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«Ritengo che sia giunta l’ora che il nostro assessore all’Agricoltura e l’intero Governo regionale intervengano in maniera decisa e definitiva per garantire l’immediata erogazione degli stipendi arretrati ai lavoratori ARAS, arrivati ormai allo stremo delle proprie forze.»
Il consigliere regionale del Partito dei Sardi, Piermario Manca, sollecita la Giunta Pigliaru e l’assessore Pierluigi Caria ad adottare una soluzione definitiva per rispondere alle giuste esigenze e richieste dei lavoratori dell’Associazione regionale allevatori della Sardegna.
L’ARAS da oltre 35 anni, con l’ausilio di circa 270 dipendenti assunti a tempo indeterminato e per la quasi totalità in possesso di laurea in scienze agrarie e medicina veterinaria, presta le proprie attività a servizio degli allevatori ovini, bovini e suini attraverso il supporto finanziario della Regione Sardegna, che, dal canto suo, attraverso l’Associazione regionale allevatori, offre gratuitamente tale servizio alle aziende zootecniche beneficiarie accollandosi il 100% il costo finanziario dei servizi resi dall’ARAS.
Inizialmente, dai primi anni ’80 e sino all’introduzione della misura comunitaria relativa al benessere animale (misura 215 PSR 2007-2013 e misura 14 PSR 2014-2020), si è operato con i piani comunitari di lotta alla ipofertilità e mortalità neonatale per gli allevamenti ovicaprini e successivamente con l’erogazione di servizi di assistenza tecnica e sanitaria, a carattere non specialistico, su tutto il territorio regionale mirati al miglioramento quantiqualitativo delle produzioni animali. Oggi è di supporto all’Agenzia Regionale Laore per l’assolvimento degli impegni previsti dalla misura comunitaria relativa al benessere degli animali, garantendo il servizio di formazione ed informazione specifico alle aziende beneficiarie, oltre 10mila su tutto il territorio regionale. Quindi è solo la Regione Sardegna che attraverso l’associazione regionale allevatori, offre gratuitamente tale servizio alle aziende zootecniche beneficiarie accollandosi il 100% il costo finanziario dei servizi resi dall’ARAS.
«Voglio precisare che tutti i finanziamenti regionali risultano pertanto indispensabili a garantire la retribuzione dei suddetti lavoratori e il rimborso delle spese visto che quest’ultimi da sempre utilizzano le proprie autovetture per svolgere quello che in realtà risulta a tutti gli effetti un servizio pubblico. Quest’ultimo aspetto appare senza alcun dubbio paradossale e rende sufficientemente chiaro quale sia lo stato d’animo di tutti i lavoratori dell’ARAS che hanno oramai iniziato il quarto mese senza ricevere gli stipendi dovuti», spiega Piermario Manca.
Il Consiglio regionale, con l’ultima finanziaria, ha stanziato la somma necessaria per lo svolgimento delle attività per tutto il 2018, per un importo complessivo pari a 13,8 milioni di euro, un terzo dei quali (4,6 milioni di euro) già erogati e trasferiti all’Agenzia regionale Laore, la quale in data 23/02/2018 (determina di Laore n° 81) ha accreditato questa prima tranche del finanziamento all’ARAS.
«Non è dato di capire per quale motivo i dipendenti di quest’ultima risultino ancora privi del proprio stipendio e continuino ad anticipare le spese per svolgere le attività attingendo a risorse personali o più realisticamente accedendo a prestiti e fidi bancari per garantire il servizio agli allevatori», aggiunge il consigliere regionale del PdS. «È notizia di questi giorni che il nuovo presidente e vicepresidente dell’ARAS, dopo aver di fatto esautorato i vertici tecnici e amministrativi della stessa associazione, in totale dispregio dei lavoratori, invece di procedere repentinamente a erogare gli stipendi e i rimborsi ai dipendenti, hanno provveduto a trasferire i conti bancari e il relativo finanziamento regionale fuori dall’Isola, presso una cassa di risparmio del nord Italia», spiega ancora Manca.
«Se da un lato è legittimo lo stato di malessere dei lavoratori ARAS, amplificato dall’amarezza che la Regione Sardegna non abbia dato applicazione alla Legge per la stabilizzazione (L.R. n. 3/2009), dall’altro ci si chiede come sia possibile che l’assessore regionale all’Agricoltura non approfondisca queste problematiche e soprattutto perché non intervenga facendosi portavoce presso l’intera Giunta regionale affinché sia salvaguardata la professionalità e l’utilità di questi lavoratori che costituisco patrimonio della Regione Autonoma della Sardegna – continua Piermario Manca -. Sono fortemente convinto che i tempi sono maturi per trovare una soluzione definitiva al problema di questi lavoratori e delle loro famiglie riconoscendone definitivamente il ruolo, le competenze e la professionalità. Personalmente ritengo doveroso percorrere la strada dettata dalla già citata Legge regionale n° 3 del 2009 art. 2, comma 40 che prevede di inquadrare il personale negli organici regionali. Questa possibile soluzione, unita a altre di più difficile applicazione, come per esempio la costituzione di una società in house, ci permette di riportare tutte le competenze in Sardegna. Così hanno già fatto altre Regioni a statuto speciale, spezzando definitivamente un anacronistico cordone ombelicale con l’AIA (Associazione italiana allevatori), che nulla ha a che vedere con le attività svolte in Sardegna dall’ARAS, decidendo autonomamente della nostra zootecnia, razionalizzando i costi che, comunque sono a carico anche attualmente della Regione – conclude Piermario Manca -, ed evitando che i finanziamenti pubblici regionali utili per rendere un servizio ai nostri allevatori siano gestiti in Italia senza aver alcun controllo, da adesso in poi, sulla loro reale destinazione.»