22 November, 2024
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CGIL, CISL e UIL sulla vertenza AIAS: «Chiediamo alla politica regionale il mantenimento dei servizi alla persona e gli attuali livelli occupativi».

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CGIL, CISL e UIL prendono posizione con un comunicato stampa sulla vertenza AIAS, diffuso ieri sera.

«Se dovessimo analizzare i sintomi, per come si sono manifestati nell’ultimo periodo, non è azzardato affermare che la malattia cronica di cui soffriva AIAS si è evoluta e non c’è alcuna speranza. Non ci sono cure e far proseguire quest’agonia è solo un accanimento terapeutico che pagheranno i lavoratori – scrivono Giovanni Zedde, segretario generale della Funzione pubblica CGIL, Claudio Nuscis, segretario generale CISL Funzione pubblica ed Efisio Aresti, segretario generale UIL FPL -. Ma questo lo sanno anche al Pronto Soccorso degli “amici”: quegli onorevoli smemorati, quei sindacalisti aziendalisti, quei lavoratori “riconoscenti” che rischiano la loro residua credibilità affannandosi al capezzale di un moribondo. Per questo motivo il sit in odierno e quelli che seguiranno a sostegno di AIAS per noi non sono semplici manifestazioni. Sono qualcosa in più, sono più “incontri” di preghiera. Una preghiera collettiva!!!

Perché, arrivati a questo punto, ci vuole davvero un miracolo per salvare AIAS. Un miracolo bello grosso.

Ma fuori dalla metafora e senza entrare in dialettiche politiche che non ci appassionano, diciamo ai “fedeli” dell’AIAS che la realtà è molto più semplice di come gli viene descritta. Chiunque occupi la poltrona di assessore della Sanità o governatore della Regione Sardegna, non svincola fatture. Non le svincolava l’on. Oppi e neppure l’on. Fadda, né la Dirindin, né Liori, né la De Francisci e non le svincola Arru. Le fatture di AIAS le svincolano, ovvero ne autorizzano il pagamento, i funzionari delle Aziende Sanitarie Locali, a fronte della corrispondenza tra le tariffe delle prestazioni richieste dal Servizio Sanitario Regionale per il singolo paziente e quelle fatturate dal privato convenzionato. Senza questa corrispondenza tra prestazione richiesta, tariffa regionale e fattura nessun funzionario pubblico rischierà di doverne rispondere alla Carte dei Conti. E la tanto favoleggiata quota sociale, quella parte della tariffa a carico dei Comuni, è intimamente connessa alla tariffa della prestazione richiesta dalla ASSL e i funzionari dei Comuni non potranno liquidare risorse in antitesi con quanto richiesto dalla ASSL. Il problema quindi non è politico, è amministrativo.

Il resto, dai quaranta/cinquanta milioni pretesi da AIAS da quasi trent’anni, ai tagli delle prestazioni che godono delle tariffe più alte d’Italia sono solo chiacchiere.

Per quello che ci riguarda – concludono Giovanni Zedde, Claudio Nuscis ed Efisio Aresti – come sindacato confederale non parteggiamo per questo o quel datore di lavoro, ma siamo impegnati, come sempre e da sempre in prima linea, per contrastare quelli inadeguati. Chiediamo alla politica regionale che venga garantito il mantenimento dei servizi alla persona e gli attuali livelli occupativi.»

 

Dopo il successo del
La Regione scende in

giampaolo.cirronis@gmail.com

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