I lavoratori distaccati temporaneamente in un altro Paese dell’UE dovranno ricevere lo stesso salario dei lavoratori di tale Paese, grazie alle nuove norme.
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I lavoratori distaccati temporaneamente in un altro Paese dell’UE dovranno ricevere lo stesso salario dei lavoratori di tale Paese, grazie alle nuove norme approvate oggi dal Parlamento europeo.
La nuova direttiva, approvata in via definitiva con 456 voti in favore, 147 voti contrari e 49 astensioni, mira a garantire una migliore protezione dei lavoratori distaccati e una concorrenza leale tra imprese.
Le nuove regole stabiliscono che a tutti i lavoratori distaccati si applicheranno le norme del Paese ospitante in materia di retribuzione. Gli Stati membri dovranno, inoltre, applicare anche i contratti collettivi regionali o settoriali, se di ampia portata e rappresentativi, finora applicati solo nel settore delle costruzioni.
La durata del distacco è stata fissata a 12 mesi, con una possibile proroga di 6 mesi. Trascorso tale termine, il lavoratore può restare o lavorare nel Paese ospitante, ma dovrà a quel punto essere soggetto all’intera normativa sul lavoro vigente in quello Stato.
In caso di distacco fraudolento, ad esempio operato da una società di comodo, gli Stati membri dovrebbero cooperare per garantire che i lavoratori distaccati siano protetti perlomeno dalle tutele contenute nella direttiva.
Al settore dei trasporti si applicherà la legislazione settoriale specifica, inclusa nel Pacchetto mobilità, una volta che sarà approvata (la commissione trasporti del PE dovrebbe votare la sua prima lettura lunedì 4 giugno). Fino ad allora, sarà applicata per il settore la direttiva del 1996.
Gli Stati membri avranno due anni di tempo per recepire le norme nei propri ordinamenti nazionali.
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