24 November, 2024
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«La riorganizzazione del Brotzu, con l’accorpamento del Businco e del Microcitemico, è una fuga in avanti senza presupposti che rischia, con l’obiettivo di aprire a nuovi concorsi e innesti nelle corsie, solo di penalizzare i servizi ai cittadini e il personale sanitario.»

Il vice presidente della commissione Salute del Consiglio regionale Edoardo Tocco (FI) commenta così l’annunciato atto aziendale del presidio ospedaliero di via Peretti. Perplessità e dissensi legati all’incognita del verdetto, atteso per le prossime settimane, sulla rete ospedaliera da parte del ministero dell’Economia e finanze e del dicastero della Salute. «Un responso che il ministro Lorenzin ha preannunciato durante la sua visita in Sardegna – spiega Edoardo Tocco -. Il nuovo disegno sulla sanità sarda potrebbe infatti essere messo in discussione dal giudizio del Governo. Per questo l’accelerazione sulla riorganizzazione del Brotzu non sembra avere i presupposti per essere realizzata, con degli aspetti contrari ai parametri economici e tecnici al vaglio del ministero delle Finanze. Si aprirebbero scenari preoccupanti – conclude Edoardo Tocco – in seguito ad una bocciatura della rete ospedaliera dai palazzi romani, con il rischio di bloccare concorsi e frenare la riqualificazione del presidio, ma con un atto aziendale già approvato senza i giusti equilibri».

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La consigliera regionale del Partito Democratico Daniela Forma ha depositato un’interrogazione indirizzata al Presidente della Regione e all’assessore Regionale della Programmazione e Bilancio Raffaele Paci, per avere informazioni puntuali sui risultati ottenuti con il Bando Progetti di Filiera e di Sviluppo Locale nelle aree di crisi e nei territori svantaggiati (PFSL) di cui alla Legge Regionale n. 3/2009 art. 2, commi 37 e 38 – rientrante nella Programmazione delle risorse del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale 2007/2013 oramai conclusasi.

«La martellante crisi economica che ancora interessa pienamente la Sardegna Centrale e le immani difficoltà in cui operano gli imprenditori in tale territorio – scrive Daniela Forma nell’interrogazione – richiedono una puntuale valutazione delle misure messe in campo dalla Regione Sardegna in questi anni per dare risposte a tali criticità come pure richiedono una valutazione sugli impatti produttivi ed occupazionali delle risorse messe a disposizione per tale territorio.

Il Progetto di Filiera e di Sviluppo Locale nelle aree di crisi e nei territori svantaggiati (PFSL) il cui soggetto responsabile è il Centro Regionale di Programmazione (CRP)prosegue Daniela Forma – è stato uno dei principali strumenti con il quale la Regione Sardegna ha inteso fornire questa risposta.

Considerato che circa un mese fa ho fatto richiesta di accesso formale per acquisire le informazioni utili a valutare i risultati ottenuti dal suddetto strumento e, ad oggi, non ho ancora ricevuto tali informazioni – dichiara Daniela Forma – ritengo che non sia più rinviabile una attenta valutazione di quali siano stati gli obiettivi raggiunti da uno strumento che ha creato tante aspettative nella Sardegna Centrale.

Fare questa attenta valutazione è indispensabile per comprendere quali programmi e obiettivi darci nel breve, medio e lungo periodo per dare risposte ad un dramma economico ed occupazionale che ancora soffoca le speranze dei cittadini e delle imprese delle aree di Macomer, Ottana, Nuoro e Siniscola.

Pertanto – conclude Daniela Formaho chiesto di sapere, relativamente al Bando Progetti di Filiera e di Sviluppo Locale nelle aree di crisi e nei territori svantaggiati (PFSL) – (Legge Regionale n. 3/2009 art. 2, commi 37 e 38) P.O. FESR 2007/2013 – Asse VI – Obiettivo Operativo 6.2.2.c “Misure di sostegno alle attività di impresa nelle Aree di Crisi e nei territori svantaggiati della Sardegna”: quante siano state le domande ammesse a contributo relative al PSL Sardegna Centrale; quale fosse la somma totale degli investimenti previsti e del contributo richiesto e, soprattutto, quanti soggetti siano riusciti a portare a termine gli investimenti.»

 

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Venerdì 9 marzo ore 15.00, all’Hotel Regina Margherita, di Cagliari, L.A.M.A.S., Paesaggio Gramsci, SardegnaSoprattutto faranno il punto dei seminari sull’urbanistica che dal 28 agosto del 2017 hanno organizzato in molti centri della Sardegna.

Con “Estendere il PPR a tutta la Sardegna per poi riscrivere la Legge Urbanistica” promuovono un nuovo “anno zero” (dopo quello del 2006) sul paesaggio e sull’ambiente in Sardegna. Nel corso degli ultimi due anni le scelte della Giunta Pigliaru hanno suscitato un grande dibattito sullo stato dell’arte, sulle condizioni, sugli strumenti del governo del territorio e del paesaggio in Sardegna.

La Legge Urbanistica approvata nel 2017 dalla Giunta Pigliaru, secondo ampia parte dell’opinione pubblica, è un passo indietro rispetto al Piano paesaggistico regionale, il primo elaborato secondo il Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio del 2004. Lo scenario prospettato dalla Legge Urbanistica della Giunta Pigliaru, le proroghe del Piano casa, le politiche sull’energia e sull’industria, con un insensato consumo del suolo, il ritorno al cemento e alla deregolamentazione dell’edilizia, un’idea di sviluppo che riporta le lancette dell’orologio indietro hanno mobilitato intellettuali, tecnici, studiosi, amministratori locali, organizzazioni sociali e semplici cittadine a cittadini.

Da quattro anni ci si interroga, infatti, sul perché, ancora oggi, il PPR non sia stato esteso a tutta la Sardegna, come prima delle elezioni regionali del 2014 avevano promesso Francesco Pigliaru e la maggioranza di centro sinistra che lo sosteneva per affermare una concreta discontinuità con la giunta di centro destra di Ugo Cappellacci.

Grande lo sgomento di quanti avevano sostenuto l’attuale presidente della Regione per aver approvato una legge urbanistica che di fatto vuole smantellare il PPR che ad oggi agisce solo sulle coste su cui, per decenni, è stata riversata un’incredibile quantità di cemento. Quel cemento ha reso più poveri i Sardi non solo perché le condizioni economiche e sociali non sono migliorate ma perché la perdita delle risorse ambientali e paesaggistiche è irreversibile.

«Estendere il PPR a tutta la Sardegna per poi riscrivere la Legge Urbanistica» significa perciò completare il percorso intrapreso nel 2006 per poi, solo successivamente, scrivere la legge urbanistica che non snaturi la filosofia del Piano Paesaggistico. Per fare ciò la politica sarda deve aver il coraggio di tornare sui propri passi circa quelle scelte che rischiano di compromettere definitivamente, dopo le devastazioni, il territorio della Sardegna.

Le quattro tavole rotonde previste tratteranno di buone e cattive pratiche ambientali ed energetiche; di consumo di suolo; di bonifiche; di pianificazione; di strumenti legislativi. SardegnaSoprattutto (al sito www.sardegnasoprattutto.com) seguirà l’evento con articoli, aggiornamenti e materiali forniti dai relatori.

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Il comune di Sant’Antioco ha diffuso una nota nella quale comunica che Abbanoa ha concluso la fase di migrazione del database dal vecchio al nuovo sistema informatico: a partire da oggi, mercoledì 7 marzo, riprende la funzionalità degli sportelli Abbanoa, sia fisici che on-line.

«Dalla settimana prossima, spiega la direzione del Gestore Unico del Servizio Idrico Integrato, si procederà con un progressivo incremento dei servizi a disposizione dei cittadini che si completerà entro la fine di marzo. Tra questi, pagamento on-line; consultazione bollette e grafico consumi; piano di rientro; intervento di verifica pressione e/o misuratore; disdetta; nuovo allaccio; etc. Con le attività di messa a regime dei servizi on-line, Abbanoa conta di completare questa fase di avvio del nuovo sistema informatico con l’adozione di numerosi servizi che, secondo le previsioni, consentiranno di compiere tutte le pratiche senza doversi necessariamente recare negli uffici.»

 

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Mentre resta acceso il dibattito sull’esito delle elezioni che ha portato alla grande affermazione del Movimento 5 Stelle e al sorpasso della Lega su Forza Italia in seno alla coalizione di centrodestra che ha ottenuto il maggior numero di seggi nel nuovo Parlamento e contende allo stesso Movimento 5 Stelle il tentativo di mettere insieme una maggioranza in grado di sostenere un nuovo Governo, al centro del dibattito politico post elezioni c’è la pesantissima sconfitta subita dal Partito democratico, relegato dagli elettori sotto il 20% e alle prese con le dimissioni a condizione annunciate dal segretario Matteo Renzi e dall’adesione al partito del ministro dello Sviluppo economico del Governo Gentiloni Carlo Calenda.

Ieri Carlo Calenda ha annunciato con un messaggio sul suo profilo Twitter, che a suo parere «non bisogna fare un altro partito ma lavorare per risollevare quello che c’è. Domani mi vado ad iscrivere al Partito democratico». Oggi, in un altro messaggio su Twitter, ha sottolineato che «se il PD si allea con il M5S il mio sarà il tesseramento più breve della storia dei partiti politici».

Nato a Roma 44 anni fa, laureato in Giurisprudenza, dirigente d’azienda, Carlo Calenda, a soli 25 anni ha assunto i ruoli di responsabile della gestione delle relazioni con i clienti e con le istituzioni finanziarie e poi responsabile marketing di Sky. Successivamente ha lavorato in Confindustria al fianco del presidente Luca Cordero di Montezemolo, per assumere poi gli incarichi di direttore generale di Interporto campano e di presidente di Interporto Servizi Cargo.

La sua esperienza politica è iniziata come coordinatore dell’associazione Italia Futura fondata da Luca Cordero di Montezemolo e cinque anni fa è stato candidato, non eletto, alle elezioni Politiche con Scelta Civica di Mario Monti nella circoscrizione Lazio 1 della Camera.

Nel maggio 2013 è stato nominato viceministro dello Sviluppo economico nel Governo Letta, confermato nel Governo Renzi, con delega al commercio estero. Nel febbraio 2015 lasciò Scelta Civica ed annunciò l’intenzione di iscriversi al Partito Democratico, fino ad oggi non concretizzata. Il 10 maggio 2016 è stato nominato ministro dello Sviluppo economico, al posto della dimissionaria Federica Guidi.

Carlo Calenda è stato protagonista delle recenti vertenze Alcoa ed Eurallumina ed il 22 dicembre ha visitato il polo industriale, a Portovesme. Alla vigilia delle elezioni, che non lo hanno visto candidato, ha messo la sua firma prima sul passaggio dello stabilimento ex Alcoa da Invitalia a Sider Alloys, poi sul via libera al progetto di rilancio di Eurallumina.

L’annuncio di adesione ufficiale al Partito, ha acceso il dibattito all’interno del PD, scosso dal tracollo elettorale. Lui ha subito chiarito di non voler essere elemento di divisione, di non sentirsi l’anti-Renzi e di ritenere che un leader il PD lo abbia già: il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni.

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Le patologie del pavimento pelvico femminile, l’incontinenza urinaria femminile e il prolasso degli organi pelvici, saranno i temi portanti del corso in uroginecologia in programma il 9 marzo nell’aula magna della Facoltà di Medicina e Chirurgia, nel complesso biologico di viale San Pietro. Il corso, organizzato dall’unità operativa complessa di Ginecologia e Ostetricia dell’Aou di Sassari diretta da Salvatore Dessole, punta ad aumentare la “cultura uroginecologica”, con particolare riferimento alle terapie non invasive. All’incontro, che prenderà il via alle ore 9.00, sono stati coinvolti i maggiori esperti uroginecologi della Sardegna. I lavori saranno aperti dai saluti del rettore dell’Università di Sassari Massimo Carpinelli del direttore generale dell’Aou di Sassari Antonio D’Urso.

Un corso multidisciplinare che vedrà alternarsi al tavolo dei relatori medici specialisti in Ginecologia e ostetricia, in Urologia, in Chirurgia generale, in Colon-proctologia. Il confronto scientifico sarà aperto anche a ostetriche e fisioterapisti che evidenzieranno le diverse figure professionali coinvolte nella cura delle disfunzioni del pavimento pelvico.

Due le sessioni previste nell’aula magna, una mattutina e una pomeridiana. Nella mattinata medici ginecologi, ostetriche, chirurghi e fisioterapisti, presenteranno l’inquadramento diagnostico-terapeutico con i percorsi diagnostici terapeutici assistenziali (Pdta o anche ‘care pathway’) dell’incontinenza urinaria femminile e del prolasso degli organi pelvici. Nel pomeriggio i chirurghi uroginecologi mostreranno i video degli interventi chirurgici di cura della dell’incontinenza urinaria e di ricostruzione dei difetti del pavimento pelvico. Sempre nel pomeriggio, ma nell’aula A, sarà presentato il percorso ostetrico di riabilitazione del pavimento pelvico per il trattamento non invasivo delle disfunzioni perineali.

Gli argomenti, inoltre, riguarderanno sia la terapia riabilitativa e medica sia i pro e i contro dell’approccio chirurgico mininvasivo, alla luce anche dei dati provenienti dalle nuove pubblicazioni scintifiche. Saranno presentate le nuove terapie chirurgiche dell’incontinenza urinaria da sforzo. Saranno discusse, poi, le innovative terapie del prolasso genitale che prevedono l’utilizzo di protesi di ultima generazione biocompatibili, efficaci nella risoluzione del difetto anatomico e funzionale e, al tempo stesso, sicure in mani esperte.

L’incontro si svolge sotto l’egida della associazione italiana di Uroginecologia (Aiug) e con il patrocinio del dottorato di ricerca in Scienze Biomediche dell’Università di Sassari.

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Il capogruppo dell’UDC in Consiglio regionale, Gianluigi Rubiu, ha presentato un’interrogazione urgente per sapere quali sono le ragioni della mancata apertura delle quattro sale operatorie delCTO di Iglesias, inaugurate in pompa magna oltre un anno fa, ma ancora chiuse. «All’interno dell’ospedale c’è una sola postazione attiva per gli interventi, con impianti ormai vecchi e inadeguati alle nuove esigenze. Una situazione che sta producendo l’allungamento delle liste d’attesa – ha aggiunto Gianluigi Rubiu – e siamo di fronte ad un quadro preoccupante per Iglesias ed il suo territorio, dove i medici non sono messi nelle condizioni di lavorare e i pazienti si trovano obbligati a rivolgersi altrove per le cure. Si tenga conto che dovrebbe essere ancora indetto il bando di gara per gli arredi. E’ ancora una volta un segnale di allarme sugli effetti della riforma sanitaria – ha concluso Gianluigi Rubiu – che si sta rivelando un fallimento. Il presidio ospedaliero è infatti privo della terapia intensiva e nessun passo avanti invece è stato fatto, con gravi conseguenze sul servizio e sui tempi di cura e inevitabili, pesanti, disagi per i pazienti.»

La risposta della direzione della ASSL di Carbonia non s’è fatta attendere, con una nota di precisazione sull’avvio attività del blocco operatorio del CTO.

«In relazione al comunicato diffuso in giornata odierna dall’on. Rubiu sulla mancata apertura delle sale operatorie del CTO – si legge nella nota -, la ATS – ASSL Carbonia intende precisare che, superato il necessario iter di collaudo, il blocco operatorio è finito, arredato, dotato di tutte le attrezzature necessarie, collaudato e pronto all’utilizzo; si è in attesa dell’ultimo sopralluogo da parte dei vigili del fuoco che avverrà entro pochi giorni. Pertanto, l’attività operatoria nelle nuove sale partirà a breve, con grande beneficio per la qualità dell’assistenza e col massimo confort e sicurezza per pazienti e operatori.»

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Sabato 10 e domenica 11 marzo 2018 la Fondazione Umberto Veronesi torna nelle piazze di tutta Italia, tra le quali c’è Carbonia, in piazza Rinascita il 10 marzo e presso il Conad l’11 marzo, per la prima edizione de “Il Pomodoro. Buono per te, buono per la ricerca”, un’iniziativa ideata per raccogliere fondi per finanziare la ricerca scientifica in ambito pediatrico, al fine di garantire le migliori cure possibili ai bambini malati di tumore e aumentare le loro aspettative di guarigione.

Fondamentale sarà il contributo dei volontari della Fondazione Umberto Veronesi, che per un intero weekend saranno impegnati nelle piazze per sostenere la ricerca rivolta a trovare una cura alle malattie oncoematologiche dei più piccoli. Saranno loro, a fronte di una donazione minima di 10 euro, a distribuire nelle oltre 100 piazze italiane una confezione con tre lattine di pomodori, nelle versioni pelati, polpa e pomodorini: un’iniziativa resa possibile grazie alla preziosa collaborazione e sostegno di ANICAV (Associazione Nazionale Industriali Conserve Alimentari Vegetali) e Ricrea (Consorzio Nazionale Riciclo e Recupero Imballaggi Acciaio). Da sempre il pomodoro rappresenta un ingrediente fondamentale nella dieta mediterranea; è un frutto con pochi zuccheri, ricco di fibre, vitamine C ed E e sali minerali, quali potassio e fosforo. Contiene molecole bioattive come i polifenoli, potenti antiossidanti, e i carotenoidi tra cui il licopene, studiato come coadiuvante nel potenziamento del sistema immunitario e nella prevenzione di alcuni tipi di tumore.

Ogni anno in Italia si ammalano di cancro circa 1.400 bambini di età compresa tra 0 e 14 anni e circa 800 adolescenti fino a 19 anni. Grazie agli enormi passi avanti fatti dall’oncologia pediatrica e dalla ricerca scientifica, oggi il 70% di questi tumori infantili guarisce, con punte dell’’80-90% nel caso di leucemie e linfomi. Nonostante questo, le neoplasie rappresentano ancora la prima causa di morte per malattia nei più piccoli, ed è per questo che la Fondazione Umberto Veronesi ha deciso di impegnarsi attivamente per dare una speranza in più ai piccoli malati oncologici e alle loro famiglie.

 

Packaging progetto “Pomodori”

 

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Domani, mercoledì 7 marzo, a partire dalle 9.30, a Sant’Antioco è prevista una giornata di microchippatura gratuita per i cani di proprietà. Le attività di “Chip Day” si svolgeranno presso la sede A.R.G.E.Z. di via Della Rinascita, 21/B, e sono a cura del SIAPZ (Servizio di Igiene degli Allevamenti e delle Produzioni Zootecniche) ASSL Carbonia, in collaborazione con l’Associazione Europea Operatori Polizia – Guardie Zoofile Sud Sardegna e il comune di Sant’Antioco. I proprietari dei cani che vorranno usufruire del servizio dovranno recarsi presso la sede A.R.G.E.Z. muniti di carta di identità e codice fiscale. L’iscrizione dei cani all’anagrafe canina è un obbligo di legge.

 

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La Sulcispes è tornata alla vittoria nel match casalingo con il Porto Torres: 66 a 58. Dopo un primo quarto equilibrato, terminato con la Sulcispes avanti di un punto, 17 a 16, nel secondo la squadra turritana ha acquisito un vantaggio consistente, 19 a 10, andando al riposo sul 35 a 27 a proprio favore. Al rientro in campo dall’intervallo lungo, la Sulcispes ha reagito, chiudendo le maglie della difesa, riuscendo a dimezzare lo svantaggio al 30′, 40 a 44, per andare al sorpasso e blindare il risultato nell’ultimo quarto, con un parziale di 26 a 14, per il definitivo 66 a 58.

«Abbiamo seguito il piano gara, cioè riuscire nell’intento di levare ritmo e velocità di gioco agli avversari, soprattutto ai loro giocatori più rappresentativi – dice Paolo Massidda – siamo partiti discretamente bene, facendo valere il fattore campo e rispettando ciò che ci eravamo prefissati a inizio gara. Con l’infortunio di Peloso si aggiunge l’ennesima tegola per quanto riguarda la situazione infortuni – conclude Paolo Massidda – detto questo, ora ci attende la difficile trasferta contro l’Astro, squadra che si è rinforzata e che, se al completo, può dare seriamente del filo da torcere a tutti.»

Sulcispes – Porto Torres 66 a 58

Parziali: 17 a 16, 10 a 19, 13 a 9, 26 a 14.

Sulcispes: Cera 0, Borghero 6, Rasset 9, Castiglia 17, Aralossi, Piras 8, Tosadori 15, Ingrande n.e, Cavassa 11, Era n.e. Allenatore: Paolo Massidda.

Porto Torres: Piras G. 8, Piras M 6, Veccia 4, Parodo 7, Ruzzu 10, Pitzalis, Pisano 8, Piras S. 2, Tedde 13, Ortu 0, Allenatore: Alessandro Simile.