Un altro condominio moroso di Iglesias è stato condannato a saldare il servizio mai pagato ad Abbanoa.
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«Tariffe legittime, consumi certificati e procedure rispettate: un altro condominio moroso di Iglesias è stato condannato a saldare il servizio mai pagato. Gli importi elevati erano dovuti al malfunzionamento dell’impianto privato interno. La sentenza depositata nei giorni scorsi è del Giudice di Pace di Cagliari e chiude una vicenda che si trascina da anni. Il condominio, intestato a un’impresa, dopo aver accumulato un debito di quattromila euro aveva fatto cadere nel vuoto i solleciti, una proposta di conciliazione e quant’altro per arrivare a una soluzione bonaria che mirasse al rientro della morosità. Alla fine Abbanoa ha dovuto procedere con l’ingiunzione fiscale, estremo atto contro le utenze plurimorose.»
Ne dà notizia, con una nota del suo ufficio stampa, il gestore unico del servizio idrico integrato della Sardegna.
L’impresa si è opposta, ma non hanno trovato riscontro le sue contestazioni sulle procedure adottate, la quantificazione dei consumi, le tariffe applicate per cercare di non pagare il servizio: «Ancora una volta – commenta il direttore generale di Abbanoa, Sandro Murtas – viene sancita la regolarità dell’operato di Abbanoa, che fa cadere i teoremi di chi pur di non pagare l’acqua, fidandosi dei soliti professionisti del contenzioso, ha seguito la strada sbagliata. Oggi oltre il 90 per cento delle fatture di Abbanoa vengono eseguite sempre su consumo reale, con lettura certificata e bolletta trimestrale. Dopo una lunga azione di riordino e verifica dei dati, conseguente al censimento delle utenze che ha riguardato tutto il territorio regionale, Abbanoa dispone di un data base esclusivo, certificato, per oltre 720mila clienti e alimentato da informazioni fondamentali quali la posizione georeferenziata del contatore, la certificazione dei consumi con la tecnologia blockchain, la rilevazione fotografica dei consumi».
All’origine dei consumi elevati c’era una perdita nell’impianto interno al condominio causata, a quanto pare, dal malfunzionamento del galleggiante nella cisterna privata. Come sottolineato anche dal Giudice di Pace, spetta al cliente mantenere in buono stato il proprio impianto. Il regolamento del Servizio idrico integrato dispone che l’utente sia tenuto ad effettuare con la dovuta diligenza la manutenzione del proprio impianto idraulico a partire dal contatore, al fine di prevenire guasti e perdite. «Nel caso di specie – si legge nella sentenza – deve ritenersi che se l’utente avesse tenuto una condotta più diligente e avesse provveduto a una periodica verifica dell’integrità dell’impianto e dei consumi registrati dal contatore, si sarebbe avveduto prontamente dei consumi eccessivi, senza attendere la fattura da parte del Gestore e sincerarsi solo allora dell’anomalia presente».
«Per questi motivi l’impresa titolare del condominio è stata condannata a pagare i quasi quattromila euro oggetto dell’ingiunzione fiscale. Solanto per una fattura di circa 400 euro è stata riconosciuta la prescrizione: somma ampiamente compensata dalla condanna al pagamento anche delle spese processuali. Sempre a Iglesias una vicenda simile ha riguardato di recente un altro condominio. A stabilire la legittimità delle ingiunzioni fiscali – conclude la nota di Abbanoa – era stato in quel caso l’Ufficio delle Esecuzioni mobiliari del Tribunale di Cagliari che aveva confermato la pignorabilità del conto corrente intestato allo stesso condominio.»
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