Confartigianato Imprese Sardegna: «Il fenomeno della vendita di pane abusivo è un pericolo».
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In Sardegna sono 930 le attività di panificazione di prodotti freschi.
Un sistema, costantemente sotto attacco da parte della concorrenza sleale e degli abusivi, che quotidianamente sforna circa 3.000 quintali di prodotto, per totale annuo che sfiora le 110mila tonnellate.
L’allarme lo lancia Confartigianato Imprese Sardegna sottolineando come il pane, sardo o no, nell’isola sia uno dei prodotti maggiormente copiati, prodotti e venduti in rivendite “in nero”, sulle strade all’aperto e durante manifestazioni ed eventi oppure on line. In questo periodo, anche con l’intensificarsi delle cerimonie, come i matrimoni o le cresime, il fenomeno è ancora più grave.
«Non possiamo più tollerare le situazioni di abusivismo e di non rispetto delle regole – sottolineano Antonio Matzutzi e Stefano Mameli, presidente e segretario di Confartigianato Imprese Sardegna – soprattutto chiediamo che si intervenga per tutelare la salute dei cittadini e per rispetto nei confronti di panificatori e rivenditori che pagano le tasse e si attengono alle leggi. Oggi più che mai, in termini di sicurezza degli alimenti, e quindi disponibilità per i cittadini di cibo sicuro, il fenomeno della vendita di pane abusivo è un pericolo – aggiungono Antonio Matzutzi e Stefano Mameli – il suo commercio e somministrazione, al di fuori delle regolari linee di distribuzione, non garantisce la sicurezza, perché non si conoscono le materie prime utilizzate, le condizioni igieniche dei luoghi di produzione e le metodiche di panificazione.»
Per Confartigianato Sardegna è necessario proteggere l’attività di panificazione e migliorare l’informazione al consumatore, la sua salute e, soprattutto, è fondamentale tutelare le imprese che, anche in questi anni di crisi e calo dei consumi, hanno comunque tenuto con forza e determinazione, sorrette dalla loro qualità. Sopravvivenza messa in pericolo però, negli ultimi anni, non solo dalla concorrenza del pane precongelato nei supermercati ma, anche, dalla concorrenza sleale di quello “fatto in casa”, poi venduto dappertutto.
Per Confartigianato Sardegna un discorso analogo a quello del pane va fatta anche per i dolci e tutte le altre paste alimentari: «Oggi sono vendute senza nessun rispetto della normativa igienico sanitaria e fiscale, utilizzando alla luce del sole anche i social network, ormai invasi di abusivi che propongono i loro prodotti senza pudore».
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