Piermario Manca (PdS) sollecita l’intervento dell’assessore dell’Agricoltura per i ritardi nei pagamenti degli aiuti regionali alle aziende ovicaprine.
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Con un’interrogazione depositata ieri in Consiglio regionale, il rappresentante del Partito dei Sardi, Piermario Manca, solleva il problema dei ritardi nei pagamenti degli aiuti regionali alle aziende del comparto ovicaprino alle prese con le difficoltà di produzione e di mercato del latte della campagna 2016-2017. Piermario Manca chiama in causa l’assessorato dell’Agricoltura e riforma agropastorale, denunciando che l’ingranaggio regionale di aiuti attivato con la legge regionale 14 settembre 2017, n. 20 e con le direttive approvate con la deliberazione di Giunta 46/21 del 3 ottobre 2017, si è inceppato determinando sia ritardi ingiustificabili nei pagamenti, sia la giacenza di 200 pratiche che sono ancora in attesa di risposte relativamente ad alcune riserve circa i criteri di ammissibilità delle stesse.
«Le risorse aggiuntive recate dalla legge regionale 20/2017 fanno sì che il programma di aiuti abbia una dotazione complessiva di 45 milioni di euro, rivolti alle imprese attive nella produzione primaria del comparto ovino e caprino», spiega Piermario Manca nel testo dell’interrogazione. «L’aiuto è concesso per tutti i capi ovini e caprini presenti in azienda al 30 giugno 2017, come risultante dai dati desunti dalla banca dati nazionale dell’anagrafe zootecnica (BDN) e relativi alla consistenza dei capi identificati elettronicamente o dal censimento degli animali detenuti per un importo unitario dell’aiuto a capo fissato in 13 euro», continua il documento.
Secondo quanto scritto nell’allegato alla deliberazione della Giunta regionale n. 46/21 del 3.10.2017, «il beneficiario deve essere proprietario e detentore degli animali richiesti e che qualora il richiedente sia esclusivamente detentore di animali è necessario fornire una dichiarazione del proprietario di assenso alla presentazione della domanda di sostegno e pagamento». E proprio questo aspetto ha determinato i maggiori disguidi: «Gli uffici Argea pagano i detentori e questo crea problemi in quanto non necessariamente sono anche i proprietari, o ancor peggio non hanno fascicolo aziendale, per cui nascono tutta una serie di casi anomali per la mancata corrispondenza tra chi ha fatto domanda e chi, ai sensi del bando, avrebbe dovuto farla», spiega ancora l’interrogazione presentata dal consigliere regionale del PdS. «Le domande sono state presentate dalle aziende agricole a partire dal 16/10/2017 e fino al 18/12/2017, e l’assessore aveva assicurato il pagamento della totalità delle richieste entro il 2017». Ma il meccanismo si è arenato.
«A oggi ci sono circa 200 domande non ancora istruibili perché non si è ancora data risposta ad alcune riserve circa i criteri di ammissibilità; verificato che si tratta di domande presentate da ditte individuali o società nelle quali la proprietà degli animali è ascrivibile a soggetto diverso dal detentore, e considerato che più volte sono state sollecitate soluzioni per lo sblocco di questi casi senza che a oggi sia stata presa alcuna iniziativa in merito», l’interrogazione chiede all’assessore regionale dell’Agricoltura, «se sia a conoscenza di quanto sopra evidenziato; se non ritenga, alla luce dei fatti e delle considerazioni sopra esposte, di dover intervenire immediatamente in merito per evitare ulteriori ritardi nei pagamenti; di prevedere, anche per i bandi futuri, un miglior raccordo tra l’assessorato che scrive i bandi e l’agenzia Argea che istruisce le pratiche».
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