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Il deputato del Partito democratico Francesco Sanna replica al leader del Partito dei Sardi Paolo Maninchedda, dopo la pubblicazione nel suo blog “Sardegna e Libertà” di un editoriale molto critico sull’annuncio da parte dell’imperatore sanitario Moirano dell’imminente assunzione nella ATS sarda di circa 2.000 persone.
«Leggo abbastanza incredulo una nota del segretario del Partito dei Sardi Paolo Manichedda che intima al presidente della Giunta di bloccare l’annunciato piano di stabilizzazione nel settore della sanità pubblica. Io la penso esattamente al contrario dell’amico prof., che invito a ricredersi: lo schifo è il precariato e l’abuso della utilizzazione dei contratti interinali in sanità, non lo sforzo per eliminarlo», scrive in un post pubblicato sul suo profilo facebook Francesco Sanna.
«Più in generale credo che il modo di lavorare nella pubblica amministrazione qualifichi l’idea di Stato e di Regione che sta nei programmi di una forza politica – aggiunge Francesco Sanna -. Una pubblica amministrazione che agisce con imparzialità ed efficienza, come vuole la Costituzione, non può vedere quote significative di propri impiegati periodicamente sotto la ghigliottina dei contratti a termine, o peggio dei contratti interinali, di persone assunte per attività non straordinarie. La riforma della Pubblica Amministrazione che abbiamo voluto ed approvato in Parlamento ha tra i suoi obiettivi anche il superamento delle varie forme di precariato. Il decreto legislativo 75/2017 attua la riforma su questo punto, e vuole attivare, nel 2018 almeno 50.000 stabilizzazioni. In questo settore i precari sono oltre 37.000, di cui 10.000 medici. Chiunque utilizza il servizio della sanità in Sardegna può essere curato e assistito da professionisti che fanno lo stesso lavoro, ma che ingiustamente hanno un contratto diverso che lo regola. Penso che fare l’infermiere o il medico avendo un rapporto di lavoro stabile aiuti a costruirsi una vita più serena e ad affrontare il dolore e la malattia delle persone con una serenità, una concentrazione ed una dedizione diversa. I sindacati dicono che le stabilizzazioni da fare in Sardegna sono 2.300, e che nei reparti mancano 2.300 infermieri. Trovo molto ma molto strano che invece di esultare alla notizia di 6/800 stabilizzazioni possibili, si minaccino conseguenze politiche: come se i piani previsti dalle leggi non dovesse trovare attuazione anche a casa nostra.»
«C’è il pericolo, dice il Partito dei Sardi, di un uso strumentale delle stabilizzazioni, perché ci sono le elezioni – sottolinea ancora Francesco Sanna -. Segnalo che esistono nel nostro Paese norme penali che puniscono il voto di scambio, che è molto più facile estorcere facendo credere ad un ragazzo che sarà assunto o riconfermato nel suo contratto provvisorio da una agenzia interinale. Si tengano gli occhi aperti e si denuncino i comportamenti che alterano il gioco democratico: oggi chi opera nei luoghi di lavoro può farlo senza paura di persecuzioni anche alla legge sul whistleblowing che tutela i dipendenti pubblici o privati che segnalano reati o irregolarità. Penso, piuttosto, sia un rinnovato messaggio di legalità e di fiducia che occorra lanciare ai tanti lavoratori che si sentono discriminati per la loro condizione contrattuale e alle famiglie che con grandi sacrifici consentono ai loro figli di studiare e di non scrivere sulla certificazione del loro titolo di studio: “Raccomandato da”. Responsabilità, legalità e fiducia, piuttosto dell’obliquo riferimento alle autorità italiane (io capisco: la magistratura) che perseguiterebbe su delazione ideologica “i piccoli” nonsisachi.»
«Se si fermassero i piani di stabilizzazione per paura delle elezioni politiche di marzo 2018, si dovrebbero fermare anche per il turno delle elezioni comunali di qualche mese dopo; poi inizia la discesa verso lo scioglimento del Consiglio regionale alla fine dell’anno e la lunga campagna elettorale, poi nella primavera del 2019 ci sono le elezioni europee. E così democraticamente andando.
Quindi: attuiamo le buone leggi nazionali sulla amministrazione pubblica – conclude Francesco Sanna -, eliminiamo il precariato dalla sanità iniziando il prima possibile, lavoriamo tutti insieme alle migliori condizioni da assicurare ai malati nelle strutture della sanità sarda.»