abbonamenti annuali o mensili (questi ultimi relativi solo a novembre e a dicembre) nel corso del 2017.

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Ritorna il Festival di Scirarindi, la grande manifestazione a carattere regionale interamente dedicata al benessere, al buon vivere, ai temi della sostenibilità e alla Sardegna naturale, attraverso la partecipazione attiva di oltre 280 realtà e aziende locali e un format ormai consolidato con la sua grande capacità di coinvolgimento di visitatori (oltre 16mila presenze nella scorsa edizione) che compie quest’anno il settimo compleanno.

Organizzato dall’associazione culturale Scirarindi con il patrocinio del Comune e della città Metropolitana di Cagliari e della Regione Sardegna, dal 25 al 26 novembre vede in programma un weekend denso di appuntamenti dalle 10.00 del mattino fino alle 22.00 per un pubblico di tutte le età, distribuiti alla Fiera Internazionale della Sardegna tra il Padiglione I (primo piano) che comprende la Sala Grande, Sala Piccola, Area dimostrazioni; il Padiglione G con le due aree laboratori food dedicate alla scuola di pasta e alle degustazioni, il Padiglione B e le cinque sale del Palazzo dei Congressi, a Cagliari (ingresso da Viale Diaz). Diecimila metri quadri in cui si snoderanno le 240 attività, tra iniziative speciali, attività food, tavole rotonde e conferenze con ospiti sardi e nazionali, laboratori, lezioni dimostrative aperte a tutti, momenti di meditazione, ascolto interiore, libri, mostre e spettacoli, cooking show, aree relax, punti ristoro bio-veg, servizi di animazione per i bambini con percorsi tematici e laboratori, consulenze del benessere e trattamenti gratuiti, attività per le scuole e per i più piccoli, degustazioni dei prodotti sardi.

Un percorso culturale ricco di iniziative di approfondimento che si aggiunge a un cartellone di tantissime attività pratiche, e uno espositivo, cuore pulsante del festival, che si articola tra i 280 espositori organizzati nelle 9 aree tematiche: alimentazione, economia etica e partecipazione, compranaturale, ambiente & bioedilizia, ecoturismo, salute & benessere, vita interiore, spazio bambini e spazio animali. E ancora, tavole rotonde e presentazioni. A supporto dell’organizzazione e del festival anche 60 volontari e 70 studenti dell’alternanza scuola-lavoro provenienti dall’Istituto di Istruzione “Domenico Alberto Azuni” e Liceo scienze umane e linguistico “Eleonora d’Arborea” di Cagliari, preparati ad accogliere il pubblico e a fornire tutte le informazioni utili.

«L’auspicio è che Scirarindi sia sempre più una piazza come quelle di un tempo, dove si incontravano non solo le merci ma si davano appuntamento le persone e circolavano le idee, i progetti, i sogni – spiega Giovannella Dall’Ara, responsabile del programma culturale e anima del festival insieme a Cristina Pusceddu, responsabile degli espositori. Dedichiamo questa edizione a tutti coloro che hanno costruito insieme a noi le precedenti. E a tutti coloro che ne hanno tratto o ne trarranno ispirazione.»

 

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Potrebbe arrivare dalla legge di bilancio la riforma del personale di ricerca degli zooprofilattici che consentirà di superare il tema dei precari della ricerca, veterinari e biologi.

Sono stati infatti depositati e in fase di discussione gli emendamenti di Pd (41.78) a prima firma Lai e di Ap (41.0.13) Viceconte, che ricalcano il testo anticipato dalla prima bozza della legge di bilancio, poi espunto.

Il testo si pone prima di tutto l’obiettivo di migliorare la qualità e l’efficienza dell’attività di ricerca. Viene delineato uno specifico percorso di sviluppo professionale che permette l’ingresso nei ruoli del Servizio Sanitario nazionale, distinto in due aree: ricercatore e professionalità della ricerca. Gli istituti potranno attivare procedure concorsuali per contratti a tempo determinato della durata di 10 anni, con possibilità di rinnovo per 5 anni, per l’area ricercatore e di 6 anni, con rinnovo massimo di 3 anni per l’area professionalità della ricerca. Con il provvedimento si intende tutelare e valorizzare le professionalità acquisite dal personale che ha operato ed opera negli istituti zooprofilattici ma anche dare stabilità al lavoro che viene svolto e che ha raggiunto in questi anni standard qualitativi elevati.

«Abbiamo voluto sottolineare al Governo il nostro fermo proposito di rivedere il sistema di ricerca degli Izs per poter rilanciare l’ambito e liberare risorse per la stabilizzazione del personale precario, anche quello di supporto – ha detto il relatore del collegato fiscale nella manovra di bilancio, Silvio Lai -. Spero che la proposta rientri tra le priorità condivise in maggioranza, o qui al senato o alla Camera e confido che possiamo chiudere bene una vicenda annosa che richiede la massima attenzione.»

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Il crollo del traffico al porto Canale di Cagliari ha travolto le aziende che lavorano nella scalo cittadino e la principale compagnia di trasporti navali che rappresenta il più importante operatore di movimentazione container, la tedesca Hapag Lloyd, ha deciso di cancellare alcuni scali al porto canale di Cagliari.

«Ciò ha avuto come conseguenza la comunicazione del ministero delle Infrastrutture all’Autorità di Sistema Portuale della Sardegna che non avrebbe concesso nessuna autorizzazione alla costituzione dell’Agenzia del lavoro a causa dei bassissimi, quasi nulli, livelli di traffico che si sono registrati in quest’ultimo anno di attività. I vari i incontri tra il presidente dell’Autorità Portuale con i colleghi degli altri porti d’Italia e, l’ultimo incontro al Ministero per definire una soluzione che potesse confermare la costituzione dell’agenzia del lavoro, non hanno, a questo punto, prodotto gli effetti sperati – dice il consigliere regionale del Partito democratico Piero Comandini -. Comunque, quello su cui occorre concentrare l’attenzione è la perdita di traffico del porto canale, di cui la non istituzione  dell’Agenzia del Lavoro  è una conseguenza diretta. Il mercato della movimentazione dei container sta attraversando una fase di grandi cambiamenti per effetto di una riorganizzazione dei mercati, determinata da nuovi assetti ed accordi fra le grandi compagnie, dall’ingresso delle stesse nella proprietà dei terminal, dall’acquisizione degli stessi da parte di nuovi operatori. A ciò si somma la diminuzione rilevante che l’intero gruppo Contship Italia ha avuto nei terminali italiani coinvolgendo anche il porto di Cagliari (-28% nei primi nove mesi dell’anno 2017).»

«Nel caso del porto canale di Cagliari quindi occorre, in prima istanza, dialogare con l’attuale terminalista Contship e valutare e verificare insieme, unendo le forze, le più opportune azioni congiunte per rilanciare le attività di movimentazione dei container – aggiunge Piero Comandini -. C’è da rimarcare, ancora una volta, il grande potenziale che offre il Porto canale di Cagliari, grazie alla disponibilità di immensi spazi nell’entroterra dedicati alla movimentazione dei container e all’invidiabile posizione geografica nel Mediterraneo. Il porto è diventato uno dei principali terminal container del traffico destinato ai principali porti del Mediterraneo e non solo. Nel 2015 ha registrato, rispetto al 2014, un incremento di fatturato di circa il 2,46%, e si conferma quarto porto italiano di movimentazione container e transhipment con un trend in continua crescita; l’attuale area utilizzata è di 400.000 mq contro i 900.000 mq sfruttabili, attorno alle attività è impegnata una forza lavoro, che ha acquisito nel tempo grande esperienza e competenza, di circa 350 addetti; questo significa che il porto canale di Cagliari offre ancora grandi possibilità di crescita, assolutamente necessaria per assicurare all’Isola tutte le opportunità di sviluppo, capace di cogliere le opportunità che si aprono e accettare la sfida competitiva che arriva dagli altri porti del Mediterraneo.»

«Una delle chiavi vincenti che può essere messa in campo da parte della politica per un forte rilancio, in considerazione del fatto che dal 2003 ad oggi non è stato fatto nessun concreto investimento nè pubblico né privato facendo venir meno la flessibilità e l’efficienza dei processi portuali in cui il porto primeggiava, sarebbe promuovere azioni per attrarre nuovo traffico proponendo una riduzione delle tasse di ancoraggio, non sconti sulle tariffe determinati anno per anno, ma una programmazione pluriennale così da consentire alle compagnie di poter programmare a lungo termine – conclude Piero Comandini -. Al momento non servono ipotesi o tavoli tecnici, ma una seria ed efficace politica per salvare i posti di lavoro: la preoccupazione è grande, è assolutamente necessario un’ulteriore ed immediata verifica con tutte le parti coinvolte al processo produttivo del terminal, per mettere in campo tutte le strategie possibili al fine di individuare le soluzioni che consentano non solo la prosecuzione delle attività ma il rilancio ed il potenziamento delle stesse, così da rendere il Terminal altamente competitivo nell’interesse dello sviluppo della Sardegna e, scongiurare la conseguente perdita di un ingente numero di posti di lavoro.»

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Una condotta lunga 17 chilometri e mezzo che parte dal potabilizzatore di Bau Pressiu, in Comune di Nuxis, fino a Perdaxius, realizzata con materiali di elevata qualità. Prenderanno il via martedì 28 i lavori del nuovo acquedotto Sulcis che attraversando i territori di Nuxis, Narcao e Perdaxius serve tutto il Sulcis Iglesiente, da Carbonia a Iglesias, da Sant’Antioco all’Isola di San Pietro.

E’ quindi la più importante opera idrica del Sulcis, inserita nel Piano regolatore generale degli acquedotti, che verrà realizzata con un finanziamento di 21,5 milioni di euro. Soprattutto, si tratta di un intervento che consentirà  di risolvere le gravi criticità legate alle frequenti rotture che interessano la condotta attuale.

I vantaggi per i territori serviti. Verranno utilizzati materiali resistenti grazie all’adozione di tubazioni in ghisa sferoidale (un tratto verrà realizzato in acciaio con particolari rivestimenti adatto per la posa su roccia) e valvole di sezionamento della condotta motorizzate. Questo permetterà un migliore approvvigionamento idrico nel Sulcis, senza più interruzioni dovute a rotture della tubazione con conseguenti disagi per le utenze. Ancora: un sistema di telecontrollo consentirà il monitoraggio in continuo della qualità dell’acqua e dei parametri idraulici (pressioni e portate), con l’obiettivo di individuare immediatamente eventuali anomalie: le 5 postazioni di telecontrollo saranno installate presso i serbatoi esistenti di Acquacadda, Narcao, Pesus e Perdaxius e presso la camera di consegna delle acque a valle della condotta . Questo consentirà ad Abbanoa di monitorare istantaneamente e continuamente lo stato del sistema acquedottistico.

Dopo aver chiuso il perfezionamento delle autorizzazioni – con la Conferenza dei Servizi che si è chiusa il 13 del mese – Abbanoa in questi giorni ha scritto a tutti i soggetti coinvolti, compresi naturalmente i Comuni interessati. Le opere progettate interessano infatti i territori dei comuni di Nuxis, Narcao e Perdaxius.

Il cantiere partirà dall’impianto di Bau Pressiu, dove verrà realizzato l’ampliamento dei volumi idropotabili con una nuova vasca di accumulo. Successivamente verranno realizzati gli attraversamenti stradali previsti nel tracciato della condotta, comincerà poi la posa dei tubi. Il tempo contrattuale previsto per il completamento dei lavori è di circa 10 mesi.

Nello specifico gli interventi, comprendono:

• Condotta dorsale di lunghezza complessiva di circa 17,4 km, di cui 2,3 km circa in acciaio con rivestimento antiroccia DN 1.000 mm; 6,3 km circa in ghisa sferoidale DN 1.000 mm; 8,8 km circa in ghisa sferoidale DN 900 mm;

• due partitori in pressione di Terrubia-Rio Murtas e ramo Sud-Narcao (solo le parti interrate);

• diramazioni dai due partitori ai serbatoi a servizio dei centri abitati di Terrubia-Rio Murtas e Narcao;

• raddoppio della vasca di accumulo dell’acqua potabilizzata nell’impianto di Bau Pressiu.

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Il bilancio della campagna antincendi 2017 è stato tracciato oggi dal presidente della Regione Francesco Pigliaru e dall’assessore della Difesa dell’Ambiente Donatella Spano, nell’incontro con la stampa a cui erano presenti il comandante del Corpo forestale e di vigilanza ambientale Gavino Diana, il direttore generale della Protezione civile della Sardegna Graziano Nudda, il direttore generale dell’agenzia Forestas, Antonio Casula, il direttore dell’Arpas Alessandro Sanna, il meteorologo del Dipartimento Meteo climatico Arpas, Carlo Dessì.
Nonostante la particolare aridità ed il prolungarsi della stagione antincendi 2017, la macchina di spegnimento regionale ha dimostrato tutta la sua efficacia: il numero di incendi è stato infatti maggiore rispetto la scorsa stagione ma sono inferiori le superfici bruciate rispetto al passato.
Un plauso per «il grandissimo lavoro della struttura regionale della Sardegna» è arrivato da Luigi D’Angelo, direttore operativo per il coordinamento delle emergenze del Dipartimento nazionale della Protezione civile, che oggi è intervenuto in videoconferenza e ha definito il sistema di spegnimento sardo “resiliente”, invitando la Regione a Roma per raccontare l’esperienza isolana come esempio di buona pratica da imitare.
«Rendicontare azioni e risultati è non solo un preciso dovere nei confronti dei cittadini, che così sono messi in grado di valutare le politiche, ma è anche il modo migliore per imparare da ciò che si è fatto e migliorare continuamente – ha detto il presidente della Regione Francesco Pigliaru -. Come tutti sanno, è stata un’estate particolarmente difficile, con un forte incremento di incendi ma anche un’importante riduzione dei danni: i problemi sono aumentati, dunque, anche a causa dei cambiamenti climatici con cui dobbiamo confrontarci ogni giorno di più, ma la capacità di gestirli è cresciuta – ha aggiunto Francesco Pigliaru -. Siamo consapevoli che molto si deve ancora fare per ridurre l’origine del problema incendi, ma intanto si sta intervenendo con molta efficienza per mitigare le conseguenze e ridurre il danno. Ciò è possibile grazie ad un’organizzazione certamente migliorata, ma soprattutto per l’impegno e la generosità di quanti che lavorano per la difesa dei cittadini a una frontiera così pericolosa, dai professionisti ai volontari: tutti lo fanno con estrema dedizione – ha concluso -, e i risultati sono evidenti.» 
«È stata una campagna particolarmente difficile per le ondate di calore e le altissime temperature ma abbiamo registrato una maggiore efficacia del sistema di spegnimento», ha sottolineato la titolare dell’Ambiente con delega alla Protezione civile, che ha oggi fornito tutti i numeri della stagione durata quasi sei mesi. Ed ha aggiunto: «Voglio ringraziare le donne e gli uomini impegnati nella macchina antincendi, un sistema pubblico coadiuvato dal prezioso apporto dei volontari. Nessuno si è risparmiato, mettendo in gioco la propria incolumità, per proteggere le vite umane e il nostro ambiente. La Sardegna è la prima parte lesa dalla piaga degli incendi e si costituirà sempre parte civile contro questo crimine assurdo che danneggia in primo luogo i sardi». 
L’assessora Spano ha poi parlato, oltre che dell’attività di contrasto al fuoco, di quelle di prevenzione, a partire dalle Prescrizioni antincendi, e di formazione.«Abbiamo approntato una flotta regionale e siamo sempre attenti a sperimentare innovazioni che ci consentano di aumentare l’efficacia dello spegnimento in maggiore sicurezza per le squadre in campo. Naturalmente – ha concluso – abbiamo operato in costante raccordo con la Protezione civile nazionale e avviato importanti azioni con i Comuni tramite l’Anci, le associazioni agricole e quelle alberghiere».