23 December, 2024
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Assume contorni definiti il quadro delle assunzioni a tempo determinato dei lavoratori dell’area del Parco Geominerario provenienti dal bacino “Ex Ati Ifras”. Dalla riunione del Tavolo partenariale, coordinato dall’assessore agli Affari Generali Filippo Spanu, è emersa la piena disponibilità dell’ente Parco Geominerario di procedere con l’inserimento nei suoi organici di 121 addetti sulla base del progetto che è già stato presentato e che la Giunta approverà nella prossima seduta insieme a quello del Consorzio Monte Arci, che riguarda 29 persone. All’incontro sono intervenuti, oltre all’assessore Filippo Spanu, i rappresentanti delle organizzazioni sindacali e degli enti e strutture regionali con specifiche competenze.
«Stiamo dando risposte a tutti i lavoratori coinvolti. Il progetto del Parco Geominerario – spiega l’assessore Filippo Spanu – consente di soddisfare, con concrete offerte di lavoro e un quadro contrattuale ben definito, le legittime aspettative di molte persone che possono assicurare un validissimo contributo alla causa dell’ente. Continuiamo a lavorare per dare ulteriore solidità e prospettiva al percorso che prevede a breve la pubblicazione bando per la gara internazionale finalizzata all’affidamento della gestione di tutte le attività del Parco Geominerario.»
Il prossimo incontro del Tavolo partenariale è fissato il prossimo 9 luglio.

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Il comune di Carbonia, rappresentato dal vicesindaco Gian Luca Lai, domani mattina nei pressi di Flumentepido, alle ore 10.00, parteciperà al 68° anniversario commemorativo delle vittime del terribile incidente stradale che il 26 giugno del 1950 costò la vita a 16 operai dell’ERLAAS (Ente Regionale per la Lotta Antianofelica in Sardegna), un ente che nel secondo dopoguerra, in collaborazione con la Fondazione Rockefeller, diede un contributo decisivo all’eradicazione della malaria nell’isola.
Sono passati 68 anni da una tragedia che accomuna soprattutto due centri del Sulcis, Gonnesa e Carbonia. Partì proprio dal comune gonnesino, infatti, il camion che stava conducendo gli operai sul posto di lavoro, prima di capovolgersi, in un terribile incidente stradale, sulla strada statale 126, all’altezza di Flumentepido (incrocio Medau Is Serafinis). Luogo in cui domani, martedì 26 Giugno alle ore 10, presso la stele commemorativa, il vicesindaco di Carbonia Gian Luca Lai ed il sindaco di Gonnesa Hansal Cristian Cabiddu ricorderanno le 16 vittime che perirono in quella fatalità.
«Domani esprimeremo solidarietà e vicinanza a tutti i parenti delle vittime per una ricorrenza tragica alla quale l’Amministrazione Comunale di Carbonia partecipa attivamente per ricordare le tante azioni positive compiute dagli operai dell’ERLAAS, capaci di debellare un malattia che stava decimando la popolazione sarda nell’immediato secondo dopoguerra – ha detto il vicesindaco Gian Luca Lai -. L’ERLAAS operò dal novembre 1946 al dicembre 1950, riuscendo a realizzare l’obiettivo della totale sconfitta dell’endemia. Un risultato straordinario per Carbonia e per l’intera nostra regione.» 

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Li ha lasciati all’ingresso del museo della Tonnara, forse colto da un senso di rimorso ma, probabilmente, con l’intenzione di restituire al paese un pezzo della sua storia più antica. Un’anfora di epoca romana, alcuni piatti, tazze, una brocca di epoca post medioevale sono gli oggetti che un anonimo ha lasciato nei giorni scorsi davanti all’ingresso del museo di via Lepanto.

Erano avvolti in stracci, alcuni erano adagiati in cassette di plastica mentre il pezzo più grande, l’anfora vinaria, lasciava intravedere soltanto il lungo piede. Sopra alcuni reperti un foglio bianco, un post-it con scritto sopra “reperti Pelosa”, per far sapere dove – chissà quando – fossero stati trovati. Su tutti le tracce inconfondibili del mare che ha lasciato segni di stratificazione.

Così, davanti all’ingresso del Mut li ha ritrovati il personale del museo che ha subito presentato una denuncia sia alla Soprintendenza archeologica e delle belle arti, paesaggio della provincia di Sassari e Nuoro sia al comune di Stintino.

Un totale di dodici pezzi. Un’anfora romana, dalle prime stime, presumibilmente del periodo compreso tra il primo secolo avanti Cristo e il primo secolo dopo Cristo, quindi, sempre dalle prime ipotesi degli esperti del Mut, piatti e vasellame tipici di mense e di cambuse di navi di epoca post medioevale.

La notizia di questo ritrovamento è stata data al Museo sabato scorso, in occasione della conferenza “Mar Tirreno, incontri tra sponde opposte e storie diverse” che ha visto la partecipazione del soprintendente della provincia di Sassari e Nuoro Francesco Di Gennaro.

E così, a due anni dalla prima “donazione” quando, sempre all’ingresso del museo, erano stati fatti ritrovare numerosi resti archeologici, tra i quali spiccavano un’ancora in piombo del periodo romano e un pezzo, presumibilmente, di un sarcofago che portava in rilievo l’immagine di una Vittoria alata, adesso nuovi reperti vengono restituiti al patrimonio pubblico.

«Il museo di Stintino è anche questo – ha commentato il sindaco Antonio Diana – ci sta facendo riscoprire la storia antica di questo territorio. E ancora, muove le coscienze e fa restituire al patrimonio comune questi oggetti.»

Questo tipo di gesti, quindi, «possono servire a far capire che portare via dai luoghi questi reperti è sbagliato – ha detto il soprintendente Francesco Di Gennaro – si tratta di mezzi di conoscenza che devono essere raccolti con metodi scientifici e contestualizzati nell’ambito del loro ritrovamento».

Il museo della Tonnara, così, si caratterizza per essere un presidio istituzionale in grado di svolgere un ruolo educativo. «È la seconda volta che portano reperti archeologici al museo – ha aggiunto la direttrice Esmeralda Ughi – le persone si rendono conto che il museo è un’istituzione pubblica e assumono la consapevolezza che questi oggetti sono beni pubblici e devono essere restituiti alla collettività».

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7 appuntamenti cinematografici assolutamente da non perdere nella splendida location dell’Arena Mirastelle del Teatro Centrale di piazza Roma. È questa la cifra di fondo della rassegna “Cinema sotto le stelle” che debutterà domani, martedì 26 giugno, alle ore 21.30, con il film “Smetto quando voglio – Ad honorem”, terzo capitolo della fortunata saga diretta da Sydney Sibilia.
L’iniziativa è stata organizzata dal Centro di Servizi Culturali Carbonia della Società Umanitaria con il patrocinio e il contributo economico dell’Amministrazione comunale di Carbonia.
La rassegna quest’anno assume un valore particolare in quanto ricade all’interno dell’ampia offerta di iniziative ed eventi promossi dal comune di Carbonia per celebrare l’80° anniversario di fondazione della città.
«Cinema sotto le stelle proporrà 7 film di altissimo livello in grado di intercettare i gusti dei nostri concittadini con pellicole che spaziano tra i vari generi: dalla commedia al thriller, dai film di animazione alla commedia drammatica. Si tratta di una rassegna propedeutica allo svolgimento di un altro grande evento, il Carbonia Film Festival, previsto per il mese di autunno», ha detto l’assessore dello Spettacolo Sabrina Sabiu.
“Cinema sotto le stelle” comincerà domani sera e andrà avanti per 7 appuntamenti che si svolgeranno tutti i martedì alle ore 21.30 presso l’Arena Mirastelle, ad eccezione della penultima proiezione, eccezionalmente prevista per lunedì 30 luglio, sempre alle ore 21.30.
Il biglietto d’ingresso è di 4 euro, con prezzo ridotto a 3 euro per i giovani fino ai 21 anni di età e per tutti gli iscritti ai circoli del cinema ARCI-UCCA e FICC.

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Domani 26 giugno alle ore 10.00n la terza commissione Bilancio e la sesta commissione Sanità e politiche sociali del Consiglio regionale, in seduta congiunta ascolteranno una relazione dell’assessore della Sanità Luigi Arru sulle problematiche dell’Aias.

Giovedì 28, alle 10.30, la terza commissione Bilancio, assieme alla commissione Speciale sull’artigianato ed il commercio terranno una riunione sui problemi di accesso al credito delle imprese di settore che sarà aperta da una audizione dell’assessore della Programmazione Raffaele Paci.

La quarta commissione Governo del territorio si riunirà giovedì 28 giugno alle 10.00. La seduta sarà aperta da un intervento dell’assessore dell’Urbanistica Cristiano Erriu sulla direttiva collegata alla legge regionale 11/17 riguardante la “specificazione dei dati dimensionali” in materia di servizi alla residenza. A seguire, l’esame del Testo unificato sulla “raccolta e commercializzazione dei funghi epigei e ipogei spontanei”.

La quinta commissione Attività produttive riprenderà i suoi lavori martedì 26 alle 10.30 con l’esame del Testo unificato delle cooperative di comunità e di due proposte di legge riguardanti le birre artigianali, la n. 350 (Crisponi e più) e la n. 505 (Lotto e più).

 

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Domani, martedì 26 giugno 2018, alle ore 10.00, all’interno della sala “Andrea Versari”, presso il palazzo “De La Vallèe” in via Torino 21, a Cagliari, il Comando Militare Esercito Sardegna, unitamente al Comitato sardo grandi eventi, alla Regione Autonoma della Sardegna e all’Associazione Club Modellismo Storico Cagliari, in collaborazione con l’Università di Cagliari, Sassari e l’Ufficio Scolastico della Regione Sardegna, presenteranno il programma di eventi organizzato per commemorare il centenario della fine della Grande Guerra.

Alla presentazione interverranno:

– Generale di Divisione Giovanni Domenico Pintus, comandante del Comando Militare Esercito Sardegna;

– Prof. Aldo Accardo, ordinario di Storia contemporanea all’Università di Cagliari e Presidente del Comitato sardo grandi eventi;

– Giuseppe Dessena, assessore della Pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport;

– Cristiano Erriu, assessore degli Enti locali;

– Dott. Alberto Monteverde, presidente Associazione Club modellismo storico Cagliari.

Il prossimo autunno, nel centenario della conclusione del primo conflitto mondiale, giungeranno in Sardegna e saranno esposti al pubblico i gloriosi vessilli della Brigata Sassari e della Brigata Reggio. Si tratta delle Bandiere di Guerra e le relative Frecce dei Reggimenti 45°, 46°, 151° e 152°, attualmente conservati presso il Sacrario delle Bandiere ubicato nel Complesso del Vittoriano in Roma.

L’evento, che si inquadra nel programma di manifestazioni volto a commemorare il centenario della fine della Grande Guerra, è organizzato dal Comando Militare Esercito Sardegna, dal Club Modellismo Storico Cagliari, dalla Regione Autonoma della Sardegna, dal Comitato Sardo Grandi Eventi con la preziosa collaborazione del Museo Sacrario delle Bandiere delle Forze Armate al Vittoriano in Roma ed il patrocinio dalla Fondazione di Sardegna. 

Non sfugge il suo grande valore storico e morale poiché tali drappi, che sventolarono sul Carso, sull’Altopiano di Asiago, sul Piave e a Trieste redenta, ricordano e rappresentano il sacrificio di oltre 14.000 soldati sardi caduti nel corso del conflitto.

Accanto alle storiche bandiere dei reggimenti “sardi” sarà presentato il Tricolore che sventolò sul Campanile di San Giusto a Trieste il 4 novembre 1918, oggi custodito presso il Museo Risorgimentale “Emanuele Filiberto di Savoia” di Sanluri.

In pieno spirito di pace e concordia e quale omaggio ai Caduti degli antichi avversari, sarà altresì esposta per la prima volta la straordinaria bandiera del Consolato d’Austria Ungheria di Cagliari, fra i pochissimi esemplari sopravvissuti al conflitto ed al crollo dell’impero asburgico, oggi custodito dalla famiglia Lucchese.

La loro esposizione si collocherà nell’ambito di una mostra storica di ampio respiro che intende illustrare una rilettura dei principali eventi bellici del 1918 nel corso dei quali i reparti sardi ebbero modo di illustrarsi. La ricostruzione di fatti ed eventi si avvarrà di un’ampia documentazione d’archivio proveniente in larga misura dall’Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito ma anche da importanti raccolte private. Fra i documenti iconografici si segnala per rarità e rilevo una collezione di fotografie inedite della “Sassari” realizzate tra il 1915 e gli anni del primo dopoguerra.

Saranno altresì esposte una serie di rare uniformi storiche originali e alcuni diorami e modelli di mezzi militari in scala, parte della raccolta dell’istituendo Museo Storico Militare della Sardegna.

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Sono trascorsi 50 anni dalla scoperta del nella grotta di “Su Benatzu” a Santadi ed è tanta l’emozione di orof. Antonio Assorgia che fece parte del Gruppo Speleologico di appassionati ricercatori con Franco Todde e Sergio Puddu, alla memoria dei quali dedica, in occasione del 50° anniversario della scoperta il libro: Il “Tempio Ipogeo” nuragico di Su Benazzu.

Nella cornice del museo GeoPunto a Genna Luas, coordinato dall’Associazione per il Parco Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna, il Prof. Assorgia e numerosi altri illustri studiosi con il sindaco di Santadi, dott. Elio Sundas, hanno rievocato quell’importante scoperta che ancora, nonostante il tempo trascorso, attende una sua corretta ed ampia valorizzazione.

Il ritrovamento avvenne nella notte tra domenica 23 e lunedì 24 giugno del 1968. Scoperta di grande rilievo scientifico che ebbe un risvolto amaro per gli scopritori, in quanto non venne loro riconosciuta la paternità del ritrovamento. «La negazione della paternità della scoperta ai tre speleologi – ricorda il prof. Assorgia – determinò anche il fatto che nessun esperto, che successivamente ebbe modo di esaminare i reperti archeologici, facenti parte del corredo votivo del Tempio ipogeo, non conoscendo gli autori della scoperta, né le modalità del ritrovamento, si preoccupò di intervistarli e di informarsi sulla particolare disposizione spaziale degli oggetti votivi, se vi fossero evidenze di qualche sequenza temporale nella loro deposizione, se vi fossero particolari tracce materiali di frequentazioni singole o collettive, quali fossero gli accorgimenti, messi in atto dai Nuragici, al fine di rendere difficile, se non impossibile, l’accesso al Sancta Sanctorum». Tutto ciò perché i tre speleologi, invece di lasciare il ritrovamento in sito ed avvisare la Sovrintendenza, raccolsero tutto il materiale ceramico e gli oggetti in bronzo, compreso lo splendido e raffinato tripode, e lo portarono nel loro Istituto.

Il tesoro nella grotta Pirosu, così chiamata la cavità ove si trovavano in gran numero i materiali rinvenuti, era costituito da un grande deposito di ceramiche costituite da vasi, ciotole, lucerne, una delle quali decorata con motivi ornamentali a cerchi concentrici ed a lisca di pesce e numerosi corredi votivi. Con essi erano numerosi bronzi costituiti da bracciali, pugnali ad “elsa gammata”, un tripode ed una colonnina.

Quella importante scoperta ancora attende d’essere compiutamente svelata per comprendere meglio l’era nuragica e la sua evoluzione, anche in rapporto con le nuove genti che arrivarono in Sardegna con Fenici e Cartaginesi e che in quel tripode bronzeo potrebbero ben essere rappresentati, perché, a detta del prof. Pasquale Zucca, frutto di commercializzazione dei mercanti aristocratici greci e fenici. 

Il rilancio scientifico e la fruizione del sito arricchiscono il patrimonio del Parco Geominerario Storico ed Ambientale della Sardegna e della comunità locale di Santadi che da esso trae importanti elementi della memoria storica, ma anche nuove opportunità di sviluppo socio economico.

Prof. Tarcisio Agus

Presidente del Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna

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Una folla di appassionati con famiglie ed amici è accorsa per festeggiare i vincitori del primo Rally del Parco Geominerario Storico ed Ambientale della Sardegna, evento che l’Ente ha sostenuto su sollecitazione dei Comuni di Arbus e Guspini intenzionati a promuovere le ex aree minerarie di Montevecchio ed Ingurtosu, con l’importante appendice del geosito di Piscinas. 

Due giorni di animazione territoriale che la Mediterranean Team, con i 24 equipaggi, ha sviluppato tra i centri di Arbus e Guspini e l’area mineraria di Montevecchio.

Migliaia di appassionati hanno seguito tutte le fasi dalla preparazione alle gare vere e proprie che hanno coperto un percorso di 36 chilometri, fra i due comuni minerari e Montevecchio.

Appassionati arrivati da diverse parti dell’Isola fra i quali non pochi giunti dalla Gallura dove si svolge il Rally su sterrato dei campionati mondiali. Non sono inoltre mancati appassionati provenienti dal continente e dall’estero.

Durante le premiazioni sono state diverse le persone che mi hanno avvicinato e che non conoscevano l’esistenza del Parco e tanto meno le bellezze delle aree minerarie di Montevecchio, Ingurtosu e Piscinas. I più curiosi hanno voluto che narrassi loro del palazzo che sovrastava il palco delle premiazioni, la direzione della miniera, meglio definita Palazzo Castoldi. Ricco di affreschi inaspettati in ambito minerario, a sottolineare la ricchezza raggiunta dall’unica famiglia sarda, i Sanna – Castoldi, che si è cimentata nell’avventura mineraria di metà ottocento.

Molto attivi gli operatori economici che per due giorni hanno ospitato e reso servizi a centinaia di convenuti che si sono fermati per seguire l’importante evento sportivo. Alberghi, B&B, casa vacanze ed agriturismi hanno registrato il tutto esaurito e molti degli ospiti hanno manifestato la volontà per una visita più compiuta, in un area a molti sconosciuta e che ha suscitato curiosità e fascino, non solo per i complessi architettonici salvati, ma per la storia antropologica che gli accompagna ed il vasto patrimonio naturalistico che gli avvolge.

La promozione delle aree minerarie passa anche par gli eventi sportivi, diversi dei quali hanno ricevuto il plauso ed il sostegno del Parco, come, ultima in ordine di tempo “La Nuragika” a Villasalto, nel maggio scorso, che partendo dallo splendido scenario della miniera di “Su Suergiu”, ha percorso, con le bici d’epoca, le vicine miniere del Sarrabus.

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È stato pubblicato sul sito del Piano Sulcis il rapporto sullo stato di attuazione al 20 giugno di quest’anno. Nel rapporto sono elencati, in sintesi, i progressi più importanti e le criticità nell’attuazione. Il Piano comprende 5 programmi (imprese, scuola, ricerca tecnologica, bonifiche, infrastrutture) articolati in 73 interventi. I soggetti attuatori sono Amministrazioni e soggetti statali (Ministero Sviluppo Economico, Invitalia, ANAS, ENEA), la Regione, la Provincia, i Comuni e altri soggetti. Gli enti locali sono responsabili dell’attuazione di 46 interventi. Il Coordinamento del Piano agisce su questo insieme di soggetti. La dotazione finanziaria pubblica contabilizzata e monitorata, per effetto di ulteriori apporti all’attuazione del Piano, registrati negli ultimi sei mesi, ammonta ora a 806,4 milioni di euro, ripartiti fra Imprese (circa il 45%), Infrastrutture (oltre il 26%), Bonifiche (circa il 20%), Scuola e Ricerca tecnologica (oltre il 7%).

L’aumento notevole della dotazione, rispetto a quanto riportato nel precedente rapporto, è la conseguenza dell’Accordo di programma tra MISE, Invitalia e Regione per la riattivazione del complesso industriale ex Alcoa, a opera di Syder Alloys, finanziato dal MISE con circa 86 milioni di euro da rimborsare in otto anni. Le risorse pubbliche agiscono da leva per rilevanti investimenti privati nel programma Imprese e, in taluni casi, anche nel programma Ricerca tecnologica. Le imprese, inoltre, investono notevoli risorse proprie nella messa in sicurezza e nella bonifica dell’Area industriale di Portovesme. Alcuni impegni importanti del Piano (per esempio: la riforma del Parco Geominerario che ha portato alla cessazione del commissariamento, le vertenze e le bonifiche industriali) sebbene non assorbano risorse del Piano, richiedono un notevole impegno del Coordinamento. In estrema sintesi, le risorse disponibili sono state impegnate con obbligazioni giuridiche perfezionate nella misura dell’86%, pari a oltre 690 milioni di euro. Le restanti risorse programmate ma non ancora impegnate con obbligazioni giuridicamente vincolanti, ammontano a circa 100 milioni di euro e riguardano i porti e l’interconnessione delle dighe con il Cixerri. Per queste opere è in corso la progettazione definitiva ed esecutiva.

Nel mese di luglio sarà pubblicato un rapporto sui pagamenti effettuati al 30 giugno 2018 e sugli impatti occupazionali. Nel programma imprese (362 milioni di euro) sono stati deliberati tre Contratti di Sviluppo di cui due stipulati (Sider Alloys e Eurallumina) e uno da stipulare (Renovo Bioedilizia). È a regime la Zona Franca Urbana di cui beneficiano oltre 4.300 micro e piccole imprese. I bandi conclusi di incentivazione di nuove iniziative e di piccole imprese esistenti, hanno registrato 205 proposte di cui 72 hanno superato positivamente l’istruttoria di merito. Su un precedente bando, 12 proposte sono state finanziate e i contributi sono in erogazione. Anche nell’anno in corso sono stati emessi nuovi bandi. Di particolare importanza l’attivazione del Contratto d’Investimento per progetti di maggiore dimensione (sino a 20 milioni di euro) che registra 16 manifestazioni di interesse per complessivi 80,7 milioni di euro di investimenti.

La principale criticità riguarda i ritardi nell’istruttoria delle domande e nell’erogazione dei finanziamenti e dei contributi. I programmi Scuola, Sviluppo Competenze e Ricerca Tecnologica (per complessivi 60 milioni di euro) sono a regime. Quello relativo alla scuola è prossimo alla conclusione. I programmi di bonifica delle aree minerarie ed ex Sardamag (oltre 166 milioni di euro) hanno cumulato forti ritardi in passato, soprattutto a causa della situazione di IGEA. La rimessa in bonis della società e l’affidamento di alcuni progetti di bonifica ai Comuni, hanno consentito lo sblocco del programma. Si registrano significativi progressi negli interventi a Iglesias, Guspini e Sant’Antioco. Nell’area industriale di Portovesme sono in corso, o sono stati deliberati, interventi di messa in sicurezza e risanamento ambientale per oltre 240 milioni di euro a totale carico delle aziende con avanzamenti rilevanti anche nell’ultimo semestre.

 

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La chiusura è col botto, in tutti i sensi: dall’acquazzone che ha creato qualche difficoltà nelle ultime ore, ma senza scoraggiare i novanta standisti che, insieme agli organizzatori «e con il prezioso supporto del Comune e della polizia locale» hanno rimesso a posto i gazebo sino alla “benedizione” del Comune stesso. La “Festa del gusto” fa boom a Quartu, nell’area del Poetto, di fronte al Sax Beach: decine di migliaia di visitatori da giovedì 21 a domenica 24 giugno scorsi si sono lasciati conquistare dallo street food e dagli eventi musicali imbastiti dall’organizzazione Primavera Sulcitana. E c’è l’arrivederci all’anno prossimo.

«I cittadini quartesi e anche i tanti venuti dall’hinterland sono rimasti piacevolmente soddisfatti – dice l’assessore comunale del Turismo, Roberto Fadda di Martino – la sperimentazione si è rivelata vincente, ecco perché proporrò, durante la prossima riunione della commissione delle Attività produttive, la stabilizzazione di questo evento all’interno dell’agenda comunale legata al piano generale degli eventi.»

Una notizia che rende felicissima Alessia Littarru, presidentessa di Primavera Sulcitana: «Ci siamo trovati benissimo e il responso del pubblico è stato ottimo. Ringrazio di cuore il Comune, nella figura del sindaco Delunas e dell’assessore di Martino, per averci supportato in ogni momento, anche durante il temporale di domenica sera, e per averci dato la possibilità, con l’ampio spazio di cinquemila metri quadri, di poter svolgere la nostra ‘Festa del gusto’. Non vediamo l’ora di ritornare a Quartu l’anno prossimo.»

La “Festa del gusto”, intanto, è già in marcia verso Tortolì: appuntamento nel weekend a cavallo tra giugno e luglio, da venerdì 29 a domenica 1 il “villaggio” enogastronomico è visitabile tra Corso Umberto e via Monsignor Virgilio.