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Il Consiglio regionale ha concluso la discussione regionale della nuova legge sugli appalti e ha dato via libera al passaggio agli articoli.
Per illustrare il provvedimento il presidente ha dato la parola al relatore Eugenio Lai (Art. 1 – Mdp). Lai ha ricordato in apertura il lavoro della commissione che ha sostanzialmente condiviso il testo apprezzando in particolare «la centralità della fase programmatoria, sia per le opere di competenza della Regione che per quelle di altri enti, esprimendo inoltre apprezzamento per l’autorizzazione unica che riduce e snellisce i tempi di progettazione ed esecuzione e per il riferimento alla qualità architettonica delle costruzioni pubbliche». Altre parti giudicate positivamente dalla commissione, secondo Lai, «l’introduzione dei principi di sostenibilità ambientale, la valorizzazione dell’importanza dei sopralluoghi, la semplificazione delle fasi di gara e la produzione di capitolati-tipo». «Rispetto al testo – ha proseguito Eugenio Lai – è stato introdotto un nuovo articolo, il 5/bis, che prevede la costituzione di una società di scopo per agevolare l’iter di realizzazione delle opere pubbliche ed infine, va sottolineato che il testo ha ottenuto dai capigruppo la corsia preferenziale, scelta giusta perché interviene in un momento di grande difficoltà per quanto concerne l’andamento dei lavori pubblici».
Il consigliere di Campo Progressista Francesco Agus, presidente della commissione Autonomia, ha parlato di «legge lungamente attesa e forse in notevole ritardo rispetto all’urgenza che il settore delle costruzioni pubbliche richiede». «La prima commissione – ha affermato Agus – ha discusso a lungo della materia anche per le sue ripercussioni sul sistema degli enti locali e sugli ordini professionali, per cui da un lato era necessaria una accelerazione, anche se probabilmente servivano passaggi di confronto ulteriori che, in Aula, consentirebbero di evitare errori». «Ci sono diversi emendamenti – ha spiegato Agus – che meritano di essere esaminati con attenzione; in particolare uno riguarda il fondo unico per gli Enti locali ed l’altro, quello della costituzione della società, sul quale ho alcune riserve perché a livello nazionale c’è una tendenza al contenimento e non all’espansione delle società pubbliche, per cui occorre riflettere ancora, auspico perciò un ragionamento allargato a soggetti esterni al Consiglio».
Per i Riformatori sardi, Luigi Crisponi ha definito il disegno di legge «una sfida su una materia importante e delicatissima per tutta la Sardegna, per le amministrazioni come per le categorie produttive ed i professionisti; le criticità sono e restano tante perché le questioni in ballo non sono da poco e già si parla di possibili impugnazioni da parte del Governo con riferimento al codice nazionale degli appalti e, sul piano interno, allo stesso ufficio legale della Regione». «In particolare – secondo Crisponi – emergono le lacune del confronto nelle commissioni, che è stato molto parziale, e potrebbero riservare sorprese negative: alla luce di queste considerazioni una accelerazione, che peraltro non ha precedenti nella storia del Consiglio, è quanto mai sconsigliabile per i rischi che comporta».
Parlando per il Pd, il consigliere Luigi Ruggeri ha manifestato apprezzamento per gli approfondimenti forniti dalla Giunta regionale «che ha ben dimostrato la difficoltà degli Enti locali di operare in un contesto così complesso richiedendo, appunto, una nuova legge organica; bene, inoltre, i riferimenti alla qualità architettonica, alla semplificazione del sistema, al migliore accesso sia ai lavori per le imprese attraverso la telematica che alle certificazioni richieste dalle gare, e bene anche il fondo di progettazione ed il recepimento di buone pratiche con un catalogo dettagliato per la predisposizione dei bandi». Luigi Ruggeri si è poi soffermato su altri passaggi della legge, dalla sensibilità ambientale all’uso di materiali locali per la realizzazione di interventi eco-compatibili. «Piuttosto – ha osservato in conclusione Ruggeri – la legge appare un po’ debole sul tema della responsabilità sociale dell’impresa, mentre ci sarebbe voluto più coraggio sia pure operando dentro gli spazi Ue; non basta limitarsi ad agevolare il cosiddetto lavoro difficile di soggetti ai margini del mercato ma occorreva il riferimento al ricorso eccessivo agli interinali e a meccanismi di contrasto alla concorrenza sleale anche di altri Paesi Ue, sulla scorta di positive esperienze nazionali ed europee».
La consigliera del gruppo Misto Annamaria Busia, ricordando la sua astensione in sede di commissione, l’ha motivata col mancato rispetto di alcune procedure legislative e soprattutto col mancato aggancio del testo al quadro normativo esistente, sostenendo fra l’altro che «la legge richiede un approfondimento con tutti i portatori di interesse, sia per alcune debolezze rilevate dall’ufficio legale della Regione, che per l’incertezza sullo strumento della centralizzazione degli acquisti, elementi che si inseriscono inoltre in un quadro nazionale in piena evoluzione». «Il mio non vuole essere un freno – ha chiarito Annamaria Busia – ma un rallentamento sarebbe opportuno, anche per evitare ulteriore confusione sul tema delle stazioni appaltanti alimentando ancora il contenzioso amministrativo; mi riservo l’esame di merito, in sede di dibattito, articoli ed emendamenti».
Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu ha sostenuto che «la legge, da troppo tempo attesa da quanti hanno subito oggettivamente i danni della normativa precedente che ha ulteriormente aggravato la crisi del settore delle costruzione, è quanto mai necessaria perché, dal 2005, il Consiglio ha tentato più volte di intervenire su un universo di imprese e persone che lavorano con la pubblica amministrazione con difficoltà enormi, aggravate da una giurisprudenza estremamente volubile e da regole differenti da una stazione appaltante all’altra». Quindi, a suo avviso, «questo è il momento migliore per fare una nuova legge al servizio della Sardegna, per usare con coraggio i poteri della Regione perchè oggi abbiamo un vissuto legislativo che prima non c’era e ci siamo mossi nei paletti fissati dall’Anac, per stare vicino alle imprese sarde comprese quelle micro, ai nostri progettisti e ai nostri fornitori, tutti soggetti senza tutele». «La legge – ha detto ancora Gianfranco Congiu – è anche n esperimento anche sotto il profilo etico perché molto condivisa con la società civile, che ha partecipato ad un dibattito pubblico secondo il modello francese, inviando numerose indicazioni esterne attraverso internet; certamente si può migliorare, ma il passaggio in commissione Bilancio non serve perché non ci sono impegni di spesa rispetto alla legge di stabilità e siamo in presenza di una norma programmatica».
Il capogruppo del Pd Pietro Cocco, dopo aver ricordato che la legge «è arrivata in Aula al termine della conferenza capigruppo nella quale sono stati concordati i passaggi successivi» ha parlato di una «legge importante che bisogna fare perché quella esistente risale al 2005 e, nel frattempo, il settore delle costruzioni è cambiato più volte ed ha vissuto una delle crisi più dure della sua storia».«Il nostro problema – ha proseguito il capogruppo del Pd – è quello della burocrazia, nel senso che non demonizziamo nessuno e nemmeno vogliamo sostituire il liberismo spinto ma piuttosto tenere conto di un quadro normativo avanzato, anche se l’Aula resta sovrana». «Tutti abbiamo ricevuto sollecitazioni dal mondo delle imprese – ha aggiunto Pietro Cocco – mettiamole a frutto con apertura e spirito costruttivo, fermo restando che nella legge ci sono molte cose buone, riordino della programmazione regionale semplificazione e snellimento delle procedure, attenzione alla qualità delle opere e degli interventi architettonici, ridefinizione del ruolo dell’ufficio tecnico regionale che a volte rende più complicati i piani urbanistici dei Comuni, attenzione ai nuovi professionisti».
Dopo Pietro Cocco, è intervenuta Alessandra Zedda (Forza Italia). «Avremmo gradito – ha detto la vicecapogruppo di Forza Italia – che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella avesse, stamattina, almeno detto due parole sullo Statuto». Nel merito del disegno di legge la consigliera è stata chiara: «Su questo provvedimento è necessaria la massima condivisione e la massima partecipazione della minoranza». Per Alessandra Zedda questa legge è importante e va fatta, ma c’è l’esigenza di limare la parte burocratica, semplificare le parti non chiare in modo da approvare un testo che sia uno strumento per lo sviluppo della nostra Regione.
Per la Giunta regionale è intervenuto l’assessore regionale ai lavori pubblici Edoardo Balzarini che ha detto: «Il filo comune tra tutti è il notevole interesse verso questa legge. Si tratta di una legge innovativa, originale che non vuole fare concorrenza ai testi normativi nazionali ma che anzi sviluppa aspetti che sono di competenza regionale. Quindi non è una sfida al governo centrale. Anzi, colma un vuoto legislativo. Certo, essendo una legge innovativa, è una legge che osa, ma questo non vuol dire entrare in competizione con lo Stato».
Il presidente Gianfranco Ganau ha messo in votazione (per alzata di mano) il passaggio agli articoli che è stato approvato. La seduta è stata tolta. Il Consiglio sarà convocato a domicilio.