19 November, 2024
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Via libera della Giunta regionale alle “Linee di indirizzo alle Aziende sanitarie per il miglioramento delle attività di sorveglianza, diagnosi e controllo della tubercolosi (Tb) in Sardegna” e confermato il mandato all’Azienda per la Tutela della Salute della Sardegna per la realizzazione delle attività finanziate con il Piano di prevenzione 2014-2018. E’ stata accolta anche la proposta di istituzione di un Tavolo permanente regionale come raccordo tra i soggetti che a vario titolo si adoperano per contrastare il fenomeno della povertà e dell’esclusione sociale attraverso misure di carattere regionale, nazionale o comunitaria. Il Tavolo dovrà essere composto da rappresentanti dell’assessorato della Sanità, del Lavoro, della Pubblica Istruzione, del Centro Regionale di Programmazione, dell’ASPAL, dal presidente dell’ANCI Sardegna (o suo delegato); da tre componenti, designati dall’ANCI Sardegna nel rispetto di un’equilibrata rappresentanza territoriale; da cinque componenti designati dall’Alleanza contro le povertà; da tre rappresentanti delle associazioni datoriali di categoria dotate del requisito di maggiore rappresentatività sul territorio regionale.

 

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La Giunta regionale, su proposta dell’assessore dell’Ambiente Donatella Spano, ha ripartito tra il comune di Carbonia, la provincia del Sud Sardegna e il Consorzio industriale provinciale di Cagliari risorse per 1,260 milioni di euro per il monitoraggio e la gestione post operativa delle discariche che si trovano a Carbonia, in località Sa Terredda, a Villasimius, in località Zimioni e a Iglesias, in località Is Candiazzus. Non sarà sottoposta all’ulteriore procedura di valutazione di impatto ambientale il rinnovo dell’autorizzazione alla coltivazione e ripristino ambientale della cava di inerti Sos De Bitti – Gollei Lupu, nei territori di Galtellì e Loculi.

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«Il mondo delle campagne isolano, per stare al passo con i tempi e con i competitor nazionali ed esteri, ha bisogno di puntare su un ricambio generazionale che valorizzi l’istruzione, la formazione e l’utilizzo delle nuove tecnologie. Un’agricoltura istruita che riduca i costi d’impresa e renda più dinamiche le nostre aziende sul piano produttivo e commerciale.»
Lo ha detto oggi, ad Arborea, l’assessore dell’Agricoltura, Pierluigi Caria, intervenendo alla due giorni di lavori organizzata dalla Rete degli Istituti agrari della Sardegna dove si è discusso di riforma dell’istruzione professionale, di contabilità delle aziende agrarie. All’appuntamento hanno partecipato tutti i dirigenti scolastici, i direttori delle aziende agrarie e i direttori dei servizi Generali e amministrativi delle scuole.

La Rete, costituita da 22 Istituti agrari tecnici e professionali del territorio regionale, conta oltre 3.600 studenti frequentanti. Il Duca degli Abruzzi di Elmas è stato individuato come Istituto capofila della Rete stessa che ha l’obiettivo di condividere e attuare unitariamente programmi e azioni volti al rilancio e alla valorizzazione dell’istruzione agraria in Sardegna. All’iniziativa di Arborea è inoltre intervenuto il direttore generale dell’Agenzia Agris Sardegna, Roberto Zurru.

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Il coordinamento dei Riformatori Sardi del Sulcis Iglesiente denuncia lo stato di grave degrado in cui versano le strade del territorio, precarietà che preoccupa ancora di più alla vigilia dei flussi turistici estivi.

«Il manto stradale è dissestato più o meno su tutta la rete: buche, crepe, strisce segnaletiche sulla carreggiata sbiadite, inesistenti, invisibili ai lati anche per la presenza di masse di erbacce che ostruiscono la vista in diverse  rotatorie per cui occorre muoversi a passo d’uomo perché si procede al buio – scrive il coordinatore Francesco Loi -. Questa situazione sta aumentando i pericoli per chi percorre le strade e non di rado i guidatori sono costretti a invadere la corsia opposta per evitare buche profonde.»

«In questi giorni si possono vedere degli interventi manuali ed approssimativi per coprire qualche buca lungo le arterie principali ma non nelle secondarie e l’operazione avviene in modo poco comprensibile in quanto nello stesso tratto di strada si copre una buca e poi si passa oltre lasciandone tante senza intervenire. Ci può essere qualche spiegazione? Forse si va avanti a caso? – aggiunge Francesco Loi – Certamente le piogge delle scorse settimane hanno aggravato la condizione delle strade che già però era precaria e nelle arterie secondarie, disastrosa e pericolosa.»

«Per quanto ancora ci dovremmo tenere queste strade? Non facciamo un elenco perché le percorriamo e le conosciamo e perché non sarebbe semplice indicare quelle più dissestate e pericolose.

Ci preme invece sottolineare che nel tanto sbandierato cosiddetto “Patto Sardegna” ci sono risorse importanti per le strade, naturalmente non spese e che nel nostro “Piano Sulcis” ci sarebbero pronte le risorse per la S.S. 195, per la 293, per la 126 ed inoltre per le strade provinciali 73 e 77. Questi interventi – conclude Francesco Loi – li aspettiamo da troppo tempo.»

Va detto che la situazione di precarietà delle strade si è aggravata dopo la cancellazione della provincia di Carbonia Iglesias. La viabilità, come è noto, è una delle principali competenze delle Province ed è innegabile che nei quasi dieci anni di esistenza della provincia di Carbonia Iglesias, la situazione della rete stradale nel territorio fosse notevolmente migliorata. E certamente la nuova mastodontica provincia del Sud Sardegna non ha gli stessi strumenti – soprattutto finanziari – per dare risposte alle necessità dei territori in materia. Ciò che poi è inspiegabile – come ha sottolineato il coordinatore dei Riformatori sardi – è il mancato utilizzo delle risorse previste dalla programmazione delle risorse inserite nel Piano Sulcis.

 

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Giovedì 31 maggio, in occasione della riunione del Consiglio comunale di Sant’Antioco, il gruppo di minoranza Genti Noa presenterà una mozione sul «depauperamento del sistema sanitario del Sulcis Iglesiente».

Genti Noa fa riferimento, in particolare:

1. Al ridimensionamento del servizio laboratorio analisi che ha determinato riflessi negativi sull’efficienza del servizio del centro antidiabetico;

2. Alla quasi totale chiusura del reparto di emodinamica;

3. All’esiguo numero di anestesisti operanti negli ospedali di Carbonia e Iglesias;

4. Alla scomparsa dei reparti di pediatria e ostetricia dall’ospedale Sirai di Carbonia;

5. All’insufficiente numero di posti letto del reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Carbonia.

«Certi che, almeno su questi temi, troveremo uno spazio di condivisione con il Sindaco e la sua Giunta, chiederemo di attivare ogni azione politica funzionale il ripristino di servizi sanitari adeguati ai diritti della popolazione del Sulcis Iglesiente – si legge in una nota di Genti Noa -. In un Sulcis Iglesiente affossato dalla recessione, mentre (alcuni) politici si accapigliano sulle nomine dei funzionari legati al servizio sanitario, è arrivato il momento di far sentire forte, e tutti insieme, la nostra voce di dissenso!»

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Ieri sera i carabinieri della stazione di Pirri della compagnia CC di Cagliari hanno arrestato una 42enne cagliaritana, in ottemperanza di un ordine di applicazione di misura cautelare emesso pochi giorni fa nei suoi confronti, a seguito della reiterazione da parte di quest’ultima di atti persecutori e danneggiamenti vari commessi nei confronti di tre condomini. La donna è stata tradotta dai carabinieri presso il reparto di psichiatria dell’ospedale civile Santissima Trinità di Cagliari in regime di arresti domiciliari.

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Sabato 2 e domenica 3 giugno, Sant’Anna Arresi e Buggerru aprono ai visitatori i loro monumenti. Il comune di Sant’Anna Arresi partecipa per la prima volta alla manifestazione aprendo 4 monumenti del suo patrimonio storico-artistico e archeologico. “Monumenti Aperti”, coordinata da Imago Mundi Onlus, si è aggiudicata recentemente un prestigioso riconoscimento: il Premio dell’Unione Europea per il Patrimonio Culturale – Europa Nostra awards 2018, che verrà consegnato il prossimo 22 giugno a Berlino.

Inoltre, per questa sua XXII edizione ha ricevuto la Medaglia del Presidente della Repubblica, che si affianca al patrocinio della Presidenza del Senato, della Camera dei deputati, del MIBACT, dell’Associazione Beni Italiani Patrimonio Mondiale UNESCO, del Consiglio Regionale e della Presidenza della Giunta.

Nello stesso fine settimana “Monumenti Aperti” in Sardegna si svolge anche a Iglesias, Santadi, Cossoine, Dolianova, Semestene, Seneghe, Settimo San Pietro e Torralba.

«Quest’anno anche Sant’Anna Arresi partecipa alla più importante festa della Sardegna dedicata alla promozione e valorizzazione dei beni culturali – sottolinea il sindaco Teresa Pintus -. E’ stata una scelta ben precisa dell’Amministrazione comunale che ho prima caldeggiato e poi accolto con grande entusiasmo. Sarà questa l’occasione per attivare un percorso per riscoprire noi stessi il “nostro paese” – che deve essere il collante della comunità – e poi per farlo conoscere ai   tanti ospiti che annualmente vengono a visitarci per le bellezze e peculiarità del territorio comunale. Il coinvolgimento nel progetto dei ragazzi delle locali scuole vuole anche significare la consegna alle nuove generazioni del testimone della consapevolezza del dovere della salvaguardia dei “tesori” che la storia ci ha tralasciato e che tutti insieme dobbiamo preservare per il futuro.»

Nell’Anno Europeo del Patrimonio Culturale, nel cui calendario “Monumenti Aperti” è inserita, la decisione di scegliere come tema “Cultura – Patrimonio Comune” è motivata dal considerare il nostro patrimonio artistico come memoria e come valorizzazione della diversità. Per questo si è deciso di segnalare per ogni comune un sito che sia testimonianza del nostro passato, ma con uno sguardo proiettato verso il futuro. In linea con questo tema, si è scelto di individuare simbolicamente per Sant’Anna Arresi il “Nuraghe Arresi”, monumento che convive con il paesaggio urbano moderno. Il Nuraghe si trova in Piazza Martiri ed è affiancato da due chiese dedicate alla patrona locale. L’edificio è del tipo “a tancato”, con una torre principale del diametro di circa tredici metri e un’altezza residua di sette. Questa è saldata a una torre secondaria più piccola attraverso due bracci murari che racchiudono un cortile interno. La costruzione è datata all’età del Bronzo medio, intorno al XV – XIV secolo a.C.

Oltre al Nuraghe Arresi, sempre in Piazza Martiri sarà visitabile la Chiesetta di Sant’Anna. Il centro abitato di Sant’Anna Arresi nasce intorno alla metà del XIX secolo, conseguentemente alla politica di ripopolamento del Sulcis seguita alla caduta di Algeri in mano francese, nel 1830. Fino ad allora la minaccia rappresentata dalle incursioni dei corsari barbareschi, di stanza sulle coste africane, aveva ridotto questa vasta zona della Sardegna sud-occidentale a un deserto. Dal 1855, anno in cui fu edificata e per altri ottant’anni, in attesa che il paese crescesse a sufficienza, la chiesa dipendeva dalla parrocchia di San Giovanni Battista a Masainas. Di impostazione architettonica semplice e povera, nella facciata evidenzia una chiara conformazione neoclassica. Nel 1935 l’antica cappellania di Sant’Anna Arresi fu eretta in parrocchia, per cui si procedette ad ampliare la chiesa con l’aggiunta di una nuova cappella presbiteriale.

Attraverso la strada provinciale per Porto Pino  è raggiungibile l’area archeologica di Coi Casu. L’insediamento era composto da un nuraghe complesso con intorno il villaggio del quale affiorano evidenti ruderi preservati da una rigogliosa macchia di lentisco e olivastro. Tra le diverse strutture messe in luce dallo scavo archeologico emerge per importanza un vano destinato alla conservazione di derrate alimentari in grossi recipienti (doli). Infine, un’altra testimonianza archeologica: la Fonte Nuragica. Le fonti di via Torino e via Milano sono due delle numerose sorgenti carsiche presenti nella collina paleozoica dove si adagia il moderno abitato di Sant’Anna Arresi. Utilizzate già in epoche neolitiche (IV millennio a.C.), hanno  favorito dapprima la presenza di comunità prenuragiche con un insediamento capannicolo di pali e frasche, poi nel Bronzo Medio, lo sviluppo del megalitismo nuragico.

Il comune di Sant’Anna Arresi aderisce al progetto “Gusta la città” con molte attività ricettive e di ristorazione che aprono nelle giornate di “Monumenti Aperti” per rendere più piacevole e godibile la partecipazione alla manifestazione (gli esercizi aderenti sono riportati nel pieghevole guida in distribuzione nei vari siti).

Anche quest’anno Buggerru aderisce a “Monumenti Aperti” e con la collaborazione della scuola secondaria, guiderà i visitatori attraverso le proprie meraviglie, scrive la sindaca Laura Cappelli e racconta di come incastonato tra mare e montagna, Buggerru offre ai propri visitatori le bellezze naturalistiche tipiche della Sardegna, spiagge, coste rocciose, ma anche tutti quegli edifici ex Minerari oggi riconvertiti a strutture ricettive e turistiche, testimonianza del sacrificio dei minatori nel nostro territorio.

Nell’Anno Europeo del Patrimonio Culturale, nel cui calendario “Monumenti Aperti” è inserita, la decisione di scegliere come tema Cultura – Patrimonio Comune è motivata dal considerare il nostro patrimonio artistico come memoria, e come valorizzazione della diversità. Per questo, si è deciso di segnalare, per ogni comune un sito che sia testimonianza del nostro passato, ma con uno sguardo proiettato verso il futuro. In linea con questo tema, si è deciso di segnalare per Buggerru il Centro direzionale minerario-palazzina, la cosiddetta Palazzina della Direzione, il primo edificio costruito per ospitare le personalità più importanti della fiorente attività mineraria. La costruzione risale al 1884. Al piano terra ospitava gli uffici mentre il primo piano era tutto per il direttore in carica. Dopo una quindicina d’anni dall’inaugurazione costruì un altro edificio per ospitare gli amministratori che periodicamente giungevano da Parigi: una villa sontuosa come nessun altro fabbricato del villaggio di minatori. Tutto l’arredo era in stile Luigi XV e ogni oggetto proveniva dalla Francia. I tecnici transalpini portarono nel paese il loro modo di vivere tipico delle grandi città e ben presto contagiarono tutti con i loro usi e costumi. Proprio per questo in quegli anni Buggerru veniva chiamata la “piccola Parigi”.

Questi i monumenti aperti: l’Exbà, un raro esempio di archeologia mineraria; il Centro direzionale Minerario – palazzina ospiti; l’Ex Centrale, uno dei primi esempi di centrale elettrica in Sardegna, il Museo del minatore la cui falegnameria fu lo scenario della rivolta durante i cosiddetti “Moti di Buggerru” del 1904; e, infine, le Cernitrici, opera del grande scultore Pinuccio Sciola, che ricorda la morte delle quattro giovani vittime di una frana durante l’orario di lavoro.operai, il lavatoio e la gualchiera).

Il comune di Buggerru aderisce a “Gusta la città” con attività ricettive e di ristorazione che aprono nelle giornate di “Monumenti Aperti2, affinché la partecipazione alla manifestazione sia più piacevole e godibile.

 

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Venerdì 1 giugno, nei locali del Montegranatico di Nuraminis, verrà presentato il libro “Nuraminis attraverso i secoli. Storia e Tradizioni” (Grafiche del Parteolla, Dolianova 2018, 325 pagine).

Nuraminis attraverso i secoli” ricostruisce la storia antica del territorio nuraminese e quella bizantina; la prima fondazione di Nuraminis nel Medioevo giudicale e la sua rifondazione cinquecentesca; le vicende feudali del villaggio, i tempi del lavoro contadino e dell’azienda agraria; dà conto della partecipazione dei nuraminesi ai moti rivoluzionari di fine Settecento, al dibattito sul Risorgimento, alle battaglie politiche nell’Italia postunitaria.

Soprattutto, questo libro racconta una comunità attraverso i suoi riti religiosi e civici, i suoi costumi, le sue tradizioni e mentalità, le sue memorie orali, i fatti di cronaca locale che l’hanno segnata ed i racconti leggendari di cui oggi si è perso ricordo. Questo libro è la storia di un paese che per secoli ha vissuto d’agricoltura ed allevamento, ma che tra Ottocento e Novecento è stata anche sede di giudice e carcere mandamentali, collegio elettorale per la Camera dei deputati e patria di un vescovo d’Ogliastra e dell’arcivescovo di Cagliari Paolo Giuseppe Maria Serci, a riprova di un protagonismo finora poco conosciuto e ancora da scoprire.

La pubblicazione di “Nuraminis attraverso i secoli” è curata dello storico Giampaolo Salice ed è il frutto di un laboratorio di “Public History” attivato dall’Associazione Khorakhané, che ha visto la partecipazione di professionisti della ricerca storica insieme a cittadini impegnati nella valorizzazione culturale del proprio territorio. L’originale dattiloscritto cartaceo è stato trasferito in formato digitale da Francesco Caredda, l’apparato critico che lo accompagna è stato predisposto dal curatore, in collaborazione con Sara Caredda ed Andrea Pergola, specialisti rispettivamente in Storia dell’arte moderna e paleografia. Il gruppo Fotografica di Khorakhané ha selezionato le immagini che fanno da corredo al libro, estraendole dall’archivio digitale dell’associazione “Fotografica”.

La presentazione, moderata da Francesco Caredda, avrà inizio alle ore 18.00, sarà introdotta dai saluti del sindaco di Nuraminis Mariassunta Pisano ed accompagnata dalla voce di Andrea Ibba Monni, che leggerà alcuni passi dell’opera. In chiusura, l’esibizione del gruppo folk “Sa Corona”. Al termine sarà offerto un piccolo rinfresco ai presenti, come è tradizione negli incontri organizzati da Khorakhané.

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Il Consiglio regionale ha approvato le mozioni sul trasferimento della gestione del Servizio idrico integrato dal Consorzio ZIR di Macomer alla società Abbanoa Spa e sulla liquidazione dell’ARAS.

La seduta è stata aperta dal presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno, in parte modificato dalla conferenza dei capigruppo, con la mozione n. 420 (Forma e più) sul trasferimento della gestione del servizio idrico integrato dal Consorzio Zir di Macomer ad Abbanoa Spa. Il presidente ha dato quindi la parola alla consigliere del Partito democratico Daniela Forma, prima firmataria della mozione, per illustrarne il contenuto.

Daniela Forma ha ricordato che «nello scorso mese di agosto sono state attivate le disposizioni per il riordino delle funzioni dei consorzi industriali fra le quali il trasferimento delle competenze per la gestione del servizio idrico, ma un mese fa le aziende insediate hanno ricevuto notizia del subentro di Abbanoa con l’indicazione del nuovo contratto, con costi lievitati fino al 400%, determinando il rifiuto di sottoscrivere il contratto di servizio che, nei fatti, costituiva l’ennesima penalizzazione delle aziende della Sardegna centrale». L’intervento della Regione, ha poi spiegato, «ha creato le condizioni per sospendere i termini per sottoscrizione del contratto (1°giugno), prorogandoli al 1° novembre e su questo l’assessorato ha dato disponibilità ad una mediazione nel breve e medio termine fra tutti i soggetti interessati, non altrettanto ha fatto Abbanoa che, invece, ha ribadito che il subentro era stabilito dalla legge con ulteriore irrigidimento nei confronti di alcune aziende che hanno scarichi industriali, paventando addirittura il ricorso all’autorità giudiziaria per reati ambientali». Ad oggi, ha concluso la Forma, «non risulta l’accettazione dello slittamento al 1° novembre, per altro previsto dalla legge regionale 10/08, per cui invito la Giunta ad annullare in autotutela la delibera dell’agosto 2017 con effetto su tutti gli atti successivi».

Il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde, intervenendo nella discussione generale, ha parlato di una «questione piuttosto singolare, l’ennesima puntata della vicenda Abbanoa che quadruplica i costi per le aziende della zona industriale di Macomer, a dimostrazione del fatto che la società è diventata una repubblica indipendente rispetto ad Egas, all’assessorato ed alla Giunta, dove succede di tutto e nessuno controlla, eludendo peraltro un preciso obbligo di legge previsto dalle leggi nazionali ed europee». Evidentemente, ha aggiunto, «questa situazione a qualcuno fa comodo, perché chi si mette di traverso viene cacciato, come il direttore generale di Egas, mentre il direttore generale di Abbanoa viene riconfermato nonostante la recente sanzione da oltre 600.000 euro dell’Autorità per l’Energia; forse qualcuno si occuperà di Abbanoa ma è inammissibile che si debba arrivare a questo mentre l’assessore fa spallucce».

Sempre per Forza Italia la capogruppo Alessandra Zedda ha affermato che «c’è ben poco da aggiungere sui rilievi riguardanti gestioni e procedure di Abbanoa, con la differenza che stavolta vengono dalla maggioranza anche se Abbanoa accusa chi critica di dire bugie». Oggi, ha sostenuto, «l’assessore deve dare riposte sul Consorzio di Macomer (che è in attivo) sul quale la Giunta ha convogliato risorse straordinarie, in ogni caso non si può appesantire proprio in quell’area la situazione delle imprese, bisogna agire ed agire subito perché i tempi sono molto stretti per il caso specifico e per la gravissima situazione generale».

A nome del Pds il consigliere Piermario Manca ha sottolineato che «la relazione di Forma e gli stessi interventi della minoranza evidenziano un problema specifico tenendo sullo sfondo questioni generali abbastanza diverse; affrontare il problema strategico dell’acqua in Sardegna è compito del Consiglio, meno occuparsi di un certo numero di utenze come se ci fossero due modi di pagare l’acqua». Credo che la discussione non si possa ridurre a questo, ha continuato Manca, «ma concentrarsi sull’acqua come bene comune, parlando di acqua a tutto campo al di là dei piccoli o grandi privilegi localizzati in questa o quell’area».

Il capogruppo di Art. 1 – Mdp Daniele Cocco ha detto fra l’altro che «Manca ha ragione perché molte volte il Consiglio si sofferma su situazioni particolari e tuttavia il problema di Macomer è serio perché da poco la Regione è intervenuta sulla profonda crisi industriale della Sardegna centrale, perciò proprio qui non si può avallare una impennata dei pagamenti delle proporzioni descritte; verifichiamo quello che è possibile fare con tutti i soggetti interessati, senza nascondersi dietro il dito, perché Abbanoa è per molti aspetti un problema irrisolto che va affrontato».

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha precisato che quella in corso «non è una discussione su Abbanoa, anche se il Consiglio ovviamente può farla, ma un fatto specifico collegato al dibattito sull’economia della Sardegna centrale conclusosi con un ordine del giorno votato all’unanimità ed una manifestazione che si è svolta ad Ottana; c’è un problema che riguarda i costi del servizio per le aziende di Macomer e di questo dobbiamo ragionare con la massima attenzione, la volontà di fare chiarezza e di rivedere la delibera della Giunta se necessario, non è un atto contro nessuno ma un impegno nei confronti delle aziende della Sardegna centrale, su questo chiediamo l’intervento dell’assessore».

L’assessore dell’Industria Maria Grazia Piras, a nome della Giunta, ha affermato che «il problema è nato da una situazione abbastanza anomala e onerosa sia per il pubblico che per le aziende ed i cittadini e riguarda in Sardegna 8 Zir messe liquidazione con la legge 10/08 e quindi da 10 anni, generando disfunzioni per imprenditori che operano in quelle nelle aree, inefficienze, disorganizzazione e costi aggiuntivi compresi quelli per il personale in strutture con pochissimi dipendenti». Abbiamo iniziato a porre fine a questa situazione in continuità con la precedente Giunta, ha ricordato l’assessore, «liquidando i consorzi di Tempio, Siniscola, Valle del Tirso e via via tutti gli altri, ed una delle questioni preliminari affrontate era proprio quella di trasferire reti ed impianti idrici come previsto dalla legge, cosa che è stata fatta alla fine dell’estate». Approfondirò questione, ha assicurato la Piras, «ma è vero che i problemi sono emersi solo a Macomer perché qui c’è la rete industriale ma non l’acqua industriale che costa molto meno di quella potabile; cogliamo comunque la richiesta del Consiglio per favorire l’attivazione di un tavolo tecnico che come assessorato ho già chiesto chiedendo anche il rinvio del contratto da 1° giugno a 31 ottobre, con l’impegno di seguire la vicenda anche riesaminando le tariffe delle zone industriali, revisione alla quale sta lavorando l’Egas con l’obiettivo di ridurne la tipologia introducendo magari nuove sub categorie per le aziende che devono utilizzare acqua potabile come quelle dell’agro alimentare».

La prima firmataria della mozione Daniela Forma ha dato atto all’assessore della sensibilità dimostrata, ricordando però che la scadenza del 1° giugno incombe ed è questa la ragione della mozione. La Forma ha espresso quindi una valutazione positiva sulle verifiche e sullo slittamento dei termini, ferma restando la necessità di affrontare i problemi della legge di riordino aree industriali ancora non pienamente applicata, a cominciare dalla tariffazione speciale per le attività produttive.

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu ha condiviso  le argomentazioni del collega Manca sull’appello ad una riflessione sull’ acqua sempre bene collettivo, che non può che essere fondata sul principio chi più consuma più paga. Ben venga perciò, ha auspicato Congiu, «una pronuncia Aula in grado di fare chiarezza sui temi concreti oggetto della discussione; mi risulta peraltro che, in un incontro a Macomer, si siano fatto alcuni passi avanti con fatturazioni proporzionate ai consumi, il differimento dei termini e l’individuazione di tariffe speciali per le aziende idrovore di tutta la Sardegna». A giugno, ha concluso, «ci sarà anche la ri-profilazione delle tariffe nazionali ma, andando oltre, occorre riflettere sulla necessità di una revisione dei regolamenti consortili che, così come sono, rallentano la ristrutturazione delle aziende».

Per i Riformatori il consigliere Luigi Crisponi ha definito la relazione assessore «insufficiente rispetto sollecitazioni ricevute, perché non poteva dire a posteriori che si documenterà ed è impensabile che questo accada ad aziende della zona industriale più povera della Sardegna più di altre sfiancata dalla crisi, come Consiglio dovremmo occuparci di ben altro per sostenere le imprese del territorio, ora però non c’è tempo da perdere: diciamo no a tariffe insostenibili, a rivedere tutto non solo entro il 31 ottobre ma in modo totale secondo le esigenze dell’economia del territorio».

Il consigliere dell’Udc Giorgio Oppi, a favore, ha sollecitato un approfondimento sulla situazione delle 8 Zir della Sardegna che nel 2008 avevano un buco di 20 milioni col personale che doveva essere assorbito dai Comuni ma poi tutto si è fermato a causa della mancanza di risorse degli Enti locali. Ci vuole una visione di carattere generale per rilanciare queste strutture, ha aggiunto, compresa quella di Tossilo dove l’allora Giunta di sinistra aveva fatto un piano di rifiuti da 40 milioni che dovevano andare ai Comuni, per cui bisogna fare un discorso uguale per tutti.

Il consigliere Antonio Gaia (Cps), favorevole, ha messo in evidenza che «oggi l’attenzione riguarda un caso particolare ma ci sono molti punti di contatto col problema generale della gestione di Abbanoa che deve essere risolto, perché non è possibile trasferire il servizio idrico integrato ad un soggetto illegittimo che, di conseguenza, non può imporre tariffe a nessuno, questa è la vera questione da affrontare».

Il capogruppo del Psd’Az Angelo Carta, favorevole, ha ipotizzato che «Abbanoa in realtà è il parafulmine di qualcos’altro perché non fa che prendere ordini, dato che le tariffe le stabilisce Egas ed anche a Macomer ha eseguito ordini perché è solo un gestore come dice la legge: le responsabilità sono altrove, dalla Giunta regionale agli azionisti».

Non essendoci altri iscritti a parlare il presidente ha messo in votazione la mozione che il Consiglio ha approvato con 47 voti favorevoli ed 1 contrario.

Prima di cominciare l’esame della mozione 417, il consigliere Pierfranco Zanchetta (Cristiano Popolari socialisti) ha chiesto la parola sull’ordine dei lavori. Pierfranco Zanchetta ha ricordato la notizia della nomina del presidente della Regione a commissario straordinario per gli interventi nell’arcipelago de La Maddalena. Il consigliere ha espresso grande soddisfazione e ha augurato buon lavoro al presidente Francesco Pigliaru.

La mozione n. 417  sulla liquidazione dell’ARAS e l’affermarsi di un modello gestionale centralizzato dei servizi in agricoltura è stata illustrata da Piermario Manca (Partito dei sardi). Il consigliere ha detto che la mozione, pur essendo firmata solo dai consiglieri del suo gruppo, è una mozione di tutto il Consiglio regionale perché riprende un ordine del giorno approvato all’unanimità qualche mese fa. Piermario Manca ha chiesto maggiore chiarezza perché il Consiglio – ha detto – ha necessità di sapere cosa sta succedendo. Ci sono 290 lavoratori  e tutto il sistema della zootecnia a rischio.  Manca ha annunciato che chiederà un accesso agli atti nei confronti di LAORE. Entrando nel merito della mozione sono stati spiegati i cinque punti principali del dispositivo. Prima di tutto – ha detto Manca – è necessario contrastare con ogni mezzo consentito e in ogni sede (anche quelle giudiziarie) il disegno accentratore dell’AIA e della Coldiretti;  si chiede poi di  garantire la permanenza in Sardegna di tutti i servizi e di tutti i livelli occupativi attualmente esistenti in capo all’ARAS e di promuovere immediatamente un modello gestionale dei servizi in agricoltura sottratto a qualsiasi forma di centralizzazione ed esproprio dei dati e delle conoscenze. Il promotore della mozione chiede inoltre al presidente della Regione e all’assessore dell’agricoltura di riferire in Consiglio sullo stato di attuazione delle proposte formulate in esecuzione dell’ordine del giorno n. 90 approvato all’unanimità il 13 marzo 2018. Ma per i promotori della mozione il punto fondamentale è  dare immediata attuazione alle disposizioni di cui all’articolo 2, comma 40, della legge regionale n. 3 del 2009 e ai successivi atti di indirizzo.

Nella discussione generale è intervenuto  Luigi Crisponi (Riformatori sardi) che ha posto all’assessore tre domande. Le retribuzioni dei lavoratori ARAS quando saranno liquidate? Le posizioni contributive sono regolarmente pagate? E se sì, chi le paga e con quali risorse? Il  lavoro in itinere quotidiano chi lo pagherà?

 Luigi Lotto (PD) ha detto che la situazione attuale è molto delicata. Siamo in una fase intermedia di interlocuzione con il ministero e i soggetti interessati devono ritrovare un minimo di responsabilità.  Per il presidente della Quinta commissione tutto ciò che la legislazione nazionale ed europea ci consente di acquisire deve essere acquisito. La speranza è che la interlocuzione avviata dall’assessorato con il ministero vada in porto. Se così non dovesse essere non possiamo consegnarci mani e piedi a situazioni come quella attuale che ha creato disastri.  Il nuovo corso deve portare novità positive per tutti e per gli allevatori.

Fabrizio Anedda (Gruppo misto) ha sottolineato l’estrema confusione che esiste. Su tutto un dato certo: i servizi dell’ARAS sono irrinunciabili ed i lavoratori devono essere salvaguardati. Ma come mai – ha chiesto Fabrizio Anedda – non ci sono stati controlli e perché LAORE ha aspettato così tanto per denunciare la situazione attuale? 

Per Gaetano Ledda (Partito sardo d’azione – La Base) la  situazione è catastrofica. I dipendenti sono a rischio, l’agricoltura e la zootecnia non possono fare a meno dei servizi dell’ARAS e rischiamo di perdere 47 milioni di euro di fondi europei. Gaetano Ledda ha chiesto di aggiungere la firma alla mozione. 

Gianluigi Rubiu (Udc) ha detto che la  discussione in aula fa emergere un aspetto importante: non si è ancora trovata la  soluzione al problema. Per Gianluigi Rubiu bisogna analizzare tre aspetti fondamentali: i dipendenti che non percepiscono lo stipendio da mesi; esiste un’istanza di liquidazione ed il licenziamento dei dipendenti. «Abbiamo 7 giorni di tempo per risolvere i problemi prima che il danno sia irreparabile – ha aggiunto – ci sono 47 milioni di euro di fondi europei che l’isola perderebbe. Il problema non può più essere trascinato». Una soluzione potrebbe essere quella di fare una legge per dare un’anticipazione ad ARAS e entro 6 mesi creare un altro organismo.

 Eugenio Lai (art.1 –SDP) – ha chiesto il rispetto di tutti i lavoratori. Tutti gli assessorati si devono mettere in moto e si deve chiudere il tavolo con il ministero con una soluzione certa.

Per Francesco Sabatini (PD)   il tempo della calma è finito e si deve trovare una soluzione immediata. Ci sono due azioni che viaggiano in contemporanea: una immediata (risolvere i problemi di contenzioso)  e una complessiva e definitiva.

Marco Tedde (Forza Italia Sardegna)  ha detto che questa mozione mette in luce la posizione dell’assessore che è inadempiente. La situazione è drammatica – ha aggiunto – è in gioco il futuro dei lavoratori e del comparto e i 47 milioni di euro che stiamo per perdere. Si fanno ipotesi di riforme assurde, c’è mancanza di chiarezza complessiva e di risposte serie. Nel frattempo LAORE e i commissari litigano assumendo vicendevolmente di essere creditori. E’ un pasticcio.

E’ poi intervenuto l’assessore dell’Agricoltura Pierluigi Caria che ha spiegato che la strategia di fondo è dare applicazione alla legge 3 del 2009. I lavoratori entreranno in LAORE previo espletamento di un concorso. C’è una fase di transizione da affrontare ma stiamo lavorando per salvaguardare i lavoratori e il comparto.  Anche nella peggiore delle ipotesi – ha concluso – una soluzione verrà messa in campo. Non lasceremo a terra i dipendenti o non lasceremo le aziende senza servizi. La trattativa non è semplice ma stiamo cercando di risolverla.

Piermario Manca (Pds), intervenendo in sede di replica, ha invitato la Giunta a considerare anche un piano alternativo qualora la trattativa con il governo si concludesse senza il via libera al superamento dei tetti assunzionali, impedendo così l’inserimento dei dipendenti Aras e Apa nell’agenzia Laore, come previsto all’articolo 2 comma 40 della legge 3 del 2009. Il consigliere Antonio Solinas (Pd) ha annunciato voto favorevole alla mozione ed ha proposto la cancellazione della parola “Coldiretti” dal testo del dispositivo. Il suo compagno di gruppo e di partito Gianmario Tendas ha insistito sulla necessità di un piano “b” rispetto a quello del passaggio dei dipendenti in Laore. Anna Maria Busia (Misto) ha annunciato voto a favore ed ha proposto la redazione di un ordine del giorno unitario così da meglio esplicitare integrazioni e modifiche. Domenico Gallus (Psd’Az-La Base) ha dichiarato voto favorevole alla mozione ed ha ribadito il sostegno alle professionalità che operano in Aras e Apa.

Gianfranco Congiu (capogruppo Pds) ha chiesto lo sblocco delle erogazioni delle anticipazioni finanziarie alle Apa ed il capogruppo dell’Udc, Gianluigi Rubiu ha evidenziato la scadenza del 7 giugno quale termine entro il quale trovare una soluzione per i dipendenti Aras e Apa («in quella data sono annunciate le lettere di licenziamento per tutti i lavoratori»).

Eugenio Lai (Art1-Sdp) si è detto a favore della modifica proposta da Solinas (Pd) ed ha annunciato voto a favore come ha fatto il capogruppo Psd’Az-La Base, Gaetano Ledda. A sostegno della proposta Busia, per un ordine del giorno, si è invece pronunciata la capogruppo Fi, Alessandra Zedda («per rafforzare i contenuti e integrare le modifiche») mentre Paolo Truzzu (FdI) ha manifestato dubbi sui tempi con i quali procede il confronto giunta-governo in merito all’applicazione della legge 3/2009.

Il presidente della commissione Bilancio, Franco Sabatini, ha ribadito con fermezza la necessità di proseguire secondo le disposizioni della legge 3 e Luigi Crisponi (Riformatori) ha ricordato le differenti posizioni emerse tra i sindacati confederali e Confederdia. A favore della mozione hanno proseguito Fabrizio Anedda (Misto) e Angelo Carta (Psd’Az-La Base) che ha invitato il Consiglio ha indicare una sola opzione per la risoluzione della vertenza Aras (l’applicazione della legge 3/2009). Il presidente della commissione Attività produttive, Luigi Lotto (Pd) ha però insistito sull’opportunità di prevedere interventi alternativi rispetto a quelli che prevedono il passaggio dei lavoratori in Laore e il consigliere Antonio Gaia (Upc), a questo proposito, ha evidenziato che l’applicazione della legge 3 non garantirebbe il passaggio di tutti i lavoratori Aras e Apa in Laore.

Daniele Cocco ( capogruppo Art1-Sdp) ha escluso il ricorso all’ordine del giorno ed ha annunciato voto favorevole alla mozione Congiu e più. La capogruppo Fi, Alessandra Zedda, ha insistito per l’eliminazione del riferimento alla Coldiretti e l’Aula ha accordato la modifica, quindi il presidente Gianfranco Ganau ha posto in votazione la mozione che è stata approvata con 44 voti a favori su 44 presenti.

Il Consiglio è convocato per domani, mercoledì 30 maggio, alle 10.00.

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Il prefetto di Cagliari Tiziana Costantino ed i sindaci di Cagliari, Quartu Sant’Elena, Portoscuso, Nuraminis, Pauli Arbarei, Sanluri, Settimo San Pietro e Villamar questa mattina, alla presenza dell’assessore degli Enti locali Cristiano Erriu, del presidente dell’Anci Sardegna Emiliano Deiana, hanno firmato i Patti per l’attuazione della sicurezza urbana e per l’installazione di sistemi di videosorveglianza. All’incontro hanno partecipato i rappresentanti della Questura di Cagliari e dei Comandi provinciali di Carabinieri e Guardia di Finanza.

L’assessore Erriu, nel portare i saluti del presidente Francesco Pigliaru, ha ricordato che «la Regione, con 20 milioni 500mila euro di risorse del POR FESR, finanzierà il bando a sportello che sarà pubblicato entro un mese e che sarà aperto ai Comuni interessati. La prospettiva è quella di garantire la copertura dei 256 Comuni sardi che ancora non dispongono di impianti di videosorveglianza per la prevenzione e la repressione dei reati. Gli enti locali potranno presentare richiesta di ammissione ai finanziamenti statali disponibili, pari a 37 milioni di euro per il triennio 2017-2019».

«Si tratta di un nuovo, importante passo avanti – ha sottolineato ancora Cristiano Erriu – che si compie dopo l’Accordo siglato lo scorso 18 gennaio a Nuoro con il ministro dell’Interno Marco Minniti, poi rafforzato dall’Accordo per la promozione della Sicurezza integrata che il ministro Minniti e il presidente Pigliaru hanno sottoscritto lo scorso 27 febbraio a Roma. Un percorso articolato ma condiviso dalla Regione e dagli enti locali, di cui la videosorveglianza è un fondamentale tassello che consente di aumentare la sicurezza nei territori e la percezione che i cittadini sardi hanno di essa. Credo che sarà di grande aiuto ricevere dalle forze di polizia gli indirizzi operativi per il miglior utilizzo delle risorse e delle apparecchiature tecnologiche da mettere in rete.»

L’assessore Cristiano Erriu ha poi fatto gli auguri al prefetto Costantino, che oggi ha compiuto il suo ultimo atto ufficiale alla guida della Prefettura di Cagliari, e ha rimarcato «lo spirito di proficua e leale collaborazione tra le istituzioni statali, regionali e locali che ha permesso di raggiungere importanti risultati, su tutti l’Accordo firmato dal ministro Marco Minniti».