A soli tre mesi dalla presentazione del progetto, il ministero delle Politiche agricole e forestali ha riconosciuto la cipolla di San Giovanni Suergiu come PAT, Prodotto Agroalimentare Tradizionale.
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A soli tre mesi dalla presentazione del progetto, il ministero delle Politiche agricole e forestali ha riconosciuto ufficialmente la cipolla di San Giovanni Suergiu come PAT, Prodotto Agroalimentare Tradizionale. La certificazione è realtà per la gioia di tutti quelli che, a vario titolo, hanno partecipato al progetto di valorizzazione del prodotto sulcitano.
«Un risultato – ha detto il sindaco Elvira Usai – che ci rende orgogliosi e che io considero come un traguardo di tutta la nostra comunità. L’Amministrazione comunale è stata determinata nel perseguire quest’obiettivo ambizioso, ma altrettanto lo sono stati i cinque giovani imprenditori agricoli che la coltivano da alcuni anni, l’antropologa Alessandra Guigoni che ha effettuato la ricerca storica e raccolto le varie testimonianze fra gli anziani del paese, il comitato patronale di San Giovanni Battista e i numerosi cittadini che hanno contribuito a perpetuare le ricette gastronomiche tradizionali. Al prodotto identitario – aggiunge il primo cittadino – ora l’auspicio di un’opportunità economica che possa investire tutto il paese sulcitano: dalla sua produzione al commercio, dalla sua trasformazione alla valorizzazione come tipicità nelle famose cucine degli chef sardi e non. Ricca di proprietà organolettiche e oligoelementi, ipocalorica e diuretica, la cipolla di San Giovanni Suergiu è un ottimo prodotto di nicchia che si sposa bene con il tonno e le uova o nel più classico “pani cun cibudda”, focaccia ripiena di cipolle e cotta nel forno a legna. Crediamo nello sviluppo locale – conclude Elvira Usai – nella valorizzazione dei nostri prodotti tipici e nelle mani sapienti di chi vuole mantenerle attuali e farle conoscere.»