22 July, 2024
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Durissima reazione delle componenti della segreteria organizzativa del Coordinamento3 – Donne di Sardegna (Carla Puligheddu, Carla Medau, Rita Corda, Rita Mameli e Simonetta Corongiu) sul nuovo rinvio del voto ed il nuovo rinvio in commissione del testo unificato n. 2-5-9 che modifica la legge statutaria e introduce la doppia preferenza di genere per l’elezione del Consiglio regionale

«I tecnicismi della vigilia sono stati confermati. “Servono approfondimenti sui collegi dispari”. Con questo “cavillo tattico” , la Politica regionale prova ancora una volta a salvarsi – scrivono in una nota Carla Puligheddu, Carla Medau, Rita Corda, Rita Mameli e Simonetta Corongiu. La discussione odierna della norma sulla Doppia preferenza di Genere è rinviata al 21 novembre. Le associazioni, chiamate in causa, ci tengono a precisare che non hanno mai chiesto il 50% di presenza nelle liste e non lo avrebbero mai potuto chiedere, proprio in ragione dei collegi in cui tale dato non può essere soddisfatto. Il “pretesto” è basato, infatti, su questioni giuridicamente insostenibili. Appare, invece, evidente che oggi non tutti i “compromessi” della politica sono stati raggiunti.»

«La nuova sfida non colpisce solo le donne, le cittadine della Sardegna, ma il diritto e la Costituzione che molto bene avevano disciplinato l’applicazione della norma. I nostri “onorevoli” consiglieri hanno scelto una strada vecchia per disertare il percorso nuovo di democrazia e civiltà, nella sciagurata speranza di lasciare le cose stanno per una arida e comunque improbabile clonazione.

Oggi la Sardegna ha assistito ad una regressione sociale, culturale ed anche umana messa in scena dai Consiglieri Regionali, liberi di impegnarsi nella politica perché alle spalle hanno sempre donne che provvedono alla loro libertà. Noi donne, tuttavia, non ci sentiamo rappresentate da tanta ingerenza e rispondiamo a questo schiaffo rimarcando la distanza che separa la politica dai cittadini, in questo caso dalle cittadine – concludono Carla Puligheddu, Carla Medau, Rita Corda, Rita Mameli e Simonetta Corongiu : un affronto che il “Coordinamento3” non accetterà passivamente.»

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E’ stata firmata nei giorni scorsi la convenzione tra il comune di Iglesias ed il Centro Iniziative Culturali-Arci di Iglesias per l’istituzione della Casa del Cinema nel Centro Culturale di via Cattaneo.

Il CIC-Arci ha partecipato con successo all’avviso pubblico predisposto dall’Amministrazione Comunale volto ad acquisire una manifestazione di interesse per la gestione del Centro Culturale come Casa del Cinema. La stipula della convenzione coincide con la fase conclusiva dei lavori di riqualificazione della “sala blu” del centro culturale in sala cinematografica per un investimento complessivo di 70.000 euro (fondi della legge 37/98 recuperati lo scorso anno). Oltre alle proiezioni cinematografiche, il progetto della Casa del Cinema prevede che il Centro Culturale diventi luogo di formazione cinematografica e culturale con particolare attenzione alle istituzioni scolastiche.

Nella Casa del Cinema sarà inoltre disponibile una Videoteca sociale il Centro della Memoria del territorio. La videoteca sociale del Centro Iniziative Culturali Arci-Iglesias conta oltre 10.000 titoli nei diversi supporti audiovisivi. Oltre ai film lungometraggi e cortometraggi, conserva documentari sulla Sardegna, sul lavoro, e su vari temi sociali e culturali in genere. Patrimonio che sarà fortemente incrementato con la ripresa dei progetti di Archivio della Memoria (Mnemoteca) del territorio attraverso video-interviste (minatori, contadini, insegnanti, ecc.) sia attraverso l’ampliamento della importante collezione fotografica. La Videoteca sociale sarà un servizio gratuito per le scuole, associazioni, soci e studenti.

Nella Casa del Cinema saranno organizzati rassegne ed eventi culturali e cinematografici. In quest’ottica, si svolgerà dal 18 novembre al 2 dicembre la IX edizione delle GIORNATE DEL CINEMA DEL MEDITERRANEO. Un programma intenso e di alta qualità sul tema “Umanità in viaggio”.

 

 

 

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Il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione sulla sicurezza stradale, per rendere obbligatori i sistemi di guida assistita.

Secondo i deputati, tutte le nuove automobili dovrebbero essere dotate di sistemi di frenatura autonomi in grado di rilevare i pedoni e di assistenti alla velocità intelligenti.

Ogni anno più di 25.000 persone muoiono e centinaia di migliaia restano ferite – in incidenti stradali in Europa. Più del 90% degli incidenti sono causati da un errore umano.

Cervelli e occhi elettronici nelle nostre auto, che aiutino il guidatore a reagire meglio in situazioni pericolose, possono perciò fare la differenza e salvare delle vite.

Non si parla di sistemi fantascientifici, ma di sistemi già in uso in un numero limitato di vetture di alta gamma. Questi sistemi prevengono gli incidenti frenando o diminuendo la velocità nel caso la macchina rilevi la presenza di pedoni o ciclisti, assistono il guidatore nel mantenere la velocità consentita, aiutano a mantenersi in carreggiata con segnali sonori e sono in grado di sterzare automaticamente per far mantenere la corsia all’auto.

I vantaggi di tali sistemi in termini di sicurezza sono evidenti, per questo gli eurodeputati vogliono che siano obbligatori in tutte le nuove autovetture.

Il relatore della proposta, il deputato tedesco Dieter-Lebrecht Koch (Partito popolare europeo) ha dichiarato: «Alla guida di un’auto, andando a piedi o in bicicletta, tutti commettiamo degli errori. E in questi casi i sistemi di assistenza automatica sono come silenziosi copiloti che ci aiutano ad evitare gli incidenti».

Se questi sistemi sono inclusi nella auto di alta gamma e in alcuni casi anche in altri tipi di auto, i tre quarti delle nuove vetture non ne sono equipaggiate, spesso perché la loro presenza fa lievitare il prezzo.

Per fare in modo che la sicurezza dei cittadini non dipenda da quanto possono spendere per la propria auto, gli eurodeputati suggeriscono di installare obbligatoriamente su tutte le auto quei dispositivi già presenti in commercio e che hanno una provata influenza sulla sicurezza stradale. Uno di questi dispositivi è, ad esempio, la frenata automatica di emergenza in presenza di ciclisti o pedoni. 

Secondo Koch, «tutti dovrebbero poter acquistare un’auto di questo tipo. Ed è proprio grazie a un’ampia diffusione che il prezzo di queste vetture non arriverà alle stelle; saranno solo un po’ più costose». 

Fra le altre misure per la sicurezza stradale all’esame dell’assemblea plenaria c’è anche la possibilità di ridurre a zero il limite di tasso alcolico per i nuovi guidatori e per gli autisti professionisti nell’Unione europea.

La risoluzione è stata approvata con 593 voti favorevoli, 39 contrari e 53 astensioni.

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Al fine di informare i cittadini in merito alle problematiche segnalate da diversi organi di stampa sulla corretta applicazione dell’aliquota per il pagamento della Tari in vari comuni d’Italia, il sindaco Paola Massidda ha chiesto all’assessore competente in materia di Tributi, Mauro Manca, e agli uffici, un attento esame delle casistiche interessate.

La Tari, o Tassa sui rifiuti, è stata introdotta nel 2014 (dalla legge 147/13), andando a sostituire la Tares (Tributo comunale sui rifiuti e sui servizi). Il suo compito è quello di garantire il pagamento del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti.

Presupposto della Tari è il possesso o la detenzione a qualsiasi titolo di locali o di aree scoperte, a qualsiasi uso adibiti, suscettibili di produrre rifiuti urbani. Essa si distingue in utenze domestiche e non domestiche. Per quanto concerne le utenze domestiche, che sono quelle oggetto del problema, la tassa viene calcolata sommando una quota fissa (metratura dell’immobile) a una quota variabile (calcolata sulla base del numero dei componenti il nucleo familiare).

Nel momento in cui vi sono pertinenze (ovvero posti auto, cantine, soffitte, box) delle abitazioni, accatastate separatamente dal corpo principale, (generalmente in Categoria C2), queste ultime devono essere iscritte a ruolo, congiuntamente alla superficie catastale dell’immobile principale. Se questo non viene fatto, nella fase di applicazione delle tariffe, i due immobili vengono considerati dal sistema della tassa rifiuti come se fossero due abitazioni, alle quali, automaticamente, viene attributo lo stesso numero di persone del nucleo familiare che occupa l’abitazione principale.

«Questo problema è stato già affrontato e risolto dai nostri uffici, quindi il nostro Comune applica la tariffa in modo corretto – ha affermato l’assessore Mauro Manca -. Ad ogni buon conto, nel caso in cui un utente dovesse riscontrare sulla cartella di pagamento Tari (per problemi di caricamento dati) l’applicazione della tariffa variabile alle pertinenze accatastate separatamente, gli uffici sono disponibili a riverificare il calcolo effettuato.»

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Da domani, 15 novembre, e fino al prossimo 15 aprile 2018, si potrà pescare il riccio di mare in tutti gli spazi acquei della Sardegna. L’ultimo scoglio formale è stato superato oggi con la firma del decreto, siglato dall’assessore dell’Agricoltura con delega alla Pesca Pierluigi Caria, che licenzia le nuove direttive e il calendario per la stagione 2017-2018. Le novità, dedicate ai 189 operatori subacquei che godono delle autorizzazioni di pesca concesse dalla Regione Sardegna, sono state già annunciate lo scorso 9 novembre a chiusura dei tavoli di confronto promossi dall’Assessorato con i ricciai e le loro rappresentanze di categoria.
«A fronte di una risorsa che in questi ultimi anni sta rischiando di scomparire dalle coste sarde, soprattutto, a causa dei prelievi sconsiderati e illegali dei pescatori abusivi – ha osservato Pierluigi Caria – i nostri imprenditori del mare hanno dimostrato una maturità e una serietà davvero apprezzabile nel proporre di ridurre i quantitativi di ricci da prelevare, le giornate e le ore di lavoro. Da parte nostra, come Regione – ha aggiunto l’assessore dell’Agricoltura – cercheremo di sollecitare tutti i soggetti coinvolti a fare ancora di più la propria parte, in particolar modo sul versante dei controlli nei confronti dei pescatori di frodo. Regolamentare il comparto, difendendo la risorsa, significa investire per il futuro di un settore che se ben governato può garantire economie e posti di lavoro nei diversi territori dell’Isola. Un plauso per il lavoro svolto – ha concluso Pierluigi Caria – va inoltre al Comitato della Pesca e alle strutture regionali competenti.»
Una delle novità più importanti sulla stagione in avvio riguarda la diminuzione dei quantitativi di pescato da raccogliere. I pescatori professionisti, che operano dalle imbarcazioni, ridurranno il numero di ceste di ricci, concesse per ogni giornata: si passerà da 6 a 4 ceste e da un totale di 3.000 esemplari a 2mila. A chi invece lavora dalla riva sarà concesso raccogliere 2 ceste invece che 3 e quindi 1.000 ricci a fronte di 1.500.
La pesca sportiva sarà consentita nelle giornate di sabato, domenica e festivi con una raccolta massima di 50 ricci al giorno.
Con l’obiettivo di garantire una maggior tutela della risorsa e per contrastare il fenomeno dell’abusivismo, i pescatori regolari hanno proposto una giornata di fermo pesca settimanale a seconda delle esigenze specifiche dei territori. In tutti i comprensori marittimi della Sardegna sarà vietato operare la domenica, salvo in quello del Nord Sardegna (Alghero-Porto Torres) dove il fermo sarà messo in atto il lunedì.
Se fino a ieri i pescatori professionisti potevano stare in acqua dall’alba fino alle 15.00, dalla prossima stagione si potrà lavorare dalle 6.00 alle 13.00.

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Sono trascorsi quattro anni da quando la strada di via Is Farcis, che collega via Milano con la località denominata Perdaiola, è stata bloccata a causa di una voragine. Come si legge nell’ordinanza dirigenziale area vigilanza n° 3 del 31/03/2014, il tratto di strada era quantomeno transitabile dai pedoni in quanto presente una voragine nella carreggiata. A seguito delle successive piogge e della bomba d’acqua caduta sul paese il giorno 20 ottobre 2017, il tratto stradale è inaccessibile anche ai pedoni, quella che era una piccola voragine ora è larga quanto la carreggiata e profonda quasi 3 metri, affiancata da altre voragini nei terreni confinanti. A causa dell’erosione del suolo, ormai, anche la strada per coloro che arrivano da Perdaiola in direzione Is Farcis è diventata inaccessibile. A fare le spese di tale danno sono stati i proprietari dei terreni lungo quel tratto stradale che non potendo raggiungere in alcun modo i loro fondi, trascurano di conseguenza le lavorazioni delle terre, ma anche gli appassionati di mountain bike e coloro che, per una passeggiata o una corsa, si trovano precluso il transito in quella strada.

Si rende nota la raccolta di firme, da parte dei residenti di Sant’Anna Arresi, presentata in Comune il 17 luglio 2014 e inviata in copia al Corpo Forestale di Iglesias, in cui si segnalava la situazione di pericolo e la necessità di poter nuovamente transitare. Quest’ultimo, pochi giorni dopo, rispose dando massimo sostegno ma indicando la strada come “proprietà del comune”.

Nell’anno 2015 il comune di Sant’Anna Arresi sembrava essere interessato a ripristinare, in tempi brevi, il tratto stradale, con la presentazione di un progetto di assetto idrogeologico, al momento non ancora esaminato dal Genio Civile, con un finanziamento sospeso di quasi 120.000,00 €.

Lorenzo Uccheddu

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Ormai ci siamo! L’INPS ha finalmente bandito l’atteso concorso per centinaia di giovani. Il presidente dell’INPS Tito Boeri aveva denunciato a più riprese che l’ente era in deficit di personale e, soprattutto, di personale giovane (e quindi più preparato sul digitale). 

Ora è finalmente uscita la determinazione ufficiale che pubblichiamo qui di seguito: È stata adottata dal Presidente dell’INPS la determinazione che indice un concorso pubblico, per titoli ed esami, a 365 posti area C, posizione economica C1. Con questa procedura concorsuale, il cui bando sarà pubblicato prossimamente sulla Gazzetta Ufficiale, si avvia il reclutamento di 365 funzionari su tutto il territorio nazionale, ma presso i Ministeri competenti sono in corso le procedure che potranno consentire l’ampliamento dei posti a disposizione fino a oltre mille. 

La prima prova scritta sarà a carattere oggettivo-attitudinale: la prova scritta oggettivo-attitudinale consiste in una serie di quesiti a risposta multipla di carattere psicoattitudinale: logica, competenze linguistiche ed informatiche, cultura generale.

Tra i requisiti per l’ammissione al concorso è…

L’articolo completo è consultabile nel sito: http://www.suntini.it/diariolavoro_inps.html .

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Sabato 25 novembre è la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne. «Argomento sul quale il comune di Carbonia è in prima linea – come ha affermato il sindaco Paola Massidda – attraverso una specifica campagna di sensibilizzazione volta ad occuparsi di un tema prioritario per la nostra società e per le istituzioni pubbliche».
Di cosa si tratta? Da domani mattina, all’ingresso del Palazzo comunale, della sede dei Servizi sociali (sita nell’ex Tribunale), dell’Asilo nido comunale e del Consultorio, ogni persona troverà una scatola rossa dove potrà inserire, in modo anonimo, un biglietto in cui scriverà un pensiero, una riflessione o un’esperienza, che per lei ha significato di “violenza di genere”.

«L’obiettivo dell’iniziativa è sensibilizzare la cittadinanza contro la violenza sulle donne, dando una risposta personale alla domanda: cosa significa per te violenza? Una violenza che – ha spiegato l’assessore ai Servizi sociali Loredana La Barbera -, assume diverse sfaccettature: fisica, psicologica e virtuale. Un tragico fenomeno che si manifesta attraverso mille volti, ma con un solo nome: violenza appunto».

Il contenuto dei pensieri raccolti verranno trascritti in un documento che verrà divulgato nel corso di un incontro previsto in occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne.

#stopviolence #stopsilence

 

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Il Consiglio regionale ha rinviato in commissione il testo unificato n. 2-5-9 che modifica la legge statutaria ed introduce la doppia preferenza di genere.

In apertura della seduta pomeridiana, il presidente Ganau, ha dato la parola ai capigruppo per la conclusione della discussione generale sulla proposta di modifica della legge statutaria elettorale.

Angelo Carta, capogruppo del Psd’Az, dopo aver segnalato un clima ostile alla doppia preferenza di genere (“c’è più gente contraria che favorevole, ma nessuno dichiara apertamente la propria posizione”) ha smentito ufficialmente le voci sulla possibile richiesta del voto segreto da parte del Psd’Az: «Io sono stato critico ma esprimo le mie posizioni alla luce del sole – ha detto Carta – se qualcuno si aspetta un nostro soccorso per impallinare la legge se lo levi dalla testa. Io sono qui e non ho intenzione di chiedere il voto segreto».

Ha quindi preso la parola il capogruppo del Pd, Pietro Cocco, che ha illustrato le ragioni per le quali si è deciso di portare in Aula la doppia preferenza di genere stralciandola dalla riforma complessiva della legge elettorale. «Ogni questione va contestualizzata – ha detto Cocco – ci sono strumenti differenti per garantire la piena partecipazione delle donne alla vita politica, oggi serve agire su questo fronte». Cocco ha poi assicurato che la proposta di modifica della legge statutaria elettorale non punta al ripristino delle preferenze multiple abolite con referendum nel 1993: «Contro la preferenza multipla votarono allora 28 milioni di italiani su 37 milioni di votanti – ha ricordato l’esponente del Pd – oggi la doppia preferenza di genere serve a mettere rimedio a una democrazia incompiuta, a una situazione che non garantisce pari opportunità nelle istituzioni. Questa è la ragione per la quale siamo arrivati a discutere la proposta. Servono norme adatte al periodo storico. La Regione Sardegna deve fare la sua parte».

Cocco, infine, ha auspicato un voto unanime del Consiglio: «Tutti abbiamo il dovere di approvare la doppia preferenza di genere. Lo dobbiamo fare a voto palese, ognuno di noi deve assumersi la responsabilità. E’ una questione di giustizia alla quale non ci possiamo sottrarre».

Voto favorevole ha annunciato anche il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis che ha però difeso la sovranità dell’Aula: «Non ho pregiudizi ma non voglio che il dibattito sia condizionato da pressioni esterne – ha affermato Pietro Pittalis – ringrazio i movimenti femminili per le battaglie che mandano avanti ma la loro presenza in aula non deve tradursi in uno strumento di controllo della libera espressione dei consiglieri, non è questo il metodo. Su questo argomento occorre parlare a viso aperto, noi non chiederemo il voto segreto, Forza Italia ha dato la possibilità di esprimersi liberamente. Per questo non si deve condizionare il dibattito».

Secondo Pietro Pittalis, il via libera alla doppia preferenza di genere va nella direzione indicata dal dettato costituzionale: «Occorre garantire la piena partecipazione delle donne alla vita pubblica – ha detto il capogruppo azzurro – in quest’Aula c’è un numero esiguo di donne. Eppure loro sono la testimonianza del sapere, della capacità e del senso di responsabilità. Nostro compito è aumentare e rendere visibile il peso e la proiezione politica che rappresentano. Non si tratta di creare un vantaggio ma di dare un’opportunità perché poi, alla fine, sarà il voto a decidere chi sarà eletto. Se qualcuno pensa di modellare le leggi elettorali a proprio uso e consumo sbaglia. C’è sempre un elettore che ha il potere di scegliere».

Pietro Pittalis ha poi auspicato un cambio di rotta dei partiti: «Oggi arriviamo a disciplinare questo aspetto  perché, quando in concreto si va ad applicare il principio della parità di genere, le forze politiche agiscono diversamente candidando solo uomini come avvenuto in alcuni collegi elettorali alle scorse elezioni. Il cambiamento deve avvenire nel momento della selezione della classe dirigente, questa è l’occasione per modificare anche la legge elettorale in modo che non sia la magistratura a decidere chi entra in Consiglio. Dopo l’approvazione della doppia preferenza occorre intervenire sulla parte della legge che necessita di una manutenzione».

A nome della Giunta il vice presidente Raffaele Paci ha ricordato positivamente che «nel corso dell’iter consiliare si è partiti da una pluralità di proposte differenti per arrivare ad un testo unificato, un risultato sul quale la Giunta esprime grande favore e plauso sia per la convergenza trasversale che per il consenso molto ampio che attraversa gli schieramenti e le forze politiche». Con il provvedimento, ha aggiunto, «si cerca di porre rimedio ad un evidente squilibrio e certamente si tratta di uno dei tanti interventi possibili, rispetto ad una situazione generale che vede l’Italia all’82° posto su 234 paesi in tema di rappresentanza di genere». La legge della Sardegna, ha concluso, «vuole rappresentare una opportunità in più nel difficile percorso della rimozione degli ostacoli per il raggiungimento di una autentica parità attraverso politiche attive in un quadro di regole nuove tendenti ad affermare l’idea di un Paese e, nel nostro caso, di una Regione più equilibrata ad aperta che offra ai suoi cittadini spazi sempre più ampi di partecipazione alla vita democratica».

Prima delle dichiarazioni di voto, Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha chiesto una breve sospensione per poter lavorare con spirito unitario alla correzione dell’emendamento presentato in riferimento alla composizione delle liste nelle varie circoscrizioni provinciali; il presidente ha accolto la richiesta.

Alla ripresa dei lavori, il presidente della commissione autonomia Francesco Agus ha riferito delle interlocuzioni fra i gruppi sull’emendamento di sintesi concordato in sede di conferenza dei capigruppo, aggiungendo che «è stato presentato un emendamento all’emendamento profondamente diverso nel suo contenuto, quindi si è avviata una riflessione per pervenire ad una nuova sintesi ma, per questa, mancano dati e stime, soprattutto per quanto riguarda la possibilità di aumentare i candidati in alcuni collegi, per cui si rende necessario o un nuovo passaggio della legge in commissione per l’approfondimento sul punto, o inserire il contenuto dell’emendamento in una futura legge». Sulle due proposte mi rimetto all’Aula, ha concluso Agus, «ricordando che in materia elettorale è sempre meglio ricercare la più ampia condivisione».

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu ha affermato che, a suo giudizio, «la legge a mio avviso è compiuta, anche se capisco ma non condivido del tutto la proposta contenuta nell’emendamento; per noi è meglio votare quanto è stato discusso è condiviso».

Il consigliere di Art. 1 – Mdp Luca Pizzuto ha dichiarato che «obiettivo primario del Consiglio è mantenere dignità e credibilità, ci stiamo occupando di doppia preferenza di genere e non di altro e sarebbe vergognoso rimandare tutto in commissione tradendo le aspettative di buona arte della società civile, lasciamo ad un secondo momento l’approfondimento di altri aspetti».

La consigliera Annamaria Busia, concordando con i colleghi Gianfranco Congiu e Luca Pizzuto, ha insistito sulla necessità di fare salvo il buon lavoro svolto in base alla volontà espressa dalla legge. Quanto alla legge elettorale, ha precisato, «siamo favorevoli alla riforma anche perché, in questa legislatura, si è determinato un cambio degli eletti ogni 6 consiglieri ma si tratta di altre questioni che possiamo rimandare ad un altro momento».

Il capogruppo del Psd’Az Angelo Carta ha chiesto alla presidenza del Consiglio chiarimenti sulle proposte in campo.

Il presidente Ganau, sintetizzando, ha ribadito che una opzione prevede di proseguire l’esame del testo che c’è senza tener conto dell’emendamento mentre la seconda comporta la sospensione dell’intero provvedimento in attesa dell’emendamento condiviso. In questo caso, ha concluso, possiamo fare tutto in una settimana.

Il capogruppo del Psd’Az Angelo Carta ha espresso la sua preferenza  per il varo di una legge completa in ogni sua parte.

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha manifestato la necessità di chiarire compiutamente le questioni sollevate nell’interesse di tutti. Sulla preferenza di genere, ha detto, «c’era e c’è un sostegno ampio quindi e l’emendamento non parla di questo, esiste invece il problema dei collegi con numero dispari per i quali era stato proposto un arrotondamento all’unità superiore senza modificare il numero dei seggi assegnati ma questa tesi è controversa perché i seggi messi in palio devono essere uguale a quelli assegnati». Per cui, ha concluso, «non ci sono giornate vergognose o storiche ma un comune intento di chiarezza ed impiegare qualche ora o qualche giorno in più non è scandaloso».

Al termine dell’intervento del capogruppo del Pd il presidente Ganau ha messo in votazione le due proposte ed è prevalsa, per alzata di mano, quella di rinviare l’intera legge in commissione.

Successivamente ha tolto la seconda, convocando immediatamente la commissione Attività produttive mentre domani si riunirà la commissione Autonomia.

I lavori del Consiglio riprenderanno martedì 21 novembre ore 16.00.

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Nei giorni scorsi, nella clinica veterinaria Duemari di Oristano, è stato ricoverato un cane randagio trafitto da un oggetto metallico appuntito, un arpione subacqueo, modificato artigianalmente per il bracconaggio.

Il cane, ironicamente ribattezzato Freccia, per fortuna è salvo e sopravviverà. La clinica, che in passato aveva già accolto e curato vittime di brutalità come Palla, la cagnolina semi decapitata con un laccio, ha espresso su Facebook lo sgomento e la rabbia per l’ennesimo caso di violenza: “Malvagità pura”.

Su Firmiamo.it è stata lanciata una petizione, a cui hanno già aderito più di 300 persone, per ottenere giustizia: non si sa ancora se quanto successo a Freccia sia frutto di un incidente di bracconaggio o di un’aggressione proprio nei confronti del povero cane randagio, ma gli utenti chiedono alla Regione Sardegna un’azione mirata per fermare il bracconaggio e per tutelare gli animali.

Malvagità pura così ha commentato la clinica veterinaria di Oristano che ha in cura il cucciolo, trafitto da un oggetto appuntito metallico, una piccola asta, un arpione subacqueo modificato per il bracconaggio -. Il cane è stato ribattezzato ironicamente Freccia ed ha superato l’intervento chirurgico, ma è ancora in pericolo di vita. Ha ragione la clinica: malvagità pura, solo questa può essere la ragione e una malvagità del genere va punita!