22 November, 2024
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In Sardegna solo il 9,6% delle imprese ospita studenti in Alternanza Scuola-Lavoro.

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In Sardegna, nel 2017, la propensione delle imprese con dipendenti a ospitare studenti in Alternanza Scuola-Lavoro è stata del 9,6%, contro il 17,3% del Veneto e l’11,9% della media nazionale. A livello settoriale mostrano propensione maggiore le imprese del Manifatturiero (14,8%) seguite dai Servizi (11,8%) e delle Costruzioni (8,1%).

Lo dicono i dati del rapporto dell’Osservatorio per le PMI di Confartigianato Imprese Sardegna, che ha esaminato la “Relazione tra i giovani e le imprese: l’Alternanza Scuola-Lavoro”, su fonti Eurostat, Unioncamere e Anpal.

Questi numeri non ci soddisfano perché continuano a rappresentare un sistema di istruzione e formativo disallineato dal mondo del lavoro e da riequilibrare urgentemente, anche facendo ricorso al sistema dell’Alternanza scuola lavoro», commenta con preoccupazione il Segretario di Confartigianato Imprese Sardegna, Stefano Mameli.

A livello provinciale, in Sardegna la maggior disponibilità delle aziende a ospitare studenti la si trova a Nuoro, con il 14,8% delle realtà che ospiterebbe i giovani. Segue Oristano con 12,5%, Sassari con 10,6% e Cagliari con 6,9%.

Proprio per questo motivo, a marzo dello scorso anno, Confartigianato Imprese Sardegna e l’Ufficio Scolastico Regionale sottoscrissero un protocollo d’intesa triennale, dal titolo “Sviluppare il rapporto tra scuola e mondo del lavoro”. Il documento aveva l’obiettivo di mettere in relazione le oltre 11mila imprese artigiane sarde con dipendenti e gli oltre 74mila studenti sardi delle Superiori, rafforzando la collaborazione tra il sistema dell’istruzione e della formazione professionale con le esigenze del mondo produttivo artigiano sardo, soprattutto, con riferimento all’istruzione tecnica e professionale. Il tutto nella prospettiva di una maggiore integrazione tra scuola e lavoro e l’acquisizione di competenze coerenti e spendibili nel “mercato” da parte dei giovani.

La criticità della bassa interazione tra scuola e mercato del lavoro è stata affrontata con la riforma della “Buona scuola” che ha reso obbligatoria l’Alternanza nell’ultimo triennio delle scuole superiori, uno strumento mirato a colmare il divario tra percorsi formali di apprendimento e competenze richieste dalle imprese e per facilitare l’ingresso dei giovani nel mercato del lavoro.

«C’è la necessità che l’alternanza scuola-lavoro venga adeguatamente valorizzata all’interno dell’offerta formativa nel “sistema scolastico” – aggiunge Stefano Mameli – ma occorrerebbe apportare aggiustamenti che le consentano di calarsi nella nostra realtà. Il tessuto imprenditoriale sardo è costituito da micro imprese con pochissimi dipendenti. Per ospitare gli studenti le imprese devono fare uno sforzo organizzativo ed economico importante, quindi pensare a incentivi che consentano alle imprese di ridurre i costi che da questi derivano.»

«Occorrerebbe andare nella direzione seguita da alcune Camere di Commercio – sottolinea ancora Stefano Mameli – che hanno introdotto dei voucher destinati alle imprese che ospitano i ragazzi in Alternanza, potenziando e diffondendo questo strumento. Il rischio, altrimenti, è che le imprese artigiane non siano messe nelle condizioni di giocare adeguatamente il proprio ruolo in questa partitaL’esperienza di Alternanza Scuola-Lavoro non va intesa come un fatto puramente isolato e neppure confuso col concetto di stage o tirocinio – conclude il Segretario – ma va programmata in una prospettiva triennale attraverso un processo graduale e articolato in più fasi. Per questo è fondamentale avvicinare il mondo della scuola a quello del lavoro tramite l’applicazione del cosiddetto modello duale del quale l’Alternanza è importante espressione prevedendo, a fianco di un importante bagaglio teorico, la possibilità di applicare in azienda ciò che viene insegnato sui banchi di scuola

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