19 November, 2024
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Cargo ShoRTage 360o

Venerdì 25 e sabato 26 maggio, a partire dalle ore 15.00, l’Hotel Baia di Nora ospiterà il meeting internazionale “Cargo Shortage 360o”, durante il quale verranno messe a fuoco ed a confronto tematiche legate alla sicurezza ed alla gestione del trasporto su nave dei prodotti petroliferi.

L’evento è stato organizzato dall’agenzia marittima JP Shipping in partnership con il gruppo Saras e con la Società Inspectorate ltalia, attiva nel settore del controllo di qualità e certificazione di processi e sistemi.

Durante il primo giorno, i rappresentanti delle più importantiAziende che commercializzano e trasportano prodotti petroliferi, insieme alla Saras, ai rappresentanti delle le istituzioni, delle amministrazioni locali, dell’Autorità Marittima e dell’Autorità Portuale, faranno il punto della situazione e si confronteranno sul tema con un gruppo di esperti coordinati dal professor Filippo Lorenzon (Maritime and Commercial Law all’Università di Southampton ed avvocato marittimista presso lo studio legale Campbell Johnson Clark Ltd di Londra) per creare un’occasione di formazione e di accrescimento per tutti i Partecipanti.

ll giorno successivo, tutti gli invitati al seminario saranno ospiti della Saras per una visita guidata da esperti all’interno della raffineria e del terminal di Sarroch.

«E’ la prima volta – si legge in una nota degli organizzatori – che in Sardegna viene organizzato un evento nel quale i rappresentanti dei più importanti “commodity traders” attivi sul mercato petrolifero avranno occasione di ritrovarsi insieme, seduti intorno allo stesso tavolo, per discutere di sicurezza e ambiente. L’evento rappresenta anche un’ottima vetrina per l’industria sarda rappresentata da un’eccellenza quale Sarlux che, nel sito di Sarroch, ospita una delle raffinerie più grandi e tecnologicamente avanzate del Mediterraneo.»

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pecorino romano formaggio lavoro industria casearia caseificio latte

La giacenza delle forme di pecorino romano si è ridotta del 50% rispetto all’anno scorso grazie alle misure adottate attraverso il pegno rotativo promosso dalla Regione. Non solo: la produzione dell’attuale campagna casearia è totalmente in linea con i fattori stagionali fisiologici, a conferma che il nuovo percorso delineato con il pegno rotativo sta funzionando. I dati, forniti ufficialmente dal Consorzio per la tutela del formaggio pecorino romano, sono stati analizzati dal Gruppo di monitoraggio sul pegno rotativo, riunito questa mattina negli uffici dell’assessorato della Programmazione. Con l’assessore Raffaele Paci erano presenti il presidente della Commissione regionale Abi Giuseppe Cuccurese, il presidente del Consorzio per la tutela del pecorino romano Salvatore Palitta, il direttore del Centro regionale di Programmazione Gianluca Cadeddu.

Il Gruppo di monitoraggio si riunisce ogni tre mesi per monitorare l’andamento dell’attuazione dell’accordo sul pegno rotativo. I dati emersi oggi sono molto positivi: è stata comunque sottolineata la necessità di tenere alta la guardia per mettere in sicurezza il percorso, iniziato ma non concluso, con l’obiettivo comune di valorizzare sempre di più, con interventi strutturali, un settore strategico per la Sardegna come quello del lattiero-caseario. Sono stati perciò messi a punto ulteriori passaggi che consentiranno di trasformare il pegno rotativo da strumento straordinario anticrisi a strumento ordinario e stabile per affiancare tutte le altre misure a sostegno del comparto.

«In un anno abbiamo raggiunto un ottimo risultato, che ora va consolidato e ulteriormente migliorato – dice l’assessore Raffaele Paci -. Abbiamo creduto sin dall’inizio nel pegno rotativo, e questi risultati ci danno ragione. Siamo state una delle prime regioni a partire con uno strumento molto utile alla razionalizzazione della filiera di una DOP, come il Pecorino Romano, perché introduce un sistema di garanzia finora assente, che consente di facilitare i rapporti fra il mondo bancario e i trasformatori del latte ovino. Uno strumento che, affiancando gli altri strumenti finanziari innovativi che abbiamo già messo in campo, coinvolgerà e aiuterà tutti i componenti del comparto, a partire dai pastori, e avrà inoltre il fondamentale ruolo di calmierare i prezzi sul mercato. Abbiamo lavorato molto in questi mesi per raggiungere questo importante risultato, con la costante collaborazione del Consorzio per la tutela del Pecorino Romano e l’Abi, che ringrazio molto per l’importante lavoro che stanno svolgendo», conclude il vicepresidente della Regione.

Il protocollo d’intesa fra Regione, ABI, Consorzio di Tutela del Pecorino Romano e organismi di settore è stato sottoscritto il 26 aprile dell’anno scorso, dopo i lavori al tavolo presieduto dall’assessore Raffaele Paci in cui la Regione ha svolto il ruolo di facilitatore per la definizione degli aspetti tecnici che hanno permesso di arrivare all’accordo: il formaggio può essere destinato a garanzia di linee di credito da concedere per la riqualificazione di finanziamenti in scadenza e/o per la concessione di prestiti di campagna. Particolarità importante dello strumento è il fatto che ciascuna azienda, laddove abbia nei suoi magazzini lo spazio necessario, manterrà il proprio prodotto seppure dato in pegno. In caso contrario potrà collocarlo in magazzini individuati congiuntamente da tutti i soggetti rappresentati al tavolo.

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La valorizzazione del Terzo Settore è uno degli obiettivi che si pone l’Amministrazione comunale di Carbonia, la quale intende tutelare il ricco patrimonio valoriale apportato alla collettività da associazioni di volontariato, onlus e cooperative sociali, tutte legate da un denominatore comune: il carattere no profit.

In quest’ottica il comune di Carbonia intende concedere in uso alcuni immobili comunali ad associazioni senza scopo di lucro aventi sede legale nella nostra città.

La concessione in comodato d’uso riguarda un’ampia gamma di edifici pubblici che fanno parte del patrimonio immobiliare comunale:

1. Ex Circoscrizione n. 1 di Via Lubiana;

2. Ex Scuola elementare di Medadeddu;

3. Ex Circoscrizione n. 5 di via Tanas;

4. Ex Circoscrizione n. 2 di Is Meis;

5. Ex Circoscrizione n. 3 di via Lazio;

6. Ex Circoscrizione n. 9 di Is Gannaus;

7. Ex Circoscrizione n. 6 di Barbusi;

8. Locale sito in piazza Venezia n. 72 a Cortoghiana;

9. Locale sito in via Marconi, 14;

10. Locale sito in via Marconi, 65;

11. Parte dell’ex Scuola materna Esmas di via Liguria;

12. Locali ex Informagiovani e Centro giovani di via Delle Cernitrici;

13. Ex Scuola elementare di Is Gannaus;

14. Ex Scuola elementare di Genna Corriga;

15. Ex Scuola elementare di Barbusi;

16. Ex Scuola elementare di Bacu Abis;

17. Ex Scuola elementare di Flumentepido;

18. Ex Scuola materna di Barbusi;

19. Ex museo di via Campania;

20. Ex Scuola materna di via Brigata Sassari;

21. Centro anziani di via Brigata Sassari.

«L’iniziativa messa in campo dall’Amministrazione Comunale di Carbonia mira a garantire alle associazioni uno spazio idoneo alla creazione e promozione di servizi e progetti a finalità sociale, sulla scorta di quanto approvato dalla Giunta comunale con delibera n. 91 del 24 Aprile 2018», ha spiegato l’assessore del Patrimonio Valerio Piria.
I locali concessi dal Comune dovranno essere utilizzati per promuovere iniziative senza scopo di lucro, aperte all’intera collettività.
Le associazioni che intendono presentare la manifestazione di interesse dovranno far pervenire le domande in busta chiusa, a mezzo servizio postale, tramite corriere autorizzato, oppure mediante consegna diretta all’Ufficio Protocollo del Comune, entro le ore 12.00 del 4 giugno 2018.
I bandi ed i moduli di domanda potranno essere ritirati presso la portineria del Comune o scaricati attraverso il sito web del comune di Carbonia, all’indirizzo http://www.comune.carbonia.ca.it , nella sezione Bandi e Concorsi. Ecco il link: http://www.comune.carbonia.ci.it/urbipor…/…/it_IT/10546.html .

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Garantire per almeno altri quattro mesi le attività di assistenza tecnica in zootecnia svolte dall’associazione regionale allevatori della Sardegna (Aras), nonostante la messa in liquidazione dell’associazione ed a fronte dell’anticipazione, da parte dell’agenzia per l’attuazione dei programmi regionali in campo agricolo (Laore), delle somme relative al secondo quadrimestre 2018 e quantificate in circa 4.600.000 euro. È questa l’ipotesi che nelle prossime ore vedrà impegnati tecnici e amministratori regionali e che ha registrato una sostanziale condivisione nella Quinta commissione del Consiglio regionale, a conclusione della sessione di audizioni che sul tema ha avuto come protagonisti i sindacati, i commissari di Aras ed i vertici di Laore.

Una situazione, quella dell’Aras e delle Apa, particolarmente complicata e che richiede – a giudizio dei sindacati e dei commissari del parlamentino presieduto da Luigi Lotto (Pd) – una soluzione immediata per non perdere i circa 47 milioni di euro destinati alle aziende sarde, a valere sulla misura relativa al cosiddetto benessere animale, le cui domande scadono il prossimo 15 giugno e che non possono essere riconosciute in sede comunitaria senza la necessaria attività (notificata in sede Ue) dell’Aras.

Ma non solo, sono a rischio i 296 dipendenti dell’associazione regionale allevatori e gli 81 lavoratori delle quattro associazioni provinciali (Apa). Non è un segreto, infatti, che agli stessi lavoratori sia già stata comunicata, quale data ultima per la trasmissione delle lettere di licenziamento, quella del prossimo 6 giugno.

Il caso che contrappone i commissari di Aras e i vertici di Laore nasce dalle controversie relative alla rendicontazione delle attività svolte nel 2014, 2015, 2016 e 2017 ed è precipitato a seguito della formalizzazione del mancato riconoscimento, da parte di Laore, di un presunto credito di Aras pari a 1.987.761 euro (a fronte di un contributo complessivo di 54.200.000  euro) per il periodo sopra indicato. Da qui la messa in liquidazione dell’associazione regionale allevatori a cui segue la nota di Laore che, il 16 maggio dichiara, non solo di non avere alcun debito con Aras ma di vantare crediti nei confronti dell’associazione allevatori per 2.075.708 euro, ed un’altra comunicazione, datata 17 maggio 2018, con la quale l’assessorato regionale degli Enti locali evidenzia che a seguito dello scioglimento dell’Aras, tutti gli immobili funzionali all’esercizio dei servizi resi, devono ritornare nella disponibilità dell’amministrazione regionale.

Nel corso delle rispettive audizioni i commissari Aras (Vitangelo Tizzano e Enrico Leccisi) e i vertici Laore (Maria Ibba, direttore generale; Tonino Selis, direttore del servizio attività zootecniche) anche sollecitati dagli interventi dei consiglieri Piermario Manca (Pds), Marco Tedde (Fi), Gianni Lampis (FdI), Luigi Crisponi (Riformatori), Fabrizio Anedda (Misto), Gianmario Tendas (Pd), Franco Sabatini (Pd), Piero Comandini (Pd), Gianluigi Rubiu (Udc), Antonello Peru (Fi) e Gaetano Ledda (Psd’Az – La Base), hanno ribadito le proprie ragioni ed hanno sostenuto con forza la correttezza del rispettivo operato. In particolare, i dirigenti di Laore, hanno insistito sulla necessità di poter effettuare verifiche efficaci e stringenti sulla rendicontazione delle attività svolte da Aras ed hanno anche dichiarato piena disponibilità per un contradditorio, così da far venir meno le anomalie che, a giudizio di Ibba e Selis, non consentono all’agenzia Laore di poter erogare le somme che l’associazione allevatori vanta come presunto credito per le annualità comprese tra il 2014 e il 2017.

La preoccupazione per il futuro lavorativo degli oltre 350 addetti impiegati  tra Aras ed Apa è stata invece manifestata dalle rappresentanze sindacali.

Confederdia, con Osvaldo Ibba, Giuseppe Lai e Paola Naitana, ha affermato con nettezza il proprio favore per il ricorso alle previsioni contenute nella legge 3 del 2009 che all’articolo 2 comma 40 autorizza l’agenzia Laore a inquadrare, attraverso prove selettive concorsuali per soli titoli, il personale dipendente Aras alla data del 31 dicembre 2016. Per la piena applicazione di tali disposizioni serve però il via libera del ministero per superare i vincoli assunzionali imposti alle pubbliche amministrazioni.

Gaia Garau (Uil), Raffaele Lecca (Cgil) e Francesco Piras (Cisl) hanno confermato, in via di principio, il proprio sostegno per l’inquadramento del personale Aras in Laore, ma non hanno nascosto le perplessità sulla effettiva possibilità per l’ottenimento della necessaria deroga ministeriale al fine del superamento dei vincoli nelle assunzioni. I confederali, evidenziando la professionalità e la disponibilità di tutti i dipendenti Aras, e sottolineando il mancato pagamento degli stipendi, a partire dalla retribuzione di dicembre scorso, hanno mostrato disponibilità a valutare la prosecuzione del lavoro e delle attività attualmente svolte da Aras ed Apa anche attraverso la costituzione di una nuova società o di una nuova associazione, in accordo con Laore e la Regione.

A margine delle audizioni sulla vertenza Aras, la commissione ha ascoltato l’assessore regionale dell’Industria, Maria Grazia Piras, sulla situazione della Keller. L’audizione, richiesta dal consigliere FdI, Gianni Lampis, ha consentito di fare il punto sulla  fabbrica di Villacidro che, fondata nel 1983 per produrre carri ferroviari, è stata liquidata nel 2011. Lo stabilimento (250.000 metri quadrati di superficie) è stato acquisito dal locale consorzio industriale per rilanciarne le attività ma dopo i tre bandi di vendita del tribunale di Cagliari, è andato deserto anche il bando ad offerta libera pubblicato dal consorzio industriale. L’assessore ha quindi informato i commissari del coinvolgimento di Invitalia al fine di individuare operatori interessati allo stabilimento della Keller. Il consigliere Lampis, ricordando che il prossimo dicembre scadranno gli ammortizzatori per gli ultimi cento lavoratori beneficiari, ha sollecitato il ricorso a tutti gli strumenti utili a garantire un reddito agli ex Keller.

Il presidente della commissione Luigi Lotto, ha domandato invece all’assessore Maria Grazia Piras notizie sul futuro della miniera di Olmedo e la responsabile dell’Industria ha assicurato che entro la fine del mese sarà pubblicato il bando per la concessione della miniera auspicandone esiti positivi anche in considerazione del miglioramento dei prezzi nel mercato della bauxite.

L’ulteriore argomento trattato dalla Quinta commissione è stata la proposta di legge n. 506 (Lotto e più) che ha l’obiettivo di regolamentare la lavorazione, la trasformazione e il confezionamento di prodotti agricoli esclusivamente aziendali. Luca Saba (Coldiretti), Pietro Tandeddu (Copagri) e Serafino Casula (Confagricoltura) hanno espresso un giudizio sostanzialmente positivo sulla proposta ed hanno rimarcato la necessità chiarezza in ordine all’applicazione delle disposizioni in materia di igiene e sanità, così da non ingenerare confusione e fraintendimenti  tra gli operatori agricoli.

Il direttore generale dell’assessorato della Sanità, Giuseppe Maria Sechi e la responsabile dei servizi veterinari, Daniela Mulas, hanno confermato la piena applicazione delle norme nazionali e comunitarie in materia di igiene, somministrazione e lavorazione degli alimenti, nonché hanno suggerito di attendere le annunciate linee guida ministeriali in materia di home food e home restaurant.

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Il presidente del Consiglio comunale di Carbonia Daniela Marras ha convocato l’assemblea cittadina per martedì 29 maggio 2018, alle ore 19.00, con i seguenti punti all’ordine del giorno:

1. Comunicazioni del Sindaco;
2. Interrogazioni, interpellanze, mozioni;
3. Approvazione dello schema di rendiconto della Gestione per l’esercizio 2017 ai sensi dell’art. 227 del D.LGS 267/2000;
4. Approvazione nuovo Statuto dell’Ente di Governo dell’Ambito della Sardegna (EGAS).

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Si parte con i cantieri di LavoRas, la parte che muove 45 dei 128 milioni complessivi messi in campo con il piano per il lavoro voluto dalla Giunta e approvato dal Consiglio attraverso la Finanziaria. Questa mattina, nella sala Lussu di Villa Devoto, il presidente della Regione Francesco Pigliaru con gli assessori della Programmazione Raffaele Paci e degli Enti locali Cristiano Erriu, ha firmato con il presidente dell’Anci Emiliano Deiana, i rappresentanti di Aiccre e Asel Carla Medau ed Antonello Atzeni e con il Cal, l’accordo quadro che dà il via a tutta la procedura. Nelle prossime ore Insar pubblicherà l’avviso: i Comuni possono immediatamente presentare il progetto che sarà valutato da Insar. Una volta approvato, verrà fatta la selezione dei disoccupati dalle liste comunali e a quel punto si potrà materialmente aprire il cantiere. Una procedura che, per obblighi di legge, ha delle scadenze in ogni sua fase fissate fra i 30 e i 45 giorni, ma che può essere chiusa nel giro di pochissimi giorni se le domande saranno presentate tempestivamente dai Comuni. Attraverso i cantieri, i Sardi occupati saranno circa 3.500. I rappresentanti degli Enti locali hanno espresso forte apprezzamento per LavoRas, sottolineando la correttezza dell’impostazione e la condivisione del percorso, che dà fiducia e risponde alle aspettativa dei Comuni.
I 45 milioni destinati ai cantieri di LavoRas sono di provenienza Fsc e Fse. Un primo anticipo, pari al 30% dell’importo complessivo, sarà erogato dalla Regione al momento della firma della convenzione di approvazione del progetto fra Comune interessato, Aspal e Insar. Una seconda quota, il 50%, verrà stanziata all’apertura di cantieri (dunque al momento dell’assunzione dei disoccupati), il restante 20% a saldo dopo la rendicontazione finale. Sei le tipologie di cantieri previste: ambiente, compresi i litorali e le aree umide, e dissesto idrogeologico; beni culturali e archeologici; edilizia; reti idriche; valorizzazione attrattori culturali; patrimonio pubblico ed efficientamento delle procedure comunali.
Con LavoRas, che oltre ai cantieri contiene la parte dei bonus occupazionali, la Giunta conta di ridurre il tasso di disoccupazione di circa un punto percentuale, a condizioni stabili, e di dare lavoro complessivamente a oltre diecimila persone. Oltre ai 128 milioni per il 2018, il Piano stanzia 70 milioni ciascuno per il 2019 e il 2020, soldi e politiche che faranno aumentare ulteriormente il numero degli occupati.

https://www.facebook.com/giampaolo.cirronis

 

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«E’ stato compiuto un passo decisivo. Aver posto le basi per scongiurare la fermata della Portovesme Srl si traduce in una nuova partenza per lo stabilimento.»

Il capogruppo dell’Udc in Consiglio regionale Gianluigi Rubiu manifesta un cauto ottimismo sulla realizzazione del decimo argine della discarica di Genna Luas.

«Il via libera della Regione lascia intravedere nuovi spiragli per il proseguo dell’attività della fabbrica ma, sopratutto, per il grande valore economico ed occupazionale con ricadute positive per tutto il Sulcis Iglesiente. Senza la costruzione di un sito in cui conferire i residui di lavorazione sarebbe stata certa, infatti, la fermata straordinaria del polo metallurgico sardo del piombo e dello zinco – conclude Gianluigi Rubiu -, con effetti devastanti per i lavoratori dell’area.»

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E’ durissima la reazione dell’Amministratore Unico di Abbanoa alla mozione sulle gravi criticità del servizio idrico integrato presentata oggi in Consiglio regionale da Alessandra Zedda (Forza Italia) e sottoscritta da tutti i gruppi di minoranza e da alcuni consiglieri di maggioranza.

«Siamo in presenza di dichiarazioni gravi che niente hanno a che vedere con la naturale polemica politica che ogni Opposizione fa al proprio Governo regionale – ha detto Alessandro Ramazzotti -. Si dà un’immagine distorta di Abbanoa estranea alla realtà, con affermazioni false e calunniose di cui ci riserviamo di valutare il profilo di legittimità a tutela del buon nome dell’azienda

I partiti di opposizione firmatari della mozione illustrata in Consiglio Regionale – si legge nella nota di Abbanoa – descrivono la situazione difficile della società prima del 2012, dimenticando che quando loro erano in maggioranza elaboravano e discutevano la possibilità di privatizzare il servizio idrico integrato dopo aver fatto di tutto per minare la stabilità economica del Gestore. In quel quadro e in quella prospettiva di svendita della prima società industriale della Sardegna, la politica ha generato colposamente ritardi e omissioni di atti obbligatori come ad esempio la capitalizzazione di prima dotazione della società costituita nel 2006 e mai capitalizzata; la revisione del Piano d’ambito redatto nel 2002 e mai revisionato; la revisione tariffaria prevista nel 2006 e mai attuata. Tutti fatti gravissimi che avevano determinato un grave stato di crisi del servizio. Le omissioni dal 2009 al 2012, precedute sin dal 2002 dalle omissioni del Piano d’Ambito del Commissario Governativo per l’emergenza idrica Pili, hanno determinato il ricorso alla regolazione tariffaria dei cosiddetti conguagli partite pregresse, disposti da norma nazionale e correttamente applicati da EGAS nel 2013.

Quel periodo di mancati atti di regolazione e quel disegno di svendita della società culminato in ipotesi di cessione ai privati, è stato cancellato grazie al lavoro dei Comuni, della Regione, degli operatori di Abbanoa e delle organizzazioni sindacali.

Oggi i numeri Abbanoa sono questi:

• Fatturato 2017: 315 milioni di euro

• Incassi 2017: 330 milioni di euro

• Letture certificate: da ZERO nel 2006 a 2.051.476 Nel 2016

• Fatture a saldo: da ZERO nel 2006 a 2.243.460 nel 2016

• Margine operativo lordo: da una perdita di 66,5 milioni di euro nel 2002 a un attivo di 87 milioni di euro del 2016

• Utile di esercizio 2016: € 8.619.840

• Debito verso banche: da 106,63 milioni di euro nel 2012 a 69,04 milioni nel 2016

• Debito verso fornitori: da 283,77 milioni di euro nel 2012 a 145,87 milioni nel 2016.

 «Questa è Abbanoa, un’azienda che investe (200 milioni solo negli ultimi mesi), che ha un buon rapporto con i fornitori, regolarmente pagati, e con il sistema creditizio, tanto è vero che è oggetto di interesse anche della Finanza internazionale per prestiti collegati agli investimenti. Abbanoa è anche la prima impresa della Sardegna per occupazione, con bilanci in attivo certificati da autorevoli società di revisione contabile. Svolge un servizio diffuso e capillare in tutta la Sardegna – aggiunge l’Amministratore Unico di Abbanoa – prendendosi cura di reti e impianti spesso sgangherati e obsoleti ereditati dalle gestioni precedenti, ed è un presidio fondamentale a tutela della qualità del servizio e dell’ambiente, con costi assolutamente efficienti

«Voglio ricordare che per una famiglia di quattro persone che ha un costo della bolletta elettrica di 534 euro, il costo del servizio idrico (acqua potabile, fogna e depurazione) è di 280 euro l’anno. La novità è che le bollette le devono pagare tutti, anche quelli che in passato, per distrazione o per amicizia con qualcuno, si ritenevano esentati. Abbanoa – conclude Alessandro Ramazzotti – aiuta la Sardegna perché applica regole uguali per tutti nelle assunzioni, negli appalti, negli incarichi professionali e negli acquisti, superando vecchie logiche locali, dettate da particolarismi e interessi elettorali, che hanno caratterizzato altre stagioni e che trovano strascichi anche nella polemica di oggi.»

Abbanoa, infine, invita i firmatari ad attenersi, nelle loro dichiarazioni, non alle boutade da propaganda pre elettorale, ma ai dati certificati dai periti, dalla società di auditing KPMG, dalla società internazionale di revisione BDO, dagli organi di controllo compresi i periti della Procura di Cagliari. La tutela degli interessi societari e del patrimonio pubblico impone infatti a tutti, in particolare a chi rappresenta le Istituzioni regionali, comportamenti adeguati.

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E’ stata aperta oggi ai visitatori e ai turisti, la Galleria Anglosarda, nell’ex miniera di Montevecchio. Al taglio del nastro erano presenti l’assessore regionale dell’Industria, Maria Grazia Piras; il presidente del Parco Geominerario, Tarcisio Agus; l’amministratore unico di IGEA, Michele Caria; i sindaci di Guspini, Arbus e San Gavino e i consiglieri regionali Rossella Pinna, Alessandro Collu e Gianni Lampis.

Ristrutturata e messa in sicurezza in seguito ai lavori svolti da IGEA, cui spetta la manutenzione delle miniere sarde, la storica Galleria entra nell’elenco dei siti minerari resi fruibili a nuovi utilizzi grazie ai recenti interventi dell’Assessorato dell’Industria. Si tratta del terzo sito che viene riaperto ai visitatori negli ultimi due anni, dopo Porto Flavia e Galleria Henry.

La gestione unitaria dei siti (Regione-Igea-Comuni-Parco) ha già portato a notevoli risultati in termini di presenze turistiche nel 2017 e nei primi mesi del 2018. A Buggerru, la Galleria Henry è stata visitata da oltre 14.500 persone nel 2017 e da un migliaio di persone nei primi tre mesi di quest’anno. Superano invece le 30mila presenze, nel 2017, le bellezze di Porto Flavia, mentre sono quasi 6mila i visitatori nei primi 4 mesi del 2018. Cifre consistenti anche a Montevecchio, versante di Guspini, dove lo scorso anno si sono contate oltre 10mila presenze. Tarcisio Agus, presidente del Parco Geominerario, l’ente che ha in campo la gestione della Galleria Anglosarda, ha annunciato novità importanti per i prossimi mesi. L’obiettivo è mettere a regime la rete dei siti minerari e naturali e consentire una fruibilità turistica ad ampio raggio, dalle ex miniere ai musei dislocati nei diversi territori, passando per alcune delle più importanti aree naturalistiche della Sardegna. A giugno partirà un programma di attività promozionali e in previsione c’è anche l’attivazione di un Centro unico per le prenotazioni. Non meno importante, in questi mesi, è stato il lavoro di IGEA che, nel caso della Anglo Sarda, ha consentito di liberare dalle macerie il tratto di Galleria ora visitabile agevolandone il ripristino prima della stagione estiva.

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Un sistema di approvvigionamento energetico totalmente integrato con un ambiente naturale tra i più belli al mondo. “Tavolara 2020, Isola a impatto zero” è già un modello da studiare, che viaggia lungo un strada di equilibrio possibile tra l’energia derivante dal fotovoltaico e il progetto futuro di micro eolico. Nella giornata di oggi l’ente gestore dell’Area Marina protetta di Tavolara-Punta Coda Cavallo ha presentato ai partner del progetto ISos-Isole sostenibili uno dei fiori all’occhiello della sostenibilità, con un investimento sulle energie rinnovabili attraverso la realizzazione di una centrale fotovoltaica in grado di coprire parte del fabbisogno della comunità presente sull’isola. A questa si accompagna il progetto per un impianto micro eolico, con una capacità di produzione più costante rispetto al fotovoltaico, che consentirà di accumulare energia anche nelle ore notturne. Una delle pietre più preziose nella collana di eccellenze che l’Amp può vantare e mettere in mostra davanti ai responsabili dell’associazione Smilo che, all’interno del progetto internazionale Isos – Isole Sostenibili, si propone di creare un marchio riconosciuto a livello internazionale denominato “Isola a impatto zero”. Tavolara è il sito pilota dove vengono testate le procedure di certificazione. I punti di forza e le criticità dell’isola sono stati individuati secondo quattro categorie: la gestione della risorsa idrica, la produzione e il consumo di energia, lo smaltimento dei rifiuti e la tutela della biodiversità. «Tavolara è stata scelta come uno degli esempi migliori tra le piccole isole, capace di avere un approccio innovativo per l’impatto zero. Il compito di Smilo è valutare queste caratteristiche – spiega Fabrice Bernard, delegato internazionale della Conservatoire du littoral francese, partner privilegiato dell’Area Marina protetta di Tavolara -. Augusto Navone ha creato un ottimo network a livello ambientale, molto dinamico. Credo Tavolara abbia ottime possibilità di ottenere il marchio internazionale, è un’isola che è gestita secondo target molto alti».

Aspetti energetici che si conciliano con il concetto di tutela della biodiversità, in una declinazione ideale di Isola a impatto zero. «Il parternariato del progetto Isos ci permette di individuare un percorso di medio e lungo periodo che dimostra la visione dell’ente gestore dell’Amp nell’ottica della candidatura di Tavolara come Isola a impatto zero 2020 – spiega Augusto Navone, direttore del Consorzio di gestione dell’Area Marina protetta di Tavolara -Punta Coda Cavallo -. Qui presentiamo un programma energetico concreto, con l’ottimizzazione della centrale fotovoltaica esistente integrandola con un impianto eolico. Dalla sua istituzione nel 2004, l’ente gestore dell’Amp ha mostrato coerenza nel portare avanti i suoi progetti a impatto zero». I moduli fotovoltaici sono collegati attraverso sette pannelli, che nel 2016 hanno prodotto 112mila kw/h, risparmiando per garantire energia all’isola l’uso di 20 mila litri di gasolio. Il principio di tutela dell’ambiente attraverso l’uso delle energie rinnovabili che è stigma ideale nel concetto di sostenibilità ed impatto zero. Nel solo ultimo mese di maggio si è calcolato che si sia evitato di riversare nell’ambiente 3,5 tonnellate di anidride carbonica.

Domani, giovedì 24 maggio, secondo appuntamento con i laboratori di Isos. A partire dalle 9,30 e per tutto il giorno, nella sede dell’Amp di Tavolara, la “Casa delle farfalle di mare” a Porto San Paolo, i partner del progetto si confronteranno sulla politica di gestione della risorsa idrica. Contestualmente a Olbia, alle 9.00, un gruppo di alunni del liceo classico “Gramsci” incontrerà i membri della goletta Patriar’ch per avviare un gemellaggio all’insegna della protezione dell’ambiente. Venerdì 25 maggio, giornata conclusiva dell’evento, si svolgerà una escursione sull’isola di Molara, con tutti i protagonisti delle iniziative della settimana dedicata alla sostenibilità.