25 November, 2024
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Due teste umane sorrette soltanto dalle corrispettive braccia aggrappate a un trespolo, in posizione da volatile. In un romanzo dell’800, saremmo di fronte alla fantasia di uno scienziato pazzo. Nella realtà di oggi, siamo di fronte a un’opera di Sara Renzetti e Antonello Serra, due artisti radicali e rigorosi, poeti della carne che trovano nelle anatomie impossibili la rappresentazione visiva e concettuale dell’essere e dell’esistere. Sono i Santissimi, duo sardo che il 24 marzo inaugura a Roma “Rebirth”, l’esposizione curata da Eleonora Aloise e Carlo Maria Lolli Ghetti della White Noise Gallery. E “Rebirth” sarà il primo atto di un nuovo percorso della galleria romana che dal quartiere di San Lorenzo si trasferisce in pieno centro, nel cuore di uno dei quadrilateri dell’arte contemporanea a Roma, inaugurando una programmazione più coraggiosa e concettuale, di matrice fondamentalmente installativa.

I Santissimi usano il corpo come strumento di comprensione dello spazio e del tempo, indagandolo nel ciclo nascita-morte. Il corpo è una sorta di guscio che racchiude storie e memorie, individuali e collettive, la superficie narrativa di un discorso sulle condizioni sociali, politiche e culturali del soggetto contemporaneo in crisi, condannato a dimenarsi fra isolamento e allucinazione, desiderio e frustrazione.

Attraverso una tecnica di modellazione del silicone, successivamente cristallizzato nella resina, i Santissimi creano meticolosamente sculture a misura umana (che così diventano specchio riflesso dello spettatore) di corpi indeboliti e crudelmente imperfetti, portatori sani di deformazioni emotive e fisiche. Corpi dagli occhi chiusi ed il volto impassibile. Corpi disturbanti ma immersi in una calma irreale perché hanno imparato l’angoscia esistenziale e riconosciuto l’incompletezza come condizione inevitabile dell’esistenza. Ogni opera suggerisce la promessa di un movimento che non arriva mai, dilatando il tempo in un unico, infinito attimo. E tra angoscia e malinconia, si susseguono fossili anatomici e corpi da incubo, fino ad arrivare a una scultura come “Mom”, per la prima volta in esposizione, in cui la forma torna all’origine e la carne diventa pura materia da plasmare, embrione indefinito che evoca inquietudini ancestrali. I Santissimi indagano forma e sostanza di esseri che hanno dimenticato la loro storia naturale e da dove provengono, in uno sfasamento continuo dell’identità. Una sorta di passione da laboratorio rivela l’empirismo filosofico come corrente culturale di riferimento dei Santissimi e si traduce nella messa in forma, in materia, in arte del pensiero filosofico-scientifico. La potenza delle immagini dei Santissimi, dunque, sconvolge e riscrive il concetto di pudore, di morbosità, di corpo in un orizzonte che contempla il cinema del primo David Cronenberg, alcune metamorfosi di Jan Fabre e il “corpo senza organi” teorizzato da Antonin Artaud.

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A breve, a Carbonia, verrà ripristinata la fermata degli autobus in via Manno. Vanno avanti senza soluzione di continuità i lavori tesi al rifacimento, ammodernamento e potenziamento della segnaletica stradale in via Manno, via Roma e via Ala Italiana. Gli interventi sono finalizzati a migliorare la segnaletica stradale orizzontale e verticale in alcune zone del centro storico cittadino. In particolare, nel tratto iniziale di via Manno, in prossimità dello stabile del Comune, è stata posizionata la palina elettronica, propedeutica al ripristino della fermata degli autobus urbani. Un intervento che era stato annunciato anche dal sindaco Paola Massidda in risposta a un’interpellanza presentata dall’opposizione nel corso della seduta del Consiglio comunale del 27 febbraio scorso.

«Il passaggio degli autobus urbani consentirà di collegare in maniera più agevole il centro cittadino con il Centro intermodale, riducendo anche i tempi di percorrenza e venendo così incontro alle richieste dei cittadini», ha affermato il sindaco Paola Massidda.

Il ripristino della fermata dei bus (modello Pollicino) si inscrive nell’ambito di una serie di lavori di restyling che, da ottobre dello scorso anno, stanno interessando la via Manno. «Via Manno, dunque, si rifà il look, con l’obiettivo di tornare ad essere il cuore pulsante del commercio della città – ha affermato l’assessore dei Lavori pubblici e delle Manutenzioni Gian Luca Lai -. Nel lato portici sono stati disegnati 6 nuovi stalli per parcheggi, limitati a 15 minuti di sosta, un intervallo di tempo studiato per consentire il massimo ricambio della clientela che si reca nei negozi della via, oltre a favorire le attività di carico-scarico delle merci. La riqualificazione di via Manno presenta novità in grado di garantire una migliore fruibilità del traffico veicolare, un aumento del numero dei parcheggi gratuiti e il ripristino delle fermate dei bus urbani. Siamo convinti che la nuova regolamentazione possa produrre benefici sia a favore degli esercenti che dei clienti», ha concluso l’assessore Gian Luca Lai.

Il rinnovamento della segnaletica stradale comprende anche le strade limitrofe a via Manno. In particolare, in via Ala Italiana e in via Roma sono stati posizionati specifici cartelli indicanti la presenza di parcheggi gratuiti nel sottopiano degli edifici a torre di piazza Marmilla.

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Lunedì 19 marzo, alle 9.00, a bordo di nave Alpino, nella Stazione Navale Mar Grande di Taranto, si svolgerà la cerimonia di avvicendamento del comando dell’Operazione Mare Sicuro, alla presenza del Comandante in Capo della Squadra Navale, ammiraglio di squadra Donato Marzano.

Dopo oltre un mese di intensa attività nel Mediterraneo Centrale, il contrammiraglio Angelo Virdis passerà il testimone al contrammiraglio Flavio Biaggi. Nel suo periodo di comando, iniziato il 5 febbraio 2018, il contrammiraglio Angelo Virdis ha potuto contare su un dispositivo in mare che ha visto operare diverse unità navali con le rispettive componenti aeree e i loro equipaggi, composti anche da team della Brigata Marina San Marco. 

L’Operazione Mare Sicuro, in atto dal 12 marzo 2015, prevede lo schieramento di un dispositivo navale con missione di presenza, sorveglianza e sicurezza marittima nel Mediterraneo centrale, in applicazione della legislazione nazionale e degli accordi internazionali. La presenza del dispositivo aeronavale in alto mare garantisce la tutela degli interessi nazionali nell’aerea e un’adeguata cornice di sicurezza a tutti i mezzi navali dello Stato, e non, impegnati nelle attività di ricerca, soccorso e pesca.

La fregata Alpino, unità che ha ricoperto più volte il ruolo di nave sede di comando dell’Operazione Mare Sicuro, è la quinta delle dieci FREMM italiane costruite nell’ambito del programma italo-francese denominato Fregata Europea Multi Missione (FREMM). Delle dieci FREMM previste, sei sono in configurazione polivalente (General Purpose – GP) e quattro in configurazione antisommergibile (Anti Submarine Warfare – ASW) come Nave Alpino.

Con un equipaggio di 156 tra uomini e donne, 144 metri di lunghezza ed un dislocamento a pieno carico di 6.700 tonnellate, Nave Alpino è una fregata polivalente, progettata all’insegna dell’innovazione e della flessibilità, in modo da operare attivamente nella tutela degli interessi nazionali e poter rispondere con successo agli scenari futuri.

La nave è stata assegnata alla base di Taranto dallo scorso gennaio 2018.

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La commissione Lavoro, presieduta da Gavino Manca (Pd), ha espresso il parere favorevole alla deliberazione della Giunta regionale n. 11/6 del 2 marzo 2018, avente per oggetto il programma integrato plurifondo per il lavoro “LavoRas” ed in particolare le politiche attive del lavoro.

Il via libera del parlamentino è arrivato dopo le audizioni dell’assessore del Lavoro, Virginia Mura e del segretario regionale della Cisl, Gavino Carta.

L’assessore Virginia Mura, nel corso del suo intervento in commissione, ha illustrato il piano da 268 milioni di euro nel triennio 2018-2020  che destina, per l’annualità in corso, 127,7 milioni di euro complessivi, dei quali, per cantieri di nuova attivazione (45.2 milioni), cantieri già operativi (21,260 milioni), politiche attive (47,480 milioni) e altri interventi specifici (13,480).

«Con la LavoRas procediamo presto e bene – ha dichiarato l’assessore – su un tema centrale quale è il lavoro per la Sardegna». Virginia Mura, anche stimolata dagli interventi dei consiglieri Angelo Carta (Psd’Az), Paolo Zedda (Art. 1 – Sdp) e Paolo Dessì (Misto) ha spiegato nel dettaglio alcune misure e specifiche procedure ma soprattutto ha confermato disponibilità alla rimodulazione degli stanziamenti relativi ai 4.800.000 euro da destinare agli assegni formativi che rappresentano uno dei due strumenti (l’altro è l’incentivo occupazione, stanziamento 34 milioni e 8.000 potenziali destinatari) attraverso i quali dare attuazione alle politiche attive del lavoro. Per l’assegno formativo, che conta 2.500 potenziali destinatari, sono già disponibili 9.1 milioni di euro e quando sarà a regime consentirà di fornire nuove competenze ai lavoratori con scarsa professionalità e ridurrà le distanze tra domanda e offerta di lavoro.

Nel merito della delibera, il capogruppo del Psd’Az – La Base, Angelo Carta, ha contestato l’assegnazione di 2 milioni all’Insar per la copertura dei costi di gestione e assistenza tecnica del programma LavoRas: «È una cifra esagerata e invito l’assessore a riflettere sull’entità di tale stanziamento».

I contenuti della delibera n.11/6 sono stati criticati anche dal segretario regionale della Cisl, Gavino Carta, che ha lamentato una “unilaterale” revisione del piano discusso in sede di partenariato e nelle sedi istituzionali.

La Cisl ha evidenziato una riduzione degli stanziamenti sulla misura politiche attive pari al 14.4%; la riduzione della sottomisura relativa agli assegni formativi del 55.6%; l’eliminazione dei cosiddetti mini assegni individuali per partecipare a corsi di qualificazione e riqualificazione; istituzione di un fondo di rimodulazione pari a 4.8 milioni di euro e il sostanziale non accoglimento delle osservazioni della Cisl sul sistema dei servizi per il lavoro. Da qui la richiesta di ripristinare l’originaria struttura del programma («è stato squilibrato a favore di azioni congiunturali piuttosto che di azioni strutturali») e la riconvocazione del tavolo partenariale per valutare la rimodulazione delle somme tra le differenti voci del programma e all’interno di queste, tra i singoli strumenti operativi.

Nel suo intervento di conclusione dei lavori il presidente della commissione, Gavino Manca, ha affermato che «LavoRas, aldilà di alcune osservazioni, resta un buon piano con dotazioni importanti e misure efficaci per fronteggiare l’emergenza lavoro nell’Isola» ed ha evidenziato “la flessibilità del piano per il lavoro” insieme con la disponibilità al dialogo ed al confronto con sindacati ed imprese da parte di Giunta e Consiglio, per migliorare azioni e risultati in tempi certi e compatibilmente brevi. 

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E’ stato ufficializzato ieri pomeriggio con una cerimonia di accoglienza nell’aula del Consiglio comunale di Sant’Antioco, il gemellaggio scolastico tra gli studenti dell’Istituto Comprensivo Statale Sant’Antioco – Calasetta e una delegazione di 25 ragazzi provenienti dal Collège International Marseilleveyre di Marsiglia. Un sodalizio all’insegna della cultura, in un reciproco scambio di conoscenze ed esperienze. Alla manifestazione hanno partecipato il sindaco Ignazio Locci, l’assessore alla Cultura Rosalba Cossu, la dirigente dell’Istituto comprensivo Maria Adelaide Cerina e la promotrice del progetto di scambio, la professoressa antiochense Barbara Sitzia, che da qualche mese insegna proprio nell’istituto marsigliese, dopo una lunga esperienza nella scuola media Antioco Mannai di Sant’Antioco. La serata, oltre allo scambio di doni simbolici, ha visto i ragazzi della scuola secondaria di Sant’Antioco intonare “La Marsigliese”, mentre gli studenti francesi si sono cimentati con l’inno di Mameli.

I 25 ragazzi francesi (che frequentano la “quarta media”, l’equivalente della classe “terza media” italiana) saranno ospiti in altrettante famiglie di Sant’Antioco fino al prossimo 20 marzo. «Esprimiamo vivo consenso rispetto a questa iniziativa – commenta l’assessore Rosalba Cossu – mettere a confronto la grande realtà di Marsiglia con la piccola comunità di Sant’Antioco è un progetto affascinante che offre ai ragazzi numerose occasioni di crescita. Il gemellaggio, infatti, è un’opportunità di scambio culturale che diventa motivo di confronto e permette ai giovani di cogliere e approfondire differenze e similitudini.»

Nei prossimi giorni, i ragazzi marsigliesi visiteranno il paese e studieranno le abitudini sarde.

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E’ stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale nr. 21 del 13.03.2018 – 4ª Serie Speciale, il bando di concorso per l’ammissione al primo corso della prestigiosa Scuola Navale “Francesco Morosini” di Venezia. I posti messi a concorso sono 70, 18 per il liceo classico tradizionale e 52 per il liceo scientifico, e offrono un’opportunità formativa e di vita straordinaria per i ragazzi e le ragazze che vogliono investire sul proprio futuro sia che ambiscano a diventare professionisti del mare sia che ambiscano a sbocchi professionali di prestigio, non esclusivamente indirizzati all’arruolamento nelle Forze armate.

Termine ultimo per presentare la domanda, in forma telematica dalla pagina Concorsi e scuole militari del sito https://concorsi.difesa.it , sarà il prossimo 13 aprile 2018.

L’avventura comincia con la presentazione della domanda di partecipazione che, in caso di superamento delle selezioni, accompagnerà i ragazzi nel futuro spalancando loro orizzonti lontani che li porterà anche, durante il percorso scolastico, a solcare i mari sulle navi scuola della Marina Militare. Al termine dei corsi presso la Scuola Navale “Francesco Morosini” gli ex frequentatori potranno veder culminare il percorso formativo all’interno della Forza Armata concorrendo all’ammissione in Accademia Navale di Livorno e diventare, qualora idonei, dei veri professionisti del mare.

Oggi l’Accademia Navale conta tra i suoi frequentatori ben 70 allievi provenienti dalla prestigiosa Scuola Navale Militare, 17 dei quali sono entrati nell’ultimo anno.

Le lezioni scolastiche, svolte da un corpo docente formato da insegnanti civili seguendo il piano di studi del ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, tendono a istruire i giovani suscitando in loro l’interesse alla vita sul mare orientandoli verso attività a connesse all’ambiente marino. Durante il percorso formativo viene cercato un giusto equilibrio tra la preparazione scolastica e pre-universitaria e la preparazione nelle attività che scandiscono il ritmo quotidiano della vita dell’allievo.

L’Istituto è in grado di garantire con i suoi impianti, mezzi ed imbarcazioni, un riferimento sportivo ed addestrativo di assoluto livello, dove i frequentatori hanno l’opportunità di potersi confrontare sia in discipline marinaresche, quali vela, canoa, canottaggio, nuoto e voga veneta, che sportive in genere quali atletica leggera, basket, pallavolo, calcio e palestra.

Sempre più sono gli studenti che ogni anno decidono di avvicinarsi a questo avvincente mondo in quanto il punto di forza resta la custodia dei valori tradizionali quali correttezza, ordine e senso del dovere.

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Primo appuntamento con BAS – Baratto Solidale organizzato da RUAS – Rete Unitaria Antifascista Sulcis Iglesiente e Asce Sardegna – Associazione Sarda Contro l’Emarginazione. L’inaugurazione del progetto solidale è prevista per sabato 17 marzo, alle ore 10.30, a Carbonia, presso la sede del Circolo dei soci Euralcoop, in piazza Marmilla (piano terra). 

Le prossime date già fissate sono: sabato 14 aprile e sabato 12 maggio, sempre a partire dalle 10.30 presso il Circolo dei Soci Euralcoop. 

Con questa iniziativa, RUAS e ASCE promuovono una risposta diversa e solidale alla crisi economica e sociale attraversata dal nostro territorio, partendo dalla consapevolezza che la solidarietà, quella vera, è per tutte le persone, senza distinzione di etnia o provenienza. 

«Per questo abbiamo pensato di costruire uno spazio itinerante, aperto alla collaborazione con diverse associazioni – si legge in una nota -. La finalità è realizzare una Rete di solidarietà per tutti e tutte, promuovendo un’economia circolare, attraverso il riciclo e l’utilizzo di tutto quello che non deve essere sprecato, incluse le capacità personali. All’interno di questa Rete di solidarietà ciascuno potrà dare il suo contributo, diventando protagonista di uno scambio di vestiti, oggetti o tempo che si vogliono mettere a disposizione, ognuno secondo le proprie disponibilità.»

«Siamo certi che, attivando le risorse di tutti, possiamo costruire una Comunità diversa, capace di far sentire tutti e tutte non semplici destinatari di azioni di solidarietà, ma promotori di un circolo virtuoso in cui ciascuno aiuta l’altro, senza far ricorso al denaro e senza equilibri di valore o quantità. Pensiamo che questa sia una delle vie – conclude la nota degli organizzatori – per abbattere le barriere economico-sociali che spesso sono fonte di pregiudizi ed emarginazione.»

Il Baratto Solidale fa parte della seconda edizione della Primavera Resistente 2018.

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Con 438 voti in favore, 145 voti contrari e 69 astensioni, il Parlamento europeo ha approvato la base imponibile comune consolidata per l’imposta sulle società (CCCTB), parte di una proposta più ampia che mira a creare un regime unico di tassazione delle imprese in UE.

Una misura distinta e complementare che crea le fondamenta di questo sistema, vale a dire la base imponibile comune per l’imposta sulle società (CCTB), è stata approvata con 451 voti in favore, 141 voti contrari e 59 astensioni.

Insieme, le due misure mirano a colmare i vuoti normativi che hanno permesso ad alcune società digitali e globali di ridurre drasticamente le proprie imposte, evitando di pagare le tasse dove generano i loro profitti. Questo sarebbe in parte possibile attraverso l’uso di indicatori che consentirebbero di identificare se un’impresa ha una “presenza digitale” all’interno di uno Stato membro, e deve quindi essere soggetta a tassazione in quel paese.

Il Parlamento chiede alla Commissione europea di definire tali parametri, quali il numero di utenti o il volume dei contenuti digitali raccolti, per avere un quadro più chiaro del Paese in cui un’impresa genera i suoi profitti. I dati personali sono un patrimonio di grande valore raccolto da società come Facebook, Amazon e Google per creare la propria ricchezza, eppure al momento non sono presi in considerazione quando si calcolano gli obblighi fiscali.

Le imprese potranno calcolare le tasse sommando profitti e perdite di tutte le proprie filiali nei Paesi membri. Le imposte risultanti sarebbero poi ripartite tra gli Stati membri a seconda del luogo in cui sono stati generati gli utili. L’obiettivo è eliminare l’attuale prassi delle imprese che trasferiscono la propria sede fiscale in Paesi con una bassa tassazione.

Secondo le proposte, in tutti gli Stati membri si dovrebbe applicare un unico insieme di norme fiscali. Le imprese non dovrebbero più far riferimento a 28 differenti normative nazionali e sarebbero tenute a rendere conto soltanto a un’unica amministrazione (sportello unico).

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Dal 25 al 28 febbraio una delegazione della città di Iglesias ha visitato la Bielorussia, su invito della città gemella di Bobruisk. Giornate dense di incontri che hanno permesso alla delegazione sarda di conoscere meglio la realtà sociale, culturale e produttiva della Paese e di costruire relazioni utili per le collaborazioni future.

Per approfondire meglio le opportunità concrete si aprono per le nostre imprese con particolare riferimento ai settori turistico e dell’agro-alimentare, l’Amministrazione comunale ha deciso di convocare per lunedì 19 marzo un seminario informativo a cui parteciperanno il Console Onorario della Repubblica Bielorussa in Sardegna, Giuseppe Carboni ed il dottor Marco Sechi, in rappresentanza della Presidenza della Giunta della Regione Autonoma della Sardegna.

Appuntamento alle ore 17.30 nella Sala Riunioni del Centro Direzionale di Via Isonzo.

 

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Camminare lungo le valli, salire sui monti, scegliere un buon pendio come punto di decollo, preparare il parapendio e poi spiccare il volo verso altri monti e attraverso altre valli.

Si chiama hike & fly, escursionismo e volo, tutto gambe e parapendio la nuova frontiera del volo libero, quello senza motore, sinonimo di libertà e spirito d’avventura. Qualcuno dice che non sia proprio nuova, perché a chi pratica questa entusiasmante attività con abitat naturale in ambienti montani una scarpinata prima o poi tocca.

Sull’onda della celebre X-Alps, maratona biennale di oltre mille chilometri dall’Austria a Montecarlo, i cultori di hike & fly sono in crescita esponenziale e gli eventi si moltiplicano. Facili le regole base: usare solo piedi e parapendio, preferibilmente il secondo perché il volo è meno faticoso e più veloce. Nessun altro mezzo di trasporto è ammesso.

Le gare possono durare più giorni e lungo percorsi di centinaia di chilometri contrassegnati da punti salienti del territorio, detti boe o turn point, con obbligo al pilota di aggirarli. Ogni concorrente è seguito da un team di supporto con il compito di suggerire valutazioni tecniche sul miglior tragitto, informazioni meteo e fornire l’occorrente alla sussistenza. Quando non vola il pilota è obbligato a camminare con in spalla la sacca contenente parapendio, selletta e tutta l’attrezzatura per il volo che non può essere portata altrimenti. Il live tracking sorveglia tramite GPS, invia in tempo reale la posizione dei piloti, stila classifiche.

Ci proviamo anche in Italia con l’hike & fly. Nel 2018 tre diverse organizzazioni si sono messe di buona lena per varare altrettanti eventi. Hanno raccolto partecipanti da Europa, Asia e America, lo svizzero Christian Maurer, vincitore di cinque X-Alps, il più noto. Pochi posti e riservati ad atleti ben allenati in corsa, arrampicata e altre discipline. Indispensabile pratica costante e esperienza di volo libero. Rare le quote rosa non senza rammarico.

Primo appuntamento dal 12 al 19 maggio per la Ironfly pensata dal Parapendio Club Scurbatt di Suello (Lecco). Partenza dal lungolago di Lecco e salita sul monte Cornizzolo, altitudine 1.040 m. Da qui la gara si snoderà attraverso le Prealpi lombarde, piemontesi e Canton Ticino. Turn point a Macugnaga e il Monte Rosa, altitudine 4.634 m., Bormio in Valtellina e il passo della Presolana in Val Seriana prima di raggiungere l’atterraggio di Suello. Totale 458 km in linea d’aria, di più nella sostanza.

Il 26 agosto a Levico Terme (Trento) prenderà il via la Dolomiti Superfly organizzata dal Volo Libero Trentino. Il percorso, tutto dolomitico e dedicato ai luoghi della Grande Guerra nel centenario della vittoria, misurerà 250 km. Prima boa a Canazei (Trento) passando per la catena del Lagorai. Poi toccherà Sesto Pusteria (Bolzano) oltre le Tre Cime di Lavaredo e infine Cima Grappa nelle Prealpi venete. Conclusione a Levico Terme entro l’1 settembre.

Durerà un solo giorno, l’8 settembre, la h&f Presolana 1.0, grazie al club Volomania di Gandino (Bergamo), teatro il comprensorio attorno al massiccio di 2.521 m nelle Prealpi bergamasche che ha ispirato il nome dell’evento. I piloti partiranno da Gandino, passeranno da Clusone, dalla Valzurio, dalla valle di Castione, dal monte Pora, ancora da Clusone e dalla Val Gandino, toccheranno lo spartiacque tra Val Cavallina e lago d’Iseo prima dell’atterraggio di Cirano presso Gandino.