25 November, 2024
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La commissione Sanità e Politiche sociali, presieduta da Raimondo Perra (Cps-Psi) ha ascoltato questa mattina le rappresentanti delle associazioni “Fondazione Taccia per la ricerca sul cancro” e “Mai più sole contro il tumore ovarico” sulla condizione delle pazienti oncologiche.

A nome della “Fondazione Taccia per la ricerca sul cancro”, la presidente Albachiara Bergamini ha auspicato in apertura che il primo confronto con la commissione sia «un ponte fra donne oncologiche ed istituzioni per far emergere in tutta la sua complessità la condizione delle donne ed il loro rapporto con la sanità pubblica». Riferendosi in particolare alla realtà di Cagliari, la Bergamini ha lamentato che l’accorpamento fra gli ospedali Brotzu, Oncologico e Microcitemico ha, di fatto, snaturato l’identità della struttura oncologica «dove regnano confusione ed approssimazione ma soprattutto mancano sia la capacità di una presa in carico complessiva della persona che quella di assicurare risposte umane in tempi certi».

Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo, diritti e riforme” ha richiamato l’attenzione della commissione «sull’enorme peso psicologico con cui devono convivere le donne-pazienti che cercano di lottare per la loro integrità» ed ha proposto una conferenza pubblica su questi temi con la partecipazione di istituzioni, medici ed operatori, per arrivare a tracciare «un percorso dal quale, attraverso il confronto fra tutte le figure interessate, emerga una strategia nuova che consenta fra l’altro alle pazienti oncologiche di evitare la mobilità passiva e restare in Sardegna accanto ai propri familiari».

Molto significativa la testimonianza coraggiosa di due pazienti oncologiche che hanno raccontato alla commissione «cosa si prova quando scopri di avere una malattia che ti cambia per sempre la vita e può portati alla morte», uno stato d’animo di profondo disagio interiore in cui tutto assume una dimensione diversa: il modo di essere accolte in una struttura, le parole ed il contesto con cui viene formulata la diagnosi, la tempestività degli accertamenti diagnostici e delle visite di controllo, il semplice rinvio di un appuntamento, l’impossibilità (a volte) di perdere il contatto con i propri affetti più vicini e la famiglia.

Nel dibattito hanno preso la parola i consiglieri regionali Giorgio Oppi (Udc Sardegna), Edoardo Tocco (Forza Italia), Augusto Cherchi (Pds), Luigi Ruggeri (Pd), Emilio Usula (Misto-Rossomori) e Luca Pizzuto (Art.1-Mdp). Pizzuto si è espresso in modo fortemente critico sulla mancata attuazione della arte della riforma che riguarda l’oncologia e, dopo aver proposto una risoluzione della commissione, ha dichiarato che «dalle risposte che riceveremo su questi problemi dipenderà la conferma della nostra fiducia all’assessore».

Nelle conclusioni il presidente della commissione Raimondo Perra ha parlato di una audizione «preziosa, perché porta alla luce la sofferenza fisica e psicologica di tante persone e delle loro famiglie, in modo particolare di quelle costrette alla mobilità passiva; se quelle risorse fossero investite nel potenziamento delle nostre strutture ne deriverebbe un grande giovamento sia ai pazienti che al sistema sanitario regionale».

«La previsione di una rete oncologica nella recente riforma della rete ospedaliera – ha concluso Raimondo Perra – non ci esime dal continuare a lavorare con il massimo impegno, anche perché se la condizione complessiva dei malati che si rivolgono alla rete non migliora, il fatto che magari possano migliorare di qualcosa i conti vale fino ad un certo punto.»

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Dodici consiglieri regionali del Partito democratico, primo firmatario Piero Comandini, hanno presentato un’interrogazione sulla somministrazione del vaccino per il meningococco di tipo B.

«In Sardegna, rispetto al tema della prevenzione sanitaria, abbiamo portando avanti una campagna pro vaccinazione proprio perché crediamo fortemente che la protezione di comunità garantisca maggiormente il diritto alla salute dei più indifesi che, per età o patologie non possono vaccinarsi – spiega Piero Comandini -. Alla luce dei casi di meningite B verificatisi negli ultimi tre mesi, tanto si dice ma poco di concreto si sta facendo, la situazione epidemiologica locale continua a destare paura e forte preoccupazione e, sentita l’opinione pubblica sono assolutamente insufficienti le rassicurazioni circa: “situazione sotto controllo”. Per questo ho depositato, assieme ai colleghi del gruppo consiliare, un’interpellanza rivolta all’assessore Arru per chiedere se non ritenga opportuno intervenire con un programma straordinario per la somministrazione gratuita o, in alternativa, modulare il costo previsto per ogni somministrazione in ragione del reddito e del nucleo familiare cui appartiene la persona da vaccinare, prevedendo inoltre la priorità di somministrazione sia dei vaccini che della profilassi, alla popolazione dei comuni particolarmente colpiti. La vaccinazione ha un costo elevato, circa 80 euro per la prima somministrazione ai quali si aggiungono i costi per i richiami, a causa dei costi elevati, molte famiglie non vaccinano i propri figli, esponendoli così a potenziali gravi rischi per la propria salute, oltre ad alimentare il pericolo del contagio.»

«Il batterio colpisce in genere bambini nei primi anni di vita e adolescenti tra i 12 e i 21 anni, i casi registrati finora in Sardegna appartengono proprio a quest’ultima fascia d’età; è importante – aggiunge Piero Comandini – che in questo delicato momento le istituzioni assumano un impegno concreto a favore delle famiglie che ne facessero richiesta.»

«Il vaccino contro il meningococco B, è stato autorizzato, nel 2013, dall’Agenzia europea per i medicinali e per questo non è incluso nel piano nazionale di prevenzione vaccinale attualmente in vigore e non rientra nel Livelli Essenziali di Assistenza, tuttavia alcune regioni, Puglia, Basilicata, Sicilia, Veneto e Toscana offrono gratuitamente la vaccinazione, sarebbe opportuno – conclude Piero Comandini – che la regione Sardegna prevedesse, anche in considerazione degli eventi verificatisi negli ultimi tre mesi, la gratuità delle vaccinazioni contro la meningite B.»

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Il blu è un colore bellissimo, è il colore del cielo e del mare. Anche quest’anno, il 2 aprile, il blu sarà protagonista della Giornata mondiale della consapevolezza dell’autismo.

Ma non basta illuminare i monumenti per un giorno: quella luce deve restare accesa nel cuore, deve ricordarci ogni giorno il dovere di rendere più inclusive la società e la scuola. Perciò l’Istituto «Cossu» inizia ben prima a coinvolgere alunni, genitori e insegnanti di tutti gli ordini di scuola.

Abbiamo fatto tesoro dell’esperienza avviata il 2 aprile 2016 con un’iniziativa che ha unito i cittadini di Teulada e Sant’Anna Arresi e con la partecipazione al concorso #SfidAutismo2016 del nostro spot Con gli occhi dei bambini l’autismo non si vede.

Quest’anno la scuola si tinge di blu ben prima del 2 aprile 2018 con un percorso che coinvolge tutte le classi con letture, poesie, canzoni, filmati, cartelloni… I genitori hanno dato un esempio straordinario di continuità scuola-famiglia realizzando coi bambini orsetti e cuoricini blu che verranno offerti in una manifestazione conclusiva: il ricavato sarà devoluto all’associazione Autismo Carbonia Onlus.

Tra le numerose attività realizzate merita un cenno la rielaborazione grafica e audiovisiva del libro Il segreto di Camillo, utilizzando la traduzione in lingua sarda curata dal compianto Oreste Pili per l’associazione Diversamente Onlus. I bambini della 2ª A della Scuola primaria di Sant’Anna Arresi partecipano al concorso nazionale «Raccontami l’autismo» con il video Una classe assai speciale. Pensando di fare cosa utile non solo a livello locale, la scuola ha infine sottotitolato in italiano la bellissima animazione Mon Ami Tom realizzata dall’associazione francese Autistes sans frontières.

Il 6 e il 12 aprile tutti e sei i plessi dell’Istituto parteciperanno alla «Giornata» conclusiva in entrambi i comuni di Sant’Anna Arresi e Teulada, coinvolgendo tutta la cittadinanza e soprattutto i genitori dei bambini con autismo disposti a raccontare la loro esperienza per sensibilizzare adulti e ragazzi.

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Lidl Italia è presente capillarmente su tutto il territorio italiano con 600 punti vendita che assicurano ogni giorno qualità e freschezza alla clientela. Il 1992 è stato l’anno dell’ingresso nel mercato italiano e oggi Lidl rappresenta una delle realtà della distribuzione più moderne e strutturate del Paese, ai primi posti per copertura del territorio con i punti vendita che vengono riforniti dalle 10 Direzioni Regionali di competenza. Gli store Lidl sono in continua evoluzione, anche i punti vendita hanno subito una vera e propria trasformazione. Ovviamente per una multinazionale di questo livello uno dei punti di forza sono i dipendenti, soprattutto coloro che hanno un rapporto diretto con il pubblico come gli addetti alle vendite, la figura professionale maggiormente richiesta. Questi i dettagli dell’offerta: … 

L’articolo completo è consultabile nel sito: http://www.suntini.it/diariolavoro_lidl.html .

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La diga di Bau Pressiu.

A causa di un guasto agli impianti, le paratie della diga di Genna Is Abis, in territorio tra Uta e Villaspeciosa, sono state aperte e milioni di metri cubi d’acqua si perdono a mare (la capacità massima dell’invaso è di 24 milioni di metri cubi). Da diverse ore alcune decine di migliaia di metri cubi d’acqua al secondo vanno perdute e prima della riparazione dell’impianto, si prevede che saranno persi almeno 8 milioni di metri cubi (1/3 della capacità massima), con conseguenze facilmente immaginabili in un territorio qual è il Sulcis, ancora oggi assetato. Contrariamente a quanto accade in quasi tutti gli invasi del Centro e del Nord della Sardegna, infatti, le dighe del Sulcis sono ancora semivuote. La diga di Tratalias il 28 febbraio registrava 10.59 milioni di metri cubi d’acqua invasata, a fronte di una capacità massima che sfiora i 5o milioni di metri cubi (49,30); la diga di Bau Pressu 1,67 milioni di metri cubi (su una capacità massima di 8,25); la diga di Punta Gennarta 1,15 milioni di metri cubi (capacità massima 12,10); la diga di Medau Zirimilis 0,35 milioni di metri cubi (capacità massima 6,20).

La diga di Genna is Abis, di proprietà della Regione Sardegna, è uno sbarramento artificiale realizzato per usi idropotabili, agricoli ed industriali, con l’apporto del fiume Cixerri, edificata tra il 1980 e il 1992 e collaudata il 23 luglio 2002. Fa parte del sistema idrico multisettoriale regionale ed è gestito dall’Enas (Ente Acque della Sardegna).

Tutto questo non sarebbe accaduto, se fosse stato già realizzato il progetto di interconnessione dei sistemi idrici, atteso nel Sulcis da alcuni lustri ed ora inserito nei programmi del Piano Sulcis. Per il collegamento Tirso – Flumendosa 4° lotto, sono stati stanziati 59 milioni di euro, finanziati con i fondi Fsc del Patto della Sardegna che permetteranno di collegare le dighe di Punta Gennarta, Monte Pranu e Bau Pressiu al Flumendosa.

Il 18 dicembre dello scorso anno, il delegato del presidente della Regione per l’attuazione del Piano Sulcis, Salvatore Cherchi, ha incontrato al Centro culturale di Corso Berlinguer, a Tratalias, alcuni sindaci (Marco Antonio Piras – Tratalias, Elio Sundas – Santadi, Gianfranco Trullu – Perdaxius, Antonello Pirosu – Villaperuccio), il presidente dell’Unione dei comuni del Sulcis Ivo Melis, ed alcuni dirigenti dell’assessorato regionale dei Lavori pubblici e dell’Enas, per fare il punto sullo stato di attuazione del Programma di interconnessione dei sistemi idrici.

Il giorno abbiamo intervistato Salvatore Cherchi e riproponiamo quell’intervista, più che mai attuale, davanti ad uno spreco di milioni di metri d’acqua, come quello che si sta verificando in queste ore nell’invaso di Genna Is Abis.

https://www.facebook.com/giampaolo.cirronis/videos/10215270639227195/

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E’ stato presentato questa mattina, a Milano, il cartellone del 31° Time in Jazz, il festival internazionale ideato e diretto da Paolo Fresu, in programma dall’8 al 16 agosto tra il suo paese natale, Berchidda, e vari altri centri del nord Sardegna. Tra i partecipanti alla conferenza stampa, che si è tenuta al Palazzo della Triennale, il giornalista Stefano Salis ha sottolineato come Paolo Fresu abbia contribuito con il suo festival allo sviluppo e a rendere centrale Berchidda. Un concetto ripreso nel suo intervento anche da Pierluigi Stefanini, presidente di Unipol Gruppo, tra i principali partner del festival. Nel rivendicare la diversità di Time in Jazz, nato come una scommessa nel 1988, il suo direttore artistico ha posto l’accento sull’importanza della cultura come straordinario strumento di investimento: citando un recente studio del CISET, Centro Internazionale di Studi sull’Economia Turistica, sulle ricadute degli eventi culturali e di spettacolo, Paolo Fresu ha proposto i dati essenziali del festival dove, a fronte di un budget di circa 5oo mila euro spesi nell’organizzazione di ciascuna edizione, ogni euro investito ne produce 15 di spesa dei visitatori, per 6 euro di valore aggiunto.

Al tavolo dei relatori anche Nick The Nightfly, cantante, deejay e inconfondibile voce di Radio Monte Carlo (new entry fra i partner di Time in Jazz), che ha parlato di questa nuova collaborazione, che desiderava fare da tempo, e di come per lui Berchidda sia stato un luogo della fantasia, fino a quando non ci è andato per la prima volta, undici estati fa.

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La Giunta regionale, su proposta dell’assessore della Programmazione Raffaele Paci, ha stanziato altri 10 milioni di euro per le imprese sarde. 7 milioni andranno a incrementare la dotazione del Bando T2 per la competitività delle imprese già esistenti e gli altri 3 quella del bando T1+T2 per le nuove imprese. L’ha deciso la Giunta, su proposta dell’assessore della Programmazione Raffaele Paci. Il T2, con una dotazione iniziale di 20 milioni per favorire l’aumento della competitività delle imprese, prevede aiuti compresi fra 200 mila e 800mila euro: finora sono state presentate 255 domande per un totale di 46 milioni di aiuti richiesti e un totale di investimenti di 120. Il bando T1+T2, dotazione iniziale 10 milioni e stanziamenti fra 15 e 500mila euro, ha ricevuto 237 domande con richieste di contributo pari a 25 milioni su un totale di 54 di investimenti. Le dotazioni complessive dei bandi vengono dunque portate a 27 milioni per il T2 e a 13 per il T1+T2. Entrambi i bandi sono già in fase istruttoria.
«La politica a sostegno delle imprese è stata sin da subito centrale nelle scelte e nelle azioni della Giunta, con la piena consapevolezza che soltanto le imprese possono creare occasioni di sviluppo e dunque di crescita economica e occupazionale – spiega l’assessore Raffaele Paci -. Una politica che garantisce finanziamenti certi, fra 2017 e 2018 la Regione mette in campo 255 milioni di euro, e che contemporaneamente è sempre stata sostenuta da un forte impegno ad agire sul fronte della burocrazia, anche se trattandosi di fondi europei purtroppo non è facile semplificare procedure a volte estremamente rigide. Da parte nostra c’è però il massimo e quotidiano impegno, perché gli investitori hanno bisogno di risposte immediate e tempi certi.» 
Due i dati importanti che emergono analizzando tutta la politica dei bandi nel suo complesso: la grande varietà di tipologie, per dare risposte adeguate a ogni esigenza, e la straordinaria risposta delle imprese che a ogni appuntamento con il click day (adeguatamente annunciato e con tutte le procedure burocratiche avviate nelle settimane precedenti per evitare intoppi dell’ultimo minuto) hanno con le loro richieste sempre superato l’importo disponibile. «Un segnale forte e molto positivo, perché significa che le imprese vogliono investire, e se vogliono investire vuol dire che hanno di nuovo finalmente fiducia nel futuro. Per questo motivo ci siamo impegnati a rifinanziare i bandi laddove ne emerga la necessità – conclude il vicepresidente della Regione – garantendo non senza sforzo che tutte le domande in regola e con un progetto valido verranno finanziate».

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Il secondo semestre del 2018 sarà l’arco temporale nel quale si dovranno portare a termine o si dovranno accantonare diversi progetti di “rinascita” del sistema industriale sardo. Progetti che hanno iniziato il loro percorso ormai da diversi anni e sono stati mantenuti vivi solo ed esclusivamente grazie alla caparbietà al sacrificio e la resistenza dei lavoratori e di chi a vario titolo, politico e sindacale, ha collaborato nelle vertenze che interessano le diverse realtà produttive del comparto industriale. Programmi diversi per specificità e per soluzioni tecniche ma non per importanza e impatto socio-economico che avrebbero nei territori dove risiedono, in diverse aree della Sardegna. Purtroppo, come troppo spesso accade nel nostro paese, in molti casi e per variegate argomentazioni riconducibili alla mera, spicciola e farraginosa burocrazia delle istituzioni pubbliche, che ormai consideriamo, con rammarico, “strutturale e reale controparte”, causa del trascorrere inesorabile del tempo, con l’effetto di rendere complicata oltre misura  la conclusione delle infinite procedure in atto, portano aziende e lavoratori ad inseguire gli eventi e ad affrontare le problematiche specifiche sempre col difficile carattere dell’emergenza. L’emblema, proprio per la tempistica emergenziale alla quale si è giunti, dovuta ormai a 9 anni di dura ed intricata vertenza e che sta arrivando alle fasi conclusive, è quella che riguarda l’Eurallumina-Rusal di Portovesme.

Eurallumina ha fermato la produzione nel 2009 a causa del crollo del prezzo dell’alluminio, ha sempre mantenuto la proprietà, garantendo sino ad oggi l’efficienza dello stabilimento, non licenziando i dipendenti e, soprattutto, ha sempre confermato con i fatti e gli investimenti la sempre viva  volontà di riprendere le produzioni nel sito di Portovesme, presentando un progetto di revamping (scontrandosi con l’assenza strutturale di risorse specifiche nel territorio. Vedi gas) e mirato all’efficientamento dello stabilimento, quindi della raffineria di bauxite per la produzione di Allumina (tra le sei dislocate in Europa occidentale. Unica, attualmente, con le produzioni in standby). Il progetto di riavvio è, attualmente, sotto procedura autorizzativa di V.I.A. e A.I.A., tempistica che ha già superato abbondantemente la media dei tempi impiegati per le stesse autorizzazioni dal Ministero dell’Ambiente a livello nazionale: 44 mesi. Ma la particolarità di questa vertenza e in particolare di questo sito produttivo, sta nel fatto che essendo nato in un progetto di “filiera” (della produzione di alluminio), questa, è predisposta naturalmente alle “sinergie” con le altre realtà del polo industriale nel quale è ubicata. Sinergie che già esistono e che nel tempo si sono fortificate e radicate, ma soprattutto che potrebbero intensificarsi ulteriormente con la annunciata ripresa produttiva della “Filiera dell’alluminio”,e in modo particolare per quanto riguarda l’approvvigionamento energetico, migliorando sensibilmente il progetto di ripartenza in diversi aspetti, non ultimo quello della tempistica di realizzazione. Quello però che vogliamo evidenziare e chiarire in modo inequivocabile alle istituzioni coinvolte è che le sinergie, quando esistono, sono a “doppio senso e nel caso specifico sono a doppio senso “stretto”, visto che da queste non dipende solo il futuro  e la vita produttiva di Eurallumina, ma anche il futuro  e la vita produttiva delle altre realtà con le quali è prevista la cooperazione.

Alla luce di tutto questo, riteniamo doveroso ricordare a tutti e in modo particolare alle Istituzioni che hanno titolo e potere decisionale perché deputate alla definizione di questa importante e voluminosa pratica, che «è riduttivo, ed è un grossolano errore  inquadrare il “progetto di riavvio” delle produzioni Eurallumina  in un’ottica fine a se stessa, relegando effetti e influenze dovute alla ripresa o meno delle produzioni all’interno del perimetro dello stabilimento! Questo perché, proprio per l’esistenza delle suddette sinergie è necessario inquadrarlo in funzione della vita  produttiva ed il futuro prossimo di buona parte del polo industriale di Portovesme».

Ruolo cardine ha il futuro della Centrale elettrica di proprietà dell’Enel, in quanto la sua vita produttiva e il futuro dei suoi lavoratori, si legano indissolubilmente allo sviluppo economico-industriale della Sardegna e nello specifico alle produzioni degli stabilimenti adiacenti (Sider Alloys, Eurallumina e Portovesme srl, unica ancora in marcia e che si dibatte nei meandri dei problemi autorizzativi per lo stoccaggio dei residui delle lavorazioni).

Stessa considerazione vale per il progetto di riavvio della produzione di alluminio primario (Sider Alloys), che avrebbe un enorme vantaggio nel contenimento dei costi dovuto dalla presenza della materia prima (allumina) a “bocca di fabbrica o a Km zero ”, evitando il più dispendioso rifornimento via mare (anche sull’indispensabile dragaggio del Porto Industriale insistono difficoltà autorizzative ambientali). Anche questa produzione, essendo energivora è legata saldamente alla produzione di energia e ai suoi costi.

Tutte le produzioni (Energia, Allumina e Alluminio) sono connesse tra loro sia per esigenze produttive che di mercato, ma anche perché senza la loro attività, cadrebbe l’esistenza stessa del polo industriale di Portovesme, verrebbe a mancare una parte importante di economia per il Sulcis-Iglesiente e per la Sardegna nel suo insieme, essendo strategiche per il sistema industriale italiano.

Riteniamo opportuno sottolineare che la ricerca delle “sinergie” tra le diverse realtà produttive “e il potenziale, sensibile e conseguente miglioramento del progetto di riavvio dello stabilimento Eurallumina” è stata, nel tempo, la strada auspicata dagli stessi lavoratori, dalle organizzazioni sindacali, dalle aziende coinvolte, dalle istituzioni locali e regionali ed anche dalle rappresentanze ambientaliste riconosciute a livello regionale e nazionale, strada sulla quale è stata espressa convergenza assoluta. Insieme a questo aspetto si lega il nuovo corso legato alle bonifiche, che le aziende stanno già mettendo in pratica individualmente e che ormai, raggiunto l’accordo sulla ripartizione dei costi a loro totale carico, si accingono ad iniziare le operatività a livello generale e consortile.

Per questo motivo richiamiamo tutti gli Enti, tutte le componenti tecniche ed istituzionali, che hanno competenza specifica nella definizione della procedura di V.I.A. e A.I.A. in corso e relativa al progetto di riavvio dello stabilimento Eurallumina (240 milioni di investimenti, 600 addetti tra addetti diretti, indiretti, indotto inteso come servizi e fornitori, 2.000 persone con i familiari coinvolti), che lo facciano, certo nel rispetto di regole e norme, che per primi chiediamo e rispettiamo a garanzia di tutti, ma anche con il buon senso che serve in queste circostanze, consapevoli che il tempo disponibile è in scadenza, che ulteriori lungaggini non motivate inficerebbero e renderebbero vani ed inapplicabili tutti gli accordi, protocolli, impegni, sottoscritti a tutti i livelli in questi anni, compresa in primis la tutela dei lavoratori coinvolti (contratti di sviluppo in scadenza e possibilità di accesso ad ammortizzatori sociali in scadenza ed allo stato attuale non prorogabili). Ci sono le condizioni perché tutti i soggetti coinvolti in questa lunga vertenza, consci che con l’ausilio del buon senso si sia trovata la formula migliore, siano vincitori: i lavoratori, le istituzioni, le aziende, il territorio. Ci sono le condizioni per rivitalizzare, attraverso questo comparto industriale, un pezzo importante di un processo economico che con lo sviluppo parallelo di altri settori produttivi e dei servizi sino ad oggi troppo marginali, che non confliggono tra loro ma concorrerebbero a realizzare economia integrata con basi più forti e stabili per affrontare le sfide future, contribuendo all’uscita da una crisi che ha avuto e continua ad avere, se non si pone immediatamente un argine, costituito dal LAVORO, conseguenze ancora più drammatiche di povertà e disgregazione sociale.

RSU Eurallumina/Rusal

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COMISAR, COltivazione di ceppi MIcroalgali SARdi, è il titolo del progetto condotto dal Centro interdipartimentale di Ingegneria e Scienze Ambientali dell’Università di Cagliari (CINSA), in collaborazione con il CRS4 e che vede coinvolte al momento undici imprese.

Il primo incontro pubblico delle imprese aderenti al progetto COMISAR si svolgerà domani, mercoledì 28 marzo, a Cagliari. L’appuntamento è alle ore 11.00, nei locali del CINSA, in via San Giorgio, 12.

Lo sviluppo di tecnologie innovative basate sull’utilizzo di microalghe può portare all’estrazione di prodotti di varia natura da commercializzare in diversi mercati strategici quali quello nutraceutico, biomedico, cosmetico e agroalimentare. Queste tecnologie hanno inoltre importanti ricadute in campo ambientale essendo applicabili al riutilizzo di anidride carbonica da gas di scarico, alla depurazione di reflui urbani e alla produzione delle bio-plastiche.

Le attività del progetto sono volte all’individuazione dei ceppi algali e dei terreni più adatti alla coltivazione, all’ottimizzazione della tecnologia di estrazione, e alla realizzazione di un impianto pilota per l’estrazione.

L’incontro di avvio sarà l’occasione per un primo confronto tra lo staff tecnico che coordinerà il progetto, guidato dal responsabile scientifico Giacomo Cao (CINSA), il CRS4, rappresentato da Alessandro Concas, le undici imprese già coinvolte e le altre potenzialmente interessate a partecipare. Dopo un’introduzione sugli aspetti principali della tecnologia a microalghe e sui potenziali prodotti d’interesse estraibili, saranno discusse le attività di ricerca da svolgere nell’ambito del progetto, gli obiettivi e i risultati attesi. Si procederà, infine, con la programmazione delle attività da svolgere congiuntamente con le imprese.

COMISAR è uno dei 35 progetti collaborativi promossi da Sardegna Ricerche attraverso il Programma “Azioni cluster top-down” ed è finanziato grazie al POR FESR Sardegna 2014-2020. I progetti cluster sono attività di trasferimento tecnologico condotte da organismi di ricerca pubblici con l’attiva collaborazione di gruppi di piccole e medie imprese del settore o di settori affini, per risolvere problemi condivisi e portare sul mercato le innovazioni sviluppate nei laboratori. Come per tutti i progetti cluster, anche per COMISAR vale il principio della “porta aperta”: tutte le imprese interessate a partecipare possono chiedere di entrare a far parte del progetto in qualsiasi momento.

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Dopo 9 selezioni regionali, è stata disputata lo scorso fine settimana, sul Circuito di Siena, l’entusiasmante semifinale della 5ª edizione di Aci Rally Italia Talent targato Abarth, che ha visto impegnati 140 piloti e 70 navigatori che si sono contesi l’accesso alla finale in programma all’Autodromo Internazionale d’Abruzzo di Ortona (CH) dal 13 al 15 aprile.

La giuria composta dagli esaminatori di Aci Rally Italia Talent è ora al lavoro per valutare, in base ai riscontri cronometrici ed alle valutazioni ricevute durante la semifinale, chi saranno i 5 piloti e i 5 navigatori che saranno ammessi alla Finale per ciascuna delle 7 categorie (Under 18, Under 23, Under 35, Over 35, Femminile, Licenziati Aci Sport e Non Licenziati Aci Sport).

I 35 piloti e i 35 navigatori finalisti saranno ufficialmente comunicati lunedì 2 aprile.

Sotto un sole primaverile i piloti si sono dati battaglia affrontandosi in 5 prove decisamente impegnative, seguiti ed incitati da un pubblico appassionato e caloroso che nella tre giorni ha raggiunto oltre 15.000 presenze.

Protagoniste indiscusse le Abarth 124 Spider e le Abarth 595 Competizione messe a disposizione, che hanno come sempre dato prova di grandi prestazioni regalando emozione pura ai piloti, e al pubblico, che ha potuto ammirare le loro incredibili performance in pista e ascoltare l’inconfondibile sound Abarth.

Delle 5 prove, una è stata disputata con l’Abarth 595 dotata di Skid su un mini percorso rally, peraltro molto insidioso, con i piloti semifinalisti soli a bordo. Due prove sono state disputate con i piloti affiancati da un Esaminatore Pilota su un impegnativo e tecnico percorso rally ricavato all’interno del circuito, utilizzando, alternativamente, sia l’Abarth 595 Competizione che l’Abarth 124 Spider. Altre due prove sono state disputate sullo stesso percorso delle precedenti ma in senso contrario, sempre utilizzando alternativamente le Abarth 595 Competizione e le Abarth 124 Spider.

Per garantire a tutti condizioni di pari opportunità, l’ordine di partenza nelle prove è stato sorteggiato dagli stessi Piloti, i concorrenti non hanno mai utilizzato le stesse vetture e hanno avuto al fianco sempre esaminatori diversi.

La prova per i navigatori, disputate su di un percorso esterno al Circuito, ha simulato un vero e proprio rally, con lettura del road book, stesura e lettura note, con un esaminatore navigatore alla guida.

Il prossimo ed ultimo appuntamento di questa quinta edizione di Aci Rally Italia Talent targato Abarth sarà la Finale che si svolgerà nei giorni 13-14-15 aprile sul bellissimo Autodromo Internazionale d’Abruzzo di Ortona, dove si decreteranno i vincitori dei fantastici premi messi a disposizione da Abarth, cioè la partecipazione con vetture e assistenza ufficiale Abarth al Rally d’Italia Sardegna, gara valida per il campionato del Mondo Rally, ed a gare del Campionato Italiano Rally.

Quinta edizione questa di Aci Rally Italia Talent con numeri da record: quasi 7.500 iscritti con oltre 20.000 prove disputate e 100.000 km percorsi nelle 9 Selezioni regionali dalle vetture Abarth.