E’ stato presentato stamane, a Sassari, il Programma Nazionale Esiti dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas).
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E’ stato presentato stamane, a Sassari, il Programma Nazionale Esiti dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas), alla presenza dell’assessore della Sanità, Luigi Arru, dei direttori delle Aziende sanitarie e ospedaliero-universitarie, di dirigenti e funzionari dell’assessorato e di operatori di tutte le aree socio sanitarie e ospedaliere. Quello del sistema sanitario sardo disegnato è un quadro ancora variegato, caratterizzato da alti e bassi.
«Occorre ricordare – ha premesso l’assessore regionale della Sanità Luigi Arru – che si tratta di dati precedenti la riforma della Rete ospedaliera e la riorganizzazione delle Asl. Il nostro sistema ospedaliero si presenta, quindi, ancora frammentato e gli esiti degli interventi sanitari non sono ovunque positivi. Possiamo essere soddisfatti per la risposta sulla frattura del collo del femore, per esempio, mentre registriamo un ricorso ancora troppo alto ai parti cesarei. Il Programma non è una classifica delle strutture, ma è uno strumento che ci aiuta a capire dove si continua a non dare risposte efficaci e, quindi, a cambiare.»
Il Programma Nazionale Esiti (PNE) lavora sui dati forniti dai sistemi informatici delle Regioni e delle Aziende, prende in considerazione 19 indicatori per otto aree (cardiocircolatoria, nervosa, respiratoria, chirurgia generale, chirurgia oncologica, gravidanza e parto, osteomuscolare) delle strutture ospedaliere pubbliche e private, la popolazione di riferimento, il monitoraggio dei volumi di attività, i tempi di attesa per gli interventi, la mortalità ai trenta giorni, gli esiti.
Come sottolinea la stessa Agenas, «il PNE non produce giudizi di qualità in merito alle performance ospedaliere e la lettura di ciascuno degli indicatori resi disponibili necessita di un approccio critico e competente per la corretta comprensione dei limiti di validità e precisione delle stime (errori sistematici e errori casuali) e per un’interpretazione non distorsiva».
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