19 July, 2024
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Sull’onda dell’entusiasmo per gli ultimi risultati positivi, tre nette vittorie consecutive ed una sconfitta al tie-break, che hanno portato ben dieci punti, che l’hanno rilanciata in classifica, fino al sesto posto, a quota 28 punti, la VBA/Olimpia Sant’Antioco è attesa domenica dalla trasferta sul campo della Lazio Castello, a Roma (inizio ore 16.00). Una vittoria sarebbe quasi certamente decisiva per il raggiungimento della salvezza, considerato che i laziali, ora quart’ultimi a 8 punti dai sulcitani, scivolerebbero a -11 a 5 giornate dalla conclusione del campionato.

La capolista Pol. Sarroch è attesa domani pomeriggio (inizio ore 15.15) da un delicatissimo impegno casalingo con la Roma 7 Volley, terza a 5 punti di distanza ma con una partita in più disputata, mentre la terza squadra sarda, il Cus Cagliari Sandalyon, in lotta per la salvezza, domani, inizio ore 15.30, ospiterà il Volley Marcianise, formazione quinta in classifica.

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Il comune di Santadi ha prorogato al 30 marzo il termine per la presentazione delle domande per la concessione delle agevolazioni economiche sotto forma di rimborsi tariffari per i nuclei familiari residenti, il cosiddetto Bonus idrico.

Le domande devono essere compilate esclusivamente sui moduli appositamente predisposti dall’Ente di Governo dell’ambito della Sardegna (Egas), reperibili presso l’ufficio protocollo del Comune o scaricabili dal sito internet www.comune.santadi.ci.it .

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Domani, sabato 24 marzo, al Teatro Massimo di Cagliari, a partire dalle 10.00, si terrà un’iniziativa di Campo Progressista Sardegna sul tema: “Il nostro programma per la Sardegna“.

Dopo il saluto del presidente della Giunta Regionale Francesco Pigliaru, interverranno Francesca Ghirra, Marzia Cilloccu, Arianna Carola e Margherita Zurru.

E’ previsto un faccia a faccia tra il sindaco di Cagliari Massimo Zedda e Massimiliano Smeriglio, vicepresidente ed assessore della Formazione, ricerca, scuola, università, diritto allo studio e turismo della Regione Lazio.

Coordinerà i lavori Daniela Preziosi.

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Un dibattito pubblico per discutere del futuro dell’Ospedale San Giovanni di Dio di Cagliari. E’ la richiesta avanzata in una mozione sottoscritta dai consiglieri regionali Francesco Agus, primo firmatario, Raimondo Perra, Anna Maria Busia, Pierfranco Zanchetta, Piero Comandini, Lorenzo Cozzolino, Alessandro Collu, Paolo Zedda, Emilio Usula, rivolta al presidente della Regione per decidere insieme ai residenti del centro storico della città, l’amministrazione comunale e l’Università di Cagliari il destino dell’ospedale cagliaritano, la cui futura destinazione d’uso non è stata stabilita nella riorganizzazione delle rete ospedaliera regionale.

Recentemente, con una petizione sottoscritta da 1.500 cittadini, i residenti del quartiere hanno espresso al sindaco di Cagliari le loro preoccupazioni sul futuro dell’ospedale.

Così Francesco Agus illustra le motivazioni contenute nella mozione:  «La completa soppressione dei servizi sanitari nel centro storico di Cagliari sarebbe un grave danno non solo nei confronti dei numerosi residenti dei quartieri limitrofi, ma per tutta la città. L’area è frequentata quotidianamente da migliaia di persone che accedono a servizi e attività commerciali, e l’imponente aumento dei flussi turistici riscontrato in città negli ultimi anni ci obbliga a ragionare tutti insieme se un’ utenza così consistente possa avere bisogno di un presidio sanitario stabile nel centro di Cagliari, mantenendo alcuni servizi indispensabili per la sicurezza e l’emergenza sanitaria».

A mettere in allarme l’esponente di Campo Progressista Sardegna è anche la possibilità che in futuro possa ripetersi un nuovo caso “ex ospedale marino”,  questa volta nel centro storico della città.

«In passato la scarsa sinergia tra le istituzioni ha trasformato la vicenda dell’ex ospedale marino di Cagliari in un emblema dell’inefficienza dell’azione politica e amministrativa, una brutta storia che solo dopo tanti anni di totale abbandono e  interminabili contenziosi finalmente sembra avviata verso una soluzione positiva – conclude Francesco Agus -. Ora stabiliamo insieme, quanto prima, il futuro dell’Ospedale San Giovanni di Dio evitando che la struttura possa nel tempo decadere e divenire un rudere su cui, in futuro, dover dibattere solo per deciderne la demolizione

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I dipartimenti dell’Aou di Sassari hanno i loro direttori. Sono stati nominati mercoledì con delibera del direttore generale con la quale sono stati nominati anche i vice direttori di dipartimento e i coordinatori di area funzionale dipartimentale. Sempre mercoledì, è stato costituito il collegio di direzione dell’Aou di Sassari.

«Abbiamo creato una squadra di professionisti clinici – afferma il direttore generale Antonio D’Urso – che supporteranno la direzione aziendale nel governo dell’Aou. Un’attività corale e condivisa che, assieme alla professionalità degli attori coinvolti, deve rappresentare e contraddistinguere l’azione della nostra azienda.»

Sono undici i direttori di dipartimento nominati dal direttore generale: dieci quelli dei dipartimenti dell’assistenza integrata e uno del dipartimento amministrativo e tecnico. Per quanto riguarda i primi, cinque sono direzione universitaria e cinque a direzione ospedaliera.

Per quelli a direzione universitaria, il direttore generale Antonio D’Urso ha preso atto della nota del rettore dell’Ateneo turritano Massimo Carpinelli che ha indicato quale direttore del dipartimento Emergenza Urgenza Pierpaolo Terragni, per quello Chirurgico Alberto Porcu, per quello Oncoematologico Gian Vittorio Campus, per quello della Tutela della Salute donna e bambino Salvatore Dessole, per il dipartimento Tutela delle fragilità Stefano Sotgiu.

Per quelli a direzione ospedaliera, il rettore dell’Università di Sassari ha espresso parere favorevole sulle nomine comunicate dal direttore generale. Queste ultime, sulla base del regolamento per l’organizzazione e funzionamento dei dipartimenti, sono state fatte sui candidati in possesso dei requisiti validi. I loro nominativi sono venuti fuori dalle riunioni dei comitati di dipartimento che si sono svolte nei giorni scorsi. Direttore del dipartimento Medico sarà Francesco Bandiera, del dipartimento Specialità mediche e della riabilitazione Maria Cossu, del dipartimento Neuroscienze testa collo Francesco Bussu, del dipartimento Cardio toraco vascolare Pierfranco Terrosu e del dipartimento Farmaco e diagnostica Stefano Profili.

Chiara Seazzu, infine, sarà il direttore del dipartimento amministrativo e tecnico.

Contestuali quindi le nomine dei coordinatori di area funzionale dipartimentale. Per il dipartimento Farmaco e diagnostica saranno Stefano Profili all’area della diagnostica per Immagini e interventistica quindi Salvatore Rubino all’area della diagnostica di laboratorio. Per il dipartimento amministrativo e Tecnico, invece, Chiara Seazzu all’area amministrativa e Luigi Spanu all’area tecnica.

Nominati anche i vice direttori del dipartimento Farmaco e diagnostica, sarà Salvatore Rubino, e del dipartimento amministrativo e tecnico, sarà Luigi Spanu.

Successivamente saranno nominati gli altri vice direttori di dipartimento. Restano ancora da istituire il comitato di dipartimento delle Professioni sanitarie e da nominare il relativo direttore.

L’incarico di direttore di dipartimento ha natura fiduciaria, è triennale, rinnovabile a seguito di valutazione e decade in ogni caso trascorsi 90 giorni dalla cessazione dell’incarico di direttore generale.

È stato costituito, infine, il collegio di direzione, cioè l’organo deputato a supportare la direzione strategica nel perseguimento della missione aziendale e nel governo complessivo dell’azienda.

È formato dal direttore generale che lo presiede, quindi dal direttore sanitario, Nicolò Orrù, e amministrativo, Lorenzo Pescini, dai direttori di dipartimento, dal direttore della direzione Medica di presidio, Bruno Contu, e dal direttore Igiene e controllo delle infezioni ospedaliere Ida Mura. A questi componenti con diritto di voto si affiancano i componenti senza diritto di voto rappresentati dai vice direttore del dipartimento Farmaco e diagnostica e dal vice direttore del dipartimento amministrativo e tecnico, quindi dal direttore della struttura complessa di Farmacia, Gabriella Carmelita, e dal direttore della struttura complessa delle Professioni sanitarie, Pina Brocchi.

 

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Italia Nostra è intervenuta nel procedimento di Valutazione di impatto ambientale in corso presso il ministero dell’Ambiente in relazione al Parco eolico denominato “Gomoretta” nei comuni di Bitti, Orune e Buddusò (province di Nuoro e Sassari), proposto dalla società Siemens Gamesa Renewable Energy Italy S.p.A., inviando in data 22 marzo 2018 un Atto di Osservazioni.

Il Parco, costituito da 13 aerogeneratori ciascuno di potenza pari a 3,465 MW, sarà in grado di sviluppare una Potenza elettrica pari a di 45,045 MW e produrre una quantità di energia elettrica pari a 137.257 Mwh/anno.

Si tratta di aerogeneratori di dimensioni gigantesche, ove si pensi che le torri di sostegno hanno un’altezza di mt. 84 e il rotore un diametro di mt 132, per un’altezza complessiva quindi di mt. 150. L’impianto verrà articolato in due settori ubicati sulle alture di Sa Gomoretta e Fruncu sa Capra, che ricadono nel territorio di Bitti e Orune, ma anche il comune di Buddusò risulta coinvolto perché dovrebbe ospitare la cabina di trasformazione MT/AT della corrente che in cavidotto interrato proviene dall’impianto.

Le Osservazioni contestano in 10 punti la sostenibilità del progetto.

Per quanto concerne gli Impatti ambientali vengono rilevate le irreversibili alterazioni delle componentibiotiche ed abiotiche determinate da opere invasive quali le fondazioni delle torri, il raddoppiamento delle sedi stradali esistenti, la demolizione dei caratteristici muretti a secco, la creazioni di percorsi ed aree di servizio che coinvolgerebbero circa 75 ettari di terreni agricoli. Anche gli impatti paesaggistici appaiono rilevanti sia per il gigantismo del parco tecnologico, sia per la profonda alterazione di quei valori identitari che legano indissolubilmente le comunità al proprio territorio. Il pianoro che abbraccia le alture è infatti da tempo immemorabile adibito all’allevamento degli ovini, coltivato a seminativi ed erbai ed ospita oltre dieci aziende agricole.

L’area è prossima a due santuari della cultura nuragica, quali sono i siti di Su Romanzesu e Su Tempiesu, ma è un vero giacimento culturale a cielo aperto per la presenza di numerosi nuraghi, domus de Janas, dolmen.

Sono stati censiti inoltre 110 siti e quindi il rischio archeologico risulta estremamente elevato. La Direzione Generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del Ministero dei Beni e delle attività culturali e del Turismo, su indicazione delle due Soprintendenze dello Stato ha già fatto pervenire un Atto di Osservazione con una richiesta articolata in ben 34 punti di integrazioni progettuali.

Altre Osservazioni riguardano l’assenza di Dibattito pubblico e la non disponibilità delle aree da parte della Società. Il progetto è stato pubblicato sul sito del Ministero il 25 gennaio di quest’anno e quindi all’Albo pretorio del Comune. Da tale data sono decorsi i 60 giorni per la presentazione delle Osservazioni. La popolazione non ne è stata informata nonostante una legislazione nazionale ed una Convenzione internazionale (Århus) statuisca l’obbligo di un’informazione consapevole e il diritto dei cittadini alla partecipazione attiva nei processi decisionali che riguardano l’ambiente. Solo l’impegno del Comitato civico Santu Matzeu, costituitosi per l’occorrenza, ha consentito ai cittadini di Bitti di prendere conoscenza di quanto stava avvenendo nel corso di una partecipata Assemblea pubblica che si è tenuta il 17 marzo a soli 9 giorni dalla scadenza per la presentazione delle Osservazioni.

Nell’ambito del documento redatto da Italia Nostra sono stati esaminati anche gli aspetti di incongruenza con il PPR della Sardegna che pur nella irrisolta assenza della pianificazione degli ambiti interni, fornisce nelle Norme tecniche di attuazioni indirizzi per le aree agro forestali del tutto diversi da quelli di una possibile trasformazione in aree con destinazione d’uso industriale. Simili incongruenze sono state rilevate con il PEARS che pur non avendo ancor completato il suo iter procedurale, preclude ogni possibilità agli impianti energetici speculativi, indicando nella produzione diffusa e nell’autoconsumo gli obiettivi principali della pianificazione energetica regionale.

L’analisi dei dati economici forniti dalla Società ha permesso di evidenziare in tutta la sua drammatica realtà la vera e propria rapina nell’utilizzo delle risorse dei “giacimenti energetici rinnovabili” che le multinazionali stanno operando ai danni delle collettività sarde con la complicità della classe politica isolana e nazionale.

Pur essendo com’è ovvio schierata per la produzione di energia elettrica dalle FER, Italia Nostra si vede costretta a combattere una impari battaglia con Multinazionali, che pur di lucrare gli incentivi resi disponibili dallo Stato, aggrediscono paesaggio e territorio sardo sottraendo ancora una volta Beni Comuni e risorse economiche a quelle comunità che ne sono i legittimi detentori.

Graziano Bullegas

Presidente Italia Nostra Sardegna

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Si ì tenuto oggi, nella sede dell’assessorato dell’Agricoltura, un incontro tra l’assessore Pierluigi Caria, i direttori generali dell’Assessorato e dell’Agenzia Laore Sardegna, Sebastiano Piredda e Maria Ibba, e la delegazione delle associazioni private guidata dai Commissari straordinari, Enrico Leccisi e Vito Tizzano, e dal rappresentante dell’Associazione italiana allevatori (AIA), Vincenzo Greco.

Nel corso dell’incontro è stata analizzata nel dettaglio la situazione finanziaria attuale e pregressa, che ha portato in rosso i bilanci, con l’obiettivo rappresentato con forza da parte della Regione di garantire la massima tutela possibile per i lavoratori dell’Associazione regionale allevatori della Sardegna (ARAS) e delle Associazioni provinciali allevatori (APA).

Il tavolo odierno è stato aggiornato, a data da definire, con l’obiettivo di produrre una nuova relazione tecnica sul piano finanziario che possa garantire la sostenibilità futura delle Associazioni e la salvaguardia della pianta organica. Il ragionamento riguarda infatti la possibilità di accompagnare i soggetti più vicini alla pensione con appositi scivoli e con la riorganizzazione dei ruoli anche attraverso appositi corsi di formazione sempre promossi dalla Regione.

Le associazioni, nonostante siano soggetti privati, svolgono prestazioni di assistenza tecnica nelle aziende zootecniche isolane per tramite dell’Agenzia Laore ma anche, fra le varie cose, la tenuta dei libri genealogici delle razze animali autoctone. I dipendenti dell’ARAS, compresi quelli con contratto a tempo determinato, sono oggi 296.

Numeri diversi interessano le quattro APA sarde che, dopo i 13 licenziamenti predisposti dai commissari straordinari (senza alcun preavviso comunicato alla Regione) e un pensionamento volontario, occupano 79 figure. Proprio sui licenziamenti Pierluigi Caria ha rinnovato la richiesta, già presentata subito dopo la riduzione unilaterale del personale, affinché vi sia un ripensamento e un reintegro dei lavoratori.

«Come Regione, anche grazie al mandato che ci ha dato il Consiglio regionale la scorsa settimana – ha spiegato Pierluigi Caria -, stiamo mettendo sul piatto delle trattative con i commissari tutte le soluzioni percorribili per garantire innanzitutto le tante professionalità che assistono ogni giorno le nostre aziende zootecniche e quindi il valore aggiunto che queste prestazioni hanno sul sistema produttivo e di qualità. Sistema di eccellenza – ha concluso l’assessore – che è frutto anche del grande lavoro svolto in questi anni nelle nostre campagne con la promozione delle buone pratiche del benessere degli animali.»

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L’assessore regionale del Turismo, Artigianato e Commercio Barbara Argiolas ha tenuto oggi una conferenza stampa nella quale ha illustrato, insieme a Josep Ejarque, uno dei massimi esperti europei di marketing territoriale e destination management, le attività che nei prossimi mesi concretizzeranno il nuovo modello di governance della Destinazione Sardegna.
Attraverso Destinazione Sardegna 2018-2021-Piano strategico partecipato per lo sviluppo e la promozione turistica della Sardegna, «stiamo dando attuazione – ha spiegato Barbara Argiolas – all’articolo 5 della legge regionale sul turismo approvata lo scorso anno, che ha recepito le indicazioni del Piano strategico nazionale 2017-2022 del MIBACT». Il piano, che ha un orizzonte temporale di tre anni, sarà il principale strumento di aggiornamento della politica turistica regionale e per l’esercizio delle funzioni di programmazione, di indirizzo e coordinamento, con l’obiettivo migliorare la competitività e attrattività della destinazione Sardegna, in un’ottica di sostenibilità ambientale, economica e sociale.
«Ma per noi, oltre all’obiettivo, è fondamentale anche il metodo – ha evidenziato l’assessore del Turismo – e per questo Destinazione Sardegna 2018-2021 prenderà forma attraverso un processo corale, che coinvolgerà chi opera in maniera diretta e indiretta nel settore turistico, sia in ambito pubblico che privato, in tutti i territori della Sardegna. La partecipazione è un elemento chiave: servono le idee, le soluzioni, i punti di vista di tutti e ci arriveremo attraverso 60 incontri complessivi e raccogliendo gli spunti e le riflessioni che arriveranno attraverso la piattaforma telematica aperta Sardegna ParteciPA.» 
Le 9 aree tematiche sulle quali verteranno gli incontri, gestiti con la modalità del workshop, attraverso tavoli di lavoro territoriali, saranno: prodotto; mercati ed internazionalizzazione; infrastrutture e mobilità turistica; formazione, qualità e professionalizzazione; innovazione turistica e nuove tecnologie; paesaggio, risorse naturali e sostenibilità; redditività, destagionalizzazione e rinnovamento. Per ogni tematica si terranno due incontri, a Cagliari, Olbia e Alghero, il primo di analisi del mercato, del turismo in Sardegna, della destination reputation e delle criticità, mentre il secondo verterà su obiettivi, proposte e soluzioni da parte dei partecipanti.
«Questo percorso di lavoro – ha detto ancora Barbara Argiolas – vuole far emergere una visione di sviluppo condivisa di medio e lungo periodo della destinazione, costruire una prospettiva di crescita integrata dell’intero territorio e del settore, individuando nuove progettualità e stimoli per consentire lo sviluppo e il consolidamento della destinazione e dei suoi operatori per i prossimi anni.»

Il processo partecipativo verrà coordinato da Josep Ejarque: «La Sardegna deve pianificare collettivamente il suo futuro turistico, arrivare a una visione condivisa e agli obiettivi come destinazione, e far sì che ogni operatore e le amministrazioni possano pianificare il proprio futuro», ha spiegato.
All’incontro con la stampa era presente anche Luigi Lotto, presidente della Quinta commissione del Consiglio regionale, che ha aggiunto: «Gli obiettivi della legge regionale 16/2017 iniziano a prendere forma concreta. Il turismo conquista in Regione il ruolo che gli spetta e i passi avanti che si stanno facendo nella direzione indicata dalla nuova legge contribuiranno a rilanciare l’economia dell’isola». 
Parallelamente al percorso per la co-progettazione del Piano strategico, continuano gli incontri tra l’assessoreArgiolas, le Camere di Commercio e le società di gestione degli aeroporti di Cagliari, Olbia e Alghero per l’istituzione della Destination Management Organization (DMO) regionale, prevista dall’articolo 7 della legge dello scorso anno. «Si tratterà – ha detto Barbara Argiolas – del braccio operativo dell’Assessorato del Turismo, che, attraverso la partecipazione di soggetti pubblici e privati, si occuperà di gestione e marketing, con l’obiettivo di far diventare la Sardegna una destinazione turistica competitiva e attrattiva, attraverso l’ideazione di prodotti, servizi e informazioni di qualità». Si tratta, ha concluso l’assessore del Turismo, «di una entità operativa, interamente finanziata dai soci, che svolgerà la propria attività attuando le politiche di marketing, comunicazione, promozione e promocommercializzazione della destinazione Sardegna, nel rispetto dei principi di efficacia, trasparenza, collaborazione ed economicità ed operando secondo il modello in house providing».

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«L’agroalimentare in Sardegna registra ricavi complessivi per 1,1 miliardi di euro (dati febbraio 2018). Dietro queste aziende ci sono i professionisti che lavorano nei dipartimenti di prevenzione, medici e veterinari che con la loro attività di controllo ufficiale garantiscono la sicurezza degli alimenti prodotti a tutela della salute dei consumatori tutti.»

Lo scrivono in un comunicato congiunto, gli Ordini dei Medici Veterinari della Sardegna.

«L’export dell’agroalimentare necessita di un atto ufficiale che richiede approfondite verifiche e responsabilità da parte del Dirigente Veterinario che attesta che l’alimento è prodotto nel rispetto della legge – si legge ancora nel comunicato -. Il tariffario tanto discusso, dopo 30 anni e dopo le nuove regole imposte dalla normativa europea, nazionale e regionale, doveva essere adeguato ed è rimasto comunque uno dei più bassi d’Italia per quanto riguarda le prestazioni extra Lea, cioè prestazioni rese nell’interesse dell’utente.»

«Non corrisponde al vero la notizia diffusa da alcuni giornali che il nuovo tariffario aumenti in maniera considerevole le tariffe, scaricando sulle spalle delle aziende agricole isolane costi enormi per il comparto agroalimentare. Sostenere ciò – conclude il comunicato congiunto degli Ordini dei Veterinari della Sardegna – è cosa grave e offende chi ogni giorno lavora con dedizione e responsabilità.»

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Il presidente della Regione Francesco Pigliaru, con l’assessore della Difesa dell’ambiente Donatella Spano, i capi di Gabinetto della Presidenza e dell’Assessorato, Gianluca Serra e Franco Corosu, ed il responsabile del Piano Sulcis Salvatore Cherchi, ha incontrato le segreterie regionali territoriali delle rappresentanze sindacali unitarie della Portovesme srl. La riunione ha permesso di fare il punto sulle attività dell’azienda e sulla gestione dei residui della produzione.
La Giunta ha garantito il monitoraggio della tempistica dei procedimenti di valutazione ambientale in corso. La cabina di regia regionale, che era stata istituita per le interlocuzioni con i sindacati e con l’azienda, ha tenuto costantemente aggiornate le parti sull’andamento del cronoprogramma nel pieno rispetto del ruolo e dell’autonomia della struttura tecnica.
Un nuovo incontro sarà fissato successivamente alla conferenza di servizi istruttoria programmata la prossima settimana, martedì 27 marzo.