Michele Cossa (Riformatori sardi): «Lo smantellamento dell’ambulatorio di terapia antalgica del Brotzu sarebbe una scelta sbagliata».
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«La reazione dei pazienti, con oltre duemila firme di pazienti contrari alla chiusura (un numero che cresce giorno dopo giorno), dimostra con chiarezza il disagio che verrebbe a creare lo smantellamento dell’ambulatorio di terapia antalgica del Brotzu per spostare tutti i pazienti all’ospedale oncologico. Una scelta sbagliata, giacché il centro dell’Oncologico non riuscirebbe a soddisfare la domanda. Allo stato attuale non si capisce quali saranno i nuovi spazi atti ad accogliere un tale numero di pazienti, né è stato adeguato dal punto di vista numerico il personale medico ed infermieristico. Inoltre resterebbe aperto il problema di garantire le consulenze antalgiche dei pazienti ricoverati, col personale costretto a fare la spola tra Oncologico e Brotzu, con inevitabili disservizi e perdite di tempo, come già accade. Nulla impedisce di unificare la struttura si terapia del dolore in un’unica direzione di struttura complessa. Ma perché sopprimere un’articolazione organizzativa presso il più importante ospedale della Sardegna, del tutto funzionale alle esigenze dei pazienti?»
Lo afferma il consigliere regionale dei Riformatori sardi Michele Cossa, che nelle scorse settimane aveva presentato un’ interrogazione urgente e sottolinea che il nuovo atto aziendale dell’Azienda ospedaliera Brotzu prevede la creazione di un unico centro di terapia antalgica presso l’ospedale oncologico, con la contestuale soppressione dell’ambulatorio del Brotzu.
«Nel 2017 il Brotzu ha erogato circa 4.000 prestazioni – aggiunge Michele Cossa -. Da tempo però è iniziata la falcidie del personale, con la conseguente riduzione delle prestazioni e disagi enormi per l’utenza (per l’ozonoterapia non urgente bisogna attendere oltre due anni); addirittura, capita di frequente che vengano rinviate le prestazioni programmate e i pazienti vengano rimandati a casa. Stesso discorso per le consulenze richieste nei reparti. Il disagio che si arreca ai pazienti, costretti a spostare nel tempo le prestazioni, è facilmente immaginabile. La struttura del Businco non potrà mai essere in grado di assicurare le prestazioni necessarie. Sembra che la priorità della Direzione sia la chiusura dell’ambulatorio del Brotzu e non la tutela dei diritti del malato, che oggi a gran voce chiedono continuità assistenziale e certezza delle cure che chiede a Pigliaru e ad Arru di intervenire presso la Direzione generale del più importante presiedo ospedaliero della Sardegna affinché – conclude Michele Cossa – possa porre rimedio quanto prima alla situazione illustrata, in maniera da evitare l’ulteriore aggravarsi del malcontento da parte dell’utenza afferente al servizio e da salvaguardare la dignità professionale dei medici e degli operatori che hanno finora comunque garantito le prestazioni, in condizioni di oggettiva difficoltà.»
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