E’ stata inaugurata venerdì 16 febbraio, presso La Fabbrica del Cinema alla Grande Miniera di Serbariu, a Carbonia, la mostra fotografica “Cantiere Zavattini”.
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E’ stata inaugurata venerdì 16 febbraio, presso La Fabbrica del Cinema alla Grande Miniera di Serbariu, a Carbonia, la mostra fotografica “Cantiere Zavattini”, curata da Orio Caldiron e Matilde Hochkofler.
Un omaggio che la Federazione Italiana dei Circoli del Cinema (FICC) e la Società Umanitaria insieme alla Cineteca Sarda di Cagliari, hanno voluto dedicare ad uno dei più intelligenti e poliedrici uomini intellettuali del Novecento, proprio a vent’anni dalla sua scomparsa.
La mostra racconta l’impegno in campo culturale di un uomo dalle mille sfaccettature, che ha ricoperto con entusiasmo e profonda dedizione ruoli come sceneggiatore, operatore culturale, scrittore, giornalista, pittore, ideatore di programmi radiofonici e televisivi di grande successo e, negli ultimi anni della sua vita, regista.
L’iniziativa mette in luce un grande combattente in favore della salvaguardia della cultura, proprio in un momento in cui i tagli al cinema e alla cultura in generale si fanno sempre più frequenti, andando così a minare l’opportunità di grande crescita ad un pubblico che l’apprezza sempre più.
Cesare Zavattini, attraverso i suoi capolavori cinematografici, racconta il mondo reale, narra la vita e gli intrecci di centinaia di soggetti, il complesso groviglio delle relazioni umane, a cui ha spesso affiancato al vivere quotidiano l’eccezionale.
Non a caso, tra le sue frasi più famose, troviamo: «Per me cultura significa creazione di vita».
Un intellettuale che nasce come scrittore e giornalista, per poi approdare al cinema, dando, come sceneggiatore, un apporto creativo determinante per il mondo del cinema italiano del dopoguerra.
Per Zavattini, infatti, il cinema non deve essere inteso solo come uno svago ma, soprattutto, come un momento formativo culturale importantissimo, un invito alla riflessione, al confronto, alla crescita e alla divulgazione di valori.
La mostra sarà visitabile sino a domenica 4 marzo.
Nadia Pische