21 July, 2024
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Il 3 luglio scorso, presso il THotel a Cagliari, le segreterie territoriali di Cagliari Filctem-CGIL, Femca-CISL e Uiltec-UIL, hanno organizzato il convegno “Nuovi Confini del Lavoro nell’Impresa 4.0”. Scopo del convegno, era mettere a confronto i vari settori: sindacati, mondo delle imprese, Università, istituzioni territoriali e regionali per capire come ripensare le aree industriali, in un contesto mutato, tra Città Metropolitana, nuovi modelli relazionali e nuove esigenze.

«A distanza di qualche mese – sostengono i segretari delle tre organizzazioni sindacali, Walter Schirru, Marco Nappi e Salvatore Sini -, possiamo affermare di essere stati buoni profeti. Infatti, nel convegno sono emersi argomenti presenti sia nel documento di Confindustria, sia nelle osservazioni dei dirigenti sindacali riportate dalla stampa e, in primis, è emersa la necessità di una maggiore attenzione sulla formazione del personale, al fine di garantire le professionalità necessarie a quel salto di qualità utile per mantenere il passo e garantire i livelli occupazionali che, diversamente, rischierebbero di essere negativi. Si devono creare le condizioni per garantire risposte affinché l’evoluzione tecnologica, Industria 4.0, possa essere un’opportunità e non uno svantaggio che incrementi nuova disoccupazione.»

«Abbiamo promosso l’iniziativa, non a caso, perché riteniamo questo Territorio un buon esempio di sviluppo industriale all’interno del quale sono presenti positività quali: un sistema di appalti governati con strumenti innovativi condivisi con le OO.SS. e le parti imprenditoriali;una particolare attenzione alla Sicurezza sul luogo di lavoro che ci porta ad essere tra le migliori realtà nel panorama nazionale; buoni risultati sulla sensibilità ambientale grazie a costanti investimenti nel rispetto e a garanzia delle normative vigenti; buone relazioni industriali che permettono un continuo confronto mirato a programmare e cercare di prevenire situazioni di criticità – aggiungono Walter Schirru, Marco Nappi e Salvatore Sini -. In base a queste considerazioni, riteniamo importante valorizzare il modello di Governance Territoriale che, con grande impegno e convinzione, siamo riusciti a costruire. Riteniamo sia più produttivo favorire il confronto costante rispetto al conflitto e, a nostro parere, la gestione di alcune situazioni complesse, affrontate di recente, ci hanno dato ragione. La situazione, nel mondo del lavoro, è in continua evoluzione. La globalizzazione, l’attuale normativa del lavoro, le nuove regole di un mercato sempre più selettivo ci mettono di fronte a problematiche che necessitano attenzioni diverse e ci costringono a valutazioni differenti rispetto alle azioni sindacali da intraprendere.»

«Dai numeri in nostro possesso e noti alla stessa Confindustria, si evidenzia un importante periodo di investimenti nel sito che, contrariamente a quanto avviene in altri Territori, garantisce importanti ricadute occupazionali per le imprese, molte delle quali storiche, presenti nel Territorio. In questo contesto, come sempre avvenuto, le imprese si organizzano per gestire al meglio le commesse e le variazioni della forza lavoro legate alle varie fasi di lavorazione e, per quanto di nostra conoscenza, da sempre, si sono attivate tutte le forme contrattuali disponibili nel nostro panorama giuridico e, allo stesso tempo, possiamo testimoniare sull’assenza di ” Lavoro in Nero” in questo settore. Pertanto, con soddisfazione, apprendiamo che i dati del territorio industriale dall’osservatorio della Confindustria certificano un ricorso al lavoro somministrato non superiore al 3-4%, mentre è di circa l’80% l’utilizzo dei contratti a tempo indeterminato e, per quanto riguarda il Tempo determinato, rientra nei vincoli normativi nazionali. Alla luce di questi elementi, ribadiamo l’importanza della corretta applicazione dei C.C.N.L. di categoria affinché uno strumento condiviso consenta di gestire al meglio le situazioni che si presenteranno e, nell’interesse comune, trovare soluzioni anche in quelle occasioni nelle quali si dovesse palesare la richiesta di riduzione della base salariale di lavoratori storici. Per quanto detto – concludono Walter Schirru, Marco Nappi e Salvatore Sini –, siamo convinti esista la possibilità di continuare un confronto che consenta di utilizzare al meglio gli strumenti presenti nei C.C.N.L. garantendo, legittimamente, la contrattazione di secondo livello utile a raggiungere obiettivi comuni a sostegno di efficienza e produttività e salvaguardia del salario.»      

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Il Parlamento europeo ha eletto stamane vicepresidenti, i deputati Fabio Massimo Castaldo del Movimento 5 Stelle e l’ungherese Livia Járóka (PPE).

Lívia Járóka è stata eletta per la prima volta membro del Parlamento europeo nel 2004. E’ stata eletta vicepresidente con 290 voti a favore. Sostituisce Ildikó Gáll-Pelcz.

Fabio Massimo Castaldo è membro del Parlamento Europeo dal 2014. È stato eletto vicepresidente con 325 voti a favore. Sostituisce Alexander Graf Lambsdorff.

L’Ufficio di presidenza del Parlamento europeo (presidente, 14 vicepresidenti, 5 questori) è responsabile per le questioni relative al funzionamento interno del Parlamento.

 

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Il Parlamento europeo stamane ha approvato mercoledì in via definitiva delle norme più stringenti per contrastare le importazioni da paesi terzi oggetto di dumping e sovvenzioni.

Le regole UE sul commercio, per la prima volta a livello mondiale, imporranno ai partner commerciali extra-europei di conformarsi agli standard sociali e ambientali internazionali per evitare di subire misure anti dumping. L’obiettivo è rafforzare la protezione dei posti di lavoro e delle imprese UE contro le importazioni a basso costo provenienti da paesi terzi che interferiscono pesantemente nell’economia.

Le novità:       

• il dumping sociale e ambientale sarà preso in considerazione nel valutare le misure antidumping,

• la Commissione europea monitorerà la situazione nei Paesi esportatori e le imprese dell’UE potranno basarsi sulle relazioni della Commissione per presentare reclami,

• non vi sarà alcun onere di prova supplementare per le imprese dell’UE nei casi di dumping, oltre all’attuale procedura,

• le piccole e medie imprese riceveranno assistenza nella gestione dei reclami, e

• tutte le parti interessate, in particolare i sindacati, potranno contribuire alle decisioni riguardanti le misure di difesa commerciale.

L’accordo informale sulle nuove norme, sottoscritto il 3 ottobre scorso dai deputati e dai negoziatori del Consiglio, è stato approvato dalla Plenaria con 554 voti a favore, 48 voti contrari e 80 astensioni.

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Otto giornate di programmazione per ripercorrere gli ultimi decenni della storia d’Italia, con un focus sugli anni Settanta: dalle battaglie delle donne per i diritti civili agli anni di piombo, dalle radio libere al fumetto. Per arrivare ai nostri giorni, e capire che cosa è cambiato.

Dal 24 novembre al 3 dicembre lo storico quartiere cagliaritano della Marina ospita la quarta edizione del Cagliari film festival, l’occasione per assistere alla proiezione di film fuori dai circuiti ordinari (in prima nazionale sarà proiettato “Dopo la guerra” di Annarita Zambrano, mentre in prima regionale si potrà assistere a “Assalto al cielo” di Francesco Munzi e “Le ultime cose” di Irene Dionisio) ma anche per ascoltare dalla viva voce degli addetti ai lavori le loro esperienze. 

Organizzata dall’associazione culturale Tina Modotti, la manifestazione vedrà tra gli ospiti le registe Wilma Labate, Annarita Zambrano e Irene Dionisio e il giornalista di Repubblica Concetto Vecchio.

Per la prima volta quest’anno ci sarà anche il Premio del pubblico, che andrà al film più votato dell’intera rassegna.

A dare il via all’edizione 2017 del Festival sarà, venerdì 24 novembre, alle 18.00, nello spazio Artaruga di via San Saturnino/via San Giovanni, l’inaugurazione della mostra fotografica  collettiva “Le lotte civili del Movimento delle donne”:  quaranta foto, recuperate  dagli archivi privati della fotografa Marisa Lallai e del fotografo Daniele Longoni, che raccontano la stagione della contestazione e del movimento femminista a Cagliari, a cui si aggiungono quelle del fotografo Uliano Lucas sulle lotte delle donne in Italia.

Alle 19.00, ci si sposta nel Cineteatro Sant’Eulalia, dove, dopo i saluti della direttrice della Fondazione Sardegna Film Commission, Nevina Satta, si entra nel vivo con la proiezione di “Assalto al cielo” (Italia, 2016, 72’) di Francesco Munzi, documentario sulla parabola di quei ragazzi e ragazze che animarono le lotte politiche extraparlamentari tra il 1967 ed il 1977.

Alle 21.00 sarà presentato per la prima volta in Italia (nelle sale uscirà solo a marzo 2018) il film “Dopo la guerra” (Italia/Francia 2017, 93’), esordio nel lungometraggio di Annarita Zambrano, che racconta la storia di un ex militante rifugiato in Francia grazie alla dottrina Mitterand, che coinvolge dopo trent’anni la sua famiglia nelle conseguenze della sua scelta politica.

A parlare con il pubblico del film, presentato anche al festival di Cannes, sarà la stessa regista, insieme alla direttrice artistica del Festival, Alessandra Piras.

Sabato 25 la giornata si apre alle 19.00 con un omaggio ad Andrea Pazienza: nel documentario di Stefano Mordini “Paz ‘77” (2001, 65’) si ritrae uno dei più grandi autori di narrativa illustrata, capace, con le sue opere, di descrivere un decennio di storia italiana. La serata si chiude con la proiezione, alle 21.00, di “La mia generazione” (Italia, 1996, 95’) di Wilma Labate, icona del cinema d’impegno civile italiano ed europeo. Candidato a cinque David di Donatello e due Nastri d’argento, e vincitore del Grullo d’oro, il film sarà presentato in sala dalla regista insieme a Pia Brancadori, della Circola Alice Guy.

Domenica 26, alle 19.00, si parla del fenomeno delle radio libere con “Alice è in paradiso” (Italia, 2002, 59’) di Guido Chiesa, documentario che ripercorre la storia dell’emittente radiofonica degli anni ‘70 Radio Alice, protagonista indiscussa del Movimento bolognese.

Il primo week end di programmazione si chiude alle 21 con “Verso sera” (Italia, 1990, 99’) di Francesca Archibugi. Ambientato negli anni di piombo, il film ha per protagonisti Marcello Mastroianni e Sandrine Bonnaire.

Martedì 28 novembre, la seconda settimana del Festival si apre con il seminario “Musica per film – I livelli e le funzioni drammaturgiche della musica per film”, a cura del docente di discipline musicologiche, Antonio Trudu. Appuntamento alle 17 nello spazio Artaruga.

Sempre qui, ma giovedì 30 novembre alle 18,30, arriva il giornalista di Repubblica Concetto Vecchio per parlare del suo ultimo libro “Giorgiana Masi. Indagine su un mistero italiano”, edito da Feltrinelli. Un’indagine sull’omicidio, mai chiarito, di Giorgiana Masi, uccisa quarant’anni fa da un colpo di pistola durante le manifestazioni per festeggiare i tre anni della legge sul divorzio. A dialogare con Concetto Vecchio sarà l’avvocato Maurizio Collu.

Venerdì 1 dicembre si ritorna nel cine-teatro Sant’Eulalia per le proiezioni: si parte alle 19 con il documentario di Alina Marazzi “Vogliamo anche le rose” (Italia, 2007, 85’), che analizza gli sviluppi del movimento femminista. Alle 21.00 è invece la volta della giovane regista Irene Dionisio (è nata nel 1986) con “Le ultime cose”, suo esordio al lungometraggio, che scruta il nostro presente fatto di troppe diseguaglianze, con sicura e ferma analisi neorealista. Irene Dionisio, che è anche direttrice del Torino Gay&Lesbian Film Festival, sarà accompagnata in sala dal regista Andrea Mura.

Sabato 2 dicembre la serata si apre, alle 18.00, con il film di Marco Tullio Giordana sulla strage di piazza Fontana “Romanzo di una strage” (Italia, 2012, 135’). Si prosegue alle 21.00 con “Sole cuore amore” (Italia, 2017, 113’), di Daniele Vicari, con Isabella Ragonese. Il film, candidato ai Nastri d’Argento 2017, racconta la storia di due donne, due esistenze in parallelo suggellate dal sacrificio in nome della sopravvivenza e della dignità. 

La giornata di domenica 3 dicembre prende il via alle 19.00 con un omaggio a Beppe Ferrara: sarà proiettato il film “Il caso Moro” (Italia, 1986, 110’). Presenta lo storico Luciano Marrocu.

Alle 21.00, con “La seconda volta” (Italia, 1995, 80’) di Mimmo Calopresti si chiude il sipario sull’edizione targata 2017 del Cagliari film festival. Vincitore di una Palma d’oro a Cannes,  di due David di Donatello, e di un Nastro d’Argento, il  lavoro è ispirato al romanzo è autobiografico “Colpo alla nuca”, di Sergio Lenci.

Al termine di ciascuna proiezione il pubblico potrà votare il suo film preferito tra quelli in cartellone. Il lavoro che otterrà più voti avrà in premio una preziosa ceramica della collezione “Piastrelle” prodotta da Ariu ceramica. La cerimonia di premiazione si svolgerà nella settimana successiva al festival.

 

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In occasione della giornata mondiale del diabete celebrata nella giornata di ieri, la Sulcipes Basket Sant’Antioco è lieta di annunciare l’avvio della collaborazione con l’associazione Diabete Onlus Carbonia Iglesias, coordinata da Riccardo Trentin. Il sodalizio, nato sotto forma di sponsorizzazione etica e con il fine di focalizzare l’attenzione relativamente al diabete infantile di tipo 1 presente anche nell’ambito dello sport, intende portare avanti diverse iniziative, di natura sportiva e sociale, mirate a raggiungere un fine comune: formare per informare. Lo sport che si fonde con la sensibilizzazione al diabete, un progetto volto all’educazione non solo motoria, ma anche alimentare e terapeutica.

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Il presidente Daniela Marras ha convocato il Consiglio comunale di Carbonia in seduta straordinaria, presso la Sala consiliare del Centro polifunzionale Piazza Roma, per le ore 17,30 di martedì 21 novembre 2017.

I punti all’ordine del giorno sono quattro:

Comunicazioni del Sindaco;

interrogazioni, interpellanze e mozioni;

approvazione di una modifica del regolamento del Consiglio comunale;

adozione della variante n. 5 al PUC – Modifica standard delle ex scuole materne di via Liguria e di Barbusi e dell’area sportiva di via Balilla.

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È tutto pronto nella clinica di Neonatologia dell’Aou di Sassari, per la “Giornata mondiale della prematurità”, in programma venerdì 17 novembre. L’appuntamento, organizzato dalla struttura diretta da Giorgio Olzai, sarà l’occasione per raccontare le esperienze di bambini e genitori che hanno vissuto l’esperienza della prematurità.

Un open day che dalle, ore 12.00 alle ore 17.00, condurrà il “visitatore” lungo un percorso di immagini, video e foto sino alle porte della terapia intensiva dove, all’interno delle incubatrici, i piccoli sono seguiti da medici, infermieri, personale di supporto e genitori nel loro cammino verso la “maturità”.

Alle ore 12.00, il direttore sanitario dell’Aou Nicolò Orrù ed il direttore della clinica accoglieranno i primi “ospiti” e daranno il via al percorso che vuole raccontare la realtà della prematurità e le problematiche a essa legate. Per la Clinica di Neonatologia di viale San Pietro l’iniziativa vuole essere anche occasione per trasmettere un messaggio di speranza all’esterno della mura, dove racchiude e protegge quei piccoli bimbi nati troppo presto e che pesano poco più di una piuma.

In questo viaggio di immagini è prevista la partecipazione di ex pazienti, ora cresciuti, e di genitori che potranno portare la preziosa testimonianza della loro esperienza nella terapia intensiva neonatale dell’Aou.

La Neonatologia di Sassari, che dispone di una terapia intensiva neonatale, di una terapia sub-intensiva, di una patologia neonatale, in questi anni ha messo a disposizione delle mamme un importante supporto: una sezione balie in grado di ospitare 12 mamme per il soggiorno notturno e altre ancora per il soggiorno diurno.

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«Garantire maggiore  rimuneratività agli agricoltori e allo stesso tempo tutelare i percorsi di filiera». Sono questi gli obiettivi indicati dal presidente della Commissione “Attività produttive” del Consiglio regionale Luigi Lotto al termine dell’audizione dei rappresentanti delle associazioni agricole sull’assegnazione del bando per la certificazione del Grano Cappelli. La decisione del Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria) di assegnare alla Società Italiana Sementi la certificazione del prodotto preoccupa i soci del Consorzio sardo “Grano Cappelli”. La multinazionale semenziera bolognese avrà infatti diritto di esclusiva sulla varietà di frumento, il rischio è che salti per aria il percorso virtuoso che negli ultimi anni ha permesso di chiudere una filiera tutta sarda (ditta semenziera, agricoltori, mugnai e panificatori).

«E’ una preoccupazione legittima – ha detto il vicepresidente regionale di Coldiretti Efisio Perra – sulla vicenda però occorre sgombrare il campo da alcune imprecisioni. Sis è di proprietà degli agricoltori, il suo obiettivo è garantire redditività a chi coltiva il grano. Per questo chiede che il prodotto da ammasso venga pagato almeno 60 euro al quintale mentre per quello biologico il prezzo dovrebbe raggiungere gli 80 euro (attualmente il prezzo per l’ammasso oscilla tra i 45 e i 55 euro al quintale, quello biologico arriva a 60/70 euro). Sulla valorizzazione del prodotto e il giusto riconoscimento per il lavoro dei contadini non possiamo non essere d’accordo. Tutto questo deve essere fatto trovando una soluzione per la tutela della filiera.»

Efisio Perra ha poi smentito un conflitto di interessi di Coldiretti nella vicenda vista la presenza del suo vicepresidente nazionale nel Cda di Sis: «Coldiretti Sardegna riconosce il lavoro trentennale fatto dal Consorzio sardo per la tutela del grano Cappelli – ha detto Efisio Perra – le condizioni di mercato oggi sono cambiate. Occorre trovare una soluzione che metta d’accordo tutti gli interessi in campo. Per questo abbiamo favorito un incontro tra la Sis e il Consorzio “Grano Cappelli” nel quale, però, non si è riusciti a trovare un accordo. Noi continuiamo a lavorare perché non venga disperso il patrimonio di conoscenze ed esperienze che si è sviluppato in Sardegna».

Di diverso avviso il direttore di Copagri Pietro Tandeddu che, a nome di Agrinsieme (organismo che comprende anche Cia e Confagricoltura), ha invocato chiarezza sulle procedure di assegnazione del bando per la certificazione del seme a Sis. «Si è trattato di una procedura impropria – ha affermato Tandeddu – Crea più che su un bando con tutti i crismi ha puntato su una semplice manifestazione di interesse. Non erano infatti richiesti requisiti particolari né si assegnava priorità ai soggetti con esperienza pluriennale nel settore come accade in tutti i bandi pubblici. Proprio per questo motivo è stata presentata una richiesta di accesso agli atti e annunciato un ricorso. Sulla vicenda ci sono poi iniziative parlamentari a vari livelli». Una questione non di poco conto secondo Tandeddu: «Nella manifestazione di interesse Crea ha comunicato un sensibile aumento delle royalties da pagare per lo sfruttamento dei diritti di brevetto. Eppure, occorre ricordarlo, è un ente pubblico vigilato dal Ministero dell’agricoltura. E’ il soggetto titolare delle certificazioni del grano e il garante della genetica, ma non può speculare sul prodotto come qualsiasi ente privato. A tutto questo si aggiunge una scarsa trasparenza nel bando. Nel sito di Crea non c’è infatti traccia della valutazione dei requisiti né dell’esito delle gare». Per Pietro Tandeddu il rischio è un arretramento della filiera sarda: «Chiediamo alla Commissione di intervenire con un atto formale (risoluzione o mozione) per difendere una realtà nata in Sardegna e che vorremmo rimanesse nell’Isola». Il direttore di Copagri, infine, si è detto favorevole a una soluzione pacifica della vicenda: «E’ vero che Sis, su sollecitazione di Coldiretti Sardegna, ha incontrato i rappresentanti del Consorzio “Grano Capelli” – ha affermato Tandeddu – in quella sede sono state avanzate alcune proposte che per essere adeguatamente valutate hanno però bisogno di essere formalizzate per iscritto».  

Considerazione condivisa dal direttore regionale di Coldiretti Luca Saba: «Noi abbiamo avanzato una proposta per un progetto di commercializzazione del grano – ha detto Saba – Sis era d’accordo a consentire alla ditta semenziera sarda Selet di trattare con i propri produttori a condizioni che si pagassero almeno 60 euro a quintale, Selet proponeva di meno, su questo punto è saltata la trattativa. In ogni caso la produzione non si fermerà, la multinazionale bolognese ha già chiuso due accordi in Sardegna con altri due soggetti per la coltivazione di 400 ettari. C’è inoltre l’impegno da parte di Sis a ritirare tutto il grano prodotto a 60 euro a quintale. Mi auguro che si trovi un’intesa con il Consorzio, solleciteremo la formalizzazione da parte di Sis di una proposta scritta».

Preoccupazione per il mantenimento di una filiera sarda ha espresso il presidente regionale della Cia Martino Scanu: «Le produzioni si sono sviluppate in un determinato territorio – ha detto Scanu – i nostri associati esprimono forti perplessità sulla eventuale presenza nella filiera dei Consorzi agrari. C’è il rischio che gli agricoltori non chiudano i contratti e continuino a coltivare il grano Cappelli senza certificazione».

Una soluzione positiva hanno auspicato alcuni componenti della Commissione.

Secondo Fabrizio Anedda del Gruppo Misto «l’obbligo per gli agricoltori di rivendere il prodotto a Sis lede il principio della libertà d’impresa. Chi compra il seme certificato deve avere la possibilità di rivendere il grano da macina a chi gli pare. Ai soci del Consorzio sardo deve essere consentito di vendere il grano ai trasformatori sardi. Solo così si garantisce la qualità del prodotto».

Per Piero Comandini (Pd) deve essere fatto ogni sforzo per favorire il dialogo: «Sis presenti una proposta scritta – ha detto – nostro interesse è che venga tutelata la filiera sarda. Serve un accordo che leghi la produzione al territorio».

Per chiarire la posizione di Sis e ascoltare le sue proposte sul progetto di valorizzazione del Grano Cappelli, il presidente Luigi Lotto ha annunciato la convocazione in Commissione dei rappresentanti della Società italiana sementi. «Nostro interesse è impedire che il percorso avviato dalla filiera sarda si blocchi – ha detto Lotto – l’obiettivo è garantire le migliore remunerazione agli agricoltori e, allo stesso tempo, creare percorsi virtuosi di filiera».

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Sabato 18 novembre, alle 21.00, il Teatro Electra di Iglesias ospiterà lo spettacolo Gran Casinò che la Compagnia Itineraria Teatro di Milano realizzerà nella provincia di Carbonia Iglesias, organizzato dalla Caritas diocesana di IglesiasUno spettacolo per “dire no al gioco d’azzardo“, legale o illegale che sia!

Gran Casinò racconta le storie di chi gioca sulla pelle degli altri e le sofferenze di quanti si perdono nel tunnel della dipendenza. Un’occasione per comprendere cosa si celi dietro un business miliardario che stritola le sue vittime tra usura e criminalità. Una serata a teatro per sorridere amaro ed imparare a stare alla larga dall’azzardo che, ricordiamo, non è un gioco!

Regia di Gilberto Colla

Testo di Ercole Ongaro, Fabrizio De Giovanni ed Enrico Comi

Direttore Tecnico Maria Chiara Di Marco.

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Nasce il “Centro Commerciale Naturale Sant’Antioco Viva”. Un progetto voluto da un gruppo di commercianti antiochensi animato dalla volontà di creare nuove occasioni di sviluppo per Sant’Antioco e pienamente sostenuto dall’Amministrazione comunale, che aderisce in qualità di socio fondatore. Il Consiglio comunale di Sant’Antioco, nella seduta di martedì 14/11/2017, ha approvato a maggioranza gli atti di costituzione del Centro Commerciale Naturale.

«Abbiamo caldeggiato con convinzione la costituzione del CCN e intendiamo sostenerlo perché è un progetto teso a promuovere interventi di rivitalizzazione dell’economia locale, in un momento in cui le realtà imprenditoriali sono costrette a fronteggiare una grave crisi – commenta l’assessore del Turismo Roberta Serrenti -. Il paese ha bisogno di iniziative come queste.»

«Questo strumento – aggiunge Roberta Serrenti – si fonda sugli intenti comuni delle imprese antiochensi e favorisce la creazione di un’unione all’insegna della collaborazione tra l’amministrazione e i commercianti, che consentirà la crescita e la valorizzazione dell’isola nel suo insieme. Con l’avvento del Centro Commerciale Naturale si profilano, infatti, nuove possibilità di sviluppo in termini turistici: puntiamo, in futuro, alla creazione del brand di Sant’Antioco.»

«Il Centro Commerciale Naturale offre anche la possibilità di partecipare a bandi specifici che consentono di accedere a importanti finanziamenti. Auspico che le attività commerciali sfruttino questo strumento per fare sistema e marciare sulla stessa strada per il bene di Sant’Antioco – aggiunge Renato Avellino, assessore delle Attività produttive –  l’obiettivo è valorizzare i prodotti e le tipicità locali. Abbiamo messo insieme le varie realtà, dando input al progetto perché crediamo nella rete, nel sistema. Il fatto che al momento della costituzione figurino ben 60 adesioni, è un dato che fa ben sperare per il futuro. Il nostro desiderio è che le sottoscrizioni accrescano ulteriormente. Supporteremo il Centro Commerciale Naturale – conclude Renato Avellino – in tutte quelle iniziative che perseguiranno gli obiettivi di crescita dell’economia locale.»