22 December, 2024
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Il Consiglio regionale ha respinto la mozione n. 139 (Rubiu e più) sulla crisi del sistema industriale.

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Il Consiglio regionale ha respinto la mozione n. 139 (Rubiu e più) sulla crisi del sistema industriale ed ha approvato l’ordine del giorno sulle misure per fronteggiare la crisi dell’Ara, Aipa e Apa e le mozioni n. 399 (Peru e più) e n. 400 (Congiu e più) sull’assistenza ai pazienti diabetici.

La seduta è stata aperta dal presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con le mozioni riguardanti la situazione dei lavoratori Aras e Apa. Sulla base del dibattito svoltosi nella seduta antimeridiana i gruppi stanno lavorando ad un documento unitario che sarà definito successivamente.

Il Consiglio ha quindi iniziato la discussione della mozione n. 139 (Rubiu e più) sulle crisi industriali, che è state illustrata dal consigliere dell’Udc Giorgio Oppi.

Nel suo intervento, Giorgio Oppi ha ricordato che la mozione è arrivata in Consiglio «dopo 3 anni nei quali il mondo è cambiato e molte famiglie hanno dovuto reinventarsi la vita, mentre in Sardegna si è abbattuto un ciclone su tutti i partiti che richiama tutta la politica alle sua responsabilità». Quanto alla situazione attuale, ha aggiunto Oppi, «non una della crisi industriali di cui si parla nella mozione è stata risolta e dal fallimento della politica industriale deriva la mancanza di una visione politica del futuro della Sardegna perché, a fronte del modello degli anni ’70 che era comunque un modello non si capisce quello di oggi». Questa giunta e la precedente hanno responsabilità, secondo l’esponente dell’Udc, perché si sono limitate a prendere tempo, sperperando risorse pubbliche, evitando di rimuovere la burocrazia improduttiva anche quando sbagliava». Nel Sulcis, ha poi proseguito Giorgio Oppi, «sono finite anche speranza e dignità, la chimica verde è avvolta dal silenzio come Ottana, Villacidro e Olmedo». Di qui, ha concluso, «un richiamo generale a rivolgere alla Sardegna uno sguardo più responsabile per contrastare quel populismo che travolgerà ogni cosa, comprese le istituzioni che sono patrimonio di tutti».

La vice capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda ha dichiarato che «affrontare questo argomento provoca dispiacere, ma la mancata impostazione politica nell’industria ha investito con forza la nostra Regione, perché in effetti sono 30 anni che l’Italia si interroga sulla direzione da prendere e, per quanto riguarda la Sardegna, le giunte che si sono succedute non si sono mostrate all’altezza». Se quella immediatamente precedente ha ereditato parecchi mostri, secondo la Zedda «sarebbe stato lecito aspettarsi da questa Giunta qualche passo avanti dalla chimica verde, così come dalla Keller, da Ottana Polimeri, dalla stessa Alcoaa Euroallumina ed E.On collegate all’energia, per cui dovremmo fare scelte straordinarie in questo scorcio di legislatura, dobbiamo essere uniti senza farci prendere in giro da annunci sui piani industriali o sulle bonifiche».

Sempre per Forza Italia il consigliere Mariano Contu ha parlato di una «discussione fredda ma, purtroppo, ancora drammaticamente attuale con cause lontane nel tempo che risalgono ad un sistema industriale costruito sulle sabbie mobili». A cavallo della scorsa legge finanziaria, ha detto ancora Mariano Contu, «si enfatizzarono i dati sull’occupazione del penultimo trimestre del 2017 che però risentivano fortemente del lavoro stagionale legato al turismo, mentre gli ultimi dati ci dicono che l’occupazione della Sardegna è scesa di ben 2 punti percentuali». C’è bisogno quindi di interventi strutturali e non di assistenzialismo, ha sostenuto Mariano Contu, «e sotto questo profilo il recente Piano per il lavoro è insufficiente, c’è casomai bisogno di ridisegnare il sistema produttivo della Regione partendo dalle sue vocazioni naturali come l’artigianato e dare corpo ad una visione forte della Sardegna del futuro, perché altrimenti succederà come nel Sulcis, dove non si riesce ad attivare un cantiere o una nuova impresa».

Il consigliere dei Riformatori sardi Luigi Crisponi ha collocato la mozione alla base della grande crisi da cui la nostra Regione non è ancora uscita, una crisi il cui emblema è l’area di Ottana. Una realtà, ha ricordato Crisponi, «che meritava di essere analizzata da una commissione di inchiesta che tempo fa fu proposta ed in quella occasione si parlò anche di possibili ipotesi di riconversione su agro alimentare, bio edilizia ed industria del freddo; la storia di Ottana, invece, è una storia di sperpero di danaro pubblico e di totale mancanza di prospettive per la Sardegna centrale, dove non si parla nemmeno di bonifiche dopo la chiusura dei siti industriali senza fare alcuna pressione sull’Eni». Ma noi, ha concluso Crisponi, «non possiamo accettare che quel territorio resti un deserto e si continui ad andare avanti senza una bussola per ripartire».

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu, primo firmatario della mozione, ha lamentato che «chi ci ascolta si può tranquillizzare perché stiamo discutendo dopo 3 anni della crisi dell’industria sarda e questa poca sensibilità lascia capire la sensibilità della maggioranza verso i problemi del sistema produttivo e del lavoro ed inoltre appare ancora più imperdonabile la noncuranza nei confronti della crisi che ancora pesa sulla Sardegna, con numerosissimi lavoratori che hanno perso anche la minima forma di sostegno al reddito». Sono state trascurate tematiche importanti, ha protestato Rubiu, «come la zona franca, il porto industriale di Porto Torres, il mancato riconoscimento di area di crisi per Ottana, per Eurallumina che da oltre 1000 giorni attende decisioni dell’assessorato dell’Ambiente della Sanità e provincia del Sud per il riavvio dello stabilimento, per la Portovesme Srl ancora in attesa delle autorizzazioni per il sito di smaltimento indispensabile ad una azienda dove potrebbero lavorare oltre 1300 unità con un investimento di 400 milioni».

Il capogruppo di Art. 1 – Mdp Daniele Cocco ha sostenuto che «sarebbe ingeneroso attribuire alla maggioranza insensibilità sulle crisi industriali perché non più tardi di alcuni mesi fa, a maggio, il Consiglio approvò una mozione di tutti i capigruppo (minoranza compresa) per la situazione di Ottana e del Nuorese, indicando un pacchetto di soluzioni per frenare la caduta verticale di quell’area; chiedemmo in particolare una azione nei confronti della presidenza del Consiglio dei ministri per il rilancio del polo, ricomporre la filiera e riavviare Ottana Polimeri oltre alle bonifiche del sito affiancando l’azione del Comune». Oggi, ha detto ancora Daniele Cocco, «chiediamo di sapere a che punto sono le interlocuzioni con il Governo, senza dimenticare la situazione dei 130 operai ex Legler privi di ammortizzatori sociali e da inserire nel Piano Lavoras e quella dell’Alcoa dove si inizia a vedere la luce in fondo al tunnel, fermo restando che in questa direzione bisogna proseguire con determinazione».

Il capogruppo dei Riformatori sardi Attilio Dedoni ha sollecitato il Consiglio ad «andare oltre la carrellata di situazioni industriali disastrose per parlare del futuro tenendo presente che il mondo non sarà più come prima». Quando si immaginò negli anni ’70 lo sviluppo della Sardegna per poli, ha ricordato Dedoni,  «arrivarono le industrie di base ma non quelle che producevano valore aggiunto e se oggi abbiamo un panorama desolante dal Sulcis a Porto Torres ad Ottana ci spieghiamo il successo dei 5Stelle; questo è il nocciolo del distacco fra la politica e la comunità, dobbiamo costruire la programmazione futura su 5/10 cose da fare assieme nell’interesse dei sardi, per evitare la cancellazione della politica con la P maiuscola che si dimostra capace di risolvere i problemi con responsabilità e coscienza civile».

Il capogruppo del Psd’Az Angelo Carta ha osservato che «discutere oggi una mozione di 3 anni fa consente di scattare una istantanea immaginaria dell’industria sarda e di quelle realtà ancora in crisi per vedere cosa è stato fatto». In ogni programma nazionale, regionale e locale, ha affermato Angelo Carta, «si mette al primo posto il lavoro anche se oggi il guru delle stelle dice che non è più necessario perché basta il reddito di nascita; io invece credo nel lavoro al centro del destino di ogni persona per cui invito tutti  riflettere sulle cose che possiamo fare oggi facendo autocritica perché abbiamo sbagliato a pensare che anche qui sarebbe arrivata la ripresa». Interroghiamoci piuttosto, ha proposto Angelo Carta, «sulla nostra capacità di offrire soluzioni per dare una speranza ai sardi; è comprensibile che dopo certe batoste ci possa essere rassegnazione ma è sbagliato perchè, anzi, deve venir fuori un orgoglio ancora più forte: certo è che dall’opposizione bisogna concludere che la Giunta ha fatto molto poco e forse anche il Consiglio ha qualcosa da rimproverarsi per aver mancato nel suo ruolo di stimolo».

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco, dopo aver messo in evidenza che comunque una mozione di 3 anni fa riconosce che la Giunta Pigliaru ha ricevuto una eredità molto pesante si è soffermato su quanto è stato fatto. E vero che ci sono problemi serissimi, ha detto Cocco, «ma non è vero che c’è il deserto: nel Sulcis, oltre ad un investimento di 600 milioni di euro, si è risanata una società decotta che sta lavorando in molte realtà del territorio, la Carbosulcis, con 400 milioni di soldi pubblici, sta operando per la chiusura della miniera e portando avanti un grande progetto innovativo nel settore della ricerca e, fatto molto importante, nessuno ha perso il posto di lavoro». Eurallumina e Alcoa, ha aggiunto Pietro Cocco, «stanno ripartendo con buone aspettative ed anche al centro e al nord sono in corso molte iniziative produttive; i segnali ci sono ed ora bisogna concentrarsi su una idea generale di sviluppo della Sardegna».

Dopo l’on. Pietro Cocco ha preso la parola l’assessore Maria Grazia Piras (Industria), che ha detto: “Quando sono arrivata nel 2014 avevo in mente una chiara idea di sviluppo della Sardegna e accanto avevo l’esigenza di salvare le aziende in difficoltà e i loro posti di lavoro. Dall’altra parte la Giunta e io avevamo l’idea di affrontare i problemi strutturali dell’Isola, quelli che in passato non erano mai stati aggrediti. Non dico che abbiamo risolto tutti i problemi ma abbiamo fatto ripartire Seamag per risanare e bonificare l’area di Furtei. Sulla Keller abbiamo trovato una situazione già compromessa e stiamo trattando con tre interlocutori, uno sardo e due cinesi: mi auguro che possa ripartire quanto prima. Su Alcoa potremo gioire quando vedremo le prime colate di alluminio ma il revamping della fabbrica è in atto. Su Eurallumina posso dire che si è chiuso un accordo con Terna per fornire un vapordotto: ci pare la soluzione migliore sotto il profilo della sostenibilità ambientale. Anche per la Portovesme srl dovremmo essere pronti alla soluzione entro la prossima conferenza dei servizi”.

L’esponente della Giunta Pigliaru ha proseguito: “Su Porto Torres abbiamo richiamato Eni alle sue responsabilità mentre su Ottana l’imprenditore era sfuggente e abbiamo dovuto avviare con il Governo l’interlocuzione per far diventare il sito “area di crisi complessa”. Ma finalmente in Sardegna si profila una strategia energetica da qui sino al 2030, con un piano energetico avanzato che prevede finalmente l’arrivo del metano, che sino a oggi ci è costato in termini di mancato sviluppo 500 milioni di euro. Ma il piano energetico prevede anche l’efficientamento energetico dei comuni sardi, le colonnine elettriche per la mobilità. Questo è tracciare lo sviluppo industriale della Sardegna in termini strutturali: è questo che vogliamo lasciare, insieme ai progetti per l’innovazione presentati dalle imprese.  E il + 9 per cento di export (+ 6 senza Saras) ci rende particolarmente orgogliosi, sia per l’agroalimentare che per l’Ict”.

Per replica l’on. Giorgio Oppi (Udc) ha detto: “A sentire l’assessore va tutto bene. E invece non è vero che va tutto bene, anzi. L’Igea partì con un buco di 12 milioni di euro e voi l’avete trovata in gran parte risanata  e con i progetti di bonifiche. Cosa avete fatto voi? Avete girato quelle bonifiche ai Comuni di Iglesias e Carbonia, che non hanno ingegneri specializzati per portarle avanti. La rabbia del Sulcis Iglesiente, che si è manifestata alle urne, è del tutto motivata  e se non interveniamo in fretta è del tutto evidente che quel ciclone non andrà più via. E lo stesso vale per la discarica della Portovesme Srl. Altro che decimo anello, bisogna avere il coraggio di costruire una nuova discarica e imporla ai sindacati”.

Per dichiarazione di voto l’on. Gianluigi Rubiu (Udc) ha detto che “questa mozione non è un processo all’assessore Maria Grazia Piras, della quale anzi in questi anni ho apprezzato sempre la foga e l’impegno”.

L’Aula ha respinto la mozione.

Sulle mozioni 392, 397 e 398 (Ara e Apa) è stato presentato un ordine del giorno unitario del quale la segretaria on. Forma ha dato lettura. L’odg invita la Giunta a opporsi ai licenziamenti in atto e a presentare entro 45 giorni  un piano legislativo di riordino del settore delle agenzie e delle strutture di aiuto del settore agropastorale.

L’assessore Pierluigi Caria (Agricoltura) ha tracciato un bilancio delle attività svolte dall’esecutivo nell’ultimo anno in materia di agricoltura e ha detto: “Sono favorevole a percorrere tutte le strade che diano la certezza del lavoro ai 350 impiegati di Apa e Ara. E come giunta daremo attuazione a questo ordine del giorno. Per questo il mio parere è favorevole”.

L’odg è stato approvato.

Il presidente Gianfranco Ganau ha chiesto al Consiglio di discutere le mozioni 399 (Peru) e 400 (Congiu) sul problema della disponibilità degli apparecchi destinati alla misurazione continua della glicemia, patologia che investe 110 mila diabetici sardi.  

L’on. Antonello Peru (FI) ha ricordato i numeri dell’incidenza di questa piaga sanitaria cronica, per la quale la Sardegna è prima nel mondo e supera anche la Finlandia. “Siamo davanti a una vera emergenza sociosanitaria e per fortuna la comunità scientifica studia da molti anni e fa progredire la cultura e le cure. In questo senso il buon controllo glicemico, soprattutto in età pediatrica, è fondamentale. Certo, l’assessorato nel 2016 ha colto la serietà del problema affrontando le linee guida che sono poi gli indirizzi indicati dalla Consulta regionale della diabetologia. Oggi con questa mozione chiediamo il diritto all’accesso alle tecnologie per tutti i pazienti che ne hanno bisogno e chiediamo che le linee guida siano applicate davvero, a cominciare dal monitoraggio continuo di controllo della glicemia. Confido molto nella sensibilità dell’assessore e dell’Aula per migliorare la qualità della vita di questi sardi”.

L’on. Augusto Cherchi (Pds) ha illustrato la mozione 400 (che tocca lo stesso problema della mozione 399) ricordando la legge 1 del 1949 che istituiva un fondo per la tutela della malattia sociale del tempo, la tubercolosi. Oggi è invece secondo l’Oms il diabete una delle tre malattie sociali più gravi, visto che colpisce 400 milioni di persone ed è considerata la più elevata causa di mortalità nei prossimi 20 anni.  La spesa principale per il diabete in Sardegna non è quella farmacologica ma sono le complicanze. Questo va tenuto in mente in una visione intelligente delle cose: se vogliamo risparmiare dobbiamo ridurre le complicanze. E il monitoraggio continuo della glicemia, che costa circa 150 euro al mese, consente di ridurre fortemente le complicanze”.

L’oratore ha aggiunto: “Non è normale quello che accade oggi in Sardegna, con i pazienti che devono misurare la glicemia più volte al giorno ma lo fanno pagando di tasca perché la Regione fornisce soltanto quattro strisce giornaliere. Il sensore che si può portare al braccio risolve questi problemi ed evita ai diabetici di doversi pungere il dito anche tremila volta l’anno. Io credo che esistano i presupposti per considerare il diabete malattia della nazione sarda e per promuovere la ricerca e le linee guida in tutta Italia. Permettiamo che i nostri medici vadano dappertutto a sviluppare le tecniche di trapianto delle isole pancreatiche e invece li dovremmo trattenere qui”.

Il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde ha ricordato di aver letto con apprensione la lettera di un paziente diabetico ad un quotidiano con cui si paragonava la malattia alla rana bollita, che può liberasi con un balzo dalla pentola ma non può niente contro la bollitura a fuoco lento. Fuori dalle metafore, ha detto Tedee, «la politica deve avvicinarsi a questa situazione in punta di piedi ma anche con intelligenza, testa e cuore, cambiando atteggiamento; a marzo presentammo una interrogazione che rimase senza risposta se non attraverso un comunicato stampa dell’assessore che ci riempiva di contumelie». Oggi discutiamo in un contesto diverso gli stessi problemi, ha aggiunto Tedde, «il diabete è una piaga della Sardegna che coinvolge circa 300.000 persone con una spesa pubblica di 300 milioni, per cui il governo Pigliaru deve integrare il suo sistema di welfare come hanno fatto le altre Regioni, rimborsando le spese per i dispositivi di misurazione e superando una evidente lacuna nell’azione politica della Giunta».

Sempre per Forza Italia il consigliere Stefano Tunis ha sottolineato che «la politica può essere capace di approfondimenti positivi nell’interesse dei cittadini rispetto ad un problema che dovrebbe essere risolto in pochi minuti come ha sollecitato il collega Peru; alla Giunta spetta ora il compito di dare risposte concrete perchè sarà difficile sconfiggere il diabete ma dobbiamo comunque impegnarci a fondo per cambiare in meglio la vita di tanti bambini e di tanti adulti».

Ancora per Forza Italia il consigliere Mariano Contu ha osservato che «le due mozioni sono in parte differenti ma entrambe molto significative e convergenti nella finalità; il dramma del diabete in Sardegna è reale e bisogna mettere a punto una strategia molto più efficace e sotto questo profilo c’è un piano di prevenzione nazionale che va potenziato soprattutto per la prevenzione delle complicanze che hanno un costo sociale elevatissimo». Con risorse tutto sommato limitate, ha concluso Contu, «possiamo raggiungere risultati di grande qualità, a partire dal riconoscimento degli strumenti per il controllo del diabete giovanile».

Il consigliere dei Riformatori Michele Cossa ha dichiarato che «il problema sollevato dalle mozioni è emblematico della situazione della sanità sarda, un disastro totale come dimostra l’ultimo esempio vergognoso della vicenda dei vaccini nel Sud Sardegna; i pazienti diabetici, in particolare, vengono rimpallati da una parte all’altra nonostante l’incidenza della malattia che richiederebbe un supplemento di attenzione». La sensazione è invece, secondo Michele Cossa, «che la situazione sia sfuggita di mano, col centro diabetologico di Cagliari che si regge solo con lo spirito di sacrificio di chi ci lavora e comunque la struttura fa una visita al giorno ed ha una lista d’attesa di un anno e mezzo, non c’è continuità nelle forniture, nessuno sa dare indicazioni su come un diabetico può rinnovare la patente: su queste cose servono risposte».

Il consigliere Giuseppe Meloni (Pd) ha evidenziato che «le mozioni fanno emergere un problema molto sentito nella società sarda, per cui è necessario un intervento immediato dell’amministrazione regionale, ponendo fine alle gravi lacune del sistema nella gestione di questa patologia, e fornendo ai pazienti i migliori supporti per il monitoraggio della malattia». E’vero che occorrono risorse, ha riconosciuto Giuseppe Meloni, «ma il risparmio per la sanità regionale sarebbe di gran lunga maggiore se si potesse disporre di un monitoraggio efficace della malattia, con un grande miglioramento della qualità di vita della persone, soprattutto dei bambini». Ad Olbia, ha ricordato infine il consigliere, «su 90 bambini c’è in servizio un solo specialista che deve svolgere anche altri compiti ma, al di là dei casi locali, c’è molto da fare in materia di prevenzione e formazione del personale».

Il consigliere Domenico Gallus (Psd’Az-La Base) ha messo l’accento sul fatto che «le malattie auto-immuni purtroppo primeggiano in Sardegna e le due mozioni hanno centrato il problema; siamo primatisti nella sclerosi multipla con 6600 casi,una malattia con una genesi simile al diabete di tipo1, entrambe sono patologie gravemente invalidanti che incidono fortemente sul benessere psico-fisico dei pazienti ed inoltre non ci sono solo conseguenze fisiche ma su molte altre parti dell’organismo». Farsi 3200 punture l’anno è un trauma che si può rimuovere, ha concluso Domenico Gallus, «ed i sardi hanno diritto a questa opportunità, bisogna quindi attivare percorsi terapeutici di supporto per evitare inutili spostamenti da una struttura all’altra».

Il capogruppo di Art. 1 – Mdp Daniele Cocco ha messo in luce che «le mozioni hanno ben rappresentato quella che è una grande e grave patologia sociale della Sardegna; io steso avevo presentato un emendamento (poi ritirato) rispetto al quale assessore aveva preso impegni precisi sul problema; non dubito che questi impegni saranno mantenuti».

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu ha ricordato positivamente che «dopo qualche giorno dalla mozione si è riunita la consulta che il nostro gruppo aveva individuato come un organismo propulsivo nell’elaborazione di una nuova strategia contro il diabete; occorre però sapere quali risultati ha ottenuto, perché l’impressione è che non ci sia stato un coordinamento funzionale fra la stessa consulta e la struttura dell’assessorato, rendendo particolarmente difficile arrivare ad un approccio differente e molto più funzionale alle esigenze dei pazienti fondato su diagnosi e prevenzione».

La vice capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda ha ricostruito in sintesi la sua vicenda familiare, quella della mamma malata di diabete che deve controllare con eccessiva frequenza l’andamento della glicemia in tutte le ore delle giornata, l’eventuale progressione della malattia e delle sue manifestazioni collaterali, coinvolgendo tutto il nucleo familiare nella cura del malato. Puntiamo sulla prevenzione soprattutto nell’interesse dei bambini, ha suggerito, «perché quando si arriva alla consapevolezza della patologia molto spesso è troppo tardi; la scienza fortunatamente ha fatto molti passi avanti e noi non possiamo fermarci ai problemi che riguardano alcuni strumenti di supporto».

A nome della Giunta l’assessore della Sanità Luigi Arru ha espresso parere positivo sulle due mozioni, precisando in apertura che «non c’è un problema di soldi». In tutto il modo occidentale, ha spiegato, «il quadro del diabete è diverso ma non per problemi tecnici quanto piuttosto perché ogni procedura viene sottoposta ad una valutazione sugli obiettivi di salute». Per quanto riguarda la Sardegna, ha aggiunto, «le stesse associazioni hanno riconosciuto il valore di quanto fatto nel 2016 e, quanto all’uso di determinati strumenti alcuni sono sconsigliati ai bambini al di sotto dei 4 anni non sono indicati in tutto il modo perché richiedono un particolare addestramento dei familiari e dello stesso bambino; piuttosto bisogna creare le reti di patologia e lo abbiamo tenendo conto nelle nostre specificità territoriali, intervenendo su un quadro a macchia di leopardo a riunendo attorno allo stesso tavolo medici ed infermieri». Da parte mia quindi c’è un impegno totale, ha concluso Luigi Arru: «entro 15 giorni sarà formalizzata la rete con nuovi strumenti ed un numero di specialisti in linea con la media nazionale che, in uno stretto coordinamento con i medici di famiglia, potranno garantire un lavoro efficace e di grande qualità».

Il consigliere di Forza Italia, Antonello Peru, intervenendo in sede di replica, ha espresso soddisfazione per il dibattito sulle mozioni in discussione ed ha affermato che si sono raggiunti obiettivi importanti, ad incominciare dalla convocazione degli organismi scientifici. «L’Aula – ha aggiunto il consigliere della minoranza – ha preso coscienza che il problema del diabete è un problema sociale che deve essere affrontato senza fare ragionamenti di quadratura del bilancio». «L’individuo al primo posto – ha proseguito Peru – e chi ha limiti del corpo attraverso la natura deve essere compensato senza fare ragionamenti di bilancio». «Ho trovato i colleghi e l’assessore sensibili al problema – ha concluso il vice presidente del Consiglio – e spero che nelle prossime settimane i pazienti sardi possano essere soddisfatti e possano avere una migliore qualità della vita».

Il consigliere del Partito dei Sardi, Augusto Cherchi, intervenendo in sede di replica come presentatore della mozione n. 400, avente per oggetto l’assistenza ai pazienti diabetici, ha mostrato cautela nel giudizio riguardo l’intervento dell’assessore della Sanità, Luigi Arru, e ha domandato con tono polemico: «Cosa succede domani per i diabetici sardi?». Augusto Cherchi ha insistito inoltre perché vengano inseriti nel prontuario terapeutico regionale i presidi “freestyle” ed ha concluso auspicando maggiore tutela per i pazienti e azioni concrete volte a  eliminare “i lacci e i laccioli che limitano la dignità di vita dei pazienti diabetici”.

Michele Cossa (Riformatori) si è detto insoddisfatto delle dichiarazioni rese dall’assessore Arru ed ha lamentato che “i pazienti diabetici sardi si scontrano con problemi di natura pratica e con un sistema a loro ostile”. Il consigliere della minoranza ha quindi annunciato voto favorevole alle mozioni n. 399 e 400.

Il capogruppo dei Riformatori sardi, Attilio Dedoni, ha annunciato voto favorevole ed ha auspicato la dovuta considerazione “ai fattori innovativi e alle sperimentazioni in corso in grado di aiutare i diabetici”.

Il presidente del Consiglio ha quindi posto in votazione la mozione n. 399 (Peru e più) che è stata approvata con 33 voti favorevoli e un astenuto e successivamente ha posto in votazione la mozione n. 400 (Congiu e più) che stata approvata con 33 voti favorevoli su 33 consiglieri votanti.

Tolta la seduta, il Consiglio è stato convocato al domicilio.

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A Fano gli artificie

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