17 August, 2024
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È deceduto ieri nel reparto di Rianimazione del Santissima Annunziata di Sassari il paziente che, il 12 gennaio scorso, era stato ricoverato nell’ospedale sassarese per una gravissima forma di polmonite da influenza H1N1. Il paziente, proveniente da Lanusei, in stretta collaborazione con il reparto dell’Anestesia e rianimazione dell’ospedale “Nostra Signora della Mercede”, era stato trasportato a Sassari dall’equipe della Rianimazione dell’Aou di viale San Pietro grazie alla “missione” Ecmo mobile.

Il paziente – fanno sapere i medici – è deceduto per le complicanze dell’infezione contratta.

Il paziente, dal momento del suo arrivo, è rimasto sempre sotto assistenza del macchinario Ecmo, cioè sotto ossigenazione extracorporea del sangue. I medici sassaresi del centro Ecmo, in queste settimane, hanno fatto il possibile per salvare la vita del paziente 50enne.

La direzione dell’azienda e il personale medico esprimono ai parenti il loro cordoglio per la scomparsa del paziente.

La “missione Ecmo mobile”, realizzata dall’equipe dell’Aou di Sassari, era durata circa nove ore ed è stata la prima ad essere effettuata in Sardegna all’esterno di un ospedale dove di solito viene applicata questo tipo di tecnica.

Ad essa sono seguite altre tre missioni portare a termine con successo dall’equipe dell’Ecmo mobile con la successiva cura dei pazienti nel Centro di Sassari.

L’Ecmo, ‘extracorporeal membrane oxygenation‘ cioè l’ossigenazione extracorporea a membrana, è una tecnica di ossigenazione artificiale utilizzata in terapia intensiva per trattare pazienti con insufficienza respiratoria acuta grave potenzialmente reversibile ma refrattaria al trattamento convenzionale con il respiratore meccanico.

Le Rianimazioni dell’Aou di Sassari sono centro di riferimento regionale per l’insufficienza respiratoria acuta, Cres, e sono inserite nella rete nazionale “Respira”, specializzata nel trattamento delle insufficienze respiratorie acute severe.

E proprio a Sassari erano state trasferite altre due pazienti con gravi problemi respiratori sottoposte a Ecmo: una paziente trasferita da Olbia e una da Cagliari entrambe con missione ecmo mobile. Con il miglioramento della patologia esordita con la sindrome influenzale e grazie al tempestivo intervento e le cure dei sanitari non hanno più avuto bisogno dell’assistenza attraverso il macchinario per l’ossigenazione extracorporea del sangue. Una di esse, già oggi, potrebbe lasciare anche la Rianimazione.

 

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Lunedì 5 febbraio verrà inaugurato un nuovo servizio wi-fi nella Biblioteca comunale di viale Arsia. L’Amministrazione comunale ha acquistato, alla fine del 2017, una piattaforma per la gestione del servizio Internet che, dopo un breve periodo di configurazione e conseguente formazione degli operatori, è pronta per essere messa a disposizione degli utenti. 

Il servizio, denominato “Biblioteca wi-fi”, consentirà ai cittadini che si recheranno sul posto di poter navigare gratuitamente su Internet, con un utilizzo giornaliero fino a un massimo di 2 ore, tramite computer portatile, palmari e telefoni cellulari dotati di scheda wireless.
Per poterne usufruire, gli utenti dovranno essere iscritti al servizio della Biblioteca e, per i minorenni, è richiesta l’autorizzazione dei genitori.
«Siamo contenti di poter garantire un servizio al passo con i tempi ai tanti utenti che quotidianamente si recano in Biblioteca per esigenze di studio e di lavoro. Questa nuova funzionalità dimostra che il comune di Carbonia si sta muovendo in direzione di una progressiva digitalizzazione e informatizzazione», ha affermato il sindaco Paola Massidda.

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Dopo la riunione svoltasi il 22 gennaio scorso, ieri pomeriggio, nella sala riunioni della Torre Civica, l’assessore delle Attività produttive Mauro Manca ha incontrato nuovamente i commercianti, gli imprenditori e gli artigiani della città di Carbonia per stabilire tutti i dettagli in merito alla prossima istituzione del Centro commerciale naturale. «Un incontro proficuo e risolutivo – ha affermato l’assessore Manca -. L’Amministrazione comunale è pronta a costruire un nuovo percorso insieme agli operatori commerciali. Il Centro commerciale naturale, una nuova entità di cui il Comune di Carbonia sarà socio onorario, potrà contribuire alla rivitalizzazione e riqualificazione della città. Una moderna forma di aggregazione e cooperazione tra i commercianti del centro urbano, mirata a realizzare politiche comuni di marketing, pubblicità e comunicazione».
Ai fini dell’istituzione di questo nuovo strumento, intanto, l’ufficio Attività produttive del comune di Carbonia ha predisposto la modulistica che dovrà essere compilata e sottoscritta dagli imprenditori, i commercianti e gli artigiani che intendono aderire al nuovo Centro commerciale naturale. I moduli, corredati da documento di identità, dovranno essere consegnati a partire da lunedì 5 febbraio ed entro e non oltre la data di lunedì 19 febbraio all’Ufficio Attività produttive, situato nella Torre Civica, dal lunedì al venerdì, dalle ore 9.00 alle ore 13.00. Per coloro che fossero impossibilitati a recarsi presso gli uffici comunali, sarà possibile delegare terze persone. Per maggiori informazioni è possibile telefonare al numero 0781 694405.
Soddisfazione è stata espressa anche dal sindaco Paola Massidda: «il Centro commerciale naturale può rappresentare una risposta alla crisi dei centri storici tradizionali e alle difficoltà del commercio al dettaglio, soprattutto a seguito dell’espansione della grande distribuzione organizzata, sviluppatasi in particolar modo nelle zone periferiche. La presenza di questa nuova entità può contribuire in modo determinante al riequilibrio del rapporto tra centro e periferia».
L’assessore delle Attività produttive, Mauro Manca, ha convocato per giovedì 22 febbraio, alle ore 15.00, un nuovo incontro, in sala polifunzionale, per fare il punto della situazione con i commercianti.

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L’assessorato degli Enti locali, finanze ed urbanistica ha pubblicato due avvisi con cui intende acquisire due manifestazioni di interesse per la copertura dell’incarico di Direttore del Servizio gestione contratti di funzionamento degli uffici regionali e del Servizio finanze e supporti direzionali.

Possono presentare domanda le/i dirigenti appartenenti al sistema Regione con contratto a tempo indeterminato in possesso dei seguenti requisiti:
– cittadinanza italiana;
– godimento dei diritti civili e politici.

Le candidature dovranno pervenire entro le ore 13.00 del 6 febbraio 2018 all’Ufficio di Gabinetto dell’Assessore degli Enti locali, finanze e urbanistica esclusivamente con consegna a mano o trasmissione via PEC all’indirizzo eell.assessore@pec.regione.sardegna.it .

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Con il decreto del ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare del 28 ottobre 2017, è stato riconfermato, per altri tre mesi, il  commissario straordinario del Parco Geominerario Storico ed Ambientale della Sardegna, Tarcisio Agus, ed in relazione allo stesso, richiesta relazione a fine mandato.

Al termine dei tre mesi, Tarcisio Agus ha inviato la relazione di fine mandato al ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare Direzione Generale per la protezione della natura e del mare e, per conoscenza, alla Regione Autonoma della Sardegna ed al presidente della Comunità del Parco, il sindaco di Iglesias Emilio Gariazzo.

Relazione di fine Mandato

Dopo l’incontro tenutosi a Roma, presso gli uffici di codesto ministero, il 28 novembre 2017,  di cui si è redatto puntuale verbale, con la sintesi dei temi più rilevanti: Personale – Trasparenza – Anticorruzione – OIV – Bilanci Consuntivi – Regolamento Amministrazione e Contabilità – Piano di Gestione Siti Minerari – Piano dei siti minerari prioritari, nonostante le difficoltà per la carenza di personale, dopo la nomina del direttore, Dott. Ciro Pignatelli, avvenuta con delibera commissariale n. 34 del 19.10.2017 e la presa in servizio il 25 ottobre 2017, si è proceduto da subito alla  predisposizione del Piano della Performance 2017/2019, scaduto a Gennaio 2017, (per il quale l’OIV ha rilasciato parere positivo) e dell’aggiornamento e implementazioni della sezione Amministrazione trasparente.

Con Determinazione commissariale n. 36 del 27 novembre 2017, si è proceduto alla Ricognizione delle eccedenze del personale, ai sensi dell’Art.33, Comma 1, del D. LGS N.165/2001. Annualità 2017

Da subito ci si è preso in carico i numerosi atti che da tempo attendevano d’essere evasi. In particolare: rendicontazioni per le liquidazioni ai Comuni ed alle associazioni, beneficiarie di contributi a seguito del bando del 2 novembre 2016, avvenuto con determina n. 222 e conclusosi, con la graduatoria degli ammessi datata 6 giugno 2017, determinazione n. 69.

Questa operazione tutt’ora in atto è resa difficile dalla mancanza di atti, oggetto a suo tempo di prelievi da parte degli organi giudiziari, per tutta una serie di denunzie anonime e non,  al quale il Parco negli anni addietro è stato sottoposto. Il ricostruire, con i comuni o con i beneficiari di finanziamento, il percorso deliberativo impegna tutto il personale del Parco,  a discapito di nuove azioni di programmazione. Ciò nonostante, si guarda al pregresso ma anche ad una nuova programmazione,  nell’ottica di una futura stabilizzazione dell’Ente con tutta la sua pianta organica prevista ed i suoi organi statutari: Presidente e Consiglio Direttivo.

E’ in preparazione la redazione del bilancio di previsione 2018.

Sono state avviate una serie di azioni da attuarsi con la  programmazione  2018 e in particolare, con deliberazione N.38 del 29 Dicembre 2017,  si è programmato, in partenariato con altri soggetti in ambito nazionale, comunitari ed internazionale, tre incontri formativi,  rivolti ai giovani imprenditori, amministratori locali, studenti, laureati o laureandi in materie geologiche, economiche, ambientali e turistiche, ai funzionari di amministrazioni e istituzioni pubbliche e private, ad esperti in pianificazione ambientali e del territorio, alle guide turistiche e ambientali, ai Tour Operator e manager del turismo, ecc., in tre aree del Parco, Sulcis-lglesiente, Sarrabus-Gerrei e Arburese-Guspinese

La realizzazione di questo progetto formativo sperimentale, costituisce elemento significativo e di opportunità di nuove forme di occupazione alla luce di esperienze ormai consolidate nel resto dell’Europa.

Con determinazione del direttore n. 134, del 29.12.2017, si da corso ad un importante evento, al quale ne seguiranno degli altri, per riattivare i percorsi in sotterraneo dei siti minerari  prioritari. In questa occasione sarà presentata la riapertura della galleria “Anglo Sarda”, presso la Miniera di Montevecchio – Guspini.

Le iniziative culturali, di promozione e di sensibilizzazione delle comunità ex minerarie, rientrano nel programma che il Parco ha iniziato a promuovere per l’anno Europeo del Patrimonio Culturale.

Come già accennato nella precedente relazione il Parco intende operare anche nel campo della ricerca e per il 2018 sosterremo due importanti interventi di ricerca archeologica entro il perimetro del Parco ed in particolare nel comune di Arbus, ove i due importanti eventi si sono manifestati:

Scavo del sito Mesolitico di “Domu de S’Orku” a ridosso delle miniere di Ingurtosu e Montevecchio, in comune di Arbus. L’intervento è previsto con l’Università di Cagliari – Dipartimento di Scienze Chimiche e Geologiche.

Studio dei materiali e della possibile presenza ancora in situ di materiali del carico Nuragico,  lingotti di stagno e piombo, rinvenuti, sempre in territorio di Arbus, in regione Rio “Domu de S’Orku”, con la collaborazione, per lo studio degli isotopi dei materiali, dell’Università della Ruhr – Universitat Bochum.

Nell’ottica della promozione delle aree minerarie, su richiesta dei Comuni di Arbus e Guspini, il Parco sostiene la promozione delle aree minerarie di Montevecchio e Ingurtosu, con il primo Rally “Parco Geominerario”, marzo 2018. Una iniziativa sportiva di carattere Nazionale che porrà all’attenzione del vasto pubblico per quattro giorni, l’area mineraria del Guspinese Arburese, promuovendone i luoghi, la cultura e la storia.

Da diversi anni a cominciare dal 2011 o forse anche prima il Parco impegnò parte dei suoi avanzi per intervenire su diverse aree, con l’ottica di migliorarne la fruibilità, ampliare il recupero e promuoverne le visite. Forse l’alternarsi dei Commissari con le diverse visioni, hanno frenato l’azione, accrescendo i residui.

In questo fine 2017 abbiamo ripreso buona parte della suddetta programmazione e costituito le condizioni perché quegli  gli impegni ed altri siano concretamente assunti, nell’ottica di promuovere una nuova azione di fiducia e di collaborazione con i Comuni, perché il Parco possa diventare strumento, non solo di conoscenza, ma anche di sviluppo economico dei suoi territori.

Gli interventi previsti:

Buggerru – per manutenzione ed interventi presso il Museo della Miniera;

Carbonia – per progetto di cartellonistica entro e fuori dal complesso di Serbariu;

Fluminimaggiore – per sistemazione e pavimentazione area esterna miniera “Su Zurfuru”;

Iglesias  – per intervento di completamento della seconda sala espositiva minerali presso l’Istituto Minerario;

Lula – per sistemazione viabilità di accesso alla miniera di “Sos Enattos”;

Masullas – per opere di completamento Geo Museo Monte Arci;

Montevecchio – Guspini – per intervento per la predisposizione del Piano Particolareggiato del Borgo minerario autentico di Montevecchio;

Montevecchio – per intervento recupero Direzione della Miniera di Montevecchio;

Montevecchio – Arbus – per intervento di messa a norma degli immobili della foresteria e dell’Ufficio Geologico;

Nuxis – per lo studio del sito minerario “Sa Marchesa”

Pau – per manutenzione straordinaria del museo dell’ossidiana;

Sant’Antioco – per segnaletica nelle aree costiere.

Villamassargia – per intervento di ripristino distribuzione idrica ed elettrica presso il villaggio minerario di “Orbai”;

Villasalto – per interventi da realizzarsi nel sito minerario di “Su Suergiu”;

Questa nuova azione punta anche a riprendere una seria promozione e visibilità del parco. Attraverso la gestione dei siti turistici minerari, sulla base dell’approvazione del Piano di Gestione dei siti prioritari.

Dopo gli otto incontri territoriali con gli 87 comuni del Parco, si è condiviso di predisporre nuovo materiale promozionale che valorizzi le otto aree del Parco, con i suoi siti minerari, ma anche i geositi, gli ambiti paesaggistici, l’archeologia e le produzioni artigianali e agroalimentari, nonché tutto il sistema della ricezione.

Si è concordato di dar seguito ad una Carta del Parco della Sardegna, ad otto Carte Territoriali di Area, per meglio descriverne ed indicarne la fruibilità e un libretto per Area ove siano raccolti tutti i contenuti dell’Area in oggetto: i Comuni, i siti, le percorrenze, le attività produttive artigianali e agroalimentari. I numeri di telefono e le mail utili per accompagnare la fruizione del territorio in sicurezza.

Con il suddetto materiale il Parco, nella programmazione 2018, sta valutando ove promuovere la rete del Parco ed in particolare si stanno avviando le consultazioni, con le aree dei parchi più importanti d’Europa, per  un allestimento del Parco Geominerario Storico ed Ambientale della Sardegna, onde favorire un possibile flusso verso la Sardegna dei milioni di visitatori dei Parchi Europei.

In quest’ottica si sta già lavorando per ospitare nel prossimo autunno,  gli 80 delegati delle aree industriali d’Europa facenti parte dell’ERIH (European Route of Industrial Heritage).

L’adesione al Patrimonio Europeo Industriale ci consente di ampliare la promozione delle nostre aree minerarie dismesse. Nel precedente incontro dell’autunno scorso a Copenaghen il Parco Geominerario si è posto all’attenzione di tutti i rappresentati delle aree industriali europee che hanno manifestato il desiderio di realizzare in Sardegna il prossimo appuntamento annuale, per fare il punto sulla promozione delle rispettive aree e con  delle escursioni per conoscere le realtà del paese ospitante.

L’ERIH Italia ha sostenuto con convinzione tale ipotesi e nei prossimi giorni di Febbraio inizieremo le valutazioni opportune per poter soddisfare i requisiti richiesti dall’ERIH per ospitare l’importante evento.

Il 12 gennaio scorso, il Parco Geominerario ha  presentato a Roma, al ministro della Pubblica Istruzione, Valeria Fedeli, l’importante lavoro portato avanti dai giovani Unesco della Sardegna, con l’iniziativa Unesco Edu. La ministra ha apprezzato il lavoro svolto che ha  unito, sotto lo stesso obbiettivo, i quattro siti Unesco presenti nell’isola:

1) – La Fondazione Barumini, importante realtà aziendale sarda, fondata sul turismo culturale che gestisce i beni culturali di Barumini ed in particolare il complesso nuragico “Su Nuraxi”, inserito nel 1997 nelle liste del Patrimonio Mondiale dell’Umanità Unesco.

2) – I Tenores di Bitti “Remunnu ‘e Locu”, un gruppo rappresentativo di canto corale sardo di grande importanza nella tradizione isolana, quale espressione artistica di matrice originale e autoctona, nonché espressione sociale del mondo agro – pastorale, fortemente caratterizzante l’isola.

3) – Intergremio Città di Sassari. L’intergremio città di Sassari è un sodalizio che sin dal 1979 raggruppa i Gremi cittadini ai fini di coordinare le attività e promuovere iniziative di interesse strategico per la comunità grembiale. I Gremi rappresentano le antiche corporazioni di arti e mestieri, che in Sardegna assunsero profili particolari in quanto assommarono alle dimensioni corporativa, quella religiosa. Ogni Gremio è devoto ad un Santo o Santa. L’espressione più nota di tale tradizione è la Discesa dei Candelieri (in sassarese “Faradda”), processione votiva che da secoli si svolge il 14 agosto e che vede i Gremi accompagnare un pesante cero ligneo, sollevato a braccia e fatto danzare da otto “portatori”, lungo un percorso definito che culmina con l’ingresso nella chiesa di Santa Maria. Dal 2013, la festa è stata  riconosciuta Patrimonio Immateriale dell’Umanità Unesco.

4) – Il Parco Geominerario Storico ed Ambientale della Sardegna che si estende su tutto il territorio isolano ed è il custode di una ricchissima storia geologica risalente a più di 500 milioni di anni fa, che mostra i segni di una straordinaria varietà di eventi occorsi tra il Paleozoico e il Quaternario. Il territorio del Parco è caratterizzato dall’alternarsi di rocce sedimentarie, metamorfiche e magmatiche e da un’ affascinate varietà di depositi minerari che vengono sfruttati dall’uomo da migliaia di anni, come dimostrato dall’abbondante presenza di siti archeologici.

I quattro ambiti Unesco Sardegna hanno offerto ed offriranno anche per il futuro interessanti contributi al programma: Patrimoni e Paesaggi tra ieri, oggi e domani. I temi Unesco ci sono tutti, legati al patrimonio materiale ed immateriale, alla storia, all’ambiente naturale, ai saperi, alle tradizioni, alle arti, e ai mestieri, con la prospettiva di poter creare ambienti di vita e di apprendimento significativi per i ragazzi, col fine di ampliare la loro conoscenza in merito alle attività  condotte dall’Unesco e stimolarne una maggior sensibilizzazione.

In questa fase finale dell’incarico è stato redatto il progetto per l’utilizzo di 15 unità lavorative provenienti dai cantieri Ati – Ifras proponendo alla Regione Sardegna di aprire quattro piccoli cantieri dislocate nelle aree del Parco ed in particolare a Lula; Orani; Montevecchio – Guspini e sede del Parco Geominerario ad Iglesias: i costi relativi al progetto sono a totale carico della Regione Sardegna e, non ci sono risorse economiche su questo progetto a valere sui fondi disponibili  del Bilancio dell’Ente.

Gli interventi proposti si pongono in continuità con altri interventi già posti in essere dal Consorzio del Parco e prevedono:

I1) l’esecuzione di piccoli interventi di manutenzione ordinaria, con annessi interventi di sistemazione delle aree verdi pertinenziali (Villa Pertusola) – Comune di Iglesias.

I2) la valorizzazione del Borgo Minerario di Montevecchio (sistemazione e cura degli spazi verdi e delle aree attrezzate a gioco e a sosta, manutenzione staccionate e cartellonistica)

I3) la manutenzione e/o il ripristino della sentieristica esistente e la pulizia dei Siti minerari di Guzzurra e Arghentaria ai fini dell’accessibilità (sfalcio d’erba, pulizia di arbusti, manutenzione cunette, riassetto del fondo, etc);

I4) la manutenzione e/o il ripristino della sentieristica esistente e la pulizia dei Siti minerari di San Francesco, Sa Menta, Istellai e Lasasai Bonu Core ai fini dell’accessibilità (sfalcio d’erba, pulizia di arbusti, manutenzione cunette, riassetto del fondo, etc).

Gli interventi, articolati in un unica fase, verranno attivati in contemporanea per tutti siti, impiegando tutto  il personale sino al 31.12.2018 (11 mesi).

Il personale impiegato:

Struttura di coordinamento tecnico/amministrativo:

n. 1 tecnico laureato – laurea specialistica in ingegneria;

n. 1 impiegati tecnici – diploma;

n. 1 impiegati amministrativi – diploma.

Totale lavoratori n. 3.

Alla struttura di coordinamento verrà affidato il compito di verificare il buon andamento dei lavori dal punto di vista tecnico/amministrativo di tutti gli interventi. In particolare:

– il tecnico laureato assumerà il ruolo di direttore dei lavori ai sensi del D. Leg.vo 50/2016 e s.m.i. e di responsabile dei lavori ai sensi del D.Lgs 81/2008 e s.m.i.;

– l’impiegato tecnico, farà parte dell’ufficio della direzione lavori con compiti di assistenza, contabilità e misura, ufficio acquisti, coordinamento, etc;

– l’impiegato amministrativo, farà parte dell’ufficio della direzione lavori con compiti di assistenza, contabilità e misura, ufficio acquisti, rendicontazione, gestione del personale, elaborazione buste paga, etc;

La struttura di coordinamento avrà sede operativa a Iglesias, presso gli uffici del Consorzio.

Squadre operative

si prevede la costituzione di complessive 4 squadre composte da 3 lavoratori con esperienza specifica in interventi di tipo ambientale con le seguenti qualifiche:

n. 1 lavoratore specializzato con mansioni di caposquadra/capocantiere;

n. 1 lavoratore qualificato con mansioni di operatori del verde;

n. 1 lavoratore qualificato con mansioni generiche.

Totale lavoratori n. 12

Le quadre operative saranno distaccate in misura di una per area di intervento, con sede operativa nell’area dei lavori e sede d’appoggio (per servizi igienici, spogliatoi e locali mensa, ricovero attrezzi e/o mezzi) presso locali comunali, messi a disposizione in maniera gratuita dalle amministrazioni comunali di competenza.

La quadra operativa impiegata a Iglesias avrà sede di appoggio presso i locali del Consorzio del Parco Geominerario.

Tutto il progetto, costo personale, attrezzature, noli e materiali, sono interamente a carico della regione Sardegna.

Nel giorno di lunedì 22 il dott. Roberto Rizzo, referente per il Parco Geominerario della rete Global Geoparks ha ricevuto in forma ufficiosa, in inglese, il risultato dell’ispezione Unesco tenutasi dal 15 al 18 Luglio scorso: in riscontro alla sua richiesta, le allego il rapporto della seconda sessione del Global Geoparks Council (Zhijindong Cave UNESCO Global Geopark, People’s Republic of China, 16/17 September 2017), diffuso dall’UNESCO.

Parti relative al Parco Geominerario della Sardegna (pag. 41).

Molto cordialmente,

Arnaldo Minuti

***

189. Parco Geominerario della Sardegna (Italia)

190. Nessun conflitto di interessi è stato dichiarato dai membri dell’UGGpC [N.d.T – UNESCO Global Geoparks Council of the International Geosciences and Geoparks UNESCO Programme (IGGP)]

191. A seguito del report di rivalidazione della Sardegna (Italia), l’UGGpC ha deciso di assegnare un cartellino GIALLO per le seguenti motivazioni:

a) C’è ancora confusione tra le otto “aree principali”, nonostante il Geoparco sia stato sottoposto quattro anni fa ad un’estensione significativa per l’inclusione dell’intera isola. Sono stati compiuti progressi insufficienti per includere l’intera area come Geoparco Globale UNESCO con il confine aggiornato non visibile nemmeno su mappe e pubblicazioni.

192. Sono state fatte le seguenti raccomandazioni:

1) Assicurarsi che tutte le pubblicazioni, le mappe, i pannelli e il sito web siano aggiornati per rispecchiare il confine del Geoparco (l’isola completa) e garantire che tutto il personale e i partner siano pienamente informati del confine in modo che possano esserne ambasciatori e contribuire alla comunicazione in modo appropriato.

2) Continuare a lavorare con le comunità per migliorare la visibilità attraverso la segnaletica e la divulgazione (attraverso varie forme, non solamente i pannelli).

3) Estendere strutture e infrastrutture dalle aree principali all’intera isola.

4) E’ necessario sviluppare ulteriormente le attività geoturistiche al di là delle aree principali.

5) Continuare con l’implementazione e l’adozione degli aspetti e meccanismi della partecipazione comunitaria anche nell’area di estensione. E’ stato notato che occorrerà un periodo significativo per l’incorporazione di tutta l’isola.

6) Il Geoparco deve essere molto più attivo nel networking a livello internazionale.

7) Rafforzare il coinvolgimento nelle attività della Rete Globale dei Geoparchi e della Rete Europea dei Geoparchi che promuove il valore internazionale del territorio attraverso le  i Geoparchi Globali sotto l’egida UNESCO dei Geoparchi Globali.

Si raccomanda una migliore partecipazione alle comunicazioni di gruppo.

La partecipazione attiva a conferenze (presentazioni orali), fiere internazionali e alle partnership internazionali con gli altri Geoparchi sono anch’esse obbligatorie come membri dell’EGN, del GGN e dell’International Geoscience and Geoparks Program (IGGP). Il Geoparco [N.d.T – il Parco Geominerario] è fortemente esortato ad essere un membro attivo e contribuire alle attività di rete internazionali.

Nelle more dell’ufficialità, si è ritenuto, comunque di portarla all’attenzione del pubblico e nel contempo si sta già operando per far fronte non solo alle raccomandazioni, ma al superamento del punto a),  nocciolo duro del problema.

Il Commissario Straordinario

Prof. Tarcisio Agus

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«La volontà dei sardi, espressa anche attraverso la massiccia raccolta di firme a sostegno del quesito referendario, per quanto giudicato inammissibile dagli uffici regionali preposti, è talmente chiara da fugare ogni dubbio persino dei più scettici, se mai ce ne fosse qualcuno. Per questo occorre essere conseguenti, come se il referendum fosse già stato celebrato ed il risultato chiaro.»

Lo dice il consigliere regionale Cesare Moriconi, consigliere regionale del Partito democratico, primo firmatario di una proposta di legge nazionale depositata nell’ottobre del 2016, mirata al riconoscimento dello svantaggio, determinato dalle condizioni d’insularità, e al rafforzamento di particolari condizioni dell’autonomia e di misure di sviluppo fiscale per le attività produttive attraverso forme di incentivazione e defiscalizzazione.

In una lettere inviata al presidente Ganau e ai capigruppo del Consiglio regionale, Moriconi propone l’avvio immediato dell’iter legislativo che veda riconosciuto nello Statuto di Autonomia il principio del riconoscimento della condizione fisico geografica di insularità e ultra perifericità della Sardegna nel panorama europeo e nazionale.

L’urgenza della discussione deriva anche dal fatto che le lungaggini dei tempi dell’eventuale ricorso all’inammissibilità della proposta referendaria, non consentirebbero l’approvazione in Consiglio regionale della legge entro l’attuale legislatura, ormai prossima alla scadenza.

«E’ palese – scrive Moriconi – l’unanimità delle forze politiche e sociali sarde su una questione che attende, a questo punto, solo l’atto legislativo in grado di sancire costituzionalmente quel principio, previsto dall’articolo 174, terzo comma, del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea, scritto proprio per ridurre lo svantaggio in cui si trovano costrette regioni come la nostra.»

«Sono convinto – conclude Moriconi – che ci siano, in Consiglio regionale, le condizioni politiche per condividere un’unica proposta di legge, al fine di rappresentare tutti insieme, in sede parlamentare, la volontà di un popolo e la rivendicazione di un diritto che non potrà non esserci riconosciuto. Per questo sono disposto a ritirare la mia proposta di legge, per poterla discutere e riscrivere tutti insieme.»

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Il progetto di risanamento della rete idrica di Vallermosa (importo del finanziamento 160 mila euro) rientra nella tipologia delle “convenzioni a 3” in virtù dei soggetti coinvolti – Abbanoa, Comune ed Egas – che affida agli uffici comunali la realizzazione dell’intervento. Con la chiusura della gara d’appalto da parte del Comune  a breve partirà il cantiere.

Più in generale però, l’anzianità e il degrado delle reti, ha spinto Abbanoa ad attivare moderni criteri di gestione delle reti acquedottistiche: il Comune di Vallermosa figura anche tra i primi 130 Comuni interessati dal progetto sulle reti intelligenti (progetto Oliena).

I Comuni gestiscono direttamente gli interventi dei propri territori occupandosi dell’iter di realizzazione e assumendosi direttamente la responsabilità della progettazione, della gara d’appalto e della realizzazione delle opere; Egas mantiene le funzioni di controllo e garantisce la certezza dei tempi di erogazione delle risorse; Abbanoa supervisiona tutte le fasi dell’iter affidato al Comune e, una volta completate le opere previste nell’intervento, le prende in gestione e le mette in esercizio. E’ l’iter definito delle cosiddette “convenzioni a tre”, accordi che coinvolgono tre soggetti – Abbanoa, Egas e Comune – e che puntano ad accelerare la realizzazione delle opere liberandole (almeno in parte) dal peso della burocrazia, con  tempi e passaggi amministrativi inferiori rispetto al normale iter.

La rete idrica del comune di Vallermosa, nella via Roma e nella Piazza San Lucifero, è alimentata attraverso un tubo esterno posato nel 2010 per sopperire a una situazione di emergenza ma quella che doveva essere una soluzione provvisoria di fatto ha “resistito” nel tempo. Ora, grazie alla convenzione firmata tra Abbanoa, Comune ed Egas, e ai successivi passi in avanti compiuti dai soggetti coinvolti, sarà finalmente possibile sanare la situazione e procedere con l’eliminazione del tubo esterno.

Gli interventi previsti comprendono quindi la rimozione del tubo esterno e la realizzazione di una condotta interrata perfettamente in linea con la normativa vigente, per 388 metri in via Roma e 79 in Piazza San Lucifero. E’ prevista anche la sostituzione di alcuni allacci ed il collegamento di alcuni allacci esistenti e perfettamente a norma alla nuova condotta in progetto.

Obiettivo generale dell’intervento è il ripristino delle condizioni di salute e sicurezza della distribuzione idrica, per un totale di 526 metri così distribuiti:

  • Reti via Roma 388,50 mt
  • Collegamento Via Vittorio Veneto 6,00 mt
  • Attraversamento per canale Via Roma 8,00 mt
  • Collegamento Via Garibaldi 12,00 mt
  • Collegamento Vico I Roma 32,00 mt
  • Reti Piazza San Lucifero 79,50 mt

Sul fronte dell’efficientamento delle reti Abbanoa ha definito la metodologia GAR (gestione attiva delle reti) che, partita da Oliena, è stata estesa a 130 comuni entro il 2018 e ulteriori 100 entro il 2019. Progetto e metodologia di lavoro che punta proprio a invertire il paradigma: non più sostituzione di tratti di rete ma “efficientamento” delle reti esistenti, da rendere “intelligenti” adottando tecnologia e strumenti evoluti.

La rete di distribuzione idrica di Vallermosa è quindi interessata dall’appalto denominato “Servizi tecnici specialistici per l’efficientamento idraulico, energetico e gestionale (ingegnerizzazione) delle reti idriche di distribuzione in 130 comuni della regione Sardegna caratterizzati da un elevato tasso di dispersione idrica”.

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Un percorso di 400 chilometri unico al mondo, un itinerario esclusivo fatto di miniere dismesse, gallerie affacciate sugli scogli, villaggi fantasma e antiche ferrovie che si perdono nei boschi. Dal mare cristallino di Sant’Antioco alle fitte foreste del Marganai, dalle bianche dune di Piscinas alle spettacolari grotte di Is Zuddas, il Cammino minerario di Santa Barbara è un viaggio alla scoperta della Sardegna sud-occidentale, nel nome della patrona dei minatori le cui chiesette puntellano l’intero percorso. Il Cammino, che ha il riconoscimento ufficiale del Ministero fra i percorsi italiani, ha ricevuto un finanziamento regionale di mezzo milione di euro. Per valorizzarlo, l’assessorato della Programmazione attraverso il Centro regionale di Programmazione sta elaborando un progetto insieme alla Fondazione del Cammino di Santa Barbara e con il coinvolgimento di Carbosulcis, Forestas, Parco Geominerario ed Igea.

«Qui si cammina sulla terra più antica d’Italia, lungo un itinerario tra mare, monti, miniere, chiese e testimonianze uniche della millenaria epopea mineraria della Sardegna» ha detto Raffaele Paci concludendo l’assemblea dei soci della Fondazione presieduta da Giampiero Pinna e convocata nella miniera di Monteponi a Iglesias: ne fanno parte 21 Comuni, la Diocesi e l’associazione Pozzo Sella, che per prima ha rilanciato l’idea di sviluppare e valorizzare il Cammino.

«È un progetto a cui teniamo e su cui ci siamo impegnati al massimo perché crediamo moltissimo nelle sue potenzialità, che non è stato facile portare a compimento. Ci siamo riusciti, con il coinvolgimento di tutti gli assessorati interessati e grazie alla programmazione unitaria che mette insieme le competenze dei tanti assessorati coinvolti. Nei prossimi mesi – ha aggiunto il vicepresidente della Regione – verranno realizzate le opere infrastrutturali per rendere fruibili tutti i 400 chilometri del percorso che racconta l’intera storia del Sulcis, e tutti gli interventi saranno realizzati nel pieno rispetto dell’ambiente. La Regione è interessata a sviluppare ogni elemento possa ulteriormente valorizzare questo progetto. Qui il passato delle miniere viene ripensato e rinasce in un’altra forma, a dimostrazione che il passato può continuare a vivere e raccontare la storia della Sardegna. È un cammino naturalistico e religioso così ampio e interessante che può attrarre decine di migliaia di turisti, ma anche qualsiasi investitore, e su questo insisteremo particolarmente perché si possano creare occasioni di nuova occupazione. Non abbiamo solo miniere: abbiamo storia, religione, ambiente, archeologia industriale, letteratura. È un patrimonio fantastico – ha concluso Raffaele Paci – che dobbiamo continuare a valorizzare al massimo per far conoscere al mondo il Sulcis e la Sardegna.»

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Con una richiesta presentata al Sindaco di Cagliari, al comando regionale della Guardia Forestale e al servizio tutela della natura dell’assessorato regionale all’Ambiente, al servizio regionale Tutela del Paesaggio, alla Guardia Costiera e al Ministero dell’Ambiente, la sezione di Cagliari di Italia Nostra ha chiesto un intervento per la salvaguardia del patrimonio naturale e culturale del Colle di Sant’Elia – Sella del Diavolo, minacciato dalla frequentazione incontrollata e talora sconsiderata dei visitatori in mountain bike che ha portato all’ampliamento dei sentieri ed anche all’apertura di nuovi tracciati con conseguente degrado della copertura vegetale.

Si tratta di un promontorio tutelato con specifico vincolo paesaggistico, con vincolo di conservazione integrale e con vincolo idrogeologico. L’area è stata destinata a Riserva Naturale Capo Sant’Elia nel Sistema Regionale dei parchi ed aree protette ed è stata inserita tra i Siti di Importanza comunitaria – SIC “Torre del Poetto” e “Monte Sant’Elia, Cala Mosca e Cala Fighera”.

L’area conserva straordinarie testimonianze storiche ed archeologiche, come confermano anche le campagne di scavo attualmente in corso, che documentano una frequentazione ininterrotta fin dal neolitico ed in epoca punica, romana, pisana e giudicale.

Per promuovere la conoscenza del Colle, è stato realizzato anni fa, secondo criteri di rigorosa compatibilità ambientale, il Sentiero naturalistico e archeologico della Sella del Diavolo, promosso delle associazioni ecologiste Amici della Terra e Gruppo d’Intervento Giuridico. Percorso frequentato da migliaia di persone desiderose di conoscere le sue straordinarie valenze, illustrate da un considerevole numero di studi e ricerche. Questo tipo di fruizione discreta e rispettosa ha contribuito a far crescere la consapevolezza e la sensibilità per la tutela dello straordinario patrimonio naturale e culturale conservato in questo prezioso scrigno ecologico posto a due passi dalla città e al centro del Golfo degli Angeli.

Tuttavia la crescente notorietà del sito ha anche richiamato una frequentazione incontrollata e, talora, sconsiderata di escursionisti in mountain bike che ha portato all’ampliamento dei sentieri ed anche all’apertura indiscriminata di nuovi tracciati con conseguente degrado della copertura vegetale, a tratti rappresentata da specie endemiche o esclusive, allo sgretolamento della superficie calcarea ed erosione dell’esile e frammentario suolo presente tra gli affioramenti rocciosi che dominano il paesaggio, non di rado costituito da roccia friabile e alterata.

L’associazione Italia Nostra, che pure è orientata, in generale, a promuovere l’uso delle biciclette ovunque e per quanto possibile, ritiene che in un sito delicato e sensibile come quello del Monte Sant’Elia la fruizione debba essere esclusivamente pedonale, così come peraltro si evince dai criteri contenuti nel Piano di gestione del SIC.

Ad evitare, pertanto, ulteriori e prevedibili fenomeni di compromissione e degrado del patrimonio naturale e culturale presente, conseguente alla frequentazione incontrollata, Italia Nostra ha chiesto i giorni scorsi un immediato intervento delle Autorità responsabili, atto a garantire la tutela e la conservazione dell’ambiente naturale e del patrimonio culturale che qualifica il paesaggio e l’identità della città di Cagliari e del Golfo degli Angeli.

Luisa Marini

Presidente sezione di Cagliari

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Venti milioni di euro sono disponibili dal Patto per la Sardegna, ripartiti dalla Cabina di regia all’interno della programmazione territoriale come intervento speciale in sinergia con altri dell’assessorato dell’Ambiente già in corso, per le zone umide della Sardegna

«Si tratta di un vero e proprio piano per la tutela e la valorizzazione delle zone umide che con la ripartizione dei 20 milioni prende ufficialmente il via« ha spiegato l’assessore della Programmazione Raffaele Paci aprendo a Cabras il convegno “Zone umide e sostenibilità dei sistemi urbani: Sardegna e altri casi”, in occasione della Giornata mondiale delle zone umide organizzata nell’ambito del progetto Maristanis con il dipartimento di Ingegneria dell’Università di Cagliari. Maristanis è un progetto di cooperazione internazionale per la definizione di un modello di gestione integrata delle zone umide e costiere del Golfo di Oristano, cofinanziato dalla fondazione Mava e coordinato dalla fondazione Medsea in collaborazione con l’Area Marina Protetta “Penisola del Sinis-Isola di Mal di Ventre”.

«Parliamo sicuramente di tutela ambientale, che è sì prioritaria ma non incompatibile con tutto quello che all’interno delle zone umide vogliamo fare: potenziarne le attività produttive, incentivare la nascita di attività turistiche e sportive, salvaguardare la forza lavoro occupata nelle attività economiche e promuovere nuova e qualificata occupazione. Una grande risorsa da proteggere, dunque, facendola però diventare una nuova occasione di sviluppo per la nostra regione. Le possibilità sono molte, e questa zona a cui sono destinati 6 milioni per sfruttarle al meglio ne è un esempio – ha sottolineato Raffaele Paci -. Adesso passiamo alla fase operativa, dobbiamo individuare gli interventi più importanti da realizzare con i fondi disponibili, e come già accade nella Programmazione territoriale vogliamo che le indicazioni arrivino dai territori che meglio di chiunque altro conoscono le priorità, seguendo sempre il principio della programmazione unitaria in un’ottica di sinergia di interventi e risorse».

I territori destinatari dei finanziamenti, complessivamente 6, sono stati definiti attraverso uno studio di valorizzazione delle zone umide e lagunari della Sardegna dell’Università di Cagliari, individuato a maggio 2016 dalla Giunta regionale come soggetto di adeguata esperienza per poterlo predisporre. In particolare, al Golfo di Oristano sono destinati 6 milioni di euro. Ma ci sono anche i 2 milioni per il Golfo di Palmas e Mare Interno nel Sulcis; 4 per Golfo di Cagliari e costa da Capoterra a Teulada; 2 per Ogliastra e Sarrabus; 2 per Baronie e Gallura; infine, 4 milioni per Golfo dell’Asinara e Nurra.

«Integrazione, tutela, gestione e valorizzazione dei beni ambientali comuni: questi sono gli obiettivi che la nostra Giunta vuole raggiungere, con un uso efficiente delle risorse e una politica capace di ridurre le pressioni sulle risorse naturali, tutelare le coste e il paesaggio rurale, contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici e orientare l’economia in un’ottica di sostenibilità economica, ambientale e sociale. In questo percorso contiamo molto sul lavoro delle associazioni e sui privati, il cui apporto e contributo sono assolutamente fondamentali e irrinunciabili per costruire una nuova economia sostenibile e circolare, che tuteli il nostro ambiente e lo renda una risorsa su cui poter contare nel tempo» ha concluso il vicepresidente della Regione.