18 July, 2024
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I sindaci di Decimoputzu Alessandro Scano e di Villasor Massimo Pinna ed i comitati territoriali Terrasana di Decimoputzu e Basso Campidano Aria Terra e Acqua di Villasor hanno diffuso una nota nella quale affermano di «aver appreso oggi la notizia in merito alla bocciatura dell’impianto solare termodinamico denominato “Gonnosfanadiga”, proclamata il 22 dicembre dal Consiglio dei ministri».

Esprimendo la loro soddisfazione per tale decisione «si interrogano altresì sul perché il Consiglio dei ministri non si sia espresso anche a sfavore della realizzazione dell’impianto solare termodinamico “Flumini Mannu” previsto nelle campagne tra Villasor e Decimoputzu. Per tale progetto infatti il procedimento istruttorio era in uno stato più avanzato di quello relativo al “Gonnosfanadiga” e di fatto l’impianto previsto presenta le stesse caratteristiche tecniche e costruttive nonché gli stessi effetti negativi sull’ambiente ed il territorio di quello che ieri è stato bocciato».

«Auspichiamo pertanto che anche il procedimento istruttorio di “Flumini Mannu” venga chiuso al più presto con il medesimo parere, ossia con una delibera a norma dell’articolo 5, comma 2, lett. c) bis della legge n. 400 del 1988, che decreti la non sussistenza delle condizioni per autorizzare la realizzazione dell’impianto solare termodinamico – si legge ancora nella nota -. La costruzione di un impianto solare termodinamico nelle campagne di Villasor e Decimoputzu porterebbe alla completa devastazione del territorio e dell’economia locale senza alcuna ricaduta positiva sul benessere della popolazione locale e della Sardegna.»

«Naturalmente sono molto soddisfatto di questo savio responso, nel rispetto dell’ambiente, del territorio sardo e ancor più di fronte a tutte le conseguenze negative che avrebbe determinato, ma allo stesso modo mi induce molta perplessità e non poca preoccupazione il fatto che la Presidenza del Consiglio dei ministri non si sia ancora espressa nei confronti dell’impianto gemello, denominato Flumminimannu, che interessa i vicini territori campidanesi di Decimoputzu e Villasor, anche perché in data 20/12/2017, i sindaci dei comuni di Decimoputzu, Villasor, Gonnosfanadiga, Guspini e Villacidro, interessati dai progetti gemelli, hanno sottoscritto una lettera di sollecito al presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, a causa della lungaggine dei tempi nell’esprimere un responso per entrambi i progetti – ha detto Alessandro Scano, sindaco di Decimoputzu –. Se si considera che l’iter del progetto “Flumminimannu” è addirittura precedente a quello di Gonnosfanadiga, ancor di più non è comprensibile il perché non abbiano espresso dissenso anche nei confronti del progetto gemello “Flumminimannu” .»

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La Consulta Ambiente Territorio Energia (A.T.E), costituita dai sindaci dei comuni di Decimoputzu, Gonnosfanadiga, Guspini, Palmas Arborea, Sardara, Villacidro, Villanovaforru e Villasor, dai comitati “No Megacentrale” di Guspini, “Terra che ci Appartiene” di Gonnosfanadiga, “Terrasana” di Decimoputzu, “No Trivelle Sardegna” di Sanluri-Villacidro, “No Megadiscarica Villacidro“, “Comitato per la salute e la qualità della vita” di Tiria-S.Quirico, “No TrivelPaby” di Pabillonis, “Basso e Medio Campidano” di Villasor, “Pro Nosu: a tutela del territorio” di San Gavino Monreale, “Fuori dalle Pale” di Villanovaforru e dalle Associazioni Progetto Comune di Villacidro e Italia Nostra, ha diffuso una nota, nella quale «esprime soddisfazione per la bocciatura dell’impianto solare termodinamico denominato “Gonnosfanadiga”, proclamata il 22 dicembre dal Consiglio dei ministri. L’impianto, nei fatti, sarebbe dovuto sorgere nelle campagne tra Gonnosfanadiga e Guspini, compromettendo irreparabilmente il territorio, l’ambiente e l’economia locale».

La Consulta esprime altresì forte preoccupazione «per la “dimenticanza”, da parte del Consiglio dei ministri, dell’impianto solare termodinamico denominato “Flumini Mannu” previsto nel territorio  di Villasor e Decimoputzu su suoli agricoli: l’impianto presenta, infatti, le stesse caratteristiche tecniche e costruttive dell’impianto denominato “Gonnosfanadiga”, ritenuto inammissibile dal citato deliberato e ne presenta inoltre gli stessi effetti negativi sull’ambiente e l’economia. Per tale impianto a tutt’oggi non è ancora stato presa alcuna decisione, nonostante il procedimento fosse più avanzato di quello relativo al “Gonnosfanadiga” e, nonostante, la lettera inviata alla Presidenza del Consiglio dei Ministri dai sindaci dei territori interessati dai due impianti il 20 dicembre 2017».

«La Consulta si impegna a monitorare costantemente l’evoluzione di tale procedimento, richiedendo che anch’esso trovi conclusione al più presto con medesima decisione, ossia con una delibera a norma dell’articolo 5, comma 2, lett. c) bis della legge n. 400 del 1988, che decreti la non sussistenza delle condizioni per autorizzare la realizzazione  ìdell’impianto solare termodinamico “Flumini Mannu” – conclude la nota -. Riaffermiamo pertanto il nostro impegno collettivo per la difesa del territorio.»

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Nuovo ponte sì, nuovo ponte no! A Sant’Antioco, ormai da un paio d’anni, il progetto inserito nel Piano Sulcis che prevede una serie di interventi per l’infrastrutturazione d’accesso alla cittadina dalla strada statale 126, costituisce uno dei principali argomenti di discussione tra le forze politiche e sociali e tra la popolazione che attende un nuovo impulso alla sempre più precaria condizione economica dell’isola. I progetti, nei quali è inserito il nuovo ponte, destinato a sostituire quello esistente, sono in uno stato avanzatissimo, tanto che i lavori sono stati già appaltati, ma sono tanti coloro che non si rassegnano e chiedono a gran voce che l’iter venga bloccato ed i progetti completamente rivisti. In tal senso è molto attivo il Comitato Porto Solky che da mesi sta portando avanti una durissima battaglia.

Per cercare di capire a che punto è l’iter procedurale e quali concrete possibilità esistano perché tutto possa essere rimesso in discussione, abbiamo intervistato l’ingegnere Salvatore Cherchi, coordinatore del Piano Sulcis.

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Dopo un periodo di tregua, venerdì sera è riesploso lo scontro tra minoranza e maggioranza in Consiglio comunale, a Carbonia, sulla gestione della So.Mi.Ca., la società partecipata del comune di Carbonia, dal 3 novembre dello scorso anno guidata dall’amministratore unico ing. Giuseppe Baghino. In discussione, questa volta, è stata la decisione della Giunta Massidda di attribuire all’amministratore unico il premio massimo consentito dalla legge, 54.000 euro.

«Nel corso dell’esame di un’interpellanza – spiega Fabio Usai, capogruppo del Partito dei Sardi – ho rilevato che durante la seduta dell’assemblea dei soci So.Mi.Ca. dello scorso 23 ottobre, il sindaco di Carbonia ha inteso attribuire all’amministratore unico di So.Mi.Ca. il massimo premio consentito dalla legge, 54.000 euro. Di conseguenza, il nuovo amministratore unico andrà a percepire (secondo quanto riportato nel verbale dei soci…81.000 euro…(27.000 euro di indennità fissa più 54.000 euro di premio). Ho chiesto un passo indietro del sindaco su questa scelta ed ho chiesto ufficialmente che il Consiglio comunale istituisca una commissione di indagine su So.Mi.Ca. Il sindaco non ha risposto. Continua quindi la politica nefasta di una Giunta che sta mettendo in atto l’esatto contrario di ciò che aveva dichiarato – parole del sindaco – in un precedente Consiglio comunale (“il nuovo AD di So.Mi.Ca. percepirà un compenso uguale o minore rispetto al precedente”) – aggiunge Fabio Usai -. Prima l’AD di So.Mi.Ca. percepiva 41.000 euro…ora intendono fargli prendere 81.000…».

Durissimo anche il giudizio di Giuseppe Casti, ex sindaco ed oggi consigliere di minoranza del gruppo del Partito democratico.

«In Somica è arrivato Babbo Natale! – ha scritto Giuseppe Casti nel suo profilo facebook -. Un ricco Babbo Natale si sta materializzando in Somica; mentre, infatti, la società del Comune procede navigando a vista, senza una precisa strategia, leggiamo nel verbale dei soci (il Comune è socio unico) che l’amministratore avrà un mega premio di produttività. Il Sindaco, sottoscrivendo il verbale, intende garantire un ricchissimo premio di risultato all’amministratore che passa da € 15.000,00 a € 54.000,00 (+ 27.000,00 € di stipendio); praticamente raddoppiando gli emolumenti annuali! Prima 42.000,00 euro oggi 81.000,00 euro. Sì, avete letto bene. Mentre chiudono i servizi per i cittadini fanno, però, cosucce del genere. Questa è la politica del Movimento 5 stelle – ha concluso Giuseppe Casti -, questa è la loro equità, questo è il loro senso della giustizia!»

 

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Carbonia e Marco Cullurgioni Giba sono le squadre finaliste della 55ª edizione della Coppa Santa Barbara – Trofeo Aldo Carboni, organizzata dalla delegazione provinciale della FIGC di Carbonia Iglesias. Il Carbonia si è qualificato superando questa mattina l’Isola Sant’Antioco con il largo punteggio di 5 a 1; la Marco Cullurgioni Giba si era qualificata ieri, nella semifinale vinta con la Don Vito Sguotti di misura, per 2 a 1. Entrambe le partite sono state disputate al campo Santa Barbara di via Giovanni Maria Angioj.

La finalissima, una rivincita della scorsa edizione, vinta dal Carbonia per 3 a 1, verrà disputata martedì mattina, al campo Santa Barbara, con inizio alle ore 10.00.

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Ieri, al termine di una concitata discussione con gli operatori della Comunità, la mamma e l’avvocato hanno riportato a casa due bambini. Il bambino più grande, figlio di un precedente papà ora defunto, sarà collocato con la zia e la mamma, mentre la più piccola starà con il padre. I due fratelli potranno continuare a frequentarsi. A quanto ci viene riferito, il ritorno entro le feste natalizie rischiava addirittura di saltare: la Comunità si era rifiutata di consegnare i bambini ed è stato necessario l’intervento dei Carabinieri per far eseguire il Decreto. Ora finalmente questi bimbi potranno passare il Natale in famiglia.

La notizia di questi bambini aveva suscitato polemiche sulla stampa locale perché erano stati tolti alla mamma rea, a dire degli operatori della Comunità, di essere troppo permissiva e indulgente. Secondo la testimonianza di uno dei bambini, l’educazione impartita da questi operatori invece era molto più rigida: il ragazzo ha riferito maltrattamenti subiti in Comunità con tanto di lividi e lesioni documentate. Eppure, nonostante la denuncia della mamma alle forze dell’ordine e l’interessamento diretto e formale del Consolato del Brasile in Italia, i Servizi Sociali non si erano mossi perché «non avrebbero creduto alla mamma». Ora finalmente il Tribunale ha compreso e li ha riportati a casa.

«Siamo molto lieti che il Tribunale abbia accolto le richieste dei genitori, ricollocando questi bambini nella loro famiglia – esulta Paolo Roat, responsabile nazionale Tutela Minori del Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani (CCDU) Onlus -. Come abbiamo sostenuto fin dall’inizio, questo allontanamento “non s’aveva da fare”. Le accuse rivolte alla madre erano mere valutazioni arbitrarie: allontanare un bambino in base a valutazioni psicologiche, prive di qualsiasi riscontro oggettivo (analisi di laboratorio, radiografie o altro) è una grave violazione dei diritti dei bambini. Finalmente il tribunale ha posto fine a questa ingiustizia. Ringraziamo l’avvocato Manuela Saddi che si è battuta come un leone per questi due bambini. Un sentito ringraziamento va anche al Console dott. Alfonso Carbonar e a tutto il Consolato Generale del Brasile a Roma per l’aiuto vero ed efficace dato a questa mamma brasiliana e ai suoi bambini.»

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«Interriamo i cavi di alta tensione negli stagni, a tutela dell’avifauna.»

Le associazioni ambientaliste Italia Nostra, Lipu e Wwf della Sardegna hanno indirizzato un documento-denuncia alla Regione Sardegna, alla società Terna spa, alla provincia del Sud Sardegna, ai sindaci di Sant’Antioco e di San Giovanni Suergiu, al ministero dell’Ambiente e alla Rappresentanza in Italia della Commissione delle Comunità Europee, per segnalare i danni causati dalle linee di alta tensione agli uccelli che popolano e attraversano gli stagni e le lagune del sud-ovest sardo.

«L’intera zona umida, comprese le isole di Sant’Antioco e San Pietro, rappresenta un sito di incomparabile valore ambientale e naturalistico, un’enorme “ricchezza” naturale riconosciuta dal Piano Paesaggistico Regionale che la ha inserita tra quelle da tutelare paesaggisticamente. Gli stagni e le lagune sono inoltre tutelati dalla rete europea natura 2000 (SIC e ZPS), e al loro interno sono stati individuati due IBA (Important Bird Areas) – si legge in una nota -. Si tratta di un sistema continuo di zone umide inserite nelle principali rotte migratorie che le rendono importanti siti di nidificazione, sosta, svernamento ed approvvigionamento di nutrienti per talune specie d’importanza internazionale. 15 di queste specie sono presenti ed elencate nell’all. 1 della Direttiva Uccelli, ed alcune di queste sono presenti nell’intero arco dell’anno: il Fenicottero e il Gabbiano roseo, laVolpoca, il Falco di palude e il Falco Pescatore, la Garzetta, l’Airone Rosso e l’Airone Bianco Maggiore, la Pivieressa e il Mestolone. Altre specie pur avendo una presenza sporadica sono altrettanto importanti quali il Cavaliere d’Italia, l’Avocetta, l’Occhione e, anche se più di rado, sono stati avvistati esemplari di Gru e di Cicogna Bianca.»

«Questo importante patrimonio naturalistico è messo in pericolo da una serie di criticità derivanti da attività antropiche, tra le più rilevanti e devastanti segnaliamo il rischio da collisione e folgoramento degli uccelli che popolano abitualmente la zona di Santa Caterina – si legge ancora nella nota -. Le linee guida ISPRA inseriscono il fenicottero (phoenicopterus roseus), il falco pescatore (Pandion haliaetus) ed il falco di palude (Circus aeruginosus), tra le specie estremamente sensibili al rischio elettrico (SRE). Purtroppo, gli interventi finora tentati dal gestore della rete elettrica Terna per limitare l’impatto di collisione degli uccelli con i cavi (l’installazione dei dissuasori a spirale) non hanno sortito alcun effetto pratico, visto che le carcasse dei volatili si ritrovano spesso sotto i cavi e talvolta anche appese ad essi proprio in prossimità dei dissuasori.»

«Si rende quindi necessario l’interramento dell’intero tratto di linea che attraversa ZONE UMIDE SUDOVEST SARDO: RISCHIO DI COLLUSIONE E DI FOLGORAZIONE PER LAVIFAUNA l’area umida della laguna di Sant’Antioco e dell’intera area SIC ITB042223 – Stagno di Santa Caterina. Soluzione già adottata con risultati positivi nello stagno  di Molentargius a Cagliari – aggiungono le tre associazioni ambientaliste -. Le stesse “linee guida ISPRA per la mitigazione dell’impatto delle Linee Elettriche sull’avifauna (maggio 2008)” indicano tra le soluzioni possibili, risolutive «… indubbiamente più efficaci ed altamente raccomandate l’interramento delle linee AT che attraversano o sono limitrofe a siti inclusi in rete Natura 2000 dove è segnalata la presenza di specie ornitiche minacciate».

Graziano Bullegas, Carmelo Spada e Francesco Guillot – rappresentanti per la Sardegna rispettivamente di Italia Nostra, Wwf e Lipu – chiedono che «attraverso il finanziamento dei fondi Fsc del Patto per la Sardegna di 20 milioni di euro per le zone umide, approvato recentemente dalla Giunta Regionale, o con altre fonti di finanziamento, si adottino le misure idonee per questo importante ed improcrastinabile intervento infrastrutturale al fine di salvaguardare la biodiversità presente nelle zone umide del sud ovest della Sardegna oggi gravemente minacciate e di tutelare gli aspetti culturali e paesaggistici del territorio».

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Giovedì mattina, a Teulada, si è svolta la cerimonia di commemorazione del 76° anniversario della Battaglia di Natale (Fronte Russo 25-31 dicembre 1941) presso l’aerocampo situato sulla strada statale 195, a circa 1,5 km in direzione Sant’Anna Arresi, dall’ingresso della Caserma “S. PISANO”, in località Sa Portedda.

All’invito del colonnello Gabriele Cosimo Garau, comandante del 3° Reggimento Bersaglieri, hanno risposto numerose autorità militari, civili e religiose, nonché gli alunni delle classi terze della Scuola secondaria di I grado dell’Istituto comprensivo “Taddeo Cossu” di Teulada.

Nel corso della prima parte della cerimonia, è stata ricostruita la storia del 3° Reggimento, con la proiezione di alcuni filmati, con particolare attenzione alla Battaglia di Natale del 1941 in Russi.

Il cappellano militare don Giancarlo Caria ha celebrato la Messa tenendo davanti a sé l’altare da campo che fu di don Giovanni Mazzoni, il cappellano del 3° due volte decorato di Medaglia d’Oro al Valor Militare, caduto a Petropawlovka il 25 dicembre 1941 mentre tentava di portare al riparo dal fuoco nemico un bersagliere ferito.
La commemorazione, caratterizzata dalle musiche della Banda della Brigata SASSARI, si è conclusa con la visita alla mostra statica dei mezzi in dotazione al reggimento e ad una selezione dei cimeli del 3° Bersaglieri trasferiti per l’occasione nell’hangar dell’aerocampo. Il Museo Storico raccoglie i cimeli del Reggimento dal 1861, anno di costituzione del Reparto, e si è arricchito un anno fa della divisa di gala del col. Aminto Caretto donata al 3° Reggimento per volontà della vedova del comandante caduto in Russia.

Nella seconda parte sono state effettuate alcune esercitazioni dimostrative sul piazzale antistante l’aerocampo.

Nel mese di luglio 1941, il 3° Reggimento Bersaglieri partecipò all’occupazione di Spalato, alla Campagna contro la Jugoslavia, in Bosnia. Il 24 luglio, il Reggimento partì da Bardolino per la Russia, nell’ambito del Corpo di spedizione italiano in Russia (C.S.I.R.). Il 5 settembre, il Reggimento entrò in contatto con il nemico nella zona del fiume Dnieper. Il 28 settembre, partecipò alla prima battaglia combattuta e vinta da soli reparti italiani a Petrikovka, sul Don. Successivamente, proseguì verso il bacino del Donez, in condizioni ambientali proibitive, conquistando la testa di ponte di Uspenowka. Il 20 ottobre, conquistò il centro industriale e ferroviario di Stalino, precedendo la IV Divisione alpina tedesca. Il 1° novembre, i bersaglieri del leggendario col. Aminto Carretto si impadronirono del centro industriale di Rjkowo, con un ingente bottino di uomini e materiali. L’11 e 12 novembre, i bersaglieri del XX e quelli del XVIII Battaglione si lanciarono in aiuto dell’80° Reggimento fanteria, che riuscì così a sottrarsi all’annientamento. Il bilancio fu di 54 morti e 222 feriti. Il 18 novembre, il Reggimento occupò la linea Rassipnaja-Petropawlowka-Ivanowski, che mantenne per tutto l’inverno, contendendo il terreno a forze enormemente superiori. Il 25 dicembre, nella battaglia di Natale, il 3° Reggimento bersaglieri, posto a presidio del caposaldo di Petropawlowka, in tre giorni di furiosi combattimenti, contenne forze dieci volte superiori, finché non fu costretto a ripiegare sul caposaldo del XXV Battaglione. Il 28 dicembre, spronato dal colonnello Aminto Carretto, il Reggimento conquistò tutte le posizioni dopo una serie di contrattacchi.

Il 3° è il Reggimento bersaglieri più decorato (in qualità) d’Italia. Vanta, infatti, due Ordini Militari d’Italia, tre Medaglie d’Oro e tre d’Argento al Valor Militare, una d’Argento al Valore dell’Esercito, tre Medaglie di Bronzo al Valor Militare ed una di Bronzo al Merito Civile.

Con la profonda ristrutturazione dell’esercito italiano del 1976 che aboliva il livello reggimentale, il 3º Reggimento bersaglieri venne sciolto il 20 ottobre 1975 ed il suo comando si trasformò in Comando 3ª Brigata mec. “Goito”. La Bandiera di Guerra e le tradizioni vennero ereditate dal 18º battaglione bersaglieri “Poggio Scanno”. Sia il 18° che il 10º battaglione bersaglieri “Bezzecca”, stanziato a Solbiate Olona, presso la caserma “Ugo Mara”, vennero inquadrati nella 3ª Brigata mec. “Goito”, intanto costituitasi in seguito alla soppressione della Divisione “Centauro”. Tra il 1982 e 1983 alcune Compagnie del 18° Battaglione “Poggio Scanno” vennero aggregate al II Battaglione Bersaglieri “Governolo” per la missione di Pace in Libano.

Ricostituitosi nuovamente nell’agosto del 1991 in fase sperimentale come 3° Reggimento Bersaglieri “Goito”, dal 1° agosto 1992 assunse la denominazione attuale.

Nel quadro del processo di riordinamento dell’Esercito Italiano, nel 2002 il Reggimento è passato alle dipendenze della Brigata cor. “Ariete”. Il 30 novembre 2009 infine, con la cerimonia di chiusura della caserma “Mameli” di Milano, il Reggimento (dopo 46 anni di permanenza) è stato trasferito a “Sa Portedda” (Teulada), inglobando il disciolto 1º Reggimento Corazzato della Brigata Sassari.

Da ottobre 2011 ad aprile 2012, il Reggimento ha partecipato all’operazione ISAF XVII in Afghanistan, nell’ambito del “Provincial Reconstruction Team” di Herat.

Alleghiamo un ricco album fotografico e due filmati, uno relativo alla cerimonia religiosa officiata dal cappellano militare, e uno alla lettura della preghiera del bersagliere.

                                   

                     

 

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La Sulcispes chiude il 2017 con una vittoria sofferta nella gara casalinga, disputata ieri sera, contro il Quartu. Sotto di un punto nel primo quarto, 22 a 23, la squadra lagunare ha preso il largo nel secondo, chiuso con un ampio margine, 23 a 8, ed ha poi controllato la prevedibile reazione quartese nel secondo tempo. Nel terzo quarto il Quartu ha accorciano le distanze con un parziale di 13 a 22, mentre l’ultimo quarto s’è chiuso in parità, 14 a 14, e la Sulcispes si è così aggiudicata il match sul punteggio definitivo di 72-67.

«Abbiamo giocato con la formazione rimaneggiata, per cui siamo stati bravi a fare nostra la partita, seppur con qualche difficoltà – ha commentato a fine match coach Paolo Massidda – siamo felici per aver chiuso in bellezza l’ultima gara di quest’anno, con la speranza di recuperare, nel 2018, tutte le nostre pedine costrette ai box a causa dei troppi infortuni.»

«È stata una partita difficile, perché il Quartu, nonostante la giovane età dei suoi giocatori, ci ha dato seriamente del filo da torcere – ha aggiunto Nicola Tosadori -. Il nostro calo di rendimento, poi, ha fatto sì che ricucissero lo strappo. Considerata inoltre la situazione che stiamo attraversando a causa delle numerose assenze, siamo riusciti a portare a casa due punti d’oro.»

Sulcispes 72 – Quartu 67 

Parziali: 22 a 23, 23 a 8, 13 a 22, 14 a 14.

Sulcispes: Cera, Rasset 18, Pintus 12, Tosadori 9, Castiglia 21, Cavassa 4, Massidda 8, Era. Allenatore: Paolo Massidda.

Quartu: Ba Cheihk 8, Rosas 9, Laconi 4, Solla 5, Bartocci 25, Cinus 10, Angioni D 4, Faggioli 2, Angioni A. Allenatore: Lello Asunis.

Arbitri: Carrus e Ciampelli.

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Holy Queen, Amazing Grace,White Christmas, Holy night, Jesus, oh what a wonderful child, Oh happy day queste canzoni è altre ancora hanno rappresentato il vasto repertorio del concerto di Natale a Stintino. Una corale Vivaldi in grande spolvero ha animato il consueto appuntamento prenatalizio che l’amministrazione comunale stintinese ha voluto dal 2010.

In tanti, stintinesi e non solo, ieri sera nella palestra di via Frecce Tricolori hanno assistito all’esibizione della corale diretta da Daniele Manca e alle musiche suonate dalla Joyful Soul ensemble, formata da Uccio Soro alla chitarra, Giancarlo Longoni al basso, Daniele Ziranu al pianoforte e Paolo Zannin alla batteria.

Il concerto, che ha spaziato tra il pop, il gospel e la World music, è stato organizzato dall’assessorato alla Cultura, diretto da Francesca Demontis, in collaborazione con l’associazione LABohème Stintino e la partecipazione di “Bertas associazione Fra Artisti”, con la parte fonica curata da Graziano Desole.

Gli appuntamenti natalizi organizzati dall’assessorato alla Cultura proseguiranno sino all’Epifania.

Il 28 dicembre il Museo della Tonnara, alle 18,30, ospiterà la presentazione del libro “Fabrizio De Andrè e l’isola paradiso” di Giovanni Gelsomino. L’incontro, che sarà accompagnato dall’esibizione musicale di Giada Moschella, è organizzato in collaborazione con la Comes, la cooperativa che gestisce la biblioteca comunale di piazza dei 45.

Venerdì 29 dicembre, invece, tutti al cinema. Alle 18,30, nella palestra comunale, sarà proiettato il film della Disney “Alla ricerca di Dory”. L’appuntamento è organizzato in collaborazione con la “Enzo Event Management”.

Il 30 dicembre quindi, alle ore 16.00, tombolata in famiglia sempre al palazzetto dello sport.

Il giorno dell’Epifania sarà dedicato ai ragazzi e non solo. Con il contributo dell’associazione Tuttotondo e al Circomobile Sardegna, le vie del paese si animeranno per una grande caccia al tesoro. “La Befana cerca casa a Stintino” vedrà la comparsa di personaggi bizzarri per le vie del centro che, con giochi entusiasmanti e divertenti, coinvolgeranno grandi e piccini. Tutti, alla fine, si ritroveranno alla “Casa della Befana” ambientata al centro culturale di via Marco Polo.

A fare da cornice a questi appuntamenti sarà il presepe a grandezza naturale che, quest’anno, si sviluppa lungo tutto il porto Minori, dalla piazzetta delle vele sino al Museo della Tonnara. La “Betlemme d’Europa” sarà visitabile anche dopo l’Epifania.