21 July, 2024
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Presente e futuro della Portovesme srl e dell’intero polo industriale, sono stati esaminati oggi nel corso di un’assemblea aperta svoltasi nella sala riunioni della Portovesme srl, alla quale hanno partecipato, oltre alle lavoratrici ed ai lavoratori delle realtà industriali del territorio, molti rappresentanti politici locali, regionali e nazionali, oltre ai rappresentanti del mondo imprenditoriale e della Chiesa.

Gli interventi che si sono susseguiti (16 in totale) hanno avuto come filo conduttore quello della difesa del tessuto industriale di Portovesme.

«Si ritiene doveroso sottolineare che l’industria può e deve essere considerata complementare agli altri settori economici del Sulcis Iglesiente – si legge nel documento diffuso al termine dei lavori -. Il nostro territorio ha un’estensione tale che può accogliere tutti i principali settori economici, e non ci si deve accanire sul “piccolo” terrritorio di Portovesme, affermando l’impossibilità di insediare differenti produzioni che poco hanno a che fare con la sua connotazione storica degli ultimi 50 anni.»

«Si è apprezzata favorevolmente l’approvazione da parte del parlamento del “DDL Legge Europea 2017” che contiene il provvedimento sull’energia che va a favore delle aziende energivore come la Portovesme srl e l’ex Alcoa – si legge ancora nel documento –. Così come sarà importante verificare in sede di “cabina di regia” sulla Strategia Energetica Nazionale (SEN) quale effetto avrà la decarbonizzazione sulle produzioni del nostro territorio e sull’impatto occupazionale. A questo proposito chiediamo che venga sostenuta una transizione “graduale”, che porti la produzione di energia elettrica da fonti fossili a quelle rinnovabili tenendo debitamente conto della tenuta della rete elettrica. E’ importante che si cambi rotta riguardo i tempi di approvazione delle pratiche autorizzative ambientali, e che si snellisca l’eccessiva burocrazia che porta le imprese a non investire nel nostro territorio o addirittura a rivedere i piani di produzione. E’ oltremodo palese il tempo che si sta impiegando per definire le autorizzazioni ambientali per la discarica delle scorie della Portovesme srl, e per quelle relative al riavvio dello stabilimento Eurallumina che da oltre 1.000 (mille) giorni ne attende la definizione. La politica deve fare scelte importanti che riducano il carico di lavoro degli addetti in questi settori amministrativi strategici e conseguentemente, immediatamente dopo il termine dell’iter autorizzativo, deve approvare la delibera che ne dà attuazione.»

«Sarà di particolare interesse l’apporto che i parlamentari locali e tutti i politici sardi daranno sulla discussione che è in campo sulla previdenza. Si ha la necessità oggettiva di includere tra i lavori gravosi e usuranti, tutte quelle attività che vengono svolte nei nostri processi produttivi industriali. Ai lavoratori coinvolti si deve trovare una soluzione di uscita adeguata al disagio fisico particolarmente gravoso.

L’assemblea ritiene che i presupposti per una ripresa del territorio ci siano tutti in linea con lo scenario nazionale. Ognuno è chiamato ad assumersi le proprie responsabilità che i ruoli ricoperti impongono – conclude il documento -, si rimarrà vigili affinché le proposte avanzate saranno tramutate in atti concreti.»

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Hanno raccontato la loro storia, quella delle loro bambine, Luna, Gaia e Francesca, le paure vissute dopo il parto prematuro, la vita nel reparto, le loro emozioni, la grande attenzione e l’affetto ricevuto. Sono le tre mamme che, questa mattina nella clinica di Neonatologia e terapia intensiva neonatale dell’Aou di Sassari, hanno portato la loro testimonianza davanti a un pubblico numerose di “visitatori” che ha partecipato all’open day organizzato dalla struttura di viale San Pietro in occasione della “Giornata mondiale della prematurità”.

In tanti, dentro la piccola biblioteca dell’istituto di Neonatologia, si sono stretti attorno alle tre mamme, si sono commossi e chi tra i presenti non ha trovato la forza di raccontare la propria storia, si è riconosciuto in quei racconti. Le figlie delle tre “testimoni” adesso sono cresciute: la più piccola ha quasi due anni, un’altra 13 e la più grande 28 e quest’ultima, sette mesi fa, è diventata a sua volta mamma di un’altra bambina.

Tra gli ospiti c’era anche Daniele che oggi ha 27 anni e che nella clinica è arrivato quando di settimane ne aveva appena 23 e pesava poco più di 500 grammi.

Storie a lieto fine che, in alcuni casi, si intrecciano con altre storie di chi, invece, non ce l’ha fatta, nonostante gli sforzi della medicina che, dagli anni Sessanta a oggi, ha ridotto notevolmente i tassi di mortalità dei neonati prematuri. Il tasso di sopravvivenza per i neonati prematuri, infatti, è in continuo miglioramento grazie ai progressi compiuti dalla scienza.

Un open day, quello di questa mattina, che ha condotto il “visitatore” lungo un percorso di immagini, video e foto sino alle porte della terapia intensiva dove, all’interno delle incubatrici, i piccoli sono seguiti da medici, infermieri, personale di supporto e genitori nel loro cammino verso la “maturità”. Ed è proprio alle porte della terapia intensiva che è stato inaugurato l’angolo dei ricordi, con quattro bacheche che raccolgono foto, disegni e lettere dei genitori che raccontano le loro storie.

«Avete lasciato il segno – ha detto il direttore sanitario dell’Aou Nicolò Orru, rivolto al personale della Neonatologia – ed è significativo vedere l’affetto che i genitori rivolgono agli operatori che li sostengono nell’avviare un precoce contatto con il piccolo neonato e nel favorire l’allattamento materno, che potrà proseguire anche dopo le dimissioni.»

L’open day quindi ha colto nel segno e permesso di raccontare la realtà della prematurità e le problematiche a essa legate. Per la Clinica di Neonatologia l’iniziativa voleva essere l’occasione per trasmettere anche un messaggio di speranza all’esterno della mura, dove racchiude e protegge quei piccoli bimbi nati troppo presto e che pesano poco più di una piuma.

Se in Italia, ogni anno nascono circa 40mila bambini prematuri che rappresentano il 6,9-7 per cento dei nati, a Sassari la percentuale sale sino al 13,5 per cento. «Si tratta di un dato riconducibile al fatto che – ha spiegato Giorgio Olzai – nella clinica di Ostetricia dell’Aou, vengono conteggiate anche le gravidanze a rischio del bacino di utenza della Neonatologia».

Nel 2016 al primo piano della palazzina del Materno infantile sono stati ospitati 440 neonati, la metà circa dei quali nati prima della 37ª settimana.

Il bambino pretermine inizia un percorso in salita, con difficoltà inizialmente massime, dovute all’immaturità degli organi. Un cammino complesso e complicato con esiti che, in alcuni casi, il bambino porterà con sé per tutta la vita. Tra i problemi più frequenti si segnalano quelli respiratori e quelli visivi. «Dobbiamo fare in modo che – ha aggiunto la neonatologa Giuseppina Spanedda – il nuovo ambiente che accoglie i bambini sia il più ospitale possibile». «E dei bambini dobbiamo capirne lo stato e i loro bisogni alimentari», ha aggiunto l’infermiera Maria Zicchi che commossa ha spiegato il funzionamento del reparto che vanta una storia di quasi 40 anni.

La struttura, inoltre, ha pensato anche alle mamme, per le quali la Neonatologia è arrivata a prevedere una sezione balie in grado di ospitare 12 mamme per il soggiorno notturno e altre ancora per il soggiorno diurno.

All’incontro di oggi hanno partecipato anche il direttore della clinica di Ginecologia e ostetricia Salvatore Dessole, quindi la responsabile del Servizio infermieristico dell’Aou Pina Brocchi, e ancora Angelo Dore sino al 2012 direttore della Neonatologia, Rachele Corti neonatologa storica del reparto e adesso in pensione.

Erano presenti poi le rappresentanti locali dell’Unicef e della Uisp che operano nel reparto.

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Nuova Giunta 4 luglio 2017
Via libera definitivo, in Giunta regionale, alle risorse 2017 per l’organizzazione e il funzionamento dei Centri antiviolenza e delle Case di accoglienza. Sono stati ripartiti quasi due milioni di euro: 900mila euro, come contributo alle attività degli 8 Centri antiviolenza e delle 5 Case di accoglienza, già finanziati negli anni scorsi e con il trasferimento delle risorse in un’unica soluzione per garantire continuità nell’attività svolta. Il 70% delle risorse (pari a 630.000 euro), sono destinate alle Case di accoglienza e il restante 30%, (pari a 270.000 euro) andranno ai Centri antiviolenza, attribuendo lo stesso importo a ogni Centro e prevedendo una maggiorazione del 50% ai Centri titolari di ulteriori sedi operative, per assicurare a tutte le strutture, intese come nodi della rete regionale, adeguate potenzialità di ascolto e di accoglienza. Altre risorse arrivano da stanziamenti statali: circa 515mila euro sono vincolati all’istituzione di nuovi Centri e nuove Case di accoglienza (il 33%), mentre il 67% (250mila euro) finanzia le realtà già esistenti e operative. Ci sono poi 384.000 euro del Piano d’azione straordinario contro la violenza sessuale di genere, da destinare a quattro linee d’azione: formazione, inserimento lavorativo, interventi di autonomia abitativa, implementazione sistemi informativi.
Ancora su proposta dell’assessore Luigi Arru, è stata approvata la definizione dei criteri di assegnazione del 5% del tetto di spesa per l’acquisto, da parte dell’Azienda per la Tutela della Salute, delle prestazioni sanitarie di assistenza ospedaliera per l’anno 2017, facendo particolare riferimento alle prestazioni di specialistica ambulatoriale e ai ricoveri presso le strutture private disposti dai Pronto Soccorso ospedalieri e dalle altre Strutture ospedaliere pubbliche. Via libera anche al Programma assistenziale per ragioni umanitarie per l’anno 2017, rivolto a cittadini provenienti da Paesi nei quali non esistono o non sono facilmente accessibili competenze medico-specialistiche e non sono in vigore Accordi di reciprocità relativi all’assistenza sanitaria e cittadini provenienti da Paesi la cui particolare situazione contingente non rende attuabili, per ragioni politiche, militari o di altra natura, gli Accordi eventualmente esistenti con il Servizio Sanitario Nazionale per l’assistenza sanitaria.
Su proposta dell’assessore della Pubblica Istruzione e della Cultura Giuseppe Dessena sono stati stanziati 950mila euro per attività musicali e popolari. Altri 150mila euro sono destinati alla produzione, diffusione di opere audiovisive di animazione in lingua sarda e di prodotti musicali destinati a bambini e ragazzi a tutela e promozione della lingua sarda, e a scopo didattico: la diffusione avverrà infatti anche nelle scuole. È stato inoltre approvato il Piano di azione nazionale per l’educazione e l’istruzione dalla nascita sino ai sei anni: l’investimento è di 4,5 milioni di euro. Per il fitto casa degli studenti universitari, invece, sono stati assegnati 3milioni per l’Anno Accademico 2017/2018, per gli studenti sardi che frequentano un corso di laurea in Sardegna o in altri Atenei fuori dall’isola. Un milione 96mila euro sono destinati agli allestimenti scientifici per il potenziamento e la funzionalità della ricerca dei Dipartimenti del nuovo complesso universitario di Monserrato. Infine, sono stati rafforzati i laboratori didattici linea B2 di Tutti a Iscol@ 2017/2018, con 3milioni 410mila euro.
A seguito del parere favorevole da parte del Consiglio regionale, è stata approvata in via definitiva, come proposto dell’assessore dei Lavori pubblici Edoardo Balzarini, la sottoscrizione da parte della Regione delle azioni relative all’aumento di capitale, deliberata dall’assemblea dei soci di Abbanoa spa per 10 milioni lo scorso 19 ottobre, in misura pari all’attuale percentuale di partecipazione della Regione al capitale sociale, esercitando il diritto di opzione per le azioni inoptate.
Su proposta dell’assessore della Difesa dell’Ambiente Donatella Spano, l’Esecutivo ha deliberato il nulla osta sul Conto consuntivo 2015 dell’agenzia Forestas e sulla variazione al bilancio di previsione 2017 dell’Arpas, l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Sardegna.

 

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L’assessore regionale del Lavoro, Virginia Mura, ha annunciato oggi, intervenendo a Cagliari all’assemblea dell’INPS per la presentazione del rapporto annuale 2016, che gli ultimi dati sull’occupazione 2017 in Sardegna, forniti dall’Osservatorio sul precariato, fanno registrare una tendenza positiva in quasi tutti i settori.

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L’assessorato regionale degli Enti locali, finanze ed urbanistica ha riaperto i termini per la presentazione delle manifestazioni di interesse per l’integrazione del catalogo di interventi relativi a lavori coerenti con le finalità istitutive del Parco geominerario storico ambientale della Sardegna, diversi dalla messa in sicurezza, bonifica e riqualificazione dei siti minerari, e finalizzati alla conservazione del patrimonio e della natura.
Possono aderire:
– i Comuni, in forma singola o associata, il cui territorio sia in tutto o in parte ricompreso all’interno del perimetro del Parco Geominerario storico ed ambientale della Sardegna;
– le Province o enti subentranti il cui territorio sia in tutto o in parte ricompreso all’interno del perimetro del Parco Geominerario storico ed ambientale della Sardegna;
– il Parco Geominerario storico ed ambientale della Sardegna;
– gli organismi di diritto pubblico (quali a titolo esemplificativo aziende speciali, istituzioni, fondazioni) istituiti da Comuni e Province, il cui territorio sia in tutto o in parte ricompreso all’interno del perimetro del Parco Geominerario storico ed ambientale della Sardegna. In tale caso dovranno essere allegati alla manifestazione di interesse l’atto costitutivo, lo statuto e l’iscrizione nel registro delle persone giuridiche.
Le manifestazioni di interesse dovranno pervenire entro le ore 12.00 del 29 dicembre 2017 tramite posta elettronica certificata all’indirizzo: urbanistica@pec.regione.sardegna.it .

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  • Mobilità elettrica
    Via libera della Giunta regionale a un nuovo tassello per la definizione dei diversi interventi nel settore della mobilità elettrica. L’obiettivo è fare della Sardegna una regione sempre più “verde” e sostenibile, all’avanguardia in campo nazionale ed europeo. Oggi l’esecutivo ha approvato sia le linee guida per l’elaborazione del Piano della Mobilità elettrica che la proposta di Accordo di programma che sarà stipulata con gli Enti locali interessati. Si tratta di un passaggio importante nell’attuazione delle misure predisposte dall’assessorato dell’Industria e che prevedono la spendita di 15 milioni di euro (Fondi FSC 2014-2020), risorse inserite nel Patto per la Sardegna firmato con il Governo.

    «È tutto scritto nel Piano Energetico Ambientale e Regionale che abbiamo approvato più di un anno fa e che stiamo attuando con azioni puntuali e un cronoprogramma preciso: la mobilità elettrica è uno dei pilastri del PEARS», commenta l’assessore dell’Industria, Maria Grazia Piras. «È ormai chiaro che il futuro è nel motore a trazione elettrica. Noi vogliamo stare al passo con le Regioni e i paesi europei che stanno già attuando queste misure, essere portatori di buone pratiche e far sì che la Sardegna non si faccia trovare impreparata davanti ai grandi cambiamenti in tema di energia. Intanto siamo pronti a firmare l’accordo di programma con gli Enti locali, con i quali ci siamo confrontati in questi ultimi mesi per pianificare gli interventi e spendere al meglio le risorse disponibili. Abbiamo tutti un obiettivo comune: lasciare alle prossime generazioni una Sardegna più ‘green’, attraverso progetti concreti di mobilità sostenibile e azioni mirate per la riduzione delle emissioni di CO2 e la tutela dell’ambiente. Lo stanziamento di 15 milioni è soltanto il primo di una serie di interventi. Le amministrazioni locali potranno cambiare il loro parco auto e acquistare mezzi elettrici. Inoltre saranno costruite le infrastrutture, le colonnine di ricarica lungo le strade principali, nei territori con maggiore densità abitativa e saranno sperimentati progetti pilota nelle isole minori. Come ho sottolineato più volte, la mobilità elettrica rappresenta anche una grande opportunità occupazionale nei settori manifatturiero, impiantistico e dei servizi con un mercato potenziale attuale e futuro enorme, con delle forti ricadute sul territorio. Infine, vogliamo incentivare le imprese di noleggio, di trasporto, di taxi, di spostamento merci ‘dell’ultimo miglio’ e le imprese turistiche a trasformare la propria flotta aziendale sempre più verso l’elettrico.»
    L’Accordo di Programma verrà firmato nelle prossime settimane tra Regione, Città metropolitana di Cagliari, Rete metropolitana di Sassari e i Comuni di Olbia, Nuoro e Oristano, e si inserisce appieno nella strategia energetica della Giunta in materia di Smart Grid e Smart City. L’Accordo recherà la firma dei Sindaci dei primi 8 Comuni per numero di abitanti. Si tratta di territori con una popolazione di oltre 865mila persone e una mobilità ‘generata’ pari al 75% degli spostamenti quotidiani in Sardegna. I Comuni potenzialmente coinvolti sono 28. Saranno acquistati veicoli elettrici e realizzate le colonnine di ricarica. Sono inoltre previste infrastrutture per informatizzare e gestire i punti di ricarica ed erogare i servizi di info-mobilità. Ci sarà una razionalizzazione delle procedure amministrative e i vari iter saranno in capo alla Centrale regionale di Committenza che sarà delegata a espletare i bandi di gara dall’assessorato dell’Industria, ente coordinatore del programma.
    llegate all’Accordo di Programma ci saranno le Linee Guida per la redazione del Piano della Mobilità, strumento anch’esso previsto dal Piano Energetico Ambientale Regionale. In questo ambito, un ruolo importante lo svolge il Dipartimento di Ingegneria Elettrica ed Elettronica dell’Università di Cagliari che fornisce attività di supporto tecnico-scientifico e che, tra le altre cose, ha tracciato nelle Linee Guida la distribuzione preliminare delle colonnine di ricarica nelle aree prioritarie e sulle strade statali 131, 131 DCN e 130. L’Università, inoltre, assisterà gli Enti locali nello sviluppo e nella redazione dei Piani d’Azione Comunale per le Infrastrutture di ricarica che convergeranno nel Piano d’Azione Regionale.

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La Giunta regionale ha dato il via libera agli aggiornamenti del flusso informativo di previsione di allerta meteo.

«Nell’annuale aggiornamento del flusso informativo delle comunicazioni di allerta, secondo l’idea di miglioramento continuo, abbiamo rinnovato la mappa delle zone di vigilanza meteo e il modello del bollettino di criticità regionale emesso dal Centro Funzionale decentrato, cioè dal servizio a supporto decisionale delle autorità competenti», ha detto l’assessore della Difesa dell’Ambiente Donatella Spano dopo l’approvazione della sua proposta L’aggiornamento ha previsto una suddivisione in due zone dell’area che prima comprendeva Campidano, Iglesiente, Montevecchio e Tirso. Inoltre la Protezione civile ha adeguato la modulistica, con un nuovo format del bollettino per la rappresentazione delle criticità meteorologiche, idrogeologiche e idrauliche previste sul territorio regionale, fornendo non solo la valutazione degli effetti al suolo ma anche quella delle condimeteo avverse per vento/mareggiate, piogge/temporali, nebbia, neve/ghiaccio, ondata di calore e alte temperature. «Siamo sempre in ascolto del territorio e l’aggiornamento del bollettino nasce anche per raccogliere alcuni dei suggerimenti portati negli incontri con i sindaci e i tecnici», ha aggiunto Donatella Spano.
Un’altra novità riguarda la rete idrometrica fiduciaria, nella quale sono state inserite cinque nuove stazioni idrometriche. Tre sono sul Cedrino: Bartara, Su Mangano e Onifai. Un’altra, Isca Rena, è sul Flumendosa in territorio di Villasalto e, infine, una a Torpè presso il fiume Posada, e cioè quella sulla diga di Maccheronis. Spiega i benefici l’assessora Spano: «Grazie a un lavoro realizzato in stretta collaborazione con le Amministrazioni comunali interessate si rende più efficace il monitoraggio dei tre bacini del Cedrino, del Flumendosa e del Posada». 
Nel 2014 era stato creato il Centro funzionale decentrato di protezione civile anche in Sardegna, ultima delle regioni italiane a mettersi al passo con la normativa nazionale. Lo stesso anno era stata approvata tutta la modulistica relativa alla fase previsionale, ossia la Quantitative Precipitation Forecast, il bollettino di vigilanza meteorologica regionale, l’avviso di condizioni meteorologiche avverse, il bollettino di criticità regionale per rischio idrogeologico e/o idraulico, l’avviso di criticità regionale per rischio idrogeologico e/o idraulico. E nel 2015 venne approvato il Piano di gestione del rischio di alluvioni della Sardegna.

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Un importante e ingente intervento per mitigare il rischio idraulico e idrogeologico negli abitati dei comuni sardi in cui esistono situazioni di pericolosità molto elevata. La Regione investe nella maggiore sicurezza nelle aree ad alto rischio con novanta milioni di risorse, provenienti dal Patto per la Sardegna. Il fine è quello di superare i casi di maggiore rischio idraulico, livello Hi4, segnalati direttamente dagli Enti locali, che derivano da 57 canali tombati in 40 comuni dell’Isola e per migliorare la sicurezza di 13 attraversamenti di corsi d’acqua. L’elenco degli interventi approvato dalla Giunta, presentato oggi in una conferenza stampa, è un nuovo tassello alla lotta al rischio idrogeologico, per la quale la Regione mette in campo complessivamente oltre 500 milioni di euro.
In particolare per i canali tombati, che rappresentano la principale causa di dissesto idrogeologico negli abitati, sono stati stanziati 55 milioni 460mila euro, che si aggiungono ai 14 milioni del POR già destinati in precedenza ad altri 13 interventi. Per la sicurezza dei ponti ci sono invece 34 milioni 660mila euro.
Sono 40 i comuni beneficiari dei finanziamenti per 57 interventi sui canali tombati, con i quali si prosegue il lavoro iniziato con i 14 milioni del POR 2014/2020 azione 5.1.1.(delibera 37/31 del 1 agosto 2017) destinati ai primi 13 canali tombati in 9 territori comunali.
Vengono così finanziati tutti i 70 canali coperti che compongono la graduatoria unica stipulata in base al censimento dei canali tombati considerati al livello di rischio HI4, il più alto in assoluto. Tale repertorio, realizzato da ADIS, è stato compilato sulla base delle segnalazioni richieste agli enti locali.
Per quanto riguarda gli altri 13 interventi, invece, si tratta della sicurezza di attraversamenti di corsi d’acqua, fra cui il ponte di Oloè e il ponte ex SS125 Muravera-Villaputzu.
Per Oloè sono stanziati 4,117 milioni finalizzati al ripristino della percorribilità del ponte stradale, mediante il miglioramento della funzionalità idraulica e il consolidamento statico. Il ponte Muravera-Villaputzu, con 4 milioni di euro, avrà un’ulteriore luce libera in corrispondenza del rilevato stradale che attualmente ostruisce il deflusso dell’acqua durante gli eventi di piena.
Oltre 500 milioni contro il dissesto idrogeologico – Ammonta a oltre 500 milioni di euro il totale dei fondi destinati agli interventi contro il dissesto idrogeologico.
185 milioni per opere contro il dissesto idrogeologico sono assegnate all’interno del Patto per la Sardegna: oltre ai 90,120 milioni stanziati per gli interventi su canali tombati e ponti, ulteriori 94,880 milioni sono destinati a completare i lotti 2,3 e 4 di Olbia, insieme agli interventi di Cagliari e Pirri.
I fondi stanziati con il cosiddetto Mutuo Infrastrutture sono pari a 177,1 milioni. Altri 30 milioni sono a valere sul POR 2014-2020.
Inoltre 119 milioni sono relativi ad Accordi di programma. Per la pulizia dei corsi d’acqua, dalla programmazione delle annualità 2015-2017, ci sono 31 milioni, di cui 16 già ripartiti. 

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Le donne impegnate negli enti locali si mobilitano per l’approvazione dalla legge sulla doppia preferenza di genere.

«Apprendiamo con grande sconcerto che l’iter per l’approvazione dell’introduzione della doppia preferenza di genere nella legge elettorale regionale ha subito un’ulteriore battuta d’arresto – si legge in una nota diffusa questa sera corredata da 46 firme – . Come donne e come amministratrici dei Comuni della Sardegna siamo consapevoli che questa non é la soluzione perfetta, ma crediamo anche che sia attualmente l’unica possibilità per ricostituire quella parità effettiva necessaria per la composizione dell’assemblea legislativa regionale.»

«Auspichiamo che i consiglieri possano ritrovare il giusto equilibrio e che si tenga conto delle istanze di cambiamento proposte in questi mesi anche dai comitati spontanei. Occorre, come in tutti casi in cui si amministra la “cosa pubblica” – concludono le donne amministratrici -, avere il coraggio di manifestare liberamente e palesemente il proprio pensiero e il proprio voto. No al voto segreto, Si alla doppia preferenza di genere.»

Paola Casula sindaca Guasila

Ilaria Portas vicesindaca Masainas

Debora Porrà sindaca Villamassargia

Sabrina Schirru vice sindaca Escolca

Elvira Usai sindaca San Giovanni Suergiu

Laura Cappelli sindaca Buggerru

Loredana La Barbera assessora Carbonia

Lucia Lobina assessora Masainas

Daniela Farci assessora Sant’Anna Arresi

Daniela Uccheddu assessora Tratalias

Orietta Mura assessora Portoscuso

Loredana Frau assessora Piscinas

Marianna Gambula consigliera Masainas

Vanessa Piria consigliera Masainas

Emanuela Pilloni consigliera Sant’Anna Arresi

Annita Tatti consigliera Arbus

Alice Pisano consigliera Masainas

Maddalena Garau assessora Sant’Anna Arresi

Anita Pili sindaca Siamaggiore

Paola Secci sindaca Sestu

Chirra Marcella sindaca Lei

Silvia Cadeddu sindaca Birori

Anna Paola Marongiu sindaca Decimomannu

Daniela Falconi sindaca Fonni

Ester Tatti sindaca Ruinas

Lucia Catte sindaca Romana

Mariassunta Pisano sindaca Nuraminis

Rita Pireddu sindaca Soleminis

Annalisa Motzo sindaca Bolotana

Francesca Piredda sindaca Tramatza

Carla Medau sindaca Pula

Silvia Soru consigliera Guasila

Lucia Cirroni sindaca Uri

Manuela Pintus sindaca Arborea

Romina Mura sindaca Sadali

Francesca Atzori sindaca Siliqua

Silvia Dessì Assessora Villamassargia

Noemi Fadda Consigliera Villamassargia

Silvia Vacca Consigliera Villamassargia

Marina Madeddu sindaca Villa San Pietro

Donatella Dessì Sindaca Armungia

Stefania Piras sindaca Oniferi

Anna Maria Dore Sindaca Uras

Eleonora Cera consigliera Carbonia

Silvia Pinna consigliera Carbonia

Daniela Marras consigliera Carbonia

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Saranno circa 250 gli arbusti che verranno piantumati a Carbonia domenica 19 e martedì 21 novembre (condizioni climatiche permettendo), nell’ambito della “Festa dell’Albero 2017”. I cittadini che intendono partecipare all’iniziativa potranno presentarsi, muniti di vanga (o zappa) e guanti, domenica alle ore 9.00 presso una delle seguenti sedi:

1. Piazza Jules Verne;

2. Parco tra via Santa Caterina e via Sanzio; 

3. Piazza Carta, a Cortoghiana;

4. Parco “Ex Cava” di via Biella, a Bacu Abis.

Le piante saranno messe a disposizione dall’Ufficio Ambiente del comune di Carbonia e da alcuni volontari.

L’evento del 19 novembre verrà replicato – solo ed esclusivamente per gli studenti degli Istituti scolastici cittadini – martedì 21 novembre, dalle 9.00 alle 13.00.

L’iniziativa “Per fare il futuro ci vuole un albero” consentirà la messa a dimora di nuove piante, realizzando così alcuni spazi adibiti a boschi urbani. Il progetto diventerà un appuntamento continuativo nel tempo, con lo scopo di recuperare gli anni di ritardo nell’applicazione della legge n. 10 del 2013, che prevede la piantumazione di “un albero per ogni nuovo nato”. 

Non a caso, saranno circa 250 gli alberi che verranno messi a dimora: un albero per ogni bambino nato in città nelle annate 2016-2017.

Ed è proprio questo l’obiettivo dell’evento nazionale organizzato dal MoVimento 5 Stelle e denominato “Per fare il futuro ci vuole un albero“, a cui il comune di Carbonia ha aderito, patrocinando l’iniziativa. 

L’Amministrazione comunale di Carbonia invita, pertanto, tutti i cittadini, le associazioni, i gruppi scouts ed i vivaisti, a partecipare a una manifestazione in linea con i programmi ambientali delle Nazioni Unite e della FAO.

Ciascun partecipante dovrà compilare una dichiarazione di esonero da responsabilità.

Il progetto è stato promosso dal sindaco di Carbonia Paola Massidda e dall’assessore dell’Ambiente Gian Luca Lai.

«Si tratta di un’azione concreta di cittadinanza attiva – ha spiegato l’assessore Lai -. La forestazione urbana, oltre a contribuire all’abbellimento estetico della nostra città, è una misura necessaria per combattere i cambiamenti climatici e l’emergenza inquinamento. L’obiettivo è contribuire al miglioramento della qualità dell’aria e dell’ambiente, favorendo la riduzione dell’anidride carbonica (CO2). Dobbiamo garantire ai nostri cittadini un futuro caratterizzato da un miglioramento degli standard ambientali – ha concluso Gian Luca Lai -, assicurando alla comunità locale spazi belli e accoglienti per una città più vivibile e sostenibile.»