22 July, 2024
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«Voglio esprimere la mia totale solidarietà agli otto  lavoratori ex Alcoa che in questi giorni sono stati raggiunti da un avviso di garanzia per una manifestazione avvenuta nel 2012.» Lo scrive in una nota Luca Pizzuto, consigliere regionale del gruppo Art. 1 – Sdp. 

«Posto che la violenza non è mai la soluzione giusta per la risoluzione dei problemi, è necessario anche comprendere la disperazione di quei lavoratori che per anni hanno combattuto per i loro diritti e la loro dignità – aggiunge Luca Pizzuto -. La politica ha il dovere di ascoltare, in particolare coloro che vivono situazioni di disagio, e di agire, per fare in modo che queste situazioni vengano risolte prima di trasformarsi in conflitti difficilmente sanabili.»

«Perché questi fatti non si ripetano – conclude Luca Pizzuto – l’unica soluzione è la risoluzione di tutte le vertenze aperte e il conseguente rientro a lavoro di coloro che ormai da troppi anni vedono negato il loro futuro.»

 

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Giovedì 16, venerdì 17 e sabato 18 novembre, alle 21.00, al Teatro delle Saline – piazzetta Billy Sechi n. 3/4, a Cagliari, va in scena “Hispanica”. Lo spettacolo, in cartellone per la “Stagione del teatro contemporaneo”, è diretto da Marina Claudio.

Regia, direzione artistica e baile di “Hispanica” sono di Marina Claudio. Coreografia e baile: Rodrigo Alonso e Luis Ortega. Direzione musicale e chitarra: David Duran. Cante: Caridad Vega. Violino: Rossella Rox Camellini. Assistente produzione: Antonella Carboni.

Hispanica” è flamenco. Ovvero, tormento, lamento, gioia, l’espressione dei sentimenti, la passione oltre la ragione. «Ma anche – spiega Marina Claudio – il canto, il baile, il toque, che si connettono con le radici e le origini…il sentire profondo di un popolo!». Il programma dello spettacolo prevede i percorsi Vidalita, Tangos, Cantiñas, Fandangos de Grana, assolo chitarra, Farruca, Martinete, assolo violino, Soleá por Bulería, trio musicale e finale Bulería.

Ballerina di danza classica, classico español e flamenco, Marina Claudio si forma nella scuola delle Sorelle Bernal a Valladolid. Diplomata in Danza Española al  Real Conservatorio Profesional de Mariemma di Madrid nella Specialità di coreografia e tecniche di interpretazione della danza. Debutta come professionista a 16 anni a Madrid. Nel 1994 viene scelta per interpretare “Laurencia”, parte principale e protagonista dell’ultima opera del maestro Antonio Gades ed inizia un tour mondiale triennale come partner artistico di ballo del maestro. Ha poi lavorato con i grandi della danza, nel cinema, nella televisione e nel teatro. Da oltre trent’anni calca i palcoscenici internazionali, maestra di flamenco e classico-español.

Caridad Vega è un’eccezionale artista di origini spagnole appartenente ad una famiglia che annovera tra i suoi componenti la cantatora Encarnacion Marina Sallago e il grandissimo chitarrista Manolo Sanlucar. Ha studiato e collabora con Cantatores della statura di Paco Taranto, Jose el de la Tomas, Esperanza Fernandez, Montse Cortes, Vincent Amigo, Luis Ortega Antonio Canales e tanti altri.

Rodrigo Alonso ha al suo attivo una lunga carriera come ballerino professionista in prestigiose compagnie di danza come Ballet Andaluz, Ballet di Antonio Gades, Ballet Español de Antonio Màrquez e tante altre con le quali ha realizzato tournee mondiali come solista. Luis Ortega, primo ballerino delle principali compagnie di danza (As petit ballet  nacional de España), è direttore artistico e coreografo della Compagnia Luis Ortega. Ha condiviso il palcoscenico con altri ballerini di fama internazionale come Marche Esmeralda, Sara Baras, Lola Greco, Antonio Canales, Tony Fabre…

Cagliaritana, Rox” Rossella Camellini inizia a 11 anni lo studio del violino. Si diploma al Conservatorio Pierluigi da Palestrina e ha esperienze con l’Orchestra del Conservatorio. Da qui, progetti musicali e partecipazioni (“Effetto REV” e “Carovana Folk”). Dal 2013 fa parte del gruppo sardo “Tamurita” e partecipa a video, composizioni, brani e un’intensa attività live. Ha lavorato con artisti quali SKA-P, Pino Scotto, Beppe Dettori, Tony Esposito, Francesco Moneti, Marina Claudio, Rezophonic. Ha acquisito una notevole esperienza musicale e la capacità di suonare più generi, lavora sulla composizione.

David Durán Gil, spagnolo, diploma in Storia e Scienze della Musica (Università di Madrid), ha avuto per maestro di chitarra flamenca José Jiménez ‘‘El Viejín” e Rafael Riqueni. Compositore per vari compagnie di danza – in tournee con Antonio Márquez in Francia, Svizzera, Germania, Ungheria, Israele, Algeria, Giappone, Brasile, Italia), suona a Madrid, collabora con la Fondazione ”Casa Patas’‘, la Compagnia di Luis Ortega, lavora per opere teatrali e, da chitarrista solista, per varie orchestre sinfoniche (Orchestra dell’Opera Giuseppe Verdi, Trieste, Metropolitana di Madrid).

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L’Unione europea stanzierà aiuti per 3.347.370 euro per sostenere nella ricerca di un nuovo impiego i 1.610 lavoratori licenziati da Almaviva Contact SpA.

La proposta è stata approvata oggi con 579 voti a favore, 79 contrari e 15 astensioni.

Almaviva Contact SpA ha dovuto chiudere il proprio call center di Roma alla fine del 2016, lasciando in esubero 1.664 lavoratori. I ricavi dell’azienda sono diminuiti del 45% tra il 2011 e il 2015, a causa dell’elevato costo del lavoro e della pressione esercitata sui prezzi dalla crescente concorrenza globale. Secondo la relazione redatta da Daniele Viotti (S&D, IT), poiché non era possibile allineare l’elevato costo del lavoro locale con quello degli altri centri Almaviva, non c’erano alternative alla chiusura. 

Il co-finanziamento, mobilitato attraverso il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (FEG), andrà ad integrare le otto misure adottate dalle autorità italiane che includono l’aiuto nella ricerca di un nuovo impiego, la formazione professionale e il rimborso dei costi di mobilità. Dei 1.610 lavoratori che soddisfano i requisiti per ricevere gli aiuti UE, il 79% sono donne, la maggior parte delle quali un’età compresa tra i 30 e i 55 anni. 

Gli aiuti, già approvati dal Consiglio il 7 novembre, saranno presto erogati.

Il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione contribuisce a creare pacchetti di servizi su misura per aiutare i lavoratori licenziati a trovare un nuovo impiego. Il suo tetto di spesa annuo è di 150 milioni di euro. 

Ai lavoratori licenziati vengono offerte diverse forme di supporto come il sostegno per la creazione di nuove imprese, l’assistenza nella ricerca di un posto di lavoro, l’orientamento professionale e vari tipi di formazione. Nella maggior parte dei casi, le autorità nazionali avviano le misure e successivamente, quando la domanda di aiuti viene approvata, l’UE rimborsa loro i costi.

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Il Parlamento europeo ha approvato oggi in via definitiva le nuove regole che tutelano in maniera più efficace i consumatori da truffe sugli acquisti effettuati online.

Le autorità nazionali disporranno di maggiori poteri per individuare e fermare le violazioni delle leggi a tutela dei consumatori che avvengono online, nel quadro del rinnovato regolamento sulla cooperazione per la tutela dei consumatori (CPC) (nel 2014 il 37% dei siti web per acquisti o prenotazioni online violava i diritti dei consumatori UE).

Le nuove norme mirano a colmare alcune lacune giuridiche e le difficoltà che derivano da 28 sistemi nazionali diversi.

Le autorità nazionali potranno: 

• imporre sanzioni, come ammende o penalità di mora,

• informare i consumatori su come ottenere un risarcimento,

• richiedere informazioni ai gestori di registri di domini e alle banche per identificare i commercianti disonesti,

• acquistare beni o servizi per testare il rispetto delle norme da parte dei siti web, anche sotto copertura (“mystery shopping”),

• imporre la visualizzazione di un’avvertenza rivolta ai consumatori o ordinare al provider di rimuovere il contenuto digitale o di limitare l’accesso allo stesso, nel caso non ci siano altri mezzi efficaci per fermare una pratica illegale. 

La Commissione europea coordinerà le azioni nei casi in cui un’infrazione abbia arrecato, arrechi o rischi di arrecare un danno agli interessi collettivi dei consumatori in almeno due terzi degli Stati membri, che insieme rappresentano almeno i due terzi della popolazione dell’Unione.

Una delle richieste principali del Parlamento durante i negoziati con il Consiglio è stata quella di coinvolgere di più le organizzazioni dei consumatori. Queste svolgeranno un ruolo proattivo, segnalando le presunte infrazioni, poiché potrebbero venirne a conoscenza prima delle autorità (“segnalazioni esterne”).

La relatrice Olga Sehnalová (S&D, CZ) ha dichiarato: «Le nuove regole rafforzeranno e miglioreranno la cooperazione tra chi si occupa di tutela dei consumatori, in modo che si possa controllare più facilmente il rispetto delle leggi e affrontare le infrazioni transfrontaliere. Le autorità nazionali, la Commissione e le organizzazioni dei consumatori, lavorando insieme, creeranno un meccanismo efficace per combattere i commercianti disonesti sia online sia offline e per proteggere i diritti dei consumatori nel mercato unico».

Il testo, approvato dal Parlamento con 591 voti favorevoli, 80 voti contrari e 15 astensioni, sarà presto approvato formalmente anche dai Ministri UE. Il regolamento si applicherà 24 mesi dopo la sua entrata in vigore.

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Sámi Blood, coproduzione svedese, norvegese e danese, ha vinto l’11a edizione del Premio LUX. Il vincitore è stato annunciato martedì a Strasburgo dal presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani.

Il presidente Tajani si è congratulato con i tre finalisti e con la troupe cinematografica vincitrice, e ha dichiarato: «Il Premio Lux è l’avanguardia della promozione del cinema made in Europe, della nostra industria creativa e della nostra diversità culturale e linguistica».

«La settima arte è nata qui in Europa – ha aggiunto Antonio Tajani -. Il cinema rappresenta un motore di cultura, valori e dialogo. Questa edizione spiana la strada a una proficua edizione 2018, anno del patrimonio culturale europeo. Il patrimonio culturale non è composto solo da letteratura e arte. È fatto anche delle storie che raccontiamo e dai film che guardiamo. È il tessuto della nostra vita.»

Sámi Blood, realizzato dalla regista svedese Amanda Kernell, racconta la storia di una giovane ragazza sami che abbandona la sua comunità perché sogna una vita diversa, ma che per perseguire il suo obiettivo dovrà affrontare comportamenti razzisti.

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Cortometraggi da tutto il mondo e ospiti prestigiosi che si raccontano tra musica, fumetto e film: da dieci anni i caratteri distintivi del Puntodivista Film Festival, il Festival Concorso Internazionale Itinerante di Cinematografia diretto da Romano Usai. Giovedì 16 novembre la terza serata è dedicata al “cinema disegnato … dal fumetto al film”. Se ne parlerà con Bepi Vigna, regista, sceneggiatore, autore di fumetti e graphic novel, dopo la proiezione con inizio alle 21.45 del suo cortometraggio di animazione “Nausicaa – L’altra Odissea” (Produzione Zena Film), evento speciale che ha aperto la seconda edizione di SIC@SIC (Short Italian Cinema) alla trentaduesima Settimana Internazionale della Critica, sezione organizzata nell’ambito della 74ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia. Un film tra fumetto d’autore e montaggio cinematografico con i disegni firmati dall’illustratore Andrea Serio che racconta la storia della principessa Nausicaa e del suo incontro con il naufrago Ulisse che la sedurrà per poi abbandonarla con i suoi affascinanti racconti sul suo peregrinare per il mondo.

Una personale rilettura di una delle celebri storie dell’Occidente e un bel viaggio di formazione verso la maturità per la figlia del re Alcinoo che la porterà a scoprire anche le verità più meschine nascoste in quelle incredibili storie, diventando finalmente una donna. Le musiche del film saranno eseguite dal vivo dagli autori Matteo Martis e Romeo Scaccia.

In apertura di serata alle 20.45 spazio alla visione del 2° gruppo delle opere finaliste in concorso selezionate dalla commissione artistica diretta da Pippo Ciliberto. Cinque i corti in programma: “A gentle night” diretto da Qiu Yang (Cina), “Quello che non si vede” (di Dario Samuele Leone Italia), “From Hasakah with love” di Mohammad Farahani (Iran), “Il bacio” di Adriano Candiago (Italia), “Buffet” di Santa De Santis e Alessandro D’Ambrosi (Italia).

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L’edizione autunnale di IOTHINGS, l’evento internazionale organizzato da Innovability dedicato all’IoT e alla emergente Digital Transformation of Things, arriva a Roma il 21 e 22 novembre a esporre il suo servizio che combatte la contraffazione ci sarà anche l’azienda autentico s.r.l.

IOTHINGS è il più importante evento italiano dedicato alle tecnologie Internet of Things applicate allo sviluppo di soluzioni e servizi innovativi in ambiti verticali come Industry 4.0 o Smart City. In particolare, l’evento di Roma, si focalizzerà sulle applicazioni IoT per le grandi reti energia, mobilità, telecomunicazioni, le infrastrutture critiche, il monitoraggio, la protezione e la sicurezza del territorio.

Durante quest’evento, l’azienda avrà l’occasione di esporre il prodotto autentico nfc che contrasta il Mercato Parallelo, e il fenomeno della contraffazione, inserendo un Tag NFC nelle etichette dei prodotti e utilizzando l’App autentico nfc per leggere le specifiche contenute all’interno del Tag, quali:

  • scheda del prodotto e numero all’interno del lotto di produzione;
  • tutti i dati di produzione che il produttore ha deciso di rendere pubblici;
  • funzionalità di segnalazione potenziale falso, qualora l’App non rilevi un Tag valido;
  • funzionalità di invio messaggi al produttore in relazione a uno specifico prodotto acquistato.

autentico s.r.l. offre soluzioni per l’anticontraffazione e logistica con tecnologia RfId, NFC e Bluetooth. Opera principalmente con autentico nfc, un servizio per le aziende che consente di etichettare univocamente i propri prodotti con un DNA Tag senza che questi debbano intervenire sulla propria catena di produzione.

L’azienda autentico s.r.l. presenta il suo prodotto autentico nfc nella piattaforma italiana Eppela che in collaborazione con Poste Italiane, ha ideato un programma che prende il nome di PostepayCrowd e ha lo scopo di supportare le imprese vincenti del territorio attraverso dei co-finanziamenti in 40 giorni.

Dal 31 ottobre fino al 10 dicembre è possibile sostenere l’azienda nella sua campagna di equity crowdfunding reward-based che punta a un goal di 10K. Con il finanziamento di Eppela, autentico punta a migliorare il suo servizio per assicurare a tutti i produttori e consumatori una tutela maggiore dalla contraffazione.

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Questa mattina Alice (nome di fantasia), la ragazza di Padova sottoposta a trattamento sanitario obbligatorio e trascinata in psichiatria al fine di costringerla da andare in una comunità psichiatrica contro la sua volontà, è stata trasferita di nascosto in una comunità in alta montagna della Valle d’Aosta.

Ieri Alice si era recata dallo psichiatra assieme alla mamma per chiedere le dimissioni visto che il TSO era stato revocato, ma non c’è stato nulla da fare: lo psichiatra si è rifiutato di dimetterla sebbene non avrebbe potuto trattenerla essendo il TSO revocato. 

La sedicenne ha anche chiesto alla madre di registrare un video-appello, che non pubblichiamo per motivi di privacy, in cui supplica di essere rilasciata e di non dover andare in comunità, ma di poter vivere la sua normalità in famiglia con sua mamma, suo fratello e il suo cane. Ha scritto anche un disperato appello al giudice:

«Caro giudice, voglio vivere la mia vita con mia mamma lontano dai servizi sociali, voglio pattinare e vivere in pace senza nessuno che mi sposti come una valigia perché sono già otto volte che vengo spostata da una parte all’altra. Voglio stare tranquilla. La prego giudice mi aiuti!»

Alice si trova ora in una struttura psichiatrica in Val d’Aosta in mezzo alle montagne dove sarà, di fatto, isolata dal mondo e trattenuta in una condizione che, stante la sua forte contrarietà, appare più simile a un carcere o manicomio che a una situazione terapeutica. La sua colpa: essere una ribelle ed essere troppo attaccata alla mamma, secondo gli psicologi dei servizi sociali.

Anche la mamma di Alice ha lanciato un appello:

«Sono la mamma di Alice. Più di 2 settimane fa stata prelevata da casa per forza legata su una barella è portata in psichiatria… l’hanno riempita di psicofarmaci non riusciva camminare e nemmeno si ricordava che cosa ha mangiato. […]

Mia figlia non è una malata di mente è una ragazza molto intelligente non ha fatto niente di male. […]

Questa mattina sono andata in ospedale per salutarla ho sentito lei un attimo per telefono si lamentava che la infermiera di reparto la obbligava a bere una sostanza tranquillante per non fare opposizione nel momento di uscita… Io l’aspettavo vicino alla porta e volevo abbracciarla perché non lo so adesso quando la vedo…. ma […] hanno portato via mia figlia Alice dalla porta segreta e io non ho potuto né vederla né salutarla. Chissà se la vedrò ancora …

Per favore chiedo miei diritti come Mamma sofferente. Io voglio mia figlia perché lei soffre senza di me… Aiutatemi a me e Alice. Vi prego dal mio addolorato cuore… Grazie…

La mamma.»

«Quando una persona viene etichettata con un disagio mentale perde i diritti umani.» denuncia Paolo Roat, responsabile nazionale Tutela Minori del Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani (CCDU) Onlus. «Qui si sta violando pesantemente il diritto costituzionalmente garantito alla libertà personale per un cosiddetto disturbo mentale la cui diagnosi non è sostenuta da alcun esame oggettivo di laboratorio. Oltre all’aspetto tecnico qui si infrange il senso di umanità: se diventa accettabile trascinare via una bambina con la forza, ci stiamo avviando verso la barbarie. I video registrati dalla mamma e dalla figlia descrivono uno scenario che sembrerebbe ispirato a certi film sulla Shoah, in cui mamme disperate si vedevano portar via i loro figli con la forza.»

 

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Grazia Maria De Matteis è il nuovo garante regionale dell’adolescenza e dell’infanzia. E’ stata eletta questa mattina con 35 voti. 12 le preferenze attribuite all’ex presidente della Giunta regionale ed ex senatore Federico Palomba, 3 a Maria Grazia Olla.

L’assemblea regionale ha poi iniziato la discussione sul testo unificato n. 2-5-9 che, con la modifica alla legge statutaria n.1\2013, introduce la doppia preferenza di genere per l’elezione del Consiglio regionale.

Il relatore della maggioranza, Francesco Agus (ex Sel-Misto) ha ripercorso per sommi capi l’iter del testo unificato ed ha affermato che “l’introduzione della doppia preferenza di genere è un elemento comune a tutte le proposte di modifica della legge elettorale, presentate nel corso della legislatura”. «Una modifica – ha spiegato il consigliere del centrosinistra – ampiamente condivisa nel segno dell’equità e dell’equilibrio». Il presidente della Prima commissione ha inoltre insistito sulle positive esperienze della Regione Campania e sull’efficacia della legge nazionale n. 20/2016 che ha introdotto, nelle Regioni a statuto ordinario, la doppia preferenza di genere. «Il Consiglio regionale della Sardegna – ha affermato Francesco Agus – non può staccarsi da questo processo virtuoso sia sul piano legislativo che sul piano costituzionale». «Il Rosatellum – ha proseguito Francesco Agus – introduce sistemi ancor più incisivi per garantire la rappresentanza di genere e i risultati delle ultime amministrative nell’Isola, dicono che con le condizioni di parità di accesso alla carica, le elette hanno superato il 40% del totale dei consiglieri».

Francesco Agus ha quindi affermato che l’attuale sistema elettorale è esposto a rischi di incostituzionalità («soprattutto in tempi in cui l’autonomia sembra sotto attacco») ed ha dichiarato che «l’unico modo possibile per procedere con le modifiche dell’attuale sistema elettorale regionale è quello che prevede modifiche per parti della vigente legge statutaria».

Il presidente del parlamentino delle Riforme ha quindi elencato una serie di “storture” del vigente sistema elettorale (principalmente sbarramenti e ripartizione dei seggi tra le otto circoscrizioni provinciali) per ribadire che «non vi è alcuna intenzione di congelate il dibattito su tutto il resto» ma che, anzi «serve discutere di tutto senza ambiguità e in trasparenza». Agus ha ipotizzato a questo proposito l’impegno di una sottocommissione ad hoc per approntare le ulteriori modifiche al sistema elettorale.

«Lavoriamo – ha concluso il consigliere del Misto – per approvare una legge elettorale giusta, equa e all’avanguardia perché vogliamo che il nostro statuto di Autonomia rappresenti un motore di innovazione e non uno strumento per evitare modifiche normative che sono in linea con quanto accade nel resto del Paese ed in Europa».

Il relatore della minoranza, Gennaro Fuoco (gruppo Psd’Az) ha manifestato una netta contrarietà rispetto al provvedimento in discussione ed ha ribattuto a quanto affermato dal consigliere Francesco Agus. Fuoco ha dichiarato di “essere d’accordo sulla necessità di procedere con la modifica dell’attuale sistema elettorale” ma ha precisato che “nel testo unificato che introduce la doppia preferenza di genere sono presenti aspetti che meritano di essere rivisti e rivalutati”. «Con la proposta in discussione – ha spiegato Fuoco – introduciamo un unico elemento di modifica che toglie equilibrio al già precario equilibrio della legge vigente». «Il problema principale – ha spiegato l’eletto nelle liste Uds – risiede nella doppia preferenza che va soppesata in maniera molto più approfondita in ordine alle implicazioni che ne derivano per l’identificazione del voto e del voto delle clientele».

L’esponente della minoranza ha poi rimarcato i problemi che, a suo giudizio, riguardano i collegi con due, tre o cinque candidati, per denunciare le evidenti anomalie che si creerebbero con l’introduzione del doppio voto («con due candidati uomini su tre, la candidata avrebbe un lettorato potenziale del 100%»). «Il testo in discussione – ha incalzato Gennaro Fuoco – è un obbrobrio giuridico ed è una soluzione obbrobriosa dal punto di vista etico». «Se approviamo questa norma – ha concluso il consigliere del centrodestra – non garantiamo una libera scelta dell’elettore, né favoriamo la partecipazione delle donne alla politica ma introduciamo un abbinamento utile di due candidati di diverso genere, con il rischio di eleggere un buon numero di affidabili gregari al traino di chi conta un buon consenso tra gli elettori».

La consigliera del Pd, Rossella Pinna, ha invece dichiarato il convinto sostegno alla norma che introduce la doppia preferenza di genere per l’elezione del Consiglio regionale ed ha ricordato la crescita della rappresentanza femminile nei consigli comunali dove si è votato con le novità introdotte dalle norme nazionali. L’esponente della maggioranza ha quindi ricordato in tono critico le modalità di votazione e la bocciatura della doppia preferenza nella passata legislatura ed ha ringraziato associazioni, movimenti, forze politiche, enti locali e istituzioni per la battaglia in favore della parità di genere nella rappresentanza politica.

La consigliera Rossella Pinna ha quindi citato come esempio virtuoso l’esperienza dei paesi scandinavi ed ha sottolineato che in Italia, invece, “solo due presidenti di Regione sono donne e la maggior parte delle assessore hanno deleghe che attengono affari sociali, cultura e lavoro”. «La Sardegna – ha proseguito l’esponente Pd – è quart’ultima in Italia per numero di elette (4 su 60)  ed è anche per la gravità di questi numeri che oggi parliamo di emergenza e di questione da affrontare con urgenza e immediatezza».

Dopo l’on. Rossella Pinna ha preso la parola l’on. Daniela Forma (Pd), che ha detto: «Zero è il numero delle donne elette in Basilicata alle ultime regionali. E Calabria, Abruzzo e Sardegna non sono messe molto meglio. Ma anche altrove, nelle regioni virtuose sotto il profilo della rappresentanza di genere, la loro presenza non supera mai il 25 per cento. Dove invece si è introdotta la doppia preferenza di genere, come in Campania, ci sono 11 donne su 55 consiglieri regionali e in Emilia oggi le donne si attestano al 31 per cento degli eletti. Ho portato all’attenzione dell’Aula questi numeri perché la doppia preferenza non concede nessun vantaggio a nessun genere in particolare. Questo deve essere chiaro: è un contributo ma non risolve il problema, che è prima di tutto culturale e di organizzazione della vita stessa della donna. Ben venga una rappresentanza più ampia della donna nel Consiglio regionale della Sardegna, già nei Comuni sardi siamo al 38 per cento della presenza femminile. I tempi sono maturi per questo salto di qualità».

Per l’on. Emilio Usula (Rossomori) «la composizione variabile e variata del Consiglio regionale, dovuta a questa legge elettorale, che ne ha fatto un luogo politico con una porta girevole, non è decisamente più proponibile anche sotto il profilo della rappresentanza delle donne. Oltre centomila elettori sardi sono stati esclusi dalla rappresentanza nel parlamento sardo e in uno scenario così è stato reso vano lo sforzo di quei centomila sardi. Quest’Aula è la risultante di questa esclusione e della non partecipazione al voto: c’è poco da sorprendersi se l’astensionismo raggiunge sempre nuovi record. Non sarà dunque questa riforma di oggi, giusta per consentire alle donne di concorrere, a risolvere ogni problema di partecipazione al voto e di rappresentanza di genere. Auspichiamo una nuova legge elettorale capace di rispettare l’elettorato sardo».

Ha preso la parola l’on. Annamaria Busia (Campo progressista) che ha ringraziato «il presidente Francesco Agus e le colleghe che hanno lavorato su questo testo per il risultato, senza contare l’appartenenza al partito. Ringrazio anche i capigruppo che hanno accelerato la presentazione di questa norma in Aula e le associazioni di donne e non solo di donne che si sono mobilitate per questo risultato. Non è solo un fatto di tecnica legislativa ma di cultura: è evidente che queste norme che ci stiamo dando produrranno come risultato una maggiore presenza femminile dentro quest’Aula. Stiamo rispettando la nostra Costituzione se rimuoviamo gli ostacoli che in questo Paese hanno impedito alle donne di avere la giusta rappresentanza nelle istituzioni. Lo ha detto la Corte Costituzionale e noi pensiamo che sia corretto. L’elettore resta libero di usare o no le due preferenze: potrà liberamente votare anche solo un uomo o una donna».

Per il Pd è intervenuto il vicecapogruppo, on. Roberto Deriu, ha che detto:  «Dall’estrema destra abbiamo sentito oggi un’interpretazione che è già stata resa dall’on. Fuoco in commissione ma è chiaro che abbiamo, ne merito, idee diverse. In questo momento dobbiamo fare un passo avanti verso la democrazia paritaria senza illuderci che questo sia un provvedimento concluso: non abbiamo soltanto il problema di garantire a un certo numero di donne un’elezione. Dobbiamo in realtà scardinare la mentalità degli uomini perché la società è costruita a misura di uomo, non di donna. Oggi saliamo un gradino ma saranno i partiti a dover garantire la partecipazione effettiva delle donne».

L’esponente del Pd ha aggiunto: «Non ritengo però che questa sia l’ultima volta in cui dobbiamo parlare di legge elettorale durante questa legislatura. Abbiamo presentato proposte e la Prima commissione non ha ancora avuto la possibilità di esaminarle: spero ci si dia un appuntamento ravvicinato  per una modifica integrale della legge elettorale. Non sto sminuendo la giornata odierna: stiamo facendo un passo importante ma i nostri doveri non finiscono qui».

Ha preso la parola l’on. Stefano Tunis (Forza Italia): «Oggi non stiamo vivendo un momento storico ma sanando una situazione che abbiamo plasticamente davanti, con appena quattro donne in quest’Aula. Già da tempo questo adeguamento della norma si sarebbe dovuto adottare: non c’è proprio da discutere, perché non è equa la distribuzione delle responsabilità. E’ anche chiaro che questa correzione alla legge elettorale ci consentirebbe di andare al voto e il presidente Pigliaru potrebbe dunque già da oggi dimettersi e liberarci dalla sua ingombrante presenza». 

L’on. Alessandra Zedda (Forza Italia) ha ricordato la battaglia fatta con le altre colleghe nel Consiglio regionale della Sardegna lo zero delle donne nel Consiglio regionale della Basilicata: «Siamo insignificanti come presenza e questo Consiglio ne è una prova. Non sarà storia ma quella di oggi è dunque una giornata importante perché la presenza femminile aumenterà e dopo ci sarà tanto da fare per colmare il gap tra i generi. Le donne possiedono un senso pratico che nella vita politica è molto utile e la complementarietà farà bene a tutti i livelli in tutte le istituzioni: è talmente palese che questo deve diventare un assioma. Mi auguro che non ci siano giochetti sulla strada per affermare i diritti delle donne, come anche il Parlamento ci ha insegnato di recentissimo con le norme sulla rappresentanza femminile contenute nel Rosatellum». 

Per FLI ha preso la parola l’on. Paolo Truzzu, che ha detto: «Da sempre sono contrario alla preferenza di genere e non perché non consideri utile l’aumento della rappresentanza di genere delle istituzioni. E lo dico da rappresentante dell’unico partito che ha una donna alla sua guida. Una donna che ho votato perché è la più brava e non perché è donna.  Non mi interessa il sesso di chi si candida ma l’onestà e la capacità. Dovremmo riflettere sul perché le donne non emergono nelle istituzioni: siamo sicuri che non sia un problema di partecipazione alla vita politica? Dobbiamo eliminare gli ostacoli che impediscono alle donne la partecipazione e io vedo che sono poche le donne che si impegnano in politica e noi sappiamo quanto sia difficile convincere le donne a partecipare alla formazione delle liste. Ecco perché sono convinto che questa legge non renderà giustizia alle donne».

L’on. Michele Cossa (Riformatori) ha ricordato i limiti delle attuale legge elettorale, «che non vengono affrontati da questa riforma. Però il Consiglio regionale ha fatto bene a praticare questo stralcio per la doppia preferenza di genere, perché era impossibile andare avanti così, correndo il rischio di andare a votare tra un anno con questa legge elettorale. Dunque, questa riforma è un fatto di giustizia che rispetta la Costituzione e apre maggiormente la politica sarda alle donne. Le donne e la loro sensibilità sono essenziali per avere una visione completa di tutti  i problemi: ci sono problemi di cui gli uomini non si rendono nemmeno conto. E spesso per le donne è proprio impossibile candidarsi perché i tempi della politica e delle istituzioni sono a misura d’uomo. Non di donna né di famiglia. Non arriviamo per caso a questo punto ma perché c’è stata una spinta forte delle associazioni femminili. E questo va riconosciuto: stiamo concretizzando oggi il lavoro intelligente di anni, con il coinvolgimento delle amministrazioni comunali».

“Un atto di giustizia”: così ha definito la legge in esame l’on. Gigi Ruggeri (Pd). «Bisognava riparare questa ingiustizia, nel migliore dei modi possibili. Devo però dire che ci vorrebbe più entusiasmo per questa riforma e non un clima poco felice. Ma forse non è questo il sistema migliore: il sistema delle preferenze è quanto di più lontano sia rispetto al rinnovamento della politica e a volte perfino corruttivo, sino al punto di consentire in alcuni casi il controllo del voto. Non vorrei che si confondessero il fine con lo strumento: si poteva scegliere l’alternanza di genere nella compilazione delle liste o si poteva bloccare, riservando delle quote al genere femminile».

Il capogruppo di Art. 1 – Mdp Daniele Cocco ha ricordato che «sono passati 53 mesi dall’approvazione della legge elettorale per il rinnovo del Consiglio regionale, una legge sulla quale votai contro perché non garantiva minoranze, territori e genere». Oggi, ha aggiunto, «rispetto a queste lacune ci stiamo mettendo una toppa ed è solo l’inizio di un cammino ancora da completare perché risolvere la questione del genere da sola non può bastare, quindi va chiarito che a nostro giudizio oggi non è una data storica ma un giorno importante perché si riconosce un giusto diritto». Piuttosto, ha ammonito Daniele Cocco, «auspico che a nessuno venga in mente di chiedere il voto segreto perché sarebbe insopportabile e farebbe fare una pessima figura a tutto il Consiglio regionale ed alla nostra stessa maggioranza che aveva messo questo punto al centro del suo programma elettorale, fermo restando che, a parte questo provvedimento, dovremo comunque tornare a parlare di legge elettorale perché c’è bisogno di molti correttivi».

Il capogruppo di Cps Pierfranco Zanchetta, dopo aver sottolineato positivamente la presenza in Aula di una donna in rappresentanza della Giunta, ha riconosciuto che «forse è ancora troppo presto per superare del tutto il pregiudizio sul genere ma comunque siamo sulla strada giusta e ci stiamo arrivando, lungo un percorso riformista che dovrà riguardare anche la legge statutaria deve essere sottoposta ad un profondo processo di manutenzione». E vero, infatti, ha proseguito, «che la riforma non è completa in quanto alla rappresentanza di genere va aggiunta quella dei territori». Quanto alla presenza femminile nella società sarda, secondo Zanchetta, «ha da sempre qualificato la nostra storia autonomistica mostrandosi capace di enormi sacrifici ed allo stesso tempo di grandi risposte».

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu, a favore, ha parlato di una buona legge che tuttavia, ha messo in luce, «contiene dubbi e perplessità soprattutto perché si è arrivati a discuterla con molto ritardo che sarebbe stato evitabile se si fosse ben considerato il processo complessivo di maturazione della società sarda». Nel merito, ad avviso di Rubiu, «la legge dimentica che maggiore presenza delle donne nelle liste e certezza di elezione cose che devono andare di pari passo, altrimenti tutto si potrebbe ridurre all’aumento della competizione fra colleghi ed all’introduzione di meccanismi pericolosi di controllo del voto». Anche la storia recente della Sardegna ha concluso, «dove la presenza della donna è cresciuta molto in tutti i territori e nel Sulcis in particolare, ci parla di percorsi compiuti solo grazie al merito ed è questa la strada maestra da seguire».

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu ha ripreso il tema, citato da molti interventi, della volontà comune del Consiglio regionale di legiferare sulla materia elettorale di genere. E bisogna riconoscere, ha osservato che «la commissione ha fatto un ampio approfondimento politico ragionando sullo lo schema di alternanza uomo donna al momento del voto; questo è un primo passaggio condivisibile al quale però è stato necessario aggiungere una riflessione sui cosiddetti micro collegi con un numero massimo di due candidati, dove si annida la disparità di trattamento che in teoria portava alla designazione di due uomini o due donne». Approvando questa legge, ha concluso, «abbiamo introdotto la doppia preferenza in tutti i collegi e questo da una parte era un altro passaggio ineludibile, dall’altra per certi aspetti  il minimo sindacale, perché la realtà dei Comuni sardi ci racconta di una presenza femminile sempre più diffusa che qualifica la pubblica amministrazione e la Sardegna ha molto bisogno di questa qualità».

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Antonello Peru (Forza Italia), 53 anni, è stato eletto vicepresidente del Consiglio regionale, con 28 voti. Stefano Tunis (Forza Italia) ha ottenuto 2 voti, Pietro Cocco (Partito democratico) 1 voto. Il consigliere regionale originario di Sorso subentra a Ignazio Locci (Forza Italia) dimessosi dalla carica e dal Consiglio regionale, in seguito alla sua elezione a sindaco di Sant’Antioco.

Antonello Peru ritorna così alla vicepresidenza dell’Assemblea, incarico dal quale venne sospeso sulla base di quanto previsto dalla legge Severino, con un decreto del presidente del Consiglio dei ministri del 5 marzo 2016, perché coinvolto nella cosiddetta “Sindacopoli”, per la quale risulta ancora indagato. Antonello Peru venne dichiarato decaduto (alla vicepresidenza gli subentrò Ignazio Locci), per essere poi reintegrato a fine marzo di quest’anno.