19 December, 2024
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Qual è il ruolo del sindacato in una fase storica particolarmente difficile quale quella che sta vivendo la Sardegna? Ci sono gli spazi per venire fuori dalla crisi, in particolare nel Sulcis Iglesiente, dove si pagano i gravissimi ritardi nella costruzione di concrete alternative alla monocoltura industriale, al momento in cui è esplosa la crisi del polo industriale di Portovesme? Sono due delle domande che abbiamo rivolto a Michele Carrus, 52 anni, originario di Oliena, segretario regionale della CGIL della Sardegna dal 17 aprile 2013, quando venne eletto al posto di Enzo Costa, passato alla guida dell’Auser nazionale. Nei quattro anni precedenti, dal 2009 al 2013, aveva ricoperto il ruolo di responsabile del settore industria nella segreteria regionale.

Vediamo l’intervista con Michele Carrus.

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Ancora una sconfitta amara all’overtime per la Dinamo Banco di Sardegna al Pentassuglia di Brindisi: 105 a 98. Joshua Bostic e compagni hanno subito l’avvio dei padroni di casa, andando sotto di due punti al 10′, 23 a 21, e di ben dieci punti all’intervallo lungo: 48 a 38. La situazione non è cambiata in avvio di terzo quarto, con Brindisi che ha raggiunto il massimo vantaggio al 25′ sul 59 a 45 con un canestro da sotto di Tepic Milenko, ed è stato a quel punto che la Dinamo ha iniziato la rimonta, che già al 30′ l’ha riportata a -6, con due triple di Joshua Bostic e Rok Stipcevic: 66 a 60. La Dinamo ha operato il sorpasso con due triple di Rok Stipcevic e Jonathan Tavernari e due liberi di Darko Planinic: 69 a 70 al 34′. Il vantaggio è cresciuto fino a +7 al 36′, con una seconda tripla di Jonathan Tavernari, margine confermato prima da due tiri liberi e un canestro da sotto di Darko Planinic (77 a 84 al 38′), poi da una tripla di Rok Stipcevic al 39′: 90 a 87! La partita sembrava decisa ma i falli, i tiri sbagliati e le palle perse hanno consentito a Brindisi di piazzare un parziale di 7 a 0, fissando il risultato sull’87 pari del 40′, per l’overtime!

La Dinamo ha iniziato avanti i 5′ supplementari, con Joshua Bostic e Darko Planinic, scattando sul +6 al 43′, 89 a 95, ma ancora una volta non è stata capace di amministrare il vantaggio ed ha subito un parziale di 16 a 3 negli ultimi due minuti, perdendo con il punteggio di 105 a 98.

Nella Dinamo i migliori sono risultati Darko Planinic (18 punti in 32′, 7 su 12 da due punti, 14 su 16 ai tiri liberi, 4 rimbalzi, 29 di valutazione), Joshua Bostic (26 punti in 44′, 5 su 7 da due punti, 4 su 9 da tre punti, 4 su 5 ai tiri liberi, 2 rimbalzi, 3 assist, 24 di valutazione) e Rok Stipcevic (19 punti in 35′, 2 su 2 da due punti, 4 su 6 da tre punti , 3 su 3 ai tiri liberi, 3 rimbalzi, 7 assist, 27 di valutazione).

In ombra Pierre Dyshawn (2 punti in 32′), Scott Bamforth (0 punti in 8′), William Hatcher (4 punti in 10′) ed Achille Polonara (0 punti in 20′).

New Basket Brindisi 105 – Dinamo Banco di Sardegna 98

Parziali: 23-21; 25-17; 18-22; 21-27; OT: 18-11.

Progressivi: 23-21; 48-38; 66-60; 87-87; 105-98.

New Basket Brindisi: Suggs 23, Tepic 24, Smith 18, Mesicek 7, Cardillo 1, Sirkanov, Moore 7, Iannuzzi 8, Donzelli, Lydeka 10, Giuri 7, Di Maggio. All. Frank Vitucci.

Dinamo Banco di Sardegna: Spissu 7, Bostic 26, Bamforth, Planinic 28, Devecchi, Pierre 2, Jones 6, Stipcevic 19, Hatcher 4, Polonara, Picarelli, Tavernari 6. All. Federico Pasquini.

«Sono assolutamente disperato perché questa rimessa laterale post timeout nei momenti importanti sta diventando uno scherzo – ha commentato a fine match Federico Pasquini -. Nonostante ci stiamo lavorando tantissimo poi nei momenti importanti ci prende il panico e non riusciamo a mettere la palla in campo, di conseguenza è colpa mia. Per quanto riguarda la disamina della partita è colpa nostra, il match era chiuso e l’abbiamo lasciato andare, una sconfitta pesante perché sapevamo quanto pesavano i due punti in palio. Abbiamo trovato la quadratura del cerchio quando abbiamo smesso di giocare con le due guardie piccole, che stavano soffrendo la fisicità di Suggs e Tepic, e siamo entrati con il quintetto più grosso con Bostic da due e Pierre da tre e, infin,e Tavernari da quattro. Sicuramente nell’approccio ai primi due quarti abbiamo sbagliato il ritmo a livello offensivo e non siamo stati bravi a contenere la loro fisicità: dopo cinque minuti del terzo quarto abbiamo trovato maggiore bilanciamento con il quintetto alto e abbiamo ripreso in mano la partita. Poi ce l’avevamo in mano e abbiamo sprecato alla fine. Non ho mai visto una squadra che ci tiene così tanto – ha concluso Federico Pasquini -, che lavora così tanto e che non riesce a finalizzare, questa cosa sinceramente mi devasta.»

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«L’Isola è al quartultimo posto tra le Regioni per qualità di assistenza del servizio sanitario. Sono gli effetti devastanti di un riordino calato dall’alto, che ha escluso o – peggio ancora – cancellato i territori periferici dai progetti di riqualificazione delle strutture. L’assessore della Sanità dovrebbe verificare lo stato delle condizioni disastrose, con sopralluoghi nei complessi ospedalieri. Si cerca di mistificare la realtà, rovesciando le responsabilità. La verità riproduce una sanità sarda a pezzi.»

Lo scrive, in una nota, Edoardo Tocco, vicepresidente della commissione Sanità del Consiglio regionale.

«Per comprendere i malumori che ancora si palesano sulla nuova geografia degli ospedali, basta fare un salto ad Isili piuttosto che a Muravera – sostiene Edoardo Tocco -. Nel complesso del San Giuseppe la riforma ha portato alla riduzione di diversi reparti, con riflessi negativi sui pazienti e sugli operatori. Al San Marcellino si assiste alla cancellazione di importanti unità che, inevitabilmente, si riverbereranno sulla stagione estiva con l’arrivo di migliaia di turisti nelle coste del Sarrabus. Si prenda l’esempio di Cagliari – aggiunge Edoardo Tocco – con l’accorpamento tra i presidi di Brotzu e Policlinico che sta rivoluzionando il comparto provocando dissensi e disservizi.»

«Una rete ospedaliera che sarebbe stata in grado di aumentare la qualità degli ospedali – conclude Tocco -. Al contrario, con decisioni calate dall’alto ed una spending review mai attuata sta scatenando un’apocalisse con contraccolpi sfavorevoli per il panorama sanitario isolano.»

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La fase organizzativa procede a tappe forzate ma oramai è fatta: in tutta Italia – da Aosta a Pantelleria – il 7 aprile si parlerà di Sardegna e della vera questione sarda, quella relativa all’insularità.

Da quel giorno, infatti, partirà in tutta Italia la raccolta delle 50mila firme necessarie per la presentazione della proposta di legge nazionale di iniziativa popolare per l’inserimento del principio di insularità nell’art. 119 della Costituzione.

Intanto, giovedì 5 aprile il Comitato promotore sarà a Roma, alla Corte di cassazione, dove alle 10.00 depositerà il testo della proposta legislativa.

Due giorni dopo – sabato 7 – la grande partenza, con tavolini presenti nelle piazze delle principali città sarde, di tutte le regioni italiane e nelle isole minori italiane (incluse ovviamente Sant’Antioco, Carloforte e La Maddalena).

Una manifestazione straordinaria e senza precedenti, resa possibile dalla mobilitazione (oltre che del Comitato promotore) di varie associazioni e gruppi sorti anche spontaneamente in Sicilia e in altre aree del Paese, dell’ANCIM (l’Associazione che riunisce le isole minori italiane), dell’associazione Ambasciata di Sardegna e soprattutto della FASI, la Federazione delle Associazione dei Sardi in Italia.

Questo l’elenco delle località coinvolte:

  • Milano
  • Lecco
  • Como
  • Bergamo
  • Brescia
  • Magenta
  • Pavia
  • Aosta
  • Torino
  • Genova
  • Cremona
  • Padova
  • Vicenza
  • Mestre
  • Treviso
  • Trieste
  • Piacenza
  • Udine
  • Bologna
  • Belluno
  • Firenze
  • Livorno
  • Siena
  • Pesaro
  • Bari
  • Cosenza
  • Roma
  • Eboli
  • Pescara
  • Napoli
  • Anacapri
  • Barano d’Ischia
  • Capri
  • Casamicciola Terme
  • Forio
  • Ischia
  • Lacco ameno
  • Procida
  • Serrara Fontana
  • Ponza
  • Ventotene
  • Portovenere 
  • Favignana 
  • Lampedusa e Linosa
  • Leni
  • Lipari
  • Malfa
  • Pantelleria 
  • Santa Marina Salina
  • Ustica
  • Campo nell’Elba
  • Capoliveri
  • Capraia Isola
  • Isola del Giglio
  • Marciana
  • Marciana Marina
  • Porto Azzurro
  • Portoferraio
  • Livorno
  • Cagliari
  • Sassari
  • Nuoro
  • Oristano
  • San Gavino
  • Olbia
  • Tortoli
  • Carbonia

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«Non si ingessi la legge urbanistica con una visione ideologica del territorio, mummificando e mortificando lo sviluppo economico.»

E’ il messaggio che arriva dal consigliere regionale e sindaco di Golfo Aranci Giuseppe Fasolino (FI), che da primo cittadino di un centro costiero conosce le esigenze del territorio e i vincoli stringenti delle attuali norme: «E’ indubbio – aggiunge Giuseppe Fasolino – che la Sardegna abbia necessità di un riordino della legge urbanistica, ma questo disegno deve partire da obiettivi concreti. Un provvedimento che possa dare risposte agli imprenditori e alle attività produttive, nel rispetto dell’ambiente. Abbiamo l’opportunità di un disegno che possa restituire la linfa vitale all’economia, con un modello che dia la giusta importanza al mercato internazionale del turismo, rendendo gli alberghi competitivi e concorrenziali con la platea dei resort mondiali».

In un centro rivierasco come Golfo Aranci, l’economia va di pari passo con l’industria delle vacanze: «Un fattore inevitabile nel territorio. Sia chiaro – sottolinea ancora Giuseppe Fasolino – nel testo si deve trovare un equilibrio tra ambiente ed edilizia, ma non possiamo negare che questa legge apra nuovi sbocchi per allungare la stagione turistica con la possibile realizzazione dei campi da golf. Lo sviluppo deve declinare anche il riconoscimento del ruolo dei Comuni che devono essere dei primattori nel delineare le linee future dell’edilizia. Non dimentichiamo infatti il ruolo fondamentale degli enti locali nel governo del territorio – conclude Giuseppe Fasolino -, con lacci e laccioli che stanno attualmente ostacolando l’approvazione di diversi piani urbanistici».