Parte da Sassari la rete regionale per la cura dell’insufficienza respiratoria severa.
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Una rete regionale per l’insufficienza respiratoria severa che consente di automatizzare il percorso di cure in precedenza affidato a realtà intensive della penisola. Una rete in grado di dare le soluzioni migliori per superare la fase più acuta della malattia, oltre che mettere a disposizione un’equipe specializzata per il posizionamento dell’Ecmo “on site” e avviare la centralizzazione dei casi più gravi. Nata formalmente ieri, con le Rianimazioni dell’Aou di Sassari centro regionale di riferimento, la rete regionale punta alla creazione di un registro delle attività, alla creazione di protocolli condivisi e alla possibile estensione delle attività di assistenza extracorporea ad altre condizioni cliniche.
Ieri mattina, nella sede del Rettorato dell’Università di Sassari, si sono ritrovati gli operatori delle strutture di Anestesia e Rianimazione della Sardegna, da quelle dell’Aou di Sassari a quella di Olbia, quindi Nuoro, Oristano, Carbonia, San Gavino, Ozieri e Alghero e ancora Cagliari, con quelle della Santissima Trinità, del Brotzu, dell’Oncologico e del Marino. Con loro le strutture di Cardiochirurgia dell’Aou di Sassari e della Cardioanestesia del Brotzu di Cagliari.
«Abbiamo avviato un percorso necessario di cambiamento – ha detto l’assessore regionale della Sanità Luigi Arru – perché l’insularità ci obbliga ad avere un servizio sanitario sardo più efficiente. Con l’Ecmo avete creato una rete che consente di condividere le professionalità e raggiungere risultati importanti. Siete la testimonianza concreta di rete in questo momento di cambiamento.»
Un esempio da estendere, anche ad altre specialità come quella Chirurgica, «un’esperienza interessante che dimostra una forte sinergia tra operatori e cooperazione. Dobbiamo abituarci ai lavori di squadra», ha sottolineato il direttore generale di Ats Fulvio Moirano, intervenuto all’incontro con il direttore sanitario Francesco Enrichens.
«Una bella dimostrazione di cooperazione – ha aggiunto il direttore generale dell’Aou di Sassari Antonio D’Urso presente assieme al direttore sanitario Nicolò Orrù – in cui le professionalità lavorano assieme per garantire la migliore risposta che, per un territorio come la Sardegna, è importantissima. Consente di non trasferire i pazienti fuori dall’isola.»
Concetto ribadito anche dal rettore dell’Università di Sassari Massimo Carpinelli che ha sottolineato il fatto che la nascita di questa rete a Sassari nell’Aou, «rappresenta l’esempio di ciò che vorremmo: realtà che fanno servizio al territorio e diventano un punto di riferimento, anche nazionale».
E i numeri illustrati dal direttore del dipartimento di Emergenza e urgenza dell’Aou di Sassari, professor Pier Paolo Terragni, sono il chiaro esempio del lavoro messo in campo da tutti i professionisti delle Rianimazioni isolane.
Da ottobre 2017 a marzo 2018 sono stati 34 i pazienti trattati per insufficienza respiratoria severa nelle due Rianimazioni dell’Aou di Sassari: in media avevano 55 anni, 23 erano uomini mentre 11 erano donne.
Nel 59 per cento dei casi si è trattato di pazienti centralizzati, cioè trasportati a Sassari da altre strutture della regione mentre nel restante 41 per cento si è trattato di pazienti del Sassarese.
Sono stati 24 i pazienti ricoverati per complicanze da influenza e di questi 10 con virus A H1N1, 11 con H1N1 e altri virus, 2 con virus dell’influenza B e 1 solo con virus A e B.
Gli altri 10 pazienti, invece, presentavano altri patogeni che avevano provocato l’insufficienza respiratoria severa.
Nel 26 per cento dei casi presentavano anche una broncopneumopatia cronica ostruttiva, nel 23 obesità e nel 20 per cento dei casi soffrivano d’ipertensione arteriosa.
I pazienti hanno trascorso in media 23 giorni in terapia intensiva. La durata media della ventilazione artificiale è stata di 19 giorni; per 7 pazienti è stato necessario il trattamento Ecmo della durata media di 15 giorni. Per 6 pazienti, poi, a causa di un’insufficienza multiorgano è stata necessaria anche la dialisi renale. Infine, ha fatto notare il professor Terragni, abbiamo riscontrato nei pazienti ricoverati una valida risposta alle cure con un tasso di sopravvivenza superiore a quella prevista.
Un pensiero quindi è andato all’ultimo paziente ricoverato in Ecmo a Sassari poco prima di Pasqua. Il giovane era arrivato alla Rianimazione del Santissima Annunziata in Ecmo direttamente da Cagliari, dove una equipe dell’Aou di viale San Pietro era andata per prelevarlo.
Il paziente è uscito dal trattamento extracorporeo il 6 aprile e – secondo il bollettino medico – «superata la fase più critica, ha ripreso conoscenza e risulta in contatto con familiari e curanti. Nelle prossime 24 ore potrà essere scollegato dalla ventilazione meccanica e riprendere la nutrizione regolarmente. È in atto un ampio programma riabilitativo motorio. Resta comunque in trattamento in area critica fino a stabilizzazione consolidata».
Durante la riunione del tavolo di lavoro in Rettorato, il cardiochirurgo Michele Portoghese ha illustrato l’evoluzione negli anni del trattamento con Ecmo mentre l’epidemiologo e presidente del Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia Paolo Castiglia ha illustrato i dati dell’influenza 2017-2018 e presentato il sito VaccinarsinSardegna.org che sta diventando punto di riferimento per un pubblico vasto di specialisti e cittadini.
Angela Fenu e Davide Piredda, invece, hanno presentato la scheda di contatto con il centro di riferimento regionale mentre Luigi Solinas e Giangiacomo Carta, infine, hanno illustrato le modalità di intervento Ecmo mobile.