L’approvazione del Piano di Gestione dei siti minerari pone le basi per le infrastrutturazioni territoriali e regionali della rete del Parco Geominerario.
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L’approvazione del Piano di Gestione dei siti minerari pone le basi per le infrastrutturazioni territoriali e regionali della rete del Parco Geominerario Storico ed Ambientale della Sardegna. Con un investimento di oltre un milione di euro si avvia l’apertura sistematica e l’armonizzazione di tutti i siti in sotterraneo quali:
– Miniera di Serbariu – Carbonia (già operativo);
– Miniera di Rosas, Galleria Santa Barbara – Narcao (già operativo);
– Porto Flavia – Iglesias (già operativo);
– Galleria Henry – Buggerru (già operativo);
– Miniera di Monteponi, Galleria Villamarina – Iglesias (imminente apertura);
– Miniera di Montevecchio, Galleria Anglo Sarda – Guspini (imminente apertura);
– Miniera di Funtana Raminosa – Gadoni (imminente apertura);
– Miniera di Sos Enattos – Lula (imminente apertura).
Ciascuno custodisce significative testimonianze dell’evoluzione geologica della Sardegna, svelandone la formazione e la storia in stretta connessione con quella più estesa e articolata dei geositi diffusi sull’intera isola.
L’interazione tra il sottosuolo ed il suolo isolano consente di conoscere meglio la storia geologica della nostra isola considerata, in virtù degli studi più recenti, il primo lembo emerso dell’Europa continentale.
La riapertura di “Sos Enattos” a Lula, consentirà di mettere in rete e promuovere una parte dalla rete regionale, tanto richiamata nelle raccomandazioni formulate dalla Rete Geoparks Unesco. L’isola è un’unica area parco e la miniera di Sos Enattos, come il resto delle miniere, fungerà da catalizzatore nell’area del nord est della Sardegna, raccordando, tra il Nuorese e la Gallura, i geositi più significativi, protetti dalla legge regionale 31/89, che fanno parte dei 337 geositi censiti in Sardegna come “Su Suercone” a Orgosolo; “Texile” ad Aritzo; “Su Gologone” a Oliena; “Sa Preta Istampata” a Galtellì, il “Monte Albo” a Lula; le grotte di “Ispinigoli” e del “Bue Marino” a Dorgali, “La Tartaruga”, “Il Fungo” e “L’Elefante di Cappricioli” ad Arzachena; le cave di granito romane a Capo Testa presso Santa Teresa di Gallura.
Altrettanto potrebbe dirsi, stando al nord Sardegna, della Miniera di Olmedo, attualmente in attesa di un rilancio ma con la presenza dei minatori che la tengono in vita e che potrebbero predisporre nei suoi tratti più antichi un interessante percorso sotterraneo. In virtù della vicinanza della Miniera dell’“Argentiera” di Sassari e dei geositi della “Grotta verde”, “Isola Foradara”, “Cala D’Inferno” di Alghero; l’“Elefante” di Castelsardo; “Su Torrione” di Stintino ed altri si potrebbe offrire interessanti conoscenze geologiche e storiche del territorio isolano.
La promozione dei sottosuoli e delle miniere che questi primi interventi favorisce, concorrerà a rievocare e valorizzare la storia e le vicende degli uomini, delle donne e dei bambini che un tempo vi lavorarono. La loro opera ed il loro sacrificio, a partire dalla metà del XIX secolo, hanno contribuito all’evoluzione economica e sociale delle comunità coinvolte le quali, per quanto solidamente legate alla cultura agro-pastorale, avviarono un interessante processo antropologico di cui ancora si conservano evidenti ed importanti tracce.
Il passaggio del contadino – allevatore individualista a quello del minatore – operaio, approderà alla coscienza di classe ed alle conseguenti lotte sociali. Un impegno ed una consapevolezza che coinvolgerà anche le donne favorendo la loro emancipazione senza tuttavia tradire le ataviche tradizioni sociali e culturali.
Dal nord al sud dell’isola questi nostri luoghi, con il loro straordinario patrimonio naturalistico, storico, minerario e geologico, devono essere riscoperti, tutelati e valorizzati. È dunque necessaria un’azione costante di conoscenza, informazione e coinvolgimento delle comunità locali affinché la storia e le tradizioni dei luoghi si conservino nel tempo.
In una società sempre più globalizzata la storia politica, economica e sociale della nostra Isola, la sua geologia, la sua natura, nella loro originalità, possono costituire un forte motivo di interesse e curiosità che ci permetterà di interloquire con il resto del mondo. Il Parco Geominerario è decisamente orientato in tale direzione, in stretto rapporto e sinergia con la Regione Autonoma della Sardegna ed i Comuni.
Sarà infine necessario perseguire il coinvolgimento del mondo dell’imprenditoria privata, la quale potrà essere invitata ad investire sul patrimonio minerario dismesso, creando le condizioni di uno sviluppo endogeno pienamente in sintonia con le linee guida della “Carta di Cagliari”, di cui quest’anno celebriamo il Ventennale.
Il Presidente
Prof. Tarcisio Agus
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