È in programma questa sera, all’Auditorium del Conservatorio di Cagliari, “Caravaggio”, lo spettacolo teatrale di e con Vittorio Sgarbi su Michelangelo Merisi.
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È in programma questa sera, alle 21.00, all’Auditorium del Conservatorio di Cagliari, “Caravaggio”, lo spettacolo teatrale di e con Vittorio Sgarbi su Michelangelo Merisi, il pittore più importante che ha rivoluzionato profondamente la storia dell’arte.
Un viaggio affascinante con Vittorio Sgarbi attraverso le opere del grande Michelangelo Merisi, in arte “Caravaggio”, che tra tortuosità e successi, tenebre e luce, pittura e tormenti, pensiero e stravolgimento interiore, ha creato capolavori dalla potenza drammatica ineguagliabile, che hanno rivoluzionato, contro ogni regola accademica del tempo, la storia dell’arte, creando un punto di rottura con il passato.
Il genio solitario più controverso del Seicento e la passione del critico d’arte ferrarese saranno accompagnati dal violino e dalle tracce elettroniche di Valentino Corvino, e dalle immagini video del visual artist Tommaso Arosio, sotto la guida alla regia di Angelo Generali.Unica data nell’isola firmata SEM Organizzazione per la rassegna “Pop a Impatto Zero – Festival Internazionale Musica e Spettacoli 2018”.
I visi comuni del popolo, ragazzi di strada, prostitute, clochard, diventano protagonisti al posto di Santi e Madonne e restituiscono sulla tela una cruda e brutale realtà. Le figure femminili, i martiri decapitati, i volti segnati dal terrore, o la malattia come espressione della condizione di debolezza, fragilità, agitazione esistenziale, e non di euforia, potere, o esaltazione della bellezza, si incontrano in tutto il loro realismo in una dimensione tra l’umano e il divino. La capacità pittorica (e filosofica) di rappresentare, attraverso l’uso violento della luce, il tema del bene e del male, la storia dell’uomo (e non di un Dio potente e lontano), il dolore, i suoi fallimenti, la contemporaneità dei personaggi, introducono nella storia dell’arte delle novità assolute e una forza narrativa straordinaria, in grado di immortalare il momento decisivo di un’azione o le espressioni improvvise di un volto, esattamente come oggi accade con la fotografia.
“Caravaggio è doppiamente contemporaneo. È contemporaneo perché c’è, perché viviamo contemporaneamente alle sue opere che continuano a vivere; ed è contemporaneo perché la sensibilità del nostro tempo gli ha restituito tutti i significati e l’importanza della sua opera. Non sono stati il Settecento o l’Ottocento a capire Caravaggio, ma il nostro Novecento. Caravaggio viene riscoperto in un’epoca fortemente improntata ai valori della realtà, del popolo, della lotta di classe. Ogni secolo sceglie i propri artisti. E questo garantisce un’attualizzazione, un’interpretazione di artisti che non sono più del Quattrocento, del Cinquecento e del Seicento ma appartengono al tempo che li capisce, che li interpreta, che li sente contemporanei. Tra questi, nessuno è più vicino a noi, alle nostre paure, ai nostri stupori, alle nostre emozioni, di quanto non sia Caravaggio.” [Vittorio Sgarbi]
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