19 November, 2024
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Il Consiglio regionale ha approvato la mozione n. 413 (Lotto e più) e l’ordine del giorno Rubiu (Udc) e più, sulla difesa delle produzioni di agnello IGP di Sardegna dalle imitazioni e dall’introduzione sul mercato di agnelli provenienti dall’estero macellati nell’Isola e marchiati IGP di Sardegna. Approvata anche la mozione n. 331 (Cherchi Augusto e più) sulla mancata attuazione delle disposizioni della legge 15 marzo 2010, n. 38, concernente “Disposizioni per garantire l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore”.

La seduta è stata aperta dal presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il presidente ha comunicato al Consiglio una delibera della Giunta per le elezioni con la quale viene contestata formalmente l’incompatibilità prevista dalla legge ai consiglieri Christian Solinas e Gavino Manca eletti rispettivamente al senato ed alla Camera, che non hanno esercitato il diritto di opzione per la carica prescelta entro 10 giorni. Di conseguenza il Consiglio, chiamato a votare a scrutinio segreto per l’avvio della procedura di contestazione si è espresso favorevolmente con 27 sì, 13 no e 2 astenuti (Fasolino e Tedde di Forza Italia).

Il presidente ha illustrato poi una seconda delibera della Giunta con la quale, dopo le dimissioni di Pietro Pittalis risulta subentrante in base alla documentazione ufficiale Stefano Coinu, che viene proclamato eletto e presta giuramento.

Subito dopo l’Aula ha iniziato la discussione della mozione n. 311, primo firmatario Augusto Cherchi del Pds, sull’introduzione delle cure palliative e della terapia del dolore nel sistema sanitario regionale.

Nel suo intervento, Augusto Cherchi ha ricordato che «fin dal 2015 erano state presentate specifiche istanze al presidente Francesco Pigliaru ed all’assessore Luigi Arru, seguite da una interpellanza nel 2016 e questa mozione nel 2017 mentre Lo Stato ha approvato all’unanimità nel 2010 una ottima legge-quadro presa ad esempio dall’Organizzazione mondiale della Sanità, per porre le basi per l’applicazione diffusa di questa terapia che riguarda 80 milioni di persone nel mondo, costa il 20% della sanità in Europa, 19 miliardi in Italia e 600 milioni in Sardegna». «Ma al di là dei numeri – ha aggiunto Augusto Cherchi – la terapia ha un alto significato sul piano etico e morale, oltre che economico, per la Sardegna che ha poli di eccellenza dove però ci sono liste d’attesa di oltre un anno e problemi di personale: chiediamo perciò l’attuazione della legge 38/2010».

Il consigliere di Forza Italia Edoardo Tocco, vice presidente della commissione Sanità, ha affermato che «il reparto attivo presso il Brotzu non funziona a pieno regime ed ha gravi carenze di organico oltre che liste d’attesa inaccettabili di circa 12 mesi, per cui in un momento così drammatico per la sanità sarda è urgente intervenire sul reparto che va messo in condizioni di funzionare con piena efficienza».

Sempre per Forza Italia il vice capogruppo Marco Tedde ha definito la situazione di tanti pazienti sardi che soffrono «immorale, anche se non partiamo da zero perché nel 2013 e nel 2014 sono stati adottati importanti atti preliminari istituendo la rete della terapia del dolore; poi però si è fermato tutto e si tratta di una negligenza che dimostra la gestione debole della sanità sarda». La maggioranza, secondo Marco Tedde, «ha imposto una riforma sanitaria piena di lacune imponendo al Consiglio tappe forzate mentre si attende da 6 mesi l’approvazione del Ministero ed anche la vicenda dei diabetici sardi è emblematica perché diversi da tutti gli altri perché non possono utilizzare farmaci e supporti».

Per i Riformatori sardi, il consigliere Luigi Crisponi, «oltre alla legge su terapia del dolore c’è la 26/14 sull’endometriosi approvata all’unanimità dal Consiglio e mai attuata neanche nella parte che prevedeva specifiche esenzioni per le pazienti, mentre il governo nel 2017 ha adottato i Lea che comprendono queste esenzioni: è su queste cose che l’assessore deve dare risposte».

Antonello Peru, di Forza Italia, che in apertura ha dichiarato di voler aggiungere la sua firma alla mozione, ha sottolineato l’importanza della legge nazionale di riferimento e le risorse in essa contenute, impiegate anche dalla Sardegna per realizzare a suo tempo 3 hospice ma queste strutture, ha segnalato, «sono del tutto insufficienti e quelle attive non funzionano al meglio, dimenticando che le persone hanno diritto di poter vivere in modo dignitoso anche le malattie gravi, una esigenza che va recepita non solo realizzando le strutture ma anche promuovendo l’assistenza domiciliare». «Sui diabetici – ha concluso – è stato fatto un primo passo ma occorre fare di più a partire dalla dotazione degli strumenti di monitoraggio sottocutanei».

Ancora per Forza Italia il capogruppo Alessandra Zedda, cercando di capire le ragioni della mancata attuazione della legge e delle stesse delibere della Giunta, ha sottolineato «l’evidente menomazione del diritto alla salute dei sardi anche perché le liste di attesa di oltre un anno mezzo sono di fatto virtuali perché mancano le strutture in grado di prendere in carico i pazienti». La situazione complessiva, ha continuato, «fa capire che non si crede in questa terapia nonostante la Regione sostenga per intero i costi della sanità con ricorse pari a circa il 60% del proprio bilancio».

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco, che ha definito l’argomento «molto delicato», ha ricordato gli atti compiuti nella legislatura precedente che, nella sostanza, «in molti casi non coincidono e parlano di strutture molto carenti nonostante la disponibilità significativa di risorse». Fra l’altro, ha detto ancora Cocco, «è stato istituito un tavolo tecnico che ha prodotto una relazione che individua precise problematiche nella formazione del personale tanto è vero che sono state stanziate risorse aggiuntive per 480.000 ripartite in 3 master, uno dei quali partito venerdì scorso». Affrontando in generale lo stato della sanità sarda, Pietro Cocco ha auspicato «una discussione seria su riforma sulla nuova rete ospedaliera perché su questo abbiamo scommesso, i problemi che emergono sul campo sono tanti ma ci sono anche molte notizie infondate, insomma serve una operazione-chiarezza».

In qualità di capogruppo, il consigliere dell’Udc Giorgio Oppi ha detto che «prima di dare giudizi avventanti è bene documentarsi perché non è vero che la Sardegna non ha fatto niente, tanto è vero che la struttura del Brotzu è stata realizzata nei primi 2000 e, siccome non c’erano centri pubblici, molti privati li hanno realizzati col contributo di associazioni». «Ci sono quindi ampie responsabilità di tutti – ha sostenuto ancora Giorgio Oppi – e sotto questo profilo la mozione deve spingerci ad operare concretamente e c’è molto da fare anche per dare attuazione alla riforma della rete ospedaliera, che segna il passo al ministero ma non si può aspettare la fine della legislatura perché questo vuoto paralizza la sanità sarda». «E poi – ha concluso – bisogna dare basta al balletto dei privati che scaricano tutte le responsabilità sulla Regione».

Per la replica l’assessore Luigi Arru ha ringraziato l’on. Cherchi per aver sollevato il problema in aula e ha detto: «La legge è del 2010, non nel 2014. E cosa è accaduto sino a oggi? E cosa non si è fatto dal 2010 al 2014? Cure palliative e terapia del dolore sono materie che si intrecciano ma sono cose diverse. Il problema è creare reti e personale, che deve essere formato adeguatamente. Presto con l’Università attiveremo un master di secondo livello per la terapia del dolore e abbiamo già un’eccellenza, Olbia, che è stata certificata dal Sole 24 ore».

Per l’assessore alla Sanità «grazie a dei colleghi che operano all’Oncologico siamo bravissimi anche con le terapie invasive e non userei il parametro delle liste d’attesa per affrontare questo problema perché spesso i ritardi derivano da responsabilità altrui e dalla nostra decisione di risistemare, con opere urgenti, gli ospedali che ne hanno bisogno. Da quando si è arrivati si è detto che la Sardegna spende troppo per la Sanità: mettiamoci d’accordo su questo. Noi siamo convinti che la nostra proposta di riorganizzazione della rete ospedaliera sia la più efficace sotto il profilo della governance ed è molto più importante per noi togliere il dolore che lasciare medici in ospedali dove ci sono reparti che lavorano pochissimo. Dobbiamo portare la cultura antalgica fuori da Cagliari e formare medici specialisti nella terapia del dolore».

L’on. Cherchi (Pds) ha replicato: «Questa mozione ha tre anni di gestazione e alla fine del mio intervento rifarò la domanda con la quale ho aperto l’intervento. Non confondiamo i malati di tumore con la terapia del dolore e nemmeno le cure palliative con il dolore. Non abbiamo in Sardegna un solo posto letto per le cure palliative pediatriche eppure sono mediamente trenta ogni anno i pazienti pediatrici che si avviano alla fine della vita. Noi non abbiamo la rete delle terapie del dolore ma non c’è hub senza rete: chiedo all’assessore se intende costituire o no la rete prevista dalla legge 38 del 2010?».

L’on. Marco Tedde (FI) ha chiesto di aggiungere la sua firma alla mozione Cherchi e ha aggiunto rivolto all’assessore Luigi Arru: «Lei è diventato abilissimo a glissare sulle questioni centrali. Con molta eleganza interpreta il suo ruolo, ma senza impegno. Lei non ha mosso un passo per attuare la legge 38 e questi sono i fatti: com’è andata a finire la riorganizzazione della rete ospedaliera, non aggiri le domande e non dia risposte evasive».

L’assessore Arru ha ripreso la parola per dire che intende «applicare la legge 38, con i tempi che avete utilizzato voi, dal 2010 al 2013».

Per l’on. Pietro Cocco (Pd) «il collega Tedde ha sbandato ma stiamo ad ascoltarlo lo stesso».

La capogruppo di Forza Italia, on. Alessandra Zedda, ha detto: «Continuate pure con questo andazzo ma la risposta sarà uguale a quella che avete ottenuto il 4 marzo».

Per il Pds è intervenuto l’on. Roberto Desini, secondo cui «c’è una mozione e a  quella l’assessore Arru è chiamato ad attenersi. Da anni siete chiamati a dare attuazione alla legge 38, è arrivato il momento di recuperare il tempo perduto».

Il sardista Angelo Carta ha ricordato che «l’Aula è d’accordo sulla mozione» e così l’on. Daniele Cocco (Art. 1): «Fare l’assessore a fine mandato non è un regalo per nessuno ma oggi è necessario applicare immediatamente la legge 38. I sardi hanno aspettato abbastanza».

La mozione 331 è stata approvata.

La mozione 413 sulla difesa degli agnelli marchiati IGP Sardegna è stata presentata dall’on. Luigi Lotto (Pd), presidente della commissione Agricoltura. L’oratore ha detto: «Una vicenda di cronaca della scorsa settimana porta alla ribalta sulla stampa ancora una volta il tema della certificazione dei prodotti sardi e della protezione della loro origine mediante un marchio. Sembrerebbe che degli agnelli siano stati importati in Sardegna dalla Romania, macellati in Sardegna e poi esportati di nuovo con il marchio sardo. E’ fondamentale il ruolo del consorzio in questo caso come in tutti i casi di protezione dei prodotti con un marchio nostro. E’ chiaro che servono norme nuove, anche penali, contro la contraffazione: lasciamo alla magistratura il compito di occuparsene, accanto al Parlamento presso il quale giace un disegno di legge. Con chiarezza però viene alla luce del sole un fatto che tutti sospettavamo: il marchio sardo ha un valore enorme se qualcuno si preoccupa di portarli dalla Romania, macellarli e rivenderli come prodotto di Sardegna. Siamo certi che il Consiglio regionale vorrà prendere una posizione chiara e univoca su questa vicenda, che ci porta a stare a fianco al Consorzio di tutela in questo caso e più in generale ai marchi dell’olio, del vino e del settore lattiero caseario. Dobbiamo lavorare per ottenere anche altri marchi di origine, allargando le nostre produzioni e tutelandole nel commercio. Questa vicenda va condannata ma ci deve servire da monito».

Nella discussione è intervenuto l’on. Gianluigi Rubiu (Udc), che ha ringraziato il collega Lotto per la mozione: «Il problema è grave e va oltre il fatto fine a se stesso: nel 2015 in Italia i reati agroalimentari sono cresciuti del 215 per cento». L’oratore ha annunciato e poi depositato un ordine del giorno che auspica l’intensificazione dei controlli sul fronte della contraffazione e delle frodi agroalimentari. 

Per Art. 1 l’on. Lai ha detto: «Questo tema va discusso anche per un fatto di orgoglio della buona politica. L’anno scorso abbiamo stanziato 15 milioni di euro per il comparto ovino e le nostre buone risposte e pratiche non possono essere messe in discussione da chi fa cose poco serie come queste. Basta con queste contraffazioni, che sono un grande danno per l’economia sarda: abbiamo stanziato altri 20 milioni per la pastorizia e per l’agricoltura sarda, chiediamo che si spendano quelle risorse».

Il Pds ha preso la parola con l’on. Piermario Manca, che ha ringraziato il presidente Gianfranco Ganau per aver portato in Aula con tempestività la mozione: «Noi sapevamo che erano necessarie le stalle di sosta nei porti per controllare il bestiame, l’ho detto tre anni fa. Perché non lo abbiamo fatto? Questo è il vero problema e questo dobbiamo fare se vogliamo arginare il fenomeno e fermare certe truffe alimentari».

La consigliera Daniela Forma (Pd) si è complimentata con l’assessorato dell’Agricoltura ed ha chiesto all’assessore di riferire circa le interlocuzioni ministeriale sulla possibile risoluzione delle problematiche inerenti il declassamento degli ippodromi sardi. Nel merito degli argomenti oggetto della mozione l’esponente della maggioranza ha parlato di “fatti di straordinaria gravità” ed ha ricordato gli sforzi fatti per la valorizzazione dell’agnello sardo Igp. La consigliera ha inoltre evidenziato ruolo e funzione del consorzio di tutela ed ha concluso il suo intervento auspicando un incremento degli stanziamenti in sede di assestamento di bilancio per aumentare il numero di agenti vigilatori.

Il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni, ha lamentato la mancata discussione delle due proposte di legge a suo tempo presentate per l’istituzione di controlli portuali e aeroportuali al fine di meglio tutelare le produzioni agricole sarde e la salubrità dei. Antonio Gaia (Upc-Socialisti) ha fatto riferimento ad un suo precedente intervento in Aula del 2015 per riproporre il divieto al taglio delle orecchie degli agnelli al momento della macellazione. Mantenere la targhetta auricolare fino al momento dell’acquisto del prodotto nelle macellerie – a giudizio del consigliere della maggioranza – è la soluzione semplice e immediata per garantire il consumatore dalle frodi.

L’assessore dell’Agricoltura, Pierluigi Caria, intervenendo in sede di replica, ha ribadito l’impegno per la tutela dell’agnello sardo e del marchio Igp ed ha confermato la frode scoperta nel periodo dell’ultima Pasqua quando dodicimila agnelli provenienti dalla Romania sono stati macellati e spacciati come agnello sardo Igp nel mercato isolano. L’assessore ha inoltre illustrato per sommi capi un importante progetto sperimentale per la tracciabilità elettronica delle carni ed ha assicurato un incremento delle azioni di vigilanza a tutela dei marchi qualità conquistati dalla Sardegna. Pierluigi Caria ha inoltre ribadito la volontà di procedere nelle iniziative per il riconoscimento di ulteriori marchi per le produzioni tipiche isolane ed ha aggiornato il Consiglio sulla situazione che riguarda Ara e Apa.

In ordine al Vinitaly ha confermato la partecipazione di 97 cantine sarde  ed ha uspicato una sempre maggiore aggregazione tra produttori e aziende.

Sulla questione degli ippodromi, l’assessore ha confermato la firma al ministero delle Politiche agricole del decreto che consentirà lo svolgimento delle gare nell’ippodromo di Chilivani da domenica 22 aprile, nonché una possibile moratoria per scongiurare gli effetti del declassamento degli ippodromi della Sardegna.

Il presidente della commissione Attività produttive, Luigi Lotto, ha confermato la messa in votazione della mozione di cui è primo firmatario e dell’ordine del giorno presentato dal capogruppo Udc, Gianluigi Rubiu, in qualità di primo firmatario L’esponente della maggioranza ha ricordato che sulla questione degli ippodromi è al lavoro la sottocommissione per portare all’attenzione dell’Aula una proposta normativa condivisa per dare una svolta al comparto e garantire un futuro all’ippica in Sardegna. Il consigliere del partito dei Sardi, Piermario Manca, ha ribadito che la migliore soluzione per tutelare i prodotti sardi e scongiurare le frodi alimentari è rappresentata dalla realizzazione delle cosiddette stalle di sosta in prossimità di porti e aeroporti per il controllo degli animali e delle piante.

Daniela Forma (Pd) ha sottolineato procedure, adempimenti e normative statali e europee che dovrebbero tutelare produzioni tipiche e consumatori ed ha auspciato in futuro una maggiore comunicazione tra gli organi ministeriali deputati al controllo.

Il capogruppo Pds, Gianfranco Congiu, ha denunciato un atteggiamento punitivo da parte dello Stato nei confronti della sardegna per quanto attiene ilr ecepimentod elle norme europee in materia di tutela delle razze autoctone. A giudizio di Congiu lo schema ministeriale inibisce la Regione, laddove volesse istituire l’ente selezionatore e dunque la Sardgena non potrebbe tutelare il suo patrimonio.

Il consigliere Upc, Antonio Gaia, ha riproposto la conservazione della targhetta auricolare ricordando che prima dell’istituzione del consorzio per la tutela Igp, le orecchie degli agnelli non venivano tagliati in sede di macellazione.

Attilio Dedoni (Riformatori sardi) ha proposto di portare in discussione la proposta di legge per istituire i controlli nei porti e negli aeroporti e il consigliere del Pd, Mario Tendas, ha dichiarato voto favorevole per la mozione e l’ordine del giorno.

Posta in votazione la mozione Lotto e più che impegna la Giunta a garantire la sicurezza dell’immagine dell’agnello sardo Igp è stata approvata all’unanimità con 41 voti a favore.

La capogruppo di Forza Italia, Alessandra Zedda, ha quindi precisato che i contenuti della mozione sul tema presentata a suo tempo dagli ex consiglieri di Forza Italia, Ugo Cappellacci e Pietro Pittalis, sono stati inseriti nell’ordine del giorno Rubiu e più che dà mandato al presidente della Giunta di adottare ogni utile iniziativa per contrastare la contraffazione alimentare dei prodotti agricoli sardi.

Dopo il parere favorevole espresso dalla giunta l’ordine del giorno è stato approvato all’unanimità con 38 voti favorevoli.

Il presidente del Consiglio ha quindi dichiarato conclusi i lavori dell’Aula ed ha convocato il Consiglio per domani, giovedì 19 aprile, alle 10.00.

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Lettera aperta dei lavoratori marittimi ex Saremar.

Siamo dei lavoratori marittimi ex Saremar che, a distanza di quasi due anni dal nostro licenziamento collettivo effettuato dalla Giunta regionale, scaturito dalla messa in Concordato preventivo liquidatorio dell’Azienda, viviamo in una situazione drammatica. Tutte le promesse e rassicurazioni fatte dall’ex assessore dei Trasporti Deiana nei nostri confronti, non  si sono concretizzate ed un’ottantina di ex lavoratori Saremar, a distanza di due anni, stanno orbitando nel mondo del lavoro con un’esasperante precarietà e conseguenti ripercussioni economiche e sociali  sulle famiglie di questi stessi lavoratori. Siamo allo stremo!!!…

In questo ultimo periodo, dove tutte le organizzazioni sindacali ci hanno abbandonato, abbiamo avvertito la necessità di creare un Comitato lavoratori ex Saremar ed URLARE la nostra situazione stagnante con un silenzio assordante da parte dell’Istituzione regionale, nonostante, essa medesima, avesse deliberato successivamente a nostro favore, dopo circa un anno dall’averci messo in mezzo ad una strada, le intenzioni di “risollevare” la nostra dignità lavorativa già calpestata duramente. La  delibera di Giunta 69/22 del 23 dicembre 2016, mirava al reinserimento professionale, ad accompagnamenti al trattamento pensionistico, a Voucher formativi per aggiornamento Certificato di competenza o rimborso spese anticipate, ecc…ecc…  Tutti bei propositi, ma di concreto, dopo due anni, la Giunta regionale tramite l’ASPAL, ha ottemperato solo i rimborsi corsi formativi e qualche caso di incentivazione economica per quei lavoratori che avevano maturato i requisiti pensionistici al 31 marzo 2016 (data ultimo giorno Saremar); per la parti più importanti della delibera, riguardante il reinserimento nel mondo del lavoro e l’accompagnamento alla pensione, non vi sono stati ancora riscontri… anzi, nonostante le ripetute richieste formali d’incontro da parte dell’Istituzione locale di Carloforte con l’Istituzione regionale, per discutere e risolvere questa drammatica situazione, alla data odierna, non vi è stato nessun appuntamento. Riteniamo scandaloso questo atteggiamento della Giunta regionale e gradiremmo esprimere con forza  (URLO mediatico) questa vergognosa Omertà che, ahimè, rafforza ulteriormente il divario del popolo sardo verso le proprie Istituzioni con conseguenze che potrebbero sfociare in diffusi e pericolosi malcontenti sociali in cui non prevale più la ragione del vivere in democrazia.

Con questa introduzione, abbiamo cercato di farvi comprendere a grandi linee la precaria situazione in cui ci troviamo e chiediamo cortesemente a Codesta Redazione, di esprimere mediaticamente la nostre contestazioni ed avversità ai nostri rappresentanti politici che ci stanno governando. A tal fine abbiamo preparato un comunicato stampa che cortesemente chiediamo di pubblicare.

Si è ritenuto opportuno rinviarle la passata introduzione esplicativa della nostra situazione drammatica, espressa nel primo comunicato stampa  pubblicato  circa un paio di mesi fa. Ad oggi, nonostante che l’Ufficio di Presidenza regionale, avesse fatto promesse di impegno per definire a breve, una volta per tutte ed intervenire favorevolmente sulla nostra vicenda, mediante una nuova delibera, stiamo ancora aspettando che la Giunta batta un colpo!!! Ci avevano rassicurato che nel giro di una decina di giorni, sarebbe uscita questa tanto attesa delibera…ma il Silenzio assordante prosegue…sono trascorsi più di venti giorni da quelle promesse e la nostra situazione si fa sempre più drammatica. Sono due lunghissimi anni che attendiamo risposte…siamo allo stremo!!!

In allegato, comunque, vi inviamo un secondo comunicato stampa che si è ritenuto necessario pubblicarlo di fronte a questi atteggiamenti irresponsabili da parte di chi ci governa. Ci rivolgiamo a lei e la   preghiamo cortesemente di divulgare il nostro disagio sociale in cui stiamo vivendo insieme alle nostre famiglie da più di due anni.    

La ringraziamo anticipatamente per la sua disponibilità e sensibilità all’ennesimo dramma sociale di cui la nostra Regione ne ha una nutrita quantità, dimostrando incapacità e, soprattutto, un’assente volontà di agire.   

Cordiali saluti

Il Comitato ex lavoratori Saremar

Comunicato stampa

Più di venti giorni sono trascorsi dall’Incontro avvenuto a Villa Devoto, con l’Ufficio di Presidenza ed invitati a partecipare dalla nostra  Amministrazione comunale.

Più di venti giorni or sono, rientrammo ognuno alla propria abitazione raccontando conclusioni di speranza e di futuro. Assaporammo il gusto della dignità ritrovata ed espressa innanzi alle scadenze domestiche, ad un paio di scarpe per la Cresima imminente, per il libro da consultare in preparazione ad un esame universitario, al ticket di una cura ospedaliera…

Risuona tutt’oggi in noi l’eco di buona volontà: «Dateci 10 giorni di tempo e concluderemo questo iter».

Invece sono oramai trascorsi i dieci giorni e di più; ciò che sembrava giusto ed onesto si rivela per una volta ancora, subdolo e mendace.

Nessuno ce ne voglia, ma ogni sforzo compiuto per strozzare tali sentimenti viene rigenerato dalla indifferenza di chi, prima e oggi, è responsabile della nostra situazione.

Siamo ex lavoratori Saremar che seriamente hanno dimostrato nei fatti la Valenza professionale e ora padri, di fondata serietà che con i fatti stanno dimostrando la Valenza civica attraverso il rispetto e la fiducia nelle  Istituzioni, alle quali ricordiamo, ancora ed ancora e sempre, che siamo vittime di progetti Istituzionali, annunciati secondo le più nobili aspettative, invece oggi dimostrati fallimentari.

Ma noi crediamo nelle Istituzioni, nelle persone che ora occupano gli Uffici su noi competenti, vogliamo credere al loro senso di coscienza umana. Invitiamo tutti a mantenere la giusta serietà e risolutezza innanzi a questa vicenda.

Non siamo esagerati quando chiediamo sostegno, non siamo bugiardi quando raccontiamo dei nostri figli, non siamo ambigui quando raccontiamo di una scadenza, così, alla stessa stregua, se ci viene riferito della presa in carico di un impegno, noi ci crediamo.

Giunga così il tempo della definitiva risoluzione del nostro dramma sociale e che questa tanto attesa delibera di Giunta, possa finalmente placare questo crescente stato di angoscia ed inquietudine diffuso in tutti noi ex lavoratori Saremar in mezzo ad una strada, da due lunghissimi anni. L’ulteriore silenzio assordante da parte delle Istituzioni regionali sta nuovamente alimentando sentimenti di rabbia e disperazione che sfoceranno inevitabilmente in dure azioni di contestazione verso quella  politica di Governo incapace di svolgere le più elementari funzioni verso il proprio popolo. Un popolo che ha ripreso ad urlare e, pronto a mobilitarsi, per ottenere risposte esaurienti direttamente a Villa Devoto.

Il Comitato ex lavoratori Saremar

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Tarcisio Agus è il nuovo presidente del Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna.

«Dopo vent’anni dalla firma della Carta di Cagliari, che tracciava le linee guida del nascente Parco Geominerario Storico ed Ambientale della Sardegna, avviato grazie all’emendamento del parlamentare Salvatore Cherchi, relatore della legge finanziaria del 23 dicembre 2000, l’Ente ha finalmente i suoi organi istituzionali al completo – scrive in una nota stampa il neo presidente -. L’istituzione del Parco è avvenuta con il decreto del 16 ottobre del 2001, a cura del ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio di concerto con il ministro delle Attività produttive ed il ministro dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca.»
«In questo lungo periodo, dopo la prima nomina del Presidente e del Consiglio direttivo, il Parco Geominerario è stato retto da Commissari, compreso questo mio ultimo mandato sino ad ieri, quando il ministero dell’Ambiente, superando il lungo periodo commissariale, durato oltre dieci anni, con il decreto 147 del 14 aprile 2018, mi ha nominato Presidente – aggiunge Tarcisio Agus – con il relativo Consiglio direttivo che risulta così costituito: 

– dott. Simone Deplano, rappresentante del ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare;

– dott. Gianluigi Sanetti, rappresentante del ministero dello Sviluppo economico;

– dott. Luigi Giovanni Leoni, rappresentante ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo;

– prof. Giacomo Oggiano, rappresentante del ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca;

– dott. Giovanni Pilia e la dott.ssa Debora Porrà, rappresentanti della Regione Sardegna;

– dott. Luciano Ottelli, rappresentante della Regione Sardegna invitato permanente senza diritto di voto;

– dott. Antonio Ecca ed il dott. Mario Calia, rappresentanti della Comunità del Parco;

– dott. Paolo Mascia, rappresentante della Comunità del Parco senza diritto di voto.»

«Con il suddetto decreto il Parco assume pienezza del suo ruolo e nei prossimi giorni il Consiglio direttivo verrà convocato per il suo insediamento – rimarca Tarcisio Agus -. Attualmente il Parco attraversa difficoltà di varia natura a cominciare da una pianta organica insufficiente, sono tuttavia certo che l’insediamento del Consiglio Direttivo porterà presto al superamento delle attuali difficoltà per assumere il ruolo assegnatoli nello scenario regionale, nazionale ed internazionale. Certamente vi è molto lavoro da compiere, ma le autorevoli presenze nel Consiglio direttivo e lo stretto rapporto con l’Amministrazione regionale ed i rispettivi organi che concorrono all’azione del Parco Geominerario, sono certo darà i suoi frutti, in particolare con le programmazioni a lungo respiro, sulle quali d’ora in poi potremo contare.»

«Colgo l’occasione – conclude Tarcisio Agus – per ringraziare il Presidente della Regione Autonoma della Sardegna, prof. Francesco Pigliaru, per la fiducia accordatami, il ministro Gian Luca Galletti e la Direzione Generale per la protezione della natura, per la fiducia ripostami, nonché i ministri Calenda, Fedeli e Franceschini quali titolari dei rispettivi ministeri componenti il Consorzio del Parco Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna.»

 

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Arru donazione sangue

Cresce, in Sardegna, il numero dei donatori di sangue e di aferesi (componenti come il plasma o le piastrine). Nel 2017 sono stati 57.398, a fronte dei 55.700 del 2016, dei 54.460 del 2015, 54.151 del 2014. Le unità di sangue prodotte sono passate da 78.924 del 2014 a 85.061 del 2017, quelle importate extra regione sono scese dalle 32.912 del 2014 alle 26.135 dello scorso anno.
Questi dati sono stati illustrati questa mattina nel corso dell’incontro organizzato dall’assessorato della Sanità con i responsabili delle strutture trasfusionali della Sardegna, insieme all’assessore Luigi Arru, al direttore del Centro Sangue nazionale Giancarlo Maria Liumbruno e al direttore generale dell’assessorato, Giuseppe Sechi.
«I risultati positivi ottenuti, riconosciuti anche da Liumbruno, sono il frutto della programmazione fatta nel 2014, con la riorganizzazione del sistema trasfusionale e della raccolta sangue – ha detto l’assessore Luigi Arru -. Abbiamo intrapreso la strada giusta e questo è stato possibile grazie al lavoro degli operatori e alla indispensabile collaborazione delle associazioni.»
L’attuale organizzazione del sistema trasfusionale è composta da otto strutture trasfusionali dell’Ats (Olbia con l’unità operativa trasfusionale di Tempio, Nuoro con l’unità operativa trasfusionale di Sorgono, Oristano, Carbonia con l’unità operativa di Iglesias San Gavino, Lanusei, Alghero e Ozieri); due strutture trasfusionali dell’Azienda Ospedaliera Brotzu e dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Sassari; una Unità Trasfusionale Banca del Sangue Cordonale, a valenza regionale nell’Azienda Brotzu; tre Unità di Raccolta (Avis Comunale e Provinciale Sassari, Avis Provinciale Cagliari). Con le relative Strutture Organizzative si arriva ad un totale di 42 punti di prelievo fissi più 11 mobili.

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L’assessore regionale della Sanità, Luigi Arru, intervenendo in Consiglio regionale sul tema delle cure palliative, ha detto che non c’è stata disattenzione sul tema delle cure palliative e della terapia del dolore.

«Abbiamo avviato un percorso appena insediati, perché non era stato ancora recepito il Piano nazionale delle cure palliative del 2010 – ha detto Luigi Arru, intervenendo in Consiglio regionale sul tema delle cure palliative -. Abbiamo costituito un gruppo di lavoro, che ha fatto un censimento delle strutture esistenti e una proposta per la formazione di una équipe di specialisti. Non serve una sola struttura, ma servono spazi dedicati per terapie che spesso sono invasive. Siamo d’accordo – ha concluso Luigi Arru – che dobbiamo dare una risposta di civiltà, con scelte condivise e tempi rapidi.»

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consiglio regionale

Anche la Regione Sardegna avrà il collegio dei revisori dei conti, organo di vigilanza sulla regolarità contabile, finanziaria ed economica che opererà in stretto raccordo con la sezione di controllo della Corte dei Conti. L’ha deciso il Consiglio regionale, approvando lo schema di decreto legislativo presentato dalla Giunta.
«Ci dotiamo del collegio dei revisori dei conti come hanno già fatto le altre regioni – spiega l’assessore del Bilancio Raffaele Paci -. Si tratta, sostanzialmente, di garantire un collegamento fra i controlli interni delle amministrazioni regionali e i controlli esterni della Corte dei Conti, secondo il modello sperimentato per gli enti locali. Un collegamento che assolve anche a una funzione di razionalità nelle verifiche di regolarità ed efficienza sulla gestione delle singole amministrazioni: infatti la legge 20 del 1994 prevede che la rispondenza dei risultati dell’attività amministrativa agli obiettivi stabiliti dalla legge sia accertata dalla Corte dei Conti anche in base all’esito di altri controlli. Anche le Regioni a statuto speciale devono adempiere, nel rispetto degli Statuti e delle relative norme di attuazione: il lavoro dei revisori garantirà dunque un controllo costante interno sulla regolarità finanziaria della Regione, garantendo più trasparenza e maggiore efficienza anche nei rapporti con la Corte a tutela di tutti i cittadini sardi.»
La Regione Sardegna ha deciso di istituire attraverso norme di attuazione (dunque con il passaggio finale in Consiglio dei ministri dopo quello in Giunta e in Consiglio regionale) il collegio dei revisori dei conti, le sue funzioni fondamentali e i requisiti essenziali dei suoi componenti. Alla legge regionale, nel rispetto dei principi stabiliti dalla normativa Statale in materia, viene rinviata la determinazione dei compensi, la disciplina integrativa di specifiche funzioni e quella di dettaglio del procedimento di nomina.

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Regione, Associazioni di categoria delle aziende agro-silvo-pastorali e ANCI Sardegna questa mattina hanno firmato il protocollo per la definizione di attività di collaborazione in materia di antincendio boschivo e rurale. «L’intesa siglata oggi – ha sottolineato l’assessore della Difesa dell’Ambiente Donatella Spano – è frutto di un lavoro durato un anno, in stretta collaborazione con l’ANCI e le associazioni di categoria. C’è stata una piena condivisione delle finalità e degli interventi più opportuni attraverso il coinvolgimento degli operatori agricoli, senza i quali non sarebbe possibile compiere un passo avanti di questa portata. Le Associazioni sono state molto propositive e hanno mostrato grande partecipazione: metteranno risorse materiali e immateriali per raggiungere l’obiettivo finale sia nella prevenzione che nella lotta attiva, entrambe fondamentali in un’attività così complessa com’è il Piano antincendio. Ugualmente importante è il ruolo dell’ANCI e degli enti locali». 

«Gli agricoltori – ha commentato il capo di gabinetto dell’assessorato dell’Agricoltura Antonio Biancu – sono le prime vittime degli incendi. Averli coinvolti in questo accordo è il presupposto per ottenere risultati concreti. È bene tuttavia che, prima di approvare in Giunta il Piano antincendio e le relative prescrizioni, questo stesso tavolo sia nuovamente convocato per una analisi preventiva delle prescrizioni stesse, per avere un ulteriore coinvolgimento degli operatori agricoli e quindi una valutazione condivisa.»

Il protocollo porta anche le firme dei direttori generali del Corpo forestale e di Vigilanza ambientale Gavino Diana, della Protezione civile Graziano Nudda e dell’agenzia regionale Laore Maria Ibba, del presidente dell’ANCI Sardegna Emiliano Deiana e dei rappresentanti di Coldiretti, Confagricoltura, CIA e Copagri. Questi ultimi, nel corso della conferenza stampa, hanno sottolineato che si tratta del primo accordo di questa natura raggiunto in Italia.

Con questo protocollo, i sottoscrittori intendono promuovere e sostenere il ruolo attivo degli agricoltori e delle loro organizzazioni per aumentare l’auto-protezione e la sicurezza intrinseca delle oltre 35mila aziende coinvolte, anche attraverso un processo di informazione e formazione degli operatori. Le Associazioni metteranno a disposizione le risorse che possono essere impiegate come base conoscitiva e di gestione delle informazioni: banca dati georeferenziata delle aziende agricole; banca dati delle macchine ed attrezzature agricole disponibili nelle aziende agricole; rete capillare di uffici su tutto il territorio regionale e referenti territoriali profondi conoscitori delle aziende agricole operanti nelle aree rurali; rete capillare di associati, primi conoscitori degli ambienti rurali, operanti su tutto il territorio regionale; strumenti di comunicazione immediata con i propri associati (sms, numeri di telefono, e-mail).

Le organizzazioni professionali agricole si impegnano ad organizzare, d’intesa con il Corpo forestale e l’agenzia Laore, moduli formativi antincendi che consentano di trasmettere buone pratiche da diffondere nelle aziende agricole, per potenziare la prevenzione e ridurre progressivamente i rischi da incendio. Le Associazioni, inoltre, parteciperanno attivamente alla campagna d’informazione sia nella fase della prevenzione degli incendi che durante le attività di spegnimento.

Il Corpo forestale avrà i seguenti compiti: coordinamento e gestione dell’attività formativa a beneficio degli operatori agricoli e pastorali; studio di un modello organizzativo per integrare la rete degli operatori agricoli nel sistema antincendi regionale (prevenzione e lotta attiva), in particolare nei focolai e negli incendi a bassa intensità; coinvolgimento degli operatori agricoli e pastorali durante l’attività antincendi, purché adeguatamente formati e addestrati; rilascio degli attestati di frequenza e profitto dei corsi; rilascio degli attestati di conformità delle aziende agro-pastorali alle prescrizioni antincendi.

La Protezione civile, oltre a partecipare allo studio di un modello organizzativo, si impegna ad assistere le Associazioni nelle procedure di certificazione di qualità delle aziende con i requisiti di auto protezione dagli incendi. Inoltre si avvarrà delle Associazioni agricole durante la campagna di prevenzione e informazione nel periodo degli incendi boschivi e rurali.

I corsi formativi (minimo 12 della durata di 2 giornate per ciascun corso) si terranno ogni anno nel periodo marzo-aprile. Sono previste 6 ore di teoria in aula e 6 ore sul campo presso una delle aziende modello selezionate in accordo con il Corpo forestale e precedente formate, strutturate e attrezzate. Gli argomenti trattati saranno: attività da porre in essere in azienda ai fini della prevenzione; organizzazione aziendale finalizzata alla sicurezza aziendale: indicazioni di come deve essere strutturata l’azienda per prevenire gli incendi (stalle, fienili, fitofarmaci, riserve idriche, ecc.); attività da porre in essere prima dell’inizio della campagna antincendio (sfalcio, arature e fresature intorno alle case, pulizie delle gronde, ecc.); comportamento in caso di incendio; messa in sicurezza dell’azienda; utilizzo dei dispositivi antincendio; tecniche di uso del fuoco controllato per ridurre la biomassa combustibile in spazi definiti e nel rispetto delle prescrizioni regionali antincendio; lettura e analisi del bollettino di previsione del pericolo di incendio.

Sono principalmente due i vantaggi per le aziende certificate: il riconoscimento della certificazione per ricevere dalla Regione una percentuale di aiuto all’abbattimento del premio assicurativo e il riconoscimento della certificazione per l’esclusione dai controlli sulla condizionalità.

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Il Parlamento ha adottato oggi nuove norme sui rifiuti e sull’economia circolare.

Migliorare la gestione dei rifiuti può portare benefici all’ambiente, al clima e alla salute, ma non solo. Questo pacchetto legislativo, composto da quattro atti, mira a promuovere la cosiddetta economia circolare.

Entro il 2025, almeno il 55% dei rifiuti urbani domestici e commerciali dovrebbe essere riciclato, si legge nel testo. L’obiettivo salirà al 60% nel 2030 e al 65% nel 2035. Il 65% dei materiali di imballaggio dovrà essere riciclato entro il 2025 e il 70% entro il 2030. Vengono fissati inoltre degli obiettivi distinti per materiali di imballaggio specifici, come carta e cartone, plastica, vetro metallo e legno.

Sono 497 i chili di rifiuti pro capite prodotti dall’Italia nel 2016, di cui il 27,64% è messo in discariche, il 50,55% viene riciclato o compostato e il 21,81% incenerito.

La proposta di legge limita inoltre la quota di rifiuti urbani da smaltire in discarica a un massimo del 10% entro il 2035. Nel 2014, Austria, Belgio, Danimarca, Germania, Olanda e Svezia non hanno inviato praticamente alcun rifiuto in discarica, mentre Cipro, Croazia, Grecia, Lettonia e Malta hanno interrato più di tre quarti dei loro rifiuti urbani.

L’Italia nel 2016 ha smaltito in discarica 26,9 milioni di tonnellate di rifiuti, circa 123 chili pro capite che corrispondono al 27,64% della quota di rifiuti prodotti. 

I prodotti tessili e i rifiuti pericolosi provenienti dai nuclei domestici dovranno essere raccolti separatamente entro il 2025, così come i rifiuti biodegradabili che potranno essere riciclati anche direttamente nelle case attraverso il compostaggio. 

In linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, gli Stati membri dovrebbero ridurre gli sprechi alimentari del 30% entro il 2025 e del 50% entro il 2030. Al fine di prevenire lo spreco di alimenti, i Paesi UE dovrebbero incentivare la raccolta dei prodotti invenduti e la loro ridistribuzione in condizioni di sicurezza. Per i deputati si deve puntare anche sul miglioramento della consapevolezza dei consumatori circa il significato dei termini “da consumarsi entro” e “da consumarsi preferibilmente entro”.

«Con questo pacchetto l’Europa punta con decisione a uno sviluppo economico e sociale sostenibile, in grado di integrare finalmente politiche industriali e tutela ambientale. L’economia circolare, infatti, non è solamente una politica di gestione dei rifiuti ma è un modo per recuperare materie prime e non premere oltremodo sulle risorse già scarse del nostro pianeta, anche innovando profondamente il nostro sistema produttivo», ha detto la relatrice Simona Bonafè (S&D, IT).

«Certo, il pacchetto che andremo ad approvare contiene anche importanti misure sulla gestione dei rifiuti e, allo stesso tempo però, va oltre a queste, definendo norme che prendono in considerazione l’intero ciclo di vita di un prodotto e si pongono l’obiettivo di modificare il comportamento di aziende e consumatori. Per la prima volta gli Stati membri saranno obbligati a seguire un quadro legislativo univoco e condiviso. Un piano ambizioso, con dei paletti chiari e inequivocabili», ha aggiunto la parlamentare italiana.

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Grano

Agricoltori, tecnici, produttori e studenti, hanno partecipato questa mattina, ad Ussana, alla giornata informativa e alla visita ai campi sperimentali organizzata dall’agenzia Agris della Regione Sardegna nell’azienda San Michele, alla quale ha preso parte il presidente Francesco Pigliaru. Il tema centrale è stato quello della filiera del grano duro in Sardegna e dell’innovazione tra miglioramento genetico e gestione colturale.
«Una giornata importante in cui abbiamo parlato soprattutto di tecnologie per rendere l’agricoltura più capace di creare il reddito necessario per gli agricoltori, che troppo spesso non riescono a ricavare guadagni proporzionati all’enorme fatica spesa. È fondamentale l’impiego di tecnologie in grado di ridurre i costi e questo è emerso con grande evidenza – ha detto il presidente Pigliaru -. Esistono metodi per seminare che costano molto meno di altri e che sono anche più rispettosi dell’ambiente ma che in Sardegna non sono sufficientemente diffusi. Nostro compito è aiutare tutti ad adottarli – ha sottolineato il governatore  – perché l’agricoltura diventi più ricca, gli agricoltori possano essere più soddisfatti del proprio lavoro e i giovani abbiano l’opportunità di guardare in questa direzione come a un settore sul quale puntare per costruire il proprio futuro. Serve che tecnologie così virtuose si diffondano al massimo – ha concluso Francesco Pigliaru -, siamo già impegnati a farlo e moltiplicheremo i nostri sforzi.»
Nel corso della mattinata, trascorsa interamente sui terreni sperimentali di Agris, i tecnici e tutti gli attori coinvolti si sono confrontati sulle esperienze, entrando nello specifico delle colture convenzionale, conservativa e biologica, le attività di miglioramento genetico, i campi di moltiplicazione in purezza di varietà e di nuove selezioni varietali di grano duro. Nel quadro del contenimento dei costi colturali e del mantenimento e ripristino della fertilità del suolo, sono state affrontate le prove di confronto tra tecniche agronomiche convenzionali e conservative in condizioni cosiddette di pieno campo. I tecnici di Agris, infine, hanno mostrato le attività dell’agenzia nell’ambito di tecniche colturali altamente innovative basate sull’agricoltura di precisione e sul ricorso all’irrigazione razionale del grano duro, finalizzate alla riduzione dei costi di produzione, alla stabilizzazione delle rese e al miglioramento della qualità del prodotto.

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Aprile alla Vetreria Aprile Resistente, la rassegna firmata Cada Die Teatro, Il Crogiuolo e Cemea, propone ancora, per il weekend, un menù ricco di appuntamenti.

Si riparte venerdì 20 aprile, alle 21.00, con Circo Capovolto”, in scena allo spazio Fucina Teatro della Vetreria di Pirri. Uno spettacolo in prima assoluta regionale, liberamente tratto dal romanzo di Milena Magnani, di e con Andrea Lupo, diretto da Andrea Paolucci (produzione Teatro delle Temperie), con un palmares di prim’ordine: vincitore del Roma Fringe Festival 2017 per Migliore Drammaturgia, Miglior Attore e Premio del Pubblico.

Uno spettacolo intenso in cui memoria, appartenenza, famiglia e sangue si mescolano a guerra, deportazioni, tradimenti, fughe e vendette. Due storie parallele ma strettamente intrecciate, quelle di Branko e di suo nonno Nap’apò, due generazioni di rom in un’Europa in cui le etnie nomadi hanno vissuto e vivono ancora vite separate, vite “a parte”. Una generazione è finita nei campi di concentramento, la successiva nei campi rom alle periferie delle grandi città.